Grillo, duello al Colle. Napolitano lo gela

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Grillo, duello al Colle. Napolitano lo gela
CON IL PDL
ANNO LXI N.153
Grillo, duello al Colle.
Napolitano lo gela
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Cercasi poltrona prestigiosa:
Renzi trasforma
Fonzie in un killer
(dei vertici “democratici”)
Girolamo Fragalà
Facile, fin troppo facile
mettersi sul trono, aspettare quello che fanno gli
altri, sparare a zero su tutti,
indossare i vestiti di Fonzie
e far credere di incarnare il
nuovo. Un po' alla Happy
days. Renzi non sa se trasformare la politica in un
telefilm comico o in un film
poliziesco, con tanto di serial killer. E il killer, naturalmente, è lui, pronto a
spazzar via i vertici “democratici”. Lo fa con poco
stile, usando l'arma del
gossip: «In privato tutti mi
dicono: “Matteo, stai
buono, ti facciamo fare il
candidato premier. Stai
buono, che poi tocca a te”.
Insomma: un bambino bizzoso cui si promette la caramella se non piange.
Signori, conosco il giochino: i capicorrente romani prediligono lo sport
del tiro al piccione. E io
sinceramente non ho molta
voglia di fare il piccione»,
ha scritto nella sua e-news,
spifferando quello che gli
dicono a quattr'occhi, una
cosa poco nobile. Ma tutto
fa brodo pur di dare
un'idea di sé “rivoluzionaria”. Tant'è che ha aggiunto, sempre con poca
classe: «Ho l'impressione
che non mi conoscano un
granché. Io faccio una battaglia se voglio affermare
un'idea, non se devo ambire a una poltrona. La poltrona al massimo è
strumentale alla realizzazione dell'idea, non è il
contrario. Sogno un Partito
democratico che cambia
per cambiare l'Italia. Per
prenderla per mano e portarla nel domani». E ancora: «Faccio un appello ai
dirigenti del Pd: non preoc-
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d’Italia
Mercoledì 3/7/2013
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Voto rinviato sulla Santanché.
E lei corre daAlfano: «Mi ha detto che
resto candidata. Ma col Pd non parlo»
MAURELLI PAG.2
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REDAZIONE PAG.5
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Gran Bretagna, gli aumenti
in busta-paga per i deputati fanno
infuriare Cameron: inaccettabili
Per il legendario trio
Crosby, Stills & Nash
tre tappe in Italia
DEL NINNO PAG.7
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cupatevi delle mie mosse,
datevi voi una mossa. C'è
un Paese, fuori dalle nostre
stanze, che aspetta parole
di proposta, parole di speranza. Non perdiamo
(anche) questa occasione,
vi prego». L'autosantificazione si chiude qui. Il paradosso è che continua a dire
di non volere la poltrona.
Una verità sacrosanta: non
vuole una poltrona qualsiasi, vuole quella più prestigiosa. Alla faccia dei
giubbotti da Fonzie e delle
apparizioni ad Amici di
Maria De Filippi.
Francesco Signoretta
Il vizietto è duro da smaltire, specie quando c'è in gioco la già
scarsa credibilità di chi ha fatto
scelte sbagliate. E i montiani di
ferro hanno un duro compito: difendere l'indifendibile, e cioè
l'operato del loro capo. Non
hanno più lo spazio sui giornali
che hanno avuto per più di un
anno e non hanno neppure i laudatores. Tentano timidamente,
ma con una certa stizza, di togliersi qualche sassolino dalle
scarpe anche perché ce n'è uno
che fa male parecchio ed è la
tassa sulla prima casa, di cui
continuano a dirsi affascinati (a
danno di chi era costretto a pagarla) manco fosse una bella
donna: «Con tutto quello che
avrebbe da fare, stiamo ancora
costringendo un uomo dell'intelligenza del ministro Saccomanni a
perdere tempo con l'Imu. Nelle
nazioni civili, chi ha una proprietà
ne paga il possesso e dunque
l'Imu è giusta e andrebbe pagata.
Il Pdl è davvero ridicolo quando
usa l'Imu come bandiera di ricatto», ha detto il deputato di
Scelta Civica Andrea Vecchio.
Non poteva fare altro visto che
Monti considera quell'imposta
come una figlia da coccolare,
«per qualcuno è un'ossessione»,
disse riferendosi al Cav e la
blindò allo scadere del novantesimo minuto della sua partita a
Palazzo Chigi, garantendone gli
effetti all'Europa fino al 2015. Ma
il nodo dell'Imu è difficile da sciogliere perché – oltre ai soldatini
del Professore bocconiano –
sono molti gli esponenti del Pd
che si trovano in imbarazzo per
le dichiarazioni azzardate in
campagna elettorale. Lo stesso
Enrico Letta, nei giorni di fuoco
della sfida, aveva criticato Berlu-
sconi per la proposta di abolizione dell'Imu definendola «non
credibile», così come Franceschini l'aveva etichettata come
«folkloristica», Misiani come «irrealizzabile» e la Finocchiaro
come «la solita minestra». E all'inizio della nuova legislatura
Rosy Bindi, nell'aula parlamentare, si era avventurata dicendo
testualmente: «Per alcuni di noi
non è giusto sospendere l'Imu
sulla prima casa, abbiamo altri
problemi...», e giù l'elenco infinito
dei guai italiani. Quasi impossibile, quindi, non esporsi alla figuraccia, non solo per i montiani
ma anche per i “democratici”. E il
vizietto si allarga a macchia
d'olio, con la voglia di un trappolone. Sarebbe più dignitosa una
confessione onesta, basterebbe
dire un sereno «abbiamo sbagliato». E magari chiedere scusa
agli italiani.
Il vizietto dei montiani e del Pd: non riuscire a chiedere
scusa. Ed è per questo che vogliono l'Imu
Voto rinviato sulla Santanché. E lei corre daAlfano:
«Mi ha detto che resto candidata. Ma col Pd non parlo»
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Luca Maurelli
«Mi ha appena chiamato il
segretario del Pdl per dirmi
che io resto la candidata
unica per i prossimi giorni,
settimane, mesi e anni. Può
bastare?». Sʼè appena concluso il voto per il rinvio dellʼelezione del vicepresidente
della Camera e Daniela
Santanché solca il piazzale
di Montecitorio per correre –
si fa per dire, considerando i
trampoli – ad infilarsi in
unʼauto per una destinazione misteriosa. Ma il mistero regge il tempo di
qualche sampietrino. «Sto
andando da Alfano, scusate,
ho fretta», dice ai giornalisti
che la inseguono tempestandola di domande. Poi,
quasi in stile predellino, la
parlamentare del Pdl si
ferma accanto alla portiera
dellʼauto per farsi fotografare
con una scolaresca di
Udine, incredibile ma vero,
tutta composta da berlusconiani in erba. «Silvio for
ever», grida un ragazzino. E
lei: «Bravi, vi stanno edu-
cando benee!». E lʼaltro: «Sì,
è facile, basta non leggere i
giornali».
È la versione grillina del berlusconismo moderno, quella
che interpreta la Santanché:
bagnetti di folla e tanta
piazza, anche quando cʼè
poco da festeggiare. In realtà
la “pitonessa” non sembra affatto delusa dal mancato accordo di maggioranza sul
suo nome. Tutto rinviato, ma
a quando? «Non ho fretta, io,
ma nessun passo indietro, né
mio, né del Pdl. Ripeto. Mi ha
chiamato Alfano e sto andando da lui». Ma perché
sono calati i veti sul suo
nome, onorevole? «Perché io
ci metto la faccia nelle mie
battaglie, alla gente dei veti
su mio nome non frega nulla,
le priorità sono altre, il lavoro,
i giovani…». Ma il Pdl rischiava di spaccarsi sul suo
nome? «No, sono certo che
avrebbe votato, e voterà, in
modo compatto». E il Pd? Ha
provato a parlare con loro?
«No, io ho difficoltà a parlare
con quelli del Pd, lo ammetto». Dicono che lei sia divisiva. «Allora sono felice di
esserlo». Faranno passare
un poʼ di tempo e poi le chideranno di farsi da parte?
«Le devo ripetere cosa mi ha
detto Alfano?».
E in quel momento sullʼiphone compare la nota del
segretario del Pdl: «Su Daniela Santanché nessun
passo indietro, anzi si va
avanti». E lʼauto parte, in direzione Alfano.
tappeto il premier servendosi di una
escort o di qualche processo è davvero infantile». Sul Cavaliere sfidò lʼira
progressista dicendo testualmente:
«Eʼ forte, ricco, potente, ma anche talentuoso. Io non lo voterò mai, ma riconoscere i suoi meriti significa anche
essere più credibili». Il tormentato congresso dʼautunno del Pd potrebbe
prendere le mosse da qui per la fatidica rinascita. Altro che svolte a sinistra di Renzi, verbosi documenti dei
bersaniani, architetture diaboliche dalemiane.
La Ferilli strapazza la sua “sinistra” spiazzando
i moralisti: «Non godo per la sentenza di Berlusconi»
Gloria Sabatini
«Non godo per le disgrazie altrui, a livello umano Berlusconi ha la mia solidarietà». Compagna dialogante dal
cuore tenero, per nulla accecata dal risentimento ideologico contro il “Caimano”. In una lunga intervista al Fatto
quotidiano, reduce dal successo de la
Grande bellezza, Sabrina Ferilli mostra le sue doti meno visibili, quelle
ispirate al buon senso che strapazza
le ideologie, magari sbattendo le lunghe ciglia nere. Se i buoni non stanno
tutti da una parte e i cattivi tutti dallʼaltra, (è la sua scoperta più recente)
anche la saggezza popolare non è appannaggio esclusivo di una fazione.
Così può capitare che la bella attrice
dei Castelli, di provata fede progressista ereditata dal papà, si sfili «con assoluto orrore» dallʼindignato coro che
invoca la forca dopo la condanna per
Berlusconi. Cʼè una sentenza e cʼè
stata una lunga inchiesta, ma no, contenta non sono», risponde al giornali-
sta, Malcom Pagani, che la stuzzica.
Non vorrà mica fare il salto della quaglia proprio quando il “partito” ha più
bisogno? Ma no, a largo del Nazareno
possono stare tranquilli, Sabrina è
“roba loro”, però a brindare per lʼinterdizione perpetua dai pubblici uffici dellʼex premier non ci sta.
«Sarà – come ha scritto il Foglio – che
andare con il babbo comunista ai comizi di Pajetta Berlinguer dà una diversa prospettiva rispetto al Palashatp
e alle adunate di “se non ora,
quando?”». Al moralismo bigotto, alle
vesti stracciate di una sinistra autoreferenziale affetta dalla sindrome del
migliore, lei preferisce le umane imperfezioni. Ma non è la prima volta che
lʼattrice fa notizia per intelligenza con
il nemico. Quando scoppiò il caso
Ruby, invece di unirsi al paracarro democratico degli untori, ne approfittò
per distillare qualche consiglio alla sinistra e, sotto sotto, anche alla magistratura. «Pensare di mettere al
Sull'Imu c'è chi frena. E il centrodestra
non ci sta: «Va abolita, senza mediazioni»
Redazione
«L'Imu va abolita su tutte le
prime case, senza confusioni
e mediazioni», ha scritto su
Twitter Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato. E
Renato Brunetta ha specificato: «Un fatto è certo, per
ora non c'è stata alcuna riunione, alcun incontro». E con
questa frase risponde alla
domanda se si sia iniziato a
lavorare sulla questione Imu.
In particolare, circa l'idea di
far pagare una imposta patrimoniale in base all'Isee e
quindi in base anche al reddito, Brunetta l'ha definita
«una follia della scienza finanziaria», trattandosi «di
un'imposta reale che si basa
sulle cose e che prescinde
dal reddito». Se si seguisse
questa logica si dovrebbe
«andare alla pompa di benzina e pagare le accise sul
carburante in base al reddito,
con il 740 in mano. L'Imu
prima casa – ha ricordato
Brunetta – vale quattro miliardi di euro, mentre le tasse
che gravano sulla casa sono
nella dimensione di 24 miliardi di euro. La rivisitazione
dell'imposizione sulla casa –
ha concluso il capogruppo
del Pdl – deve riguardare
tutta la materia, non solo
l'Imu». La sensazione, ha
detto a sua volta Alessandro
Cattaneo, presidente Anci,
«è che il governo sia un po'
in ritardo. Ma voglio essere
chiaro: qualunque decisione
venga presa, sul piano del
gettito e dei saldi finali ai Comuni non dovrà mancare un
solo euro rispetto ad ora».
Ma c'è ancora chi fa resistenza ed è (non a caso) un
esponente montiano: «Con
tutto quello che avrebbe da
fare, stiamo ancora costringendo un uomo dell'intelligenza
del
ministro
Saccomanni
a
perdere
tempo con l'Imu, che è giusta
e va pagata».
Liliana Giobbi
«La privacy di oltre 13 milioni
di italiani è a rischio. La protezione delle informazioni personali è in pericolo». È quanto
rileva Maurizio Bianconi (Pdl)
in un'interrogazione presentata al ministero dell'Interno. Il
tutto nasce per caso. Per una
lettera di scuse di Facebook
all'utente appassionato Maurizio Bianconi. Il quale è anche
parlamentare. Nella lettera si
ammettono azioni di lesione
della privacy e gravi infortuni
sull'avvenuta e non voluta
pubblicità di dati sensibili. Così
dopo vibrate quanto inutili proteste al parlamentare non è rimasto che ricorrere all'
interrogazione parlamentare.
«Ci troviamo di fronte a una
violazione palese e continua
non solo degli articoli 14, 15, e
21 della Costituzione, ossia rispettivamente quelli riguar-
danti il domicilio, la libertà e la
segretezza della corrispondenza e la libertà di pensiero,
ma soprattutto dell'art. 2 della
Costituzione che riguarda i diritti inviolabili dell'uomo. Il problema non è limitato a
“disguidi” e “limiti” propri della
rete, ma riguarda in particolare
proprio Facebook, che risulta
essere particolarmente carente di misure di sicurezza interna: frequenti sono le mail di
“scuse” che arrivano dagli amministratori di sistema in cui si
viene avvertiti del fatto che con
tutta probabilità un estraneo a
causa di un bug ha potuto vedere «il tuo indirizzo mail o il
numero di telefono». A questo
punto di fronte all'enorme diffusione e all'ancor più enorme
e pericoloso impatto che ne
potrebbe derivare, è necessario che il ministero dell'Interno
predisponga al più presto una
verifica e gli opportuni controlli
in merito, per non mettere a rischio la sicurezza di milioni di
italiani», conclude Bianconi.
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Base militare a Vicenza:
il vicesindaco
non indossa
la fascia tricolore
La denuncia di Bianconi (Pdl): «Facebook
mette a rischio la privacy di milioni di italiani»
Redazione
«Niente fascia tricolore per ricordare «che qualcosa tra
Comune e Stato si è interrotto» per il vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci che ha
partecipato alla cerimonia di
inaugurazione della nuova
base Usa a Vicenza. Secondo il vicesindaco, nelle vicende legate alla base, in
questi anni sarebbe venuto
meno il rispetto da parte dello
Stato verso la città e le richieste fatte dai cittadini. «La
fascia tricolore – ha commentato Bulgarini d'Elci al
termine dell'inaugurazione –
rappresenta l'appartenenza
dell'autonomia locale alla più
grande comunità costituita
dallo Stato. Ma tale appartenenza si fonda, come è chiaramente
scritto
nella
Costituzione, sul rapporto di
reciproco rispetto. Nella vicenda che ha portato alla
realizzazione della nuova
base militare, nella quale non
c'entrano nulla gli americani,
tale rispetto è mancato da
parte di Roma nei confronti di
Vicenza e delle istanze, rivendicazioni e richieste fatte
nel corso del tempo dalla comunità locale. L'amministrazione – ha aggiunto – oggi ha
partecipato alla cerimonia di
inaugurazione perché il Comune deve esserci laddove
ci sono stati, ci sono e potranno esserci dei problemi,
convinto che lo strumento per
affrontarli sia quello del dialogo».
Abruzzo, si riportano in vita cinque borghi
colpiti dal sisma. Con le energie rinnovabili
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Priscilla Del Ninno
Borghi attivi: di nome e di fatto.
Sembra uno slogan, invece è il titolo di un progetto che assembla
cinque borghi abruzzesi nel segno
del recupero della bellezza del patrimonio abitativo, da declinare
pragmaticamente alle necessità
imposte dalla ricostruzione. Energie rinnovabili e mobilità sostenibile per migliorare la qualità della
vita nei centri storici e, quindi, ripopolarli: queste le coordinate di
riferimento seguite nei cinque borghi colpiti dal terremoto del 6 aprile
2009 in Abruzzo, che hanno deciso di guardare al futuro recupe-
rando l'eredità degli edifici preesistenti con l'occasione dei cantieri
aperti per la ricostruzione dopo il
sisma. «L'orgoglio della bellezza
non basta», ha detto il sindaco di
Fontecchio, Sabrina Ciancone,
che ha chiamato a raccolta esperti
e istituzioni in un forum dedicato al
patrimonio culturale ereditato e
alle cure da mettere in campo. Un
monito che diventa anche una formula, e che ben descrive l'impegno dei cinque “Borghi attivi” –
comuni e frazioni – con i residenti
direttamente coinvolti nella redazione di proposte di sviluppo dei
piccoli centri. A Fontecchio, come
a Pescomaggiore (frazione dell'Aquila), a Santa Maria del Ponte
(borgo medievale nel Comune di
Tione degli Abruzzi, L'Aquila), a
Fano Adriano (Teramo) e a Civitella Casanova (Pescara), i cittadini hanno lavorato per realizzare
uno “Statuto partecipato del
paese”. Un progetto, quello dei
Borghi attivi, con il Wwf di Teramo
capofila e finanziato dall'Acri, che
associa le fondazioni di origine
bancaria. Punto centrale del forum
sull'energia, ospitato nel Centro visite del Capriolo del Parco regionale Sirente Velino con sede a
Fontecchio, quello di esplorare la
possibilità di applicazione di nuove
tecnologie per la produzione di
energie rinnovabili e il risparmio
energetico negli edifici, considerando che la normativa che regola
la ricostruzione prevede contributi
governativi per l'adeguamento
energetico, ma solo per interventi
su alcune parti dell'edificio. Nel dibattito anche la compatibilità delle
nuove tecnologie con gli strumenti
normativi, l'eco-attrattività per il rilancio turistico, soluzioni di finanziamento dedicate ai privati. Per
rifondare coniugando esperienza
passata e possibilità del futuro, da
rendere attuabili nel presente.
Redazione
Saldi ancora magri. «Dal 6 luglio
partono i saldi estivi nella città di
Roma e in tutto il territorio regionale» fa sapere la Confesercenti
provinciale di Roma, mentre il suo
presidente, Walter Giammaria,
stima che «la spesa a famiglia a
Roma e nel Lazio si attesterà in
media intorno ai 150-180 euro. Incide su questo contenimento degli
acquisti - spiega Giammaria oltre al peso impositivo già presente sul nostro territorio, la preoccupazione per l'incertezza
occupazionale e di risorse che
pesa sulle famiglie». Nell'incertezza meglio tenere chiuso il portafogli. «Questi saldi estivi 2013 dichiara - vengono effettuati nel
perdurare della crisi che evidenzia
la situazione di estrema difficoltà
del settore abbigliamento e calzature. Da una nostra recente inda-
gine emergono dati preoccupanti
e che da tempo denunciamo.
Emerge un calo dei 32% dei redditi di impresa montato nell'arco di
5 anni e a rischio di sprofondare
sempre di più. La fotografia che
appare è quella di un settore allo
stremo. Il 2012 è stato un anno orribile e ciò significa che se, come
sembra, la stessa situazione si ripetesse nel corso del 2013, molti
commercianti non andrebbero più
avanti. Negli ultimi tre anni, di fatto
- prosegue Giammaria- sono state
circa 40 mila le imprese italiane
del settore costrette a cessare l'attività (circa 4 mila a Roma e nel
Lazio)». Secondo il presidente
della Confesercenti Roma, «c'é
necessità di una decisa inversione di tendenza: bisogna dare
fiato alle famiglie e alle imprese. A
dimostrazione delle sofferenze,
bisogna considerare che, dal
2008 al 2012, le quote di spesa
dedicata dalle famiglie di Roma
all'abbigliamento ed alle calzature
si è ridotta quasi del 30%».
Saldi, Confesercenti vede nero: giù del 30%
la spesa per scarpe e abbigliamento
La lotta contro il fumo:
tasse e divieti destinati
a salvare sette milioni
di persone
Franco Bianchini
Le sigarette «avvelenano
anche te». Chi critica i continui aumenti del prezzo delle
sigarette, leggendo lo studio
pubblicato dal Bollettino
mensile dell'Oms dovrebbe
ricredersi. Secondo l'analisi
di un gruppo di ricercatori
della statunitense Georgetown University, infatti, le mi-
sure che diverse nazioni del
mondo hanno preso nella
lotta contro il fumo salveranno milioni di persone, e il
contributo maggiore viene
proprio dalla tassazione più
elevata. La ricerca si basa
sulle sei misure giudicate
dall'Oms più efficaci, racchiuse dall'acronimo “Mpower”,
che
vanno
dall'aumento del prezzo alla
fornitura di materiale e corsi
per smettere di fumare, ai divieti di pubblicità per i prodotti da tabacco. Lo studio
ha analizzato i 41 stati del
mondo che tra il 2007 e il
2010 avevano implementato
almeno una delle sei misure,
con l'Italia che è fra i più virtuosi grazie sia alla legge
Sirchia che a un aumento
del 10% del prezzo delle sigarette. Il risultato è stato
che tutte le politiche faranno
diminuire entro il 2050 i fumatori di almeno 14 milioni
di unità, salvandone 7,4 milioni dalla morte per cause
legate al tabagismo. Il numero maggiore di vite salvate
spetta
proprio
all'aumento delle tasse (3,5
milioni), seguito da leggi che
proibiscono il fumo in luoghi
pubblici (2,5 milioni) e dai
messaggi sui pacchetti
(700mila).
Gran Bretagna, gli aumenti in busta-paga per
i deputati fanno infuriare Cameron: inaccettabili
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Redazione
“No” del primo ministro David
Cameron. “No” del suo vice
Nick Clegg. È fuori discussione un aumento di stipendio
per i deputati britannici. Sarebbe una nota troppo stonata
dati i tempi che corrono, all'indomani di nuovi tagli apportati
alla spesa pubblica nella spending review appena annunciata dal cancelliere dello
scacchiere George Osborne.
soprattutto dopo le nuove limitazioni per i benefit e la riforma
del welfare che anche nel
Regno Unito fa stringere la cinghia a milioni di famiglie. Eppure
la
Independent
Parliamentary Standards Authority (Ipsa), organismo indipendente, si appresta a
chiedere un aumento di stipendio per chi siede alla Camera dei Comuni in un
documento con una revisione
in dettaglio dei compensi che,
secondo indiscrezioni, vedrebbe appesantire la busta
paga di 10mila sterline (circa
12mila euro) all'anno per ogni
deputato. Secondo alcune indiscrezioni, verrà indicato un
aumento del 15%, dalle attuali
66mila sterline a 75mila.
«Qualsiasi cosa l'Ipsa raccomandi, non possiamo vedere i
costi della politica o di Westminster salire. Dobbiamo ve-
L'isola della Statua della Libertà
riapre a otto mesi dalla “tempesta”
Redazione
Un segnale importante, atteso dagli americani da
ormai otto mesi che hanno
richiesto ad alta voce il ritorno di un punto di riferimento della loro storia.
Dopo essere stata pesantemente danneggiata dalla
“tempesta perfetta” Sandy,
l'isola della statua della Libertà riaprirà al pubblico per
l'Independence Day, la festa
nazionale degli Stati Uniti.
La statua, monumento simbolo di New York, non ha subito
danni dall'uragano, ma la piccola isola su cui si trova, chiamata
Liberty Island, è stata devastata, così come la vicina Ellis Island, dove c'è il museo dell'immigrazione e che per il momento
rimarrà ancora chiusa al pubblico. Per le riparazioni sulle due
isole sono stati chiamati centinaia di operai, che oltre alle operazioni di pulizia dai detriti e dal fango, hanno provveduto a
mettervi in sicurezza le infrastrutture e attrezzature. In tutto,
sono stati investiti oltre 59 milioni di dollari. La Statua della Libertà, che dopo un restyling costato 30 milioni di dollari era
stata riaperta al pubblico solo pochi giorni prima dell'arrivo dell'uragano Sandy, ogni anno viene visitata in media da oltre 3,5
milioni di turisti.
dere il costo di Westminster
scendere», ha tuonato Cameron, impegnato in un tour in
Asia tra l'altro anche per “raccogliere” accordi commerciali.
E il premier sembra talmente
determinato a non far lievitare
– almeno in questa direzione –
i costi della politica che sarebbe anche disposto ad entrare in rotta di collisione con
l'organismo: si anticipa infatti
che il governo potrebbe proporre una mozione per ignorarne le raccomandazioni
togliendo così autorità all'organismo stesso. E per una volta
il governo di coalizione Tory-Liberaldemocratici si presenta
anche compatto. Anzi, forse
l'alleato di minoranza quasi supera, quantomeno nella forza
del messaggio, il premier: il vicepremier Nick Clegg si è infatti detto pronto a rinunciare
all'aumento di salario per i deputati nel momento in cui la richiesta dell'Ipsa dovesse aver
alcun seguito. Clegg ha aggiunto che al massimo accetterà un incremento dell'1%,
come quello che è stato concesso a infermieri, agenti di
polizia e insegnanti. Ovvero al
ribasso, frutto di quella spending review che si è abbattuta
come una mannaia sui dipendenti pubblici più che su altre
categorie.
Kosovo, l'obbligo del visto d'ingresso
è per 87 Paesi (compresi Russia e Cina)
Redazione
Il Kosovo ha introdotto l'obbligo del visto d'ingresso
per i cittadini di 87 Paesi, fra
i quali Russia, Cina, India,
Libia, Siria. Come ha riferito
il ministro degli esteri Enver
Hoxhaj, il regime restrittivo
ha l'obiettivo di proteggere il
Kosovo da fenomeni criminosi a cominciare dall'immigrazione clandestina, dal
traffico di esseri umani e dal
contrabbando di armi e stupefacenti. La scelta dei Paesi da sottoporre all'obbligo del
visto, molti dei quali non riconoscono l'indipendenza di Pristina, è stata fatta sulla base del grado di minaccia per la sicurezza del Kosovo, la pace e la stabilità internazIonale. Altri
Paesi i cui cittadini dovranno munirsi di visto per entrare in Kosovo sono Cuba, Algeria, Iran, Egitto, Iraq, Indonesia, Pakistan, Moldova, Ucraina, Bielorussia. Il primo visto è stato
emesso a beneficio di un cittadino del Ghana. A emetterlo, nel
consolato del Kosovo a Istanbul, è stato lo stesso ministro
degli esteri Hoxhaj. Il Kosovo, che si è proclamato indipendente dalla Serbia il 17 gennaio 2008, è stato riconosciuto finora da un centinaio di Paesi, compresi Usa e 23 dei 28
membri della Ue.
Vendola vuol sopprimere tre distretti
sanitari pugliesi, protesta il Pdl
6
Redazione
Il consigliere del Pdl Pietro Lospinuso ha rivolto unʼinterrogazione
al presidente della Regione Puglia e allʼassessore alle Politiche
della Salute contro la soppressione dei distretti socio-sanitari di
Ginosa, Taranto-Tamburi e Martina Franca. «I distretti socio-sanitari sono stati istituiti in Puglia
con legge regionale 36/1994 e
sono altresì regolati dalle leggi
regionali 25/2006 e 35/2006. Essi
rappresentano la concreta attuazione di quella promozione della
medicina territoriale a fronte di
quella ospedaliera su cui si fondano le programmazioni finalizzate alla razionalizzazione ed
allʼottimizzazione del servizio sanitario regionale. Lʼarticolazione
della rete distrettuale sul territorio
pugliese è a sua volta definita
dalla delibera di Giunta
1161/2002 e successive modifiche ed integrazioni, che per la
Provincia di Taranto prevede lʼistituzione di sette distretti con sedi
a Ginosa, Massafra, Taranto
Tamburi, Taranto Salinella, Martina Franca, Grottaglie, Manduria. Tali distretti, ai sensi delle
normative vigenti, sono qualificati
come “strutture complesse”, con
ciò che ne consegue». A fronte di
ciò - prosegue Lospinuso – «il direttore generale della Asl di Ta-
ranto, con deliberazione 730 del
24 giugno 2013, peraltro ampiamente discutibile anche con riferimento ad altri ambiti, si è
arrogato il potere che non ha – in
quanto di esclusiva competenza
regionale - di privare i distretti di
Ginosa, Taranto-Tamburi e Martina Franca della qualifica di
“struttura complessa”, ad onta
anche della consistenza e delle
peculiari caratteristiche dei territori interessati, con ciò di fatto
precostituendo le condizioni di
una loro successiva soppressione. Contro tale arbitraria decisione, in sede di contrattazione
decentrata, si sono fermamente
pronunciati i sindacati medici che
hanno esplicitamente contestato
“la scomparsa dei distretti 1, 3 e 5
(Ginosa, Taranto-Tamburi e Mar-
tina Franca), di cui peraltro con
precedente deliberazione Asl
n.1949 del 3 agosto 2012 si determinavano le piante organiche”».
Lospinuso pertanto chiede di sapere se Vendola e Gentile «sono
a conoscenza di tale decisione
della direzione generale di Taranto, quali iniziative intendano
assumere per ricondurre la direzione generale della Asl di Taranto allʼinterno delle sue
competenze, che non comprendono né la retrocessione né la
soppressione dei distretti sociosanitari definiti attraverso delibere di Giunta in attuazione delle
leggi regionali vigenti, anche nellʼottica di politiche complessive
che privilegiano opportunamente
la medicina territoriale».
zione di parcheggi congrua alla
metratura del locale dʼazzardo. Applicando questa norma siamo riusciti dal 2006 al 2011, sino
allʼapprovazione del Pgt, a bloccare lʼapertura di oltre 60 sale
gioco. Chiederemo dunque che
venga reintrodotto tale vincolo. La
mozione ha un altro aspetto importante: i tributi ricavati dal Comune
dalla tassazione di queste attività
dovranno essere impegnati per finanziare progetti a supporto dei
centri che curano questa patologia.
In base allʼagenzia della sanità –
proseguono De Corato e Osnato –
risultano giocatori abituali il 66%
dei disoccupati e il 47% degli indigenti e su 10000 giocatori 236 diventeranno patologici e 5
arriveranno a tentare il suicidio. Per
questo crediamo che lʼamministrazione non possa ergersi paladina
contro la ludopatia e poi far cassa
con essa. Altro aspetto importante,
infine, sarà lʼobbligatorietà in base
alla quale, per accedere alla slotmachine, si dovrà inserire la propria tessera sanitaria al fine
sempre di monitorare il flusso di
gioco ed eventualmente inibirlo a
coloro che risulteranno affetti da
gioco dʼazzardo patologico».
Milano, mozione per curare i malati di ludopatia
Redazione
Il contrasto alle ludopatie quale
priorità dell'agenda politica. Dopo
lʼimpegno della Regione Lombardia, che discuterà un'apposita proposta di legge, anche Palazzo
Marino si occuperà del tema attraverso una mozione di Fratelli d'Italia. Il documento impegna sindaco
e Giunta a rivedere alcune norme
del Pgt ed inserire nuovi aspetti di
controllo. Spiegano Riccardo De
Corato e Marco Osnato, rispettivamente vicepresidente del Consiglio
comunale di Milano e capogruppo
di Fratelli d'Italia: «Uno Stato, seppur in crisi, non può lucrare sulla
povera gente, quindi proporremo di
rivedere alcune norme del Pgt che
rendano più complessa lʼapertura
di una sala con queste macchinette
mangiasoldi. In passato, prima che
entrasse in vigore il Pgt, vigevano
le norme tecniche di attuazione che
obbligavano ad avere una dota-
Torino,
lo spacchettamento
del ramo parcheggi
è «mera svendita»
Redazione
«È sempre la stessa storia: i
conti non tornano, il rispetto del
Patto di Stabilità si avvicina e la
sinistra si ritrova costretta a monetizzare a tappe forzate le proprie partecipazioni, anche a
costo di rimangiarsi gli indirizzi
dati poche settimane fa: questa
volta dobbiamo assistere ad una
repentina capriola che sbugiarda
il Consiglio e, soprattutto, chi ora
nella maggioranza fa finta di
nulla, probabilmente rinsavito
dallʼarrivo dellʼestate o troppo attaccato alla poltrona». Così
Paola Ambrogio, consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Torino, commenta la mozione su
Gtt (Gruppo Torinese Trasporti)
in discussione nella sala Rossa
del Comune. «Il metodo proposto – continua la Ambrogio –
prevede lo scorporo della parte
parcheggi, lʼunica a garantire cospicui utili e ad essere appetibile
sul mercato, e la vendita, oltre
che di questʼultima, del 49% del
Tpl (Trasporto Pubblico Locale):
mi chiedo come si possa sperare in unʼofferta adeguata
quando già la stessa quota, che
però comprendeva il ramo parcheggi, non ha riscosso grandi
attenzioni, per usare un eufemismo, sul mercato. In un contesto
fumoso, in cui nemmeno chi decide ha le idee chiare, lʼunica
certezza rimane che Gtt sarà
svenduta e sacrificata, come è
stato per Trm, Amiat e Sagat,
sullʼaltare del debito: la città, che
tra lʼaltro ignora la formazione di
quattro grandi bacini regionali di
Tpl e lʼopportunità che ne deriva
per Gtt di operare su più vasta
scala, si sta inesorabilmente impoverendo. Per questo abbiamo
ritenuto doveroso non prendere
parte alla votazione».
Per il leggendario trio Crosby,
Stills & Nash tre tappe in Italia
Priscilla Del Ninno
Sta per sbarcare anche in Italia il leggendario
trio Crosby, Stills & Nash. Dopo Stati Uniti e
Gran Bretagna, la seconda parte del tour è iniziata in Europa a Dublino (The O2) e – dopo
Londra (Royal Albert Hall), Parigi (Olympia) e
Monaco – approderà il 17 luglio a Brescia, il
19 a Roma (Auditorium) e il 20 all'Anfiteatro
Camerini di Piazzola Sul Brenta (Pd). Dopo
più di quattro decadi dalla prima volta in cui i
Csn hanno armonizzato le loro voci a Laurel
Canyon e suonato il loro primo concerto come
un trio al leggendario Woodstock Festival, i
suoi membri continuano quella che è una delle
più lunghe ed influenti partnership creative
della scena musicale. David Crosby, Stephen
Stills e Graham Nash sono stati tutti inseriti
nella Rock and Roll Hall of Fame due volte,
una con i Csn e una rispettivamente con The
Byrds, Buffalo Springfield e The Hollies. Sono
anche stati inseriti nella Songwriter's Hall of
Fame sia come membri del gruppo che come
artisti individuali. La musica di Crosby, Stills &
Nash è divenuta una pietra angolare del rock'-
7
n'roll a partire dall'omonimo album d'esordio
del 1969, inserito da Rolling Stone nei cinqecento migliori album di tutti i tempi. Da allora
attraversando cambi di epoca, diverse configurazioni e acclamate carriere soliste Crosby,
Still & Nash hanno continuato ad andare in
tour e in studio di registrazione come un trio.
La filosofia vive una nuova giovinezza:
grande attesa per il Festival di Modena
Pittura: a Roma la “passeggiata”
per le opere più belle di Mattia Preti
34mila del 2001 alle 184 del
2012) il tema di quest'anno,
“Amare”, potrebbe attirarne più
del solito dal 13 al 15 settembre
, specie quei giovani di licei e
università che arrivano da ogni
parte d'Italia per assistere a impegnative lezioni magistrali seduti per terra e ovunque come
per un concerto rock. Un tema
ricchissimo, «altro che 50 sfumature di grigio», come ha detto
Remo Bodei, presidente del Comitato scientifico del festival, sottolineando come «l'amore sia la
passione costitutiva dell'esperienza umana», che tanto più
dobbiamo cercar di indagare e
conoscere oggi, «in epoca di ari-
Redazione
Un piccolo tour tra alcune delle opere più belle e significative di
Mattia Preti – pittore nato a Taverna (Catanzaro) nel 1613 e morto
a Malta nel 1699 – e di alcuni altri artisti di punta del Seicento barocco italiano che abbelliscono da secoli due importanti chiese romane: è il leitmotiv della “Passeggiata pretiana” in programma
sabato 13 luglio nella Capitale promossa dalle associazioni Amici
di Mattia Preti e Cosmos 3. La visita guidata prenderà il via alle
9.30 davanti alla chiesa di San Carlo ai Catinari, in piazza Cairoli,
per poi proseguire in Sant'Andrea della Valle. «Le due bellissime
chiese romane – afferma Giuseppe Amelio presidente dell'associazione Amici di Mattia Preti – conservano affreschi di Mattia e
Gregorio Preti oltre a capolavori di Lanfranco, Domenichino, Pietro
da Cortona ed atri. Il nostro intento con questa e con altre iniziative
che abbiamo in cantiere per i prossimi mesi, è di operare per irrobustire ulteriormente il patrimonio di conoscenze pretiane a Roma
dando la possibilità di scoprire o riscoprire, anche e soprattutto in
occasione del quarto centenario della nascita dell'artista, le opere
che il Cavalier calabrese ha lasciato in questa straordinaria città».
Franco Bianchini
Se sono state quasi un milione e
mezzo le presenze al Festival Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo in 12 anni (passate dalle
dità e incompetenza nell'arte
d'amare, speso ridotta a consumo senza impegno». Si tratta
di coglierne i caratteri, il senso,
le modifiche attraverso il tempo
e le società, tra pensiero, letteratura, iconografia (dai dipinti alle
foto e i film), tra lezioni (oltre 50
sempre affidate a protagonisti
della cultura contemporanea), incontri, spettacoli, e mostre, cui si
aggiungono i programmi per
bambini e i menù delle Cene Filosofiche curate da Tullio Gregory, per un totale di circa 200
appuntamenti in 40 luoghi delle
tre città. È tutto «un vasto territorio ad essere coinvolto, con amministrazioni pubbliche che
continuano a investire in cultura,
faticosamente, ma sapendo che
così si crea valore aggiunto e
strumenti per costruire un futuro,
mentre si porta anche avanti una
fruttuosa operazione di marketing territoriale», come hanno
sottolineato il sindaco Giorgio
Pighi di Modena, Enrico Campedelli di Carpi e Luca Caselli di
Sassuolo. Sei le parti in cui è
stato declinato il discorso amoroso, come lo ha presentato il direttore del Festival Michelina
Borsari.
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7 agosto 1990 n. 250