Compagni di viaggio

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Compagni di viaggio
Compagni di viaggio
SAN
FRANCESCO
DI SALES
Il Santo dell'oratorio
Doriano Peruzzi
[email protected]
Le radici della vocazione
Tutto ha inizio ad Annency, nel 1567. Nella chiesa di San Domenico c'è una
grande folla raccolta in adorazione della Sacra Sindone, lì esposta. In mezzo alla gente una coppia di sposi novelli: Francesca e Francesco de Boisy,
signori di Sales. La giovane moglie da poco è sicura della sua maternità. Nel
trovarsi di fronte al sacro sudario, la sua profonda fede la porta a commuoversi e a supplicare Cristo che il figlio che porta in grembo sia sacerdote.
Diciassette anni dopo, Francesco di Sales è studente a Parigi nel collegio di
Clermont. Così si rivolge a don Déange, suo precettore: "Fammi vedere la
sacra teologia. Essa mi insegnerà ciò che Dio vuole che la mia anima impari".
Non riesce più ad accontentarsi di quello che impara a scuola, ora ricerca "il
vero calore della devozione". Il giovane studente se ne appassiona così tanto
da saltare addirittura i pasti!
Crisi
Improvviso e inaspettato nel cuore di Francesco arriva il gelo: uno "strano
tormento, la paura della morte subitanea e del giudizio di Dio". È il dicembre del 1586.
Perché questo? Il giovane ha quotidianamente davanti le tante tentazioni del mondo parigino. Molti dei suoi amici passano le loro giornate in
divertimenti sterili. Come può mantenere una vita buona e retta in tale
ambiente? Questa preoccupazione sembra sopraffarlo. Non mangia più,
dorme pochissimo. Convinto di essere stato dannato da Dio, ancora trova il
coraggio di abbandonarsi alla Sua misericordia:
"Vi amerò Signore, almeno in questa vita, se non mi è dato di amarvi nella vita
eterna; voglio amarvi qui, mio Dio, spererò sempre nella vostra misericordia
e vi amerò sempre, nonostante tutto ciò che l'angelo di Satana mi ispira in
contrario".
In una fredda giornata del gennaio seguente, al culmine del suo tormento,
Francesco entra in una chiesa vicina, e si affida alla Vergine nella preghiera.
E improvvisamente, così come sono arrivate, tutte le sue paure cadono e
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si dissolvono.
Con l'aiuto di Maria ha superato questa prova. Ed egli ne esce rafforzato nell'amore: e
non più in vista di se stesso, come gratifica,
ma unicamente per Dio. La vera risposta
all'amore non può che essere solo l'amore.
La scelta
Nella primavera del 1592, Francesco può
finalmente tornare a casa in Savoia, dopo
aver compiuto gli studi di diritto a Padova.
Il padre, orgoglioso del suo primogenito,
già ha progettato per lui una brillante carriera politica e un ottimo matrimonio. Ma
nel cuore di Francesco da lungo tempo c'è
la vocazione al sacerdozio. Francesco infine
prende la sua decisione:
"abbiate la cortesia, padre mio, [...] di permettermi di essere della Chiesa."
Il genitore resta sconvolto, la prima risposta è "No!". Perché rinunciare così a tutti gli
onori, i privilegi, i successi della carriera
politica?
Infine, grazie anche all'aiuto della madre,
gli appelli accorati del figlio commuovono
il vecchio de Boisy, che lo lascia libero di intraprendere la sua strada.
A partire da quel momento, il timido Francesco diventa un altro: è deciso, si butta
nelle occasioni che gli si parano davanti, e
tutto accade molto velocemente. Già a fine
del 1593 è prete ad Annency.
La missione
Uno dei problemi maggiori della Savoia è la
diffusione dell'eresia calvinista, il cui centro
principale è Ginevra. Come recuperare questa città alla fede cattolica? In questo Francesco si distingue dagli altri ecclesiastici:
non predica la guerra contro gli eretici, ma
la conversione di tutti attraverso penitenza
e preghiera, cioè con la carità:
"È per mezzo della carità che dobbiamo smantellare le mura di Ginevra [...] È con la fame e
la sete patita da noi e non dai nostri avversari
che dobbiamo sconfiggere il nemico".
Nel 1584, solo tra tutti i chierici, Francesco
si offre volontario per una missione di recupero al cattolicesimo della regione calvinista del Chiablese, vicino a Ginevra. Sa bene
quali pericoli e quale ostilità lo attendono
là, ma così risponde a chi glielo fa presente:
"È vero, è un'impresa laboriosa [...] ma perché
portiamo queste vesti se rifuggiamo di portarne il peso?"
Così troviamo il giovane prete a Thonon, intento a predicare. Anche qui si distingue dagli altri predicatori: non usa la costrizione,
con cui al massimo si possono "conquistare i
corpi". Egli vuole "riconquistare le anime".
"Da mihi animas, coetera tolle tibi" "Dammi
le anime, tieni il resto" chiede a Dio. Non
gli interessano beni materiali, non ha fini
personali. Per compiere la sua missione di
conversione si impone di essere un esempio in preghiera, carità, spirito di sacrificio.
Tratta tutti con rispetto, discute con pazienza e mitezza, vuole dimostrare il suo
affetto verso i "fratelli erranti". Poco a poco,
si guadagna la stima e l'amicizia della gente
del Chiablese.
Un giorno un neoconvertito gli dirà "voi
avete riconquistato la mia anima". Questo è
uno dei tanti frutti del nuovo metodo educativo di Francesco di Sales, che lo porterà
a diventare poi patrono dell'oratorio e fonte d'ispirazione per don Bosco: "ci eravamo
messi sotto la protezione di questo santo affinché ci concedesse da Dio la grazia di poterlo
imitare nella sua straordinaria mansuetudine
e nel guadagno delle anime".
Carta d'identità
Nome: Francesco di Sales
Residenza: Thorens (Savoia, Francia)
Nato il 21 agosto 1567
Morto il 28 dicembre 1622
Professione: sacerdote, vescovo
Bibliografia:
M. Wirth, Francesco di Sales e l'educazione, LAS, Roma, 2006
G. Papàsogli, Come piace a Dio. Francesco di Sales e la sua "grande figlia",
Città Nuova, Roma, 1995
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