Perché tu mi dici poeta? Anno III° - free entry

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Perché tu mi dici poeta? Anno III° - free entry
Perché tu mi dici poeta?
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Incontro del 26 Settembre 2013
Editoriale a cura d’Andrea Bolfi
Carissimi amici dell’arte…
Cari amici, siamo tornati!
“Poems never die”!
La poesia non può morire, la poesia siamo noi. Siamo entrati virtualmente nel 4° anno, i
numeri ci accompagnano, ma questi non sono i nostri traguardi, il viaggio nella cultura torinese ci
attende.
Un nuovo bisogno primario si profila per la donna e l’uomo moderno, si tratta del bisogno di
leggere i propri versi. Così è nato lo spirito dell’ottovolante, e noi dopo le ritempranti “fatiche” estive
siamo sempre qui a proporre cultura, senza confini, senza nessun vincolo.
Ci siete voi, con le vostre opere, di fronte ad un pubblico più vivo che mai, numeroso come
non mai. Vivo! Che senza di essi non potremmo essere.
La sala è come sempre stracolma dei quadri e della giusta euforia.
Prossimo 8volante 10 Ottobre 2013.
---oooOooo--Ecco il team poetico della serata:
Per Ivana Posti, è sempre un piacere enorme leggere, (torniamo al nuovo bisogno primario che
evidenziavo prima).
Ormai non ha più quell’emozione, quella timidezza, che contraddistingue le prime volte, scorrono
veloci i suoi versi, ella ha creato la giusta empatia con il pubblico, che ascolta sereno e consapevole.
Sembra che cominci a conoscere i versi, talvolta onomatopeici e liberatori, come un’omelia narrata
che non si può perdere. Ivana affronta il dolore che incontra per strada, questo è vento indifferente, un
piumone abbandonato, intriso di sofferenza e bisogno di rispetto, come merce scartata al mercato. Giovani
corpi bambini nella guerra sono sguardi distratti dal mondo. I cocci sono distrutti, ma non si nega il bisogno
della ripartenza, infatti:
SI RICOMINCI DA QUI ADESSO!
Il grido del nostro tempo non è solo il verso conclusivo di Ivana, ma una necessità che tutti sposiamo.
Ricominciamo da qui!!!
NEW ENTRY!
Nicola Salvini, Parola d’ordine trasfigurare la realtà, con le parole, un fenomeno banale nel quale
rischiamo di trovarci. I poeti sono un po’ folli, si dirà anche di brutte creature… (De Gregori), ma son vivi.
Nicola scrive in endecasillabi, ed è un piacere ascoltarlo, perché ci parla di noi, del nostro modernismo così
piccolo, quasi meschino, pronto a tutto. Solo la poesia potrà aiutarci, strizzando l’occhio, come il pesce
d’argento che ha inseguito nel mare attorno all’isola dei Conigli, poco lontano da Lampedusa. Il capitano,
novello Achab è solo con le sue creature abitanti il mare e i suoi sogni affioranti. Ecco la balena, il capitone.
Gli incubi affiorano perché le grotte sono abitate da orrende e pericolose meduse. Il rischio di non
riemergere è sensibile e Nicola ne è consapevole, solo l’ottimismo e la lotta onesta possono salvarci.
Si ritorna sulla terraferma per scoprire la realtà, ma è corretto, il poeta non può limitarsi a sognare
mondi paralleli, vuole interpretare il sociale, l’essenza stessa dell’arte che è la costruzione della vita. Così
insieme a Nicola, possiamo trovare l’equilibrio, possiamo sanare i torti, consolare gli afflitti, nel tempo
dialettico quasi orgasmico che è il presente.
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E’ visionaria Enrica Merlo, il suo verso è libero, non ti lascia come le mucche che guardano il
treno; ti sveglia, ti obbliga, ti vuole titolare sempre in campo.
Benvenuti volanti nei cieli del nord, prigionieri d’amore, con lacci invisibili, tra baci di re e lame di
coraggio.
Ogni tanto devo un po’ morire come l’araba fenice, rinasco con lembi d’anima che si scorgono dentro
da sotto le palpebre. Gli occhi invasi dalle lacrime sembrano laghi sinceri, veri e propri specchi dell’anima.
Nelle scatole dei ricordi solo orgogli rottamati, nemmeno gli amori nascenti, tra gli anfratti di roccia,
possono allontanare con artigli di fuoco una passione vera.
Per quanto tu voglia fuggire lontano, ci siamo necessari, come amanti nel bosco.
Le chimiche stellari ci accompagnano in un orgasmo universale, equilibrio di corporee scottature, si
diviene noi stessi, onomatopeica del verso. Enrica ci porta nel nostro intimo più recondito, solo gli applausi,
ci riportano in superficie, anche se non vorremmo.
Per questo Ottovolante: Perché tu mi dici poeta? Ho scelto la poesia:
I cieli del nord
Ma chi disse che prigionia
e' il mio amore
se un vento gelido
sulla nuca sento
il freddo m'attanaglia
con artigli di fuoco
quando mi sei accanto
lacci invisibili
di crudele ferro spinato
quando vedo il sole all'orizzonte
aleggiano a rimembrarmi
il tuo crudele amore...
Che devo fare
per liberare il mio cuore
che devo fare
per recidere con lama di coraggio
questo amore malato
questo amore consunto
questo amore che
quando giunge confortante
il crepuscolo
e le mie palpebre trovano
pace
riesco con gli occhi di bimba
antica
a rivedere le mani del mio Re
che anche quando era freddo
fuori
mi scaldavano la vita
mi scaldavano il cuore
i baci erano lembi di fuoco ardente
che mai mi ferivano
le carezze petali profumati
sulla mia pelle
e gli occhi suoi, di cieli del nord
sapevano fiorirmi dentro
campanule e crochi di primavera...
Perdona mio principe
il mio divagare
giacche' talvolta scordo
che ogni di' un po'
devo morire.
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NEW ENTRY!
Laura Di Corcia, ama l’arte e cita spesso i pittori, ci immerge in una serie di sensazioni e frasi ad
effetto, che animano questa sala che trabocca d’arte e amore.
Non possiamo permetterci i ritorni… Ecco gli incubi di vetro fragili, come le parole al telefono.
Ha conosciuto paludi di notte, piene solo di mal di testa.
In fondo possono essere mammelle da succhiare a bocca aperta, tra suoni di carezze, sputi e grida.
Caravaggio e Santi, le emozioni dei colori, toccati dal vivo, perduti nella storia, ammazzati dalla
fretta.
Belli i passaggi nel “ragazzo” di Modigliani amato troppo in fretta, come petalo smarrito, riassunto di
lunghi inverni. Ombra di fumo; assiomi come vedette.
C’è un tempo poetico anche per l’algebra e la statistica. Laura è una poetessa Svizzera che si
ascolterebbe per ore.
Elena Bonassi, si presenta con le piccole cose, un libriccino di poesie intitolato appunto “Nugae”.
Un minimalismo che ci è sempre piaciuto, perché onesto, puro, sincero.
Vorrei poterti dire… niente.
Il mostro a sette teste è tornato, lo abbiamo accudito, cresciuto, il consumo si è impadronito del
minimo buon senso. Il mondo si è perso come pure i Re Magi non riconoscono la Stella Maestra. Elogio
della contraddizione.
Brava Elena nella scelta del ritmo poetico musicale, nel far coesistere verso e jamming reggae. E’
pura armonia quando ci racconta:
Con la canzone, mia nonna frullava nella sua testa il mio futuro (del poeta ndr.)
Scrive anche in viaggio Fabrizio Tiberio: il mare della Versilia, un sottopasso di giallo immerso,
sfregio d’asfalto mai finito, sono le foto prese da una cabrio in corsa, come vorrebbe il nostro.
Una ragazzina bionda con il suo cane, ci risveglia, un po’ stonati, come necessario alla fine
dell’estate. Quel “purtroppo”, che in evidenza, non vorremmo, come la voce di lei che il vate instancabile
ricerca.
Sono sentieri sabbiosi, aggiungo del tempo, come a sottolinear la fine d’un epoca, della storia, del
viaggio, come se il traguardo, in questo caso, divenisse più importante a ridurre la pena del vivere.
Anche Fabrizio affronta così il cambio prospettico, autunnale tormento del poeta.
“Poesia è il mondo, l'umanità, la propria vita, fioriti nella parole; è la meraviglia di un
delirante fermento”.
Giuseppe Ungaretti
Apprestopoesia!
REGALATE POESIA!
LEGGETE e FATE LEGGERE POESIA!
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Andrea Bolfi
---oooOooo--Post scriptum: Farò partecipe il lettore delle mie impressioni a caldo durante l’ascolto appassionato
dei testi girati sull’8volante, rispetto agli appunti raccolti.
Considerando che si tratta d’elaborazioni non critiche, ma semplicemente di acquarelli poetici.
Naturalmente non si ha la presunzione di aver raccolto tutta la poesia della serata. Chiedo scusa
preventivamente per eventuali omissioni.
Ricordo altresì che sarà utile avere la presenza dei poeti, a prescindere dalla propria lettura, vi prego
di presenziare alla lettura dei vs. colleghi per aumentare l’eventuale contraddittorio e la crescita.
Per le prenotazioni è necessario spedire una richiesta di partecipazione all’indirizzo:
[email protected]
specificando: nome, indirizzo @, n° di telefono e data partecipazione.
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