L`innovazione non basta
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L`innovazione non basta
FORMAZIONE RAPPORTO ASFOR 2013.1 risultati dell'I 1* indagine tra gli associati L'innovazione non basta A fronte di una domanda statica, è indispensabile capire come innovare veramente il modo di fare formazione. Che non significa solo nuove metodologie di Manuela Brusoni e Niccolò Cusumano ra le attività di ricerca svolte da Asfor, coordinate da Elio Borgonovi, vicepresidente vicario con delega alla ricerca, una posizione importante è tradizionalmente rappresentata dall'indagine sull'attività dei soci, giunta quest'anno alili" edizione. L'indagine - il cui Rapporto completo è stato presentato in occasione di due workshop dedicati tenutisi a ottobre, uno a Milano presso Tee Bosch Training Esperienze e Competenze e l'altro a Roma presso Finmeccanica Global Services Spa - ha raccolto le risposte della maggioranza degli associati Asfor che, oltre a scuole e istituzioni di formazione, si sta arricchendo della componente aziendale, rappresentata da Corporate University e Academy. Nonostante le dovute cautele nella comparazione dei dati relativi ad anni differenti, è possibile cominciare a riflettere su alcuni possibili trend che si manifestano con maggiore evidenza. 1 Manuela Brusoni, membro del Comitato scientifico Ricerca Asfor Niccolò Cusumano, ricercatore Fatturato, il sistema è ancora Osservando l'evoluzione della composizione del fatturato, si nota una sostanziale stabilità tra le diverse fonti. Si assiste a un lieve aumento, nel triennio, del fatturato legato alle attività di formazione tecnico-professionale, che passa dal 21% al 25%, mentre si riducono le attività sia di consulenza sia di formazione manageriale in senso stretto, che tuttavia mantengono una posizione prevalente, pari a circa il 60% del fatturato complessivo. Per quanto riguarda le prospettive di crescita, sempre con le dovute cautele nel confronto, se nel triennio 20092011 il 27% dei soci aveva riportato una variazione del fatturato negativa, nel 2011-2012 tale quota sale al 46%. Il 44% degli enti nel 2012 è riuscito comunque a registrare una crescita del fatturato. Tuttavia anche per il 2012, che sembrava essersi aperto su un tono positivo, le aspettative non hanno trovato piena conferma nei fatti poiché più enti del previsto hanno riportato una contrazione del fatturato. Relativamente ai contenuti della formazione è stato chiesto sia alla domanda, rappresentata dalle imprese intervistate nell'indagine dell'Osservatorio Learning, sia all'offerta, rappresentata dai soci Asfor, di assegnare un punteggio da 1 a 10 relativamente all'importanza attribuita a ciascuna area tematica/funzionale. Come sottolineato anche nel precedente Rapporto, emerge una fecalizzazione del corporate learning sulla formazione qualificante, legata a una dimensione operativo-produttiva identificata come driver per il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Questo tipo di programmi consente molto spesso, tra l'altro, il coinvolgimento di una faculty interna e una più efficace diffusione dello specifico know-how aziendale. Alle scuole di formazione verrebbero richiesti, di conseguenza, programmi su misura che affrontino temi interfùnzionali quali la leadership, l'innovazione, le skill manageriali, la strategia. Confrontando le risposte raccolte negli ultimi tre anni cresce, inoltre, l'importanza dei temi legati all'etica/Csr. È stato poi chiesto ai soci Asfor di indicare quali siano gli elementi più importanti nel confronto con i fornitori. I valori più alti nelle risposte si confermano essere quelli relativi agli aspetti "collaborativi": capacità di co-progettazione, coerenza tra obiettivi e soluzioni richieste, confronto con un referente unico qualificato per l'intera durata del progetto. L'affidabilità sul piano realizzativo sembra infine assumere più peso rispetto alla flessibilità e alla tempestività nella risposta da parte del committente. Rispetto a quanto emerge confrontando domanda e offerta, sembra di poter concludere che la costruzione di un rapporto di partnership sia l'area su cui investire nel futuro. Le metodologie della formazione Dall'analisi delle metodologie didattiche impiegate, il quadro che emerge è quello di una sostanziale continuità rispetto al passato, in cui l'aula continua a rappresentare il centro dell'attività formativa, mentre il ricorso a forme di online learning appare alquanto limitato. Nonostante il 61% dei soci Asfor affermi che la tecnologia stia cambiando in qualche misura il modo di fare formazione e un 37% che l'impatto della tecnologia sia significativo, in quattro anni il sistema non sembra avere modificato i canali di erogazione della formazione. Una delle principali barriere che limita l'uso della tecnologia è la scarsa efficacia percepita da parte dei partecipanti rispetto alle metodologie tradizionali, l'assenza di domanda, seguita dalla percezione di scarsa efficacia da parte della faculty. Se l'aula resta, quindi, il locus dell'apprendimento, è importante verificare come le potenzialità nel riunire i partecipanti in un luogo fisico vengano valorizzate con il ricorso a nuove strategie di apprendimento. Il mercato nel suo complesso sembra, quindi, riluttante nei fatti a investire nelle nuove tecnologie, sebbene tra le principali sfide che il sistema della formazione manageriale prevede di dover affrontare vi sia proprio l'innovazione. Un trend che tradizionalmente si è osservato nell'indagine è la composizione del corpo docente per genere e per livello di seniority. Entrambe le dimensioni mostrano una stabilità tendenziale: una presenza importante di docenti donna e di docenti senior, con più di dieci armi di esperienza, con costante tendenza all'aumento. Questo trend può sembrare a prima vista controintuitivo, se letto esclusivamente in un'ottica di controllo dei costi: il personale più esperto tendenzialmente ha un costo superiore. Tuttavia, l'evoluzione della formazione manageriale potrebbe rafforzare la necessità di avvalersi di docenti con maggiore esperienza in grado di dare un maggiore valore aggiunto all'apprendimento. Alcune considerazioni d'insieme A fronte di una domanda statica, l'innovazione, che continua a essere citata come naturale driver di sviluppo, deve essere meglio definita e sostenuta con adeguate risorse, anche in tempi di accresciuta attenzione al controllo Aula 1% dei costi. Da dove partire, quindi, per rilanciare la formazione? Una possibile azione di avvio potrebbe far leva sugli elementi più qualificanti di una buona formazione manageriale; tra i primi, ad esempio, la faculty. A livello internazionale sta emergendo, infatti, che anche nella costruzione di programmi ritenuti di frontiera come i Mooc (Massive Open Online Courses) sia elemento fondamentale l'elevata esperienza e seniority dei docenti che li progettano e realizzano, poiché l'esperienza permette loro di meglio anticipare quelle che possono essere le reazioni dell'audience a cui si rivolgono. Allo stesso modo, dal confronto con i responsabili della formazione aziendale emerge come l'esperienza del docente sia fondamentale nella programmazione/gestione di programmi su misura e nella gestione del rapporto con il cliente. L'esperienza permette, infine, di sfruttare tutte le occasioni di apprendimento in aula grazie a una migliore capacità di gestione del confronto con i partecipanti. Confronto che diventa tanto più fondamentale quanto più da una logica in cui il docente è attore protagonista che eroga in modo monodirezionale i contenuti all'aula si passa a un modello in cui i contenuti sono acquisiti a distanza e l'aula diventa un luogo di rielaborazione, riflessione e scambio di idee. Il sistema Asfor in questo senso potrebbe aiutare a valorizzare e qualificare l'esperienza dei docenti, ponendosi come catalizzatore e diffusore delle migliori esperienze all'interno del sistema della formazione manageriale in Italia.