CODING - Fiume Veneto

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CODING - Fiume Veneto
CODING: premessa
Usare il coding può contribuire a promuovere una crescita in ambito logico e stimolare una forma mentis utile per
affrontare i problemi sempre più complessi che l'alunno si troverà ad affrontare, ma soprattutto offre ai bambini
l'opportunità di trasformarsi in soggetti attivi rispetto alla tecnologia e forse il nostro compito, o sfida come
educatori, è proprio quello di avvicinare i nostri alunni ad uso consapevole della tecnologia.
Fare coding non ha come obiettivo formare future generazioni di programmatori informatici, ma facilitare una
maggiore apertura mentale in armonia con quanto la società attuale ci chiede.
L'uso delle TIC nella didattica predispone il bambino a una partecipazione attiva e gli affida un ruolo da protagonista
nel processo di insegnamento-apprendimento anche soltanto perché più motivato all'attenzione grazie all'effetto
strumentale dell'uso di un computer o di qualsivoglia ‘device digitale’.
Perché sperimentare il coding ?
Nel mondo odierno i computer sono ovunque e costituiscono un potente strumento di aiuto o di lavoro per le
persone. Per essere culturalmente preparato a qualunque lavoro uno studente di oggi vorrà fare da grande è
indispensabile quindi una comprensione dei concetti di base dell’informatica. Esattamente com’è accaduto in
passato per la matematica, la fisica, la biologia e la chimica.
In Italia, tra le linee guida del progetto del governo sulla «Buona Scuola», legge 107 del 13 luglio 2915, è citato anche
lo “sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale, all’utilizzo
critico e consapevole dei social network e dei media nonché alla produzione e ai legami con il mondo del lavoro”
#labuonascuola.
L’attuale progetto Programma il futuro, del MIUR in collaborazione con il CINI (Consorzio
Interuniversitario Nazionale per l’Informatica), ha avviato attraverso l’iniziativa “L’ora del
codice” la possibilità di sperimentare lezioni di tecnologia. Le attività sono disponibili sulla
piattaforma Code.org, e offrono la possibilità di abbandonare pratiche meramente
addestrative all’uso di artefatti, siano essi dispositivi hardware o applicazioni software, per
scegliere percorsi didattici che portino le nuove generazioni ad appropriarsi dei concetti base
della CS e ad adottare metodi di operare efficaci ed atteggiamenti creativi. Il concetto chiave
alla base del coding è il «pensiero computazionale» e « significa pensare in maniera algoritmica
ovvero trovare una soluzione e svilupparla ».
Descrizione dell’attività
Durante il secondo quadrimestre ho allestito per le mie due classi quinte della scuola primaria di Bannia un
laboratorio di coding, termine inglese il cui significato letterale in italiano è programmare, in una classe virtuale sulla
piattaforma https://italia.code.org/. Le lezioni si sono sviluppate attraverso il percorso L’ARTISTA, dove attraverso
esercizi graduati i bambini hanno familiarizzato con la programmazione visuale a blocchi, consolidando e
riutilizzando diverse conoscenze apprese in geometria durante l’anno scolastico. Partendo dalla rappresentazione di
angoli e poligoni alla fine del percorso alcuni alunni sono arrivati a programmare alcune figure estremamente
elaborate ed artistiche.
Questa attività si svolge in uno sfondo accattivante, con un grafica piacevole che richiama personaggi noti ai bambini
( Frozen, Star Wars, etc.), l’errore viene valorizzato e attraverso la programmazione a blocchi il bambino non deve
riscrivere le linee di codice. Afferrare i concetti del coding divertendosi, ha permesso agli studenti di usare da subito,
anche senza doverli prima studiare teoricamente, i concetti importanti del pensiero computazionale quali :
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approccio operativo ai concetti di iterazione e di condizione;
sequenze e cicli;
procedure e algoritmi;
problem solving;
linguaggio di programmazione;
e potenziare strumenti cognitivi trasversali alle altre discipline acquisendo:
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confidenza nel trattare problemi complessi;
perseveranza nel lavorare con problemi difficili;
capacità di comunicare e lavorare con gli altri per il raggiungimento di una soluzione
condivisa.
Perché?
E’ importante uscire da un luogo comune: quello che i nostri bambini, i cosiddetti «nativi digitali», o “touch
generation”siano bravissimi con le nuove tecnologie. Molte volte la loro è una fruizione passiva. Quando i bambini si
avvicinano al coding, invece, diventano soggetti attivi, i risultati sono immediati ed anche con poche ore di lezione
diventano produttori di tecnologia.
Lorenzo: “Io ho creato questa figura”. Per realizzarla ho fatto così: “Prima ho costruito il perimetro del
quadrato e poi ho disegnato un rombo e l’ho moltiplicato per tre. Quindi ho osservato che c’era un
problema: l’omino, riproducendo la figura, era andato troppo a destra (fuori dall’inquadratura) ed ho risolto
il problema, infine ho disegnato il rombo mancante. Ho ripetuto i blocchi per 40 volte e per 3 volte ed ho
eseguito lo stesso procedimento per fare il rombo”.
Preme sottolineare che non si insegna un linguaggio specifico che magari, quando i bambini saranno adulti, sarà già
stato accantonato da anni ma un primo approccio logico alla programmazione.
L’approccio metodologico, è quello dei metodi attivi, cioè il “learning by doing”. I bambini sono immersi in un
ambiente logico e matematico, ma la creatività e la fantasia hanno un ruolo centrale.
Lavorare in coppia inoltre offre possibilità di inclusione anche agli alunni con bisogni educativi speciali.
Aspetti positivi
L’attività del coding è facilmente fruibile, promuove altri “valori” quali quelli del software libero, della condivisione e
del “remix”, ovvero del riuso del codice realizzato da qualcun altro. In un mondo di steccati e “walled garden” è bene
che più i giovani conoscano alternative.
Il coding non è una cosa “da maschi” ma un ottimo strumento per avvicinare alle discipline matematico-scientifiche
anche le bambine ed aiutare a colmare in prospettiva il “gender gap” che il settore sconta, non solo in Italia.
Metodologia didattica o didattica tecnologica
L'aspetto ludico del coding ha di fatto consentito il rovesciamento della didattica, concretizzando quanto, in maniera
diversa, studiosi quali Maria Montessori, e lo stesso J. Dewey hanno sottolineato nelle loro teorie, ovvero la capacita
del bambino di apprendere attraverso il gioco che in questa fase è stato proposto come impalcatura (scaffholding) di
sostegno e supporto al processo di apprendimento degli alunni .
In questa progettazione didattica legata all'ora del coding, davanti alla ricerca e al programma è stata messa l'azione,
e davanti al lavoro individuale sono stati posti l'apprendimento cooperativo (Cooperative Learning –ZSP di Vygotskij),
l'interdipendenza positiva e l'interazione costruttiva(Costruttivismo).
Valutazione e ricadute dell’attività proposta
Proporre attività di didattica digitale attraverso l'utilizzo di programmi di coding ha incrementato la motivazione
degli alunni. Inoltre, ha permesso di far comprendere meglio concetti e conoscenze già acquisite e trasversali ad
altre discipline.
L'ambiente di apprendimento è stato organizzato con alcuni PC portatili e una LIM. L'apprendimento è stato
strutturato in modo cooperativo e la risposta cognitiva degli allievi si è rivelata molto positiva, anche per i bambini
con bisogni educativi speciali, che si sono sentiti sostenuti dai compagni. Le reazioni del gruppo-classe hanno
confermato le mie aspettative.
Riproducibilità dell’esperienza
Accedi alla piattaforma : http://studio.code.org/
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Gestione Classe
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 Creazione della classe/i
 Inserimento degli studenti nella classe
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Accesso degli studenti alle lezioni
tramite username e password
Inizio delle attività attraverso il
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