Creatività in cucina I dolci delle feste Bere con gusto
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Creatività in cucina I dolci delle feste Bere con gusto
n. 4/2013 Auguri deliziosi Creatività in cucina I dolci delle feste Bere con gusto Semplici esercizi come la flessione, l ’estensione e la trazione delle dita ti consentono di mantenere la pelle delle mani giovane ed elastica. L’inverno può essere un nemico della bellezza delle mani: contrastalo con massaggi a base di olio, limone e miele, prima di spalmare la crema. È buona regola utilizzare per le mani detergenti che rispettino il pH della cute, sciacquarle con acqua tiepida e asciugarle con cura. Un pugno di bicarbonato sciolto nel bagno rende la pelle più morbida. Kaloderma si prende cura delle tue mani con due prodotti dalle formulazioni esclusive e innovative e dalla funzionalità ZWLJPÄJH!PS)\YYV4HUPYPNLULYHU[L nutre intensamente la pelle, la .LStL4HUPSHPKYH[HTPNSPVYHUKVUL l’elasticità. Con Kaloderma, la bellezza è naturale. :JVWYP[\[[PPUVZ[YPJVUZPNSPZ\ www.kaloderma.it Kaloderma ti aiuta ad essere più bella. ogni giorno. editoriale Il bue e l’asinello si stanno già allenando: mancano, infatti, pochi giorni al Natale, ma sarà un Natale diverso. Abbiamo ancora negli occhi le drammatiche immagini di decine di corpi di bimbi, donne e uomini annegati nel canale di Sicilia, nella speranza di raggiungere l’agognata terra europea. Ed abbiamo tristemente ancora nelle orecchie anche le surreali polemiche sull’accettazione di queste persone “diverse”, nel colore della pelle, nella lingua, nella cultura. O altre polemiche, ancor più gridate, sull’omofobia. Che siamo forse noi i diversi? Certo: la diversità ancestralmente fa paura, ma è invece ricchezza e si può trarre forza dalla complementarietà. Il maschile trova armonia, completezza e piacere nel femminile; la piccola fiammella di luce viene notata perché attorno ci sono le tenebre. “Occorre preservare una propria identità”: viene frequentemente ribadito… Come inizio va bene: occorre esserci e con forza manifestarsi, ma portato all’eccesso questo concetto produce grande fragilità ed impoverimento. E’ così anche in natura: gli innesti possono essere letti come “contaminanti”, ma sicuramente rafforzano e rendono feconda la pianta originale. Se le note musicali dicessero “ora basta, vogliamo preservare la nostra purezza e la nostra identità” nascerebbero sinfonie composte solamente di “do” o di “mi”… che noia! Al massimo qualche diesis o bemolle come variazioni. In natura e nella società è solo dall’equilibrio tra identità e dall’integrazione che si può giungere all’armonia e al benessere. In caso contrario le parti contrapposte metteranno in atto meccanismi di chiusura e isolamento. Ed in nome di una “difesa della propria identità” si può arrivare facilmente al fanatismo ed alle guerre (di territorio, di cultura, di religione, di politica) con tutti i danni che conosciamo. Permettetemi, scusandomelo, il volo pindarico, ma anche noi, con i nostri supermercati, vogliamo sublimare il concetto di diversità. Non tanto per fronteggiare la mera omologazione dell’offerta di tanti altri supermercati concorrenti, ma una diversità nella proposta per Voi, cari clienti! Una diversità che si basa su assortimenti sempre più mirati alle singole Vostre esigenze, una diversità che deriva da un sempre maggiore arricchimento nella proposta di prodotti a marchio, fatti apposta per Voi, con la qualità della marca leader, ma con il prezzo convenientissimo. editoriale La forza della diversità 3 n. 4 2013 Un buon Natale… a tutti!!!! Giorgio Santambrogio Ed è subito festa sommario 6 Non solo panettone Idee golose per i dolci delle festività natalizie di Stefania Pianigiani 6 11 Arance, il sole dentro Succose, profumate e ricche di proprietà importanti per il nostro benessere di Vanessa Bartoli 11 n. 4 2013 sommario 14 Né magri né grassi 4 Bambini e calorie: consigli per nutrire in modo corretto i piccoli di Chiara Brandi 17 Austria sorprendente Tanti sapori diversi si fondono in una cucina ricca e versatile di Caterina Simonato 17 26 Una miscela di sapori e di aromi Il curry accompagna in maniera sempre gustosa piatti a base di carne, pesce e verdure di Giordana Miatti 34 34 La bevanda dell’inverno Caldo e profumato, versatile e adatto ai climi freddi: è il punch di Luigia Domenichini 36 Pronti via! Voglia di partire e pochi soldi in tasca? A tutto c’è rimedio. Cominciate a fare i bagagli… di Vanessa Bartoli 42 MSF in azione Fare presto e bene: dietro a ogni intervento c’è un lungo lavoro di organizzazione di Sabina Armani 45 Natale, il regalo è eco Dai libri agli oggetti fai da te, per un dono originale e rispettoso della natura di Enrico Zoi 45 Edizioni Libò, via Lorenzo il Magnifico 71 - 50129 Firenze. Direttore responsabile: Leonardo Romanelli. Comitato di redazione: Giorgio Santambrogio, Gianluca Tositti, Mauro De Feudis, Andrea Crescenti, Filippo Melchionna. Coordinamento editoriale: Gianluca Tositti. Caporedattore: Lirio Mangalaviti. Impaginazione: Lucrezia Lazzeri. Coordinamento redazionale: Edi Ferrari. Collaboratori: Sabina Armani, Vanessa Bartoli, Chiara Brandi, Giulia Christopher, Luigia Domenichini, Edda Galanti, Sergio Lo Monte, Giordana Miatti, Stefania Pianigiani, Caterina Simonato, Enrico Zoi. Foto: Marka. Le foto delle ricette e i piatti sono di Mario Genovesi; le foto a pag. 11, 21, 23 e 26 sono di Andrea Fantauzzo; per le foto a pag. 31-33, grazie a www.turismofvg.it. Il cruciverba è di Enrico Zoi. Le Edizioni Libò sono disposte a negoziare il pagamento dei diritti per le immagini delle quali non è stato possibile chiedere preventivamente il permesso di pubblicazione. Per la pubblicità su queste pagine: Interdis S. Cons. p. A., Via Lomellina 10, 20133 Milano tel. 02/752961. Stampa: Abramo Printing & Logistics, Catanzaro - tel. 0961/900001. 21 23 24 29 31 39 48 49 50 La ricetta filmata Le ricette gustose Scuola di cucina Vini bianchi Vini rossi Benessere Giochi Libri Musica 5 n. 4 2013 Registrazione del Tribunale di Firenze n. 4964 del 15/05/2000. n. 4 2013 6 i a tavola Non solo panettone Idee golose per i dolci delle festività natalizie di Stefania Pianigiani Panforte La ricetta Ingredienti (per 4 persone): 150 g di miele, 150 g di zucchero a velo (più quello necessario per guarnire), 250 g di canditi misti di cedro e arancia, 300 g di mandorle con la pelle, 150 g di farina, 1 foglio di ostia Tempo di preparazione 20 minuti Tempo di cottura 30 minuti Difficoltà O PP Costo O PP Calorie O O P Vino consigliato Vin Santo Toscano Tritate grossolanamente i canditi, e uniteli alle mandorle intere e alla farina. Portare ad ebollizione il miele con lo zucchero, unitelo all’impasto di canditi e mescolate il tutto molto bene. Con l’ostia, foderate uno stampo a cerniera, versatevi l’impasto, e livellatelo con un cucchiaio bagnato con l’acqua. Cuocete in forno a 180° per 30 minuti. A cottura ultimata, quando il panforte è ancora caldo, livellatelo nuovamente con il cucchiaio, e spolverate il dolce con lo zucchero a velo. 7 n. 4 2013 Natale è la giusta occasione per dedicare più tempo alle persone care. Il momento adatto per riscoprire di volersi bene, è un’ottima scusa per dare sfogo alla passione per la cucina, in particolare per sfornare gustosi dolci natalizi. Senza dimenticarsi che questo è il periodo dove i negozi e supermercati si trasformano, i torroni insieme a pandori e panettoni, dalle versioni semplici a quelle elaborate arricchite di cioccolato e creme varie, si mettono in bella mostra sugli scaffali, e insieme a loro tornano i dolci senesi famosi su tutto il territorio nazionale, come ricciarelli, panforte e cavallucci. Tornando alla gioia di fare i dolci in casa, una bella idea è quella di preparare una ciambella dolce, dal gusto semplice come il “Brazadel”: tipica trentina, nei giorni che precedono il Natale viene guarnita con nastri colorati. Il pandoro di Verona, cambia veste: invece di farlo a stella, confezionatelo come un moderno tiramsù con la crema pasticcera, da usare a fette sottili al posto di savoiardi o pavesini. Natale è anche il momento per riscoprire le gelatine di frutta, in particolare quelle di agrumi: concedetevi il piccolo lusso di comprarvi uno stampo da budino basso, con il fondo decorato, dove lascerete raffreddare la vostra gelatina di agrumi, e una volta sformata nel piatto da portata, verrà decorata, distribuendole tutto intorno alchechengi, frutti di corbezzolo e noci. Negli ultimi anni va molto di moda cimentarsi nella preparazione di regali dolci da mangiare, ed ecco che biscotti di mandorle e cuori di frolla e Servilo freddo con ghiaccio e fettina d’arancia Ingredienti (per 4 persone): per la torta: 1 cucchiaio di cannella, 1/2 cucchiaio di zenzero, 100 g di zucchero di canna, 200 g di miele, 70 g di canditi, 1 limone biologico, 8 cucchiai di kirsch, 300 g di farina, 125 g di mandorle tritate, 1 cucchiaino di lievito per dolci; per la glassa: 3 cucchiai di kirsch, 100 g di zucchero a velo; per guarnire: 1 bustina di perline di zucchero argentate Tempo di preparazione 20 minuti Tempo di cottura 20 minuti Difficoltà O PPCosto O PPCalorie O O P Calorie 2 pallini Vino consigliato Marsala amabile In una casseruola sciogliete il miele con lo zucchero, le spezie, i canditi e la scorza e il succo di limone. Spegnete il fuoco e aggiungete 5 cucchiai di kirsch. Versate la farina, il lievito e le mandorle tritate in una ciotola e amalgamate il tutto. Aggiungete all’impasto il composto di miele e canditi, lavorate bene con un mestolo fino a quando l’impasto diverrà omogeneo. Versate il composto in uno stampo di 20 cm di diametro e ponetelo in frigo un’ora. Una decina di minuti prima di togliere l’impasto dal frigo, accendere il forno a 180°. Quando il forno ha raggiunto la temperatura, fate cuocere la torta per 20 minuti. Preparate la glassa mescolando lo zucchero a velo e il kirsch. Versate sopra la torta ormai fredda. Fate raffreddare la glassa e tagliate la torta in tanti quadrati. Decorate con perline di zucchero argentate. fortunato tutto l’anno. Ma la fine dell’anno, è anche il trionfo della frutta secca e della frutta esotica, quindi possiamo prendere esempio dagli inglesi che per le festività, preparano delle tortine speziate le “Mince Pies” a base di datteri, uvetta, e mandorle, e la notte della vigilia, vengono lasciate vicino al camino come pasto per Babbo Natale e le renne. Che la festa cominci e si inizi ad impastare… 9 n. 4 2013 marmellata, vengono confezionati in un pacco dono, per stupire gli amici e i parenti. I biscottini da appendere all’albero, creano subito l’atmosfera di festa, a cominciare dalla cottura in forno, quando il profumo si diffonde per tutta la casa. Procuratevi delle formine a tema natalizio, come abeti, stelle o pupazzi di neve, ricordandovi di praticare un piccolo foro per passare il nastro che userete per legarli all’albero. Un classico della pasticceria francese, ma molto di moda anche sulle tavole italiane negli ultimi tempi è il “tronchetto di Natale” o “Buche de Noel” e se volete, sostituite la farcia, invece della crema di castagne, osate con la crema al cioccolato, oppure la crema pasticcera fredda con meringhe sbriciolate, e addirittura della confettura a vostro piacimento. Il tronchetto nella tradizione celtica francese si dona per augurare abbondanza di legna, energia e calore tutto l’anno. Il torrone morbido o duro secondo tradizione, può cambiare tranquillamente vestito trasformandosi in un gustoso semifreddo accompagnato da una salsa allo zabaione. Se avete un po’ di abilità con le torte, potreste realizzare una casetta da mangiare, da costruire e decorare insieme ai vostri bambini e con i marshmallows bianchi tagliati a metà, che ora vanno tanto di moda, farete il tetto innevato. Visto che facciamo parte dell’Unione Europea, è carino per una volta provare a fare i dolci delle feste di altri paesi: in Grecia si prepara la “Vasilopitta Efkoli”, una torta a forma di stella, simile alla nostra torta paradiso, dove nell’impasto viene nascosta una moneta, e chi la troverà sarà La ricetta Pan di spezie natalizio Monda cipolla e carote, fai a tocchetti le carote e trita finemente la cipolla. Cospargi con sale e pepe la carne. Scalda in una casseruola quattro cucchiai di Olio Extravergine Bertolli Robusto, aggiungi la carne e lasciala rosolare girandola ogni tanto. Togli dal fuoco la carne e mettila da parte. Fai dorare la cipolla nella stessa casseruola, poi aggiungi carote, sedano, alloro e funghi ammollati. Profuma tutto con chiodi di garofano e rosmarino e lascia insaporite per qualche minuto. Rimetti la carne nella casseruola, bagnala con vino rosso e prosegui la cottura per due ore, aggiungendo poco a poco del brodo vegetale caldo. Trascorso il tempo, sposta la carne e lasciala raffreddare. Togli chiodi di garofano e alloro, frulla le verdure e affetta la carne. Rimetti le fette nella casseruola e lasciale insaporire. Scalda per restringere se necessario. Servi con un filo d’Olio Extravergine Bertolli Robusto. Trasforma ogni tuo piatto in una portata dal carattere unico come le tre personalità dell’olio extravergine d’oliva Bertolli: Fragrante, Gentile e Robusto. Entra nel nostro sito o vai sulla pagina Facebook Olio Bertolli per scoprire la ricetta che più ti assomiglia! oliobertolli.it www.bertolli.it di stagione Arance, il sole dentro di Vanessa Bartoli 11 n. 4 2013 Succose, profumate e ricche di proprietà importanti per il nostro benessere Colori e profumi della stagione calda tornano sulle nostre tavole grazie alla magnifica arancia dalle molte virtù. Questo tipico frutto invernale – il periodo migliore per gustare le arance va da novembre a marzo, cioè nel pieno della maturazione – sembra quasi che abbia fatto il pieno di sole mentre cresceva sugli alberi durante l’estate, e che ora ce lo restituisca, spazzando via un po’ del grigiore di questa stagione. Un pieno di vitamine Le arance sono ricche di vitamina C, che aiuta a rafforzare il sistema immunitario: così, per tenere lontani raffreddori e malattie da raffreddamento, un buon modo è consumare 2 o 3 arance al giorno (e se amate la spremuta ricordate che va bevuta appena fatta: a contatto con ossigeno, luce e calore, infatti, la vitamina C si degrada molto in fretta). E ancora, le arance danno una mano al fegato e alla digestione, svolgono un’azione depurativa e disintossicante: insomma, ironia della sorte, aiutano a combattere proprio la “pelle a buccia d’arancia”, acerrima nemica di molte donne! Ci sono diverse varietà di arancia, che si differenziano per colore (bionde o rosse) e forma. Ad arrivare per prime sulle nostre tavole sono le Navel: tondeggianti e non troppo grosse, sono bionde e dal sapore dolce. Subito dopo, verso la fine di novembre, arriva una delle varietà più pregiate, il Tarocco: frutto medio-grande, a polpa rossa, ricco di succo e quindi decisamente adatto anche per le spremute oltre che per la tavola. A dicembre matura la varietà Moro: come il Tarocco ha polpa di colore rosso, ma più scuro, calibro medio-grande ed è ricca di succo. Ci sono poi le varietà Ovale (polpa bionda, di forma allungata, disponibile fino a primavera inoltrata) e infine le Sanguinello: sono le ultime arance della stagione (maturano fra gennaio e febbraio), hanno la polpa rossa e sono poco zuccherine. Le arance non sono solo un frutto da mangiare a fine pasto o da utilizzare nella preparazione di dolci: provate ad esempio a farla in insalata con i finocchi, è un piatto semplice e gustoso. Con la scorza si possono poi anche fare delle infusioni, ottenendo un’ottima bevanda digestiva. Avventurandoci oltre i fornelli, possiamo essiccarle (basta tagliarle a fette non troppo sottili e passarle in forno) e preparare così dei profumati potpourri oppure, visto che siamo in periodo natalizio, originali decorazioni per l’albero o per i confezionare i regali. La ricetta Petto di pollo all’arancia Ingredienti (per 4 persone): 500 g di petto di pollo, 40 g di burro, farina, 1/2 bicchiere di vino bianco, due arance bianche, ½ cipolla dorata, sale e pepe Tempo di preparazione 20 minuti Tempo di cottura 15 minuti Difficoltà O PP Costo O PP Calorie O PP Vino consigliato Fiano Infarinate i petti di pollo. Spremete il succo di un’arancia, sbucciate l’altra facendo attenzione ad eliminare il bianco, e tagliatela a dadini. Tritate finemente la cipolla e soffriggetela nel burro finché si sarà ammorbidita. Aggiungete i petti di pollo e rosolateli su entrambi i lati, poi il vino bianco, che farete evaporare; infine, il succo d’arancia e l’arancia a pezzettini. Salate e pepate e cuocete fino a quando il succo d’arancia si sarà ristretto e avrà formato una cremina. Eventualmente aggiungete poca acqua di tanto in tanto per permettere al pollo di cuocersi. Ingredienti per 4 persone: 400 g di spaghetti, 8 filetti d’acciuga, 40 g di pane grattugiato, 3 arance rosse, olio extravergine di oliva, qualche foglia di menta Tempo di preparazione 15 minuti Tempo di cottura 10-12 minuti Difficoltà O PPCosto O PPCalorie O PP Vino consigliato Orvieto Mettete a cuocere la pasta in abbondante acqua salata. Nel frattempo spremete un’arancia e tagliate a julienne metà della buccia. Sbucciate le altre due arance e pelate al vivo una ventina di spicchi. In una padella antiaderente fate scaldare un po’ d’olio e aggiungete le acciughe, schiacciandole con una forchetta. Fate cuocere per un minuto e poi aggiungete prima il succo d’arancia e poi il pane grattugiato. Lasciate insaporire e infine aggiungete la buccia tagliata a julienne e gli spicchi. Scolate gli spaghetti, saltate in padella e servite con qualche foglia di menta fresca. 13 n. 4 2013 La ricetta Spaghetti con acciughe e arancia n. 4 2013 14 bambini Né magri né grassi Bambini e calorie: consigli per nutrire in modo corretto i piccoli La ricetta Petto di pollo ripieno alla pizza Ingredienti (per 4 persone): 4 fette di petto di pollo, 4 cucchiai di passata di pomodoro biologico, 1 mozzarella, olio extravergine di oliva, sale, origano fresco o secco (in base alla stagione) di Chiara Brandi Chi di voi non si è mai trovato a dover far i conti con le calorie? A maggior ragione, quando si tratta di nutrire in modo corretTempo di preparazione 15 minuti to i propri figli, capire bene quanta energia fargli assumere Tempo di cottura 20 minuti attraverso il cibo è ancora più importante. Difficoltà OPPCosto OPP Calorie OPP È bene impostare in modo corretto le abitudini alimentari del bambino fin da subito, in modo da gettare le basi per lo Aprite le fette di pollo a libro. Condite l’interno sviluppo di uno stile alimentare. Non è complicato: spesso con un po’ di sale, la passata di pomodoro e delle si commettono degli errori alimentari solo perché si mangia fettine di mozzarella. Richiudete a libro, fermando di fretta, si salta la colazione, si mangiano sempre le stesse i lembi con degli stecchini. Passateli in padella con cose. Basterebbe poco: svegliarsi 5 minuti prima per fare una un filo d’olio e cospargeteli di origano; cuocendo la mozzarella ed il pomodoro formeranno un sughetto sana prima colazione, dare un corretto tempo ai pasti nella con cui potete condire i petti di pollo. giornata, variare gli ingredienti seguendo la stagionalità. E associare a tutto questo anche un po’ di attività fisica. Il totale giornaliero delle calorie dovrebbe essere sulle 1300/1800 tra i 3 ed i 6 anni, per poi passare alle 1500/2200 tra i 6 e gli 11 anni, per finire tra le 1900 e le 2300 negli adolescenti. La regola dice poi che si dovrebbero assumere con la colazione circa il 15% delle calorie totali giornaliere, con il pranzo circa il 40% e con la cena il 30%. Le restanti 15% vanno ripartite in due merende. Per una alimentazione equilibrata, a colazione, oltre al classico latte con pane o fette biscottate e marmellata, vanno benissimo i cereali, così come lo yogurt e la frutta fresca oppure una torta semplice fatta in casa con pochi grassi. A pranzo, così come a cena, il menu può essere completo purché ci siano sempre due porzioni di frutta e verdura e ci sia un equilibrio di nutrienti (ad esempio, se a pranzo si mangia carne, la sera alternate con pesce, uova, legumi o formaggio). Per gli spuntini, bene frutta, yogurt, o dolci semplici e casalinghi, anche gelati purché artigianali. Ma soprattutto, siate voi i primi a dare il buon esempio! Ingredienti (per 4 persone): 400 g di pasta (meglio se corta), 150 g di pisellini già cotti in bianco, 150 g di prosciutto cotto in una sola fetta, 50 gr di parmigiano reggiano, olio extravergine di oliva Tempo di preparazione 15 minuti Tempo di cottura 8-12 minuti Difficoltà OPP Costo OPP Calorie OOP Mettete a cuocere la pasta in abbondante acqua leggermente salata. Nel mentre, preparate il sugo: iniziate tagliando a piccoli dadini il prosciutto cotto. Trasferitelo poi in una padella e fatelo rosolate con dell’olio fino a che non diventa croccante, aggiungere quindi i pisellini già cotti e far cuocere ancora insieme. Togliete la pasta leggermente al dente, scolatela e lasciate da parte la sua acqua di cottura. Trasferitela nella padella, aggiungere il parmigiano grattugiato e fate mantecare bene aggiungendo via via un po’ di acqua di cottura: in questo modo la pasta finirà di cuocere fino al punto giusto e si formerà una cremina che avvolgerà la pasta con lo stesso effetto della panna ma senza tutti i suoi grassi. 15 n. 4 2013 La ricetta Pasta prosciutto e piselli internazionale Austria sorprendente di Caterina Simonato 17 n. 4 2013 Tanti sapori diversi si fondono in una cucina ricca e versatile 19 n. 4 2013 La ricetta Linzer torte Gli antichi fasti della felix Austria asburgica prima e dell’impero austroungarico poi, hanno lasciato spazio a una gastronomia ricchissima, contaminata dalle influenze più varie. Gli influssi principali, chiaramente, sono quelli provenienti dalla Germania, con la quale l’Austria condivide diversi tratti gastronomici, ma anche la cultura ebraica e quella boema hanno contribuito a fare di quella austriaca la cucina che oggi conosciamo, versatile e caratterizzata da accostamenti a volte sorprendenti. Gli antipasti, quasi sempre piatti freddi, offrono un’ampia varietà di salumi, Ingredienti (per 4 persone): 250 g di farina, 250 g di tra i quali non manca lo speck, morbido e zucchero, 250 g di mandorle macinate, un pizzico di sale, una bustina di zucchero vanigliato, un cucchiaino di cannella, saporito, ma anche assaggi di pesce spesso mezzo cucchiaino di chiodi di garofano in polvere, buccia di in forma di mousse e gelatina, il tutto guarnito limone, 250 g di burro, 2 uova, 1 tuorlo, marmellata di mirtilli da variopinte e abbondanti verdure. Fra i primi, moltissime minestre e zuppe Tempo di preparazione 30 minuti (suppe) come quella, ottima, con il brodo, gli Tempo di cottura 45 minuti Difficoltà OPPCosto OOPCalorie OOO gnocchi di pane e il fegato con prezzemolo Vino consigliato Moscato d’Asti e maggiorana. Oppure quella di derivazione serba, la Bohnensuppen, molto saporita, con Ammucchiate la farina sul piano di lavoro e create nel pancetta affumicata e fagioli; ma la Gulyasmezzo un incavo in cui depositare lo zucchero, lo zucchero suppe non è da meno in quanto a sapori forti: vanigliato, il sale, la buccia di limone grattugiata, gli aromi e a base di paprika e cipolla. le 2 uova. Distribuitevi sopra il burro freddo tagliato a pezzetti e le mandorle; impastate velocemente fino ad ottenere un I piatti che in Austria non deludono mai sono composto liscio. Ponetelo in un luogo freddo per mezz’ora. i secondi. Non si resiste al Gulasch importato Prendete due terzi della pasta e schiacciatela in una teglia dall’Ungheria, reso a seconda dei gusti un po’ dal bordo a cerniera. Versateci sopra la marmellata di mirtilli. meno piccante e accompagnato immancaCon la pasta rimanente formate delle strisce che andrete bilmente da patate o da gnocchetti di pasta. a disporre a losanghe sulla marmellata. Cuocete a fuoco Un piatto unico molto apprezzato è il Bauernmoderato per 45 minuti dopo aver spennellato la superficie schmaus, che significa piatto contadino e con il tuorlo d’uovo sbattuto. che nasce nella città di Linz: maiale arrosto, prosciutto, Frankfurter e crauti con ginepro; tutto servito fumante e ornato di cetriolini in agrodolce. Da provare il Tafelspitz, ovvero la carne di bue speziata e bollita, servita con cren (la salsa di rafano) e mela insieme al famoso tortino di patate arrostite. Tutti, ma proprio tutti, ci incantiamo davanti all’esposizione di dolci nelle vetrine delle città e dei paesi austriaci; è a Vienna però che l’arte del dessert raggiunge vette impensabili di raffinatezza, sia nell’accostamento di ingredienti che nella presentazione di torte, budini e strudel. Lo Strudel, che non tutti sanno ha origini turche, può essere farcito con mele e uvetta, come nella più classica delle tradizioni, ma anche con ricotta o ciliege. La Linzertorte, invece, presenta una base classica e speziata ma il ripieno varia dalla marmellata di mirtilli rossi a quella di lamponi o di albicocche. Nessuno poi resiste al fascino dell’Hotel Sacher, a Vienna, dove ha sede la famosa Konditorei, per assaggiare una Sacher Torte superba, secondo l’originale ricetta ottocentesca. Fu un Franz Sacher sedicenne, apprendista chef, a inventare la golosa torta al cioccolato, orgoglio di ogni pasticceria. filmata Foto 1 Strudel di mele e noci Foto 2 Ingredienti (per 6 persone): per la pasta: 350 g di farina 00, ½ cucchiaio di zucchero, 1 uovo, 50 g di burro, sale; per il ripieno: 1 kg di mele (meglio la varietà Renetta), 75 g di zucchero, 50 g di uvetta, 60 g di gherigli di noci, 1 uovo, cannella in polvere, chiodi di garofano in polvere, 1 limone, zucchero a velo (facoltativo). Tempo di preparazione 40 minuti (più il tempo per riposare) Tempo di cottura 40-50 minuti Tempo di cottura 30 minuti Difficoltà OOPCosto OPP Calorie OOP Vino consigliato Moscato Giallo Foto 4 Mettete in una ciotola capiente 300 g di farina (il resto lo utilizzerete per la spianatoia), un pizzico di sale, lo zucchero, l’uovo, il burro un po’ ammorbidito e tagliato a pezzetti (Foto 1). Lavorate gli ingredienti fino a ottenere una pasta morbida, aggiungendo se serve un po’ d’acqua tiepida. Mettete poi l’impasto su una spianatoia infarinata e manipolatela energicamente per una decina di minuti, sbattendola sul piano di lavoro fino a che diventi elastica. Fatene poi una palla, avvolgetela in un tovagliolo leggermente umido, coprite con una ciotola e fate riposare per 30 minuti circa. Nel frattempo preparate il ripieno. Mettete l’uvetta in ammollo in acqua tiepida (10 minuti circa), tritate i gherigli di noce spellati (li trovate già pronti in commercio; altrimenti, per togliere più facilmente la pelle lasciateli immersi per alcuni minuti in acqua tiepida), sbucciate le mele, tagliatele e metà, togliete il torsolo e tagliatele a fettine sottili. In una ciotola unite le mele alle noci, l’uvetta (ben scolata e asciugata), lo zucchero, la scorza del limone grattugiata, la cannella e i chiodi di garofano (Foto 2). Stendete la pasta su una spianatoia, in una sfoglia piuttosto sottile, e dandole una forma rettangolare. Lasciate da parte un po’ di pasta per la guarnizione (strisce sottili tagliate con l’apposita rotella). Sbattete in una ciotolina il tuorlo d’uovo e spennellate i bordi della pasta (Foto 3). Versate il ripieno al centro e richiudete delicatamente, facendo attenzione che la pasta non si rompa (Foto 4). Guarnite con le strisce di pasta che avevate lasciato da parte e spennellate il tutto con il tuorlo d’uovo. Foderate il fondo di una teglia con la carta da forno e appoggiateci delicatamente lo strudel. Mettere in forno già caldo (220°) e cuocete per una decina di minuti; poi abbassate la temperatura a 200° e proseguite la cottura per 30-40 minuti, fino a quando non vedrete che la pasta sarà bruno-dorata. Servite freddo, spolverizzato, volendo, con zucchero a velo. 21 n. 4 2013 Foto 3 Ingredienti (per 4 persone): 1,5 kg di asparagi, 50 g di burro, parmigiano grattugiato, sale, pepe, 4 uova (facoltativo) Tempo di preparazione 20 minuti Tempo di cottura 10 minuti Difficoltà 1 pallino OPP Costo 1 pallino OPP Calorie 1 pallino OPP Vino consigliato Tocai Lavate gli asparagi, raschiateli con un coltellino per togliere la terra, tagliate le estremità più dure dei gambi e pareggiateli tutti. Legateli con spago da cucina e metteteli a cuocere nell’apposita pentola alta e stretta: l’acqua di cottura deve infatti arrivare circa a metà gambo, mentre le punte non devono toccare l’acqua ma cuocere a vapore. Coprite, portate a ebollizione e salate l’acqua. Mentre gli asparagi cuociono (ci vogliono circa 10 minuti, verificate la morbidezza del gambo con una forchetta), cominciate, se le gradite, a preparare le uova al tegamino. Mettete il burro in un tegamino sufficientemente grande per contenere tutte e quattro le uova (altrimenti cuocetele una per volta). Fatelo scaldare fino a quando non sarà spumeggiante e avrà assunto un colore scuro, poi aggiungete le uova facendo attenzione che i tuorli non si rompano. Scolate gli asparagi, disponeteli su un vassoio ovale, cospargeteli di parmigiano e poi mettetevi sopra le uova, utilizzando anche il burro di cottura. Salate, pepate e servite. Se non gradite le uova, fate comunque friggere il burro nel tegamino e mettetelo sopra agli asparagi. Per questo piatto è meglio usare la varietà di asparagi con il fusto più grosso e morbido e la punta di colore verde-violaceo. le ricette gustose Asparagi alla milanese Lenticchie in umido Ingredienti (per 4 persone): 300 g di lenticchie, 50 g di pancetta, 1 cipolla, salvia, sale Mettete le lenticchie in ammollo in acqua attenendovi ai tempi indicati sulla confezione: a seconda della varietà possono essere necessarie alcune ore oppure può bastare semplicemente sciacquarle sotto l’acqua corrente. Tritate la pancetta e la cipolla e mettetele in una casseruola insieme a qualche foglia di salvia. Fate soffriggere (senza olio: è sufficiente il grasso della pancetta) e poi aggiungete le lenticchie. Coprite d’acqua, salate e cuocete per circa un’ora, cioè fino a quando l’acqua si sarà consumata. Controllate spesso il tegame: le lenticchie infatti assorbono i liquidi e si gonfiano, e se l’acqua si consuma troppo in fretta rischiate di sciupare tutto. Se serve, aggiungetene altra (calda). Terminata la cottura, aggiustate di sale e servite. Le lenticchie in umido possono essere utilizzate come contorno, in accompagnamento a piatti tipicamente invernali come la polenta, o il cotechino, o lo zampone; ma visto che contengono molte proteine e sono molto nutrienti, anche come secondo: in questo caso, gustatele aggiungendo un filo d’olio extravergine di oliva. 23 n. 4 2013 Tempo di preparazione 15 minuti Tempo di cottura 60 minuti Difficoltà OPP Costo OPP Calorie OOP Vino consigliato Lambrusco scuola di cucina Mille e un arrosto I trucchi di una tecnica di cottura antica come il mondo di Giulia Christopher Dici “arrosto” e ti si spalanca davanti un mondo. Se proviamo a guardare sul dizionario, al verbo “arrostire” corrisponde questa definizione: “Cuocere una vivanda al fuoco vivo, sulla brace, in gratella, allo spiedo, al forno o in tegame”. Oltretutto, e i redattori del dizionario in questione non ce ne vogliano, manca la pentola a pressione (strumento pratico, veloce e risparmioso)! Insomma, per evitare di fare “molto fumo e poco arrosto”, come recita il detto, cerchiamo di soffermarci su alcune regole generali, e concentriamoci sul soggetto principe dell’arrosto, la carne. La carne Cominciamo dai tagli più adatti: se parliamo di carne bovina, largo a filetto e controfiletto, bicchiere e rosetta, girello e girello di spalla, cimalino, scannello, campanello; per il maiale, filetto, spalla, carré; per agnello e capretto, sella o cosciotto. La carne deve essere legata per tenerla insieme durante la cottura, altrimenti si deformerebbe o sfalderebbe. Consigliamo vivamente di comprarla già legata, ma se proprio volete cimentarvi con questa operazione procuratevi dello spago da cucina e procedete così: mettete la carne su di un tagliere e legatela una prima volta nel senso della lunghezza, al centro; poi fate lo stesso nel senso della larghezza; infine, sempre sul lato della larghezza, fate tante legature parallele alla prima: devono essere annodate una per una e fatte ad una distanza che deve essere quella delle fette da tagliare. Come si cuoce 24 n. 4 2013 Ricordatevi prima di tutto di toglierla dal frigorifero almeno una mezz’ora prima della cottura, per evitare che la parte interna resti troppa fredda. Altra regola generale da rispettare è quella di non salare la carne in superficie; e, se si tratta di carne magra come quella di vitello, procedere prima alla bardatura: in pratica si tratta di avvolgerla con lardo o pancetta, che aiuteranno nella formazione della crosticina protettiva (che serve per proteggere i succhi interni) e che vanno tolti qualche minuto prima del termine della cottura così da far rosolare anche la superficie. Le procedure per la cottura in forno variano a seconda del tipo di carne: se è bovina, bisogna farla rosolare esternamente per alcuni minuti prima che inizi la cottura vera e propria, quindi partire con una temperatura molto alta (240-220°) e poi abbassarla a circa 180°; lo stesso per il maiale, con una temperatura iniziale di circa 200° che porteremo poi a 170°. Non incidetela durante questa procedura (i succhi fuoriuscirebbero e la carne si asciugherebbe), ma piuttosto durante la cottura bagnatela di tanto in tanto con il sughino che produce. Quanto ai tempi, tutto dipende dalle dimensioni del pezzo: in genere si calcola che per un chilo di carne ci vogliano 30 minuti per una cottura al sangue e 45 per una cottura media. Per controllare a che punto è, pungete l’arrosto: se si tratta di carni rosse o tacchino, se ne esce un liquido rosa ‘carico’, la cottura è al sangue, se è rosa chiaro la cottura è giusta; per le carni bianche, la cottura è segnalata dalla fuoriuscita di un liquido trasparente. Per la cottura sui fornelli, la prima regola riguarda le dimensioni del tegame: se troppo grande, il condimento evaporerà troppo in fretta e c’è il rischio che la carne bruci; se troppo piccolo, si creerà troppa umidità e invece di un arrosto avremo cucinato uno stufato. Attenzione anche alla temperatura di cottura: se è troppo alta brucerà il grasso, se è troppo bassa la carne non si rosolerà. Come si serve Terminata la cottura, se si tratta di arrosto di carne bianca può essere tagliato e servito subito. Gli arrosti di carne rossa invece vanno fatti riposare un po’ (una ventina di minuti, in genere), così che i succhi si ridistribuiscano e le fette non si sbriciolino mentre le affettate. Utilizzate un coltello a lama lunga, sottile e affilato: se non lo è (affilato), il rischio è di ‘spremere’ la carne facendone uscire troppo sugo e facendola diventare asciutta. Servite il sugo di cottura in una ciotola a parte, dopo averlo filtrato. Di tutto di più 25 n. 4 2013 Per restare alle regole generali, ricordate che c’è differenza fra forno statico e forno ventilato: in quest’ultimo caso, tempi di cottura e temperatura sono leggermente inferiori (rispettivamente, meno 1015% e meno 10-15° circa). Se volete cucinare del pesce arrosto, prima della cottura fatelo marinare per un’ora in un composto fatto di prezzemolo tritato, olio extravergine di oliva, aglio e un po’ di succo di limone. Per le verdure è impossibile stabilire un principio base, poiché dipende dal tipo di ortaggio e dal suo contenuto d’acqua. Insomma, arrosto si può fare praticamente di tutto, persino la frutta! Non fate quella faccia: ci sono molte ricette sfiziose che vale la pena di provare. E il bello della cucina è proprio la sperimentazione. n. 4 2013 26 spezie Una miscela di sapori e di aromi Il curry accompagna in maniera sempre gustosa piatti a base di carne, pesce e verdure La ricetta Petti di pollo al curry di Giordana Miatti Ingredienti (per 4 persone): 2 petti di pollo interi, 2 mele golden piccole, 2 cipolle bianche piccole, 2 cucchiai circa di curry, brodo vegetale, 170 g di yogurt intero bianco, olio extravergine di oliva, farina, sale, pepe 27 n. 4 2013 La parola curry (probabilmente dalla lingua tamil “cari”, ossia “zuppa”) viene impiegata per indicare un’ampia gamma di piatti, originari di tutta la fascia dell’Asia meridionale oppure del Sud-Est asiatico, il cui tratto comune è la presenza nelle Tempo di preparazione 30 minuti ricette di combinazioni più o meno complesse di spezie ed Tempo di cottura 20 minuti erbe aromatiche, a cui talvolta si aggiunge il peperoncino, Difficoltà OPP fresco o secco. In origine, ogni piatto prevedeva una specifica Costo OPP e diversa selezione di spezie, che dipendeva dalla tradizione Calorie OOP culturale, dalla pratica religiosa e anche dagli usi di ogni Vino consigliato Chianti Colli Fiorentini famiglia. La parola curry indica poi una miscela estremamente aromaTritate finemente insieme le mele e le cipolle, soffriggetele in un velo d’olio finché‚ non saranno tica di spezie pestate o macinate, di colore giallo senape, che quasi disfatte. Unite prima il curry e poi i petti si trova normalmente in vendita già pronta all’uso. La polvere di pollo tagliati a tocchetti, leggermente battuti di curry, intesa come miscela di spezie preparata e reperibile e infarinati; fateli soffriggere un paio di minuti in commercio, è in realtà un concetto occidentale che risale e poi tirateli a cottura con il brodo bollente (ci al Settecento, quando miscele di spezie macinate venivano vorrà circa un quarto d’ora). A cottura ultimata preparate dai mercanti indiani e vendute ai membri britannici legate con lo yogurt, e servite molto caldo del governo coloniale e dell’esercito come souvenir al rientro accompagnato da riso Basmati bollito o pilaf. in patria. Nella cucina indiana in realtà il curry nella seconda accezione (cioè quella che indica una combinazione di spezie) si chiama masala. Anche i masala esistono in decine di versioni diverse. I masala codificati più famosi sono il garam masala (particolarmente piccante) e il tandoori masala (usato per la cucina tandoori, cotta nel forno d’argilla). Il curry reperibile in Italia contiene soprattutto pepe nero, cumino, coriandolo, cannella, curcuma, fieno greco, con aggiunte in dosi variabili di chiodi di garofano, zenzero, noce moscata, peperoncino. Il curry in commercio va da poco piccante a molto piccante, e per scegliere bene è importante fare attenzione alle eventuali diciture in inglese sulle confezioni: se “mild” indica infatti un curry mediamente piccante (come fa pensare la parola inglese), “sweet” indica invece un curry estremamente piccante (nonostante “sweet” in inglese significhi “dolce”). I piatti con il curry sono in genere a base di carne, pollo, pesce o crostacei, da soli o in combinazione con verdure. È possibile anche preparare curry completamente vegetariani, a base di verdure e di legumi: le lenticchie per esempio sono ottime abbinate al curry. In genere si prepara un soffritto a base di cipolla, oppure di cipolla e mela (il sapore dolce acidulo della mela è un ottimo bilanciamento del curry per i palati italiani), ci si rosolano le carni e le verdure più tenaci, poi si aggiungono le verdure più tenere e si tira a cottura con brodo vegetale o acqua. La polvere può essere aggiunta in qualsiasi momento, ma l’ideale è poco prima di aggiungere il liquido. Il tocco finale è un cucchiaio di yogurt bianco, oppure di panna, subito dopo aver spento il fuoco, per mantecare il tutto e renderlo più cremoso. bianchi Aristocratico bianco di Edda Galanti 29 n. 4 2013 Il Fiano, un vino dalla storia millenaria che nasce nel fertile territorio dell’Irpinia Sebbene certificato dalla doc in età relativamente recente, solo nel 1978, il Fiano è tra i vitigni più antichi e pregiati della regione campana e dell’intera penisola: le origini di questo bianco dall’inconfondibile sentore di nocciole tostate sono millenarie e vanno ricondotte addirittura al periodo della Magna Grecia. Fu grazie ai Greci, infatti, che in Italia si introdussero le primi viti di quello che, a oggi, è il vitigno irpino per eccellenza. Vitis Apicia, o Apina, lo chiamavano i Latini, forse per la dolcezza del profumo e per gli acini zuccherini che attraevano sciami d’api, sostiene una prima interpretazione dell’etiVeduta di Avellino mologia; o forse per la zona in cui oggi sorge il comune di Lapio (Apia); poi da Apina il nome mutò in Afiana, quindi in Fiano. Amatissimo già da imperatori e re, come Federico II di Svevia e Carlo d’Angiò (il primo documento storico che ne fa cenno risale al 1200 ma scrittori e storici testimoniano la sua esistenza in numerosi passi e carteggi di epoca precedente), il Fiano si diffonde in molte zone della Campania fino alla fine del 1800. Oggi l’area in cui è concentrata la coltivazione del vitigno è l’Irpinia, comprendendo i territori di ventisei comuni fra i quali Atripalda, Avellino, Cesinali, Mercogliano e Lapio, ossia l’antica Apianum o Apia. Un’area dai suoli fertili e argillosi, ricca di vallate, alture e corsi d’acqua, caratterizzata da un clima mite durante i mesi estivi e rigido in quelli invernali. n. 4 2013 Secco e strutturato 30 Nato come vino dolce e leggermente frizzante, il Fiano di Avellino diventato DOCG nel 2003 è oggi un vino secco e strutturato, dal colore giallo paglierino, più intenso se ricavato dalla vendemmia di novembre, meno da quella di ottobre; dal profumo riconoscibile, persistente e fruttato, con sentori di frutta tropicale, oltre che di pera e pesca bianca. Si ottiene esclusivamente dal monovitigno Fiano, al quale è possibile aggiungere uve bianche quali Greco, Coda di Volpe bianca e Trebbiano Toscano, fino a un massimo del 15%. Il Fiano, da servire sulla nostra tavola, ricordiamolo, fra gli 12 e i 14 gradi in calici a tulipano ampio, è ottimo con la cucina di mare più o meno elaborata, dai ricchi antipasti a base di crostacei e molluschi, agli stuzzichini di formaggi freschi, ai piatti tipici campani come i vermicelli con le cozze o il polpo alla napoletana. Il suo sapore corposo ma morbido, equilibrato e ricco di sfumature che richiamano la frutta secca, si abbina perfettamente con i primi a base di pesce o di verdure: potete accompagnarlo agli sformati, alla pasta, ai risotti alle grigliate, al pesce al forno. Il Fiano può però diventare un abbinamento adeguato anche per apertivi e dessert. Fra i vini bianchi, infine, è tra i pochi adatto all’invecchiamento e può essere conservato anche cinque o sei anni. vini rossi ph Mario Verin Forte e sincero come il Friuli Il Refosco dal peduncolo rosso è l’espressione di una viticultura moderna che affonda le proprie radici nella storia 31 n. 4 2013 di Sergio Lo Monte Emozioni che si tramandano Oltre 60 anni di pulito e di storie da raccontare. La sicurezza del pulito di Scala si tramanda di generazione in generazione. Riscopri la sensazione di un tenero abbraccio con le nuove avvolgenti fragranze della linea di ammorbidenti Scala. www.decoindustrie.it Se c’è un vitigno che può esser preso ad esempio dello spirito di una regione, questo è senz’altro il Refosco. Sarebbe più corretto parlare di Refoschi, una grande famiglia, di cui il Refosco dal peduncolo rosso è la varietà più diffusa, presente nelle doc dei rossi di tutto il Friuli Venezia Giulia. Il nome Refosco (“Refosc” nella lingua friulana) deriva con ogni probabilità da “Rap fosc”, ossia grappolo scuro. Il documento più antico che attesta la presenza di un Refosco è del 1452, ma sicuramente le origini del vitigno sono molto antiche e vanno rintracciate storicamente nella zona di Aquileia, cittadina fondata dai Romani nel II secolo avanti Cristo, dove i coloni impiantarono vigneti a coltura intensiva producendo il vino pucinum molto apprezzato a Roma. Nel documento citato si parla di un Refosco ottenuto da uve fatte appassire prima di essere vinificate. ph Alessandro Castiglioni Se ne otteneva così un vino dolce, alcolico, molto pregiato, un vino liquore, così erano chiamati nel Settecento e Ottocento i vini migliori. Oltre al Refosco dolce veniva prodotto anche un Refosco secco, ossia privo di zuccheri. Proprio grazie alle sue peculiarità il Refosco riuscì ad emergere rispetto ai tanti vini terrani, intesi come vini “nostrani”, frutto di un miscuglio di uve diverse. Il Refosco era impiegato inoltre come vino da taglio per migliorare la qualità dei vini “negri ordinari” destinati alla mensa quotidiana. Le origini del nome Il nome Refosco dal peduncolo rosso emerge nel 1863 quando a Udine si tenne una Mostra d’uve. Venne così chiamato a causa del “pedicello” che tiene l’acino, il quale cambia colore, diventando rosso appunto, poco prima della vendemmia. Le malattie parassitarie che comparvero in Friuli a partire dalla metà ‘800 decimarono moltissime varietà tra cui il Refosco dal peduncolo rosso. Arrivarono poi le varietà d’Oltralpe (i Cabernet, franc e sauvignon, Merlot, Pinot) che in Friuli trovarono una seconda patria. Negli anni Sessanta e Settanta del ’900 il Refosco dal peduncolo rosso era pressoché scomparso, ritenuto non degno d’attenzione per le sue caratteristiche di scarsa produttività e di ritardo nell’inizio della fruttificazione. Negli ultimi decenni quelli che erano stati ritenuti i punti di debolezza del vitigno si sono trasformati nei suoi punti di forza, necessari a dare corpo a un vino forte ma elegante; e così il Refosco dal peduncolo rosso è oggi parte dell’eccellenza vitivinicola del Friuli Venezia Giulia. Le uve del Refosco presentano un grappolo grande, lungo, piramidale, con gli acini distanziati tra loro, tali da favorire il passaggio dell’aria in modo da lasciarlo asciutto e sano. La buccia è molto sottile, consistente, di colore blu intenso, ricoperta di una sostanza biancastra cerosa ricca oltretutto di lieviti. La sua vera tipicità è la freschezza 33 n. 4 2013 Il Refosco ha un colore rosso rubino intenso, con sfumature porpora da giovane. Il profumo è fruttato, soprattutto di frutta di bosco; il sapore è leggermente erbaceo. La gradazione alcolica minima complessiva dev’essere di 10,5°. La tipologia Riserva ha un periodo minimo di invecchiamento di due anni e quella Superiore una gradazione alcolica di almeno 11,5°. Si abbina particolarmente bene con primi piatti saporiti, secondi piatti a base di arrosti di carne rossa, pollame, cacciagione e selvaggina particolarmente grassa, come ad esempio il salame di cinghiale. Anche con formaggi di sapore definito il connubio è eccellente. n. 4 2013 34 punch Caldo e profumato, versatile e adatto ai climi freddi: è il punch di Luigia Domenichini Punch al rum Ingredienti (per quattro persone): 250 g di zucchero, 1 litro d’acqua, 1 arancia, 1 scorza di limone, 50 cl di rum Tempo di preparazione 30 minuti Tempo di cottura 15 minuti Difficoltà OPP Costo OPP Calorie OOP Disponete lo zucchero in una casseruola sul fuoco, a fiamma medio alta, e lasciate che si sciolga insieme a un litro d’acqua, fino a che non viene a formarsi una crosticina leggera. Dopodiché aggiungete la scorza di limone, il succo dell’arancia e il rum: lasciate bollire il tutto per qualche secondo. Togliete la scorsa del limone e versate in tazzine trasparenti o bicchieri. Servite il punch caldissimo e con le fettine di arancia all’interno. Molto diffuso nei paesi anglosassoni, il punch è una bevanda alcolica popolare. Immancabile al cinema, il punch evoca i frame di classiche feste inglesi e americane, dove in grandi ed eleganti contenitori spicca un liquido dal colore vivace. Si può servire sia freddo sia caldo, anche se la versione originaria lo prevede bollente, meglio ancora se usato come digestivo nella stagione invernale, quando il freddo incalza, o come aperitivo prima di una cena corroborante. Il nome ha un’origine bizzarra, deriva da un termine sanscrito che significa “cinque”, e questo perché gli ingredienti che lo caratterizzavano e ne costituivano la base, almeno all’inizio, sono cinque: erbe aromatiche o aromi, buccia d’arancia, zucchero, alcol e acqua (o tè). Ma come l’hanno scoperto gli inglesi, ossia i suoi più grandi consumatori? Nelle colonie indiane, pare, intorno al 1600. Furono proprio i colonizzatori britannici infatti ad assaggiarlo ed esportarlo prima in Inghilterra e successivamente in altri paesi europei, come in quelli del nord, dove è diventata una valida alternativa al vin brûlé. Il punch consumato dai colonizzatori inglesi non prevedeva l’uso del rum; è con il suo arrivo che nasce il punch moderno, il Planter’s Punch, il cui nome non era riferito a una bevanda specifica ma a un insieme di cocktail dove il rum si unisce via via a determinati ingredienti come il succo di limone o di arancia, il curacao, la granatina, le spezie e le erbe aromatiche. Le varianti ormai sono infinite, proprio per questo motivo il punch ha assunto un ruolo consolidato nelle usanze gastronomiche di tantissimi paesi. Può essere usato come aperitivo o per terminare il pasto, può essere alcolico o analcolico, può rinfrescare d’estate e scaldare d’inverno, magari in montagna, sulle piste da sci. Spesso nel punch, al rum si sostituisce il vino che, insieme alla frutta secca e magari alla cannella, diventa una bevanda gradevolissima, dissetante e non troppo alcolica. A casa è semplicissimo da riprodurre, magari inventando accostamenti a piacere e dosando le quantità a seconda del proprio gusto. Il punch va rigorosamente servito caldo (se caldo) e in capienti bicchieri di vetro, con della frutta all’interno o con chiodi di garofano, ginepro, cannella, scorzette di arancio o limone. Ma anche quello freddo si rivela un’ottima soluzione dissetante. Per ottenere un ottimo punch freddo, si può riempire per ciascun commensale un tumbler di media grandezza con tre quarti di ghiaccio a neve, mezzo succo di limone, un cucchiaio raso di zucchero e un cucchiaio di sciroppo di fragola, completando il tutto con champagne e guarnendo con fragoline di bosco. Dal punch deriva anche un’altra bevanda simile, il ponce, o torpedine. Nato a Livorno, rispetto al punch, il ponce usa il caffè invece dell’acqua e del tè, mentre al posto del rum, utilizza una bevanda fatta di alcol, zucchero e caramello, in alcuni casi aromatizzata con un’essenza di rum. 35 n. 4 2013 La bevanda dell’inverno n. 4 2013 36 viaggi Pronti via! Voglia di partire e pochi soldi in tasca? A tutto c’è rimedio. Cominciate a fare i bagagli… di Vanessa Bartoli 37 n. 4 2013 Stremati dalla caccia al regalo di Natale – quello economico e insieme originale, ma rigorosamente adatto al destinatario – e già stressati alla sola idea di passare giornate intere ai fornelli per preparare il cenone di fine anno? È il momento giusto per staccare la spina e concedervi qualche giorno di vacanza. E anche se il budget è piccolo piccolo, non scoraggiatevi e cominciate a preparare i bagagli. Strumento indispensabile per organizzare un viaggio low cost è Internet. Se non avete una connessione casalinga, sfruttate sfacciatamente amici e parenti (magari poi portategli un pensierino dalle vostre vacanze, eh!). Una volta scelta la meta potrete optare fra un alloggio in hotel (in generale più costoso, soprattutto in questo periodo), in bed & breakfast (sicuramente più economico, e con il vantaggio di instaurare un minimo di rapporto personale con chi lo gestisce) o, se siete più giovani, anche un ostello. Ma se volete veramente risparmiare, le soluzioni si chiamano couchsurfing e home exchange. La formula è molto semplice: si tratta di godere, assolutamente gratis, dell’ospitalità di qualcuno: nel primo caso pronto per le vostre nottate ci sarà per un bel divano casalingo, nel secondo avrete a disposizione una casa tutta per voi. In Rete trovate siti specializzati con molte proposte, ma ricordate che questa soluzione si basa sulla reciprocità: sarete poi anche voi a dover offrire gratuitamente il vostro divano o la vostra casa a qualcuno. Il programma di viaggio va poi organizzato nei minimi dettagli: se ad esempio volete fare una vacanza per musei, informatevi sulle regole per gli ingresso gratuiti (in genere vanno per fasce di età; ma ci sono anche strutture – soprattutto all’estero – nelle quali si può entrare senza pagare in alcuni giorni della settimana o in determinati orari). Occhio anche alle proposte di “card” delle città d’arte che, a seconda delle formule, permettono di risparmiare qualcosa sugli ingressi ai musei (e in genere anche di saltare le code) e sui trasporti pubblici; spesso poi ci sono convenzioni con ristoranti e negozi. Il capitolo pasti può rivelarsi poi un vero e proprio salasso. State lontani dai posti dichiaratamente turistici ma, se proprio non trovate di meglio, ordinate solo menu a prezzo fisso (e attenzione agli extra non compresi). Meglio però fare due passi in più e tuffarsi nei posti frequentati dai ‘locali’: saranno certamente non solo più economici ma anche più genuini. Infine, viaggiate leggeri, soprattutto se il vostro itinerario prevede uno spostamento in aereo: dato che sicuramente utilizzerete una compagnia low cost, controllate bene le regole per i bagagli a mano (non mettete bagagli in stiva, a meno che non si tratti di un viaggio davvero lungo: i costi sono proibitivi) e non provate a fare i furbi con trolley fuori misura o peso, perché i controlli sono rigidissimi. Viaggiare leggeri significa anche permettersi l’acquisto di qualche ricordo e non avere paura di non sapere dove infilarlo al ritorno. Quanto alla festa di fine anno, ormai praticamente in tutte le città più grandi vengono organizzate iniziative per le strade: il divertimento è gratis! benessere Ogni riccio un capriccio di Enrico Zoi 39 n. 4 2013 Lunghi o corti, colorati o al naturale, ricciolini o lisci? Consigli per trovare il giusto look per la propria chioma Tra il taglio di capelli di Simone Cristicchi o di Angela Davis (per chi se la ricorda) e quello di Halle Berry o addirittura del commissario Montalbano, è come tra il bufalo e la locomotiva di Francesco De Gregori: la differenza salta agli occhi. Ci corrono altro che cinquanta sfumature di grigio: molte di più, di tutti i colori e pure di lunghezza. Dal che si comprende quanto sia importante trovare il giusto look per la propria chioma, che possa armonizzarsi con il volto e con l’io che essa esprime, e insieme colpire la fantasia e la simpatia di chi ci sta intorno. Come in tutte le cose, pur non parlando di regole, esistono però degli accorgimenti da seguire. Il più importante è scegliere il taglio di capelli secondo il gusto, sì, ma senza sottovalutare forma e proporzioni del viso e facendo tesoro dei consigli del parrucchiere di fiducia. Certo, lo stile Lady D di Naomi Watts in Diana è incantevole; la chioma fine anni ‘50 di Luciana Littizzetto in Aspirante vedovo, quasi remake del film con Franca Valeri e Alberto Sordi del 1959, è simpatica, ma non bisogna quasi mai lasciarsi trasportare dal facile entusiasmo o dalla sudditanza psicologica nei confronti del cinema (mai dimenticare che è finzione!). Prima di mettere forbici e tinture sul vostro viso, guardatevi dunque allo specchio con attenzione, fate come quando si conta fino a dieci prima che l’ira esploda e seguite i consigli di chi ne sa di più: un taglio sbagliato, altro che armonia, può essere un’autentica catastrofe o, in ogni caso, una delusione che non tutte hanno il carattere di affrontare, specie se legata al tentativo di fare colpo su qualcuno! All’atto pratico, il classico volto ovale non trarrà giovamento da scalature o ciuffi, mentre ben si adatterà a corto e caschetto. Per il viso quadrato, non vanno bene in genere carré stile anni ‘20 del ‘900, né tagli troppo geometrici, che darebbero più forza alle angolature e indurirebbero l’insieme. Niente frangia per chi ha il viso tondo, al fine di non assomigliare a... Ollio (ve lo ricordate in Fra’ Diavolo?), né cotonature e volumi sulla testa (ma sulla nuca perché no?) per chi lo ha lungo, per scongiurare l’effetto... Amedeo Modigliani! Il colore giusto 41 n. 4 2013 Probabilmente è però il colore dei capelli a rivelare il carattere di una persona. Chi ama osare sarà aperta alle sperimentazioni in ogni campo e la sua chioma attraverserà varie fasi cromatiche. Chi invece si riconosce nella conservazione e magari non riesce a vedersi in altro modo, si lascerà ingrigire limitando al minimo o addirittura rinunciando a qualunque intervento correttivo. Chi infine va dal parrucchiere un giorno sì e uno no e cambia look praticamente ogni volta tradirà la sua inquietudine: o forse non sa che pesci prendere? Anche qui, al di là delle indoli o del gusto individuale o del momento, sarà opportuno tornare allo specchio di prima e scrutarsi con cura e senza preconcetti, assumendo come imprescindibile parametro di valutazione e quindi di scelta la propria carnagione e la ricerca, se non della felicità, per lo meno di una felice armonia. Sebbene il contrasto a volte sia efficace. Comunque, esistono autentiche teorie operative sui vari tipi di incarnato, come quella che suggerisce di comprendere innanzi tutto se questo abbia tonalità calde (sfumature gialle, rosse o pesca) o fredde (rosa, blu o viola). Alle prime si abbinano in genere chiome bionde, oro, ambra, caramello e bronzee. Per le seconde, vanno bene biondo cenere, castano e nero. Detto questo, una bella chioma per la vostra felicità dipenderà sempre da tre fattori: scelte ponderate per ben indirizzare l’istinto, i consigli di un buon parrucchiere e riconoscervi al termine in pace con voi stesse e con il vostro look. solidarietà n. 4 2013 Credit: Yann Libessart 42 MSF in azione Fare presto e bene: dietro a ogni intervento c’è un lungo lavoro di organizzazione di Sabina Armani Medici Senza Frontiere Onlus via Volturno 58, 00185 Roma Tel 06 88806000 www.medicisenzafrontiere.it [email protected] Per una “Festa senza frontiere”: www.festasenzafrontiere.it 43 n. 4 2013 Per un problema di complessità enorme ci vuole un approccio razionale. MSF, che da sempre interviene laddove si verifica una crisi umanitaria, lo sa bene, e nei suoi oltre 40 anni di attività ha progressivamente affinato strategie e strumenti per operare in modo rapido ed efficace. Cosa serve in una situazione di emergenza? Dall’esterno potremmo rispondere, in modo un po’ scontato, che serve tutto. Vero, ma quel “tutto” non tiene conto in primo luogo della necessità di effettuare interventi rapidi; e poi delle difficili condizioni delle aree nelle quali si va a intervenire, comprese le procedure di importazione dei materiali che, per alcuni Paesi, sono estremamente complicate. Dunque organizzazione e razionalizzazione degli interventi sono due concetti chiave per MSF, che si è dotata di due centrali logistiche (a Bruxelles e Bordeaux) che si occupano del supporto tecnico e della gestione degli ordini che arrivano dalle diverse missioni, dell’acquisto di materiale, della ricerca dei migliori fornitori, dello stoccaggio e dell’invio degli aiuti, medicinali ed equipaggiamenti vari alle missioni. Non solo medicine ed attrezzature mediche, ma anche materiale tecnico come generatori per la produzione di energia (che serve anche per la catena del freddo per il mantenimento dei vaccini), sistemi per il pompaggio e la depurazione dell’acqua, le tende per la prima accoglienza delle popolazioni. E, vero e proprio piccolo gioiello di tecnologia, un ospedale gonfiabile. Leggero da trasportare (in una borsa poco più grande di una sacca sportiva è contenuta tutta la tenda), creato per essere utilizzato in contesti di crisi, nell’immediato periodo post-emergenza, l’ospedale gonfiabile è composto da una serie di tende pneumatiche. L’assemblaggio di diverse tende permette, con un sistema modulare, di comporre in poche ore un vero e proprio ospedale, provvisto di tutti i servizi, dal pronto soccorso alla sala operatoria alla farmacia, necessari al suo corretto funzionamento. La struttura è completamente indipendente da fonti locali di energia e dal sistema idrico locale. È stato utilizzato per la prima volta da MSF nel terremoto del Pakistan del 2005, e poi con successo in altri contesti, tra cui il terremoto di Haiti del 2010 e ora nell’emergenza in Siria. Per la prima volta MSF lo ha presentato in Italia, nei mesi scorsi, in occasione di manifestazioni come il Festival della Filosofia di Sassuolo o il Festival della Scienza di Bergamo. Obiettivo, avvicinare al grande pubblico modalità di lavoro – compreso il grande e scrupoloso sforzo di organizzazione che c’è a monte dell’intervento vero e proprio – che fanno la differenza in contesti di estrema complessità. I visitatori – al fianco degli operatori umanitari – hanno potuto condividere l’esperienza di MSF nella lotta quotidiana per garantire cure mediche di qualità durante guerre e catastrofi naturali. Certo non è come essere “sul campo”, ma certamente chi vi ha preso parte ha capito qualcosa di più. Potete restare aggiornati su iniziative e interventi umanitari in Italia e nel mondo – e dare il vostro contributo – attraverso il sito dell’organizzazione. verdi Natale, il regalo è eco di Enrico Zoi 45 n. 4 2013 Dai libri agli oggetti fai da te, per un dono originale e rispettoso della natura EFFICACE E SICURO PER TUTTI I TUBI IDRAULICO GEL SCHIUMA BI-ATTIVA Previene gli ingorghi ed elimina gli odori FOSSE BIOLOGICHE Cura e prevenzione per le fosse biologiche NIAGARA Tecnologia in granuli per ingorghi difficili E non finisce qui... da gennaio 2014 in arrivo GRANDI NOVITÀ per la tua casa. Agisce in 5 minuti anche con acqua stagnante Se il Natale è la festa più bella dell’anno e se il 31 dicembre e relativo Capodanno rappresentano un momento di speranza e rinascita, anziché affidarci solo alla buona sorte, possiamo metterci del nostro e scegliere doni che, in un modo o nell’altro, siano ecosostenibili. Uno dei regali più tradizionali è il cesto natalizio: possiamo scegliere frutta, ortaggi e dolci di produzione locale, secondo il principio della filiera corta, che garantisce un basso impatto ambientale dal punto di vista dei trasporti e del conseguente inquinamento e una maggiore qualità dei prodotti, che meno viaggiano più buoni e nutrienti sono. Se poi sono biologici è meglio! Altro classico, i libri. Qui si potrà agire sui contenuti, optando per racconti, poesie, fiabe, saggi e inchieste a tema ecologico, contribuendo magari a far sì che chi riceverà il nostro dono possa formarsi una coscienza ambientalista. Se passiamo agli oggetti fai da te, le opportunità si sprecano, anche perché le nostre abitazioni – o quella della nonna o dei vicini di casa – sono sempre stracolme di cose, spesso inutilizzate. Vogliamo realizzare ad esempio delle scatoline a forma di Babbo Natale? Prendiamo una scatola portabottiglie, una maglia rossa, della stoffa rossa, rosa e bianca, un pennarello nero, del fard rosa, fili di lana chiara, colla, una manica di giacca (una che nessuno porta più, mi raccomando!) e del tessuto nero. La stoffa rossa andrà a rivestire la scatola, tranne la parte alta del coperchio, che deve rimanere libera. Per il volto e per barba usiamo come base la stoffa rosa e con il pennarello tratteggiamo gli occhi. Il colorito delle guance arriverà con il fard, mentre la tipica barba di Babbo Natale la possiamo ottenere incollando vicino al viso i fili di lana. Il naso, invece, lo facciamo con un pezzetto di stoffa rosa imbottito. E la manica della giacca? Quella serve a fare il cappello, rivestendo il bordo con una striscia di spugna del colore dell’avorio, così, senza colla: il cappello-coperchio è pronto! Infine, nella parte sottostante della nostra scatolina, incolliamo due pezzetti di stoffa nera: e anche i piedi del simpatico vecchietto saranno pronti! Pure nell’abbigliamento possiamo andare su materiali ecologici: riciclabili, biologici, vegani, ecosostenibili, insomma sani! In commercio, sia in negozio che on line si trova di tutto di più: capi derivati da cotone biologico, eucalipto, bambù, trattati con coloranti naturali, con colori a carota, caffè e indaco naturale. Un’altra idea? Unire l’ecologia alla psicologia o, per lo meno, ad una conoscenza non superficiale ma accurata della persona destinataria del nostro regalo, un dato da tenere presente per non fare doppioni o donare cose che non piacciono. Se commettessimo questo errore, lo spreco sarebbe duplice: del materiale e del denaro. E anche con i soldi bisogna essere sostenibili! È pure per questo che, in generale, è consigliabile evitare regali inutili o, peggio ancora, usa e getta. Quando la scelta del presente sarà stata fatta, facciamo attenzione a imballaggi e confezioni: stiamo sul sobrio e coniughiamo l’estetica con un involucro a basso tasso di produzione di rifiuti. Non è una missione impossibile! 47 n. 4 2013 Spazio alla fantasia giochi Cruciverba 1 2 3 4 5 9 6 7 10 12 13 14 15 8 11 16 17 18 19 20 21 25 26 29 30 34 27 22 23 24 28 31 32 35 33 36 37 38 39 40 41 43 42 44 Sudoku 9 6 9 2 2 3 2 n. 4 2013 5 8 4 4 7 48 4 1 6 5 4 8 7 8 7 6 1 7 2 5 8 7 3 2 ORIZZONTALI 1. Imbeccare o consigliare. 7. Salerno. 9. È ottimo quello extravergine di oliva. 10. Il Giulio Majano maestro del teleromanzo italiano. 12. Un cronista... epocale! 16. Nota cantante e attrice sudcoreana. 17. Uno dei tiranni di Atene. 18. Copiare, imitare. 19. Erminio Macario. 20. Unità di misura di peso cinese. 21. Appartenente alla tribù di Giuda. 25. Otto al centro. 26. Località turistica del Cadore. 29. Non è in... 31. Castelnuovo o Benvenuti, comunque... 32. Touring Club Italiano. 34. Pallido, poco vitale. 36. Non crede in Dio. 37. Il movimento di fine ‘800 per l’affermazione del diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico mediante uno Stato ebraico. 40. Assegnarsi un merito. 43. O viaggiano al collo o con i dolori! 44. A volte lo è un po’ partire. VERTICALI 1. Diffidente. 2. Quello alla terra è il titolo di un noto film di fantascienza. 3. Il nome di Carducci. 4. Lo è Magilla come King Kong! 5. Ravenna 6. Ente Nazionale italiano del Turismo. 7. Sondrio. 8. L’elemento chimico di numero atomico 51. 11. Né mio né suo. 13. La Miranda attrice che esordì negli anni ‘30 del ‘900. 14. Carta Tecnica Regionale. 15. Lo Stato americano che ha per capitale Salem. 19. Escursionisti Esteri. 22. Istituto Nazionale di Ottica. 23. La sigla dell’Uzbekistan. 24. Medici, terapeuti 27. Si credeva che spargessero la peste. 28. Suddivisioni cittadine a volte degne di un... Palio! 30. Deciso, grintoso. 33. Caserta. 35. Funzioni religiose, pratiche sacre. 36. Nome proprio dei Paesi Arabi. 38. International Business Machines. 39. Né mio né tuo. 40. Preposizione articolata plurale. 41. Siracusa. 42. Internet Explorer. tempo libero Libri ROMANZO Expo 58 Jonathan Coe Feltrinelli 280 pp 17 euro SAGGIO Sangue sesso soldi. Una controstoria d’Italia dal 1946 a oggi Giampaolo Pansa Rizzoli 448 pp 19 euro Otto lunghi capitoli dedicati ognuno a un decennio dal dopoguerra a oggi, una storia d’Italia che passa per l’immediata fine della Seconda guerra mondiale, l’antifascismo, il boom economico, gli anni Sessanta e quelli di Piombo, le stragi mafiose, Tangentopoli. Attraverso persone e personaggi: De Gasperi, Moro, Falcone, Berlinguer, Agnelli... Un intreccio di eventi politici e sociali, di aneddoti propri e di costume. Per arrivare fino alle vicende attuali, dei giorni nostri, già storia sulla carta: le elezioni del 2013. Come è stata ricostruita l’Italia dal 1946 a oggi? Il giornalista ce lo racconta attraverso la lente di ingrandimento del sangue, del sesso, dei soldi. Tre parole che, come dice lo stesso autore, “forse fotografano meglio di altre la natura profonda del nostro paese”. ROMANZO Marina Bellezza Silvia Avallone Rizzoli 509 pp 18,50 euro Valle Cervo è, insieme a Marina e Andrea, la protagonista del nuovo libro di Silvia Avallone, che dopo Acciaio racconta ancora una volta un territorio a lei familiare: la provincia, con le sue dinamiche e la sua atmosfera; ma non la provincia immobile e dura stavolta, bensì quella biellese, dai grandi spazi un po’ selvaggi. Proprio quella dove si muovono Marina e Andrea, “ostinati e contrari”: l’uno teso verso un sogno che lo riporterebbe alle origini, alla semplicità della terra e della natura; l’altra tutta desiderio di fama, soldi e carriera. A unire Marina e Andrea sono proprio le differenze: ognuno cerca la propria vetta, lei del successo, muovendo i primi passi nello showbiz come cantante e ballerina al pari di un’artista consumata, lui quella della montagna, dove vorrebbe realizzare il progetto coraggioso quanto inusuale di diventare margaro. 49 n. 4 2013 1958, Belgio. Nel culmine della guerra fredda e ambigua che divide la Nato dai blocchi sovietici, ecco inaugurare l’Exposition universelle et internationale de Bruxelles, il cui intento, in apparenza, sarebbe quello di celebrare il progresso e avvicinare i paesi ma che, in realtà, diventa la facciata ideale per coprire operazioni di spionaggio fra russi e americani. Al centro dell’intrigo internazionale viene a trovarsi Thomas Foley, trentenne belloccio, copywriter del Central Office of Information di Londra, dalla vita lineare e tranquilla. Thomas, belga da parte di madre, viene mandato dal governo a supervisionare la gestione del Britannia, un finto pub in stile inglese costruito ad hoc nel padiglione anglosassone dell’Expo: tempo qualche mese, e la vita di Thomas cambierà completamente. tempo libero n. 4 2013 50 Musica CD Renato Zero Amo - Capitolo II CD Robbie Williams Swings Both Ways Swings both ways: inediti e cover si sommano e danno vita a un album ricco di atmosfere raffinate, leggere e divertite come sapevano regalare i ritmi degli anni ’40 e ’50. L’ultimo lavoro di una delle icone del pop si ispira ancora una volta al genere classico dello swing, alle big band d’antan, al carisma di Dean Martin e di The Voice, mescolando via via repertori d’autore e novità. Già nel 2001 Robbie Williams aveva dato prova di romanticismo e ironia cimentandosi con l’album Swing when you’re winning e con Something’ stupid, la cover cantata insieme a Nicole Kidman, bellissimo tributo a Frank e Nancy Sinatra. Nel suo decimo disco il cantante inglese mescola duetti e collaborazioni con ospiti provenienti da diverse realtà musicali come Lily Allen, con la quale ha inciso una rielaborazione di Dream a little dream, Michael Bublé e Rufus Wainwright. Fra i brani anche quello dedicato alla figlia, Go gentle, e Putting on the Ritz di Fred Astaire. Secondo capitolo per Amo di Renato Zero, al secolo Renato Fiacchini. Il cantautore pubblica il sequel dell’album uscito a marzo 2013 e presentato in Italia con un tour di concerti, ovunque sold out. Anticipato dal singolo Nessuno tocchi l’amore, scritto da Renato Zero e con la musica di Danilo Madonia, già cantato durante l’Amo Tour, Amo - Capitolo II contiene ben quindici inediti per la gioia dei sorcini. Già famoso nel 1973 con il primo disco No! mamma no! e con i successivi, ambigui Mi vendo, Il triangolo, Amaro Madely, il cantautore mantiene da sempre una foltissima schiera di fan che non smette di stupire, rinnovandosi anno dopo anno. Anche ad Amo - Capitolo II seguirà un tour attraverso la penisola, uno show al quale parteciperanno otto musicisti, un’orchestra e un gruppo di ballerini che danzeranno le coreografie del grande Bill Goodson (vi dice nulla Michael Jackson?). CD One Direction Midnights Memories Una boy band inglese costruita a tavolino, nata in seguito al successo di “X Factor” edizione numero dieci, e promossa massicciamente dai social media... gli One Direction, ovvero cinque ragazzi angloirlandesi, hanno centrato il giovanissimo cuore di milioni di fan in tutto il mondo. L’album di debutto, Up All Nights, prevalentemente pop, viene denominato Best British Album nel 2012; ma non solo: dopo aver collezionato alcuni dei premi più importanti del settore, fra cui due BRIT Award e tre MTV Video Music Award, la boy band è il primo gruppo sotto i trent’anni a esibirsi con una tournée mondiale negli stadi (in Italia arriveranno a giugno 2014 con una doppia data). Fra i quattordici inediti del terzo disco, il brano che dà il nome all’album, Midnights Memories, i singoli Best song ever, Story of my life, Diana e alcune collaborazioni con artisti di rilievo. Le soluzioni dei giochi di pag. 48 1 2 8 4 3 9 7 5 6 4 6 9 5 1 7 8 3 2 7 3 5 6 2 8 9 1 4 9 1 7 2 8 3 4 6 5 3 4 6 7 5 1 2 9 8 8 5 2 9 6 4 1 7 3 5 9 1 3 4 2 6 8 7 6 8 4 1 7 5 3 2 9 2 7 3 8 9 6 5 4 1