FONTI PER LA POESIA DEL DOLCE STIL NOVO 1. Canto XXIV , vv

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FONTI PER LA POESIA DEL DOLCE STIL NOVO 1. Canto XXIV , vv
FONTI PER LA POESIA DEL DOLCE STIL NOVO
1. Canto XXIV , vv. 49 – 63 del Purgatorio dantesco.
Dante incontra Bonaggiunta Orbiccciani. Dante prende le distanze da ogni tipo di poesia che ritiene superata,
come quella di Guittone, poeta aspro, poco lineare mentre egli propo9ne una poesia melodica, lineare, limpida
che vede una totale aderenza del poeta all’ispirazione del Dittatore, verità trascendente, divina.
“Ma dì s’i’ veggio qui colui che fore
trasse le nove rime, cominciando
Donne ch’avete intelletto d’amore.
E io a lui: ‘I mi son un che quando
Amor1 mi spira noto e a quel modo
Ch’e’ ditta dentro vo significando2.
O frate, issa vegg’io – diss’elli – il nodo
Che ‘l Notaro e Guittone e me ritenne
Di qua dal dolce3 stil novo4 ch’i’ odo.
I’ veggio ben come le vostre penne
Di retro al dittator sen vanno strette,
che de le nostre certo non avvenne;
e qual più a riguardar oltre si mette,
non vede più dall’uno all’altro stilo.
E, quasi contentato, si tacette”.
1
Amore. Essenza dell’amore, di ispirazione divina. Verità
Vo significando. Traduco. Il poeta non inventa, trascrive solo il messaggio di Dio
3
Dolce. Per forma e per struttura
4
Novo. Per tematica
2
2. San Paolo, Lettera ai Galati.
Esprime la metafora fondamentale degli Stilnovisti. Gli Apostoli devono propagandare la dottrina significante
spiritu sancto, portavoci di una volontà che deriva da Dio.
“Or, la prova che voi siete figli, sta nel fatto che Dio mandò lo Spirito Santo (del figlio suo)
nei vostri cuori”
3. Riccardo da San Vittore, Tractatus de gradibus charitatis.
Si deve a Mario Casella la riscoperta come fonte di questo trattato, in cui sono espressi concetti che vedono in
relazione il fedele, l’uomo e Dio.
“La materia d’amore o è tutta dentro o non è in nessun luogo, perché non trasmette secreta
della sua dolcezza dall’esterno verso lo interno, ma invece la trasmette dall’interno
all’esterno. Perciò parla degnamente d’amore soltanto chi organizza parole secondo quanto
gli detta il cuore. Vorrei ascoltare colui che fosse capace di intingere la penna della lingua
nel sangue del cuore.”
4. Dante, De Monarchia, III, 4
“Infatti non si pecca in Mosé, in David, in Giacobbe, in Matteo, in Paolo, ma nello Spirito
Santo che parla in loro. Infatti, sebbene siano molti gli scribi della parola di Dio, tuttavia
unico è i Dettatore, ncioé Dio, che si degnò un tempo di spandere, distribuire la sua buona
disposizione attraverso le penne di molti.”
5. Dante, Vita Nuova
“Amore non è per sé come sustanzia, ma è uno accidente in sustanzia”