I rischi e Basilea - "PARTHENOPE"

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I rischi e Basilea - "PARTHENOPE"
Il sistema dei rischi bancari
Giuseppe G. Santorsola
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Il rischio finanziario
Rischi in Finanza
Rischi puri
Rischi finanziari
Rischi sistematici
Giuseppe G. Santorsola
Rischi non
sistematici
(specifici)
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Il rischio finanziario
• Concetto connaturato all’attività finanziaria poiché
questa implica il trasferimento, nel tempo e/o nello
spazio, di “valori” (i mezzi di pagamento e gli
strumenti finanziari) per ciò stesso soggetti all’alea
della modifica.
• Esempi:
–
–
–
–
–
Perdita di potere d’acquisto della moneta
Insolvenza del debitore
Ritardato pagamento o consegna di titoli
Smarrimento o furto di tali valori
Disguidi nelle procedure informatiche che presidiano i
trasferimenti
– Variazione dei prezzi deI titolI in portafoglio
Giuseppe G. Santorsola
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Il sistema dei rischi
nell’impresa non finanziaria
Giuseppe G. Santorsola
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Il sistema dei rischi bancari
Rischio di impresa
Rischio
reddituale
Rischio
operativo
Rischio finanziario
(livello e variabilità del ROE)
Rischi di
controparte
Rischio di
credito
Rischio di
regolamento
Rischi di
mercato
Rischio
di
interesse
Rischio
di
cambio
EQUILIBRIO PATRIMONIALE
Sistemi operativi di gestione
del capitale a rischio
Giuseppe G. Santorsola
(variabilità della
posizione finanziaria)
Rischi di variazione del
livello generale dei prezzi
Rischio
di
prezzo
STRUTTURA FINANZIARIA
A/P
Sistemi operativi di gestione
attivo/passivo
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Il sistema dei rischi bancari
• A favore della previsione di forme di regolamentazione
per gli intermediari finanziari, e per la banca in
particolare, si pone il filone della letteratura che studia
i market failures.
• Il controllo dei rischi costituisce una prerogativa non
solo interna all’intermediario, ma anche una necessità
alla base dell’azione della Autorità di vigilanza.
• Le norme sul patrimonio di vigilanza e le prescrizioni
relative al Nuovo Accordo sul Capitale condizionano
fortemente il mapping dei rischi
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Il sistema dei rischi bancari
Rischi di controparte
Stato Patrimoniale dell’intermediario banca
Portafoglio prestiti
(banking book)
Portafoglio di
negoziazione
Raccolta
Mezzi propri
(trading book)
Rischio di credito
Rischio di regolamento
Eventualità che alle scadenze
previste dal contratto il cliente
finanziato si riveli insolvente in misura
totale o parziale in relazione a:
pagamento degli interessi
il rimborso del capitale
Eventualità che la controparte
contrattuale obbligata a
consegnare una certa somma di
denaro in contropartita di
strumenti finanziari o viceversa
non adempia alla prestazione
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Il sistema dei rischi bancari
Rischi di controparte
Contestualità
delle
prestazioni
Scadenza
dell’esecuzione
Scadenza
a pronti
Scadenza
a termine
Presente
Bassa intensità
Danni per costo ricerca
nuova controparte e per
incertezza nuove
condizioni contrattuali
Alta intensità
Danni per perdita della
posizione (speculativa o
di copertura)
Intensità del rischio di regolamento
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Assente
Altissima
intensità
Conseguenze
economico-finanziarie
molto gravi
Il rischio di
regolamento diventa
rischio di credito
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Il sistema dei rischi bancari
Rischi di mercato
Rischi riconducibili ai fattori che condizionano
il valore atteso di un’attività, di una passività
o dell’impresa
• Rischio di interesse
• Rischio di cambio
• Rischio di prezzo
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Rischi
di
mercato
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Il sistema dei rischi bancari
L’approccio di Basilea II
Risk
Financial
Risk
Credit
Risk
Market
Risk
Non-Financial
Risk
ALM,
Insurance,
Other Risk
Internal
External
Business
Event Risk Event Risk
Risk
Basel II Definition of
Operational Risk
Giuseppe G. Santorsola
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Il sistema dei rischi bancari
L’approccio di Basilea II
• Rischio di credito: rischio di perdite per effetto
dell’incapacità della controparte di far fronte alle
obbligazioni assunte nei confronti della banca, sia con
riferimento al pagamento degli interessi che della quota
capitale.
• Rischio di mercato: rischio di perdita sul portafoglio di
negoziazione (trading book) per effetto di variazioni
avverse dei fattori di mercato: tassi d’interesse, tassi di
cambio, prezzi degli strumenti finanziari.
• Rischio operativo: rischio di perdite derivanti da
disfunzioni a livello di procedure, personale e sistemi
interni, oppure da eventi esogeni. Include il rischio
giuridico, ma non quello strategico e di reputazione.
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L’assorbimento di capitale
La copertura delle operazioni di finanziamento dei prenditori viene realizzata
attraverso la combinazione tra le fonti finanziarie che determinano la struttura
finanziaria della banca, ovvero il rapporto tra capitale di terzi (la raccolta) e il
capitale di rischio (l’equity). Ciò deriva da:
Impossibilità di scindere le decisioni di investimento da quelle di
finanziamento: nella banca il rischio d’impresa è strettamente collegato al
rischio finanziario
Esistenza di vincoli esogeni: le autorità di vigilanza impongono una diversa
dotazione patrimoniale a seconda dell’assorbimento del rischio da parte delle
diverse aree di attività della banca
Difficoltà di individuare il grado di rischio sistematico per ogni
attività: il grado di rischio effettivo di un’attività molto spesso dipende da
combinazioni attivo-passivo del bilancio bancario o da posizioni fuori bilancio,
per cui è estremamente difficile stimare il suo grado di rischio sistematico
Giuseppe G. Santorsola
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Le misure di redditività
• Utilità del ROE (UN/E): la redditività del
capitale di rischio non si presta a fornire misure
di redditività corretta per il rischio, in quanto
rapporta una misura sintetica di redditività
(utile netto) al capitale, a prescindere dal
grado di assorbimento del rischio.
• Indicatori corretti per il rischio (risk
adjusted): il numeratore e/o il denominatore
del rapporto tra utile e capitale viene/vengono
corretto/corretti per tener conto del rischio
sopportato ex post o previsto ex ante
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Le misure di redditività
la correzione per il rischio
RAROC
Risk Adjusted Return On Capital
La correzione per il rischio è relativa al reddito (ad esempio per il rischio
di credito: (margine di intermediazione-perdita attesa-costo della perdita
inattesa)/tot impieghi)
RORAC
Return On Risk Adjusted Capital
La correzione per il rischio è relativa al capitale (ad esempio attraverso
misure di VaR)
RARORAC
Risk Adjusted Return On Risk Adjusted Capital
La correzione per il rischio è relativa sia al flusso reddituale sia allo stock
di capitale
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La creazione di valore
• La misura del valore creato deriva dalla
differenza tra redditività del capitale investito
e il suo costo
• Nelle imprese non finanziarie:
EVA = (ROE-KE) * EC
• L’EVA si calcola sulla base di dati di mercato e
si fonda sul concetto di capitale economico
(Economic Capital, EC) comprensivo di tutti i
rischi assunti dall’impresa
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La creazione di valore
Nella banca la misurazione del valore
implica una esplicita considerazione del
rischio:
EVA = (RAROC-Ke) * EC
• La rischiosità di ciascuna scelta di
investimento viene quantificata per mezzo del
capitale assorbito, da cui l’individuazione del
RAROC (Risk Adjusted Return On Capital),
mantenendo inalterato il tasso “soglia”
rappresentato dal costo del capitale (Ke)
• Se RAROC > Ke si sta creando valore per gli
azionisti (shareholders)
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L’evoluzione del concetto di rischio
1) Attenzione rivolta alla copertura del rischio
di credito e rischio di liquidità: accurata
analisi di fido e prudente gestione della
liquidità (per banche con attività
internazionale, anche rischio di cambio).
2) Enfasi sul rischio dell’intero portafoglio
prestiti (diversificazione)
3) Analisi congiunta dell’attivo e del passivo
(asset & liability management, ALM)
4) Value at Risk (VaR)
5)
Risk
management
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I principali strumenti di gestione
Tipologie
Rischio
di
interesse
Portafoglio prestiti
REPRICING GAP
ALM
DURATION GAP
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Limiti operativi
in base al VAR
• Diversificazione
di portafoglio
Rischio
di
prezzo
Rischio
di
credito
Portafoglio
negoziazione
• Limiti operativi
in base al VAR
• Politica dei prestiti
• Istruttoria fidi
Limiti operativi
in base al VAR
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L’Accordo di Basilea (Basilea I)
• L’accordo è stato predisposto dal Comitato per la
Vigilanza bancaria.
• Il Comitato si riunisce periodicamente presso la
Banca dei Regolamenti internazionali a Basilea.
• È un organismo composto dai rappresentanti delle
autorità responsabili della vigilanza sul settore
bancario di: Svizzera, Canada, Stati Uniti, Giappone,
Germania, Francia, Inghilterra, Belgio, Lussemburgo,
Olanda, Italia, Spagna, Svezia.
• Non ha potere legislativo né normativo: formula
proposte finalizzate all’adozione di misure di
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regolamentazione e all’efficacia della stessa.
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L’Accordo di Basilea (Basilea I)
Obiettivo
stabilità del sistema bancario
internazionale nella parità concorrenziale.
Rendere più efficace
la regolamentazione
di vigilanza bancaria
al fine di assicurare
stabilità al sistema
complessivo.
Giuseppe G. Santorsola
Estendere la
regolamentazione di
vigilanza a tutte le
istituzioni bancarie nel
maggior numero di
Paesi.
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L’Accordo di Basilea (Basilea I)
• Nel 1988 il Comitato ha proposto l’adozione di un
insieme di regole normative (Basilea I) sull’adeguatezza
patrimoniale (requisiti patrimoniali).
• I principi dell’Accordo si ispirano alla diffusione della
cultura del rischio: ogni esposizione assunta dalla banca
- afferente sia al portafoglio crediti sia al portafoglio
titoli non immobilizzati (di trading) - comporta
l’assunzione di un rischio: rispettivamente di credito e
di mercato.
– I rischi assunti devono, quindi, essere quantificati e coperti,
ossia devono individuarsi mezzi patrimoniali tali da compensare
l’eventuale manifestarsi di detti rischi.
– Il patrimonio di vigilanza individua i mezzi patrimoniali
necessari per fronteggiare i rischi assunti.
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Coefficiente patrimoniale di vigilanza
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L’Accordo di Basilea (Basilea I)
Perché i requisiti minimi obbligatori?
Il patrimonio è il “cuscinetto” che tutela i terzi creditori dalle
minusvalenze che colpiscono gli attivi di un’impresa
La speciale natura dei creditori di una banca e delle sue
passività consigliano di imporle un patrimonio minimo
“Vedove e orfani”, effetto domino
Attivi più rischiosi richiedono una maggiore incidenza del
patrimonio
Necessaria una relazione tra capitale e rischi
Ma una minore leva finanziaria comporta un maggior costo del
passivo, aumenta il prezzo del credito e riduce la redditività
per gli azionisti delle banche
Giuseppe
La scelta
è strategica e delicata
G. Santorsola
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L’Accordo di Basilea (Basilea I)
Il sistema dei rischi bancari
ATTIVO
PORTAFOGLIO CREDITI*
(banking book)
PORTAFOGLIO TITOLI*
(trading book)
Rischio di
credito
Rischio di
mercato
PASSIVO
DEPOSITI
MEZZI PATRIMONIALI
Patrimonio di
vigilanza
* Ci si riferisce sia alle attività per cassa che alle attività fuori bilancio
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Il coefficiente di solvibilità
Coefficiente
di solvibilità =
Patrimonio vigilanza
_
>
8%
Impieghi * coefficiente rischio
Σ impieghi * coeff. * 8%
Patrimonio
vigilanza
Giuseppe G. Santorsola
-
Capitale
assorbito
=
Capitale
disponibile
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Il patrimonio di vigilanza
+
+
+
+
+
=
Capitale versato
Sovrapprezzi azioni
Riserve
Fondo rischi bancari generali
Strumenti innovativi di capitale
Preference shares*
Capitale sottoscritto non
versato
Azioni proprie
Avviamento
Altre immobilizzazioni
immateriali
Perdite d’esercizio
tier 1 (patrimonio di base)
+
+
+
+
+
-
Riserve di rivalutazione
Strumenti ibridi di patrimonializzazione
Passività subordinate
Plusvalenze nette su partecipazioni
Fondo rischi su crediti
Minusvalenze nette su titoli e
partecipazioni
= tier 2 (patrimonio supplementare)
+ Tier 1
+ Tier 2
- Partecipazioni in altri enti
creditizi
= Patrimonio netto di vigilanza
* Entro limiti previsti dalla normativa
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Il patrimonio di vigilanza
• Il capitale è una risorsa scarsa: il suo
immobilizzo a scopi cautelativi (copertura del
rischio) rappresenta un vincolo alla crescita
della banca.
• Il costo della copertura viene individuato
secondo i principi della teoria del rischio: il
costo del capitale vincolato dagli impieghi
rischiosi è pari al tasso di rendimento privo di
rischio più il premio per il rischio corso dagli
azionisti.
• Per la banca è necessario prevedere misure di
redditività che tengano conto del capitale
assorbito dal rischio (di cui alla lezione
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precedente)
I coefficienti di ponderazione
Natura della
controparte creditrice
coefficiente
Rischio Paese
Eventuali garanzie
ricevute
a fronte del debito
L’individuazione del coefficiente dipende dai tre fattori indicati.
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I coefficienti di ponderazione
Valore nominale
dell’attività per cassa o
equivalente creditizio
dell’attività fuori bilancio
Attivo ponderato per il
rischio di credito
X
X
Coefficiente di
ponderazione
8%*
=
Attivo ponderato
per il rischio di
credito (attivo
soggetto al rischio)
=
Risk asset ratio
(valore del rischio
ovvero capitale da
detenere)
* L’8% delle attività ponderate per il rischio
rappresenta per le autorità una buona approssimazione
del rischio sopportato. La percentuale di rischio scende
al 7% per le banche appartenenti a gruppi bancari.
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I coefficienti di ponderazione
0%
Attività verso banche e imprese
di investimento
20%
Crediti ipotecari
50%
Attività di rischio verso il
settore privato
Partecipazioni in imprese con
perdite negli ultimi due anni
100%
200%
Capitale versato
Riserve disponibili
Fondo rischi bancari
generali
Riserve di
rivalutazione
Fondo rischi su crediti
(al netto degli
utilizzi)
Plusvalenze/minusval
enze da
partecipazioni
Prestiti subordinati
Strumenti ibridi di
capitalizzazione
Patrimonio di vigilanza
Attività verso le banche centrali
Elementi patrimoniali
Patrimonio supplementare
Coef.
Patrimonio
“di base”
Attività da ponderare per il presumibile
rischio di inadempienza della controparte
Categorie di impieghi
Il procedimento di ponderazione riguarda anche le attività “sotto la
Giuseppe
G. Santorsola
linea”
classificabili in 4 categorie: rischio pieno, rischio medio, 29
rischio medio-basso, rischio nullo.
I coefficienti di ponderazione
Peso %
Governi
Banche
Esposizioni garantite da
ipoteche immobiliari
Imprese private
Capitale
assorbito%
0%
0%
20%
1,6%
50%
4%
100%
8%
200%
16%
Partecipazioni
(imprese con bilanci negativi
ultimi 2 anni)
Giuseppe G. Santorsola
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I coefficienti di ponderazione
Esposizione
requisito
Ponderazione
coeff.
patrimoniale
RWA
0
*
8%
=
0
* 20% =
20.000
*
8%
=
1.600
100.000
* 50% =
50.000
*
8%
=
4.000
Privati
100.000
* 100% =
100.000
*
8%
=
8.000
Totale
400.000
Bot
100.000
*
Banche
100.000
Mutuo
0
=
170.000
230.000
a rischio 8%
Rischio zero
Giuseppe G. Santorsola
13.600
156.400
Rimborso
sicuro
Capitale
a rischio
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I problemi per le banche
Cosa succede se una banca ha raggiunto o
sforato il minimo patrimoniale?
Le banche non possono andare sotto il minimo
patrimoniale, se questo succede esse devono
rientrare nell’ambito del minimo dell’8%:
procedendo ad aumentare il capitale di vigilanza;
riducendo gli impieghi;
ristrutturando gli impieghi con la riduzione di quelli
a maggior assorbimento e a favore di quelli a
minore assorbimento;
con un mix delle precedenti possibilità.
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I limiti osservati
• L’impostazione microeconomica (bottom up)
• L’inefficacia nel prevenire le crisi bancarie
sistemiche (market failure)
• Gli effetti negativi per i paesi emergenti
• La mancata considerazione della teoria di
portafoglio e dei connessi effetti di diversificazione
• La staticità del modello
• La prociclicità degli affidamenti
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I limiti osservati
• Mancata considerazione di altri rischi: rischio
operativo, rischio di liquidità, rischio legale, rischio di
reputazione.
• Mancata considerazione della struttura per scadenze dei
tassi d’interesse: il rischio è maggiore se la scadenza
contrattuale è protratta nel tempo.
• Arbitraggio prudenziale: a fronte della medesima
dotazione patrimoniale la banca potrebbe indirizzare le
risorse raccolte verso gli impieghi più rischiosi rispetto
alla media.
• Scarsa differenziazione delle misure di rischio, non
potendosi istituire una correlazione tra insolvenza della
singola controparte e patrimonio di vigilanza richiesto
• Moral hazard a causa dell’asettica definizione delle
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categorie di rischio
La necessità della revisione
Coprire tutti i
rischi bancari
Avvicinare il
capitale di
vigilanza a quello
economico
Favorire con la
patrimonializzazio
ne e la crescita
qualitativa delle
banche
Obiettivi
Stimolare il
confronto con il
mercato
Coinvolgere le
istituzioni per la
vigilanza
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L’Accordo di Basilea 2
La stabilità del sistema bancario internazionale deve
essere basata su tre “pilastri” tra loro complementari
Requisiti
patrimoniali
minimi
Controlli prudenziali su
adeguatezza patrimoniale
primo pilastro
secondo pilastro
Banche:
REGOLE per la
quantificazione
del rischio
Giuseppe G. Santorsola
Disciplina di
mercato
terzo pilastro
Autorità vigilanza:
Mercato: REQUISITI
di trasparenza delle
PRINCIPI GUIDA per la
supervisione dei sistemi di
informazioni su
misurazione dei rischi e di rischio e adeguatezza
valutazione dell’adeguatezza
patrimoniale
36
patrimoniale
Il Primo Pilastro
Obiettivi dei requisiti minimi
• Assicurare la valutazione della controparte e della
transazione
• Fornire una adeguata differenziazione del rischio
• Fornire una stima del rischio accurata
• Introdurre e consentire l’utilizzo di sistemi e
processi di rating coerenti con le prassi aziendali
interne
Ad ogni modo…
Non vi è l’intenzione di dettare precise modalità
operative di risk management !!!
Giuseppe G. Santorsola
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Il Primo Pilastro
efficienza organizzativa e patrimonio
Sono premiate
le forme più evolute
di gestione
del rischio
Stimolare le
banche ad
adottare le
best practices
organizzative
Giuseppe G. Santorsola
Coprire i
principali
rischi bancari
Obiettivi
E’ introdotto
il rischio
operativo
Si possono
adottare i
rating interni
Correlare
il capitale
assorbito al
rischio
individuale
38
Il Primo Pilastro
il coefficiente riformato
Requisito patrimoniale
patrimoniale
sostanzialmente immutato
immutato (8%)
(8%)
Requisito
sostanzialmente
Immutato
ma “attivato”
“attivato” da
da tre
tre componenti
componenti di
di rischio
rischio
ma
Rischio di
di
Rischio
credito
credito
o
ov
immutato
Rischio
Rischio
operativo
operativo
nu
modificato
Rischio di
di
Rischio
mercato
mercato
3 metodi
Standard
Di base
nuovi
Aumenta il
fabbisogno di
capitale di vigilanza
Avanzato
Giuseppe G. Santorsola
39
Il Secondo Pilastro
controllo prudenziale basato su 4 principi
2° Vigilanza delle
autorità preposte
sull’operato delle
banche.
3° Le autorità hanno facoltà
di intervento per chiedere di
operare con patrimonio
superiore al minimo.
1° Assicurare adeguatezza patrimoniale in
relazione ai rischi ed avere strategie di
mantenimento dei livelli patrimoniali.
4° Le autorità devono intervenire precocemente per
impedire alle banche di scendere al di sotto dei requisiti
minimi e richiedere tempestivi interventi se ciò accade nel
caso di banche in difficoltà
Giuseppe G. Santorsola
40
Il Terzo Pilastro
la disciplina di mercato
Comunicare al mercato, con cadenza periodica,
informazioni sull’uso dei propri metodi interni di
calcolo dei coefficienti patrimoniali.
Clientela
ordinaria
Raccolta
Impieghi
Patrimonio
Interbancario
Investitori
L’informativa deve rispecchiare l’effettivo
profilo di rischio dell’istituzione bancaria
Giuseppe G. Santorsola
41
Il Terzo Pilastro
l’informativa
Principio: “Integrare i requisiti patrimoniali minimi (pilastro 1)
e il processo di controllo prudenziale (pilastro 2) con una serie
di requisiti informativi che consentiranno agli operatori di
valutare informazioni fondamentali su:
ambito di operatività;
patrimonio;
esposizioni a rischio;
processi di valutazione del rischio;
correlata adeguatezza patrimoniale.”
Attraverso la trasparenza informativa si vogliono
generare comportamenti di mercato virtuosi per
favorire la sicurezza e la stabilità delle banche e
Giuseppe G. Santorsola
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dell’intero sistema finanziario.