Una chimica più essenziale
Transcript
Una chimica più essenziale
la didattica argomentazioni – non deve implicare necessariamente la rinuncia a stimolare nell’alunno la capacità di capire testi più complessi. L’importante è riuscire a non far interferire il piano dello sviluppo e dello stimolo delle abilità linguistiche con gli altri obiettivi scientifico-culturali che ne risulterebbero, in caso contrario, evidentemente penalizzati. Una chimica più essenziale Raffaele Bonomo S ono stato coinvolto alcuni anni fa in un corso di aggiornamento per insegnanti di scuole medie superiori (essenzialmente liceo classico, scientifico e licei sperimentali) sul metodo e sui contenuti dell’insegnamento della chimica ed alla fine del corso mi è stato chiesto di dare un giudizio sui libri di testo che vanno per la maggiore. Ho avuto così la possibilità di esaminare alcuni dei libri di testo in uso nella maggior parte delle scuole di Catania (vedi riquadro). Benché questa mia analisi sia datata di qualche anno (ma non mi pare che nel frattempo siano avvenuti grossi cambiamenti in campo editoriale), posso dire che non è facile dare un giudizio sui libri di testo; direi anzi che è proprio un’im- 26 presa. Comunque, posso senz’altro affermare che la maggior parte dei manuali esaminati è senz’altro costituita da libri ben curati, sia per l’aspetto grafico, sia per i contenuti, specie in riferimento alle esercitazioni, alla ricchezza dei problemi suggeriti e alle verifiche dell’apprendimento. Il giudizio generale è che i manuali scolastici non hanno nulla da invidiare ai più moderni manuali in uso nelle nostre università per i corsi introduttivi di chimica. Forse per alcuni versi i manuali scolastici sono delle copie meno belle. Vi sono libri semplici e di impostazione un po’ antiquata che, pur arricchiti da molte figure, non sempre sono all’altezza dei testi più moderni. Sono in particolare carenti in essi le fotografie di esperimenti che mostrano l’aspetto chimico della realtà, con l’aggiunta di qualche capitolo sulle tecniche e metodiche di analisi, che senza possibilità di farne esperienza diretta diventa del materiale del tutto inutile. E vi sono manuali di impostazione più moderna, che contengono moltissime illustrazioni e parecchie fotografie di notevole aiuto nella comprensione e, inoltre, suggeriscono semplici esperimenti che possono esser fatti in classe o a casa. Ma ci sono anche libri corposi (600-800 pagine), che sembrano dei veri e propri testi universitari di chimica generale ed inorganica con elementi di chimica organica (e mi pongo la domanda: a chi serve tutto questo materiale? Ma, in quale mon- do vivono gli autori di tali testi? E quale politica editoriale perseguono le case editrici?). Le molte illustrazioni sono a livello dei testi americani tradotti in italiano ed in uso all’università, con figure che presentano esperimenti chimici in corso, come reazioni con sviluppo di gas o formazione di precipitati e colore degli stessi. Alcuni di questi testi sono corredati da software didattico e da una guida agli esperimenti chimici, con la proposta di esperimenti per i quali spesso occorrerebbe una strumentazione adeguata, assolutamente al di fuori delle possibilità delle nostre scuole, sia per il costo elevato della stessa e della manutenzione, sia per la mancanza di personale tecnico esperto in grado di farla funzionare. In altri casi per la soluzione dei problemi proposti si usa un approccio matematico di livello avanzato, che è forse (sicuramente!) spropositato. Qualche altro testo si è rivelato interessante perché presenta molti problemi svolti (insegnando quindi un metodo per affrontarli), o propone e richiama parecchie simulazioni al computer (con gli inevitabili pro e contro: se in una scuola non si hanno a disposizione i computer o se l’insegnante non vuole usarli?), oppure prospetta sia semplici esperimenti di laboratorio (in un caso si fornisce a corredo anche un libro di schede di esperimenti) e indica la visione di audiovisivi. Uno dei testi mi ha favorevolmente impressionato per la presentazione veramente originale: la brillantez- la didattica za e la semplicità della trattazione, le immagini, i problemi e gli esperimenti proposti sono offerti in giusto e sintetico equilibrio; inoltre, trovo una risorsa eccezionale aver redatto anche una guida per gli insegnanti Non sono entrato volutamente nel merito di eventuali testi che potrebbero essere usati negli istituti tecnici ad indirizzo chimico, perché ovviamente il discorso cambia di prospettiva. Nel corso di questo esame, mi sono posto tuttavia una serie di domande. E innanzi tutto: quante ore ha a disposizione un docente di liceo durante un anno scolastico per l’insegnamento della chimica? Considerando 4 ore la settimana (e sono oltremodo ottimista) per 8 mesi effettivi (non considerando i periodi festivi) si arriva grosso modo a circa 130 ore per tutto l’anno. Tenendo conto che bisogna anche interrogare (una classe media di 30 alunni con 4 interrogazioni di 15 minuti per ciascuno), occorre considerare che almeno 30 ore vanno dedicate alle interrogazioni. Se si vuole fare qualche verifica scritta (4 verifiche di 2 ore per ciascuna, per un totale di 8 ore) o proporre qualche esperienza di laboratorio (2 ore al mese, per un totale di 16 ore) rimangono a disposizione circa 72 ore. Realisticamente, considerando la situazione disastrosa della scuola italiana, direi che non si può contare su più di 50-60 ore per proporre l’intero programma. Ma cosa si può mai propor- re in 60 ore? Si può proporre tanto, ma in un periodo così breve certamente non tutto il materiale che fa parte di un libro di 600-800 pagine. Occorrerebbe almeno raddoppiare le ore a disposizione, ma questo cozza con la rigidità dei programmi ministeriali e con l’equilibrio che occorre trovare con gli altri insegnamenti. Non a caso si è insediata ultimamente una commissione di lavoro, formata da insegnanti di scuole medie superiori e professori universitari, proprio per delineare programmi più realistici. Bisogna dunque, a mio avviso, operare delle scelte. Quali? Credo innanzi tutto che due siano le opzioni di fondo: usare un testo abbastanza complesso, per approfondire solamente quegli aspetti che alla sensibilità e all’esperienza del docente sembrano essere cruciali, mentre tutti gli altri vengono solo accennati o neanche trattati; oppure utilizzare testi più elementari e sintetici, cercando di esaurire tutto il materiale che il libro propone. Alla base vi deve essere una chiara consapevolezza di ciò che ci si propone attraverso l’insegnamento della chimica nella scuola secondaria. È questo il punto nodale! Dalla risposta ad esso consegue la scelta del manuale di chimica da adottare. Ci si propone di comunicare un metodo di conoscenza della realtà che è peculiare della chimica? O ci si propone, come si dice di solito, di far “orientare” e conoscere un po’ di chimica ai ragazzi delle scuole secondarie? La scelta è ovviamente soggettiva, cioè, dipende dal docente che propone il programma, anche se, per esperienza personale, so che il metodo non è mai disgiunto dal contenuto. La mia preferenza va alla seconda ipotesi, in quanto grazie ad essa v’è la possibilità di soddisfare entrambe le esigenze: si possono fornire nozioni di base (è un dato sconfortante che alcuni dei ragazzi iscritti alla nostra università non sappiano scrivere neanche le formule di semplici composti come il cloruro di sodio, NaCl, o l’acido solforico, H2SO4, lacuna a cui si riesce solo in parte a dar rimedio attraverso i corsi zero), ma è anche possibile affrontare più dettagliatamente qualche argomento in modo da far emergere tutte le implicazioni coinvolte nell’applicazione del metodo scientifico. I libri presi in considerazione nell’articolo sono i seguenti: - C. Amore, M. Di Dio, L. Silvestro, Un persorso per la chimica, CEDAM. - F. Bagatti, E. Conardi, A Desco, C. Ropa, Chimica, Zanichelli. - A. Bargellini, Alla scoperta della chimica, Carlo Signorelli Editore. - Camilli-Valeri, Fondamenti di chimica, a cura di F. Fappolari e D. Grassi, Paravia. - P. Pistarà, Nuova Chimica, Corso di Chimica di base, ATLAS. - A. Post Baracchi, A. Tagliabue, Chimica, Lattes. - M. Rippa, Fondamenti di chimica, Italo Bovolenta Editore. - R.C. Smoot, J.C. Price, R.C. Smith, D. Cacciatore, Corso di chimica moderna, Nuova Edizione Le Monnier. - G. Valitutti, A. Gentile, V. Gerosa, A. Tiffi, Le basi della chimica, Masson Scuola. 27