franCia, le strategie dell`intermodalità futura
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franCia, le strategie dell`intermodalità futura
cerlogistica francia, le strategie dell’intermodalità futura Un ampio ed articolato programma infrastrutturale per aumentare l’efficienza. Le ricadute sul distretto ceramico italiano La crisi ha rallentato la crescita del trasporto merci intermodale, ma non ne ha interrotto il trend positivo. Secondo i dati del UIRR, le 18 maggiori imprese di trasporto intermodale europee fino al 2008 avevano registrato tassi di crescita del 6-7% all’anno, nel 2009 hanno registrato un calo del -17%, ma nei due anni successivi la ripresa è stata significativa: +8% nel 2010 e +6% nel 2011, pari a spedizioni equivalenti a 6,4 milioni di TEU. Due terzi del traffico attraversano Svizzera e Austria con destinazione Germania o Nord Europa, oppure raggiungono i mercati francesi e spagnoli attraverso la galleria del Frejus o la linea di Ventimiglia, su distanze medie intorno agli 800 Km. In Italia diversi fattori, tra cui l’aumento dei costi di gestione del trasporto intermodale ferroviario e l’affidabilità del servizio non ancora soddisfacente, rallentano lo sviluppo di un sistema di trasporti delle merci più equilibrato. Soprattutto nelle percorrenze superiori ai 300 Km si dovrebbe registrare una maggiore presenza della modalità “ferro”, come accade nei principali paesi europei. L’esempio francese Nel campo dell’intermodalità ferroviaria, il caso della Francia merita un approfondimento per i possibili insegnamenti sul “che fare” in Italia. Il trasporto combinato di unità di trasporto intermodale (contenitori, casse mobili e trailer) costituisce una fetta importante del trasporto ferroviario francese, attualmente pari a un traffico di oltre 30.000 treni all’anno (circa un milione di camion tolti dalla strada). Per con- 52 CER gennaio/febbraio 2013 trastare la concorrenza proveniente dai tedeschi della DB e delle compagnie ad essa collegate, il governo francese ha intrapreso una politica di deciso rilancio del trasporto ferroviario delle merci, coerente con gli obiettivi sulla riduzione dei gas serra che l’Unione Europea si è posta. Entro il 2022, le risorse destinate alle politiche di trasporto di merci dovranno essere implementate con l’obiettivo di migliorare la quota modale del segmento ferroviario e di quello fluviale, dal 14% al 25%. In ambito ferroviario, gli interventi in programma riguardano il potenziamento dei collegamenti tra i principali nodi intermodali e i porti, quali ad esempio Marsiglia e Le Havre, a partire dal cosiddetto “ultimo miglio ferroviario”, con binari il più vicini possibile alle banchine dei terminal contenitori, e la realizzazione di corridoi preferenziali per le merci, in linea con gli indirizzi politico-programmatici dell’Unione Europea, ove le infrastrutture presenti consentano il transito di treni di almeno 800 metri, ed in prospettiva di 1 chilometro. La rete del trasporto combinato Il sostegno al trasporto ferroviario trova origine anche dall’introduzione dell’Ecotaxe prevista dal 2013, in base alla quale i veicoli di peso superiore alle 3,5 tonnellate subiscono una tassazione progressiva calcolata sulla base dei chilometri percorsi. Le risorse ricavate dall’Ecotaxe saranno destinate all’ulteriore potenziamento del trasporto combinato e del sistema ferroviario merci. Parallelamente, sono previsti sussidi per il trasporto intermodale erogati sulla base del numero di unità trasportate, cerlogistica Piattaforma logistica integrata, Regione Emilia-Romagna Fonte: Piano regionale integrato dei trasporti 2020, Carta D - Regione Emilia-Romagna. che possono arrivare fino al 30% del costo totale del trasporto e devono riguardare servizi con offerta regolare. Grazie ai contributi gli operatori del combinato ferrovia/strada hanno potuto sviluppare un’offerta competitiva, e nel 2006 sono stati trasferiti 160.000 camion dalla strada, con una drastica riduzione delle emissioni di CO2. Nell’ambito dei collegamenti ferroviari fra Italia e Francia, è attivo il servizio AFA (Autostrada Ferroviaria Alpina), con quattro coppie di treni al giorno (5 giorni su 7), composti da 11 vagoni in esercizio tra Orbassano in Piemonte e Aiton in Savoia, attraverso il valico del Fréjus. Nel 2011, il governo italiano ha stanziato 6,3 milioni di Euro per l’AFA e sono circolati 2.110 treni e 26.000 carri pesanti. Durante il periodo 20052011 i traffici ferroviari su questa tratta sono costantemente aumentati, salvo un leggero calo nel 2009. Il mercato Francese della ceramica e l’intermodalità Il ceramico è un settore che per le caratteristiche del prodotto finito (elevato peso specifico ed alta possibilità di razionalizzazione dei carichi), e per la natura delle imprese fortemente orientate ai mercati di esportazione, sarebbe un candidato naturale al trasporto su ferro. Le potenzialità in tal senso riguardano sia l’esportazione di prodotto finito verso mercati extra-UE attraverso i principali porti italiani, sia soprattutto la quota di esportazione indirizzata verso i mercati continentali del Nord-Europa ed in particolare della Germania e della Francia. Su quest’ultimo versante, le potenzialità sarebbero ancora maggiori in relazione non soltanto agli elevati volumi dei flussi di esportazione, ma anche alla lunghezza dei collegamenti, sufficientemente elevati da rendere il trasporto ferroviario competitivo rispetto al “tutto-strada”. Sono da registrare alcuni importanti risultati riguardanti i servizi ferroviari che collegano alcuni dei principali nodi intermodali italiani, come Verona Quadrante Europa, Dinazzano e Melzo, con destinazioni sia in Francia che in Germania. Protagoniste in questo caso alcune imprese ferroviarie ed MTO italiane, francesi e svizzere, come SNCF Geodis, Hupac, Sogemar, Oceanogate e Crossrail. Il consuntivo 2011 pubblicato da Confindustria Ceramica, evidenzia l’importanza della Francia rispetto ai flussi export, che ammontano a oltre il 13% dei flussi totali in uscita dal distretto. Gli oltre 50 milioni di mq destinati al mercato francese corrispondono a circa 4000 Ton (oltre 120 vagoni_pesanti/giorno). Allo stato dell’arte il sistema di piattaforme intermodali di supporto al distretto ceramico, è incentrato sugli impianti di Rubiera, Dinazzano, ed in futuro dalla piattaforma di Marzaglia, polo strategico della rete cargo nazionale. Nel 2010 il trasporto via ferro in arrivo e partenza dal distretto ceramico di Modena e Reggio, era stimato di circa 2,54 milioni di ton, di cui circa il 60% di flussi distributivi, diretti verso i porti di Ravenna e del Tirreno, e i verso pesi del Centro-Nord Europa. Nel sistema di piattaforme, oltre Rubiera e Dinazzano si confermava l’importanza di Verona Quadrante Europa con 300.000 Ton destinate all’Europa del Centro-Nord. Lo sviluppo della piattaforma intermodale di Dinazzano e la realizzazione del nuovo scalo di Marzaglia offrono al distretto l’opportunità di accrescere ulteriormente la quota ferro già elevata rispetto alle medie nazionali. In particolare i mercati francese e tedesco sembrano avere i numeri per realizzare nuovi servizi intermodali affidabili, a costi compatibili e a minore impatto ambientale. Marco Spinedi, responsabile scientifico ITL - Istituto Fondazione Trasporti e Logistica dell’Emilia Romagna Nicolò Pascale Guidotti Magnani, consulente di direzione, esperto di logistica e sistemi di trasporto 2013 gennaio/febbraio CER 53