Garanzia Giovani, l`Europa guarda al futuro

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Garanzia Giovani, l`Europa guarda al futuro
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focus
SABATO 21 GIUGNO
DOMENICA 22 GIUGNO 2014
GaranziaGiovani,
l’Europaguardaalfuturo
U
n miliardo e
mezzo di euro per far
fronte all’emergenza occupazionale dei giovani nel
nostro Paese. Sono
queste, come sappiamo, le risorse che l’Europa, attraverso la cosiddetta “Garanzia
Giovani”, ha stanziato
per l’Italia e che diventano per noi un’occasione importante per
favorire l’ingresso nel
mercato del lavoro di
ragazzi e ragazze di
età compresa tra i 15 29 anni, disoccupati o
“neet”, coloro che
non studiano, non lavorano e neanche lo
cercano. L’obiettivo
del Programma è offrire loro una proposta
“qualitativamente valida” di lavoro, o di
istruzione/formazione, o di apprendistato/
tirocinio, oppure per
azioni
di
auto-imprenditorialità o
di servizio civile, quest’ultimo già pronto a
ricevere la nuova progettazione degli Enti,
legata anche alla Garanzia Giovani, con
bando in scadenza il
prossimo 31 luglio. Il
Piano del nostro Governo prevede che sia
il giovane ad attivarsi
recandosi al più vicino
o comodo Centro per
l’impiego, o registrandosi sul sito del ministero del Lavoro (Cliclavoro) o sul proprio
sito regionale, dove
predisposto, a cui
spetta prendere in carico il giovane mediante i servizi per l’impiego pubblici o eventuali agenzie private accreditate con le quali
verrà stipulato una
sorta di “patto di servizio” che consentirà al
giovane di ricevere entro i 4 mesi successivi
al primo colloquio di
accoglienza un’opportunità lavorativa o formativa. Dal primo
maggio, data di avvio
del Piano, al 12 giugno 2014, hanno aderito circa 82mila giovani, 52 mila attraverso
il sito nazionale www.
garanziagiovani.gov.
it e 30 mila attraverso
i portali regionali. Analizzando i dati in ottica
di genere si nota che il
53% delle adesioni ha
interessato uomini
mentre il restante
47% le donne. In termini di età, il 49% delle adesioni ha interessato giovani tra i 19 e i
24 anni, il 47% tra i 25
ai 29 anni - fascia di
età in cui le donne,
19.870, superano gli
uomini, 18.673 - e il
4%, i giovani dai 15 ai
18 anni. Un esempio
di come sia importantissima l’informazione capillare sul territorio per contrastare soprattutto il fenomeno
preoccupante dell’inattività e della sfiducia dei giovani. Nell’ambito della disoccupazione
giovanile,
una parte significativa
è certamente costituita dalla disoccupazione femminile che è figlia non solo della crisi ma anche, come ab-
biamo più volte detto,
dei ritardi che in tema
di welfare il Paese
sconta. Tutto questo
fa registrare un tasso
occupazionale per le
donne del 47% contro
il 67,5% degli uomini.
Eppure, è statisticamente provato che le
ragazze studiano più
dei ragazzi e con maggiori risultati in meno
tempo, il 59% dei laureati di primo grado
sono donne, usano i
social network per il
10% in più e, su 10 milioni di donne inattive
il 40% ha un diploma.
Insomma, c’è ancora
un’importante questione di genere che
attiene sia a ragioni di
natura culturale ed
educativa, per cui le figlie sono meno incoraggiate a seguire studi scientifici che permettono di accedere
a professioni meglio
retribuite, sia a ragioni di natura congiunturale, dovute al fatto
che la grave crisi economica penalizza più
le donne che generalmente hanno contratti di lavoro di tipo più
flessibile e/o “precario” per conciliare lavoro, studio e famiglia, nonché a ragioni
di carattere sociale
che caricano soprattutto sulle donne il peso del lavoro di cura familiare. Per questo come donne Cisl pensiamo che sia necessario
agire su più versanti
attraverso un mix di interventi legislativi,
contrattuali e di cambiamento culturale.
Intanto, sulla Garanzia Giovani stiamo ricercando, proprio in
questi giorni, attraverso un confronto co-
conquiste del lavoro
In una Conferenza Mondiale, organizzata
dal ministero degli Esteri britannico, a cui
hanno partecipato oltre 130 Paesi, l’attrice Angelina Jolie, nella veste di rappresentante delle Nazioni Unite per la difesa dei
rifugiati, premi Nobel per la pace e donne
violentate impegnate nei loro paesi nell’azione di denuncia, si è tornato a discutere sulla questione della violenza sessuale
nei confronti delle donne nelle situazioni
Liliana Ocmin
Cronache e approfondimenti
delle violenze sulle donne / 241
MONDIALI DI CALCIO 2014:
CAMPAGNA INTERNAZIONALE
CONTRO SFRUTTAMENTO
SESSUALE MINORI IN BRASILE
”Non voltarti dall’altra parte”, ovvero
“Don’t look away”: è lo slogan della campagna contro la prostituzione minorile in
Brasile promossa da Ecpat con il sostegno, tra gli altri, di Cgil Cisl Uil, Fisascat e il
Servizio sociale dell’industria (Sesi) che
vede come testimonial anche il campione di calcio Kakà. Una campagna necessaria perché durante i mondiali il rischio di
sfruttamento sessuale dei più indifesi aumenta, e se anche non si può affermare
che un evento come quello dei Mondiali
2014 comporterà un aumento delle violenze contro i minori, il rischio che ciò avvenga è molto alto, visto che il 30% dei
brasiliani vive al di sotto della soglia di povertà ed è estremamente vulnerabile. I
dati parlano di circa 250mila minori vittime di prostituzione (2011), e ogni anno
500mila bambini e ragazzi al di sotto di
18 anni sono vittime di abusi sessuali.
UNICEF: PER SEGNALARE ABUSI
ARRIVA L’APP “PROTEJA BRAZIL”
3 milioni di minori di età compresa tra i
10 e i 17 anni sono vittime di sfruttamento del lavoro minorile, nonostante la legge brasiliana vieti di lavorare sotto i 16
anni. Per questo motivo, il Governo del
Brasile, l’Unicef e altri partner hanno lanciato una campagna d’informazione che
permette, scaricando l’applicazione ”Proteja Brazil” sul proprio smartphone, di segnalare in tempo reale casi di violenza,
abusi o sfruttamento dei bambini, compresi i casi di lavoro minorile. Con questa
applicazione sia i testimoni che le vittime
possono indicare ora, luogo e circostanza di eventuali abusi alle autorità locali
preposte: uno mezzo facile e veloce, disponibile in inglese, spagnolo e portoghese, utile anche per aumentare la consapevolezza delle persone su queste forme di
sfruttamento. D’altronde le statistiche
più recenti e accreditate denunciano che
nel 2013 ci sono stati 10.668 segnalazioni
riguardanti casi di sfruttamento, mentre
un rapporto recente mostra che nelle 12
città che ospiteranno i Mondiali di calcio,
nei sette anni tra il maggio 2003 e marzo
2011, sono arrivate 27.600 segnalazioni
riguardanti episodi di sfruttamento sessuale. ”Il Brasile sta rafforzando il suo sistema di protezione dei bambini per prevenire e contrastare tutte le forme di violenza e sfruttamento, compreso il lavoro
minorile, aumentando la consapevolezza dell'opinione pubblica, mobilitando le
forze dell'ordine, rinforzando servizi specializzati e approvando un nuova legislazione che definisce lo sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti come un
crimine atroce” - ha dichiarato il rappresentante Unicef in Brasile Gary Stahl -.
Proteggere i bambini e i giovani del Brasile dallo sfruttamento del lavoro minorile
durante i Mondiali di Calcio è allo stesso
tempo giustificato e necessario, soprattutto quando si tratta di proteggere bambini che appartengono a gruppi già vulnerabili come le ragazze che svolgono lavori
domestici, i ragazzi reclutati dal mercato
della droga, e i bambini afrobrasiliani e
indigeni".
(a cura di Floriana Isi)
conquiste delle donne
LA VIOLENZA SESSUALE
SULLE DONNE
COME STRUMENTO DI GUERRA
struttivo a livello istituzionale, soluzioni
più appropriate sia in
termini generali che
dal lato più squisitamente di genere, anche attraverso gli organismi preposti alle
pari opportunità. La
Garanzia Giovani rappresenta inoltre un valido esempio di come
sia importantissima
l’informazione capillare sul territorio per
contrastare soprattutto il fenomeno preoccupante dell’inattività e della sfiducia giovanile. Se questo è vero, allora auspichiamo che gli stessi operatori dei Centri per
l’impiego siano adeguatamente “formati” ed “accompagnati” rispetto al funzionamento dell’intero
Programma.
Osservatorio
di conflitto, crimine che nonostante l’impegno internazionale, continua a mietere
vittime. Per secoli, la violenza sessuale in
situazioni di conflitto è stata tacitamente
accettata e ritenuta cosa inevitabile. Un
rapporto del 1998 delle Nazioni Unite sulla violenza sessuale e sul conflitto armato
rilevava che, storicamente, i militari considerano lo stupro un legittimo bottino di
guerra. Secondo la Campagna delle NazioniUnitecontrolaviolenzasessualeinsituazioni di conflitto, la stragrande maggioranza delle vittime delle guerre odierne si ri-
scontrano tra i civili, per lo più donne e
bambini. Solo nel 1992, di fronte a diffusi
stupri di donne nella ex Yugoslavia, il tema
ègiuntoall’attenzionedel ConsigliodiSicurezzadelleNazioniUniteenel 1992,il Consiglio ha dichiarato la “prigionia di massa,
organizzata e sistematica e lo stupro di
donne, in particolare di donne musulmane, in Bosnia e in Erzegovina” un crimine
internazionale che deve essere perseguito. In seguito, lo Statuto del Tribunale Penale Internazionale per la ex Yugoslavia
nel 1993 ha incluso lo stupro come crimine contro l’umanità. Negli ultimi anni il
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
si è molto adoperato, attraverso numerose risoluzioni, ad accrescere la consapevo-
lezza e dare l’avvio all’azione contro questo odioso fenomeno. Le cifre snocciolate
a Londra inquesti giorni, durante la Conferenza mondiale, parlano di oltre 500 mila
donne violentate durante il conflitto in
Ruanda, circa 50 mila in Bosnia, decine di
migliaiaintantialtripaesidoveattualmente sono in corso conflitti, senza dimenticare,come haaffermatoalla stampal’americana Jody Williams, premio Nobel per la
pace nel 1997 per il suo impegno contro le
mineantiuomo, che le donne sono vittima
diviolenzaanchenellenazioniufficialmentenonin conflitto.Perciòcontinuareaparlare di queste cose, che sino a qualche decennio fa erano un tabù, è importantissimo per risvegliare le coscienze. (L.M.)
A cura del Coordinamento Nazionale Donne Cisl - ww.cisl.it - [email protected] - telefono 06 8473458/322