vivere è stare svegli

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vivere è stare svegli
Vivere è stare svegli
e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio
e non essere scaltri.
Vivere è amare la vita
con i suoi funerali e i suoi balli
trovare favole e miti
nelle vicende più squallide.
Vivere è attendere il sole
nei giorni di nera tempesta
schivare le gonfie parole
vestire con frange di festa.
Vivere è scegliere le umili
melodie senza strepiti e spari,
scendere verso l’autunno
e non stancarsi di amare.
Commento alla poesia
Autore: l’autore della poesia è Angelo Maria
Ripellino. È nato a Palermo il 4 dicembre
1923 ed è morto a Roma il 21 aprile 1978.
Dopo aver trascorso qualche anno in Sicilia
la famiglia si trasferisce, nel 1937, a Roma
dove frequenta l’ambiente del teatro.
Argomento: il poeta racconta che per vivere
bene bisogna concedersi agli altri, non
essere furbi e dare sempre il meglio di sé.
Bisogna amare la vita e trovare delle
soluzioni ai problemi che si presentano.
Infine, bisogna essere felici e non stancarsi
mai di amare.
Analisi formale: La poesia è formata da quattro quartine di versi
liberi. Sono presenti rime alternate
Il poeta usa similitudini e metafore per spiegare come secondo
lui deve essere vissuta la vita.
Tema: il poeta affronta il tema della vita in modo positivo.
Messaggio: il poeta vuole farci capire che vivere non significa
trascinarsi stancamente da un giorno all’altro ma vivere con gioia
e ottimismo, senza esaltarsi e senza disperarsi.
Commento personale: questa poesia ci è piaciuta perché il poeta
ci dice di essere felici e di vivere serenamente.
Vivere è stare bene,
affrontare le avversità
della vita con
gioia e coraggio.
Vivere non significa
cambiare se stessi
per piacere agli altri.
Vivere significa
utilizzare
al meglio ogni momento
come se fosse un dono,
senza sprecarlo.
Vivere è apprezzare
quello che dà la vita
perché alla fine
è tutto ciò
che si ha.