Una rete in vista
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Una rete in vista
a cura di Marco Santambrogio* case history Una rete in vista Come sviluppare una rete di punti vendita: il caso Blockbuster e analisi geografiche e statistiche permettono alle aziende, presenti sul territorio con una rete di punti vendita, di pianificare al meglio le proprie attività di sviluppo e di presidio delle zone potenzialmente più interessanti. Una volta definito il progetto strategico di crescita dell’azienda, vengono impostate le attività necessarie per supportare il processo decisionale per lo sviluppo della rete di punti vendita, siano essi diretti o in franchising. Value Lab ha realizzato un progetto di questo genere per Blockbuster, azienda operante nel settore del noleggio/vendita di film e videogiochi. Il progetto ha previsto la definizione dell’attività di sviluppo, partendo dalla considerazione e valutazione dell’attività svolta dai punti vendita esistenti. Oggi Blockbuster è in grado di selezionare le aree potenziali sul territorio, che consentano una crescita esponenziale del numero di visitatori, in modo selettivo all’interno delle diverse aree e di valutare le correlazioni fra i dati effettivi relativi ai clienti e quanto emerso dalla valutazione del mercato potenziale. Per realizzare al meglio questa attività Value Lab ha messo a disposizione di Blockbuster anche un software, denominato GeoIntelligence, realizzato su piattaforma Esri, che permette di effettuare simulazioni di raggiungimento del punto vendita, utilizzando tempi di percorrenza a piedi e in auto, anche tenendo conto dei diversi livelli di traffico. L Le due aree di interventi Il progetto realizzato per Blockbuster ha puntato soprattutto su due aree di intervento: • analizzare i punti vendita esistenti e studiare i comportamenti di acquisto dei clienti; • valutare ipotesi di individuazione del luogo migliore ove aprire i punti vendita per orientare lo sviluppo della rete in funzione del potenziale di mercato. IN QUESTE PAGINE ✍ Una rete in vista 25 Le imprese del Lazio? Uniche nel loro genere 28 Sistemi informativi stradali e servizi e-government 30 EnerGis, il Gis delle reti elettriche di Roma 36 Speciale Sistemi informativi territoriali 25 case history Le attività realizzate hanno quindi riguardato sia la realtà dei negozi già operativi sul mercato, sia le opportunità di crescita. Nel primo caso le attività realizzate hanno riguardato la localizzazione su cartine geografiche elettroniche dei punti vendita e dei clienti di ogni punto vendita (attività possibile grazie alle carte in possesso di ogni cliente). In questo modo è possibile, analizzando dove risiedono i clienti, valutare la distanza che percorrono per raggiungere i punti vendita. In questo modo è stato possibile definire un bacino di mercato (ovvero la zona territoriale in cui viene realizzato l’80 per cento del fatturato). È inoltre stato possibile determinare quali concorrenti operavano in zona e quanti fossero e valutare gli eventuali “generatori di traffico” (scuole, centri commerciali, ipermercati e supermercati, librerie, università, distributori di carburante) per identificare eventuali possibilità di maggiore frequentazione della zona da parte del target più interessante per Blockbuster. Inoltre è stato possibile analizzare i comportamenti dei consu- matori al fine di determinare la loro propensione a spostarsi per visitare più punti vendita della stessa insegna e identificare, quindi, il numero ottimale di sovrapposizioni tra i punti vendita, per evitare fenomeni di cannibalizzazione. Infine è stata realizzata un’analisi del profilo socio-demografico del bacino di mercato. Per quanto riguarda invece la seconda attività svolta per Blockbuster, cioè l’analisi di ipotesi di luoghi selezionati per nuove aperture, le attività realizzate hanno riguardato la parte di individuazione di eventuali aree potenzialmente interessanti, ma dove i negozi non erano ancora presenti. Si è poi passati alla simulazione delle nuove aperture per definire l’area di provenienza dei potenziali clienti, in base a tempi di percorrenza a piedi, in auto e con diversi livelli di traffico. Questo ha comportato l’analisi di eventuali barriere fisiche (autostrade, fiumi, ponti, montagne ecc.), la determinazione dei concorrenti presenti e la verifica che la presenza di potenziali clienti sostenesse la necessità di apertura del nuovo negozio. Intervista STRATEGIE DI MARKETING E DI COMUNICAZIONE MIRATE SUL TERRITORIO: INCONTRO CON MARCO SANTAMBROGIO, MANAGING DIRECTOR DI VALUE LAB Che cos’è il geomarketing? «Il geomarketing è l’applicazione della geografia al business per rendere più efficaci ed efficienti le decisioni e le attività relative alla comunicazione, alla vendita, alla distribuzione e al servizio ai clienti. Consente di gestire le opportunità e le minacce di business legate al territorio. È la risposta all’esigenza delle aziende di prendere decisioni strategiche e operative al proprio mercato di riferimento. Consente di operare alla ristrutturazione della rete di punti vendita esistenti e all’apertura di nuovi; alla ridefinizione delle aree assegnate ai venditori e degli obiettivi di vendita in funzione del potenziale di mercato e del grado di concorrenza presenti; alla scelta e all’ottimizzazione delle attività di marketing locale e diretto». A quali realtà aziendali è più utile il geomarketing? «Il geomarketing è utile in quelle situazioni che presentano dinamiche di polverizzazione del territorio. Proprio per questo può essere utilizzato da diverse tipologie di aziende operanti in vari settori merceologici. L’utilizzano sia le aziende che operano attraverso una rete distributiva di punti vendita, sia le aziende di produzione presenti sul mercato attraverso una rete di venditori e di concessionari. In particolare le tecniche di geomarketing vengono utilizzate nei servizi bancari, finanziari e assicurativi, nella distribuzione alimentare e non, nelle aziende organizzate con la formula del franchising, nel settore dell’auto, nel turismo, in tutti i comparti che in qualche misura sono legati alla casa, nell’immobiliare, nel lavoro interinale e nelle utilities». Chi dovrebbe occuparsi di geomarketing in un’azienda? «Utilizzare il geomarketing in azienda non significa solamente introdurre nuovi strumenti tecnologici, bensì applicare un nuovo approccio 26 Speciale Sistemi informativi territoriali di marketing destinato ad avere un impatto significativo sul business e sull’organizzazione aziendale. È quindi evidente che la stessa Direzione Generale deve essere coinvolta nelle scelte operative. A seconda dell’azienda e dei progetti, verranno poi coinvolte la Direzione Marketing, la Direzione Vendite, Sviluppo rete, nonché i rappresentanti dei Sistemi informativi e del Controllo di gestione». Basta un software per “fare da sé” il proprio geomarketing? «Il software può essere solamente il necessario supporto tecnologico all’attività di geomarketing. Un approccio serio e strutturato presuppone un’attività di analisi dei dati e del territorio, una valutazione dei fattori che possono condizionare le scelte e una revisione dell’organizzazione aziendale in base alle decisioni da portare avanti. Tutto questo non può ovviamente essere realizzato solo con supporti tecnologici, ma comporta un coinvolgimento della direzione e dei manager dell’azienda, la creazione di strutture dedicate o il supporto di consulenti esterni specializzati in questo settore». case history I benefici I principali benefici rilevati da Blockbuster hanno riguardato l’individuazione delle zone potenzialmente più promettenti in termini di fatturato del punto vendita, dove quindi fosse interessante orientarsi per aprire nuovi negozi. Nel caso di negozi già esistenti è stato possibile rilevare l’eventuale bassa presenza rispetto alla clientela presente in zona, rinforzandola con azioni di marketing mirate localmente. Sono stati inoltre individuati i comuni più interessanti per Blockbuster ed è diminuito il rischio di “cannibalizzazione” tra i punti vendita. ❙ *Value Lab srl ✒ Output del software GeoIntelligence VALUE LAB. Esempio di bacini di mercato ricostruiti tramite la georeferenziazione dei clienti con card. Individuazione delle aree di cannibalizzazione in un’isocrona a venti minuti.” Speciale Sistemi informativi territoriali 27