CNOP - ORDINE DEGLI PSICOLOGI

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CNOP - ORDINE DEGLI PSICOLOGI
CNOP - ORDINE DEGLI
PSICOLOGI
Rassegna Stampa del 03/06/2010
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INDICE
CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI
02/06/2010 Corriere delle Alpi - Nazionale
Stress da lavoro, incontro con l'Unione
9
PSICOLOGI E PSICOLOGIA
03/06/2010 Il Sole 24 Ore
Jobs: «Vince l'informazione di qualità»
11
03/06/2010 Il Sole 24 Ore
«Più competitivi con l'euro a 1,20»
14
02/06/2010 La Repubblica - Nazionale
Dal ginseng all'aglio le false promesse delle erbe curative
17
02/06/2010 La Repubblica - Roma
Intercettazioni, l'università dei detective
19
02/06/2010 La Repubblica - Milano
Un noir psicologico per i fratelli Gentili
21
03/06/2010 La Repubblica - Torino
"Precari e malati psichici"
22
03/06/2010 La Repubblica - Torino
L'allattamento diventa flessibile per le mamme dell'ospedale
23
02/06/2010 Il Resto del Carlino - Ascoli
Psicologia da Rinascita
24
02/06/2010 Il Resto del Carlino - Rimini
Piaga bullismo, tra le vittime bambini di appena sette anni
25
03/06/2010 Il Resto del Carlino - Rovigo
Transessualità in Polesine I dati della prima ricerca
26
03/06/2010 Avvenire - Nazionale
L'aborto, un progresso sociale? I dubbi della Spagna
27
03/06/2010 Il Foglio
Un gesuita razionale contro il "panico morale" della pedofilia
28
03/06/2010 Il Tempo - Molise
Imparare a gestire lo stress, se ne parla in un convegno
30
01/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - BARI
POLIGNANO / Stasera alle 19 un convegno «La relazione interpersonale ai tempi di
facebook» .
31
01/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - NORDBARESE
«Diversamente uguali» in estate parte il progetto di animazione
32
02/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - BRINDISI
Assistenza psicologica ai malati di cancro
33
03/06/2010 La Nazione - Pistoia
Stalking, voto bipartisan per «intercettare» le molestie
34
RIFORMA DELLE PROFESSIONI
03/06/2010 Corriere della Sera - NAZIONALE
Lo stop all'albo unico dei professionisti
36
03/06/2010 Il Sole 24 Ore
Gli Ordini non hanno paura della modernità
37
03/06/2010 La Repubblica - Nazionale
IL BAVAGLIO AVVELENATO
38
02/06/2010 Il Messaggero - Nazionale
Auto, vendite in calo del 13,8% La quota Fiat scende sotto il 30%
39
03/06/2010 Finanza e Mercati
Il taccuino dell'investitore
40
02/06/2010 Il Gazzettino - UDINE
Professioni, riforma «urgente»
41
02/06/2010 Il Gazzettino - PADOVA
Ingegneri, ecco la Fondazione
42
02/06/2010 Libero - Nazionale
Il piano della Rai per far fuori Ruffini
43
02/06/2010 Il Secolo XIX - Nazionale
A OTTOBRE LA PRATICA TORNERÀ IN REGIONE L'UNICA INCOGNITA ORA SONO
LE OSSERVAZIONI
45
02/06/2010 ItaliaOggi
Più soldi ai legali dei comuni
46
02/06/2010 ItaliaOggi
Appuntamenti
47
03/06/2010 ItaliaOggi
Basta con le riforme strutturali
48
03/06/2010 ItaliaOggi
Una partita doppia per gli ordini
51
03/06/2010 ItaliaOggi
Basta con le riforme strutturali
53
03/06/2010 L Unita - Nazionale
Romani: «Rainews24 e Tg3 fanno danni» Il Pd: «Intollerabile lista di proscrizione»
56
01/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - FOGGIA
Genio civile «Sbloccate le pratiche giacenti nella sede foggiana»
57
02/06/2010 MF
Sgr immobiliari, stretta sui valutatori
58
02/06/2010 Il Sole 24 Ore - NordEst
Polizze ad hoc per i medici
59
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI
02/06/2010 Corriere della Sera - MILANO
Expo, Stanca: il problema non è il mio stipendio
62
03/06/2010 Corriere della Sera - MILANO
Cisl, stati generali a Pontida «Sì ai contratti regionali»
63
02/06/2010 Il Sole 24 Ore
Al convegno nel dì di festa
64
02/06/2010 Il Sole 24 Ore
NOTIZIE In breve
65
02/06/2010 Il Sole 24 Ore
Swisscom cerca l'intesa con la rivale Telecom
66
03/06/2010 Il Sole 24 Ore
Compenso zero per cda e collegi
67
03/06/2010 Il Sole 24 Ore
Così lo sviluppo paga il conto
69
03/06/2010 La Repubblica - Genova
Rifiuti, Tursi lancia la cura dimagrante
71
03/06/2010 La Repubblica - Nazionale
UNA MANOVRA, DUE ITALIE
73
03/06/2010 La Repubblica - Napoli
Scontro finale sulla giustizia
75
02/06/2010 Il Resto del Carlino - Bologna
Il Comune rinnova l'offerta dei voucher per lavori a tempo
77
01/06/2010 Avvenire - MILANO
Al Forum di Assago in 5mila da tutta Italia per un concorso e il sogno del posto fisso
78
02/06/2010 Il Giorno - Nazionale
A Eire debutta la maggiore esposizione di social housing
79
01/06/2010 Il Mattino - SALERNO
Inps e Inaii ricevono la menzione di Brunetta
80
02/06/2010 Libero - Nazionale
Boccia sfida i compagni di partito e il sindacato «Alziamo l'età pensionabile e diamo
un taglio ai vitalizi»
81
02/06/2010 ItaliaOggi
E gli italiani dicono sì al marketing su cellulare
83
03/06/2010 ItaliaOggi
L'immobiliare riparte da federalismo demaniale e social housing
84
01/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - BARI
E il 10 giugno consiglio monotematico
85
01/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - BASILICATA
Una «rete territoriale» delle imprese per velocizzare i tempi della burocrazia
86
01/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - BRINDISI
Concorsi nel Salento Le opportunità arrivano via Internet .
87
02/06/2010 La Nazione - Pisa
Nasce «Iurap» azienda spin off per l'innovazione e l'assistenza
90
03/06/2010 La Nazione - Firenze
Comune: informazioni e iscrizioni via computer
91
02/06/2010 MF
Manovra, la lista dei tartassati. I ministri si auto-salvano
92
02/06/2010 MF - Sicilia
Precari, si cerca la soluzione
93
02/06/2010 Il Sole 24 Ore - Sud
Fare rete sul territorio per reagire alle crisi
94
03/06/2010 Il Fatto Quotidiano - Nazionale
22MILA PRECARI MARCIANO IN SICILIA
96
03/06/2010 Il Fatto Quotidiano - Nazionale
Il futuro nero dei bianchi afrikaner
97
02/06/2010 Il Sole 24 Ore - Lombardia
Meno consulenti in regione Budget ridotto a 127mila euro
99
02/06/2010 Il Sole 24 Ore - Lombardia
Il sindacato diventa federalista «Patti locali sulla produttività»
101
02/06/2010 Il Sole 24 Ore - Lombardia
In un portale ipertecnologico tutto il repertorio della Scala
103
02/06/2010 Il Sole 24 Ore - Roma
Trasparenza oltre la privacy
104
UNIVERSITA
02/06/2010 Il Sole 24 Ore
Senza lavoro ai massimi dal 2001
106
03/06/2010 La Repubblica - Napoli
L'università in piazza
108
03/06/2010 La Stampa - NAZIONALE
Tra i cacciatori dei tumori che verranno
109
03/06/2010 La Stampa - BIELLA
E dopo il vulcano tutti sulle tracce di Neanderthal
111
03/06/2010 Il Messaggero - Nazionale
Manovra, i tagli alla ricerca e il futuro del Paese
112
03/06/2010 Il Resto del Carlino - Bologna
«Che fine ha fatto il codice etico dell'Università?»
113
02/06/2010 Avvenire - Nazionale
Una «carriera» all'inverso L'università dopo gli stage
114
03/06/2010 Avvenire - Nazionale
Sterilità: meglio la chirurgia della provetta
115
01/06/2010 Il Gazzettino - NAZIONALE
01/06/2010
117
02/06/2010 Il Mattino - NAZIONALE
Alla pace non serve un capro espiatorio
118
03/06/2010 Il Tempo - Lazio Nord
Onorificenza in Slovacchia al prof. Grego
120
02/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - TARANTO
Nuovi diritti e nuove economie confronto tra gli studiosi
121
03/06/2010 La Nazione - Umbria
Nuova sede di Medicina L'Ateneo se ne lava le mani
122
03/06/2010 Famiglia Cristiana
Libera Università di Bolzano
123
02/06/2010 Il Sole 24 Ore - NordEst
Precari verso il blocco dei corsi
125
02/06/2010 Il Sole 24 Ore - Lombardia
L'authority alimentare dell'Expo potrebbe dare un futuro alla città
128
03/06/2010 Sette
LA SOLITUDINE DEI RICERCATORI
130
CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE
DEGLI PSICOLOGI
1 articolo
02/06/2010
Corriere delle Alpi - Ed. nazionale
Pag. 15
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
AGORDO
Stress da lavoro, incontro con l'Unione
AGORDO. Il gruppo giovani imprenditori dell'Unione artigiani e piccola industria di Belluno sta promuovendo
l'informazione alle aziende sulla valutazione del rischio stress lavoro-correlato, con la collaborazione tecnica
dell'Ordine degli psicologi della provincia di Bolzano. Domani alle 19 se ne parlerà nella sede dell'Unione
artigiani ad Agordo. Obiettivo degli incontri - in vista del nuovo obbligo fissato per il primo agosto - è quello di
analizzare opportunità e strumenti a disposizione. «Proprio sull'informazione punta il gruppo giovani
imprenditori per affrontare il problema», spiega il presidente Renato Franceschi. Sono previsti durante la
serata gli interventi di Antonella Randazzo e di Luca Libanora .
CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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PSICOLOGI E PSICOLOGIA
17 articoli
03/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 24
(tiratura:405061)
Jobs: «Vince l'informazione di qualità»
L'iPad? È un prodotto veramente magico, nel mondo ne vendiamo uno ogni tre secondi IL FORNITORE Ieri
un'altra morte «sospetta» alla taiwanese Foxconn «Tasso di suicidi inferiore alla media, ma abbiamo inviato
in loco un team di psicologi » L'ORGANIZZAZIONE Per il fondatore della casa di Cupertino il segreto è
restare una start up: «Sapete quanti comitati abbiamo nella struttura? Zero»
Mario Platero
RANCHO PALOS VERDES (Los Angeles)
Dal nostro inviato
I giornali? Sono il futuro: è una questione di democrazia. La provocazione controcorrente è un "boost" per la
valle di lacrime dell'editoria tradizionale. Anche perché viene da un "oracolo".
Da uno che oggi ha meglio di ogni altro al mondo il polso del consumatore avanzato. E che non improvvisa:
Steve Jobs in persona, «l'uomo migliore di cui dispone oggi l'America», come ci ha detto Rupert Murdoch,
gran "patron" del D8, quando lo abbiamo incontrato al Terranea resort di Rancho Palos Verde a questo
convegno annuale del WSJ sull'economia digitale.
È qui che ieri notte Jobs ha aperto il cuore e il cervello in una due ore spettacolare per intensità,
"showmanship" e visione della nuova frontiera nell'era digitale.
Per i media, il messaggio di Jobs è articolato. Senza giornali, senza content "serio", senza il rigore, la
credibilità, l'equilibrio, del giornalismo tradizionale si corre un rischio: «Guai a discendere, a trasformarci solo
in una nazione di bloggers» dice. Una frase che ha fatto instantaneamente migliaia di giri su Twitter. Poi
continua: «Se una democrazia vuole funzionare seguendo un processo libero e sano ha bisogno
dell'informazione di qualità... mi riferisco a giornali come il Washington Post, il New York Times, il Wall Street
Journal. Restano centrali al processo...».
La soluzione? Il pagamento del "content". Jobs non ha dubbi. Ci sarà sempre un consumatore disposto a
pagare per la qualità. E offre un modello: «trovate il prezzo giusto, puntate alla quantità... servite il vostro
consumatore... dovete conoscerlo a fondo... Scoprirete che è pronto a pagare in rete. E oggi è molto più
reattivo a un prezzo equo di quanto non fosse solo sei mesi fa...». Poi prende un impegno: dopo aver salvato
il settore discografico e quello cinematografico cercherà di salvare anche i giornali: «Con l'iPad stiamo già
cominciando a farlo».
Troviamo Steve Jobs, jeans e maglietta nera, appollaiato su una poltrona rossa, con le ginocchia abbracciate
sul petto nella hall del Terranea, questo resort sopravvissuto alla crisi immobiliare, costruito su una piccola
penisola che si allunga sul Pacifico, protesa verso l'isola di Catalina. È aperto, disponibile, pronto a parlare.
Da vicino, "Steve", come lo chiamano tutti, è anche più magro di quello che sembrava quando lo abbiamo
visto recentemente in televisione.
In questa sua magrezza è fragile. A un certo punto fa un riferimento alla vita e alla malattia che lo ha
aggredito. Ma il carisma è imbattibile. Lo vedi da come tiene in pugno la folla del D8, 600 persone "live",
esigenti, critiche, parte intima delle tribù informatiche. È ascetico, ha la barba che sembra incolta di tre o
quattro giorni, ma poi vedi che è perfettamente curata.
Poco prima aveva parlato per due ore al grande happening digitale che è diventato il "D" (8 sta per l'ottavo
anno) intervistato da Walt Mossberg e da Sarah Swisher punte del giornalismo digitale del WSJ, ideatori del
convegno. Con loro, e con il dialogo con il pubblico, ha dato notizie chiave e altri messaggi oltre a quello sui
giornali, focalizzando il tema centrale sull'era del post Pc , nella quale, dice, «forse ancora non lo sappiamo...
ma ormai ci siamo entrati di getto...».
E ci offre un'analogia: «Quando eravamo una nazione di agricoltori erano i camion ad andare per la
maggiore. Con l'urbanizzazione hanno prevalso le auto, più curate nella tecnologia, più facili, più mobili. Il Pc
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Internet. Il numero uno di Apple: «I giornali restano centrali nel processo democratico: guai a diventare solo
una nazione di blogger»
03/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 24
(tiratura:405061)
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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è come il camion: resterà, ma ci sarà una migrazione. L'iPad è magico. Mi prendono in giro quando lo dico.
Ma lo penso davvero, è magico. E capisco che questo agiti il mondo del Pc, incluso il nostro, quello dei Mac».
Definisce "surreale" il sorpasso di Microsoft per capitalizzazione e aggiunge: «Ma non è per quello che
veniamo ogni giorno al lavoro, veniamo, e lo dico davvero, per l'eccitazione di realizzare grandi prodotti per la
gente».
È su questo, sulla filosofia del lavoro, sulla dedizione, sull'etica inflessibile che regola le operazioni Apple,
che insiste, elabora, racconta, con passione travolgente, dando anche lezioni di management: «Sapete
quanti comitati abbiamo nella nostra struttura? Zero. Siamo enormi, ma manteniamo lo spirito di una start up.
Se le idee devono nascere e circolare occorre abbattere le gerarchie. Abbiamo un responsabile di prodotto e
la sua squadra. Punto e basta. E io passo il mio tempo a incontrarmi con le squadre al lavoro. E sono
fortunato perché è il lavoro migliore del mondo e la gente è straordinaria».
Su Adobe, su "flash" che manca all'Ipod - grande polemica nel post debutto - esplode: «Ci sono tecnologie
che sono alla primavera, altre all'estate o all'autunno o alla fine. Flash è alla fine. Non l'abbiamo incluso
perché non possiamo fare tutto. Dobbiamo scegliere i cavalli vincenti. Oggi la tecnologia chiave è HTLM 5. Ci
sarà qualcuno insoddisfatto? Lo saranno sempre in meno. Se Adobe cambia le applicazioni, vedremo, ma lo
promettono da troppo tempo....».
Poi, seccato per le punzecchiature di Mossberg, dice: «Faremo pure qualcosa di buono se vendiamo un iPad
ogni tre secondi...».
Nel suo rapporto con il pubblico Jobs è ispirato. Ad esempio quando parla della sua vision per un mondo
digitale più semplice, per le nuove frontiere delle applicazioni «che ancora non possiamo immaginare». Non
vuole scendere in campo contro Google per i motori di ricerca, ma intende penetrare il mercato della
pubblicità «perché ci consentirà di dare aiuto ai nostri developer di applicazioni, perché potremo modificare
alcune cose essenziali, ad esempio consentire di non "uscire" dal sito dove ti trovi se per caso vedi una
pubblicità...».
È serio quando affronta la polemica su Foxconn, il suo fornitore di iPad, il conglomerato cinese che occupa
400mila persone e che ha registrato negli ultimi tempi un impressionante numero di suicidi. Il colosso
taiwanese, pochi giorni fa, anche in seguito a queste polemiche, ha deciso di aumentare gli stipendi in media
del 20 per cento.
Ieri, la notizia di un'altra morte di un operaio, anche se l'azienda nega vi sia una correlazione tra il decesso e
le condizioni di stress e affaticamento dovute ai turni.
«La Apple - spiega Jobs - non sceglie a caso. Andiamo a visitare il fornitore primario, quello secondario fino
a quello terziario e Foxconn non è un "swetshop", "da lavori forzati", crea condizioni di lavoro ideali. Voglio
anche dire che il tasso di suicidi in America è di 11 su centomila. Quello di Foxconn di 7 su centomila.
Quando sei enorme certe cose possono succedere... detto questo abbiamo inviato una squadra di esperti e
psicologi per accertare la situazione...».
Torna spiritoso quando racconta dettagli inediti sul furto dell'iPhone nuovo modello, in un bar: «Dovrebbero
fare un film, c'è tutto, il furto, il sesso la suspense».
È Romantico quando ricostruice la storia: prima è nato il "tablet", poi l'iPhone, poi di nuovo il tablet «anni e
anni di lavoro».
Poi ritorna sulla vicenda del furto iPhone e cambia timbro: «Quando lo abbiamo recuperato mi hanno
consigliato di lasciare perdere. Ma si è trattato di un furto, di un tentativo di estorsione e di una vendita
illegale. Ho riflettuto molto. Il nostro principio di fondo, la nostra storia è sempre stata quello del rispetto di
valori etici. E ho deciso: non è un principio che abbandoneremo solo perché siamo diventati più grandi».
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I NUMERI DEL SUCCESSO
234 miliardi
03/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 24
(tiratura:405061)
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La capitalizzazione
Nei giorni scorsi Apple ha superato Microsoft
13,5 miliardi
Il fatturato
Per Apple vendite a 13,5 miliardi di dollari nel primo trimestre 2010
2 milioni
Le vendite di iPad
Con il lancio fuori dai confini Usa il tablet ha superato i 2 milioni
17mila
I dipendenti
Secondo l'ultimo dato ufficiale gli addetti sono oltre 17mila
Foto: Il guru. Steve Jobs al convegno annuale Wsj sull'economia digitale
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
13
03/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 25
(tiratura:405061)
«Più competitivi con l'euro a 1,20»
L'area dei paesi emergenti, agganciata al dollaro, è quella con i tassi di crescita maggiori CONSEGUENZE I
benefici, soprattutto per le aziende maggiori, sono attesi più nel medio che nel breve periodo. Però i vantaggi
psicologici sono già evidenti
Paolo Bricco
Cristina Jucker
MILANO
In dodici mesi ha perso più dell'11% rispetto al dollaro (e alle altre valute legate alla moneta Usa). Sarà l'euro
debole a rilanciare la competitività del made in Italy?
«Per l'industria italiana di tutti i settori - sostiene Fabio Storchi, presidente di Comer Industries, media
azienda specializzata in applicazioni industriali e per macchine agricole - questo mutamento dei corsi
monetari rappresenta un toccasana. Abbiamo sofferto moltissimo con un cambio fra 1,35 e 1,50. Il punto di
equilibrio è 1,20: consente di avere bilanci più equilibrati e permette di spingersi con più forza fuori dall'area
euro, Stati Uniti e Asia in primis».
È proprio questo il punto: l'euro debole avvantaggia le merci italiane nelle aree del dollaro e in quelle
agganciate alla moneta americana. Che sono quelle a maggior tasso di crescita. Dunque, diventa più facile
per i nostri imprenditori piazzare i loro prodotti in quei mercati, i più dinamici, che oggi valgono
abbondantemente più di un terzo del nostro export. Dunque l'euro debole una mano la dà, gli imprenditori ne
sono convinti e considerano gli aspetti positivi superiori a quelli negativi, che non mancano. Un po' in tutti i
settori. «Per chi produce in Italia il rafforzamento di dollaro e yen è sicuramente positivo, anche se, nella
grandi aziende soprattutto, i benefici si manifesteranno più nel medio periodo che nel breve» sostiene
Michele Norsa, amministratore delegato di Ferragamo, storica azienda fiorentina di moda. Però, aggiunge,
«alcuni risultati si vedono già: il retail in Europa sta crescendo, trainato dagli acquisti degli stranieri. L'effetto
psicologico dato dal vantaggio di comprare in euro aumenta la propensione all'acquisto di chi viaggia». Ma in
generale i benefici si vedranno più avanti. Spiega Carlo Alberto Corneliani, presidente e a.d. dell'omonima
azienda di abbigliamento mantovana, «per quest'anno i giochi sono fatti. L'anno prossimo ci saranno
sicuramente dei benefici, sempre che i mercati assorbano le vendite». «Che l'euro debole aiuti l'export anche
in paesi come Gran Bretagna, Giappone o Corea è pacifico - conferma Carlo Rivetti, presidente e a.d.di
Sportswear Company (marchio Stone Island) - ma attenzione: chi è molto sbilanciato sulle lavorazioni
all'estero avrà un aumento dei costi». Vuol dire che ci sarà qualcuno che tornerà a produrre in Italia? «Forse
sì. I costi crescenti legati all'euro e le quantità calanti richieste dal mercato rendono meno efficienti le
lavorazioni all'estero». Gian Giacomo Ferraris, a.d. di Versace, spiega che la maison milanese «compra
alcune materie prime in dollari e anche alcune linee vengono prodotte all'estero, in dollari. Ma il loro peso non
incide in modo significativo sul bilancio. In ogni caso - aggiunge - valuteremo al momento opportuno
l'eventuale spostamento di produzione o acquisto di materie prime nella zona euro».
Le materie prime, appunto: sono la nota dolente. Nel caso della lana, racconta Pier Luigi Loro Piana, che
guida l'azienda omonima con il fratello Sergio, «tra l'aumento della domanda dovuto sia alla ripresa sia a
fattori di tipo speculativo, una minor produzione (in Mongolia, per esempio, quest'inverno un freddo polare ha
ucciso molti capi di capre da cashmere) e la debolezza dell'euro, i costi da un anno a questa parte sono saliti
del 30-40%. Un aumento duro da far digerire sul mercato europeo. I benefici ci sono solo per chi esporta
nell'area del dollaro».
Anche nell'arredamento l'aumento della materie prime si fa sentire, ma in misura minore. «Tra acciaio,
metalli e vernici gli aumenti annunciati dai nostri fornitori si aggirano sul 5%: ritoccare i listini sarà quindi
inevitabile - spiega Roberto Gavazzi, ceo di Boffi, produttore di cucine e bagni d'alta gamma - ma nel
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Scambi. Gli imprenditori italiani valutano con favore la discesa della moneta unica anche se l'effetto è mitigato
dagli aumenti delle materie prime
03/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 25
(tiratura:405061)
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
frattempo le nostre filiali all'estero comprano a prezzi più bassi e quindi possono essere più flessibili. Il
ribasso dell'euro è una leva in più in un momento in cui tutto sta riprendendo, gli Stati Uniti sono ripartiti e
l'Asia va bene». Il mercato sta andando bene anche per B&B, la più grande azienda di arredamento italiana.
«In questi mesi la crescita per noi è a due cifre - sostiene l'a.d. Stefano Ferro - e l'euro intorno a 1.20 sul
dollaro è una grande opportunità per ristabilire rapporti di giusta concorrenza». Ma alla fine, la cosa davvero
importante per le aziende è la stabilità delle valute: «Questa crea dei vantaggi, mentre le oscillazioni rapide
espongono comunque a rischi» sottolinea Loro Piana.
Di certo, il nuovo corso del cambio fra dollaro e euro sta modificando il rapporto delle aziende italiane prima
di tutto con gli Stati Uniti. Che, al di là della crisi finanziaria e dei nuovi assetti geo-economici, rappresentano
ancora il primo mercato al mondo e il principale serbatoio di tecnologie. Osserva Gianfranco Carbonato,
presidente dell'Unione industriale di Torino e fondatore di Prima Industrie, media impresa basata sulle
tecnologie laser che ottiene un buon 15% dei suoi ricavi negli Stati Uniti: «Per chi produce e vende in
America, c'è un bilanciamento valutario naturale. Certo, i conti restano strutturalmente più equilibrati. Ma il
vantaggio vero riguarda l'aumento della nostra capacità di penetrazione in Asia, la nuova frontiera, dove le
divise sono ancorate al dollaro. È lì che l'euro debole produce il beneficio maggiore».
Sul capitolo americano interviene, sottolineando una potenzialità negativa, Ubaldo Libertino, amministratore
delegato della Bj Consulting, società Ict specializzata in sicurezza: «Bisogna stare attenti - dice l'imprenditore
- perché l'euro debole significa anche che l'acquisto di tecnologie americane diventa meno conveniente. Ci
sono segmenti molto sofisticati dove alcuni software si trovano soltanto là. E per chi fa artigianato high tech il
rafforzamento del dollaro potrebbe diventare un costo non semplice da sopportare. Non sempre la
concorrenza rende omogenei i prezzi».
Bisognerà poi vedere cosa capiterà sul medio periodo: «Non dimentichiamoci - osserva Roberto Siagri,
fondatore di Eurotech, società specializzata in nanocomputer - che la media degli ultimi sei mesi in realtà non
si discosta particolarmente da quella di un anno fa. E tre anni fa questo era il cambio. Il problema, dunque, è
la tenuta di lunga durata dei nuovi equilibri monetari che, senz'altro, avvantaggiano le imprese italiane».
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I PROTAGONISTI
Gianfranco Carbonato
Presidente Prima Industrie
«Sale la nostra capacità di penetrazione in Asia dove le monete sono collegate al dollaro»
Roberto Siagri
Fondatore di Eurotech
«Il problema vero è rappresentato dalla tenuta di medio periodo dei nuovi cambi»
Fabio Storchi
Presidente Comer
«Abbiamo sofferto moltissimo con il cambio nel range fra 1,35 e 1,50. L'equilibrio è a 1,20»
Michele Norsa
Amministratore delegato di Ferragamo
«In crescita le vendite dei negozi in Europa, trainate dagli acquisti degli stranieri»
C. Alberto Corneliani
Presidente del gruppo Corneliani
«I benefici per le aziende ci saranno ma si vedranno più avanti, sempre che i mercati restino positivi»
Roberto Gavazzi
Amministratore delegato di Boffi spa
03/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 25
(tiratura:405061)
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
16
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
«I fornitori hanno già annunciato aumenti: sarà inevitabile a fine anno un ritocco ai listini»
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IMAGOECONOMICA
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INFOPHOTO
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Foto: Traffici. I container tornano a riempirsi di prodotti italiani
02/06/2010
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 19
(tiratura:710716)
"Integratori, regole incerte e spot ingannevoli" Il settore cresce e le norme non riescono a stare al passo.
Negli Usa è allarme
ALESSANDRA RETICO
ROMA - Compri gheriglio di noce, invece è Viagra. Prendi il ginseng, previene il cancro dice la pubblicità.
L'aglio è invece fenomenale contro il diabete,e ginkgo biloba combatte l'Alzheimer.
Tutto falso, gli integratori alimentari compresi quelli alle erbe non fanno miracoli. Eppure nel magico mondo
della natura ridotta in bustine, pilloline, pappine, spremuta in flaconi, fiale, gocce, l'inganno è sempre in
agguato. Il settore cresce, la normativa si evolve, eppure è difficile stare dietro all'inventiva dei produttori di
compresse e tavolette "naturali", ai rimedi che la fabbrica della creatività salutista ha apparecchiato sulle
nostre tavole.
Un italiano su tre prende integratori, il 50 per cento degli americani ne è innamorato. Il marketing li vende per
dimagrire, far crescere i capelli, concentrarsi, stare genericamente bene. Se è onesto. Altrimenti i messaggi,
drammaticamente, sono molto lontani dal vero. A Firenze pochi giorni fa i Nas hanno sequestrato 5275
confezioni di "Jugran 400", a base di estratto di gheriglio di noce e venduto nelle farmacie e nelle erboristerie
di tutta Italia senza ricetta come rimedio naturale contro la disfunzione erettile. Invece è una specie di Viagra
made in China: le compresse, 85 euro per 10 pastiglie, contenevano un derivato della molecola di Sildenafil, il
principio attivo della pillola blu, e anche tracce di sibutramina, sostanza che provoca la diminuzione
dell'appetito, recentemente bandita dall'Aifa e alla base anche della squalifica per doping del calciatore della
Fiorentina Adrian Mutu. Le pillole, prodotte dalla società PowerLi di Prato, avevano materia prima proveniente
dalla Cina. Non marginale dettaglio: gli ingredienti sono pericolosi per i cardiopatici.
Ma tutto il mondo è integrato.
Oggi al Senato americano verrà presentata un'inchiesta dell'agenzia governativa Gao sui rimedi naturali a
base di erbe, in particolare quelli usati dagli anziani.
Su 40 prodotti testati, 37 sono risultati contaminati da mercurio, cadmio, arsenico, 16 da pesticidi.
Le concentrazioni di metalli sono sotto i limiti di tossicità, quella dei pesticidi invece no, soprattutto alta è la
confusione indotta nei consumatori attraverso pubblicità ingannevoli: ginkgo biloba consigliato per combattere
Alzheimer, depressione, memoria; l'aglio contro il diabete, il ginseng contro cancro e ancora diabete.
Prescrizioni false e messaggi illegali in un mercato che non conosce crisi e anzi è spesso fuori controllo visto
che ormai molti dei prodotti vengono importati dalla Cina: gli americani, divoratori di integratori e vitamine per
un giro d'affari annuo di 25 miliardi di dollari, chiedono ora maggiori controlli e normative più stringenti.
Integratori contraffatti e contaminati dai farmaci, livelli di ingredienti vegetali e dei loro derivati fuori dai canoni
indicati, sequestri di prodotti fuori dagli standard qualitativi stabiliti. In Italia anche è così, e per questo le
principali associazioni hanno varato un codice di autoregolamentazione per inquinanti e contaminanti con
l'obiettivo di garantire qualità e sicurezza delle materie prime vegetalie del prodotto finito: nel Codex
Herbarum, nato dal lavoro congiunto dei vari soggetti coinvolti, c'è ora un riferimento unico e uguale per tutti
che anche il ministero ha fatto suo. Divieto di pubblicità fuorvianti, noa indicazioni terapeutiche, obbligo di
notifica al dicastero. Non guariscono, integrano. Non sono medicine, ma neanche innocui. Consultare il
medico prima di piantarsi in corpo delle grane.
I casi
Ginseng VERO Nei pazienti diabetici abbassa i livelli di zucchero nel sangue FALSO Alcuni spot
sostengono che ha poteri anticancerogeni e che può prevenire il diabete Ginkgo biloba VERO Alcuni studi
hanno dimostrato l'effetto antidepressivo del ginkgo FALSO È un buon trattamento contro l'Alzheimer,
l'impotenza e la perdita di memoria Aglio VERO Aiuta ad abbassare il tasso di colesterolo e la pressione
sanguigna FALSO Aiuta le funzioni immunitare del corpo, protegge le cellule dai danni dei radicali liberi
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
17
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Dal ginseng all'aglio le false promesse delle erbe curative
02/06/2010
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 19
(tiratura:710716)
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
18
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Camomilla VERO Usata per agevolare il sonno, non ci sono evidenze scientifiche che guarisca l'insonnia
FALSO Le etichette dei prodotti sostengono che combatta dall'insonnia ai diverticoli PER SAPERNE DI PIÙ
www.salute.gov.it www.federsalus.it
02/06/2010
La Repubblica - Roma
Pag. 9
(tiratura:710716)
Intercettazioni, l'università dei detective
Delitti simulati, pedinamenti, codici mafiosi alla nuova scuola dei carabinieri
MASSIMO LUGLI
LA DONNA è legata mani e piedi a una sedia ed è imbavagliata col nastro isolante.
Geme, si dibatte e ti guarda con due occhi che sono pozze di terrore. Entri con cautela, guardando bene
dove metti i piedi, cercando di non alterare la scena, ma hai l'adrenalina a mille, non sai se lei è ferita o vicina
a un collasso. La prima cosa da fare è strappare il bavaglio. Ma come? Guarda bene: un lato è tagliato di
netto, l'altro strappato e irregolare. Forse l'aggressore ha usato i denti e lasciato tracce di Dna: il nastro va
levato dalla parte opposta, quella del taglio secco.
Simulazione di intervento della scena di un crimine, primo test. Per il secondo c'è un altro scenario,
ricostruito, anche questo, con un realismo impressionante: un omicidio in strada, con tutte le incognite che un
ambiente "aperto" comporta per la raccolta delle tracce. Gli allievi detective (ufficialie sottufficiali dei
carabinieri) imparano a muoversi in condizioni di stress, a camminare come gatti cercando di seguire percorsi
in linea retta, a osservare ogni dettaglio, a evitare, nei limiti del possibile, ogni "inquinamento" involontario.
Per gli specialisti dei Ris, con le loro diavolerie tecnologiche e le loro tute bianche c'è tempo. Il primoa correre
sul posto è un ufficiale della compagnia di zona, un capitano del nucleo investigativo, un tenente del
radiomobile o magari il maresciallo della stazione più vicina. E una sbadataggine può costare carissima.
Benvenuti nella scuola marescialli di Velletri, sede dell'Istituto superiore di tecniche investigative diretto da
Enrico Cataldi, un generale con una carriera tutta di prima linea e un'esperienza da veterano. Inaugurata un
anno fa, questa palestra di formazione per investigatori è una delle novità più sofisticate dell'Arma che,
dopodomani, 4 giugno, festeggia il 196esimo compleanno. I corsi sono riservati a chi ha almeno 3 anni di
pratica in polizia giudiziaria e, finora, dall'Istituto sono usciti, tra ufficiali e sottufficiali, 800 diplomati. In più, i
110 magistrati tirocinanti che hanno seguito le lezioni e alcuni funzionari di polizie straniere. Giornate
durissime, almeno 8 ore di full immersion e una vita piuttosto spartana nelle stanzette da due letti con bagno
ma qui si viene per lavorare duro.
Alla routine di simulazioni, intercettazioni, raccolta delle prove, interventi sul campo, psicologia, criminologia
e analisi dei testi del terrorismo nostrano e d'importazione si aggiungono tavole rotonde e forum su nuovi
fenomeni a metà tra il codice e la sociologia come il bullismo e lo stalking. Tra i docenti moltissimi ufficiali dei
carabinieri, una pattuglia di professori universitari e anche (ma nessuno lo dice apertamente) alcuni
investigatori dei "servizi" stranieri. Quattro le branche in cui si dividono le lezioni: tecniche scientifiche,
tecniche investigative, dottrina legale e psicologia. Gli allievi, tra l'altro, imparano anche come comportarsi
durante una deposizione in aula, a evitare i tranelli processuali e le domande più insidiose degli avvocati
difensori.
«Molte inchieste rischiano di fallire perché l'indagine è decontestualizzata e perché chi interviene per primo,
chi raccoglie gli indizi e chi ascolta le intercettazioni non dialogano abbastanza tra loro, come se parlassero
lingue diverse - spiega il generale Cataldi - noi non vogliamo formare dei superinvestigatori ma fornire
strumenti tecnici adeguati a chi sta in prima linea».
Lo stratega cinese Sun Tzu insisteva sul fatto che per battere il nemico bisogna conoscerlo. E allora ecco le
lezioni su mafia, camorrae 'ndrangheta (che insistono moltissimo sulla mentalità, gli atteggiamenti, il modo di
pensare degli affiliati) tenute da ufficiali con lunga esperienza nelle regioni più calde o i corsi sulla criminalità
cinese curati da veterani della zona di Prato, dove vive la comunità più numerosa d'Italia.
Fondamentale il lavoro sulle intercettazioni: gli allievi imparano a misurarsi con le novità che verranno quasi
sicuramente introdotte dalla nuova legge e rafforzare la capacità di sintesi.
Un'ora di ascolto telefonico, tra l'altro, costava 106 euro nel 2003 ed è precipitata a 6 euro nel 2010 ma
questo è un altro discorso (su cui, ovviamente, nessuno vuole soffermarsi perché i carabinieri, per
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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IL REPORTAGE La lotta alla criminalità
02/06/2010
La Repubblica - Roma
Pag. 9
(tiratura:710716)
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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definizione, tacciono e obbediscono). Gli allievi sono costretti a ascoltare ore e ore di dialoghi, riassumendo in
poche righe quelli irrilevanti e trascrivendo dettagliatamente i più significativi. Un esempio inquietante: una
conversazione in napoletano stretto con un tizio che a un certo punto sbotta: «Ma che, preferisci la carne di
vacca al filetto?».
Traduzione: parlano una partita di coca di scarsa qualità. Altro che mafia cinese, anche qui ci vuole
l'interprete.
Le materie SCIENTIFICA La raccolta delle tracce è riservata ai Ris ma chi interviene impara a non inquinare
la scena del crimine INVESTIGAZIONE Gli allievi imparano le tecniche più sofisticate, dai pedinamenti alle
nuove strategie criminali NOZIONI LEGALI Non si studiano solo le procedure ma anche le strategie di
avvocati e pm durante i processi PSICOLOGIA Gli allievi non studiano anche comportamenti e modi di
pensare della criminalità organizzata
Foto: Simulazione di un intervento sulla scena di un omicidio Rilievi balistici sulla traiettoria di un colpo d'arma
da fuoco Rilevazione di tracce di sangue al buio con il luminol
Foto: La scena del crimine: l'investigatore deve imparare a non inquinare le tracce
02/06/2010
La Repubblica - Milano
Pag. 17
(tiratura:710716)
Un noir psicologico per i fratelli Gentili
( b.sor .)
E'uscito un po' in sordina al Cinema Centrale (Via Torino 30/32, ore 14.1022.30), SonoViva di Filippoe Dino
Gentili. E' un noir psicologico e sociale, ambientato tra la fabbrica in cui lavora Rocco (Massimo De Santis) e
la villa fuori città dove è impiegato per vegliare Silvia, una ragazza deceduta (Giovanna Mezzogiorno). La
missione si trasforma inevitabilmente in un'investigazione sui retroscena di quella morte. Il padre facoltoso di
Silvia è interpretato da Giorgio Colangeli, nelle sale anche con La nostra vita di Daniele Luchetti.
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Un'immagine del film "Sono viva"
03/06/2010
La Repubblica - Torino
Pag. 1
(tiratura:710716)
"Precari e malati psichici"
PAOLO GRISERI
Giovani, precari e, sempre più spesso, malati psichici. È il ritratto inquietante che emerge dalla ricerca su
precarietà e disagio mentale condotta dal sociologo Roberto Cardaci insieme all'assessorato alla sanità della
Regione. Un lavoro che ha considerato oltre 1.000 casi in tutte le asl piemontesi.
LA RICERCA segue di tre anni quella svolta dallo stesso sociologo sulla realtà torinese: «Quel che allarmaspiega Cardaci - è la crescita esponenziale dei precari che si rivolgono ai servizi di salute mentale. Una
crescita da mettere in relazione con l'aggravarsi della crisi economica negli ultimi due anni».
Le statistiche fotografano una realtà difficile da smentire: «Più della metà dei pazienti censiti nella seconda
parte della ricerca - spiega Cardaci - sono diventati precari negli anni compresi tra il 2001 e il 2008. E nel
triennio 2006-2008 c'è stato il picco maggiore». Sommando i risultati delle due parti della ricerca (la prima è
stata conclusa e presentata nel 2007) quasi il 40 per cento degli oltre mille casi esaminati è rappresentato da
giovani sotto i 35 anni. Sono loro, purtroppo, i principali clienti dei servizi di salute mentale delle Asl
piemontesi. Nell'ultimo periodo la presenza dei giovani precari, persone che spesso non hanno mai avuto un
lavoro vero, ha cominciato a soppiantare quella dell'altra grande categoria di utenti, gli ultraquarantacinquenni
che il lavoro lo hanno perso e rischiano di non trovarlo più.
«Naturalmente - tiene a precisare Cardaci - non esiste un rapporto diretto tra la precarietà dei rapporti di
lavoro e il disagio mentale. Quasi sempre i pazienti delle Asl hanno problemi che nascono prima delle
difficoltà a trovare un'occupazione. È invece abbastanza chiaro che la precarietà è una concausa del disagio
psichico perché spesso finisce per aggravare e squilibrare una situazione già compromessa». È il caso dei
ragazzi che non trovano un lavoro e che sono costretti a rimanere nella casa dei genitori anche oltre i
trent'anni.
Sull'argomento la ricerca è molto chiara: «La difficoltà e, a volte, l'impossibilità per i giovani di percepire un
reddito continuativo comporta diverse conseguenze negative. Innanzitutto l'impossibilità di poter progettare il
proprio futuro di adulti, di avere una propria casa che permetta di lasciare quella dei genitori, di poter
accedere a linee di credito che le banche non concedono. Difficoltà che finiscono per riflettersi in modo
negativo anche nel rapporto coni genitori dai qualii giovani precari sono costretti a dipendere quasi
totalmente».
Cardaci ricorda come esistano similitudini tra i problemi creati oggi dalla precarietà e quelli che nell'80
coinvolsero le migliaia di lavoratori della Fiat coinvolti dalla cassa integrazione. All'epoca una ricerca mise in
evidenza come la perdita di un lavoro facesse venir meno anche il ruolo sociale e dunque finisse per
aggravare il disagio di chi aveva problemi psichici. Ci furono casi di suicidio e episodi di persone che
continuarono a fingere di recarsi al lavoro perché non avevano il coraggio di rivelare ai familiari il fatto che lo
avevano perso.
Oggi, per i giovani precari, la situazione presenta anche più grave: «Innanzitutto perchéi cassintegrati dell'80
percepirono comunque l'80 per cento della retribuzione. In secondo luogo - si legge nella ricerca - le
possibilità di reinserimento lavorativo dei cassintegrati di trent'anni fa erano superiori a quelle che ha un
giovane oggi».
L'indagine condotta da Cardaci e voluta dall'ex assessore alla sanità Eleonora Artesio è una delle poche del
genere in Italia. A dimostrazione del rapporto che esiste tra disagio psichico e precarietà, i ricercatori hanno
rilevato che il lavoro può essere un'efficace terapia per curare i pazienti dei centri di salute mentale. Così è
stata creata in Piemonte una rete di inserimento dei pazienti in attività lavorative: «Il 91 per cento dei pazienti
che hanno mostrato miglioramenti - è scritto nella relazione finale - ha usufruito della rete».
Foto: NUMERI IN CRESCITA Anche in Piemonte, complice la crisi, cresce il numero dei precari Roberto
Cardaci sociologo
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il caso
03/06/2010
La Repubblica - Torino
Pag. 9
(tiratura:710716)
Maria Vittoria, al baby parking i bimbi delle pazienti Le ore di permesso accorpate per trascorrere un'intera
giornata con i figli
SARA STRIPPOLI
UN BABY parking per le pazienti che vanno al Maria Vittoria per fare un esame e affidano il bimbo per un'ora
in mani sicure; una maggiore flessibilità per le donne lavoratrici (medico o infermiere o operatrici sanitarie)
che potrebbero "convertire" ore concesse per legge per l'allattamento in una giornata libera per restare a
casa con il bimbo; un percorso personalizzato, se necessario con una consulenza psicologica, per le mamme
che tornano al lavoro dopo la maternità e si sentono un po' disorientate dai cambiamenti. La vita delle donne
che lavorano in ospedale (e anche quella delle pazienti) può essere migliorata con piccoli accorgimenti, dice
Teresa Emanuele, medicoe responsabile del Comitato pari opportunità dell'ospedale Maria Vittoria.
Nell'ultimo anno, grazie a fondi della Comunità europea, nell'azienda To2 diretta da Giulio Fornero, si sono
svolti corsi in cui sono stati discussi i problemi delle lavoratrici degli ospedali dell'azienda (Giovanni Bosco,
Maria Vittoriae Amedeo di Savoia). Il risultato, racconta Emanuele «è stato molto positivo e si tradurranno in
progetti». Innanzituttoè stata accolta la segnalazione di un medico anestesista e rianimatore del Maria
Vittoria, che un anno fa aveva scritto al nostro giornale per lanciare un sasso a favore della flessibilità oraria
durante il periodo d'allattamento: «Credo che interpretando la legge in modo da poterla contestualizzare scriveva allora Paola Garrino - si possa usufruire del diritto alla riduzione ma cumulando i riposi». Avere un
giorno libero a settimana, per chi non ha problemi pressanti di allattamento, suggeriva l'anestesista, può
servire ad accelerare i tempi di reinserimento nel lavoro e al tempo stesso permettere di dedicare qualche ora
extra al neonato.
«Abbiamo un servizio di accompagnamento delle lavoratrici che rientrano dopo la maternità per agevolarle in
ogni modo», interviene la responsabile dei servizi infermieristici Daniela Ballardini «e cerchiamo di attivare un
servizio psicologico per chi sentisse di averne la necessità». Massima disponibilità ad accogliere le novità,
conferma il direttore generale della To2 Giulio Fornero. Al Maria Vittoria è pronto anche un progetto per avere
un'area giochi per i bimbi nel cortile e un'area di baby parking dove lasciare i piccoli per qualche ora mentre la
mamma va in ospedale per un esame: «Speriamo di poter partire nel prossimo anno», dice Teresa
Emanuele.
Le iniziativePSICOLOGO Fra le proposte emerse durante i corsi anche la possibilità di avere una
consulenza psicologica ALLATTAMENTO Flessibilità oraria per le mamme che hanno diritto alla riduzione per
allattare il bimbo AREA GIOCHI La novità è per il prossimo anno, un'area giochi per i bimbi nel cortile del
Maria Vittoria BABY PARKING Mentre le mamme fanno un esame, i bimbi sono al baby parking. Una bella
notizia per le pazienti
Foto: ALLATTAMENTO Un gruppo di mamme.
A destra, Giulio Fornero direttore dell'Asl 2
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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L'allattamento diventa flessibile per le mamme dell'ospedale
02/06/2010
Il Resto del Carlino - Ascoli
Pag. 10
(tiratura:206221)
Psicologia da Rinascita
UN CICLO di presentazioni di importanti testi di psicologia e neuroscienze alla Libreria Rinascita di Piazza
Roma. Il primo evento si terrà questo pomeriggio alle 18 con la presentazione di due saggi. Il primo è 'Il
counseling cognitivo razionale' (Editore Franco Angeli) di Giorgio Rezzonico dell'Università Milano Bicocca.
L'altro saggio che verrà presentato è 'Intersoggettività e interazione' (Edizioni Bollati Boringhieri) a cura di
Francesca Morganti dell'Università di Bergamo e di Giuseppe Riva dell'Università Cattolica di Milano.
Introdurrà la psicoterapeuta Barbara Carassai.
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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INCONTRI CON GLI AUTORI
02/06/2010
Il Resto del Carlino - Rimini
Pag. 4
(tiratura:206221)
Il problema affrontato nella scuola primaria di Cattolica
MESSAGGINI minacciosi, bambini - stranieri compresi - arroganti e strafottenti con i più piccoli o solo più
docili e indifesi. La nuova frontiera del bullismo è quella elettronica che si serve di cellulari, riprese video
umilianti inviate in rete e mail spedite allo scopo di tormentare altri ragzzini. Non è indenne dal fenomeno
nessuna scuola, nemmeno la primaria di Cattolica dove il fenomeno sta iniziando a manifestarsi anche tra
questi bambini. Nonostante la ferma attenzione di insegnanti e genitori che, da anni, danno vita a progetti
educativi destinati agli alunni che vanno dal tema dell'alimentazione, a quello dell'Aids, all'educazione
sessuale, alla nascita. Quest'anno è stata la volta del bullismo. Perché? «Perché è un fenomeno che sta
crescendo e ne soffrono soprattutto i bambini delle elementari», afferma il professor Vico Vecchi, direttore
dell'Unità operativa di Pediatria dell'Ausl che, in collaborazione con la Scuola Primaria di piazza della
Repubblica di Cattolica, ha dato vita al progetto «I bambini per i bambini», nel cui ambito è stato creato 'Bully,
un toro in scatola' (bullismo, dall'inglese bull: toro, ndr). Un bel racconto, arricchito da altrettante belle
immagini create dagli stessi bambini della scuola materna, che tratta il tema del bullismo fra compagni. «Si
osservano diverse tipologie relativi a questo nuovo fenomeno - spiega il professor Vecchi -. Abbiamo un
bullismo di tipo fisico che è quello più evidente, dove i bambini vengono picchiati, presi a calci, morsi, graffiati,
privati dei loro oggetti più cari. Poi abbiamo quello di tipo verbale con minacce, insulti, offese, frasi razziste,
fino all'estorsione di denaro. Poi quello indiretto, giocato più sul piano psicologico». Questo, prosegue sempre
il professore, caratterizza soprattutto le femmine - è anche chiamato 'bullismo in rosa' -. E' molto sottile ed è
fatto di gesti volgari, esclusione della persona dal gruppo, di denigrazione, di pettegolezzi distruttivi, calunnie.
Anche attraverso i nuovi media elettronici. Questa, come si diceva, è l'ultima evoluzione del fenomeno del
bullismo, visto che computer e telefonini vengono usati (almeno in Italia) già in età molto precoce. La
prevenzione rappresenta l'azione più efficace per contrastare questa che, esperti e psicologi, definiscono
come una vera e propria una piaga sociale. «Si pensava che interessasse solo gli adolescenti - prosegue
nella riflessione Vico Vecchi - invece possiamo vedere che ne sono colpiti anche bambini di sette/otto anni».
Va nell'ottica della prevenzione il lavoro fatto nella Primaria di Cattolica con il libro (la cui realizzazione è stata
possibile grazie al Rotary Club Riccione-Cattolica e alla Banca Popolare Valconca) che verrà distribuito in un
migliaio di copie a tutte le scuole primarie della provincia. Il tema del bullismo è poi l'oggetto dell'incontro che
si tiene domani (3 giugno), alle 21, nella scuola di piazza della Repubblica (a Cattolica). L'introduzione sarà di
Maria Rosa Pasini, dirigente scolastico Circolo didattico di Cattolica e di Riccardo Galassi, presidente del
Rotary Riccione-Cattolica. Relatori Vico Vecchi che parlerà del fenomeno del bullismo; Samanta Nucci,
psicologa della Pediatria, invece affronterà le conseguenze psicologiche del bullismo, mentre la
presentazione del volume sarà affidata a Carla Iacucci Chiodi, insegnante della scuola e Alessandra Vero,
psicologa del Servizio civile nazionale. Monica Raschi
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Piaga bullismo , tra le vittime bambini di appena sette anni
03/06/2010
Il Resto del Carlino - Rovigo
Pag. 7
(tiratura:206221)
Transessualità in Polesine I dati della prima ricerca
SARANNO presentati oggi alle ore 17,30 nella sala degli Arazzi dell'Accademia dei Concordi, i risultati della
prima ricerca sulla identità di genere transessuale in Polesine «L'esistenza e i suoi colori» condotta dallo
Sportello a Colori del Centro Francescano di Ascolto attraverso due ricercatrici: Alessandra Galozzi, laureata
in psicologia del lavoro e Annamaria Visentin, sessuologa e laureata in psicologia. Alla presentazione dei
risultati della ricerca, che è stata possibile grazie al finanziamento del Centro di Servizio per il Volontariato,
dell'assessorato alle Pari Opportunità della Provincia di Rovigo e della Consigliera provinciale di Parità, sarà
presente, tra l'altro, anche la presidente del Mit (Movimento Identità Transessuale) di Bologna Porpora
Marcasciano. «L'idea di proporre una ricerca sulla tematica della transessualità - riferisce Livio Ferrari,
direttore del Centro Francescano di Ascolto - nasce dalle richieste che sono pervenute all'Associazione in
questi anni e da un fatto tragico: il suicidio di una giovane vita non accettata dalla famiglia. Pertanto lo scopo
principale della ricerca è stato quello di monitorare, in termini qualitativi e quantitativi, la realtà della
transessualità nel territorio della provincia di Rovigo, questo per poter predisporre delle progettazioni ed
iniziative "reali", occupandosi della difesa dei diritti delle persone transessuali, travestiti e transgender, anche
attraverso un'attività di ascolto, informazione, caunselling, sostegno e orientamento».
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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SOCIETA'
03/06/2010
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 18
(diffusione:105812, tiratura:151233)
L'aborto, un progresso sociale? I dubbi della Spagna
A un dall'entrata in vigore della riforma che consentirà alle minorenni la possibilità di interrompere la
gravidanza, il Partito popolare chiede l'intervento del Tribunale Costituzionale: «II non nato non viene tutelato
nelle prime 14 settimane»
michela coricelli
La riforma dell'aborto finisce di fronte al Tribunale Costituzionale. L'opposizione spagnola ha presentato un
ricorso di incostituzionalità contro il testo elaborato dal governo di Zapatero e approvato dal Parlamento, che
dovrebbe entrare in vigore il 5 luglio. L'articolo 15 della Carta fondamentale spagnola denuncia il Partito
popolare - riconosce che «tutti hanno diritto alla vita»: la «nuova legge crea invece un sistema in cui la vita
del feto nelle prime 14 settimane di gestazione non viene protetta nel modo più assoluto», affermano i
popolari. Il centrodestra è andato oltre, e ha promesso che durante la campagna elettorale del 2012 inserirà
l'abrogazione della riforma nel suo programma. La responsabile del ministero dell'Uguaglianza, Bibiana Aido,
principale promotrice della legge, dice di essere «totalmente convinta della costituzionalità del testo» e
accusa il Pp di «opporsi permanentemente alle norme che rappresentano un progresso sociale». Non la
pensa così una buona fetta della società spagnola, che secondo i sondaggi - rifiuta categoricamente la
riforma: lo ' dimostrano anche le manifestazioni di piazza e i documenti firmati da s p a g n o l i . centinaia di
scienziati e intellettuali Nel pieno della bufera economica con i consensi a picco - lo strappo sull'aborto rischia
di trasformarsi in un boomerang per l'esecutivo socialista. In attesa della sentenza del Costituzionale, intanto,
emergono i dettagli della nuova legislazione. Oggi le minorenni spagnole possono abortire solo con
l'autorizzazione di uno dei genitori o del tutore legale. A partire dal 5 luglio le 16enni e 17enni che vogliono
interrompere la gravidanza potranno farlo anche senza il permesso di madre o padre, purché li informino.
Con un'eccezione: se la decisione rischia di provocare violenza familiare, vessazioni o pressioni, la
minorenne può evitare di raccontarlo a ?*>. mamma e papa. Un caso ipotetico: Pilar, 16 anni, una gravidanza
di 13 settimane nascosta a tutti. Si presenta in una dinica per abortire. Il medico chiede cosa ne pensano i
suoi genitori e lei risponde che - se lo sapessero - esploderebbe l'inferno in casa. Chi decide a quel punto? Il
medico deve sempre credere alla ragazza? Ecco la novità: il ginecologo potrà richiedere l'appoggio di uno
psicologo 0 di un assistente sociale per verificare la versione della minorenne. Lo ha annunciato la ministro
della Sanità, Trinidad Jiménez. Se la giustificazione risulterà convincente - e si percepirà «il timore di subire
violenza familiare, coazione, pressione, una paura reverenziale di fronte alla possibilità di dirlo ai genitori allora il medico darà l'ok all'aborto, senza avvertire la • . .- . famiglia. Dovrebbe essere solo un'eccezione alla
regola: in termini generali, le minorenni potranno abortire solo dopo avere informato i genitori, accompagnate
da uno di loro o con una lettera e una fotocopia di un documento di identità che dimostri che sanno cosa sta
facendo la figlia. Ma le "pressioni" non potrebbero diventare una .scusa, per evitare qualsiasi discussione nel
seno della famiglia su un tema così delicato? 1 diretti interessati, i medici, protestano. Il provvedimento ha già
incassato una valanga di Gatiche: i ginecologi s o n o ^ . w preoccupati per l'eccessiva UÌT responsabilità che
ricadrà sulle loro nih spalle. Secondo l'Organizzazione . medica collegiale (Omc), la normativa potrebbe
causare «insicurezza giuridica» al personale sanitario. Per questioni legali o questioni etiche, agli ordini dei
medici la nuova autonomia concessa alle minorenni non piace. La legge - approvata a febbraio e pubblicata
sulla Gazzetta ufficiale spagnola a marzo - liberalizza completamente l'aborto entro le prime 14 settimane di
gestazione e lo permette fino alla 22esima se esiste un rischio per la salute fisica o psicologica della madre o
se il feto presenta anomalie. Dopo la 22esima settimana si potrà abortire se viene diagnosticata una
malformazione incompatibile con la vita del feto o una malattia incurabile.
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fuoriporta
03/06/2010
Il Foglio
Pag. 4
LO PSICOLOGO E SCRITTORE DELLA CIVILTÀ CATTOLICA VEDE "CLAMORE E POCA SCIENZA"
NELL'ATTACCO ALLA CHIESA
Andrea Monda
Roma. Quando il gioco si fa duro, i gesuiti cominciano a fare sul serio. "Faceva bene Goethe" dice, tra lo
stupito e lo sconsolato, padre Giovanni Cucci e poi spiega: "Si racconta che si recasse nella biblioteca
comunale per leggere i giornali quotidiani di almeno un decennio precedente e quando l'inserviente gli chiese
il perché di quella strana abitudine, avrebbe risposto: 'Perché, che differenza c'è?'". Padre Cucci non parla
per concatenazioni di riflessioni astratte, quanto piuttosto attraverso il racconto di esperienze concrete,
personali: "Per occuparmi di questo problema della pedofilia mi sono rivolto al dibattito che si è svolto in
questi mesi e invece non ho trovato nulla, nulla di significativo, di serio. Ho dovuto quindi fare ricorso al
'metodo Goethe' e ho scoperto che le cose più interessanti, per capire l'emergenza di oggi, erano state già
scritte almeno una decina di anni fa. In questo periodo invece solo molto clamore e poca scienza". Giovanni
Cucci è un padre gesuita, scrittore della Civiltà Cattolica e docente di Psicologia presso l'Università
Gregoriana di Roma dove, il prossimo 8 giugno, verrà presentato il suo nuovo saggio "Chiesa e pedofilia. Una
ferita aperta" (editrice Ancora) scritto insieme al collega e confratello Hans Zollner. I due gesuiti si sono
accostati al tema del loro saggio con un approccio psicologico e pastorale. "Ho notato che la complessità del
fenomeno è stata liquidata con somma superficialità" osserva piccato padre Cucci, giovane gesuita di Lodi,
"gli addetti ai lavori sono stati silenti, non sono intervenuti e invece persone non qualificate hanno preso la
parola spesso aumentando la confusione e spostando l'obiettivo dalla piaga della pedofilia alla condanna
della chiesa. Ma qui cos'è che veramente è importante: conoscere e contrastare la pedofilia o alzare
polveroni (che lasciano inalterata la situazione) contro il Papa o la chiesa?". E' vasta la documentazione
presentata in questo saggio e permette di fare chiarezza. Il che inevitabilmente porta alla domanda sul
perché le notizie di questi ultimi mesi abbiano parlato esclusivamente dei casi accaduti all'interno della chiesa
cattolica, pur costituendo essi poco più del tre per cento della totalità dei casi denunciati. Oltre all'ovvio "peso"
del ruolo svolto dal sacerdote, secondo padre Cucci c'è anche altro, altre motivazioni a volte espresse anche
in modo esplicito da alcuni quotidiani e periodici: "E' indubbio che la posizione della chiesa in tema di morale
e sessualità non è condivisa da molti, che ne temono l'influenza sulla gente e vorrebbero metterla a tacere,
screditandola. L'insistenza quasi univoca data ai crimini da parte di alcuni preti cattolici significa insinuare che
anche la dottrina da loro rappresentata non ha alcun valore e deve essere annullata". Secondo padre Cucci
c'è un'ambiguità di fondo in chi oggi si straccia le vesti contro la chiesa, rintracciabile nel "favore" di cui la
pedofilia ha goduto e gode nel mondo occidentale, soprattutto negli anni 70 e 80. In Germania, in Francia, in
Olanda e anche in Italia la pedofilia non ha trovato nemici, ma spesso promotori; padre Cucci cita, tra i tanti
casi che si potrebbero ricordare, quello del convegno organizzato nelle aule del Senato dal Partito radicale il
27 ottobre del 1998 sul tema "Pedofilia e Internet: vecchie ossessioni e nuove crociate"; o il caso della HU
(Humanistische Union) di Berlino, che nel 1999 si è battuta per il permesso generale di pornografia e di tutti
gli atti sessuali "consensuali", inclusi quelli con i minorenni, e fa notare come le persone ai vertici di
quell'associazione (oggi a capo di istituzioni e anche nel governo tedesco) siano attualmente i più ferventi
critici della chiesa cattolica. Il sacerdote-psicologo ribalta anche altri luoghi comuni che si sono accumulati
negli ultimi mesi, come ad esempio il nesso causale tra pedofilia e celibato e la richiesta imperiosa da parte di
molti di ridurre allo stato laicale automaticamente ogni sacerdote implicato in casi di pedofilia. Sul primo
punto: "Celibato e pedofilia non sono connessi in modo causale. Coloro che hanno compiuto simili atti sono
per lo più sposati e con figli e anche tra i sacerdoti la maggior parte di essi non vivevano nella castità. Il
rapporto tra preti cattolici e protestanti, ad esempio negli Stati Uniti, rispetto ai casi di pedofilia è di uno a
dieci". Sul secondo stereotipo: "Non è detto che la riduzione allo stato laicale sia la cosa migliore per le
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Un gesuita razionale contro il "panico morale" della pedofilia
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Il Foglio
Pag. 4
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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potenziali vittime, i bambini, e per lo stesso abusatore che spesso ritorna in società senza alcun controllo e,
lasciato a se stesso, torna a commettere abusi. Questo è stato il caso di James Porter, sacerdote della
diocesi di Fall River negli Stati Uniti il quale, una volta dimesso, non fu affatto perseguito dalle autorità civili, si
sposò e poco dopo venne incriminato per le molestie commesse verso la babysitter dei suoi figli". Come non
si può ridurre in modo automatico un prete allo stato laicale, così non si può ridurre un vescovo (che
dovrebbe comminare la sanzione) allo "stato burocratico" come fosse solo un mero funzionario: "Il vescovo
non è solamente l'amministratore di una diocesi, ma è come un padre nei confronti dei soggetti di cui ha la
responsabilità pastorale: sacerdoti, religiosi, laici. E la preoccupazione di un padre, quando viene a
conoscenza di una grave azione compiuta da un figlio, non è anzitutto quella di precipitarsi a denunciarlo (ciò
potrà anche avvenire in seguito), ma di capire che cosa sia accaduto, ascoltando le parti in causa e
garantendo il loro bene, proteggendo i più deboli e le vittime.". Nella prima parte del saggio gli autori fanno
valere la loro competenza di psicologi e si soffermano sulla "personalità del pedofilo", questione di difficile
ricognizione. Un dato rilevante è il nesso (non automatico ma consistente) tra l'essere stati oggetto di abusi e
la patologia pedofila. In alcuni contesti si è potuto constatare che anche i due terzi degli "abusatori" sono stati
degli "abusati" e questo vale anche all'interno della chiesa. Insomma accade spesso che chi entra in
seminario lo fa anche perché crede che un impegno verso una vita celibe lo aiuterà a buttarsi alle spalle la
sua difficoltà e le antiche ferite. E' l'illusione, dice padre Cucci, di "una sorta di magica guarigione. Ben presto
però ci si scontra con la realtà perché, se quella è stata la motivazione profonda della scelta, allora prima o
poi il problema irrisolto emergerà". C'è un insegnamento che emerge da tutte queste vicende, il Papa lo ha
compreso e detto chiaramente, ed è la necessità di riaffrontare la questione della formazione del clero.
Occorre soprattuto evitare quel pernicioso atteggiamento che i sociologi chiamano "panico morale" per cui un
problema (oggi è il caso della pedofilia) viene presentato come un fungo sbucato all'improvviso, senza storia
né radici, e ne viene assolutizzata la portata devastante. Contro queste distorsioni (più o meno dolose) è
necessario un atteggiamento cauto, calmo, positivo e propositivo: "Mi viene in mente" conclude padre Cucci,
"il saggio di C.S. Lewis, 'L'abolizione dell'uomo', citato in passato anche da Benedetto XVI, in cui afferma che
'il compito degli educatori moderni non è di sfrondare le giungle, ma di irrigare i deserti. La giusta difesa
contro i falsi sentimenti è di inculcare giusti sentimenti'. In questo clima surriscaldato è necessario quindi un
atteggiamento che contribuisca a chiarire anziché confondere ulteriormente le acque; più scienza e più
"illuminismo" insomma, e magari anche un po' più di quel Goethe che leggeva i giornali di dieci anni prima e,
sul letto di morte, pare abbia sussurrato: "Più luce! Più luce!".
03/06/2010
Il Tempo - Molise
(tiratura:76264)
Imparare a gestire lo stress, se ne parla in un convegno
ISERNIA Con l'intenzione di proseguire in un programma indirizzato ai cittadini, basato sulla salvaguardia
della propria salute contro i ritmi frenetici della quotidianità e contro gli errori alimentari causa di patologie
spesso anche gravi, la sede isernina dell'associazione nazionale onlus "Vita e salute" organizzerà per sabato,
presso la propria sede in via Sant'Ippolito ad Isernia, un incontro in cui relazionerà il professor Lucio Altin,
docente di psicologia della famiglia. Contenuto ed argomento del convegno, la gestione dello stress. La
giornata si suddividerà in due momenti. Alle 10:30, si discuterà dell'impatto delle genetica e della famiglia
d'origine. In pomeriggio dalle 18:30, l'argomento affrontato sarà quello di come gestire le emozioni negative.
Ad ingresso gratuito, i partecipanti potranno dunque assistere alle due conferenze del professor Altin che è
anche formatore e pastore della Chiesa cristiana avventista del Settimo giorno. Da oltre vent'anni, Altin
organizza conferenze e seminari per aiutare le coppie e le famiglie ad affrontare e gestire le difficoltà
nell'ambito dei rapporti interpersonali ed all'interno del proprio nucleo familiare. La sua formazione avviene
per lo più negli Stati Uniti dove consegue un master of science in "Marriage and family therapy" presso la
Loma Linda University, in California. Attualmente è docente universitario di psicologia della coppia e della
famiglia presso l'University of Lampeter in Galles, il Newbold college in Inghilterra, la Saleve University di
Collonges in Francia.
Sil.Dec.
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Isernia
01/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari
Pag. 12
(tiratura:63756)
«La relazione interpersonale ai tempi di facebook» è il tema di un interessante incontro promosso a
Polignano dall'associazione culturale «U' castarill», in programma oggi, alle 19, nella sala consiliare del
Comune, in collaborazione con la sezione pugliese dell'Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici. Un
momento di riflessione su quanto sta avvenendo, in questi anni, nella realtà dei rapporti tra le persone,
sempre più condizionati dalla tecnologia e da nuove «mediazioni» delle quali il social network facebook è
l'emblema. Interverranno Pasquale Laselva, presidente regionale degli psicologi e psichiatri cattolici, don
Gaetano Luca, arciprete della chiesa Matrice, e il giornalista Pasquale Pellegrini. A fare gli onori di casa, il
presidente dell'associazione «U' castarill», Marianna Centrone, nei panni di moderatrice. La conferenza sarà
preceduta dal saluto del presidente del Consiglio comunale, Eugenio Scagliusi. [antonio
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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POLIGNANO / Stasera alle 19 un convegno «La relazione interpersonale ai
tempi di facebook» .
01/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nordbarese
Pag. 8
(tiratura:63756)
• BISCEGLIE . Una giornata regionale della disabilità intitolata "L'altradanza" ed organizzata dall'associazione
Tandem onlus e dal liceo scientifico "da Vinci" si è svolta nel palasport di Bisceglie sotto la direzione
dell'esperta di "danceability" Laura Banfi con la regia e la scenografia di Ennio Grasso. Intanto l'associazione
"Comitato Progetto Uomo onlus" terrà a Bisceglie dal 10 giugno al 10 agosto un progetto di animazione estiva
con finalità psico-socio-educative denominato "Diversamente uguali", rivolto ai minori con difficoltà mediogravi e normodotati. Il progetto si avvale della collaborazione di un gruppo di neolaureate in psicologia e di
educatori che impegneranno in attività ludico ricreative, laboratori di attività pratico manipolative e attività
esterne per 25 minori delle scuole dell'obbligo di Trani e Bisceglie. Ad essi sarà offerto, inoltre, sostegno
psicologico. Attraverso le attività ludico-ricreative si cercherà di favorire l'abbattimento di barriere, costruendo
una prospettiva in cui i bambini disabili siano riconosciuti come una risorsa preziosa, favorendo, quindi, una
migliore integrazione tra i bambini diversamente abili e bambini normodotati. Le attività psico-educative si
porranno l'obiettivo di incrementare le capacità cognitive, motorie e sensoriali e al contempo di promuovere lo
sviluppo dell'autonomia personale. Il progetto nasce dalla volontà di offrire ai minori diversamente abili la
possibilità di socializzare con coetanei normodotati e di non interrompere quei processi e percorsi di
apprendimento e socializzazione acquisiti durante l'anno scolastico, affinchè l'estate diventi per molti di loro
un momento di riposo e svago. L'iniziativa rientra tra le attività di volontariato dell'associazione rivolte alle
famiglie con minori affetti da disagio psico-fisico (per informazioni tel.3388582904). Le iscrizioni si ricevono
presso la sede di Progetto Uomo in via Pio X n. 5 nelle ore 18-20.
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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«Diversamente uguali» in estate parte il progetto di animazione
02/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Brindisi
Pag. 10
(tiratura:63756)
• FA S A N O. L'assistenza psicologica ai malati di cancro. Sarà questo il tema centrale del convegno di Psico
oncologia «Il sostegno e la cura: in ogni caso prendersi cura». Il congresso si terrà venerdì nell'auditorium
della scuola «I.I.S.S. Salvemini di Fasano». L'incontro, organizzato dal gruppo assistenza neoplastici
onlus(G.N.A.) e dalla società italiana di Psico-Oncologia sez. Puglia, vedrà la partecipazione di numerosi
esperti nel settore, che si alterneranno negli interventi, dopo il saluto ed il benvenuto del sindaco di Fasano
Lello di Bari. Modererà il convegno il dott. Roberto Calamo Specchia, coordinatore sanitario del G.N.A onlusOstuni. Quest'ultima associazione è nata nella «città bianca» nel 1988 su esplicita richiesta dell'allora
Primario Chirurgo dell'Ospedale di Ostuni, dr. Teodoro GIGANTE. Insieme ad un gruppo di volontari, il
medico diede vita ad un progetto che aveva un duplice obiettivo: garantire l'assistenza al malato affetto da
ogni forma di tumore,e proporre una efficace prevenzione oncologica. Nel corso degli anni questo gruppo ha
allargato il proprio raggio d'azione, aprendo anche una sede a S. Vito dei Normanni e rendendosi operativa
anche nel resto della provincia. L'incontro di venerdì a Fasano sarà incentrato sugli aspetti basilari, in ordine
psicologico , necessari per l'assistenza ai pazienti con cancro, ed alle loro famiglie. Determinante in questo
compito l'opera dell'associazione Sipo, presente in Italia con 14 sezioni regionali, e che raccoglie soci di
diverse categorie professionali, in particolare medici e psicologi. Tra le altre finalità del gruppo, anche quello
di formare, figure professionali, per un approccio psicologico e psicosociale nell'assistenza ai malati
neoplastici.
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Assistenza psicologica ai malati di cancro
03/06/2010
La Nazione - Pistoia
Pag. 7
(tiratura:176177)
Stalking, voto bipartisan per «intercettare» le molestie
E' STATO approvato in Consiglio comunale approvato un ordine del giorno sul fenomeno dello stalking. Il
testo invita il parlamento ad emendare la legge sulle intercettazioni inserendo anche questa ipotesi di reato
fra quelle per cui gli inquirenti possono disporre intercettazioni. La sollecitazione riguarda un emendamento
che la commissione parlamentare ha già licenziato e che attende di essere approvato in aula. L'ordine del
giorno è stato proposto dal consigliere Leonardo Soldati. L'esponente Pd ha spiegato come il testo sia stato
attualizzato rispetto alla versione iniziale, che addirittura chiedeva una legge che annoverasse lo stalking fra i
reati. La legge è intervenuta nel frattempo e l'ordine del giorno è stato adeguato alla novità. Si tratta ora di
ottenere che lo stalking possa essere «intercettato», considerando che tale reato si esplica non di rado
attraverso telefonate anonime e pesantemente vessatorie. «Si tratta - ha spiegato Soldati - di un problema
psico-sociale diffusosi nella società odierna negli ultimi anni, che comporta lo stravolgimento dell'esistenza
per coloro che ne sono vittime, donne ed uomini, mediante una serie di tecniche di pressione psicologica».
L'ordine del giorno è stato approvato con il voto dei gruppi Pd, Idv, Comunisti per Pistoia, Sel, Sinistra
Indipendente, Verdi. I consiglieri di An e Lega si sono astenuti. Zuccherini (An) ha fatto notare come ormai
l'emendamento sia già avanti nell'iter parlamentare e riscuota un sostegno bipartisan.
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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COMUNE LEONARDO SOLDATI (PD): «NECESSARIO RICORRERE ALL'ASCOLTO DELLE
TELEFONATE»
RIFORMA DELLE PROFESSIONI
18 articoli
03/06/2010
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 16
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Lo stop all'albo unico dei professionisti
Isidoro Trovato
MILANO - Ci sono eventi davanti ai quali un patto può rompersi oppure saldarsi e diventare una vera
alleanza. Ne sanno qualcosa i professionisti dell'area tecnica che un accordo l'avevano concluso nel luglio
del 2009 (e l'avevano chiamato proprio Pat) ma adesso sembrano intenzionati a darsi «battaglia». A
scatenare lo scontro è stato il disegno di legge di Maria Grazia Siliquini (Pdl) che prevedrebbe la
cancellazione dell'albo «B» degli ordini (quello riservato ai laureati triennali in ingegneria o architettura) e
l'istituzione di un albo unico per i tecnici di primo livello.
Immediata è arrivata la bocciatura da parte degli ordini di Ingegneri e Architetti. Motivo: l'albo unico
porterebbe confusione nei ruoli e nelle qualifiche. Inoltre, si rischierebbe di infrangere il principio di legge in
base al quale in Italia i professionisti sono solo coloro che hanno svolto un percorso universitario e superato
un esame di Stato.
Il disegno Siliquini invece aprirebbe il campo a geometri, periti agrari e periti industriali, categorie che da
tempo cercano un accordo con gli ordini professionali «canonici» per ottenere un loro riconoscimento
ufficiale. Il rischio, dicono i tecnici, è che in futuro queste figure professionali composte da diplomati non siano
più in grado di lavorare, schiacciati da laureati triennali e quinquennali. Del resto geometri, periti agrari e periti
industriali la strada dell'accorpamento l'hanno già imboccata da soli: si sono uniti in un Coordinamento
unitario (Cogepapi) che punta diritto ad un obiettivo, un ordine unico dei laureati triennali che dia concretezza
a quella professione di primo livello che in Italia è stata sempre rappresentata da queste tre categorie. «Ci
siamo impegnati ad offrire al ministro Alfano le nostre proposte sulla riforma - dice il presidente dei geometri
Fausto Savoldi -. E seppure queste, in alcuni punti, non coincidono con il parere delle altre categorie, trovano
invece riscontro nella proposta di legge dell'onorevole Siliquini soprattutto per quanto riguarda la
valorizzazione dei percorsi formativi post-secondari e l'eliminazione delle sezioni B degli albi dei laureati».
Il problema è che il Cni (Consiglio nazionale degli ingegneri) non vuole perdere il controllo sui circa 5 mila
junior (laureati triennali) e teme che un albo dei tecnici di primo livello generi confusione in tema di
competenze.
Dal Cogepapi invece fanno sapere che unificando più professioni, si eviterebbe la sovrapposizione di figure
professionali difficili da distinguere anche dagli stessi cittadini. Peccato però che questi argomenti non
abbiano ancora convinto nessuno, neanche gli altri ordini professionali che, per motivi diversi, non hanno
tardato a «smarcarsi» dalla proposta Siliquini.
«Eppure - sostiene Giuseppe Jogna, presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali - basta leggere il
testo per capire che abbiamo tra le mani uno strumento innovativo che, con lungimiranza, guarda al futuro
delle professioni intellettuali senza dimenticare il riferimento a quell'Europa di cui facciamo parte. E tutto
questo alla faccia di chi ci accusa di essere delle corporazioni, arroccate al passato e incapaci di vedere oltre
gli steccati del conservatorismo». Ma magari sempre pronte a rompere i Pat(ti).
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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Le categorie Il no di ingegneri e architetti all'elenco comune proposto dalla Siliquini
03/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 35
(tiratura:405061)
Gli Ordini non hanno paura della modernità
di Marina Calderone Cosa rappresentano oggi le professioni ordinistiche nel sistema economico italiano?
L'interrogativo é di stretta attualità nel dibattito socio-politico dei commenti alla manovra correttiva.
Le professioni , innanzitutto, sono un'opportunità occupazionale non solo per gli iscritti agli Albi ma anche per
i dipendenti degli studi professionali. Il mondo delle professioni ordinistiche, con più di 2 milioni di iscritti e uno
di addetti, rappresenta un'importante componente dell'occupazione, creando economia e sostentamento per
molte famiglie. E nel quadro economico e sociale del sistema Paese hanno assunto nel tempo un ruolo
fondamentale rappresentando il 12,5% del Pil. Peraltro, le professioni ordinistiche garantiscono i propri
servizi, caratterizzati da alta specializzazione, a cittadini, lavoratori, alla pubblica amministrazione e alle
imprese che sono costrette a confrontarsi in un mercato globale estremamente competitivo. E i professionisti
, soprattutto dell'area economico-giuridico-sociale, affiancano i decision makers delle aziende sia nella
gestione del capitale umano sia nelle pratiche di internazionalizzazione, in campo fiscale e tributario. E in
questo contesto di assoluta positività di un modello da esportare, il mondo ordinistico è impegnato in un'opera
di ulteriore modernizzazione.
Si parla di nuovo di riforma delle professioni ed è quanto meno paradossale pensare che gli Ordini e i
Consigli professionali, settore estremamente dinamico e al passo con le nuove esigenze del mercato, siano
contrari al concetto di liberalizzazione. Ma le liberalizzazioni devono comportare comprovati vantaggi al
Paese, cosa che di certo non si può dire della legge Bersani. Quando si parla di Ordini si affronta il tema
semplicisticamente, parlando di barriere all'accesso e tariffe minime. Il tariffario della maggior parte degli
ordini è fermo a un'Italia che oggi non esiste più e in alcuni campi, come quello degli appalti, l'eliminazione
dei vincoli tariffari ha portato ad una vera e propria giungla. Per ciò che concerne i giovani e l'accesso agli
Ordini, basta far parlare i numeri. E poi sul tavolo del riforma delle professioni sono stati posti altri argomenti,
forse anche più decisivi per arrivare ad un intervento strutturale del settore. Accesso dei giovani alla
professione, codice deontologico, associazioni tra professionisti, nuovo sistema di welfare, regole sulla
pubblicità: questi ed altri sono i punti cardine del confronto in atto con governo e parlamento.
Rilanciamo il confronto fra imprese, mondo del lavoro e professionisti sull'efficienza della pubblica
amministrazione e sulla produttività industriale. La proposta del tavolo di confronto fatta da Confindustria è
condivisibile ma è opportuno che siano rappresentati tutti i protagonisti del mondo economico, dalle parti
sociali ai professionisti del settore. E l'obiettivo principale del tavolo deve essere quello di pensare, discutere
ed elaborare riforme di sistema, riforme strutturali di medio-lungo periodo che permettano di ammodernare il
Paese rendendolo nuovamente competitivo a livello mondiale.
Presidente del Cup
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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INTERVENTO
03/06/2010
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 29
(tiratura:710716)
ALESSANDRO PACE
Il ddl sulle intercettazioni non manca mai di sorprendere per il pressappochismo con il quale è redatto, anche
quando, volendo essere "carino" nei confronti dei giornalisti - solitamente bistrattati - consente loro, in deroga
al divieto di riprese e registrazioni fraudolente, di effettuare riprese e registrazioni purché esse siano
«effettuate ai fini della attività di cronaca dei giornalisti professionisti iscritti all'albo professionale». Va subito
detto che quello previsto dal "nuovo" art.
616-bis del codice di procedura penale è un divieto sacrosanto, che effettivamente si ispira, una volta tanto,
al doveroso rispetto del diritto alla riservatezza individuale: un diritto che sarebbe altrimenti violato da una
ripresa o da una registrazione effettuata all'insaputa dell'interessato, senza il suo consenso e comunque non
in occasione di un fatto o di un avvenimento pubblico.
Ma se il divieto è giusto, quali sono le altre due deroghe? Una riguarda le acquisizioni sonore e visive che
siano strumentali ad un procedimento amministrativo o giudiziario. L'altra concerne le acquisizioni sonore e
visive effettuate nell'ambito delle attività di difesa della sicurezza dello Stato.
In entrambi i casi si è quindi in presenza dell'esercizio di funzioni pubbliche. Ma il giornalismo, in una
democrazia liberale come la nostra, è esercizio di libertà; non è una "pubblica missione", come invece
auspicava Mussolini in un famoso discorso del 10 ottobre 1928 ai direttori dei quotidiani del regime. Le diffuse
e ricorrenti critiche alla persistenza dell'Ordine dei giornalisti (che è un ente pubblico associativo) stanno
appunto qui: i giornalisti, lavorando, fanno professionalmente quello che qualsiasi altra persona con una certa
conoscenza della lingua italiana e un po' di cultura potrebbe fare altrettanto bene. Egli esercita la sua libertà
di manifestazione del pensiero: parla, commenta e scrive come potrebbe fare qualsiasi altro senza avere la
tessera di giornalista. Questa la prima obiezione.
Passo alla seconda e mi chiedo: a quale fine il legislatore accomuna i giornalisti professionisti agli esercenti
di funzioni pubbliche, come tali istituzionalmente sottoposti a controllo? È una "mela avvelenata" o un
regalino, magari, "a buon rendere"? Mi spiego meglio: è puramente tautologico affermare che la deroga al
divieto è lecita sol che «le riprese o le registrazioni di cui al primo comma sono effettuate ai fini della attività di
cronaca dei giornalisti professionisti iscritti all'albo professionale». Infatti solo in un'ottica moralisteggiante si
potrebbe affermare che non si avrebbe cronaca nella diffusione di pettegolezzi e nella diffusione di immagini
scabrose. Essendo invece vero il contrario, con una norma del genere, la difesa della riservatezza, effettuata
dall'art. 616 bis nel primo comma, dove va a finire? O dove "potrebbe" andare a finire? Forse, nella stanza da
bagno di un personaggio pubblico? La deroga deve quindi restare, ma va diversamente calibrata. In essa
deve essere chiaro che lo scopo giornalistico perseguito non è il gossip o la gratuita distruzione della dignità
di una persona (pubblica o non). Il gravissimo "potere" di intrusione nell'«altrui sfera intima» che il legislatore
verrebbe ad attribuire ad un soggetto privato (nella specie ad un giornalista professionista) può essere
ritenuto lecito solo se giustificato dalla gravità dei fatti.
Di qui la mia proposta, che è di escludere la punibilità «quando le riprese o le registrazioni di cui al primo
comma concernono la commissione di un reato o suoi elementi di prova e i relativi supporti tecnici sono stati
immediatamente portati alla conoscenza della pubblica autorità». Così, puramente e semplicemente, senza
quindi nemmeno parlare di giornalisti professionisti iscritti all'albo professionale.
Ma, proprio perciò, includendo nella deroga oltre ai giornalisti, ai pubblicisti, e ai praticanti, anche il signor
Nessuno, soprattutto pensando che, al giorno d'oggi, i ragazzini, in caso di necessità, sono spesso più abili
dei più consumati reporter nell'effettuare riprese e registrazioni, anche con un semplice telefonino.
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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IL BAVAGLIO AVVELENATO
02/06/2010
Il Messaggero - Ed. nazionale
Pag. 19
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Auto, vendite in calo del 13,8% La quota Fiat scende sotto il 30%
Ordini giù del 25%. Torino perde un quarto delle immatricolazioni L'ALLARME DEI COSTRUTTORI
Rischiamo di perdere in un anno 700 mila immatricolazioni, 10 miliardi di fatturato
ROBERTA AMORUSO
ROMA - Nuova pesante batosta per l'auto a maggio: meno 13,79% di immatricolazioni dopo il calo del
15,65% di aprile, il mese dell'inversione di rotta per il mercato. Che per ora mantiene un margine di crescita
del 7,86% nei primi cinque mesi dell'anno. Ma è destinato ad andare in rosso nei prossimi mesi, avverte il
Centro Studi Promotor che parla di «crisi di astinenza da incentivi». Per il gruppo Fiat il conto di maggio è
ancora più pesante: -25% per le immatricolazioni del Lingotto. Che paga la spinta avuta nel 2009 grazie agli
incentivi alle auto ecologiche. Ma fa i conti anche la mancata produzione di 8.000 vetture (500 e Panda) nello
stabilimento polacco di Tychy a causa dei danni provocati ad alcuni fornitori dalle forti inondazioni. Così si
spiega la decisa flessione della quota di mercato, scesa a maggio al 29,9% (a 48.849 vetture) dal 34,39% di
un anno prima. In dettaglio, le vendite di Alfa Romeo sono calate del 24,2%, quelle di Fiat del 27,2%, Lancia
del 13,4% e Maserati dell'11,1%, mentre per Ferrari sono salite del 46,7%. Quanto a Chrysler, la casa
americana gestita dal Lingotto, il gruppo segna +0,55% con un miglioramento per il brand Chrysler del 30,8%
e dell'1% per Jeep, mentre Dodge segna -11,6%. Insomma, lo stop dei bonus sta lasciando il segno, eccome
sull'intero mercato dell'auto. Tutto come da copione dicono i costruttori, commentando i dati diffusi dal
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sulle 163.700 auto immatricolate nel mese scorso. Le
agevolazioni dello scorso anno avevano infatti prolungato i loro effetti fino a tutto marzo, grazie alla possibilità
di immatricolare le auto ordinate con incentivi nel 2009. Fino a permettere un bilancio in crescita del 23,33%
per le vendite dei primi tre mesi dell'anno. Poi il crollo di aprile e la conferma di maggio. Le auto dei segmenti
A e B, quelle piccole e più ecologiche favorite nel 2009 dagli incentivi, sono scese dal 66,5% del primo
trimestre al 59,7% del bimestre successivo, dice l'Unrae. In grande difficoltà sono anche le immatricolazioni di
vetture a gpl (-35,22% a maggio) e, soprattutto, a metano (-83,50%), non più assistite dai bonus statali.
Numeri, questi, che non fanno presagire niente di buono anche per i prossimi mesi dicono, dall'Unrae,
dall'Anfia e dall'ufficio studi Promotor. Anche l'andamento degli ordini (-12% a maggio e -25% nei cinque
mesi) va in questa direzione. Parliamo di un pacchetto ordini che va verso quota 1.650.000 unità su base
annua, secondo quanto sottolinea l'Unrae, l'Associazione che rappresenta le Case estere operanti in Italia.
Vale a dire 700 mila auto in meno rispetto al 2009: «Una perdita di 10 miliardi di fatturato e di 2 miliardi di IVA
in meno per le casse dello Stato», sottolinea il direttore dell'associazione, Gianni Filipponi. Non solo. Gli ordini
reali, cioè quelli non "inquinati" dai kilometri zero, continuano a registrare diminuzioni di circa un 30%, fa
notare Federauto, che si unisce al coro di chi sollecita nuovi interventi sul settore. Nel buio totale spicca
l'andamento positivo dell'auto a noleggio che sta riprendendo smalto dopo un 2009 di profonda crisi: le
immatricolazioni sono salite dal 10,2% del primo trimestre al 18,6% del successivo bimestre. Va bene anche
il mercato dell'usato che a maggio segna il terzo mese consecutivo di crescita (+11,03%), proprio grazie alla
fine degli incentivi e alla convenienza che garantivano al nuovo.
Foto: Auto stoccate sui piazzali
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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I dati di maggio: più penalizzate dallo stop agli incentivi le vetture piccole ed ecologiche
03/06/2010
Finanza e Mercati
Pag. 8
(diffusione:21000, tiratura:267600)
Periodo Controvalore Caratteristiche CERAMICHE RICCHETTI Primi mesi 2010 max. 8 mln Il prezzo di
offerta delle azioni sarà calcolato scontando tra il 15% e il 25% il prezzo teorico ex diritto CRESPI entro il
primo semestre 2010 max 10 mln emissione di max 100 mln di nuove az. ord. senza val. nominale in opz. ai
soci al pz. di 0,10 euro per azione KME GROUP entro il primo sem. 2010 max 80 mln emissione di az. ord.
con prezzo tra 0,30 - 0,37 per ord. e 0,50 - 0,57 per risp. OMNIA NETWORK entro il 31 dicembre 2010 max
12 mln RICHARD GINORI entro il primo sem. 2010 20,9 mln emissione di 13 az. ogni 20 possedute a 0,115
euro + 11 warrant ogni 13 nuove az. sottoscritte SNIA entro il primo semestre 2010 max 10 mln emissione di
max 333,33 mln di nuove azione a 0,03 - 0,06 euro TAS entro il primo semestre 2010 max 24 mln aumento di
max 1,6 mln di nuove az. al prezzo di 15 euro l'una (0,52 nom. + 14,48 sovrap.) Periodo Prezzo (euro)
Adesioni BANCA INTERMOBILIARE 2010 4,25 GEWISS 2010 4,20 MEDITERRANEA ACQUE 2010 3,00
TOSCANA FINANZA - 1,50 Opa e Opas Dati macroeconomici Paese Ora Dato macro Periodo Stime Prec.
Italia 9:45 Pmi servizi mag. indice 55,0 54,5 Francia 9:50 Pmi servizi dato finale mag. indice 61,9 61,9
Germania 9:55 Pmi servizi dato finale mag. indice 53,7 53,7 Area euro 10:00 Pmi servizi dato finale mag.
indice 56,0 56,0 Area euro 10:00 Pmi composito mag. indice ... 56,2 Regno Unito 10:30 Pmi servizi mag.
indice 55,6 55,3 Area euro 11:00 Vendite al dettaglio apr. % m/m 0,1 0,0 Area euro 11:00 Vendite al dettaglio
apr. % a/a ... -0,1 Stati Uniti 14:15 Variazione occupazione ADP mag. 1000 58,0 32,0 Stati Uniti 14:30 Nuove
richieste di disoccup. mag. 29 1000 450,0 460,0 Stati Uniti 14:30 Richieste continue mag. 22 1000 ... 4607,0
Stati Uniti 16:00 Ordini di fabbrica apr. % m/m 1,4 1,3 Stati Uniti 16:00 Ism composto non manifatt. mag.
indice 56,0 55,4 Aumenti di capitale
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Il taccuino dell'investitore
02/06/2010
Il Gazzettino - Udine
Pag. 6
(tiratura:114104)
Moro: «Il tavolo è aperto da troppo tempo». «Definire le competenze degli ingegneri "triennali"»
Uno dei rapporti chiave per l'Ordine degli ingegneri è la collaborazione con l'Università di Udine: «Già dal
2005 - spiega la presidente Elena Moro - ogni anno l'Ordine degli ingegneri di Udine, congiuntamente alla
Facoltà di ingegneria dell'Università di Udine, organizza una serie di incontri di orientamento e preparazione
agli esami di Stato, gestiti dal Consorzio Friuli Formazione. I corsi, tra le iniziative più importanti promosse
dell'Ordine, sono dedicati a laureati e iscritti degli ultimi due anni della Facoltà di ingegneria che intendono
sostenere l'esame per l'abilitazione alla professione. Queste attività di orientamento e preparazione alla
prova, in sintonia con le linee di indirizzo emanate dal Consiglio nazionale degli ingegneri e della Giunta dei
presidi delle Facoltà di ingegneria italiane, costituiscono ancora oggi il primo e unico progetto nel suo genere
su territorio nazionale».
Sul fronte formazione invece, spiega ancora la presidente, «abbiamo istituito una commissione formata da
consiglieri dedicata a seguire questi temi e a sviluppare rapporti sinergici con le altre realtà che operano nel
settore, curando i rapporti con università, Federazione ordini degli ingegneri Fvg, Associazione ingegneri,
tavoli tecnici, commissioni consultive dell'Ordine e gruppi di lavoro». Sul fronte riforma delle professioni
«speriamo che il tavolo aperto ormai da 15-20 anni, senza mai essere giunto a una conclusione, possa
portare oggi a esiti concreti, perché nel campo dell'ingegneria ci sono molte urgenze da affrontare in maniera
organica. Tra tutte le più eclatanti sono il tema tariffario, il riconoscimento e regolamentazione del settore
dell'Ingegneria dell'informazione, la definizione degli ambiti di competenza degli ingegneri triennali».
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Professioni , riforma «urgente»
02/06/2010
Il Gazzettino - Padova
Pag. 11
(tiratura:114104)
Lavoro sicuro, ma stipendi in diminuzione. Questo lo scenario odierno per gli ingegneri.
«Stiamo vivendo tempi difficili» dice Fabio Bonfà, presidente dell'Ordine degli ingegneri padovani, riuniti
proprio ieri in assemblea. «Risentiamo come tutti della pesante crisi, tra contrazione di commesse e
resistenze ai pagamenti, con le amministrazioni pubbliche costrette nella gabbia dei patti di stabilità».
Come uscirne? «Migliorando. Il ruolo della ricerca, dello studio, dell'innovazione e della modernizzazione è
fondamentale. In particolare crediamo nell'importanza di un investimento consistente in energia alternativa e
conseguente risparmio energetico, e nello sviluppo ecosostenibile per migliorare la qualità dell'ambiente».
In tutto questo, cosa può l'ingegnere? «In questi diversi settori il nostro ruolo è di assoluto rilievo perché
protagonisti e motore di sviluppo della società. L'ingegnere è in costante ricerca di nuove soluzioni, nuove
proposte e dà un contributo fattivo al rafforzamento dello scenario tecnologico».
Il vostro ordine professionale è sincronizzato ai tempi? «Durante l'ultimo incontro avuto con il Ministro
della Giustizia Alfano si è discusso in particolare su una "Riforma delle Professioni" allo scopo di avere figure
professionali sempre più aggiornate e aggiornate. Le bozze di riforma prevedono in primo luogo
l'obbligatorietà della formazione e dell'aggiornamento continuo e in seconda istanza l'istituzione di tirocini
obbligatori per i neo laureati con l'introduzione dei crediti».
Come la mettiamo con gli stipendi in discesa? «Nello stesso incontro è stato affrontato anche il tema del
decreto Bersani e delle tariffe minime. Una buona opera non può esistere senza un buon progetto: è corretto
e giusto introdurre tariffe adeguate che assicurino ai professionisti la dignità e il prestigio che deriva dall'aver
superato un esame di Stato».
Anche il vostro ordine ha bisogno di innovazione?
«C'è già la proposta di creare una Fondazione dell'Ordine Ingegneri di Padova, che funga da braccio
operativo dell'organismo di rappresentanza della categoria. La fondazione dovrebbe quindi assolvere a due
funzioni fondamentali: promuovere la formazione e l'aggiornamento; contribuire alla promozione e alla
realizzazione di attività culturali».
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Ingegneri, ecco la Fondazione
02/06/2010
Libero - Ed. nazionale
Pag. 12
(tiratura:224026)
Il piano della Rai per far fuori Ruffini
Ecco il dossier per non reintegrare l'ex direttore della terza rete
FOSCA BINCHER
Prima rivoluzione: la Rai radiotelevisione italiana mette forse per la prima volta nero su bianco addirittura in
un atto giudiziario quel che è noto a tutti, ma che con buona dose di ipocrisia era vietato dire ufficialmente: la
tv di Stato è governata da un consiglio di amministrazione politico, vicino o lontano al governo in carica. Con
un certo coraggio la Rai accetta la realtà nelle 95 pagine del ricorso presentato alla sezione lavoro del
Tribunale di Roma contro l'ordinan za che imponeva di riassumere Paolo Ruffini alla direzione tre. L'atto,
coordinato dal vicedirettore degli affari legali e societari della Rai, Pierluigi Lax, e affidato a tre professionisti
esterni (gli avvocati Renato e Claudio Scognamiglio e l'avvocato Maria Candida Gregori) accetta dunque la
logica della Rai dove la politica ha un peso (lo diceva Ruffini, sostenendo di essere vittima di una epurazione
voluta da Silvio Berlusconi e dal PdL), naturalmente per ribaltarne poi l'ef ficacia. MAGGIORANZA BULGARA
Ruffini vittima alla Enzo Biagi e alla Michele Santoro come durante l'editto bulgaro? Macchè, sostiene la tv di
Stato. Il cambio alla direzione di Rai Tre è stato approvato - caso raro da una maggioranza schiacciante del
consiglio di amministrazione: 8 a 1. E fra chi l'ha voluto c'era il presidente, Paolo Garimberti e due consiglieri
di "opposizione" su tre, che certo non sono lì a fare favori a Berlusconi o a prendere ordini dalla maggioranza
di governo. Alla direzione di Rai Tre per altro è stato nominato Antonio Di Bella, che nelle attribuzioni di "ma
glia" contenute nella numerosa documentazione stampa depositata in causa da Ruffini, viene qualificato
come "Pd vicino a Bersani". E allora scrivono gli avvocati della Rai, «sarebbe stato davvero singolare, in un
contesto di pretesa discriminazione, "epurare" un avversario politico per sostituirlo con un altro». Una lunga
parte del reclamo Rai contro la reintegra di Ruffini a Rai Tre smonta la testi accolta apoditticamente dal
giudice di prima istanza di una persecuzione politica nei confronti del giornalista e direttore Rai figlio dell'ex
ministro dc Attilio Ruffini. Si manifesta stupore per il collegamento inserito nell'ordinanza fra la presunta
epurazione e una dichiarazione (che ne sarebbe con altre all'origine) critica su un programma della rete
rilasciata ben otto mesi prima dal deputato PdL Giorgio Lainati. E si spiega invece come l'azienda avesse
semplicemente desiderio di un pizzico di novità, che di solito fa bene a professionisti e strutture professionali:
Ruffini era lì a fare sempre le stesse cose da sette anni e sette mesi, un tempo quasi record di direzione. La
media delle direzioni Rai - sostiene la stessa azienda, è invece di poco superiore ai due anni (sono avvisati i
nominati dell'anno scorso...), e il ricambio sarebbe comunque fisiologico e nella libera determinazione di
un'azienda (è il vero punto, anche se appena accennato nel ricorso). Di censura non si può nemmeno
accennare, secondo la Rai: nessuna delle trasmissioni della terza Rete è stata soppressa, e anzi alcune sono
state perfino rafforzate dal direttore generale dell'azienda, Mauro Masi, che cita ad esempio l'ampliamento
delle tutele legali per Report di Milena Gabanelli e il rinnovo biennale invece che annuale del contratto per la
trasmissione condotta da Fabio Fazio. DOPPIA PROTESTA A tema dunque dovrebbe essere solo il
supposto demansionamento di Ruffini, gridato a gran voce dalla presunta vittima e naturalmente nel ricorso
negato dalla Rai. Gli avvocati della tv di Stato ricordano come il diretto interessato non lo avesse ritenuto tale
quando gli fu offerta ( e fu accettata) la direzione di Rai digit. Quel progetto si rivelò un po' più complicato del
previsto e l'azienda ha rivisto i suoi piani, offrendo a Ruffini due direzioni invece che una: quella di Rai
Premium (con i contenuti cinema e altri canali del digitale) e quella di Rai Educational resasi vacante dal
pensionamento di Giovanni Minoli. Con la prima offerta Ruffini avrebbe avuto a disposizione una direzione
sola con costo complessivo di 22 milioni di euro e un budget da 4,7 milioni di euro. Con la seconda definitiva
offerta le direzioni diventano due, il costo complessivo di struttura sale a 32,1 milioni di euro e il budget a
disposizione è di 16,9 milioni di euro. I legali Rai si chiedono allora dove sarebbe il demansionamento visto
che le cifre direbbero l'esatto contrario. Una delle due direzioni oltretutto era prima occupata da Minoli, che
aveva fatto il direttore sia di Rai Tre che di Rai Due. Quando lui inventò Rai educational partì da zero, e l'ha
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Pronto il ricorso
02/06/2010
Libero - Ed. nazionale
Pag. 12
(tiratura:224026)
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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fatta diventare importante. Un direttore deve anche sapersi assumere dei rischi, e la sua capacità
professionale si vede più lì che in altri compiti. La Rai per altro, ricorda al tribunale del Lavoro che nessun
codice prevede che un dipendente possa essere direttore a vita della stessa struttura e che esiste la libertà di
impresa.
02/06/2010
Il Secolo XIX - Ed. nazionale
Pag. 18
(tiratura:127026)
A OTTOBRE LA PRATICA TORNERÀ IN REGIONE L'UNICA INCOGNITA
ORA SONO LE OSSERVAZIONI
IL RETROSCENA UN PATTO per accelerare al massimo il procedimento di sanatoria del Piano urbanistico
comunale è stato stretto tra la giunta e le categorie economiche all'indomani dell'annullamento del Puc ad
opera del Tar Liguria. Il nodo è quello delle osservazioni che professionisti, imprese e semplici cittadini hanno
diritto a presentare prima dell'approvazione definitiva del Piano da parte della Regione. Osservazioni che,
però, il mondo economico e professionale, si è impegnato sostanzialmente a non inoltrare per non
complicare, o peggio vanificare, lo sforzo del Comune di ottenere finalmente uno strumento urbanistico a
prova di ricorsi. Restano i potenziali rilievi dei comuni cittadini che, però, «statisticamente sono attorno all'un
per cento del totale». Parola di Davide Viziano, vicepresidente Assedil e numero uno della Consulta per
l'edilizia: «Nell'esame del Puc, il ruolo principale lo svolgono sempre gli addetti ai lavori». Ordini professionali
, imprenditori, sindacati, enti economici, associazioni di categoria che, come detto, si sono impegnati a non
mettere i bastoni fra le ruote al Co- mune. Condividendo l'obiettivo di regolarizzare al più presto una situazione
che ha messo in agitazione il comparto edilizio. Tutto questo in attesa del nuovo Puc, che a fine anno
dovrebbe essere sottoposto al vaglio del consiglio comunale. L'iter che - secondo il Comune - dovrebbe sanare
una volta per sempre i vizi procedurali bersaglio del Tar, è stato avviato ieri con l'approvazione in consiglio
comunale della delibera sul Puc. Prossimamente, il documento sarà "in deposito", cioè visionabile da
chiunque, per un mese altri trenta giorni di tempo sono fissati dalla legge per la presentazione delle famose
osservazioni. «Considerando che ad agosto il consiglio comunale chiude per ferie, la prima fase procedurale
si concluderà a settembre», dice Pier Paolo Tomiolo, responsabile dell'Urbanistica di Palazzo Tursi: «A
ottobre il Comune finirà la sua parte, poi la pratica passerà alla Regione, che dovrebbe ratificare il Puc in
tempi abbastanza brevi». Questo in teoria. In realtà, c'è appunto l'incognita delle osservazioni. A questo
proposito gli interrogativi sono parecchi. Saranno respinte in blocco, come si ventila negli uffici comunali? E
se qualcuna di esse dovesse essere accolta, non si rischia di stravolgere il vecchio Puc? E quindi innescare
un iter molto più complicato e dalle conseguenze imprevedibili? Alcuni di questi timori sono stati manifestati,
ieri in aula, dal centro destra. «Di sicuro - fa sapere Tomiolo - saremo molto selettivi nell'esame delle
osservazioni che potranno, comunque, solo riguardare le modifiche al Puc introdotte a suo tempo dalla
Regione». Un'altra cosa certa è che le osservazioni potenzialmente accoglibili si conteranno sulle dita di una
mano. «Dovranno essere argomentazioni di grande rilievo, in ogni caso non possiamo accogliere elementi di
novità che scardinano l'impianto originale», precisa Tomiolo.
Foto: Ad annullare il Puc è stato il ricorso presentato per via Bosio
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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PATTO TURSI-IMPRENDITORI PER VELOCIZZARE L'ITER. MA IL COLPO DI FRENO POTREBBE
ARRIVARE DAI CITTADINI
02/06/2010
ItaliaOggi
Pag. 20
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Più soldi ai legali dei comuni
È illegittimo limitare il pagamento dei compensi professionali, dovuti agli avvocati dell'avvocatura comunale a
seguito di sentenza favorevole all'ente, ai soli casi in cui la controparte sia condannata al pagamento delle
spese di giudizio e ne sia stato ottenuto il recupero. Questo è quanto ha sancito il Tar Puglia - Lecce, sezione
III con la sentenza del 25 marzo 2010, n. 847. Nel caso in esame gli avvocati dipendenti del comune di
Taranto con contratto a tempo indeterminato e incardinati presso l'avvocatura dell'ente civico, avevano
impugnato il regolamento sul funzionamento dell'avvocatura comunale, nella parte in cui veniva limitata la
corresponsione dei loro compensi professionali, a seguito di sentenza favorevole all'ente, ai soli casi in cui la
controparte fosse stata condannata al pagamento delle spese di giudizio. Nel regolamento sopra citato, poi,
la liquidazione dei compensi professionali agli avvocati dell'Avvocatura veniva limitata al «previo
accertamento delle somme incamerate dall'ente e recepite con apposita determinazione dirigenziale». I
giudici amministrativi confermano l'illegittimità della disposizione regolamentare. Deve, infatti, essere
riconosciuta a tutti gli avvocati dipendenti, compresi quelli degli enti locali, il diritto ai compensi professionali
semplicemente alla ricorrenza di sentenze favorevoli, superando, «in melius», la previgente disciplina
specifica di settore, propria del Comparto enti locali, che ne subordinava la spettanza agli importi recuperati a
seguito di condanna della parte avversa soccombente (art. 69, comma 2, del dpr 268/87). Questa norma ha
cessato di avere vigore a seguito della sottoscrizione dei nuovi contratti collettivi nazionali che disciplinano la
materia. Rilevato, quindi, che gli avvocati e procuratori degli uffici istituiti presso enti pubblici sono titolari di
uno status particolare caratterizzato dal fatto che essi sintetizzano la qualità di pubblici impiegati e quella di
professionisti iscritti nel relativo Albo professionale, particolarità giustificata dalla peculiarità delle funzioni
svolte, la disciplina del loro trattamento retributivo deve prevedere che essi fruiscano, in aggiunta allo
stipendio tabellare, di una quota di retribuzione quantificata sulla base della legge e delle tariffe.
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tar lecce
02/06/2010
ItaliaOggi
Pag. 32
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Progetti in mostra per i Centri storici RagusaniIl gruppo di studio «Conservazione, tutela e valorizzazione dei
beni culturali nell'area a riconoscimento Unesco» dell'associazione Ingegni Cultura Modica
(www.ingegnicultura.it), coordinato da Simona Incatasciato, vice presidente sezione «Giovani», d'intesa con
gli ordini professionali e con la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Ragusa, ha indetto una mostra di progetti,
redatti da giovani professionisti.Loro tema è la trasformazione, attraverso la rifunzionalizzazione, di edifici e
spazi urbani, all'interno dei centri storici della provincia. È opportuno provvedere alla messa in sicurezza e
alla riqualificazione del patrimonio edilizio ed urbano esistente nelle città iblee e dare visibilità ad opere che
contribuiscono ad incoraggiare il rilancio degli apprezzati centri storici. L'evento si tiene a Modica, presso la
Fondazione Grimaldi (corso Umberto I, 106), fino al 13 giugno. La mostra viene inaugurata, il 5 giugno alle
ore 18.00, con una tavola rotonda. Sono previsti gli interventi del Soprintendente Vera Greco - «Recupero e
valorizzazione dei monumenti: un nuovo uso per il futuro come alternativa all'abbandono e per una migliore
qualificazione degli spazi urbani» - e di Claudia Origoni, della Fiera di Roma, che relazionerà su: «L'albergo
diffuso come modello di rifunzionalizzazione dell'offerta turistica di eccellenza: le case dello Zodiaco a
Modica».A Roma la Festa dell'Architettura Su iniziativa dell'Assessorato comunale alle Politiche Culturali e
della Comunicazione, della Casa dell'Architettura e dell'Ordine degli Architetti, si svolge dal 9 al 12 giugno
«Index Urbis», manifestazione di confronto con le altre metropoli del pianeta, con oltre cinquanta eventi
collaterali, curata da Francesco Garofalo (www.indexurbis.it). Sarà inaugurata dalla lectio magistralis di
Alvaro Siza. Tra le mostre in programma: c'è dal 9 giugno alla Casa dell'Architettura - The Centre(s)
Elsewhere», a cura del Berlage Institute, Rotterdam - Capital Cities Research Program. Gli altri luoghi di
questa «Festa dell'Architettura» sono: l'Auditorium Parco della Musica, il MAXXI Museo Nazionale delle Arti
del XXI secolo e il MACRO Testaccio.Roma: Mostra di progetti di Architettura La mostra - titolo 2A+P/A- THE
POP OUT SHOW - a cura di Peter T. Lang e Patrizia Ferri, organizzata in collaborazione con Mario De
Candia e Paolo Di Capua, (inaugurazione domani ore 18.00) è collaterale alla Festa dell'Architettura; ha il
patrocinio dell'IN/ARCH Lazio ed è supportata nella comunicazione da Image. 2A+P/A, studio diretto da
Gianfranco Bombaci e Matteo Costanzo, espone, presso lo Hyunnart studio (viale Manzoni 85), una
selezione di progetti (dal 4 al 18 giugno): la nuova Facoltà di Architettura di Delft, il Pop Music Center di
Taipei, un complesso di abitazioni a Tartu, un molo attrezzato a Dunkerque, un prototipo di unità abitativa
«Condominio Produttivo» e il nuovo Museo di Maribor.
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Basta con le riforme strutturali
Servono invece delle riforme concrete, efficaci, applicabili
Ma che cosa sono le riforme e per di più strutturali? Che cos'hanno di così magico da essere il tormentone
degli ultimi 30 anni di vita del Paese? Come mai anche un uomo sempre pertinente e ficcante nei suoi
discorsi come il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, le evoca in ogni occasione come lo
strumento per guarire i mali italiani?Sicuramente sono il miraggio di ogni maggioranza e di ogni governo, ma
allo stesso tempo l'occasione per litigare non solo fra maggioranza (che dice di non riuscire a farle per causa
dell'opposizione) e minoranza (che accusa chi è al governo di non volerle fare), ma anche all'interno della
maggioranza stessa. Meno sicuramente sono qualcosa di metafisico, visto che non sono terrene ma solo una
sorta di sogno, di deus ex machina della politica, che tuttavia non entra mai in scena come invece avveniva
nelle tragedie greche.L'attuale segretario del Pd, Pierluigi Bersani, pensando di averne fatte molte e tutte
insieme, le chiamò lenzuolate. Quella che si ricorda di più, mai attuata, riguardava l'affermazione del principio
della libera concorrenza fra taxisti. Bastò la protesta organizzata dai taxisti romani per cancellarla.Se questa
è la realtà, perché non viene deciso di abolire queste due parole nauseanti e di farle senza dirlo?Deve averla
pensata così anche il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel varare una manovra che di riforme definibili
strutturali ne ha più di una. Perché, in ultima analisi, le riforme non sono altro che modifiche di regole che già
esistono e che, venendo modificate, determinano un cambiamento sostanziale degli effetti che le vecchie
regole avevano.Combattere l'evasione è sicuramente una riforma strutturale, ma perché sia tale non è
necessario che sia inquadrata nella categoria definita dalle due nauseanti parole. Occorre piuttosto che si
compiano atti concreti, di buon governo, per far pagare le tasse a chi non le paga. Un obiettivo che esalta il
senso della democrazia, poiché introduce criteri di equità, senza contare che il primo parlamento, quello
inglese, fu eletto per controllare che le entrate dello Stato fossero correttamente utilizzate e non sprecate.
Che il ministro Tremonti stia attuando, da quando è tornato al governo, una riforma strutturale nel campo
fiscale è fuori discussione. E i provvedimenti che ha incluso nella manovra sono proprio quegli atti concreti
che, uniti insieme uscendo dalla retorica, sono vere riforme strutturali.Lo è stato l'aver messo a nudo le
evasioni di personaggi noti come il compianto Luciano Pavarotti, o il Dottore, al secolo Valentino Rossi; o
l'aver fatto sapere che nel caso fosse provata l'evasione, la più importante famiglia italiana, gli Agnelli,
dovrebbe pagare quasi 900 milioni di multa. È una riforma davvero strutturale dimostrare che in Italia non
esistono gli intoccabili. E in questa direzione è encomiabile lo sforzo di Attilio Befera, a un tempo direttore
generale dell'Agenzia delle entrate, che deve far pagare le tasse, e presidente di Equitalia, che deve riuscire
a incassarle.Più cresce l'antipatia di Befera presso certi italiani e più profonda è la riforma strutturale che l'alto
burocrate sta mettendo in atto sotto la guida di Tremonti.Si sente dire, anche a sinistra, che è stato un brutto
spettacolo quello delle motovedette che hanno costretto Flavio Briatore a far rientrare in porto il suo yacht
miliardario. Briatore è sicuramente residente a Londra, quindi vuol dire che trascorre più della metà dei giorni
dell'anno fuori dall'Italia, ma con una sapiente organizzazione societaria riesce comunque a non pagare una
lira di tasse in Italia, pur avendo nel Belpaese più di una attività. Può darsi che i finanzieri che lo hanno
circondato con le motovedette abbiano preso un granchio sul piano giuridico, ma è indubbio che Briatore
possa comprare il carburante per il suo yacht esentasse, in quanto il suo yacht, in realtà, è di proprietà di una
società che a sua volta è controllata da un Trust, di cui l'ex manager del team Renault di Formula 1 è il
controllore. Briatore rispetta rigorosamente le regole formali e quando invita amici a bordo, dopo la cena,
firma il conto che gli viene addebitato perché, sempre sul piano formale, la società proprietaria dello yacht è
terza rispetto a lui. E quindi lui si comporta come un cliente che abbia affittato l'imbarcazione. Ma tutti i
giornali di gossip, che non passa settimana che non parlino di lui, di sua moglie e del pargolo, scrivono in
tutte le didascalie che quello è lo yacht di Flavio Briatore.Non sono pochi, anche non suoi amici, che hanno
telefonato per solidarietà a Briatore, ma qualcuno, per fortuna, ha telefonato anche a chi sta cercando di
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Sono due parole nauseanti e inconcludenti. Perché non abolirle di botto e senza dirlo?
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superare legalmente la forma per far pagare un po' di tasse anche a chi è così immanente in Italia.
L'importante è che il tentativo rispetti la legge. Se poi dà frutti sarà un altro formidabile esempio concreto per
far capire a chi non paga le tasse che i tempi sono cambiati.I tempi sono cambiati anche per altri due
provvedimenti inclusi nella manovra: il limite di 5 mila euro per operazioni in contanti e la tracciabilità delle
fatture superiori a 3 mila euro. Anche nella lenzuolata di Bersani c'era il limite all'uso del contante ma era
stato fissato un tetto irrealistico di 100 euro (per i pagamenti a professionisti e autonomi), che giustamente fu
annullato dall'attuale governo Berlusconi poiché rendeva non fluido il commercio e lo scambio dei servizi,
tenuto conto della dimensione media attuale delle transazioni. Ma il principio era sacrosanto e aver trovato
una misura ragionevole è appunto un contributo importante alla riforma strutturale dell'evasione, così come lo
è la possibilità di seguire l'iter delle fatture per via elettronica. Se i provvedimenti in materia di lotta
all'evasione saranno applicati con efficacia, altro che riforme strutturali di quelle sognate e mai raggiunte.E
non è forse un'altra riforma strutturale quella che nei mesi scorsi ha messo a nudo, attraverso il ministro della
Funzione Pubblica e dell'Innovazione, Renato Brunetta, i fannulloni e gli assenteisti della burocrazia statale e
degli altri enti pubblici? È da anni di tutta evidenza che quando un cittadino chiama un ufficio pubblico e dal
centralino gli viene risposto che l'interessato non è rintracciabile, 70 volte su 100 è in pausa caffè che dura
decine di minuti. Si vuole mettere in dubbio che i dipendenti pubblici (assolutamente non tutti, naturalmente)
abbiano un rendimento scarso, poca motivazione e che abbiano questo comportamento perché non rischiano
né cassa integrazione né licenziamento?È quindi più di una riforma strutturale aver incluso nella manovra un
provvedimento che riduce i loro salari: anche se non sono altissimi, negli ultimi anni sono saliti molto di più di
quelli del settore privato e quindi se un sacrificio deve essere fatto è giusto che loro siano fra i primi a
compierlo, insieme ai politici. Quanti anni sono che si richiede a tutti i livelli un contenimento degli stipendi
della politica e mai era stato deciso concretamente di tagliarli? Non è allora una riforma strutturale la
decisione di ridurli veramente inclusa nella manovra Berlusconi-Tremonti?Si dirà: tutti questi e molti altri
inclusi nella manovra sono provvedimenti di natura economica, mentre chi evoca riforme strutturali pensa in
primo luogo a quelle del sistema politico, così come è definito nella Costituzione di oltre 60 anni fa.È vero che
l'architettura, i poteri (o governance che dir si voglia), le istituzioni della Repubblica vanno ammodernati, in
primo luogo quelli riferibili ai valori di uno Stato liberale e democratico. Ma per fare le riforme costituzionali, in
base alla stessa Costituzione, cioè alla Carta fondante della Repubblica italiana, occorrono maggioranze
parlamentari che superano i due terzi degli eletti e che finora nessun partito o raggruppamento di partiti ha
raggiunto negli ultimi decenni. In alternativa alla maggioranza qualificata occorre che dopo due passaggi in
parlamento la riforma, o modifica, sia convalidata da un referendum popolare. Un percorso lungo e difficile.
Prova ne sia che, salvo modeste eccezioni, la Costituzione è sempre quella approvata dopo la guerra,
avendo allora come primo spettro da combattere la possibilità che si riformasse una dittatura.È giusto quindi
mirare anche a queste riforme strutturali, ma non si può stare fermi in attesa che una nuova coscienza civile
imponga ai partiti di trovare un accordo fra maggioranza e minoranza; non si può restare fermi soprattutto in
materia economica, perché sono le crisi economiche a inasprire gli animi, a fomentare gli scontri sociali, a far
star male la maggioranza dei cittadini. Chapeau, quindi, al duo Berlusconi-Tremonti per essere riuscito a
inserire nella manovra tanti provvedimenti che, come quelli descritti, hanno la forza di compiere vere riforme
strutturali, senza chiamarle tali.Ma mentre non si può non apprezzare la razionalità della manovra anche sul
piano strutturale, non ci si può astenere dal raccomandare al presidente del consiglio e al ministro
dell'Economia di fare un'analisi critica sulla violazione di alcuni principi fondamentali dello Stato liberale. Uno
su tutti: l'inversione della prova in materia fiscale. Negli Stati liberali, tutti i cittadini sono colpevoli fino a prova
contraria. Quindi è lo Stato che deve dimostrare il reato (quelli fiscali sono reati penali e patrimoniali) e non il
cittadino. Invece, sia pure due politici di formazione liberale come Berlusconi e Tremonti hanno trovato
comodo in questi due anni di governo il tenere in vita e anzi l'incrementare i provvedimenti presi dall'ex
ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, che dell'inversione della prova aveva fatto il suo cavallo di battaglia.
No, Signor Presidente del Consiglio, no, Signor Ministro, la lotta all'evasione deve essere senza tregua, così
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come il governo sta conducendo la lotta alla delinquenza organizzata mafiosa, ma i principi liberali non
devono essere falciati via da provvedimenti che certo combattono l'evasione ma azzerano la fiducia del
cittadino nello Stato.È soprattutto questa nuova importazione giurisprudenziale del reato tedesco di abuso di
diritto che inquieta tutti coloro che sono sinceramente solidali con il governo nella lotta agli evasori. È bene
avere funzionari dell'Agenzia delle entrate e militari della Guardia di finanza che hanno il sacro fuoco della
scoperta dell'evasione. Ma dare nelle loro mani uno strumento puntutissimo come il cosiddetto abuso di
diritto, cioè l'utilizzo delle norme esistenti in maniera tale da pagare meno tasse, è pericolosissimo e
conferma la sovversione del principio liberale dell'onere della prova a carico dello Stato. Quello che ora si
chiama abuso di diritto è un po' come il reato di concorso esterno all'attività mafiosa. È servito moltissimo a
smantellare le cosche, ma ha fatto anche molte vittime illustri.Si torni, allora, al concetto di elusione fiscale,
cioè di uso delle norme per trovare nelle loro pieghe la via di pagare meno tasse. E lo si faccia tornare a
essere un reato perfettamente punibile quando dietro questo comportamento l'amministrazione finanziaria
dimostri che non vi è una valida ragione economica per aver usato le leggi in quel modo. In altri termini, sia lo
Stato a indagare e si smetta di chiedere ai cittadini di dimostrare loro che il giustificato motivo economico
esiste. Purtroppo, le modifiche fiscali introdotte dall'ex ministro Visco hanno indotto anche la Cassazione a
sentenziare in più occasioni di fatto a favore del reato di abuso di diritto. Occorre quindi una modifica
normativa che riporti in vigore il principio dello Stato liberale. Il che non è affatto contraddittorio con l'azione
inquisitoria per verificare se è possibile legalmente far pagare le tasse, un po' di tasse, al furbissimo Briatore.
03/06/2010
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Una partita doppia per gli ordini
Inaccettabile la duplice veste di controllore e rappresentante
Due circostanze esprimono molto bene la condizione del sistema professionale oggi in Italia. La
presentazione del disegno di legge di iniziativa parlamentare sulla riforma delle professioni e l'assise
confindustriale che invoca una coalizione forte tra le parti sociali per trovare idee utili a uscire dalla crisi.
Partiamo dalla proposta di riforma depositata in Commissione giustizia alla Camera da Maria Grazia Siliquini,
stroncata sul nascere da Confprofessioni che ha denunciato subito il tentativo di stravolgere la natura
costituzionale degli ordini professionali (ai quali i professionisti sono obbligatoriamente iscritti), enti di diritto
pubblico non economico a tutela degli interessi generali, per trasformarli in organismi di rappresentanza
sindacale delle categorie intellettuali (dove vige il principio della libera adesione).L'ipotesi di istituire il
«Consiglio nazionale delle professioni intellettuali», espressione dei vertici ordinistici, che avrebbe il compito
di rappresentare presso il governo e il parlamento gli interessi economici e sociali degli iscritti agli albi
professionali, getta le basi a un enorme conflitto di interessi, alimentato dal gotha degli ordini che sembrano
ignorare i rischi che una sovrapposizione tra il ruolo di rappresentanza e di controllo dei professionisti
possono determinare su tutto il sistema delle libere professioni. È l'eutanasia degli ordini. La proposta Siliquini
ha un altro vizio di fondo: eliminare con un colpo di spugna dalla riforma delle professioni le attività non
regolamentate. Si tratta di una scelta miope che ignora completamente le dinamiche del mercato in cui
operano gli studi professionali e inaccettabile, perché non affronta il problema delle professioni emergenti,
dove si stanno delineando nuovi profili professionali di contenuto intellettuale e figli di nuove lauree
specialistiche che meriterebbero un'idonea regolamentazione all'interno della riforma delle professioni, che
rappresenta la sede naturale per disciplinare le attività non regolamentate, coerentemente con le direttive
europee e in armonia con le funzioni tipiche delle professioni ordinistiche. Viceversa, si rischia di non
valorizzare quelle professionalità che possono arricchire il tessuto intellettuale italiano e di lasciare il mercato
dei servizi in balia di una feroce concorrenza sleale da parte di chi opera, senza vincoli e senza garanzie per i
cittadini. I reiterati tentativi di scardinare le regole della rappresentanza, le battaglie corporative a difesa di
anacronistiche prerogative, assieme all'espulsione delle attività non regolamentate dal testo di riforma,
portano acqua a quanti continuano a vedere nel sistema delle professioni una minaccia agli assetti che
governano i rapporti tra economia e politica nel nostro Paese. E il clima di restaurazione, imposto dagli ordini
alla riforma, sta minando alla radice l'affermazione politica e sociale del comparto professionale, in uno dei
momenti più delicati nell'evoluzione degli studi, come ha confermato l'assemblea della Confindustria nei giorni
scorsi a Roma. La chiamata alle armi delle forze economiche e sociali del Paese, lanciata dal presidente
Emma Marcegaglia per un'assise tra imprese e lavoro per rilanciare la crescita chiama in causa direttamente i
rappresentanti dei professionisti che trovano un punto di sintesi dentro Confprofessioni, anche se gli sforzi
compiuti dalla Confederazione delle libere professioni per compattare le associazioni professionali e dare
spessore politico alle categorie intellettuali, spesso, si infrangono contro un coro di voci (non senza qualche
stonato acuto) che continuano a parlare lingue diverse. Non è casuale l'affondo del presidente della
Confindustria contro le mancate liberalizzazioni nel settore delle professioni e il ritorno delle tariffe minime per
i servizi professionali. Non entriamo nella polemica, perché è risibile il confronto tra un manufatto, magari
fabbricato in Cina, con il valore di una prestazione professionale, che va ben oltre la mercificazione della
parcella (tariffe o non tariffe). L'ennesima sortita di Confindustria al mondo professionale dovrebbe aprire una
seria riflessione tra chi ha a cuore il sistema delle attività intellettuali: chi è il bersaglio di Confindustria? Gli
ordini, le associazioni professionali, la lobby dei professionisti in Parlamento...È un problema di rifrazione
ottica che colpisce chiunque tenti di inquadrare nel suo insieme il sistema delle professioni. Una caotica
sovrapposizione di volti e voci si rincorrono per affermare il pensiero forte ora di una, ora dell'altra singola
categoria, a scapito di una visione unitaria di tutte le anime che formano il sistema professionale. Accade
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Tutti i nodi della riforma delle professioni vengono al pettine. Analisi del disegno di legge
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quasi quotidianamente nelle commissioni parlamentari, nelle Regioni, nelle redazioni dei giornali: dove tutti si
sentono legittimati a parlare per nome e per conto dei liberi professionisti, senza tener conto della funzione di
parte sociale che si incarna, in virtù del Ccnl degli studi professionali, in Confprofessioni. Lo ha capito il
governo, fanno fatica a capirlo i professionisti.
03/06/2010
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Basta con le riforme strutturali
Servono invece delle riforme concrete, efficaci, applicabili
PAOLO PANERAI
Ma che cosa sono le riforme e per di più strutturali? Che cos'hanno di così magico da essere il tormentone
degli ultimi 30 anni di vita del Paese? Come mai anche un uomo sempre pertinente e ficcante nei suoi
discorsi come il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, le evoca in ogni occasione come lo
strumento per guarire i mali italiani? Sicuramente sono il miraggio di ogni maggioranza e di ogni governo, ma
allo stesso tempo l'occasione per litigare non solo fra maggioranza (che dice di non riuscire a farle per causa
dell'opposizione) e minoranza (che accusa chi è al governo di non volerle fare), ma anche all'interno della
maggioranza stessa. Meno sicuramente sono qualcosa di metafisico, visto che non sono terrene ma solo una
sorta di sogno, di deus ex machina della politica, che tuttavia non entra mai in scena come invece avveniva
nelle tragedie greche. L'attuale segretario del Pd, Pierluigi Bersani, pensando di averne fatte molte e tutte
insieme, le chiamò lenzuolate. Quella che si ricorda di più, mai attuata, riguardava l'affermazione del principio
della libera concorrenza fra taxisti. Bastò la protesta organizzata dai taxisti romani per cancellarla. Se questa
è la realtà, perché non viene deciso di abolire queste due parole nauseanti e di farle senza dirlo? Deve averla
pensata così anche il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel varare una manovra che di riforme definibili
strutturali ne ha più di una. Perché, in ultima analisi, le riforme non sono altro che modifiche di regole che già
esistono e che, venendo modificate, determinano un cambiamento sostanziale degli effetti che le vecchie
regole avevano. Combattere l'evasione è sicuramente una riforma strutturale, ma perché sia tale nonè
necessario che sia inquadrata nella categoria definita dalle due nauseanti parole. Occorre piuttosto che si
compiano atti concreti, di buon governo, per far pagare le tasse a chi non le paga. Un obiettivo che esalta il
senso della democrazia, poiché introduce criteri di equità, senza contare che il primo parlamento, quello
inglese, fu eletto per controllare che le entrate dello Stato fossero correttamente utilizzate e non sprecate.
Che il ministro Tremonti stia attuando, da quando è tornato al governo, una riforma strutturale nel campo
fiscale è fuori discussione. Ei provvedimenti che ha incluso nella manovra sono proprio quegli atti concreti
che, uniti insieme uscendo dalla retorica, sono vere riforme strutturali. Lo è stato l'aver messo a nudo le
evasioni di personaggi noti come il compianto Luciano Pavarotti, o il Dottore, al secolo Valentino Rossi; o
l'aver fatto sapere che nel caso fosse provata l'evasione, la più importante famiglia italiana, gli Agnelli,
dovrebbe pagare quasi 900 milioni di multa. È una riforma davvero strutturale dimostrare che in Italia non
esistono gli intoccabili. E in questa direzione è encomiabile lo sforzo di Attilio Befera, a un tempo direttore
generale dell'Agenzia delle entrate, che deve far pagare le tasse, e presidente di Equitalia, che deve riuscire
a incassarle. Più cresce l'antipatia di Befera presso certi italiani e più profonda è la riforma strutturale che
l'alto burocrate sta mettendo in atto sotto la guida di Tremonti. Si sente dire, anche a sinistra, che è stato un
brutto spettacolo quello delle motovedette che hanno costretto Flavio Briatore a far rientrare in porto il suo
yacht miliardario. Briatore è sicuramente residente a Londra, quindi vuoi dire che trascorre più della metà dei
giorni dell'anno fuori dall'Italia, ma con una sapiente organizzazione societaria riesce comunque a non pagare
una lira di tasse in Italia, pur avendo nel Belpaese più di una attività. Può darsi che i finanzieri che lo hanno
circondato con le motovedette abbiano preso un granchio sul piano giuridico, ma è indubbio che Briatore
possa comprare il carburante per il suo yacht esentasse, in quanto il suo yacht, in realtà, è di proprietà di una
società chea sua volta è controllata da un Trust, di cui l'ex manager del team Renault di Formula 1è il
controllore. Briatore rispetta rigorosamente le regole formali e quando invita amici a bordo, dopo la cena,
firma il Conto che gli viene addebitato perché, sempre sul piano formale, la società proprietaria dello yacht è
terza rispetto a lui. E quindi lui si comporta come un cliente che abbia affittato l'imbarcazione. Ma tutti i
giornali di gossip, che non passa settimana che non parlino di lui, di sua moglie e del pargolo, scrivono in
tutte le didascalie che quello è lo yacht di Flavio Briatore. Non sono pochi, anche non suoi amici, che hanno
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
PRIMO PIANO Sono due parole nauseanti e inconcludenti. Perché non abolirle di botto e senza dirlo?
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
telefonato per solidarietà a Briatore ma qualcuno, per fortuna, ha telefonato anche a chi sta cercando di
superare legalmente la forma per far pagare un po' di tasse anche a chi è così immanente in Italia.
L'importante è che il tentativo rispetti la legge. Se poi da frutti sarà un altro formidabile esempio concreto per
far capire a chi non paga le tasse chei tempi sono cambiati. I tempi sono cambiati anche per altri due
provvedimenti inclusi nella manovra: il limite di 5 mila euro per operazioni in contanti e la tracciabilità delle
fatture superiori a 3 mila euro. Anche nella lenzuolata di Bersani c'era il limite all'uso del contante ma era
stato fissato un tetto irrealistico di 100 euro (per i pagamenti a professionisti è autonomi), che giustamente fu
annullato dall'attuale governo Berlusconi poiché rendeva non fluido il commercio e lo scambio dei servizi,
tenuto conto della dimensione media attuale delle transazioni. Ma il principio era sacrosanto e aver trovato
una misura ragionevole è appunto un contributo importante alla riforma strutturale dell'evasione, così come lo
è la possibilità di seguire l'iter delle fatture per via elettronica. Se i provvedimenti in materia di lotta
all'evasione saranno applicati con efficacia, altro che riforme strutturali di quelle sognate e mai raggiunte. E
nonè forse un'altra riforma strutturale quella che nei mesi scorsi ha messo a nudo, attraverso il ministro della
Funzione Pubblica e dell'Innovazione, Renato Brunetta, i fannulloni e gli assenteisti della burocrazia statale e
degli altri enti pubblici? È da anni di tutta evidenza che quando un cittadino chiama un ufficio pubblico e dal
centralino gli viene risposto che l'interessato non è rintracciabile, 70 volte su 100è in pausa caffè che dura
decine di minuti. Si vuole mettere in dubbio che i dipendenti pubblici (assolutamente non tutti, naturalmente)
abbiano un rendimento scarso, poca motivazione e che abbiano questo comporta' f mento perché non
rischiano né cassa integrazione né licenziamento? È quindi più di una riforma strutturale aver incluso nella
manovra un provvedimento che riduce i loro salari: anche se non sono altissimi, negli ultimi anni sono saliti
molto di più di quelli del settore privato e quindi se un sacrificio deve essere fatto è giusto che loro siano fra i
primi a compierlo, insieme ai politici. Quanti anni sono che si richiede a tutti i livelli un contenimento degli
stipendi della politica e mai era stato deciso concretamente di tagliarli? Non è allora una riforma strutturale la
decisione di ridurli veramente inclusa nella manovra BerlusconiTremonti? Si dirà: tutti questi e molti altri
inclusi nella manovra sono provvedimenti di natura economica, mentre chi evoca riforme strutturali pensa in
primo luogo a quelle del sistema politico, così come è definito nella Costituzione di oltre 60 anni fa. È vero
che l'architettura, i poteri (o governance che dir si voglia), le istituzioni della Repubblica vanno ammodernati,
in primo luogo quelli riferibili ai valori di uno Stato liberale e democratico. Ma per fare le riforme costituzionali,
in base alla stessa Costituzione, cioè alla Carta fondante della Repubblica italiana, occorrono maggioranze
parlamentari che superano i due terzi degli eletti e che finora nessun partito o raggruppamento di partiti ha
raggiunto negli ultimi decenni. In alternativa alla maggioranza qualificata occorre che dopo due passaggi in
parlamento la riforma, o modifica, sia convalidata da un referendum popolare. Un percorso lungo e difficile.
Prova ne sia che, salvo modeste eccezioni, la Costituzione è sempre quella approvata dopo la guerra,
avendo allora come primo spettro da combattere la possibilità che si riformasse una dittatura. È giusto quindi
mirare anche a queste riforme strutturali, ma non si può stare fermi in attesa che una nuova coscienza civile
imponga ai partiti di trovare un accordo fra maggioranza e minoranza; non si può restare fermi soprattutto in
materia economica, perché sono le crisi economiche a inasprire gli animi, a fomentare gli scontri sociali, a far
star male la maggioranza dei cittadini. Chapeau, quindi, al duo BerlusconiTremonti per essere riuscito a
inserire nella manovra tanti provvedimenti che, come quelli descritti, hanno la forza di compiere vere riforme
strutturali, senza chiamarle tali. Ma mentre non si può non apprezzare la razionalità della manovra anche sul
piano strutturale, non ci si può astenere dai raccomandare ai presidente del consiglio e al ministro
dell'Economia di fare un'analisi critica sulla violazione di alcuni principi fondamentali dello Stato liberale. Uno
su tutti: l'inversione della prova in materia fiscale. Negli Stati liberali, tutti i cittadini sono colpevoli fino a prova
contraria. Quindi è lo Stato che deve dimostrare il reato (quelli fiscali sono reati penali e patrimoniali) e non il
cittadino. Invece, sia pure due politici di formazione liberale come Berlusconi e Tremonti hanno I trovato
comodo in I questi due anni di : governo il tenere in vita e anzi l ' i n c r e m e n t a r e i provvedimenti presi
dall'ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco. . che dell'inversione della prova aveva fatto il suo cavallo : di
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battaglia, i No, Signor PreI sidente del Consiglio, no, Signor Ministro, la lotta all'evasiuat; uevt- essere senza
tregua, così come il governo sta conducendo la lotta alla delinquenza organizzata mafiosa, mìa i principi
liberali non devono essere falciati via da provvedimenti che certo combattono l'evasione ma azzerano la
fiducia del cittadino nello Stato. È soprattutto questa nuova importazione giurisprudenziale del reato tedesco
di abuso di diritto che inquieta tutti coloro che sono sinceramente solidali con il governo nella lotta agli
evasori. È bene avere funzionari dell'Agenzia delle entrate e militari della Guardia di finanza che hanno il
sacro fuoco della scoperta dell'evasione. Ma dare nelle loro mani uno strumento puntutissimo come il
cosiddetto abuso di diritto, cioè l'utilizzo delle norme esistenti in maniera tale da pagare meno tasse, è
pericolosissimo e conferma la sovversione del principio liberale dell'onere della prova a carico dello Stato.
Quello che ora si chiama abuso di diritto è un po' come il reato di concorso esterno all'attività mafiosa. È
servito moltissimo a smantellare le cosche, ma ha fatto anche molte vittime illustri. Si torni, allora, al concetto
di elusione fiscale, cioè di uso delle norme per trovare nelle loro pieghe la via di pagare meno tasse. E lo si
faccia tornare a essere un reato perfettamente punibile quando dietro questo comportamento
l'amministrazione finanziaria dimostri che non vi è una valida ragione economica per aver usato le leggi in
quel modo. In altri termini, sia lo Stato a indagare e si smetta di chiedere ai cittadini di dimostrare loro che il
giustificato motivo economico esiste. Purtroppo, le modifiche fiscali introdotte dall'ex ministro Visco hanno
indotto anche la Cassazione a sentenziare in più occasioni di fatto a favore del reato di abuso di diritto.
Occorre quindi una modifica normativa che riporti in vigore il principio dello Stato liberale. Il che non è affatto
contraddittorio con Fazione inquisitoria per verificare se è possibile legalmente far pagare le tasse, un po' di
tasse, ai furbissimo Briatore. Combattere l'evasione è un'azione indifferibile, la più importante di tutte. Per
portarla a termine bisogna compiere però atti concreti, di buon governo per riuscire a far pagare le tasse a chi
non le paga. In questa direzione sono encomiabili le scelte di Giulio Tremonti e lo sforzo di Attilio Befera che
svolge un ruolo cruciale essendo, a uri-tempo, direttore generale dell'Agenzia delle entrate (che deve far
pagare le tasse) e presidente di Equitalia (che deve riuscire a incassarle) II caso dello yacht di Flavio Briatore
è sintomatico. Egli risiede sicuramente a Londra e trascorre quindi più della metà dei giorni dell'anno fuori
dall'Italia. Ma è anche vero che, con una sapiente organizzazione societaria, egli riesce comunque a non
pagare una lira di tasse in Italia, pur avendo nel Belpaese più di un'attività. Se l'azione di accertamento ed
esazione su Briatore darà frutti sarebbe un formidabile esempio concreto per far capire a chi non paga le
tasse che i tempi sono cambiati
La lotta alVevasione deve essere certo senza tregua, ma i principi liberali non debbono essere falciati via da
provvedimenti che sicuramente combattono l'evasione ma che anche azzerano la fiducia del cittadino nello
Stato. Dare nelle mani degli accertatori del fisco uno strumento, puntutissitno, come il cosiddetto abuso di
diritto, conferma la sovversione del principio liberale che prevede tassativamente che l'onere della prova è a
carico dello stato. E un po' come il concorso esterno nell'attività mafiosa
03/06/2010
L Unita - Ed. nazionale
Pag. 26
(diffusione:54625, tiratura:359000)
Romani: «Rainews24 e Tg3 fanno danni» Il Pd: «Intollerabile lista di
proscrizione»
Telefonata a Ballarò I Democratici hanno messo online un filmato che sbugiarda Berlusconi
SIMONE COLLINI
Secondo il viceministro che Berlusconi vorrebbe nominare al posto di Scajola, il Tg di Minzolini è il migliore. Il
Pd ha messo sul sito web un video in cui il premier dice che se le tasse sono alte non è immorale evaderle.
Un'ennesima bugia e una nuova lista di proscrizione. Con la tv pubblica ancora una volta utilizzata come
strumento di propaganda o considerata come territorio da bonificare e occupare. Nelle ultime ore la Rai è
tornata al centro dei riflettori, e non solo perché il ministro Roberto Calderoli ha detto che o si tagliano gli
stipendi di Viale Mazzini o si ridiscute il pagamento del canone. Il fatto è che prima, lunedì sera, Silvio
Berlusconi telefona in diretta a Ballarò per replicare alla «menzogna assoluta» che lui avrebbe «giustificato e
sostenuto l'evasione fiscale», chiudendo subito dopo la comunicazione. Poi, ieri mattina, il viceministro allo
Sviluppo economico Paolo Romani - che ha già la delega alle Comunicazioni e che è dato tra i possibili
sostituti di Claudio Scajola in un ministero che si occupa anche di frequenze televisive - approfitta di una
trasmissione di Radio2 per dire che «Serena Dandini è anche peggio di Santoro», che «il Tg di Minzolini» è
quello che guarda se vuole «essere sicuro di essere informato in una maniera ragionevolmente corretta», e
che invece «il Tg3 fa danni per 30 minuti, RaiNews24 per 24 ore». Due interventi duramente criticati
dall'opposizione, dai membri del Cda Rai di centrosinistra, dai comitati di redazione delle due testate
giornalistiche, e su cui interviene anche il presidente di Viale Mazzini Paolo Garimberti. CHI MENTE? La
telefonata di Berlusconi a Ballarò , tra le due vicende, è quella che impensierisce di meno. Sarà che ormai ci
si è fatta l'abitudine al premier che rifiuta gli inviti in tv, poi telefona per "smentire" quanto detto da altri e poi
butta giù la cornetta senza permettere di rispondere. Fatto sta che Garimberti liquida la faccenda con un sms
a Giovanni Floris con scritto «impeccabile conduzione» (la trasmissione tra l'altro ha avuto un record di ascolti
con oltre 4 milioni di telespettatori) mentre il Pd si diverte a montare un video - messo on line sul sito web del
partito e sulla pagina Facebook di Bersani - con la telefonata a Ballarò sulla «menzogna assoluta» e poi le
dichiarazioni rilasciate dal premier negli anni passati sul fatto che se le tasse sono alte «mi sento moralm e n
t e a u t o r i z z a t o a d e v a d e r e quanto posso» (filmato del Tg1, ma poi ci sono anche altre agenzie di
stampa ecc.). Il tutto, sotto un titolo che è un puro sfottò: «Ci sono 2 Berlusconi!». BUONI E CATTIVI A
preoccupare di più sono le dichiarazioni di Romani, anche perché arrivano alla vigilia della presentazione del
palinsesto di Rai3. «Hanno tutta l'aria dell'ennesima lista di proscrizione compilata ai danni di professionisti
non allineati», fa notare il responsabile Informazione del Pd Matteo Orfini. Le «liste dei buoni e dei cattivi
compilate addirittura da chi ha la delega al settore televisivo», dice il consigliere Rai Nino Rizzo Nervo, sono
«intollerabili». E «inaccettabili e irricevibili» sono le parole del viceministro per un altro consigliere Rai,
Giorgio Van Straten, che sollecita un intervento del direttore generale Mauro Masi, senza però troppa fortuna.
Interviene invece Garimberti, usando una formula retorica, dicendosi cioè sicuro che Romani «ha espresso le
sue opinioni a titolo del tutto personale, da semplice spettatore. Se così non fosse, sarebbe molto grave e
preoccupante». E preoccupati sono infatti i comitati di redazione del Tg3 e di RaiNews24, che hanno firmato
una nota congiunta in cui si legge che le parole di Romani «non fanno altro che confermare il fastidio che una
certa politica prova nei confronti di un'informazione corretta ed equilibrata». Le dimissioni di Romani sono
state chieste, ricorda il segretario dell'Usigrai Carlo Verna, «pur sapendo che, lui sì , continuerà a far danni
come viceministro o vista la fedeltà a Berlusconi come ministro».
Foto: Un fermo immagine tratto dalla trasmissione di Raitre "Ballaro"
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2010
56
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il viceministro con delega alle Comunicazioni attacca anche Dandini. «È peggio di Santoro» Il presidente
Rai Garimberti: «Parla da semplice spettatore, altrimenti sarebbe molto grave»
01/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Foggia
Pag. 4
(tiratura:63756)
LA MOBILITAZIONE
Velocizzare le pratiche edilizie giacenti presso il genio civile di Foggia. È la sollecitazione indirizzata al
consigliere regionale della 'Puglia prima di tutto' Francesco Damone dai rappresentanti locali degli ordini
professionali di ingegneri e geometri. «In un periodo di crisi come quello attuale - spiega il consigliere
regionale Damone -, le lungaggini burocratiche complicano la vita dei tecnici sanseveresi. Da tempo
ingegneri e geometri lamentano i lungi tempi di attesa per ottenere i riscontri previsti dalla legge per le
pratiche edilizie depositate preso il genio civile di Foggia. Si parla anche di sei mesi di attesa. Una situazione
inaccettabile, che non contribuisce ad offrire al territorio le minime opportunità di sviluppo, neppure per le
maestranze locali». La disoccupazione dilagante e l'impossibili - tà per centinaia di manovali locali di trovare
lavoro, ha spinto l'esponente della 'Puglia prima di tutto' a farsi carico presso le istituzioni preposte delle
istanze degli operatori di quel settore. Infatti, dopo un incontro con i funzionari del genio civile di Foggia il
consigliere regionale Damone ha inteso interessare della questione l'assessore regionale Fabiano Amati. Il
responsabile regionale dell'assessorato regionale ai lavori pubblici e Protezione Civile ha accolto le richieste
del consigliere regionale sanseverese assicurando il massimo impegno per la risoluzione della questione.
«L'assessore regionale Amati - conclude il consigliere Damone -, ha preso a cuore la vicenda e si è
impegnato a sottoporre all'at - tenzione della giunta regionale un provvedimento finalizzato a snellire le
procedure previste per l'esame dei progetti edili».
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2010
57
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Genio civile «Sbloccate le pratiche giacenti nella sede foggiana»
02/06/2010
MF
Pag. 7
(tiratura:173386)
Sgr immobiliari, stretta sui valutatori
Quelli indipendenti non potranno più avere incarichi di sei anni e dovranno avere una polizza. Ok da Consob
e Bankitalia
ANNA MESSIA
Le società di gestione immobiliare inaspriscono i criteri di selezione dei valutatori indipendenti, cioè i periti
che calcolano il valore dei cespiti presenti nei portafogli dei fondi. Mentre il settore cerca di ribellarsi alla
nuova Finanziaria che ha previsto una tassa patrimoniale e rischia di mettere in fuga capitali esteri,
Assogestioni continua nel suo sforzo volto ad aumentare la trasparenza e la credibilità del comparto. Il tema è
quello dei valutatori indipendenti, figure prive di un albo professionale di riferimento (possono essere
ingegneri o architetti) e che la Consob aveva messo nel mirino alla fine dello scorso anno dando il via a
ispezioni a tappeto tra le società. Da allora gli operatori del settore sono al lavoro per autodisciplinarsi ed
evitare imposizioni dall'alto da parte delle autorità di vigilanza. Il risultato sono state appunto le linee guida
che sono state trasmesse a tutti gli associati ma che hanno ricevuto la vidimazione sia dalla Banca d'Italia sia
alla Consob. La materia è disciplinata da un decreto del ministero dell'Economia del '99 (numero 228), ma lo
scopo di Assogestioni era di dare una stretta ulteriore rispetto a queste regole. In materia di rinnovo degli
incarichi ai consulenti indipendenti, per esempio, il decreto prevede che possa esserci un mandato di tre anni,
rinnovabile per altri tre. Assogestioni ha mantenuto la durata complessiva, ma ha chiesto ai suoi associati di
assicurare almeno la discontinuità tra i due incarichi. «In pratica secondo le linee guida l'incarico non può
essere rinnovato o nuovamente conferito se non sono decorsi almeno tre anni dalla data di cessazione del
precedente», spiega Sonia Maffei, responsabile settore immobiliare di Assogestioni, «l'obiettivo è quello di
garantire un adeguato turn aver tra gli esperti indipendenti, e il vincolo vale sia se il perito è una persona
fìsica che nel caso di una società». Per garantire poi l'effettiva indipendenza degli esperti, Assogestioni
chiarisce che il mandato non può essere conferito se il valutatore svolge anche funzioni di consulenza,
progettazione, amministrazione o manutenzione dell'immobile, o anche di intermediazione immobiliare per
quel determinato fondo. Nel caso in cui gli esperti indipendenti abbiano invece incarichi presso altre società
del gruppo della Sgr, questi devono essere prontamente individuati e resi noti sia sul sito Internet della sgr,
nella sezione è prevista la pubblicazione delle relazioni di stima dei fondi, sia direttamente nel rendiconto di
gestione e nella relazione semestrale di tutti i fondi. «Anche queste sono tutte norme aggiuntive rispetto al
decreto ministeriale», precisa Maffei. Come quella che prevede che i soci o gli amministratori degli esperti
indipendenti non possono rivestire cariche sociali negli organi di amministrazione e controllo delle sgr che
hanno conferito l'incarico, se non sono trascorsi almeno due anni dalla scadenza o dalla revoca dell'incarico.
Regole che sembrano abbastanza ovvie, ma che sono invece ben più stringenti del decreto del '99, come
quella che ha chiarito che gli esperti indipendenti devono avere una copertura assicurativa professionale
adeguata «all'entità delle possibili passività scaturenti dall'incarico ricevuto». Una polizza che possa insomma
coprire eventuali errori commessi dal valutatore anche se, sempre secondo quanto previsto dalla linee guida,
le sgr sono comunque responsabili delle valutazioni effettuate e devono verificarne la correttezza. Ora
toccherà alle singole società di gestione aderire alle ultime indicazioni di Assogestioni, consapevoli però che
le autorità di controllo continuano a tenere alta la guardia sul settore. E che anzi starebbero per pubblicare
proprie indicazioni per chiarire nel dettaglio la responsabilità degli organi delle sgr nei confronti degli
amministratori indipendenti, (riproduzione riservata)
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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ASSOGESTIONI PREPARA LE LINEE GUIDA MENTRE IL MATTONE È NELLA MORSA DELLA
FINANZIARIA
02/06/2010
Il Sole 24 Ore - NordEst
Pag. 21
(diffusione:75240, tiratura:224000)
Polizze ad hoc per i medici
Questionario a 4mila professionisti - Dai dati l'elaborazione delle proposte
Valeria Zanetti
Rendere i camici bianchi sempre più consapevoli delle responsabilità civili della professione. È l'obiettivo di
un'iniziativa pilota dell'Ordine dei medici di Venezia che su questo tema invita gli iscritti (poco più di 4mila) a
compilare un questionario. Il progetto punta a rendere i dottori sempre più consci della necessità di tutelarsi
sul piano della responsabilità civile dai rischi derivanti dall'esercizio della professione e offrire polizze
personalizzate, costruite sulle reali esigenze lavorative.
L'iniziativa potrebbe essere replicato presto dagli altri enti aderenti alla Federazione veneta degli Ordini dei
medici, molto attenta alle questioni legali, all'aumento delle cause civili e penali contro i camici bianchi e alle
vie alternative di risoluzione delle controversie in ambito sanitario. Il questionario si articola in tre pagine da
rispedire, dopo aver barrato le risposte, all'Ordine il quale, a propria volta, provvederà all'elaborazione dei dati
per avere un quadro della situazione e offrire dunque, con l'aiuto di un broker assicurativo, un servizio nuovo
agli iscritti di città e provincia. Si parte chiedendo ai colleghi se hanno già conseguito la specializzazione e, in
caso affermativo, di quale specialità si tratta, se lavorano come dipendenti, in strutture pubbliche o private, se
valutano necessario dotarsi di una copertura per responsabilità civile professionale (ora non obbligatoria) a
tutela del proprio patrimonio e se l'interessato ha già in corso una polizza. «Il questionario è reperibile sul
nostro sito da qualche mese. Per ora le risposte ricevute non sono numerosissime: per avere un riscontro
occorrerà attendere l'autunno», spiega Caterina Boscolo, segretario dell'ente veneziano e responsabile del
progetto, varato nel novembre scorso. «Con il passare dei mesi - aggiunge - anche i colleghi che hanno in
corso polizze si porranno il problema del loro rinnovo e probabilmente guarderanno con più attenzione
all'iniziativa e all'opportunità offerta».
In una delle ultime riunioni del 2009, infatti, il consiglio provinciale dell'Ordine dei medici aveva deciso di
affidare a un broker assicurativo (un professionista senza vincoli di mandato che mette in contatto le
compagnie con potenziali clienti a seconda delle caratteristiche di prodotto richieste e dell'offerta di polizze,
ndr) l'incarico di effettuare una valutazione di mercato, finalizzata alla predisposizione di pacchetti ad ampio
spettro da proporre agli iscritti, per supportare la loro scelta. Per svolgere la valutazione occorre raccogliere,
attraverso la compilazione dei questionari, un profilo standard riferibile all'area professionale ed ad altri
parametri di rilievo. «La compilazione serve dunque solo a fini statistici e i questionari resteranno
assolutamente anonimi», precisano dall'Ordine. In particolare, un paio di domande rivolte agli iscritti
riguardano proprio il livello di consapevolezza relativa all'aumento dei contenziosi in materia sanitaria, con
risvolti civili e penali («è a conoscenza - si chiede - che il risarcimento in sede civile a carico della compagnia
assicuratrice può comportare uno sconto in sede penale?) e la circostanza che alcune aziende ospedaliere
abbiano ricevuto la disdetta delle polizze da responsabilità civile e «pertanto - spiega il testo - verosimilmente,
e per effetto dell'autoassicurazione, adotteranno criteri particolarmente rigidi verso eventuali responsabilità
professionali del proprio personale medico».
«Bisogna capire insomma se i nostri iscritti sono al corrente dei rischi connessi all'esercizio della professione
e fino a che punto, contestualizzando la situazione professionale di ognuno - aggiunge Boscolo - e orientando
verso polizze base chi è all'inizio della carriera, verso proposte più articolate per area specifica, chi invece
opera nelle specialità più esposte a richieste di risarcimento per danno clinico».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
www.ordinemedicivenezia.it
/pagine/index.php?Module=News&Detail=667
IN SINTESI
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2010
59
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Malpractice e assicurazioni. Iniziativa pilota dell'Ordine di Venezia per sensibilizzare gli iscritti
02/06/2010
Il Sole 24 Ore - NordEst
Pag. 21
(diffusione:75240, tiratura:224000)
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2010
60
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
A chi si rivolge. Oltre 4mila gli iscritti all'Ordine dei medici di Venezia a cui è destinato il questionario sulla
responsabilità civile professionale
L'elaborazione. I dati, rielaborati, serviranno a un broker assicurativo, incaricato dall'Ordine veneziano di
effettuare una valutazione di mercato per predisporre polizze personalizzate agli iscritti che chiedono
consulenze
L'obiettivo. Con l'iniziativa si punta a rendere consapevoli i medici della necessità di tutelarsi dalle richieste di
danni
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI
PUBBLICI
31 articoli
02/06/2010
Corriere della Sera - Milano
Pag. 3
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Expo, Stanca: il problema non è il mio stipendio
Il piano Tra le ipotesi per risparmiare anche quella di affidarsi alle strutture già esistenti, da Fiera a Promos
E.So.
Bisogna risparmiare. Su stipendi, consulenze, trasferte, spese di gestione. La parola d'ordine di Expo ormai è
questa, «senza diminuire - come ripete l'amministratore delegato Lucio Stanca - il valore dell'evento».
Risparmiare è quanto chiedono i soci pubblici, che l'altra sera si sono riuniti a cena, insieme ai vertici del Pdl,
per fare il punto della situazione. Presenti al tavolo, insieme ai parlamentari lombardi, il sindaco Letizia
Moratti, il presidente Roberto Formigoni, il presidente della Provincia Guido Podestà e lo stesso Stanca, il
quale ha illustrato il piano di contenimento costi. Dai commensali sono arrivati alcuni suggerimenti:
soprattutto, quello di affidarsi maggiormente alle strutture già esistenti, da quelle della Fiera a quelle di
Promos (la società della Camera di commercio diretta da Bruno Ermolli), al provveditorato alle Opere
pubbliche, per supportare l'organizzazione dell'evento.
Il tema è tornato alla ribalta ieri, in occasione della firma di un protocollo fra Expo e la Provincia di Cremona:
la Moratti ha spiegato che «la società ha lavorato bene in questo periodo per rispondere all'esigenza di un
raccordo sempre più forte con i soci, le istituzioni locali e gli enti pubblici, che possono svolgere un ruolo di
supporto e aiutare la società a una maggiore efficienza sui costi interni». Stanca le fa eco, ricordando che
«Expo fa parte del nostro Paese, che in questo momento è impegnato in una manovra». Qualcuno azzarda la
domanda a proposito del doppio incarico che garantisce a Stanca, parlamentare del Pdl, un doppio stipendio.
Stanca schiva: «Non ci sono isole felici e non ci sono totem». E poi: «Ridurre l'Expo a uno stipendio vuol dire
far male al nostro Paese e al nostro territorio perché stiamo parlando di un evento straordinario».
La reazione non piace all'opposizione: «Pare che l'amministratore delegato di Expo viva fuori dalla realtà e le
sue parole suonano irrispettose nei confronti di chi tira la cinghia» attacca Matteo Mauri, capogruppo pd in
Provincia. «Ridurre Expo a uno stipendio - conclude Mauri - fa male solo al portafoglio di Stanca».
RIPRODUZIONE RISERVATA
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
62
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Risparmi & polemiche
03/06/2010
Corriere della Sera - Milano
Pag. 5
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Cisl, stati generali a Pontida «Sì ai contratti regionali»
Petteni: federalismo per scuola, servizi e retribuzioni
Rita Querzé
La Cisl regionale ruba la scena alla Lega. E sceglie Pontida per una riunione dei quadri e dei dirigenti
lombardi. La data è già fissata: il prossimo 16 giugno. La plenaria del sindacato bianco brucerà così sul
tempo il raduno del partito di Bossi, previsto sempre a Pontida per il 20 dello stesso mese.
«Visto che Pontida è fonte di ispirazione sui temi del federalismo, proveremo anche noi della Cisl a respirare
l'aria della bergamasca, chissà che non porti consiglio. E che quell'atmosfera ci aiuti a ottenere risultati su
quello che è uno dei nostri pallini: il federalismo della contrattazione» provoca il segretario generale della Cisl
lombarda, Gigi Petteni, uno che l'aria di Berghem l'ha respirata di frequente, originario com'è della Val
Cavallina e con un passato recente di segretario della Cisl di Bergamo.
Nelle scorse settimane Petteni aveva già punzecchiato la Regione (e la Lega) sul tema del federalismo
contrattuale. Ottenendo un'apertura da parte del presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, durante la
fiera della contrattazione organizzata la settimana scorsa a Sesto San Giovanni dal sindacato bianco. Certo,
la strada del federalismo della contrattazione è lastricata di ostacoli. Primo: ammesso che esista la volontà
politica, la manovra finanziaria mette in discussione le risorse a disposizione degli enti locali. Secondo: la Cgil
da questo orecchio non ci sente.
«La Lombardia ha 80 mila dipendenti della sanità su 20 milioni di abitanti. E poi bisogna tenere conto che
molti vengono a curarsi qui dal resto d'Italia - fa il punto Petteni -. Che si tratti di lavoratori virtuosi,
responsabili ed efficienti è riconosciuto da tutti. Perché, allora, dovrebbero vedersi il contratto nazionale
congelato per tre anni, proprio come succede in regioni dove l'efficienza è molto minore? Delle due l'una: o si
ammette che abbiamo perso dieci anni nel cercare far progredire la pubblica amministrazione regionale o si
trova il modo di non punire questi lavoratori. Garantendo gli adeguamenti contrattuali almeno in Lombardia».
Petteni spera che una soluzione al problema possa essere trovata a livello nazionale «ma se così non fosse
non staremo a guardare». Il sindacato bianco in regione vira verso una sfumatura color verde Lega? «Niente
affatto - risponde Petteni - sui temi dell'immigrazione, per esempio, abbiamo più volte preso le distanze dalle
posizioni del partito di Bossi. Il contributo degli stranieri in questi anni si è dimostrato una grande risorsa per
le nostre comunità. Basti pensare a quanto gli immigrati hanno versato all'Inps. Ma su certe questioni come il
federalismo siamo stanchi di sentire slogan. La Regione vuole davvero tutelare la scuola, il reddito, i servizi
dei lombardi? Allora lo dimostri. La Cisl lombarda non è leghista. Semplicemente è un sindacato della
contrattazione».
Ma pur di raggiungere l'obiettivo del federalismo contrattuale la Cisl in regione sarebbe disposta ad andare
avanti da sola? «Parto sempre dal presupposto che si possa lavorare tutti insieme - conclude Petteni -.
D'altra parte finora lo abbiamo sempre fatto. Anche partendo da punti di vista diversi».
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Foto: Segretario Gigi Petteni, leader lombardo Cisl
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il vertice La riunione dei quadri del sindacato. «Si parta dai dipendenti pubblici»
02/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 27
(tiratura:405061)
Al convegno nel dì di festa
«Il comune di Roma è lieto di invitare la S.V. al convegno che si terrà domenica...». Da luglio nella propria
casella di posta si potrà leggere anche questo. Non capiterà spesso, perché le pubbliche amministrazioni
potranno dedicare a eventi e attività di rappresentanza un quinto delle spese sostenute nel 2009; ma la
manovra lascia poche alternative.
Convegni, inaugurazioni e giornate celebrative sono finiti nel ciclone della manovra correttiva, e dall'anno
prossimo gli enti pubblici potranno organizzarli solo «fuori dall'orario di lavoro». L'austerità rivoluziona
l'agenda, perché di giorno si deve lavorare e per fare public relations, ma anche aggiornarsi sulle evoluzioni
normative o sulle best pratices del settore, c'è tempo la sera o, appunto, la domenica. Dribblare l'orario di
lavoro sarà l'unico modo per farsi dare l'autorizzazione dai «ministeri competenti» (tutti da individuare nel
caso di regioni ed enti locali), che rilasceranno il nulla osta solo quando si rivelerà proprio impossibile
accontentarsi di una videoconferenza, con pubblicazione degli atti su Internet. Difficile pronosticare la fortuna
di questi convegni festivi, e non solo per ragioni di calendario. I dipendenti pubblici che parteciperanno non
avranno diritti a indennità di nessun tipo, né a riposi compensativi. Una previsione che può colpire
indirettamente anche gli eventi organizzati da realtà private.
G.Tr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Qualche esempio
La Pa in vetrina
Il Forum Pa si è tenuto dal 17 al 20 maggio, da lunedì a giovedì, presso il quartiere fieristico di Roma
Come cambia la contabilità
Il 29 aprile scorso, che cadeva di martedì, la Ragioneria generale ha organizzato un convegno sulla riforma
della contabilità e della finanza pubblica
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Fuori orario e senza indennità
02/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 13
(tiratura:405061)
STATI UNITI
Al Gore si separa
dalla moglie Tipper
Al Gore e la moglie Tipper si separeranno dopo 40 anni di matrimonio. L'ex vice presidente americano e la
sua consorte hanno rivelato agli amici che la decisione è stata presa di comune accordo. La decisione
sarebbe arrivata «dopo un lungo periodo di riflessione e valutazioni. Chiediamo il rispetto della privacy e non
vogliamo aggiungere ulteriori dettagli, scrivono Gore e Tipper». I due si conobbero nel 1965 e si sposarono
cinque anni dopo.
UNIONE EUROPEA
Inizia dai divorzi
la Ue a due velocità
Inizia dai divorzi la pratica delle cooperazioni rafforzate nella Ue prevista dal Trattato di Lisbona. La
commissione giuridica del parlamento europeo ha dato il via libera a 12 i Paesi - Italia, Austria, Bulgaria,
Francia, Ungheria, Lussemburgo, Romania, Slovenia e Spagna a cui si sono aggiunti a marzo Germania,
Belgio e Lettonia - che hanno deciso di collaborare in materia di separazioni tra coniugi di diverse nazionalità:
il 20% dei divorzi nella Ue.
AL PARLAMENTO DI BRUXELLES
L'iraniano Mottaki difende Ahmadinejad e viene contestato Al parlamento europeo si è sfiorata la rissa
ieri tra le guardie del corpo di Manuchehr Mottaki e alcuni eurodeputati, la maggior parte italiani del Pdl. Il
ministro degli Esteri iraniano ha difeso il regime di Mahmoud Ahmadinejad denunciando il «barbaro» attacco
delle forze israeliane contro la flottiglia di aiuti. Mottaki ha ignorato le domande sui diritti umani. Molti deputati
Ue hanno lasciato indignati l'aula. È stato «un disgraziato show» - ha commentato il conservatore britannico
Struan Stevenson. «Ha insultato la nostra intelligenza, negando che ci sia un problema di diritti umani a
Teheran», ha detto lo spagnolo Vidal-Quadras Rosa. REGNO UNITO
I manager pubblici
più pagati di Cameron
Sono 172 i funzionari della pubblica amministrazione britannica che guadagnano più di 150mila sterline
(179mila euro) all'anno. Molti guadagnano più del premier David Cameron che riceve 142.500 sterline
all'anno. La lista è stata diffusa dal governo. Lo stipendio più alto è di John Fingleton, capo dell'Office of Fair
Trading (280mila sterline), segue David Nicholson, alla guida del servizio sanitario pubblico (260mila sterline).
Foto: In ricordo di Neda. Gli eurodeputati del Pdl Barbara Matera a Mario Mauro mostrano le foto di Neda,
uccisa un anno fa a Teheran
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
65
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
NOTIZIE In breve
02/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 33
(tiratura:405061)
Swisscom cerca l'intesa con la rivale Telecom
NUOVE INFRASTRUTTURE L'obiettivo di realizzare anche in Italia un tavolo di lavoro pubblico-privato fra
operatori, enti locali e amministrazioni statali
Lino Terlizzi
LUGANO
Carsten Schloter, ceo di Swisscom e di Fastweb, vuole spingere sull'acceleratore per quel che riguarda la
realizzazione di una rete tlc di nuova generazione in Italia. L'annuncio, nelle scorse settimane, di un progetto
congiunto su questo fronte di Fastweb, Vodafone, Wind, ha chiarito le intenzioni del gruppo elvetico. Ma
perché questa accelerazione? Per capire la strategia dell'ex monopolista svizzero e della sua controllata
italiana Fastweb è utile vedere cosa Swisscom ha sostenuto all'ultimo tavolo di lavoro sulle tlc nella
Confederazione e cosa Schloter ha affermato durante la recente Deutsche Bank Conference, incontro a porte
chiuse, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore.
I dati, anzitutto. La penetrazione della banda larga in Svizzera, 33 abbonati su 100, è superiore alla media
dei Paesi Ocse. Quella italiana, 22 su 100, è inferiore alla media. La banda elvetica è, per dirla in due parole,
«più larga» di quella italiana: ha una velocità media di 9,5 megabit al secondo, contro i 4,5 megabit medi
italiani. Queste differenze derivano secondo il gruppo elvetico dal minor grado di investimenti nelle
telecomunicazioni in Italia. Sempre all'interno dei Paesi Ocse, la Svizzera è infatti quinta per investimento pro
capite nel settore, mentre l'Italia è quattordicesima.
In Svizzera già a fine 2009 c'era una copertura Vdsl dell'80% della popolazione; la rete in fibra sino a casa
del cliente (Ftth), inoltre, sta per raggiungere ora il 20%. In Italia, la copertura in tecnologia Vdsl è
praticamente nulla e per la rete in fibra sino a casa Telecom Italia ha l'obiettivo del 6% delle case nel 2012.
Infine, per quel che concerne l'unbundling, cioè il canone di affitto dell'ultimo miglio ai concorrenti, misurato in
termini di potere di acquisto è più alto in Svizzera (12,60 euro al mese, contro 11,48 euro in Italia), ma la
tariffa elvetica dal 2008 sta calando, mentre quella italiana sta crescendo. E questo nonostante il costo delle
costruzioni, che rappresenta l'80% dei costo di realizzazione di una rete, sia più alto in Svizzera.
Insomma, il raffronto fornisce molti elementi, dal punto di vista di Swisscom, per puntare subito ad una svolta
in Italia. Ed il percorso potrebbe essere anche nella Penisola quello del "tavolo di lavoro", che in Svizzera è
stato avviato nel 2008 dalla authority di settore, la Comcom, dagli operatori tlc, dalle municipalità e dalle
pubbliche amministrazioni. Dal quinto tavolo di lavoro elvetico, che si è appena concluso, sono emersi
standard tecnologici condivisi per la rete di nuova generazione; la realtà di 10 partnership create sin qui tra
operatori tlc e aziende del settore elettrico; la citata buona copertura con rete in fibra sino a casa.
Swisscom ed i partner di Fastweb nel progetto fibra puntano ad un tavolo di lavoro pubblico-privato anche in
Italia. Il vice ministro allo Sviluppo economico Paolo Romani e il presidente Agcom Corrado Calabrò pure
vogliono il tavolo. Occorre coinvolgere Telecom Italia, perchè l'ex monopolista resta il perno principale di
quanto si fa o non si fa nel settore in Italia. Per questioni economiche, inoltre, si può realizzare in ogni Paese
non più di una rete di nuova generazione, sottolinea ancora il gruppo elvetico. Swisscom vede il mercato
svizzero prendere velocità proprio in questa fase e vorrebbe che ciò servisse da esempio per un cambio di
passo anche del mercato italiano. Ecco perché il gruppo svizzero vuole aprire un nuovo capitolo in Italia, una
nuova sfida non facile, in cui investimenti e negoziati si intrecciano.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Tlc. Il gruppo elvetico insiste sul piano per la rete a banda larga
03/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 3
(tiratura:405061)
Compenso zero per cda e collegi
La stretta si applica agli «enti privati e pubblici» che ricevono finanziamenti LE CONSEGUENZE Per chi non
rispetta le nuove regole scattano nullità degli atti, responsabilità erariale e blocco dei fondi
Gianni Trovati
MILANO
Da questo mese la pubblica amministrazione e la galassia che le orbita intorno sono destinate a popolarsi di
volontari. Impegnati non a fare bassa manovalanza, ma a disegnare strategie, assumere decisioni, e vigilare
sulla correttezza dei conti.
La svolta è impressa dalla manovra correttiva appena pubblicata sulla «Gazzetta Ufficiale», che trasforma in
«onorifiche» (lasciando la possibilità residuale di un gettone simbolico di 30 euro) le cariche in una pletora di
consigli di amministrazione, collegi dei sindaci e altri organi collegiali. Onori senza oneri (per i bilanci) sono
previsti in primo luogo in tutti gli «enti», anche privati, che a qualsiasi titolo ricevono una mano dalla finanza
pubblica. L'indicazione è generica, e non è facile capire dove finisce il raggio d'azione dell'ammazza-stipendi.
Senza dubbio rimangono senza compensi gli amministratori delle fondazioni (tranne quelle bancarie),
associazioni ed enti non profit che ricevono assegni da stato, regioni o enti locali. I 232 enti culturali
snocciolati dalla lista dei tagli cancellata in extremis d'accordo con il Quirinale, per esempio, continueranno a
esistere, ma chi siede nei loro consigli di amministrazione, comitati scientifici e collegi dei revisori dovrà farlo
in molti casi gratis. E le società? Non sono citate fra le «zone franche», che salvano dalla tagliola ministeri,
agenzie, enti territoriali, camere di commercio, università ed enti previdenziali e assistenziali di livello
nazionale; potrebbero però essere escluse alla luce del fatto che alcune parti del provvedimento distinguono
gli «enti» dalle «società». Anche se in altri commi le due realtà tornano a sovrapporsi.
Gli appassionati di diritto possono discettare (andando anche a cercare altre esclusioni nella Tabella A della
finanziaria del '96, che per esempio salva il Cai e la Biennale di Venezia), ma un chiarimento urge visto anche
il peso delle sanzioni per i "fuorilegge"; gli enti pubblici che continueranno a pagare consiglieri e sindaci si
vedranno annullare gli atti e contestare il danno erariale, mentre ai privati inadempienti saranno chiusi tutti i
rubinetti del finanziamenti statali o locali (con l'eccezione del 5 per mille).
Lo «zero stipendi» entra comunque nell'impresa pubblica per un'altra via, con la norma che limita al rimborso
spese e al solito gettone da 30 euro gli incarichi conferiti da pubbliche amministrazioni a deputati, senatori ed
eletti in genere. Questo secondo capitolo dell'austerity pubblica potrebbe forse avere effetti pesanti anche
dalle parti dell'Expo milanese, guidato da Lucio Stanca (300mila euro di compenso fisso e 150mila di
variabile) che è anche parlamentare del Pdl. A nominarlo, a rigore, non è stata una pubblica amministrazione
ma il consiglio di amministrazione della società, che è però interamente pubblica e ha un cda diviso in "quote"
a seconda dei partecipanti in cui Stanca è stato espresso dal comune di Milano. Una regola analoga a quella
prevista per gli eletti colpisce gli incaricati ministeriali svolti dai dipendenti (in pratica i dirigenti) pubblici negli
enti partecipati, vigilati o finanziati: in questo caso il compenso viene girato all'amministrazione di
appartenenza, che lo usa per alimentare i fondi per la contrattazione accessoria. Nemmeno per questa via,
però, dall'anno prossimo i titolari dei nuovi incarichi avranno un beneficio, perché la loro busta paga (come
quella degli altri dipendenti pubblici) dovrà restare ancorata ai livelli raggiunti nel 2010.
Sulla giostra dei tagli, comunque, oltre a compensi e gettoni si rischia anche il posto. Tutti gli organismi
pubblici devono, da subito, ridurre a 5 le poltrone negli organi di amministrazione e controllo e a 3 quelle del
collegio dei sindaci, con una previsione che cancelletà molte poltrone nei consorzi e nelle autorità d'ambito
più affollate. Chi sopravvive anche a questo, si vedrà comunque ridurre il compenso del 10 per cento.
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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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La manovra LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
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Il Sole 24 Ore
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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Le misure e la platea degli interessati
BENEFICI CANCELLATI PER GLI INCARICHI
Enti che ricevono contributi pubblici
Enti pubblici, fondazioni, associazioni, enti non profit
Organi collegiali o monocratici delle amministrazioni pubbliche
Comitati consultivi, osservatori, comitati tecnici
Incarichi conferiti ai titolari di cariche elettive
Incarichi a dipendenti pubblici in enti partecipati, vigilati o finanziati
foto="/immagini/milano/photo/201/1/3/20100603/3q3a.jpg" XY="123 82" Croprect="10 9 120 82"
TAGLIO DEL 10% ALLE INDENNITÀ
Compensi e utilità negli organi collegiali delle pubbliche amministrazioni, incluse le autorità indipendenti
Compensi di cda e collegi dei revisori nelle società inserite nel conto economico della pubblica
amministrazione e di quelle interamente possedute da pubbliche amministrazioni
foto="/immagini/milano/photo/201/1/3/20100603/3q3bblu.jpg" XY="119 80" Croprect="0 0 119 80"
TAGLIO A CDA E REVISORI
In tutti gli «enti e organismi pubblici» gli statuti si devono adeguare ai nuovi limiti previsti dagli organi
collegiali ponendo un tetto:
di cinque membri agli organi di revisione e di controllo
di tre membri ai collegi dei revisori
foto="/immagini/milano/photo/201/1/3/20100603/3q3cblu.jpg" XY="119 179" Croprect="0 28 119 109"
03/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 5
(tiratura:405061)
Così lo sviluppo paga il conto
Aree deboli, consumi e pianificazione trasporti le maggiori riduzioni complessive nel 2011 BENI CULTURALI
Il ministro Sandro Bondi annuncia che ridurrà a tre-quattro i comitati da finanziare. Priorità a 20 eccellenze da
tutelare DIETA EXTRA Rispetto ai risparmi già fissati da altre leggi il decreto impone gli sforzi più grandi a
Economia e fisco, ordine pubblico, difesa e giustizia
Eugenio Bruno
Davide Colombo
Marco Mobili
ROMA
A pagare il prezzo più alto dei tagli lineari sui budget dei ministeri (10% l'anno per il prossimo biennio) sono
le politiche per lo sviluppo economico, le attività di pianificazione e controllo delle principali reti di trasporto
nazionali e locali e i fondi di riserva, tradizionalmente destinati all'acquisto di beni e servizi. Ma a spulciare
l'allegato 1 del decreto appena varato dal governo, si scopre che una sforbiciata importante (159,9 milioni di
euro) arriva anche per la missione numero 29, in capo al ministero dell'Economia e che finanzia attività
cruciali come la programmazione della politica fiscale, l'attività di contrasto all'evasione e l'analisi del debito
pubblico.
Ma come funzionano questi tagli? Innanzitutto va chiarito che la manovra porta la riduzione di spesa a 2,4
miliardi nel 2011 e a 2,2 miliardi, aggiungendo ai tagli imposti da norme previgenti 590 milioni nel primo anno
e 570 nel secondo. Con effetti curiosi. Ad esempio che nelle prime tre missione oltre il 90% della sforbiciata è
frutto di leggi già in vigore e lo stesso discorso vale per altre missioni che formano il bilancio dello stato come
le infrastrutture e la logistica o le politiche per la competitività.
La riduzione del 10% delle spese rimodulabili ha invece un effetto più forte, e nuovo, in missioni come la
difesa e la sicurezza del territorio, l'ordine pubblico, la giustizia, i servizi generali per la pubblica
amministrazione e, appunto, la missione di coordinamento e sviluppo delle politiche fiscali e di bilancio che (si
veda la tabella) nel 2011 passa da 10,2 milioni di tagli già previsti a 159,9 milioni, un balzo del 1500% che
viene confermato anche nel 2012, quando il nuovo taglio sarà di 142 milioni (di cui solo 10 già previsti in
passato). Una missione strategica per l'elaborazione delle politiche fiscali, il coordinamento e monitoraggio
del sistema tributario, così come per l'analisi dei conti pubblici e del patto di stabilità interno, nonché della
lotta all'evasione, all'usura e al riciclaggio. Un taglio di risorse che comunque non dovrebbe "spuntare" le armi
del fisco visto che con la stessa manovra si rilancia la lotta all'evasione e al riciclaggio con l'ambizioso
obiettivo di incassare non meno di 9,4 miliardi di euro.
Mentre non saranno incise dal nuovo taglio, come prevede espressamente la manovra, le risorse destinate
alle università, all'informatica, alla ricerca e al finanziamento del 5 per mille.
Come ha in più occasioni spiegato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, varata la manovra correttiva
toccherà ora ai singoli ministri impostare le proprie "finanziarie". In vista della prossima legge di bilancio,
infatti, i titolari dei vari dicasteri potranno disporre con la più ampia flessibilità le necessarie compensazioni tra
programmi e missioni per confermare l'obiettivo del 10% senza rinunciare alle politiche ritenute strategiche.
Fermo restando, ovviamente, il divieto insuperabile di utilizzo di stanziamenti in conto capitale per coprire
nuova spesa corrente e il vincolo dell'invarianza degli effetti sui saldi da finanziare.
A completare la stretta sulla Pa centrale il decreto legge dispone poi una sfoltita di 60 milioni al budget della
presidenza del consiglio e impone l'ottimizzazione delle spese per beni e servizi: il budget verrà ridotto del 3%
nel 2012 e del 5% a partire dal 2013 (rispetto a quanto è stato speso nel 2009). La relazione tecnica che
accompagna la manovra al suo ingresso in parlamento rinvia a una verifica a consuntivo sugli effettivi
risparmi che genererà questa misura e ricorda quali sono invece le sanzioni previste per le amministrazioni
inadempienti: una ulteriore riduzione del 10% delle spese in caso di mancata elaborazione e comunicazione
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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La manovra I CONTI DELLE AMMINISTRAZIONI
03/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 5
(tiratura:405061)
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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alla ragioneria di un piano dei tagli sugli acquisti e un successivo taglio dell'8% rispetto al budget del 2009.
Intanto il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi torna sul tema dei tagli alla cultura e spiega le direttive che
seguirà nei prossimi due mesi. Definendo «troppi» tre milioni di euro l'anno per finanziare i Comitati nazionali
il titolare del Collegio romano anticipa l'intenzione di ridurli «ai tre-quattro assolutamente indispensabili»,
anche in vista dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Dopodichè si confronterà con parlamentari, colleghi di governo
ed esponenti del mondo della cultura e sceglierà «venti enti di eccellenza l'attività dei quali va assolutamente
tutelata».
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03/06/2010
La Repubblica - Genova
Pag. 7
(tiratura:710716)
Rifiuti, Tursi lancia la cura dimagrante
Raccolta differenziata e stili di vita più sobri, il piano per una città sostenibile L'assessore Montanari "Ogni
genovese produce 550 chili di spazzatura all'anno, ma in Emilia arriviamo a 760"
DONATELLA ALFONSO
LE VECCHIE fontanelle rinnovate (e aumentate di numero) per offrire acqua fresca e allontanare il ricorso
alle bottiglie di plastica; ma anche far passare l'idea, nei 1835 bar, locali e ristoranti cittadini, che bere
"l'acqua del bronzino" è qualcosa di trendy, di politicamente corretto e perciò tanto di moda. Ma per togliere
cento chili di spazzatura dai 549,4 che ogni genovese produce ogni anno («ed è già un dato virtuoso, in
Emilia se ne producono 760 kg a testa» ironizza Pinuccia Montanari da Reggio Emilia, assessore comunale
all'ambientee alla decrescita felice), ci vuole altro: un'educazione a ridurre imballaggi e sprechi in primo
luogo, azioni per convincere i supermercati a spingere su detersivi e altri prodotti liquidi "alla spina", senza
contare i cosiddetti "bancomat del latte" di cui sono già in uso 14 punti di distribuzione a Genova e 19 in
provincia.
Tutto questo si legge nel programma comunale per la prevenzione dei rifiuti, presentato in giunta da Pinuccia
Montanari e da Carlo Senesi, assessore al ciclo dei rifiuti e approvato la scorsa settimana; ora si tratta di
metterlo in opera, con la collaborazione di Amiu e una serie di altri soggetti. Cittadini compresi.
«Un insieme di buone pratiche che permette non solo di ridurre l'impatto dei rifiuti, ma anche di risparmiare
soldi, perché si riduce il tonnellaggio dei rifiuti da trattare» spiega Montanari. Compresa la differenziata: a
Genova - i dati sono quelli del 2008 - ogni genovese ha buttato via nelle "campane" 114,74 chili di materiali
vari, con una prevalenza di carta (51, 50 kg) vetro (17,2 kg) e legno (17,9), e solo 4,9 di plastica, la metà della
media nazionale. La campagna di incentivazione al compostaggio domestico dovrebbe far salire
notevolmente gli otto chili di materiali organici indirizzati verso i contenitori e non nel sacchetto abituale. Ma
oltre che a buttare via meno roba, il piano dovrebbe aiutare a imparare modi di vita più sobri. Se qualcosa
non ci serve più, ci inviterà il Comune, diamola ad un altro: nel piano c'è un incremento del numero dei
cassonetti "staccapanni" , ma anche la promozione di mercatini dell'usato e luoghi di scambio, che riguardino
non solo abiti, ma anche oggetti e mobili, in collaborazione con la Fabbrica del Riciclo di Amiu, che verrà
potenziata. E si guarda, per nuove analoghe iniziative, a quanto ha già fatto al Provincia, che ha sottoscritto
un protocollo di intesa con Coop Liguria per promuovere prodotti a minor impatto ambientale e utilizzare
imballaggi ridotti o di materiale biodegradabile, oltre a far crescere l'uso dei dispenser di prodotti liquidi.
mentre la pubblica amministrazione dovrebbe quasi completamente rinunciare alla carta, con il passaggio
graduale delle procedure attraverso internet o comunque via computer (augurandosi di avere sempre pronta
una possibilità di salvare i dati); ma anche bandi di acquisto centralizzato per evitare sprechi, e scelta di
materiale riciclato per la cancelleria.
Altre idee non mancano, dal monitoraggio di piatti, posate e bicchieri di carta utilizzati nelle fiere, le feste e
nelle sagre, da rimpiazzare con materiali più ecocompatibili. E su tutto, che regni sovrana l'Acqua del
Bronzino: uno sconto potrebbe essere praticato sull'occupazione di suolo pubblico a quelle manifestazioni
che si impegnano a servire acqua rigorosamente caraffata.
Una volta uscita dal rubinetto.
PER SAPERNE DI PIÙ www.amiu.genova.it www.liguria.e-coop.it
In primo piano MONTANARI Pinuccia Montanari, assessore comunale all'ambiente punta a ridurre di
almeno cento chili a persona la produzione di rifiuti, che oggi si attesta sui 550 chili all'anno SENESI Carlo
Senesi, assessore comunale al ciclo dei rifiuti, ha presentato la settimana scorsa in giunta la delibera che
punta alla riduzione drastica della produzione dei rifiuti LA COOP A sostenere l'iniziativa anche Coop Liguria
che, nei suoi punti vendita ha iniziato la distribuzione di detersivi "alla spina" per ridurre il consumo di
contenitori
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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CRONACA
03/06/2010
La Repubblica - Genova
Pag. 7
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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Foto: L'ACQUA Il cammino verso una città più sostenibile passa anche attraverso un migliore utilizzo
dell'acqua
03/06/2010
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 28
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UNA MANOVRA, DUE ITALIE
SALVATORE SETTIS
Il testo finale della manovra di governo per la stabilizzazione finanziaria ha rinunciato a espropriare il
ministero dei Beni culturali della competenza sui tagli agli istituti culturali, e ne ha ridotto la portata. Buone
notizie? Certo. Ma, lo ha detto Mario Draghi nella sua importante relazione alla Banca d'Italia, «la correzione
dei conti pubblici va accompagnata con il rilancio della crescita», e su questo punto capitale il decretolegge
Tremonti offre ben poco. La relazione Draghi martella cifre non eludibili: nel biennio 2008-09 il Pil è calato di 6
punti e mezzo, la metà della crescita dei 10 anni precedenti; calano redditi, consumi, esportazioni. Cresce la
disoccupazione dei giovani, calano i salari iniziali, crollano le nuove assunzioni, quasi sempre precarie, e «la
stagnazione distrugge capitale umano, soprattutto tra i giovani». A fronte di una situazione tanto drammatica,
scrive Draghi, i tagli del governo «si concentrano sui costi di funzionamento delle amministrazioni pubbliche»,
e ciò proprio quando è necessario «aumentare la produttività della pubblica amministrazione». Secondo il
presidente del Consiglio, le dichiarazioni del Governatore sono in piena sintonia con la manovra del Tesoro:
ma questo embrassons-nous tanto ottimista non può esser preso sul serio.
La relazione Draghi contiene passaggi assai duri e severi, che danno dell'Italia un'istantanea assai più fedele
di quella del governo.
Nella situazione presente, «i costi dell'evasione fiscale e della corruzione divengono ancor più
insopportabili». In particolare, ricorda Draghi, il 30% della base imponibile dell'Iva viene regolarmente evaso,
per oltre 30 miliardi di euro l'anno, cifra che sale vertiginosamente (oltre i 100 miliardi) se si aggiunge
l'evasione di altre imposte, come Irpef o Irap. Se tutti pagassero le tasse, non ci sarebbe alcun bisogno di
manovre come quella che l'Italia dovrà ora subire. «L'evasione fiscale è un freno alla crescita perché richiede
tasse più elevate per chi le pagae riduce le risorse alle politiche sociali». È la «macelleria sociale» di cui
Draghi ha parlato commentando a braccio il proprio testo scritto: il taglio di oltre un miliardo e mezzo nel
biennio al Servizio Sanitario Nazionale è un pezzo, e non il solo, di questa "macelleria".
Fra le vittime della "macelleria sociale" che affligge il Paese, non dimentichiamo il paesaggio, prezioso bene
comune che la "manovra" e altre leggi di questa stagione consegnano al saccheggio indiscriminato di
speculatori d'ogni sorta, cancellando il Codice dei Beni culturali con norme incostituzionali sul silenzioassenso, rimaste tali e quali nella versione finale del decreto (si vedano i dati su Repubblica del 31 maggio).
Non dimentichiamo le nostre città in predaa una frenesia costruttiva che non riflette i bisogni di una crescita
demografica che non c'è, ma un "investire nel mattone" che vede in prima fila mafie e riciclatori di denaro
sporco: cioè i protagonisti di quelle «relazioni corruttive tra soggetti privati e amministrazioni pubbliche,
favorite dalla criminalità organizzata» di cui parla Draghi. Non dimentichiamo infine il Mezzogiorno, che la
manovra del governo (art. 43) consegna legato mani e piedi alla condizione derogatoria di «zona a burocrazia
zero» dove non esiste più la pubblica amministrazione, e «i provvedimenti amministrativi di qualsiasi natura
ed oggetto avviati su istanza di parte» con riferimento a qualsivoglia «iniziativa produttiva» vengono decise
ad arbitrio di un Commissario di governo (e non più dei prefetti, come nella bozza di pochi giorni fa). Sarà
questo il modo di combattere la camorra e la 'ndrangheta? E se i 15 miliardi di tagli (nel biennio) a Regioni ed
Enti locali sono fatti «ai fini della tutela dell'unità economica della Repubblica» (art 14), come mai la
«burocrazia zero» riguarda solo metà dell'Italia? Sarannoi Commissari di Governoa risolvere l'annosa
questione meridionale imbavagliando le procedure di legge dell'amministrazione ordinaria? Nella manovra
Tremonti e nella relazione Draghi si fronteggiano due Italie ben diverse. L'unae l'altra vogliono, a ragione, la
correzione dei conti pubblici. Ma l'Italia di Draghi individua lo strumento primario nella lotta all'evasione e alla
corruzione, l'Italia di Tremonti preferisce l'olocausto della pubblica amministrazione (additata al ludibrio come
"burocrazia"), il taglio delle risorse a Regioni ed enti locali che possono rimediarvi svendendo il territorio, la
promozione di condoni edilizi ed altre misure derogatorie. L'Italia di Draghi richiede «che l'Unità si celebri
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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LETTERE,COMMENTI&IDEE
03/06/2010
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 28
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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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progettandone il rafforzamentoe garantendone la vitalità», quella di Tremonti mette l'austerità e il sacrificio di
tutti al servizio di un federalismo spendaccione e del separatismo leghista.
L'Italia più competitiva che il Governatore della Banca d'Italia ha disegnato richiede una pubblica
amministrazione più efficiente, rinsanguata da nuove assunzioni di giovani scelti per competenza e per
merito. Richiede la lotta senza quartiere alle mafie e ai loro complici, agli evasori e a chi vi cerca serbatoi
elettorali. Richiede di capovolgere la "macelleria sociale" mediante una politica di investimenti sulle nuove
generazioni, sulla scuola, l'università e la ricerca. Pretende di non limitarsi a quello che Keynes chiamava
«l'incubo del contabile», di mettere sì a posto i conti (partendo dalla lotta all'evasione e alla corruzione e non
borseggiando i cittadini), ma con in mente un progetto per un Paese migliore.
03/06/2010
La Repubblica - Napoli
Pag. 1
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Scontro finale sulla giustizia
Stipendi e intercettazioni, magistrati verso lo sciopero
CONCHITA SANNINO
DA UN lato, «privati dello strumento delle intercettazioni, con tutte le carenze che già pesano su un distretto
giudiziario impegnato nella lotta contro le più potenti cosche criminali». Dall'altro, «colpiti in maniera iniqua dai
tagli di una manovra che chiede sacrifici sempre ai soliti». Magistrati napoletani contro i tagli e i bavagli. Parte
infatti da qui la richiesta di uno sciopero delle toghe, «una risposta forte», contro le misure della finanziaria.
CONCHITA SANNINO PARLANO il procuratore generale Vincenzo Galgano, il procuratore capo
Giandomenico Lepore, il presidente aggiunto dell'ufficio Gip Bruno D'Urso, il pm antimafia, già impegnato con
gli altri colleghi nell'azione di contrasto al gotha dei casalesi, Marco Del Gaudio. Voci emblematiche di un
clima, ma sono tanti i magistrati in trincea. Doppia. Contro le «gravi conseguenze» del ddl intercettazioni
sull'anticamorra; e contro le decurtazioni imposte dalla finanziaria agli stipendi della categoria. Una
mobilitazione nutrita, per ora, di mail e diffuso malessere. Ma che potrebbe portare allo "sciopero bianco". O
all'astensione tout court: proposta che sarà sostenuta dopodomani, a Roma, all'assemblea dei magistrati, dal
pm Sergio Amato, del direttivo dell'Anm nazionale ed esponente di Magistratura indipendente, corrente
moderata delle toghe.
«Uno sciopero come unica risposta a quello che stiamo subendo».
Con altri toni, Vincenzo Galgano, l'alto magistrato che ha sempre praticato il coraggio della denuncia, firma la
sua severa analisi. Si parte dalle norme-bavaglio.
«Abbiamo un dato di fatto dal quale partire: - ragiona - è il momento in cui è iniziata questa ipersensibilità per
le indagini mediante intercettazioni e per la privacy che, fino ad allora, mai erano state così protette. Su
questo dato di fatto, chi è in grado di ricordare, lo faccia:e vedrà qualè la vera causa che ha determinato tale
prevenzione. Ma ormai, contro ogni resistenza, la normativa è quasi pronta e produrrà notevolissimi vantaggi
a coloro che intendono compiere reati di ogni fattispecie, viste anche le oggettive difficoltà che incontra il pma
raggiungere la verità per altre strade, in particolare al sud, dove mancano i testimoni. Di qui - aggiunge
Galgano - deriva l'estrema difficoltà che c'è nel reprimere condotte gravissime: dall'associazione per
delinquere alla bancarotta, ai reati contro la pubblica amministrazioneo la salute pubblica». Un disegno di
legge che va, quindi, contro l'interesse della giustizia? «Esistono solo gli interessi dei cittadini», scandisce
Galgano. «E l'unico mezzo che hanno i cittadini per potersi difendere dal crimine è la giustizia. Parlo di quelli
onesti, gli altri si difendono commettendo delitti».
Quanto al blocco degli stipendi, Galgano non è meno affilato: «I magistrati, pur meritevoli di critiche in alcuni
casi, esprimono un concetto che non può essere contraddetto: il vero peso della manovra lo subisce l'esercito
dei dipendenti dello Stato, molti dei quali contano su retribuzioni di fame; ed i più importanti dei quali ha un
reddito forse inferiore a quello delle migliaia di portaborse che infestano i vari Palazzi del potere». Dal vertice
della Procura, Giandomenico Lepore condivide la perentorietà dei toni. «Ho sempre sostenuto necessità e
validità delle intercettazioni - chiarisce il procuratore capo - Che non sono solo mezzi di acquisizione di prova.
Nei nostri territori così inquinati, diventano mezzi del controllo del territorio, che in tempo reale ci "raccontano"
geografie, alleanze». Lepore è tranciante, sui danni che l'attuale disegno di legge arrecherebbe
all'anticamorra.
«Avremmo una grave limitazione del controllo di legalità. L'unico aspetto che, invece, andrebbe meglio
regolato è la pubblicazione delle conversazioni». Lepore non fa sconti neanche alla manovra. «I sacrifici li
debbono fare davvero tutti, non soltanto le categorie che assicurano le entrate allo Stato. I giovani magistrati
sono demotivati. Diamo uno sguardo ai concorsi, o ai posti rimasti vuoti negli uffici giudiziari come Nola o
Torre Annunziata».
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Procura e tribunale lanciano l'allarme sulla lotta ai clan. "Tagliano le retribuzioni a noi, ai portaborse no"
03/06/2010
La Repubblica - Napoli
Pag. 1
(tiratura:710716)
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Assai critico, ma con qualche distinguo, anche il presidente aggiunto del Gip, Bruno D'Urso.
Che, sul tema intercettazioni, tiene a far chiarezza. «Come ufficio del giudice per le indagini preliminari
valutiamo di continuo le richieste di intercettazioni avanzate dai pm. E non di rado capita che si dica no sottolinea D'Urso - . Questo vuol dire che il sistema è già dotato di contrappesi, regolato da una dialettica che
funziona. Comprendo che in passato ci siano state fughe di notizie, e pubblicazioni integrali di intercettazioni:
inaccettabili, salvo che per i giornalisti che esercitano il loro mestiere. Ma anche qui va ribadito che le norme
ci sono: auspicherei solo che le inchieste per rivelazione di segreto d'ufficio, a carico di magistrati o polizia
giudiziaria, giungessero più spesso a buon fine. Purtroppo è il cattivo uso che, talvolta, si fa di mezzi
importanti a prestare il fianco a iniziative legislative che hanno altri obiettivi». Esprime invece «profonda
preoccupazione» il pm Marco Del Gaudio, al lavoro in quel "pool casalesi" con cui, spesso, i ministri Maroni
ed Alfano si sono congratulati. «Chi dice "questo disegno di legge non tocca i reati mafiosi" mente. Le norme
che danneggiano l'antimafia? Non è sufficiente la dichiarazione di un pentito per avviare un "ascolto" ma
occorre un riscontro; se cambia la qualificazione giuridica di un reato, ex post, si perde tutto ciò che hai
raccolto prima; non basta un giudice, ma ci vuole un collegio, per dare l'ok a "registrare". Senza contare che,
per motivare un'intercettazione, dovremmo inviare non solo gli atti necessari, ma l'intero fascicolo. Nel caso
della lotta ai clan, significa inviare migliaia di pagine; esporsi al rischio di intralci, ritardi, fughe di notizie». Per
Del Gaudio, insomma, «sono norme anche logicamente non sostenibili». Il sostituto, infine, giudica
«gravissima la norma che offre una micidiale arma ai clan: basta che un delinquente denunci il pm e quello
deve cedere il fascicolo.
Ecco come si vanifica l'impianto stesso della lotta antimafia basata sulle competenze dei magistrati e sulla
memoria storica in grado di sconfiggere le "metamorfosi" delle cosche».
Foto: GALGANO "Sarà difficile reprimere reati gravissimi, anche quelli contro la pubblica amministrazione"
LEPORE "Con le nuove norme avremmo una una grave limitazione delle indagini e del controllo di legalità"
D'URSO Il sistema è già dotato di contrappesi, noi gip spesso respingiamo le richieste di intercettazioni dei
pm" DEL GAUDIO "Saremo costretti a inviare tutto il fascicolo di indagine ad un collegio di giudici per
ottenere i permessi"
02/06/2010
Il Resto del Carlino - Bologna
Pag. 23
(tiratura:206221)
Il Comune rinnova l'offerta dei voucher per lavori a tempo
- CASTEL SAN PIETRO TERME - BUONE notizie per chi usufruisce di forme integrative del salario o di
sostegno del reddito, ma anche per gli studenti a partire dai 16 anni e per gli studenti universitari con meno di
25 anni. La giunta ha infatti deciso che queste tre categorie potranno godere della selezione per lavori
occasionali e saltuari, commissionati dal Comune, attraverso il sistema dei buoni lavoro. Si tratta dei
cosiddetti voucher istituiti nel 2003 dalla Legge Biagi come forma di lavoro flessibile e previsti anche in
successivi provvedimenti come la Finanziaria 2010 che li ha estesi anche agli Enti pubblici. Il Comune
utilizzerà questa modalità di lavoro per prestazioni di giardinaggio, pulizia, manutenzioni di edifici, strade,
parchi e monumenti, per lavori di emergenza manifestazioni sportive, culturali, fieristiche e caritatevoli. Ecco
come funziona. Il Comune acquista i voucher, che hanno l'aspetto di assegni e vanno intestati al prestatore
d'opera occasionale, al valore nominale di 10 euro ciascuno. Questo importo corrisponde al compenso di
un'ora lavorativa, ma il lavoratore percepisce un valore netto di 7,50 euro, poiché nei 10 euro sono comprese
anche la copertura previdenziale (gestione separata Inps) e assicurativa (Inail). Le domande devono
pervenire all'Ufficio Protocollo comunale in piazza XX Settembre 3 entro le 12,30 del 16 giugno, attraverso
una raccomandata oppure tramite presentazione diretta (orari: da lunedì a sabato 8,30-12,30 e i giovedì 1517,30), oppure con messaggio di posta elettronica contenente il modulo compilato e sottoscritto con firma
digitale all'indirizzo di posta certificata del comune: [email protected]. L'avviso è disponibile
sul sito www.cspietro.it.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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COME FARE DOMANDA
01/06/2010
Avvenire - Milano
Pag. 2
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Prima prova scritta per 50 maestre di nidi e scuole d'infanzia
a Napoli e da Salerno insieme, si sono conosciute su Facebook per il bando; c'è chi chiede su internet
l'indirizzo di un bed & breakfast ad Assago e chi cerca nei blog suggerimenti per raggiungere il Forum: sono
gli aspiranti del posto fisso, arrivati da tutta Italia, in un periodo di crisi e di tagli, gli oltre cinquemila candidati
per i 50 posti di educatori all'interno dei nidi e delle scuole dell'infanzia di Milano. Al Forum di Assago, il
palazzetto che di solito ospita concerti e partite di basket, si è svolta ieri la prova di preselezione, con i quiz, il
cui superamento è necessario per accedere a un'ulteriore prova scritta, e poi all'orale. In palio una
retribuzione annua di poco meno di 20mila euro e la sicurezza di un contratto a tempo indeterminato
all'interno della pubblica amministrazione. «Si tratta di un'opportunità che abbiamo voluto dare ai giovani in
un momento in cui c'è fame di lavoro» ha spiegato l'assessore alle Politiche Sociali del Comune Mariolina
Moioli. Il processo di selezione consentirà di mettere in organico 50 educatori per l'inizio del nuovo anno
scolastico. «Ma la speranza - ha detto la Moioli - è di poterne assumere altri nel 2011, attingendo dalla
graduatoria del concorso».
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Al Forum di Assago in 5mila da tutta Italia per un concorso e il sogno del
posto fisso
02/06/2010
Il Giorno - Ed. nazionale
Pag. 29
(tiratura:107480)
A Eire debutta la maggiore esposizione di social housing
- MILANO - EIRE (Expo Italia Real Estate) che si terrà dall'8 al 10 Giugno a Fieramilano, presenta la Social
Housing Exhibition, la prima e più grande esposizione italiana ed europea dedicata al Social Housing.
Nell'area espositiva e di comunicazione all'interno di Eire dedicata al social housing, gli studi di progettazione
e di architettura, le imprese e i consorzi presenteranno e promuoveranno i progetti realizzati, i modelli di
social housing e le migliori tecnologie e innovazioni nella costruzione, nei materiali e nell'arredo. La fiera è il
luogo ideale per incontrare la Pubblica Amministrazione italiana, le aziende residenziali pubbliche, la
Community di Eire, i governi e le delegazioni estere presenti in fiera e le Fondazioni Bancarie interessate a
investimenti nel social housing. Nell'occasione saranno consegnati anche i Social Housing Awards: gli
operatori possono già votare sul sito della manifestazione (www.italiarealestate.it). Queste le categorie dei
premi: qualità architettonica, ecosostenibilità e innovazione, costi e tempi di realizzazione.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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FIERAMILANO
01/06/2010
Il Mattino - Salerno
Pag. 3
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Inps e Inaii ricevono la menzione di Brunetta
L'Inps e l'Inaii di Salerno ricevono la menzione del ministro Brunetta quali esempi di buona amministrazione.
«Premiamo i risultati», il ,concorso promosso dal ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione,
mette sotto i riflettori il progetto «Dure artigiani e commercianti in tempo reale» realizzato dall'lnps,
rappresentato dalla direttrice generale Gabriella Zaccaria, in sinergiaconl'lnail.ll riconoscimento ai due enti
salernitani è giunto al Forum delle pubbliche amministrazioni 2010, tenuto a maggio presso la nuova fiera di
Roma. Il concorso voluto da Renato Brunetta, che prevedeva la progettazione di interventi di miglioramento
da realizzare nel tempo massimo di un anno, dichiarando i risultati attesi e i tempi previsti, ha visto la
candidatura di 725 amministrazioni di ogni parte d'Italia, delle quali solo 475 sono state ammesse alla fase
realizzativa dei piani di miglioramento. Il progetto «Dure artigiani e commercianti in tempo reale» consente di
rilasciare il documento (Dichiarazione unica di regolarità contributiva) contestualmente alla presentazione
della richiesta da parte dei lavoratori autonomi che avviene presso un unico sportello, attivo il lunedì e
mercoledì, nei locali dell'Inaii di Salerno. Il servizio è rivolto, in questa . fase sperimentale, ai soli lavoratori
autonomi residenti a Salemo ed in altri 24 Comuni del comprensorio. Stretta di manotrail ministro Brunetta e
la direttrice Inps Gabriella Zaccaria al forum delle pubbliche amministrazioni
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Il riconoscimento
02/06/2010
Libero - Ed. nazionale
Pag. 4
(tiratura:224026)
Boccia sfida i compagni di partito e il sindacato «Alziamo l'età
pensionabile e diamo un taglio ai vitalizi»
ELISA CALESSI ROMA
«Siamo tutti d'accordo che questo Paese non cresce, che spende più di quello che produce? Bene. Allora
lancio una sfida al governo e ai quarantenni del PdL: aumentiamo l'età pensionabile. Per tutti. Uomini e
donne. E azzeriamo i vitalizi. Perché per chiedere i sacrifici bisogna essere credibili. Se ci stanno, noi ci
stiamo». Francesco Boccia, 42 anni, bocconiano, ricercatore di economia, prima di darsi alla politica (oggi è
deputato del Partito democratico di rito "lettiano" e coordinatore delle commissioni economiche della
Camera), ama rompere gli schemi. E, «da quarantenne, senza altre etichette», come tiene a precisare, lancia
una sfida. Al governo, ma anche al Partito democratico. Lo sa che da domani mattina la attaccheranno in
molti dal suo partito? «Vediamo. E comunque è una sfida anche per noi. In questi anni c'è stato un egoismo
generazionale, una timidezza bipartisan su questi temi. Ma ora basta». Molti sostengono che il nostro sistema
previdenziale tiene. È falso? «Chi dice così guarda a quelli che stanno andando in pensione e non ai
trentenni o ai quarantenni, a cui nessuno ha il coraggio di dire che andranno in pensione a settant'anni. Quelli
della mia età hanno il dovere di dire le cose come stanno». La Cgil non la prenderà bene. «La Cgil è un
grande sindacato che ha come obiettivo quello di difendere le pensione minime, non i privilegi. Ma quelle non
sono in discussione, come non lo sono le pensioni di chi le riscuote ora». Vuole dire che è un privilegio
andare in pensione a sessant'anni? «Con l'aspettativa di vita che ha superato gli 80 anni, non è un reato
immaginare che chi ha lavorato per 35 anni, lavori per 40 anni. A un patto: trasferire tutti i risparmi sui giovani
che entrano nel lavoro». I pensionati sono una delle principali risorse elettorali del Pd. Non la preoccupa? «Il
Pd è nato per riformare questo Paese. Se non ci poniamo questo problema, saremo condannati a far pagare
un costo altissimo ai nostri figli, che non ce lo perdoneranno. Se i 65enni di oggi non sono interessati a
questo ragionamento perché hanno già portato a casa l'obiettivo, mi dispiace. Io, invece, sono interessato».
Passiamo ai vitalizi. «Diciamo così: non vorrei trovarmi in piazza a protestare contro la manovra economica
insieme a chi ha il vitalizio». Per esempio insieme a Diliberto, Pecoraro Scanio e Fausto Bertinotti? «Anche.
Chi contesta, deve essere il primo a dare l'esempio. Se vogliamo fare una battaglia di equità, non possiamo
avere i vitalizi sulle spalle. Se chiediamo sacrifici, dobbiamo essere noi i primi a farli. Basta con la doppia
morale, per cui si predica austerità e poi si godono dei privilegi». La accuseranno di essere demagogico...
«Qui si tratta di essere credibili. Se in piazza ci va uno che percepisce 100mila euro di vitalizio al mese, può
prendere in giro qualcuno, ma non tutti. Se in tv si predica austerità e poi si dirige un giornale che nessuno
legge, ma che prende i soldi dello Stato, non va bene. Questo vale per tutti». Se il governo facesse sue
queste proposte, il Pd dovrebbe votarle? «Certo. Chiedano a una parte degli italiani di fare sacrifici per i loro
figli, destinando i risparmi ai giovani. E chiedano alla classe dirigente di dare il buon esempio, rinunciando al
vitalizio. Se lo fanno, ci stiamo». Veniamo alla manovra. «Prima di tutto oggi, finalmente, abbiamo il testo,
anche se mancano ancora le tabelle, i numeri. Il giudizio è fortemente negativo. È una manovra depressiva».
Persino il governatore Mario Draghi, però, ha detto che era «inevitabile». «Più che inevitabile, è obbligatoria,
perché è stata concordata con l'Europa. Ma il punto è il tipo di manovra. Intanto se la spesa pubblica non
fosse aumentata di 51 miliardi, non sarebbe stata necessaria. Ma a parte questo, i tagli agli enti locali si
risolveranno in più tasse regionali e comunali, i blocchi degli stipendi nella pubblica amministrazione
colpiranno gli impiegati da mille euro al mese, non i signori Balducci che si vedranno solo scalfire i loro
stipendi. Il problema, però, è più generale». Cioè? «Questo è un Paese che cerca di produrre benessere
senza produrre lavoro e di fare affari senza etica, è un Paese che spende più di quello che produce. Se
questa è la verità, e lo è, bisogna essere coraggiosi. E questa manovra, per ora, non lo è».
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La proposta del Pd al governo
02/06/2010
Libero - Ed. nazionale
Pag. 4
(tiratura:224026)
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Foto: CONTROCORRENTE L'onorevole Francesco Boccia (Pd). Lapresse
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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02/06/2010
ItaliaOggi
Pag. 13
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Sono sempre di più gli italiani interessati a ricevere sul cellulare contenuti da parte delle marche, soprattutto
se si tratta di sconti e di offerte speciali. Secondo la ricerca «Gli italiani, l'uso evoluto del cellulare e il mobile
marketing» commissionato da A-Tono, che si occupa di digital marketing e communications solution, ad Astra
Ricerche, al primo posto tra i servizi più apprezzati ci sono infatti gli sconti e le offerte speciali (53%), seguiti
dalla partecipazione a concorsi attraverso l'uso del cellulare (37%) e dalla possibilità di scaricare applicazioni
ad hoc per stare in contatto con una marca e ottenere news sui prodotti (22%). Aumenta anche l'interesse a
effettuare micropagamenti mobile con il cellulare.Un esempio molto apprezzato di questo tipo di servizi è il
Remote car check (il 70% degli interpellati lo giudica interessante), un programma scaricabile sul cellulare
che permette di configurare la propria auto con la casa automobilistica per verificare se è necessario un
controllo. Il 66% del campione giudica interessante anche la tecnologia Qr Code (nella foto) per verificare le
informazioni nutrizionali, di provenienza, di produzione o i consigli di utilizzo relativi a un prodotto che si sta
acquistando al supermercato. Un altro esempio è il Totem sviluppato con la tecnologia Nfc (giudicato
interessante dal 75%), tramite cui è possibile, al supermercato, visualizzare sul telefonino la spesa effettuata,
le informazioni sui punti accumulati e scoprire i buoni sconto disponibili.«Uno dei fatti principali è che
indipendentemente dalla fascia di età l'utente vuole l'erogazione di servizi sul suo cellulare. In un paese come
l'Italia, caratterizzato da un'alta penetrazione, il cellulare rappresenta la via alla digitalizzazione, coprendo
trasversalmente il territorio», sottolinea Orazio Granato, amministratore delegato di A-Tono. «Un altro
elemento importante che emerge è che l'utente cerca servizi a valore aggiunto ed è disposto a pagare purché
ne riceva valore. Il mercato è già pronto oggi per le attività di mobile marketing, ma spesso c'è scarsità di
utilizzo perché il consumatore non rileva qualcosa di utile».
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
E gli italiani dicono sì al marketing su cellulare
03/06/2010
ItaliaOggi
Pag. 14
(diffusione:88538, tiratura:156000)
L'immobiliare riparte da federalismo demaniale e social housing
Partire dalla crisi per puntare alla ripresa: lo sviluppo dell'industria immobiliare e delle costruzioni cammina
sulla strada maestra punteggiata di federalismo demaniale, social housing, fondi immobiliari per la gestione
del patrimonio della pubblica amministrazione, internazionalizzazione, riqualificazione dei centri storici,
riforma normativa con il nuovo regolamento del codice appalti. Fondamenti per il riavvio del ciclo positivo del
real estate, temi di estrema attualità che troveranno un momento di sintesi e di formazione nella sesta
edizione di Eire (Expo Italia real estate). È il salone specializzato organizzato da Gefi (Gestione fiere), la
società presieduta da Antonio Intiglietta, e che si svolgerà a Milano Rho-Fiera da martedì 8 a giovedì 10
giugno. E che al federalismo demaniale ha dedicato un Manifesto sulla valorizzazione dei beni dello stato
trasferiti alla gestione degli enti locali quale opportunità di crescita e di sviluppo qualitativo delle città e del
territorio. L'esposizione ha ridisegnato i propri confini assumendo una precisa identità di fiera business, con
incontri one-to-one fra gli operatori con lo scopo dichiarato di dare valenza maggiore all'investimento
espositivo da parte degli operatori, facendolo sopravvivere anche oltre l'evento-salone. Eire è dedicata ai
progetti immobiliari dell'Italia e del Mediterraneo, ed è la prima e più grande vetrina italiana ed europea per il
social housing, incentivato dal Piano casa, e che potrà contare anche sul finanziamento da parte del fondo da
2,6 miliardi di euro istituito dalla Cassa depositi e prestiti . Identità distintiva di Eire rispetto alle numerose
iniziative di settore, in primis la leader generalista francese Mipim, o l'ultima nata, la veneziana Tree, di
nicchia, dedicata al real estate destinato al turismo. Nonostante la crisi che sta tagliando le gambe
all'industria delle costruzioni e che ha rallentato la crescita di quella immobiliare, il settore delle fiere
specializzate sta facendo un grande sforzo organizzativo per stimolare e incrociare competenze,
professionalità, opportunità di business con l'intento dichiarato di diventare uno strumento in più per gli
operatori e dunque un utile investimento. Eire, secondo quanto ha specificato Intiglietta «offre una
panoramica completa e internazionale sui segmenti retail, turismo, logistica, residenziale e uffici». «Inoltre»,
ha proseguito il fondatore di Eire, «sarà un'importante occasione per mettere in luce le opportunità di
investimento nei paesi dell'Africa mediterranea, Egitto, Tunisia, Marocco, Algeria, in particolare, caratterizzati
da una rapida e consistente espansione urbanistica che, in alcuni casi, comporta anche la costruzione di
intere città». «I loro progetti di espansione urbana, per i quali questi paesi sono alla ricerca di investitori e
partner, costituiscono un grande mercato per i professionisti e le imprese italiane», ha proseguito Intiglietta,
«è una grande opportunità: la nostra Cina è l'Africa del Nord». In numeri il salone 2010 conta 473 imprese e
istituzioni, 35 mila mq di esposizione e oltre 50 Paesi rappresentati, un ricco programma di convegni con un
centinaio di appuntamenti, tra i quali anche un ciclo di conferenze formative per i dipendenti della p.a., in
collaborazione Oppal (osservatorio permanente per la pubblica amministrazione locale). Ancora, mostrerà le
migliori opportunità di investimento oltre che dei paesi del Mediterraneo (Italia, Turchia, Slovenia, Francia,
Malta, Montenegro), anche dell'Europa centrale (Russia, Ungheria, Repubblica Ceca, Romania), e di paesi
emergenti come Brasile e Nicaragua. Inoltre, Eire offrirà la prima, e la più grande esposizione europea del
social housing cui è dedicata una rassegna nella rassegna. Si chiama Social Housing Exhibition, la prima
edizione dedicata esclusivamente ai nuovi modelli di social housing (3 mila mq, 72 espositori, 86 progetti). Gli
studi di progettazione e di architettura, le imprese e i consorzi presenteranno qui e promuoveranno i progetti
realizzati, i modelli di social housing e le migliori tecnologie e innovazioni nella costruzione, nei materiali e
nell'arredo. Un'area dove si incontreranno pubblica amministrazione, aziende residenziali pubbliche,
fondazioni bancarie, operatori, delegazioni di rappresentanti dei governi esteri, imprese e cooperative. Ai
migliori progetti andrà l'Aword social housing, nuovo di zecca.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La più grande vetrina europea specializzata in mostra a Eire dall'8 al 10 giugno a FieraMilano-Rho
01/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari
Pag. 7
(tiratura:63756)
Il sindaco consegna un dossier di 1.500 pagine
• La seduta monotematica sul Petruzzelli si terrà giovedì 10. Sette giorni dopo, il consiglio comunale
riprenderà il suo lavoro ordinario, con un ordine del giorno che ha ormai raggiunto quota 40 punti. Dopo un
maggio «leggero» (una sola seduta), ieri i capigruppo hanno stilato un calendario piuttosto fitto per la prima
metà di giugno. Si partirà, appunto, dalla delibera che prevede l'an - nullamento in autotutela del protocollo
d'intesa con i Messeni Nemagna, e dunque l'ac - quisizione del Petruzzelli al patrimonio comunale. Il dossier
che il sindaco ha fatto pervenire a ciascuno dei consiglieri è composto da oltre 1.500 pagine. E qualcuno ha
già storto il naso. Anche nella maggioranza, del resto, c'è qualche palpabile malumore: alcuni dei consiglieri
oggi chiamati a strappare il protocollo sono infatti chiamati a smentire il voto espresso sette anni fa. Il nodo
della questione è ormai noto. Il sindaco Emiliano sostiene infatti che il protocollo d'intesa non si sarebbe mai
potuto firmare, in quanto la convenzione originaria con i Messeni Nemagna (quella del 1896) era di fatto già
scaduta nel 1995. E comunque, i proprietari in quella convenzione si erano assunti l'obbligo di ricostruire il
Petruzzelli entro tre anni. Tesi che la famiglia Messeni respinge fieramente con un ampio ventaglio di controobiezioni. Insomma, non solo il dietrofront sul protocollo non sarà immediatamente efficace (dovranno
deliberarlo anche Provincia e Regione), ma sicuramente innescherà un altro round di ricorsi amministrativi.
Intanto, la scorsa settimana si è tenuta davanti al giudice Michele Prencipe la prima udienza della class
action promossa dall'avvocato Luigi Paccione per chiedere la proprietà pubblica del teatro Petruzzelli. Da un
certo punto di vista, sia il Comune che la Fondazione hanno infatti chiesto al giudice di respingere la
domanda «popolare». Ma il ministero dei Beni culturali ha a sua volta citato in giudizio i Messeni Nemagna:
se non sarà riconosciuta la proprietà pubblica del Petruzzelli, il ministero chiede che gli eredi della famiglia
siano condannati a rimborsare 20,3 milioni spesi dallo Stato per i lavori di ricostruzione.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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E il 10 giugno consiglio monotematico
01/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Basilicata
Pag. 7
(tiratura:63756)
• Le associazioni di categoria saranno protagoniste in un progetto di rete territoriale finalizzato alla
trasmissione capillare dell'informazione economica, allo scopo di raggiungere ogni imprenditore presente sul
territorio nonché di fornire un impulso al cambiamento proveniente dal basso, ovvero dallo stesso tessuto
imprenditoriale locale. «La firma digitale ha ormai lo stesso valore della firma autografa - spiega il presidente
della Camera di Commercio di Potenza, Pasquale Lamorte -, i documenti informatici sottoscritti con questa
modalità sono pienamente validi ai fini di legge. Questo profondo cambiamento nella trasmissione dei dati ha
posto il sistema camerale in una posizione innovativa, capace di dare risposte rapide alle problematiche
provenienti dal sistema produttivo locale in un'ottica di velocizzazione nell'espletamen to di tutte le
incombenze amministrative che oggi gravano sugli imprenditori; incombenze che spesso sono valutate dagli
stessi in termini di giornate lavorative «perse» per effettuare il completamento dei vari iter burocratico amministrativi. Una tale rivoluzione non può non coinvolgere gli imprenditori rappresentati dalle Associazioni
in seno agli organi di governo camerali». Da qui l'idea di lanciare un'iniziativa promozionale (valevole per un
anno) con cui la Camera si farà carico di assicurare la formazione del personale delle Associazioni di
categoria e potrà corrispondere alle stesse un contributo commisurato ad una percentuale pari al 50% sui
diritti di segreteria spettanti alla Camera (per citare i più significativi, 25 euro per il rilascio delle Carte
Nazionali dei Servizi, 5 euro per il rilascio di visure e certificati, 90 euro per l'invio di un pratica societaria, 18
euro per l'in - vio di una pratica di ditta individuale). Le azioni che potrebbero essere intraprese con le
Associazioni attraverso la collaborazione delle strutture del sistema camerale (Infocamere ed Infocert)
possono andare dai servizi promozionali per le Pmi («Gestirete», servizio per la gestione personalizzata della
relazione con il Cliente; «Archivierete», servizio di salvataggio sicuro dei propri dati; «Incontrerete», servizio
informativo per la cessione delle imprese) ai servizi promozionali in via di rilascio (Minisito internet per le Pmi;
Fax server), dall'analisi statistica («Bext», strumento per l'analisi statistica economica, territoriale e settoriale
sui dati di bilancio; «Devisu», strumento per l'analisi visuale e grafica dei dati del Registro Imprese) ai servizi
a convenzione per lo svolgimento di attività legate ai servizi camerali.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Una «rete territoriale» delle imprese per velocizzare i tempi della
burocrazia
01/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Brindisi
Pag. 13
(tiratura:63756)
sidenza nelle immediate adiacenze di Gallipoli. (candidature via mail: lecce.leoN. 1 INGEGNERE CIVILE n
per azienda settore costruzioni. Il candidato ideale è un ingegnere civile (o comunque con abilitazione alla
firma di progetti) con 2 anni di esperienza, in uno studio di progettazione o impresa di costruzioni. Si richiede
buona conoscenza di Autocad e Acca - Primus. Completano il profilo l'ottima conoscenza in inglese e la
disponibilità a spostamenti temporanei fuori regione. (candidature via mail: lecce.leopardi2@manN. 1
COMMESSO/A n per importante punto vendita abbigliamento. Il/la candidata ideale ha un'età compresa tra i
23 e i 35 anni ed ha maturato significative esperienze di vendita nel settore. Per tipologia di orario di lavoro
(spezzato) è indispensabile la residenza in zone limitrofe al luogo di lavoro. Zona di lavoro: Gallipoli. Durata
contratto: 3 mesi rinnovabili (candidature via mail: lec Agenzia per il lavoro via Cesare Braico 26/B Tel.
0831/523640 Fax 0831/568836 [email protected] n Laurea ingegneria chimica; Esperienza
triennale nel campo della progettazione di processo e nella gestione della produzione di impianti chimici,
petrolchimici o di raffinazione. Esperienza nella preparazione di schemi di processo e dei bilanci materiali e
termici, uso dei simulatori di processo; Disponibilità a lavorare in trasferta; Conoscenza della lingua inglese;
Assunzione diretta da parte dell'azienda. INDUSTRIALI n Diploma di licenza media o diploma tecnico (tecnico
delle industrie elettriche o elettroniche); Esperienza pregressa in analoga posizione maturata in aziende di
impianti elettrici; Esperienza nell'installazione di impianti d'allarme e di videosorveglianza; Conoscenza degli
impianti elettrici civili e industriali; Luogo di lavoro Brindisi. DISEGNATORE AUTOCAD n Diploma a tecnico
(tecnico delle industrie elettriche o elettroniche o perito meccanico) Esperienza minima di due anni in analoga
posizione maturata in aziende di impianti elettrici; Conoscenza degli impianti elettrici civili e industriali;
Conoscenza disegni elettrici e schemi elettrici; Luogo di lavoro Brindisi; Assunzione diretta da parte dell'azien
- da. DISEGNATORE CATIA n Diploma a tecnico (preferibilmente perito meccanico) Esperienza minima di
due anni in analoga posizione maturata in aziende metalmeccaniche; Buona conoscenza di Catia v4 e Catia
V5; Luogo di lavoro Brindisi; Contratto di somministrazione a tempo determinato. UTENSILI CNC n Diploma a
tecnico (preferibilmente perito meccanico) Esperienza minima di due anni in analoga posizione maturata in
aziende metalmeccaniche; Buona conoscenza del tornio (verticale); Capacità di lettura del disegno
meccanico; Luogo di lavoro Brindisi; Contratto di somministrazione a tempo determinato. VERNICIATORE A
SPRUZZO n Diploma tecnico (preferibilmente perito meccanico) Gradita esperienza pluriennale in
carrozzeria (preparazione del pezzo e preparazione della vernice) o in aziende del settore; Conoscenza delle
vernici organiche e inorganiche; Si richiede precisione e capacità di lettura della scheda di processo; Luogo di
lavoro Brindisi; Contratto di somministrazione a tempo determinato OPERATORE SAP n Diploma o laurea in
discipline economico- scientifiche (economia, ingegneria gestionale, ingegneria informatica); Gradita
esperienza biennale su applicativi SAP (area order to cash) e/o nel campo della formazione su sistemi
informativi; Conoscenza dei processi e delle logiche in ambito logistica e distribuzione; Buone conoscenze
informatiche; Disponibilità a spostamenti su tutto il territorio nazionale (inclusi pernottamenti fuori casa)
Automuniti (disponibilità a spostamenti in auto); Flessibilità, motivazione, comunicazione efficace e
orientamento all'apprendi - mento; Luogo di lavoro Puglia; Contratto di somministrazione a tempo
determinato. MANUTENTORE ELETTROMECCANICO n Diploma in materie tecniche o licenza media;
Esperienza biennale in analoga posizione; Capacità di saldare ad argon; Luogo di lavoro provincia di Brindisi;
Contratto di somministrazione a tempo determinato. AGENTE DI COMMERCIO PLURIMANDATARIO n
Diploma di scuola superiore o laurea; Esperienza in analoga posizione inerente l'ambito commerciale e della
vendita; Attitudine commerciale e orientamento al cliente; Motivazione, determinazione, orientamento al
risultato; Automuniti (disponibilità a spostamenti in auto); Gradita provenienza dalla zona di Lecce o Taranto;
Luogo di lavoro Brindisi, Lecce e Taranto RESPONSABILE COMMERCIALE (SETTORE TELEFONIA FISSA
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Concorsi nel Salento Le opportunità arrivano via Internet .
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La Gazzetta Del Mezzogiorno - Brindisi
Pag. 13
(tiratura:63756)
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E MOBILE) n Diploma di scuola superiore o laurea; Gradita precedente esperienza settore commerciale
(promoter, vendita al dettaglio, operatore call center); Attitudine commerciale e orientamento al cliente;
Motivazione, determinazione, orientamento al risultato; Automuniti (disponibilità a spostamenti in auto);
Contratto a provvigioni con possibili incentivi; Disponibilità ad aprire P.iva; Luogo di lavoro Brindisi e
provincia. MONTATORE MECCANICO n Diploma tecnico (preferibilmente perito meccanico o aeronautico);
Gradita esperienza in analoga posizione; Conoscenza del disegno meccanico; Conoscenza del pacchetto
Office; Buona conoscenza della lingua inglese; Luogo di lavoro Brindisi RESPONSABILE DI
MANUTENZIONE (IMPIANTI ELETTRICI MEDIA TENSIONE) n Diploma perito industriale o laurea in
ingegneria; Indispensabile precedente esperienza in analoga posizione (es. settore impiantistica come capo
squadra); Conoscenza del pacchetto Office; Sufficiente conoscenza della lingua inglese; Capacità di gestione
del team di lavoro, problem solving. Conoscenza di base del pacchetto Office e della lingua inglese; Luogo di
lavoro Brindisi. Agenzia per il lavoro Via Saponea 63/65 Tel 0831/562279 Fax 0831/562403
[email protected] n Per importante Cliente ricerchia- Interessanti occasioni, anche questa settimana,
arrivano dai concorsi nella pubblica amministrazione. E sono soprattutto i comuni a garantire un barlume di
occupazione concorso sono sul sito www.comuCOMUNE DI MELISSANO Il Comune di Melissano ha
indetto due selezioni pubbliche per l' assunzione a tempo indeterminato di due Istruttori Tecnici geometri e un
Istruttore Direttivo, categoria D (Settore "Affari Istituzionali e Legali"). Entrambi i concorsi scadono il 10 luglio
prossimo, i bandi completi relativi alle seleziioni sono facilmente consultabili sul sito:
www.comune.melissaCOMUNE DI ALEZIO Il Comune di Alezio ha indetto selezione pubblica a tempo
indeterminato per esami per la copertura di un posto vacante di Capo Settore Tecnico- Lavori Pubblici: Le
domande vanno presentate entro e non oltre le 12 del 4 giugno prossimo, tutte le informazioni riguardanti il
mo un autista in possesso di patente C che abbia maturato esperienza nella guida di CAMION. Buona
presenza, diploma di scuola media superiore, buona attitudine ai rapporti interpersonali. Età massima 30
anni. Serietà, flessibilità oraria e puntualità completano il profilo. Zona di lavoro: Brindisi, Taranto, Bari. 10
MONTATORI MECCANICI n Per importante Cliente operante nel settore aeronautico, ricerchiamo 10
MONTATORI MECCANICI diplomati, età max 30 anni, che abbiano maturato una precedente esperienza di
almeno 3 anni in analoga mansione preferibilmente nel settore aeronautico. Disponibilità a lavoro su turni. al
lavoro di squadra. 2 MAGAZZINIERI n Diplomati, automuniti, esperienza di almeno un anno all'inter no di
magazzini di piccole medie dimensioni. Ottimo uso dei muletti diesel ed elettrici. Età compresa fra i 20 e i 27
anni. Offriamo contratto iniziale di un mese con possibilità di proroghe successive. Zona di lavoro provincia di
Brindisi. Essere residente nella provincia di Lecce o Brindisi sud rappresenta requisito fondamentale per
poter partecipare alla selezione. Agenzia per il lavoro Via Saponea, 22/a - Tel. 0831/590974 - Fax
0831/568934 b r i n d i s i . s a p o n e a @ m a n p o w e r. i t n per azienda settore metalmeccanico.
Requisiti richiesti: laurea, consolidata esperienza nella mansione presso ufficio acquisti. Ottima conoscenza
del pacchetto Office. Tipologia contrattuale: assunzione diretta in azienda. Sede di lavoro Fasano N. 5
OPERATORI FAST FOOD n Requisiti richiesti possesso attestato HACCP, disponibilità a lavorare part time.
Durata della missione 1 mese con possibilità di proroga e successivo inserimento in azienda; Sede di lavoro
provincia di Brindisi. 1 INTONACISTA n Con esperienza di almeno 5 anni in analoga mansione. Ottimo uso
dei principali strumenti da lavoro (Riga, Fracasso ecc.). Offriamo contratto iniziale di un mese con possibilità
di proroghe successive. Zona di lavoro Brindisi 5 TORNITORI MECCANICI CNC n Per importante Cliente,
operante nel settore metalmeccanico, ricerchiamo 5 TORNITORI a controllo numerico. Esperienza
consolidata nell'utilizzo del Tornio. Buona lettura del disegno tecnico. Disponibilità a lavoro su turni. 7
CONSULENTI COMMERCIALI n Il/la candidato/a ideale ha un'età massima di 35 anni, dotato/a di buone
capacità relazionali e spiccato spirito imprenditoriale, diplomato/a automunito per vendita di prodotti di fonia
fissa e mobile a privati. Offriamo contratto di collaborazione con mandato di agenzia. Zona di lavoro: Brindisi
e provincia. 5 ELETTRICISTI INDUSTRIALI BT E MT n Con esperienza di almeno 2 anni in analoga
mansione. Ottima lettura del disegno elettrico, buona manualità nel cablaggio di quadri elettrici industriali.
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La Gazzetta Del Mezzogiorno - Brindisi
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Disponibilità a brevi trasferte al Nord Italia. 5 FALEGNAMI TORNITORI n Per importante Azienda Cliente
ricerchiamo falegnami con comprovata esperienza di almeno 10 anni in analoga mansione. Ottimo uso di
strumenti quali: tornio, fresa, pantografo, squadratrici ecc. Offriamo contratto della durata iniziale di 3 mesi
con possibilità di proroga. 1 VENDITORE n Motivati, ambiziosi, interessati ad una crescita professionale.
Diplomati e automuniti. IN POSSESSO DI PARTITA IVA. Ottime capacità relazionali, di vendita e problem
solving. Offriamo contratto monomandatario, altissime provvigioni senza tetto massimo, bonus sul fatturato,
training formativo in itinere , rimborso spese. Inquadramento come agente di commercio o procacciatore d'af
fari, pagamento mensile delle provvigioni. Zona di Lavoro Brindisi e provincia. N. 2 ARREDATORI DI
INTERNI n per negozio arredamento di prossima apertura; Requisiti richiesti laurea in architettura o possesso
di corso di formazione specifico, ottime capacità relazionali, esperienza nella vendita. Tipologia contrattuale:
assunzione diretta in azienda Sede di lavoro provincia di Brindisi N. 1 GEOMETRA DI CANTIERE n per
importante azienda settore e d i l e. Si dovrà occupare di supportare il Direttore di Cantiere nella gestione,
coordinamento e controllo qualità dei lavori. Richiesto diploma di geometra, iscrizione all'Al - bo, almeno due
anni di esperienza nella mansione preferibilmente presso aziende del settore edile in particolare edilizia
residenziale, esperienza nella contabilità di cantiere. STAGE RISORSE UMANE n Ricerchiamo, per la nostra
sede di Brindisi, uno/a stagista in ambito Selezione del Personale. La risorsa affiancherà attivamente la
Responsabile di Selezione nel processo di Ricerca e Selezione di personale qualificato e darà un supporto
nelle quotidiane attività dell'ufficio. Essere in possesso di una laurea in materie umanistiche ed aver
frequentato corsi o Master in Gestione delle Risorse Umane è un requisito indispensabile per poter
partecipare alla selezione. Lo stage avrà una durata minima di 4 mesi e massima di 6 mesi. N. 3 PROJECT
MANAGER n per azienda settore energie rinnovabili. Il candidato/a ideale è in possesso della laurea in
ingegneria (civile, elettrico ) ha maturato almeno due anni nella mansione di direzione lavori) è in possesso
dell'attestato per la Sicurezza cantieri mobili D.Lgs. 494/96, ha un'ottima conoscenza pacchetto office, buona
conoscenza lingua inglese. Completano il profilo la disponibilità a trasferte sul territorio nazionale; Sede di
lavoro provincia di Brindisi, provincia di Lecce 1 GRUISTA n Il candidato ideale ha avuto esperienza nella
conduzione di Gru gommate ed è in possesso di abilitazione per movimentazione carichi in cantiere. Offriamo
contratto della durata iniziale di un mese con possibilità di proroga s u c c e s s iva . PREPOSTO DI FILIALE
BANCARIA n Ricerchiamo per importante Cliente, brillanti candidati, che abbiano maturato un'esperienza
come direttori di filiale o vice responsabili presso filiali bancarie di Brindisi e/o zone limitrofe, dotati di spiccata
attitudine commerciale e orientamento al risultato. Completano il profilo una consolidata conoscenza del
mercato bancario locale, capacità gestionali e di creazione e sviluppo di un network territoriale, capacità di
analisi e valutazione del rischio di credito; elevata capacità di coinvolgimento e motivazione 1
RESPONSABILE PUNTO VENDITA SETTORE ARREDO n Il candidato ideale ha maturato una pluriennale
esperienza nel settore arredamento per la casa (almeno 5 anni). Richiediamo disponibilità a lavorare durante
il fine settimana. Offriamo contratto diretto da parte dell'Azienda.
02/06/2010
La Nazione - Pisa
Pag. 7
(tiratura:176177)
Nasce «Iurap» azienda spin off per l'innovazione e l'assistenza
PRESENTATA la società «Iurap»: si occuperà di fornire servizi di formazione ed assistenza alle
amministrazioni pubbliche nazionali, regionali e locali, attraverso il trasferimento del know-how e delle
capacità innovative sviluppate all'interno dell'ateneo pisano. L'iniziativa è stata illustrata, nelle sale del
rettorato, dal prorettore per il «Trasferimento tecnologico», Giancarlo Santoprete, dal presidente del Comitato
scientifico della società, Fabio Merusi, dal responsabile delle relazioni esterne, Alfredo Fioritto, e
dall'amministratore unico, Marta Simoncini. «Iurap» è stata costituita, nell'ambito del dipartimento di
istituzioni, impresa e mercato «Alessandro Cerrai», da un gruppo di professori di diritto e giustizia
amministrativa e di giovani dottori di ricerca dell'università. Adesso in corso di completamento l'iter di
costituzione della società come spin off dell'ateneo, con una partecipazione per la quota del 20 per cento del
valore societario a fronte del trasferimento di know-how, a cui si assocerà la concessione per l'utilizzo del
marchio «Azienda spin off dell'Università di Pisa». La nuova società intende proporsi nel campo della
formazione, un settore in cui i ripetuti interventi normativi rendono indispensabile un aggiornamento continuo
da parte dei funzionari e degli operatori della pubblica amministrazione. In particolare, «Iurap» mira a
promuovere corsi di formazione a catalogo e «on demand» per funzionari pubblici e operatori della pubblica
amministrazione, ma anche corsi di preparazione post-universitaria e per i concorsi pubblici e indagini, studi,
ricerche per conto della pubblica amministrazione e di organismi pubblico-privati.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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LA NOVITA'
03/06/2010
La Nazione - Firenze
Pag. 19
(tiratura:176177)
Comune: informazioni e iscrizioni via computer
DA OGGI per dialogare con la pubblica amministrazione di Rufina basta un click. E' sufficiente un computer
ed una normale connessione a internet per iscriversi, per esempio, alla mensa scolastica. Il punto d'accesso
è www.comune.rufina.it, attraverso il quale - grazie alla pubblicazione sul sito della Pec, la posta elettronica
certificata - si potrà comunicare in modo ufficiale con l'amministrazione via mail. I cittadini avranno la
possibilità di consultare tutti gli atti della pubblica amministrazione attraverso la sezione "Accesso agli atti",
fattore decisivo per rendere l'ente ancora più trasparente: on line infatti saranno disponibili tutti i tipi di atto
con il testo e gli allegati inclusi. A completare l'offerta anche la newsletter del comune, per rimanere
aggiornati su tutte le iniziative avere informazioni aggiornate tutti i giorni. Bart Image: 20100603/foto/2160.jpg
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
91
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RUFINA NUOVO SERVIZIO
02/06/2010
MF
Pag. 6
(tiratura:173386)
Manovra, la lista dei tartassati. I ministri si auto-salvano
CARMINE SARNO
La manovra Finanziaria entra nel vivo. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ora il testo passerà in
Senato per una prima lettura, mentre dalla prossima settimana ci saranno già le prime audizioni. Ecco come
sarà articolata la manovra biennale da 25 miliardi di euro. Gran parte delle entrate sarà garantita da tagli,
sfoltimenti e razionalizzazioni all'interno di enti locali e pubblica amministrazione e dalla lotta alì'evasione
fiscale. Complessivamente, come si legge nella relazione tecnica, i minori finanziamenti nei confronti di
Regioni, Province e Comuni saranno 6,3 miliardi nel 2011 e altri 8,5 miliardi tra 2012 e 2013. Decurtato anche
il fondo sanitario nazionale, rispettivamente di 418 milioni il prossimo anno e di 1,132 miliardi quello
successivo. Passando all'amministrazione centrale, per i mìnisteri sono stati previsti tagli nell'ordine del 10%:
il risparmio sarà di oltre 7 miliardi (2,44 miliardi nel 2011, 2.215 nel 2012 e altri 2,39 nel 2013). Contribuiranno
allo sforzo anche manager pubblici e politici. Entreranno in cassa poco meno di 29 milioni e saranno coinvolti
13.554 manager pubblici. Per quanto riguarda i tagli agli stipendi di ministri e sottosegretari, i risparmi
saranno decisamente più leggeri. Solo 72.165 euro l'anno complessivi. Tagliati anche i rimborsi elettorali: dal
2015 la riduzione dei versamenti ai partiti dovrebbe permettere risparmi per 20 milioni. Importante, in termini
di gettito, il peso dato alla lotta alì'evasione. Sempre secondo la relazione tecnica alla Finanziaria, il contrasto
ali'evasione fiscale e contributiva avrà un impatto per 20,3 miliardi nei prossimi anni, fino al 2013. Nel
dettaglio, i primi effetti si dovrebbero registrare già da quest'anno e sono quantificati in 415 milioni; nel 2011 i
maggiori incassi passeranno a 5,3 miliardi, a 7,8 miliardi nel 2012 e a 6,8 nel 2013. Solo dal nuovo
redditometro viene stimato un maggior gettito di 2,2 miliardi da qui al 2013; altri 4,7 miliardi saranno ricavati
dal blocco dei rimborsi per chi ha debiti fiscali. Sempre sul fronte fiscale, dalle nuove procedure di
accertamento il Tesoro conta di incassare 2,3 miliardi in tre anni. Inoltre 2,9 miliardi saranno realizzati con il
differimento degli acconti Irpef per il biennio 2011-12. In arrivo anche nuove regole Irap per Abruzzo,
Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Queste regioni potranno «modificare
l'aliquota o esentare dall'Irap le nuove iniziative produttive, mediante investimenti in nuovi beni strumentali».
Potranno utilizzare questa misura anche i soggetti già in attività che avviano un nuovo stabilimento. Non è
tutto. La manovra, poi, prevede anche il condono per gli immobili fantasma ma nella relazione non viene
specificato il valore dell'imposta che dovrà essere pagata per mettersi in regola con il Catasto. Novità anche
per gli automobilisti, visto che gli aumenti di pedaggio sulla rete autostradale Anas potranno scattare già dal
mese di luglio. A regime (gennaio 2012) le maggiori entrate sono quantificabili in 315 milioni annui. Come si
legge nella relazione tecnica, nella fase transitoria l'Anas potrà incassare «maggiori entrate per 83 milioni di
euro nel 2010 e circa 200 milioni nel 2011 ». Con la manovra, inoltre, saranno introdotte le finestre mobili per
le pensioni. Per i lavoratori dipendenti il diritto alla decorrenza del trattamento scatterà 12 mesi dopo la
maturazione dei requisiti, a 18 mesi per gli autonomi. Stretta anche sulle stock option. Dall'aliquota
addizionale del 10% saranno incassate circa 10,4 milioni all'anno a partire dal 2011 mentre nel 2010 il gettito
sarà di circa 9,5 milioni, (riproduzione riservata)
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Nuovi dettagli della Finanziaria da 25 miliardi. Tagliati solo di 72 mila euro complessivi gli stipendi dei
rappresentanti del governo
02/06/2010
MF - Sicilia
Pag. 1
(tiratura:173386)
Precari, si cerca la soluzione
Secondo i dati emersi in commissione bilancio solo oltre 34 mila i lavoratori in attesa del rinnovo del contratto.
L'allarme dell'Anci sul costo per gli enti locali alla luce dei tagli della manovra nazionale. Il 50% dei comuni
sfora il patto di stabilità
Antonio Giordano
Una truppa di 34.756 precari, di cui 22.700 utilizzati dagli enti locali, ai quali si aggiungono i 6.573
appartenenti al bacino degli Lsu e i 5.483, impegnati nell'amministrazione regionale. Sono questi i numeri di
quella che il presidente della commissione bilancio dell'Ars, Riccardo Savona, ha definito «un'emergenza
sociale che richiede l'impegno del governo regionale e di quello nazionale», a margine di una seduta
convocata ieri. Un invito al quale il governo cercherà di rispondere domani nel corso di un incontro sul tema in
programma all'Albergo delle povere di Palermo al quale parteciperanno l'assessore regionale al lavoro Lino
Leanza e il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e nel quale si cercheranno di studiare tutte le
possibili soluzioni per consentire il rinnovo dei contratti. La Regione potrebbe accollarsi una parte delle spese
per garantire gli stipendi. Ieri, intanto, il governo non siè presentato in seconda commissione (l'assessore
all'economia Michele Cimino e Leanza erano impegnati a Roma) dove Savona aveva convocato anche i
rappresentanti dei sindacati e degli enti locali. Il quadro della situazione è chiaro: senza la deroga al patto di
stabilità sarà impossibile rinnovare i contratti per quanti prestano servizio nella pubblica amministrazione.
Bloccando di fatto l'attività degli uffici pubblici. A questo rischio si aggiungono anche i tagli agli enti locali
previsti dalla finanziaria nazionale (circa 350 milioni) ed ecco che molti comuni rischiano di ridurre i servizi e
di aumentare le tasse. L'allarme è già stato lanciato nei giorni scorsi da Roberto Visentin, presidente dell'Anci
Sicilia e sindaco di Siracusa, sperando che nell'incontro di domani il quadro sia un po'più chiaro. «In quella
circostanza dove sono stati invitati,i presidenti delle Provincee sindaci di tutta la Sicilia,i senatorie i deputati
nazionali e regionali», ha detto ieri Visentin, «utilizzerò tutti gli strumenti necessari, come sindaco e come
presidente Anci Sicilia, per superare i vincoli imposti dalla finanziaria, per rinnovare i contratti in deroga alla
spesa del personale per le stabilizzazioni e per riqualificare i precari puntando alla loro
professionalizzazione». Una vicenda che lo vede coinvolto in prima persona, dal momento che anche il
comune aretuseo dovrà affrontare il nodo dei precari ma, avverte Visentin, «chi prospetta, o addirittura
promette, soluzioni facili e miracolose fa solo demagogia». Ma l'Anci ha anche chiesto agli amministratori
regionali di fornire «delle risposte concrete», al di là delle analisi della situazione, già abbastanza chiara. «La
situazione nella nostra Isola è veramente preoccupante», ha ribadito Giuseppe Siviglia, vicepresidente vicario
dell'Anci Sicilia a margine dell'audizione di ieri, «il 50% dei comuni sfora il patto di stabilità e sono tantissime
le famiglie che si reggono, da anni, su lavori precari. Ma la cosa che ci risulta ancora più inquietante è che, ad
oggi, non esistono dati certi sul personale precario. Un quadro fosco che delinea una situazione ormai
insostenibile». «Bisogna adesso capire quali siano i margini possibili di trattativa con lo Stato e questa
indicazione può venire solo dal governo regionale. Noi, dal canto nostro, ci impegniamo a coinvolgere gli
organismi nazionali della nostra associazione che, già da tempo, si battono per sostenere le ragioni degli enti
locali», ha aggiunto Calogero Pumilia, componente del consiglio regionale dell'associazione dei comuni
siciliani. Savona ha promesso di convocare la commissione con lo stesso ordine del giorno al più presto.
Intanto venerdì si terrà la manifestazione organizzataa Palermo dai sindacati regionali che protesteranno
sotto la sede della presidenza della Regione. (riproduzione riservata) Lino Leanza
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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DOMANI TAVOLO DI LAVORO CON LOMBARDO, LEANZA, ANCI E SINDACATI
02/06/2010
Il Sole 24 Ore - Sud
Pag. 1
Fare rete sul territorio per reagire alle crisi
DANIELE MARINI I segnali di un'inversione di tendenza della crisi provengono dai mercati internazionali, ma
non sembrano lambire ancora il nostro Paese. Se l'Italia ha retto meglio di altri l'urto della recessione, nello
stesso tempo il percorso di uscita appare troppo lento. I fattori che impediscono l'accelerazione sono noti e
hanno purtroppo radici antiche: dal debito pubblico accumulato, all'elevato livello di tassazione; dalla
vischiosità della burocrazia, alle mancate liberalizzazioni nei servizi. E l'elenco dei motivi che non ci
annoverano fra le nazioni più moderne, a dispetto della nostra potenza industriale, sarebbe lungo.
L'uscita dalla crisi richiede, complice il pesante fardello del debito pubblico, la capacità di introdurre elementi
di innovazione assieme a processi di razionalizzazione delle risorse, riducendo gli sprechi e aumentando la
produttività dell'intero sistema paese.
Ciò esige una velocità di decisione e una capacità di riformare alcuni assetti dello stato che non trovano
spazio adeguato nell'agenda politica delle istituzioni.
Continua u pagina 9 Soprattutto, non s'intravede - almeno nel breve termine - una volontà pragmatica e
sistematica di avviare simili processi. L'immagine dell'Italia è di una realtà bloccata, assillata sempre dagli
stessi problemi, capace di realizzare grandi cose quando è di fronte a un'emergenza, quanto inadeguata
quando si tratta di fare sistema nei progetti di lungo periodo.
La dizione "fare sistema" è divenuto un richiamo costante a mettere a fattore comune le risorse (sempre più
scarse) disponibili, al fine di migliorare le performance di una comunità, di una pubblica amministrazione
piuttosto che di un sistema produttivo.
Ma, come tutte le invocazioni frequentemente ripetute, senza che si concretino in modo visibile, perdono di
valenza e, nel discorso pubblico, si riducono a una mera evocazione, più spesso disattesa.
L'esperienza quotidiana, poi, testimonia quanto sia complicato e defatigante realizzare una sinergia fra
soggetti diversi, ciascuno portatore di interessi specifici. Ciò non di meno, l'attuale fase rende, se possibile,
ancora più impellente la necessità di ricercare un più elevato livello di coordinamento.
Se a livello centrale ciò diventa una fatica di Sisifo, è più facile riscontrare una simile propensione fra quanti
operano sul territorio. Gli esempi di buone pratiche del fare sistema - pur con tutte le difficoltà del caso - non
mancano: dal noto tribunale di Bolzano che, a normativa vigente, ha saputo dare efficienza alla propria
struttura, ai comuni della provincia padovana nel Camposampierese che si consorziano per una governance
migliore e più efficace dei servizi; dall'innovativo "contratto di rete" fra le imprese dell'automotive, primo in
Italia promosso da Unindustria Bologna, alle forme di coordinamento interassociativo fra le categorie
economiche del bergamasco (che hanno anticipato di alcuni anni l'avvio del cosiddetto Patto di Capranica fra
le associazioni degli artigiani e del commercio), fino all'intenzione degli atenei del Veneto di dare vita a un
unico circuito universitario. L'Italia vista dal basso, dai territori, dai sistemi locali, delinea un'immagine diversa
di sé: più pragmatica, alla ricerca di soluzioni innovative.
Una propensione che, complice la crisi, è oggi accentuata.
È la capacità degli attori sociali, economici e anche pubblici di individuare obiettivi e ricercare progettualità
condivise, talvolta anche ridimensionando le aspettative e le peculiarità dei singoli a favore della comunità e
della collettività.
È il passare dalla competition fra attori, alla coopetition. Il percorso da compiere è ancora lungo e richiede
un'opera di cambiamento culturale diffusa.
Ma l'obiettivo vero è riuscire a imporre una simile prospettiva di azione nei luoghi decisionali a livello
centrale.
Daniele Marini
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 03/06/2010
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LA STORIA
02/06/2010
Il Sole 24 Ore - Sud
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Direttore scientifico della Fondazione Nordest
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03/06/2010
Il Fatto Quotidiano - Ed. nazionale
Pag. 13
(tiratura:100000)
22MILA PRECARI MARCIANO IN SICILIA
La prima protesta siciliana ai tagli della Finanziaria ci sarà oggi. 22mila precari marceranno, stamattina, in
Sicilia per chiedere di avere un futuro nel mondo del lavoro. L'incontro è organizzato a Palermo alle 10 di
stamattina e sono sono stati invitati i parlamentari nazionali e regionali, i presidenti delle Province e sindaci di
tutta la Sicilia. Si presenteranno gli oltre 22.500 precari in servizio alla Regione e negli enti locali, con il
contratto in scadenza e il cui futuro è legato al via libera di Tremonti alla deroga al patto di stabilità.
All'appuntamento, cui sarà presente anche il presidente della Sicilia, Raffaele Lombardo, non andranno solo i
22mila. Si presenteranno sul piede di guerra anche i precari del sindacato autonomo Movimento giovani
lavoratori, già scesi in piazza lo scorso 26 maggio con quasi 10 mila persone. Anche questa volta
manifesteranno per difendere le posizioni di coloro che da due decenni ricoprono incarichi nella Pubblica
amministrazione, in attesa di una stabilizzazione che oggi, con la recessione, appare ancora più lontana.
Domani invece sarà il turno dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, che mobiliteranno i precari con un corteo che
attraverserà il centro storico di Palermo per raggiungere la presidenza della Regione.
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ONTRO I TAGLI
03/06/2010
Il Fatto Quotidiano - Ed. nazionale
Pag. 14
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Il futuro nero dei bianchi afrikaner
La minoranza di origine europea: apartheid al contrario, adesso i discriminati siamo noi
Emanuele Piano
Viviamo in delle gabbie dorate, ma pur sempre in delle ga bbie". Il signor Grobbelaar sta lucidando la sua
Alfetta d'epoca, mito generazionale per una classe di bianchi sudafricani cresciuti all'ombra dell' apar theid ,
ricostruita pezzo per pezzo grazie a internet. La sua villetta nei sobborghi bene di Pretoria è circondata da filo
spinato e guardie di sicurezza. Fra i viali alberati il tempo sembra essersi fermato: i neri in cucina, fra i giardini
o a lavare le auto. Per i bianchi afr ikaner lo status quo era tutto: posti di lavoro garantiti nelle imprese, nelle
sterminate fattorie o nella pubblica amministrazione mentre milioni di neri erano segregati nelle t ow n s h i p
ai margini delle grandi città o nelle campagne. Con la fine del regime razzista nel 1991 e la vittoria di Nelson
Mandela alle elezioni del 1994 il mondo si è improvvisamente rovesciato. Per la prima volta i 5 milioni di eredi
dei boeri si sono accorti di essere una minoranza bianca in un Paese africano di 45 milioni di neri. E la cosa
non gli è piaciuta affatto, anzi ne hanno una paura tremenda. La storia dei boeri in terra d'Africa comincia nel
lontano 1652 quando Jan van Riebeeck fonda una colonia a Table Bay per conto della Compagnia delle Indie
Orientali olandese. Seguono contenziosi con la corona britannica, le guerre con gli zulu e quelle anglo-boere
dell'ottocento per il controllo delle miniere di diamanti e di oro. L'indipendenza di fatto arriva nel 1910 e tre
anni più tardi si gettano i semi del futuro regime di apar theid . Una legge del 1913, infatti, vieta ai neri di
comprare le terre al di fuori delle riserve. Il National Party degli afr ikaner prende il potere nel 1948 e da vita
alla politica di separazione: la popolazione è classificata su base razziale ed i neri sono segregati nei
bantustan. L' African National Congress (Anc) di Mandela è bandito e si da alla macchia e alla lotta di
indipendenza. Sono anni di rivolte nelle town ship , di attentati e di assassini mirati dei dirigenti dell'Anc da
parte dei servizi speciali sudafricani. Nelson Mandela e molti altri dirigenti del partito finiscono nelle patrie
galere a Robben Island. Si dovrà attendere il 1990 e 27 anni di carcere per vedere il futuro presidente
sudafricano libero e vincitore delle prime elezioni multirazziali 4 anni più tardi. Il Sudafrica fa sfoggio del mito
della Rainbow Nation , la nazione arcobaleno, ma molti suoi abitanti vedono ancora il mondo in bianco e
nero. "Oggi nostro figlio è discriminato, non riesce a trovare un'occupazione e sarà costretto a migrare all'es t
e ro ", dice AnneMarie che gestisce un bed and breakfast a Pretoria. Gli fa eco Simon, un passato nei reparti
speciali e già migrato in Australia: "Pe r noi bianchi qui non c'è futuro ". La spiegazione è semplice. L' apar
theid aveva dato l'87% delle terre ai bianchi e tutti i posti di comando. L'Anc ha cercato in questi sedici anni di
raddrizzare gli squilibri: sono state fatte leggi per il Blac k Economic Empowerment (Bee) e per la
ridistribuzione terriera. Ma i risultati non sono stati pari alle attese. Il Bee, che impone una quota di neri nelle
società e nei ruoli dirigenziali, ha creato una classe media di neri senza competenze reali, ma diventati ricchi
grazie alle raccomandazioni nell'Anc. Le leggi sulla terra, secondo le quali dopo dieci anni di lavoro nelle
fattorie si aveva diritto a una porzione di terreno, ha visto licenziare migliaia di contadini neri. Se la pubblica
amministrazione è sempre più nera sono adesso i bianchi a sentirsi discriminati. E molti giocano la carta
dell'orgoglio boero. Questo era il caso di Eugene Terreblanche, leader del movimento razzista Afrikaner
Weerstandsbeweging (Awb), ucciso nella sua fattoria alla vigilia di Pasqua da due braccianti neri per
questioni di salari non retribuiti e animali spariti. Il ragazzino di 15 anni che lo ha assalito nel sonno lavorava
per lui per un salario di 50 euro al mese, dormiva nella stalla e mangiava latte e cereali. Terreblanche era il
simbolo dei boeri che non vogliono accettare il cambiamento dei tempi. La sua formazione politica e
paramilitare marciava al passo dell'oca con simboli evidentemente nazisti. Il credo era ed è ancora quello
della supremazia bianca e della nazione boera. È così che l'Awb è finita nel mirino della magistratura
sudafricana per possesso di armi e per la preparazione di attentati. Lo spauracchio che agitavano era quello
comune a molti bianchi prima della fine dell'apartheid: ci sarà il razzismo al contrario, saremo fisicamente
minacciati, le nostre proprietà sotto attacco e le nostre donne molestate. Fantasmi dissoltisi alla luce del sole,
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LA STORIA Tra ghetti dorati e paura
03/06/2010
Il Fatto Quotidiano - Ed. nazionale
Pag. 14
(tiratura:100000)
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ma che hanno consentito a persone come Terreblanche di mantenere vivo, seppur con un seguito molto
esiguo di 2-3 mila militanti e 30mila sostenitori, il mito dei bianchi asserragliati a Fort Apache. La sua morte,
per quanto tragica, non è forse l'inizio di una escalation razziale, ma un serio monito sulla tenuta di un Paese
ancora profondamente diviso.
02/06/2010
Il Sole 24 Ore - Lombardia
Pag. 5
MILANO
Piermaurizio Di Rienzo
La scure della manovra economica si abbatte sulla Regione Lombardia, sforbiciando, anche pesantemente,
tutti i capitoli di spesa. La linea del rigore voluta dal governo va a ridimensionare spese per studi e
consulenze, relazioni pubbliche e pubblicità, sponsorizzazioni, missioni e utilizzo delle auto blu. E in attesa di
addolcire la pillola nei tavoli di confronto tra i vertici del Pirellone e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti,
si fanno i primi conti.
Per i consulenti la Finanziaria prevede un taglio dell'80% rispetto alla spesa sostenuta dal 2009: tradotto per
la Lombardia significa una dotazione massima di 126.719 euro rispetto ai 633.598 spesi lo scorso anno. Per
le sponsorizzazioni l'indicazione è ancora più netta, vale a dire l'azzeramento a fronte di 916.000 euro spesi
nel 2009. Per le missioni, infine, è previsto il dimezzamento rispetto al budget dell'anno scorso di 200.000
euro.
Studi e consulenze
La manovra parla chiaro: «a decorrere dall'anno 2011 la spesa annua per studi ed incarichi di consulenza,
inclusa quella relativa a studi ed incarichi conferiti a pubblici dipendenti, non può essere superiore al 20% di
quella sostenuta nel 2009». L'operazione trasparenza imposta dal ministro della Pubblica amministrazione,
Renato Brunetta, permette di verificare anche sul sito internet della Regione Lombardia gli importi stanziati
per questo capitolo.
Gli incarichi conferiti dal Pirellone nel 2009 ai consulenti e ai collaboratori esterni hanno prodotto un esborso
di 633.598 euro a fronte di una previsione iniziale di 692.500 euro. Tra i nomi spiccano i cosiddetti "delegati
del presidente della giunta" quali Adriano De Maio, in qualità di "esperto in materia di alta formazione, ricerca
ed innovazione" (199.000 euro di compenso), Roberto Ronza, per la gestione relazioni internazionali
(199.000 euro), e Claudio Morpurgo, per le relazioni con gli Stati dell'Unione Europea (35.000 euro). Seguono
sette componenti del Comitato tecnico scientifico legislativo e altri cinque del Comitato tecnico consultivo.
Sponsorizzazioni
Anche su questo tema il provvedimento varato dal governo non lascia margini di interpretazione: «a
decorrere dall'anno 2011 le amministrazioni pubbliche non possono effettuare spese per sponsorizzazioni». I
numeri forniti dagli uffici regionali parlano di una spesa di 916.000 sostenuta lo scorso anno dal Pirellone.
«Si tratta - spiegano dalla Regione - di iniziative di carattere sportivo, culturale e artistico di un alto livello». E
ci sono anche esempi concreti: sostegni economici alla Giornata Nazionale del Farmaco, alla storica corsa
StraMilano, alla notte bianca per l'Abruzzo organizzata nel 2009 per raccogliere fondi a favore delle
popolazioni terremotate, al Festival dell'Ambiente, manifestazione strategica in chiave Expo 2015, e alla
cerimonia per la Beatificazione di don Carlo Gnocchi, avvenuta lo scorso autunno in piazza Duomo. Se
questo articolo della Finanziaria dovesse uscire dal confronto parlamentare così com'è stato scritto dal
ministero dell'Economia, enti come la Regione Lombardia avrebbero le mani completamente legate di fronte
a chi chiederà contributi finanziari per l'organizzazione di eventi, mostre e iniziative benefiche.
Missioni
La riduzione delle spese per queste attività istituzionali sarà nell'ordine del 50%, pur con qualche distinguo.
La manovra, infatti, esclude dalle limitazioni «le missioni internazionali di pace, nonché quelle strettamente
connesse ad accordi internazionali, indispensabili per assicurare la partecipazione a riunioni presso enti e
organismi internazionali o comunitari». «Si salvano da questo tetto i viaggi aerei e gli eventuali pernottamenti
dei componenti della giunta e del loro personale per appuntamenti istituzionali», spiegano in maniera più
esplicita dall'assessorato al Bilancio della Regione Lombardia, mettendo in evidenza che «il budget di spesa
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Meno consulenti in regione Budget ridotto a 127mila euro
02/06/2010
Il Sole 24 Ore - Lombardia
Pag. 5
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del 2009 per le missioni del presidente Roberto Formigoni, degli assessori e dei sottosegretari è stato di
200.000 euro». La Finanziaria ne lascerebbe in dotazioni 100.000 a partire dal 2011.
Tra i viaggi effettuati lo scorso anno dal governatore si segnalano le tappe in Canada, in California con
l'incontro a Los Angeles con Arnold Schwarzenegger, e in Serbia, per un colloquio con il presidente Boris
Tadic.
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02/06/2010
Il Sole 24 Ore - Lombardia
Pag. 14
Il sindacato diventa federalista «Patti locali sulla produttività»
Petteni (Cisl): stangata iniqua sui nostri dipendenti pubblici Crescono gli accordi territoriali per fare fronte alla
crisi
PAGINA A CURA DI
Giovanni Capuano
«Per dieci anni ci hanno ubriacato parlandoci dei vantaggi del federalismo. Adesso siamo noi a chiedere che
anche tagli e sacrifici per superare la crisi vengano distribuiti sul territorio secondo una logica federalista». Il
segretario della Cisl Lombardia, Gigi Petteni, rilancia nella settimana in cui il governo ha varato la manovra
finanziaria che porterà al blocco delle retribuzioni dei dipendenti pubblici fino al 2013.
Nessun taglio orizzontale e indiscriminato, dunque, ma un'attenta valutazione del percorso di
razionalizzazione già effettuato dalle singole amministrazioni e, soprattutto, il riconoscimento che la
Lombardia ha già contenuto negli anni passati gli sprechi.
«Noi non ci stiamo», dice Petteni ed è un ragionamento che si fonda sul tasso di produttività degli enti locali
e del settore pubblico in Lombardia («decisamente più alto rispetto ad altre aree del Paese», secondo
Petteni) e che tenta di riprodurre su larga scala il modello di contrattazione territoriale che negli ultimi mesi in
Lombardia ha consentito di chiudere centinaia di accordi sia nel pubblico che nel privato seppure in presenza
della crisi. I numeri sono contenuti in un rapporto che raccoglie e cataloga gli accordi stipulati nel biennio
2008-2009. Accanto alle intese per la cassa integrazione in deroga e ai contratti di solidarietà che si sono
diffusi anche perché incentivati per limitare la perdita di posti di lavoro, si sono moltiplicati accordi e verbali di
"contrattazione sociale": dai contributi per il pagamento dell'affitto a forme di welfare e assistenza sanitaria
fino agli interventi presso Comuni ed enti locali per progetti di abbattimento delle barriere architettoniche o per
l'attivazione di servizi di vigilanza e sicurezza. Tutto contenuto in accordi che puntano non solo
all'integrazione salariale, che pure mantiene con il 72% la percentuale più alta, ma allargando il tema della
trattativa ad aspetti che incidono direttamente sulla qualità della vita del lavoratore. «È un modello proiettato
sul futuro, uno strumento che sarà utile anche dopo l'uscita dalla crisi», spiega Petteni, secondo il quale
«l'epoca delle grandi contrattazioni generale è finita ed emerge la necessità di stare sul territorio».
Un discorso che per la Cisl andrà applicato anche al settore pubblico interessato dai sacrifici della manovra
perché «in un'area del Paese dove gli organici sono già limitati e la produttività alta non si può limitarsi a
chiedere un sacrificio ma bisognerà costruire percorsi differenti». Restando all'esperienza degli ultimi anni
emerge che, dopo l'integrazione salariale, la voce che maggiormente interessa aziende e lavoratori è la
flessibilità nell'organizzazione dell'orario. «È un interesse reciproco e consente all'impresa di aumentare la
produttività e al singolo di disporre al meglio del proprio tempo», aggiunge Petteni. Poi ci sono gli accordi che
riguardano il welfare: spese per le visite specialistiche, rimborsi per l'acquisto di farmaci, asili nido, contributi
per l'affitto o il pagamento delle utenze. Interessano ormai oltre il 15% delle contrattazioni territoriali
lombarde. Un capitolo importante ce l'hanno anche i cosiddetti "contratti per l'integrazione" in cui sindacato e
impresa decidono, ad esempio, di inserire come benefits corsi di italiano per stranieri o l'allestimento di luoghi
per la preghiera.
Il nuovo strumento è stato utilizzato trasversalmente in tutti i settori con forte prevalenza nell'industria (30%
metalmeccanici, 23% tessili e chimici), nell'agricoltura e nella pubblica amministrazione e con percentuali
inferiori nel terziario privato e l'eccezione dell'artigianato «penalizzato dalla ridotta dimensione dell'impresa
ma dove molto potranno fare gli enti bilaterali». E ancora più interessante è l'analisi della distribuzione
territoriale che si ricava dal numero delle imprese con sgravi fiscali derivati da contrattazione aziendale. Nel
2008 (dati Inps) erano oltre 12mila in Lombardia, oltre la metà (6.748) concentrate lungo l'asse MilanoBergamo-Brescia dove anche il manifatturiero sta cercando di proiettarsi nel futuro a partire dalle relazioni
sindacali.
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MERCATO DEL LAVORO LE STRATEGIE DELLE CATEGORIE
02/06/2010
Il Sole 24 Ore - Lombardia
Pag. 14
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I settori e i temi preferiti
Su cosa contrattano i lombardi. Risposte multiple su un campione di 500 accordi
Il peso in % della contrattazione aziendale o territoriale per settori in Lombardia
grafico="/immagini/milano/graphic/203//lo14ok2.eps" XY="2983 942" Croprect="0 0 2983 942"
- Fonte: Cisl Lombardia
LE SCELTE
In fabbrica. Analizzando l'esperienza degli ultimi anni, emerge che, dopo l'integrazione salariale, la voce che
maggiormente interessa aziende e lavoratori nella contrattazione territoriale è la flessibilità
nell'organizzazione dell'orario. Poi ci sono gli accordi che riguardano il welfare: spese per le visite
specialistiche, rimborsi per l'acquisto di farmaci, asili nido, contributi per l'affitto o il pagamento delle utenze
intressano ormai il 15% delle utenze
Tempi duri. Accanto alle intese per la cassa integrazione in deroga e ai contratti di solidarietà, si sono
moltiplicati in questi mesi, a causa delle difficoltà della crisi, anche accordi e verbali di «contrattazione
sociale», come contributi per il pagamento dell'affitto, forme di welfare e assistenza sanitaria, interventi in
Comuni ed enti locali per progetti di abbattimento delle barriere architettoniche
02/06/2010
Il Sole 24 Ore - Lombardia
Pag. 22
In un portale ipertecnologico tutto il repertorio della Scala
Sono oltre diecimila le locandine catalogate nell'archivio digitale online del Teatro alla Scala, consultabile dal
14 maggio nel portale del Teatro scaligero (www.archiviolascala.org.). Compongono l'ossatura del patrimonio
della Scala a partire dagli anni Cinquanta. Dalla più antica - che annuncia la rappresentazione dell'Aida
diretta da Antonino Votto il 12 febbraio del 1950 - a quella dello scorso 20 novembre, con la Messa da
Requiem di Daniel Barenboim. In mezzo, oltre mezzo secolo di rappresentazioni tra opere, concerti, balletti,
recital e prosa, ripercorse passo passo attraverso fotografie, libretti, opere in breve, trame e discografie. Un
viaggio che testimonia alcuni momenti cruciali della storia scaligera: l'Aida della stagione '49/'50, quando per
la prima volta la Callas salì sul palco del Piermarini a sostituire Renata Tebaldi indisposta, e il suo trionfo, nel
1951, ne I Vespri Siciliani, interpretazione che le valse l'ascesa nell'Olimpo della lirica mondiale.
Avviato nel 1996 grazie alla Fondazione Milano per la Scala, il progetto di digitalizzazione DAM (digital asset
management) è un sistema di gestione digitale nato inizialmente per dotare la Direzione artistica e la
Direzione degli allestimenti scenici di uno strumento operativo in grado di fornire dai utili all'organizzazione
della produzione teatrale. Finora il database digitale completo ha raccolto 45mila costumi, 24mila bozzetti
scenografici e figurini, 80mila attrezzi di scena, 10mila ore di musica registrata, 17mila locandine e più di un
milione di fotografie. Il DAM è al momento però ancora un work-in-progress, e molto altro deve ancora essere
catalogato. La sezione "Bonus" del sito presenta un modello di ricerca estesa su un titolo, la Carmen, dove
oltre agli elementi attivi sul sito online sono presenti anche bozzetti di scena o foto di costumi e attrezzi
provenienti dall'archivio. «La sezione Bonus verrà aggiornata costantemente con una selezione di titoli della
stagione in corso - spiega Carlo Maria Cella, responsabile dell'ufficio stampa del Teatro La Scala e curatore
del portale e dell'archivio - quella online per il momento è una versione leggera dell'archivio DAM completo.
La Scala finora non ha investito molto in tecnologia, questo è soltanto un primo passo, fortemente voluto dal
sovrintendente Lissner, e da questo programma partirà anche un restyling di tutto il portale e dei siti
collegati». Allo studio c'è anche l'offerta di nuovi servizi, la possibilità, ad esempio, di acquistare e scaricare
fotografie e locandine o la messa in rete di qualche estratto audio.
Monica Lang
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Archivio. Un'immagine di repertorio di Maria Callas alla Scala
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Teatro
02/06/2010
Il Sole 24 Ore - Roma
Pag. 7
Trasparenza oltre la privacy
di Marcello Clarich
La pubblica amministrazione come "casa di vetro". A distanza di un secolo, la nota immagine di Filippo Turati
è ancora attuale, perché l'obiettivo della trasparenza è ben lungi da essere realizzato a livello statale,
regionale e comunale.
Basti pensare al caso del Comune di Roma che a fine novembre ha approvato una delibera che istituisce
una anagrafe pubblica degli amministratori, accessibile dal sito del Comune, contenente i redditi e altri dati
patrimoniali, presenze alle sedute e altre informazioni utili per un controllo da parte dell'elettore sugli eletti e
su altri beneficiari in incarichi comunali. La delibera, condivisibile nei contenuti, non è stata ancora attuata.
Ma c'è molto da fare sul versante della trasparenza anche se si sale al livello di Regione. E in questa
direzione muove la proposta di legge presentata dal gruppo radicale che, seguendo l'esempio del Comune,
getta le basi per un'anagrafe pubblica degli eletti della Regione Lazio e di chi ha ricevuto incarichi in enti e
società regionali. Una maggior trasparenza dovrebbe riguardare anche il settore degli appalti pubblici, dei
concorsi per le assunzioni, degli incarichi professionali e di consulenza.
Tutte queste iniziative si inseriscono, in realtà, in un contesto nazionale nel quale la trasparenza è vista,
ormai da qualche tempo, come uno strumento per promuovere una gestione corretta della cosa pubblica.
Basti pensare alla legge Brunetta (n. 69/2009) che obbliga tutte le amministrazioni a pubblicare sul sito le
retribuzioni annuali, i curricula, i recapiti dei dirigenti pubblici e i tassi di assenza del personale. Anche il
disegno di legge anticorruzione presentato pochi giorni fa dal Governo al Senato prevede la pubblicazione su
internet di una serie di dati relativi ai procedimenti amministrativi più a rischio di commissione di illeciti:
autorizzazioni e concessioni, contratti di lavori, forniture e servizi, erogazione di sovvenzioni e sussidi,
concorsi e prove selettive.
La trasparenza non è dunque una questione di amministrazioni statali, regionali o locali e neppure per così
dire di "destra" o "sinistra". È un valore assoluto che distingue le società aperte dalle società chiuse.
Chi volesse avere un'idea dei modelli ai quali ci si può ispirare potrebbe consultare, per esempio, i siti del
governo americano sulla trasparenza dei contratti, delle erogazioni e sussidi pubblici eccetera
(www.usaspending.gov; www.recovery.gov). La facilità di consultazione e il livello di dettaglio delle
informazioni disponibili è stupefacente. Ci si accorge così che anche la proposta di legge regionale del
gruppo radicale potrebbe essere più incisiva. Per esempio, con riguardo ai contratti pubblici potrebbe
prevedere di rendere pubbliche le informazioni relative sia alle procedure di aggiudicazione, sia alla corretta
esecuzione degli obblighi contrattuali, alle eventuali varianti in corso d'opera, ai risultati dei collaudi.
In realtà, al di là dei buoni propositi, queste iniziative si scontrano in Italia con molte resistenze anche
culturali. C'è chi accampa, spesso fuor d'opera, questione di "privacy". In realtà, soprattutto le figure
pubbliche, e in particolare gli eletti, devono accettare di essere di più sotto osservazione. C'è dunque molto
da migliorare sui versanti normativo, di applicazione e di accettazione delle norme sulla trasparenza. Il Lazio
e la capitale potrebbero dare il buon esempio.
Ordinario di diritto amministrativo
Università Luiss - Guido Carli
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Pa. La proposta di legge regionale sull'anagrafe pubblica degli eletti potrebbe essere più incisiva
UNIVERSITA
17 articoli
02/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 2
(tiratura:405061)
Senza lavoro ai massimi dal 2001
Disoccupazione all'8,9% - Marcegaglia: «Picco raggiunto, miglioramento a breve» LE VALUTAZIONI Il
ministro Sacconi: «La buona formazione è l'unica politica per l'occupabilità» Sindacati preoccupati: dati gravi,
governo assente BARRIERE ALL'ENTRATA È il segmento dei giovani fino a 24 anni l'area di maggiore
difficoltà, con un tasso che arriva a sfiorare il 30%
Jacopo Giliberto
La disoccupazione cresce. È arrivata all'8,9%, il dato peggiore dal 2001. Ma cresce soprattutto tra i giovani,
quelli che - finite le scuole o l'università - cercano come disperati un posto di lavoro adatto alle loro speranze
e trovano tutt'al più quei lavoretti provvisori che costringono a rimanere in casa con i genitori.
Secondo l'Istat, in aprile il 29,5% delle persone tra i 15 e i 24 anni era senza lavoro; il tasso di
disoccupazione dei giovani sale dell'1,4% rispetto a marzo e del 4,5% rispetto all'aprile 2009. È il livello più
elevato da quando l'Istat ha cominciato a rilevare questo dato con serie storiche, cioè dal gennaio 2004.
Tra i commenti, spiccano quelli di Emma Marcegaglia, presidente della Confindustria, secondo la quale il
dato è un picco massimo che segna il giro di boa della ripresa, e del ministro del lavoro Maurizio Sacconi, il
quale punta sulla ricetta della formazione.
Quelle dell'Istat sono stime provvisorie, perché basate su una parte, pur se consistente (oltre 20mila famiglie,
pari a circa 49mila individui, per il mese di aprile), del campione coinvolto nella rilevazione. Sulla base delle
informazioni finora disponibili, informa l'Istat, «il numero di occupati ad aprile 2010 è pari a 22 milioni 831mila
unità (dati destagionalizzati), in aumento dello 0,2% (+56mila unità) rispetto a marzo e inferiore dell'1,3% (307mila unità) rispetto ad aprile 2009. Il tasso di occupazione è pari al 56,9%, in aumento, rispetto a marzo,
di 0,1 punti percentuali, ma ancora inferiore di 0,9 punti percentuali rispetto ad aprile dell'anno precedente».
Per Marcegaglia si tratta di un picco. Preoccupante, ovvio, ma destinato a ridimensionarsi. «È il dato
peggiore dal 2001. Dall'altra parte - ha detto ieri Marcegaglia a Shanghai a margine della missione
economica italiana in Cina - vediamo dati di miglioramento in termini di produzione industriale, come attesta
la stima del CsC su maggio che parla di un più 2,4%».
In altre parole, «sta succedendo un po' quello che avevamo previsto: la disoccupazione arriva con un certo
ritardo rispetto al momento peggiore della crisi, che abbiamo avuto negli scorsi mesi. Però
quest'accelerazione nella produzione industriale che stiamo vivendo - aggiunge Marcegaglia - dovrebbe far
pensare che il picco della disoccupazione lo abbiamo raggiunto e che adesso anche in termini di
disoccupazione dovremmo migliorare nei prossimi mesi».
Aggiunge il ministro Sacconi che «la rilevazione Istat del mese contiene due dati solo apparentemente
contraddittori. Crescono, infatti, di un decimale tanto il tasso di occupazione quanto quello di disoccupazione:
la ripresa alimenta il primo ma, in certa misura, anche il secondo».
Nell'interpretazione del ministro, in ogni fase di ripartenza dell'economia, «una porzione di "scoraggiati" sono
incoraggiati a offrirsi sul mercato del lavoro. Non a caso scende il tasso di inattività, che indica coloro che né
lavorano né cercano lavoro», afferma.
La ricetta di Sacconi è la formazione: «L'appuntamento del 16 giugno con le regioni e le parti sociali sarà
utile ad adeguare le politiche attive con particolare riguardo alla nuova formazione quale è stata impostata dal
recente accordo. Soprattutto per i giovani, ma anche per gli adulti da ricollocare, la buona formazione rivolta
ai mestieri richiesti rappresenta l'unica politica per l'occupabilità».
Parere opposto invece dal sindacato. «Dati gravissimi, in costante aumento tutti i mesi, e ai quali mancano
risposte credibili da un governo assente», protesta Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil. I dati
Istat «certificano il fatto che siamo al livello più alto della disoccupazione da 9 anni mentre per i giovani si
sfiora drammaticamente il 30%». E Cesare Damiano, capogruppo del Pd alla commissione lavoro della
camera, aggiunge che «quello che spaventa è il dato relativo ai giovani».
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Congiuntura TRA RECESSIONE E RIPRESA
02/06/2010
Il Sole 24 Ore
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Tuttavia ci sono segnali positivi. Li rileva il consorzio interuniversitario Almalaurea delle università di Modena
e Reggio Emilia i cui laureati - avverte un censimento dell'ateneo - sopportano la crisi meglio dei colleghi delle
altre città italiane e nel 2009 i dottori sfornati dall'università emiliana continuano ad avere risultati migliori sul
piano dell'inserimento nel lavoro e delle gratificazioni economiche.
Lavora stabilmente il 64,5% e il guadagno medio mensile è di 1.104 euro. La disoccupazione intellettuale è
tuttavia salita dal 5,4% nel 2008 all'11,9% nel 2009. I laureati che trovano più facilmente lavoro sono gli
ingegneri, i medici, i farmacisti, ma vanno bene anche i laureati di scienza della formazione e, rispetto a quelli
di altri atenei italiani, anche quelli con laurea umanistica.
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Impiego difficile
LA DISOCCUPAZIONE
IL MERCATO DEL LAVORO
per la tabella fare riferimento al pdf
grafico="/immagini/milano/graphic/203//mimmo.eps" XY="2112 1121" Croprect="0 0 2112 1121"
I NUMERI CHIAVE
10%
Disoccupazione femminile
Ci sono 1 milione e 29mila donne disoccupate (+12% rispetto a un anno fa) con un tasso di disoccupazione
femminile (10%) in leggera crescita sul 2009
2,22 milioni
In cerca di occupazione
Il numero delle persone in cerca di occupazione risulta pari a 2,22 milioni, in crescita dell'1 per cento
(+21mila unità) rispetto al mese precedente e del 20,1% (+372mila unità) rispetto ad aprile 2009
60%
Modello Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna circa il 60% dei neolaureati trova un lavoro: il 64,5% di quelli usciti dall'università di
Modena e Reggio, il 62,9% a Ferrara, il 59,5% a Parma e il 58,8% a Bologna. Trovano subito un posto
ingegneri, medici, farmacisti; segue scienza della formazione
49mila
Persone contattate
L'Istat per condurre il sondaggio ha contattato un campione di 20mila famiglie, pari a 49mila italiani
03/06/2010
La Repubblica - Napoli
Pag. 1
(tiratura:710716)
L' università in piazza
DARIO DEL PORTO
I RICERCATORI universitari della Campania si mobilitano contro la riforma Gelmini e lanciano un appello ai
cittadini: «Unitevia noi per cambiare questa legge e difendere la ricerca».
«AIUTATECI a far sì - continuano i ricercatori - che il governo e il Parlamento ci ascoltino: assieme alla
riduzione degli sprechi bisogna prevedere sostanziali investimenti per il futuro del Paese». Oggi i lavoratori
dei sei atenei della regione, docenti, precari, lettori e personale tecnico-amministrativo, saranno in piazza San
Domenico Maggiore per protestare contro un pacchetto di norme che, spiega Paolo Donadio, della Federico
II, «di fatto smantella l'università pubblica». L'appuntamento è per le 10 di questa mattina. Hanno aderito,
oltre alla Sun e all'Ateneo Federiciano, anche la Parthenope, e le università del Sannio, di Salerno e
l'Orientale.
A preoccupare i ricercatori sono gli effetti che le norme allo studio del Parlamento rischiano di avere «sulla
sopravvivenza delle strutture di ricerca e alta formazione». Da una parte, infatti, i tagli che hanno determinato
la situazione di «grave sottofinanziamento dell'università pubblica». Dall'altra, alla mancanza di fondi vengono
associati «il blocco del turn over, il piano di rientro previsto dal disegno di legge Gelmini e il mancato
riconoscimento dei meriti dei lavoratori dell'università».
Sottolinea Vincenzo Paolo Senese, della Sun: «Non vogliamo fermare la riforma universitaria, anzi siamo i
primi a sollecitare cambiamenti profondi. Ma è il merito che deve essere messo al primo posto, invece se il
disegno di legge passerà così come è stato concepito, i poteri forti negli atenei saranno sempre più forti.
Inoltre, è previsto un grande ridimensionamento dell'offerta universitaria. E sarà scavato un ulteriore divario
fra il Nord e il Sud». La protesta contro il testo elaborato in commissione al Senato si sta estendendo in tutta
Italia.
I ricercatori campani sono pronti a incrociare le braccia: «La nostra unica forma di protesta - spiegano - è la
rinuncia agli incarichi di insegnamento non obbligatori. Molti di noi, in linea con i colleghi degli altri atenei
italiani, hanno già presentato la rinuncia oppure non hanno confermato la propria disponibilità allo
svolgimento dell'attività didattica per il prossimo anno accademico. Nel caso in cui il disegno di legge non
dovesse mutare nella sostanza, le indisponibilità diventano definitive». I promotori della protesta non
nascondono che questa forma di agitazione avrà inevitabilmente forti ripercussioni. «Ma riteniamo che, in
questo momento, si tratti di un'azione necessaria per testimoniare da subito l'emergenza che si verrebbe a
creare nel Paese se venisse a mancare l'alta formazione». La manifestazione di questa mattina si propone
come obiettivo di mettere l'opinione pubblica a conoscenza delle ricadute della riforma e del pericolo di una
«drastica riduzione dell'offerta formativa in tutti gli atenei regionali e nazionali già a partire dal mese di
ottobre». Inoltre, in piazza san Domenico Maggiore verrà mostrata alla gente «l'importanza delle università
sul nostro territorio attraverso la divulgazione delle più importanti ricerche e scoperte fatte negli atenei.
Questa è la ragione - sottolineano i ricercatori - che ci spinge a chiedere sostegno all'opinione pubblica: la
riforma dovrebbe costituire un'opportunità per ridurre la spesa pubblica e ottimizzare gli investimenti che
possano premiare il merito, lo sviluppo e l'eccellenza».
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Foto: Studenti in aula
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
108
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La protesta
03/06/2010
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Tra i cacciatori dei tumori che verranno
Andrea Malaguti
Nella palestra al piano interrato del Queen's Medical Center due ragazzi di Pechino, Ma Quong e Lee Gum,
giocano a ping pong aspettando la lezione di medicina, mentre la luce invade la vetrata che si affaccia sul
prato.
Hanno 19 e 21 anni ed è esattamente alla Nottingham University che vogliono studiare. «Perché il futuro è
qui», giurano. Niente grande Cina, niente India, niente California, ma il Campus elegante che corre sui 35
ettari del parco di Highfield. Querce secolari, strutture futuristiche, ristoranti e aule ordinate, costruite a pochi
metri dalle palazzine in mattone rosso che ospitano gli studenti. «Se non trovi stimoli in questo posto è meglio
che lasci perdere». La partita è finita, i due cinesi si infilano i libri sotto braccio. «Lo sa che cosa abbiamo
scoperto a Nottingham?». Abbiamo.
La Scoperta, come la chiama Lee, è cominciata quando lui aveva sei anni e il professor John Robertson,
esperto di tumori al seno decise, in collaborazione con dei colleghi dell'Università del Kansas, che voleva
capire il momento in cui nei fumatori comincia a svilupparsi il cancro. Era il 1996 e la corsa finirà la prossima
settimana. Ci hanno lavorato in 50, 25 americani e 25 inglesi. Robertson, a Chicago, alla riunione annuale
della Società di Oncologia Clinica dirà più o meno così: basterà un test del sangue per scoprire l'insorgenza
del cancro con cinque anni di anticipo, cioè nel momento stesso in cui le cellule si mettono in moto per dare
vita al tumore e il sistema immunitario reagisce moltiplicando gli anticorpi, un segnale che prima gli scienziati
non erano in grado di leggere. Il test che consentirà di prevedere il 90% dei tumori solidi. Rivoluzione vera.
Candidandosi virtualmente a vincere il terzo Nobel dell'Università di Nottingham, John Robertson, già negli
Stati Uniti, affida il compito di spiegare il suo mondo a due suoi collaboratori, il professor Herb Sewell e la
dottoressa Andrea Murray.
Il professor Herb Sewell, immunologo, è un uomo raffinato, colto, smodatamente curioso. Al Queen's Medical
Center è una specie di dio, la sua segretaria lo chiama «il Maestro», mentre il professor Robertson, dice di
lui: «parlare con Herb è come parlare con me, un fratello e un grande scienziato». Lo stima, di più, si fida.
Sewell ha un ufficio largo come la guardiola di un portiere di Roma, con un computer, la moquette blu, molte
carte e una finestra bianca. Per cinque anni è stato il vice rettore dell'università, ma ora vuole tornare a
insegnare. «Studio e ricerca. La chiave è tutta qui». Fa invidia.
Donazioni, finanziatori privati, industrie che chiedono la collaborazione per la ricerca e molto denaro pubblico.
«Niente arriva a caso. Il 90% della nostra ricerca è frutto di collaborazioni internazionali e il 60% di questi
lavori è all'avanguardia nel mondo. Ci sono test fatti apposta per valutare la nostra efficienza. Se non arrivano
i risultati non arrivano i soldi, fortunatamente non è il nostro caso». Trentanovemila studenti sparsi tra
l'Inghilterra, la Cina e la Malesia e il 26% di quelli che risiedono a Nottingham, 32 mila cioè, vengono da 150
paesi. «We are the only truly global university». Siamo la sola vera università globale. Bello slogan. «Non è
mio, è del Times. Lo ho adottato».
Nel parco, di fianco al lago, due ragazze francesi si fanno interrogare da una compagna coreana prima di un
esame. Hanno i capelli raccolti e la stessa certezza dei cinesi: «nessun posto è come questo». La retta
annuale è di circa 3.500 sterline, ma gli studenti che riescono a ottenere borse di studio sono il 30%. Quante
sono le donne, professore? «La maggioranza».
La dottoressa Andrea Murray è una donna sottile, con occhi azzurri che diventano acqua. Forse sulla
quarantina, forse poco meno, ha capelli chiari e il pallore degli studiosi. Negli ultimi quindici anni ha dormito
cinque ore per notte, il resto del tempo lo ha passato al Queen's Medical Center. Suo marito non ha fatto una
piega. «Perché avrebbe dovuto? Sa che lavoro per una causa giusta». Non ha figli, ma ne vuole uno, crede
in Dio ma è certa che in questo caso il risultato sia soltanto frutto della ricerca. «Sono una scienziata, no?».
Guadagna molto dottore? Sgrana gli occhi. Che razza di domanda è? «Se il problema fossero stati i soldi
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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LA STORIA
03/06/2010
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:309253, tiratura:418328)
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
110
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avrei scelto un'industria privata». Il senso della sua esistenza sta nella stanza di fianco, dove tre settimane fa
ha incontrato un paziente che non sapeva di avere un tumore ai polmoni. Lo avrebbe scoperto tra cinque
anni. Gli ha fatto il test e ha capito due cose: che lui si sarebbe salvato e che lei gli aveva dato una mano. E'
uscita dalla stanza e ha urlato: «Grande». Poi si è ricomposta e ha chiesto scusa, come se avesse
commesso un peccato. Ha girato le spalle e ha detto sommessa, come una campana sott'acqua: vado a
baciare mio marito.
Il paziente ha smesso di fumare. In tempo reale.
CONTINUA A PAGINA 21
03/06/2010
La Stampa - Biella
Pag. 54
(diffusione:309253, tiratura:418328)
E dopo il vulcano tutti sulle tracce di Neanderthal
GIUSEPPE ORRÙ
BORGOSESIA
Una Valsesia che aspetta di essere scoperta. Non soltanto dai turisti, anche dalla scienza. Altri quaranta
studiosi di tutto il mondo hanno trascorso tre giorni in valle sulle tracce del supervulcano. E a breve, a finire
sulle cattedre universitarie, saranno nuovamente le grotte del Monte Fenera, con l'arrivo di una ventina di
ricercatori dell'Università di Ferrara.
E' ripartita ieri la comitiva di ricercatori europei di Petrologia metamorfica (la scienza che studia la formazione
delle rocce) e scienziati di fama mondiale che nei giorni scorsi ha partecipato a due escursioni, in Valsesia e
Valsessera, dedicate ai resti del supervulcano preistorico che, dall'estate dello scorso anno, continua a
essere alla ribalta e ad attirare l'interesse di valsesiani e, soprattutto, degli studiosi di tutto il mondo.
Il seminario, organizzato dall'Università di Padova, ha parlato di «Metamorfismo di alta temperatura e fusione
della crosta» e rientra negli eventi dell'Eurispet (seminari intensivi europei di Petrologia) finanziati dalla
Commissione europea. Iniziati nell'ottobre 2007 a Parigi, gli incontri degli studiosi si concluderanno a Zurigo a
novembre. «La caratteristica dei seminari - spiega il sindaco di Borgosesia ed archeologa, Alice Freschi - sta
nel carattere intensivo e residenziale delle scuole (gestite dalle università di Padova, Budapest, Canberra,
Granada, Parigi e Zurigo), che porta al trasferimento di conoscenze, alla condivisione di esperienze e alla
creazione di contatti per la carriera e sviluppi futuri della ricerca». Gli eventi mirano infatti a formare il nucleo
della futura generazione di ricercatori in Petrologia metamorfica, caratterizzata dallo studio di più discipline,
da un alto livello di formazione e da una maggiore attenzione alla domanda di industria e società.
Gli studenti e gli scienziati che hanno soggiornato in Valsesia provenivano da Spagna, Svezia, Canada, Usa,
Svizzera, Germania, Inghilterra, Francia, Repubblica Ceca e Italia. Tra loro anche il professor Silvano Sinigoi,
dell'Università di Trieste, cui si deve la scoperta del supervulcano. Tutte le iniziative in merito si svolgono con
il patrocinio e il sostegno del Comune di Borgosesia, della Società valsesiana di cultura, del Cai di
Borgosesia, della Comunità montana Valsesia, della Confraternita degli ex-allievi del liceo e del Comune di
Varallo. Molti di questi enti sono anche tra i partner dell'Università di Ferrara che da metà giugno tornerà a
Borgosesia per scavare nelle grotte del Fenera, sulle tracce dell'uomo di Neanderthal. Alla campagna scavi
potranno partecipare anche appassionati e curiosi, affiancati dagli archeologi durante il lavoro in grotta.
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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BORGOSESIA. SCIENZIATI DAL MONDO PER IL CRATERE PREISTORICO
03/06/2010
Il Messaggero - Ed. nazionale
Pag. 21
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Manovra, i tagli alla ricerca e il futuro del Paese
GIOVANNI ORSINA
LA VICENDA dei tagli che la manovra varata dal governo aveva introdotto nel campo della ricerca e della
cultura e che il Presidente Napolitano ha fatto rientrare da un lato, lo stato di sofferenza finanziaria nel quale
versa ormai da qualche tempo il sistema universitario italiano dall'altro, ripropongono con una certa forza la
questione del rapporto che il berlusconismo in quanto fenomeno politico e Berlusconi in quanto leader hanno
col mondo delle professioni intellettuali. Sul terreno sociologico e politico la questione è in realtà piuttosto
elementare. Chiunque frequenti il mondo della cultura, della ricerca e dell'università sa benissimo che i
sostenitori del centrodestra vanno cercati col lumicino, mentre gli oppositori sono legione. E logica politica
vuole che, quando si deve colpire, si cerchi di colpire il più lontano possibile dal proprio universo elettorale di
riferimento. Ammettiamo insomma che in un gruppo di cento ricercatori Berlusconi abbia oggi venti voti: se
togliendo loro i soldi perde il 20% dei consensi, allora avrà perso quattro voti. Ammettiamo che in un gruppo
di cento "partite iva" abbia oggi ottanta voti. Se togliendo loro i soldi perde il 20% dei consensi, allora avrà
perso sedici voti. La via è chiara. E, politicamente, pressoché obbligata. Se ci spostiamo invece sul terreno
storico, e ci chiediamo per quale ragione il mondo della cultura, della ricerca e dell'università sia in gran parte
all'opposizione di questo governo, la questione diventa allora meno semplice. Parte della risposta a questa
domanda va cercata a mio avviso nella natura tutt'affatto peculiare del berlusconismo. Non si è forse riflettuto
a sufficienza su come il Cavaliere e il progetto che egli incarna rappresentino nella storia d'Italia un fenomeno
più unico che raro. Le ipotesi politiche che si sono susseguite nella Penisola negli ultimi 150 anni hanno nella
loro maggioranza puntato a trasformare profondamente un Paese ritenuto assai imperfetto, così da adeguarlo
al disegno ideale che le animava. C'è stata in verità, dal 1861 a oggi, anche una minoranza di progetti più
pragmatici e "conservativi". Berlusconi è diverso. Sulla bandiera che fin dal 1994 egli sventola apertamente e
con orgoglio c'è scritto con chiarezza che l'Italia va benissimo così com'è, e anzi deve piacersi di più. A
partire da quest'assioma, e considerato come la cultura e la ricerca, soprattutto umanistiche, abbiano
tradizionalmente fra i propri scopi primari quello di criticare l'esistente e di proporne ipotesi di trasformazione,
l'attività pubblica del Cavaliere ha assunto un carattere strutturalmente anti-intellettualistico. Come in tutti i
divorzi, anche in questo la colpa non può essere data tutta a un solo partner. Se la cultura del berlusconismo
è indubbiamente discutibile, altrettanto lo è la propensione dell' intelligentia nazionale a vedere il bicchiere
italiano sempre e soltanto mezzo (quando non tutto) vuoto. Così come assai poco commendevole è la
supponenza che troppo spesso mostra il mondo della ricerca, della cultura e dell'università quando pretende
di avere risorse come se si trattasse di un diritto di nascita e rifiuta di sottoporsi ad alcuna valutazione, di
rendere conto dei denari ricevuti e di dimostrare pubblicamente di saper bene utilizzarli. Come accade nei
divorzi, a ogni modo, sia di chi sia la colpa, ne soffrono i figli. Che in questo caso siamo noi italiani e il nostro
futuro. Perché l'Italia - com'è noto - non deve investire meno in istruzione, cultura e ricerca, ma investire
meglio. E, una volta che abbia la garanzia di star investendo meglio, investire di più. Il disegno di legge di
riordino del sistema universitario che è stato approvato qualche settimana fa in commissione in Senato, da
questo punto di vista, muove nella giusta direzione, poiché subordina parte almeno del finanziamento agli
Atenei a una valutazione del loro operato. Che non pianifichi investimenti futuri, una volta che i meccanismi di
valutazione siano stati messi a punto, denuncia invece una miopia che potremmo pagare cara nei prossimi
decenni.
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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VISTO DA ME
03/06/2010
Il Resto del Carlino - Bologna
Pag. 9
(tiratura:206221)
«Che fine ha fatto il codice etico dell' Università ?»
FABIO Garagnani, deputato bolognese e coordinatore cittadino del Pdl, afferma che il codice etico
dell'Ateneo felsineo non è applicato in casi come il rinvio a giudizio di tre docenti. E critica il Rettore Ivano
Dionigi che, rispetto alle sanzioni disciplinari previste per chi viola il codice reagisce con «imbarazzate
dichiarazioni». Infine, annuncia un'interrogazione al Governo sulle «situazioni anomale» dell'Ateneo. «Che
fine ha fatto il codice etico dell'Università?», chiede il parlamentare in una dichiarazione affermando che il
codice «risulta disapplicato di fronte ad alcuni fatti emblematici come il rinvio a giudizio di tre docenti delle
facoltà di Medicina e Chirurgia, del dipartimento di Farmacologia e di Economia. Sono convinto che fino alla
conclusione del giudizio ogni imputato deve essere considerato innocente - precisa Garagnani - ma da qui a
prescindere totalmente da una riflessione adeguata su quanto è successo nell'Università di Bologna di spazio
ne corre. Non mi risulta che la Commissione etica sia stata investita di questi problemi». Per il deputato, «di
fronte a questi fatti la cosiddetta autonomia statutaria dell'Università è messa alla prova, e finora si è risolta in
una difesa corporativa della docenza universitaria, evitando così di entrare nel merito di alcuni problemi
scomodi per i poteri locali, fra i quali il rapporto anomalo che si è creato in questi anni tra Università, Comune
e Regione».
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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IL DEPUTATO PDL GARAGNANI ANNUNCIA UN'INTERROGAZIONE: «CASI IGNORATI»
02/06/2010
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 7
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Una «carriera» all'inverso L' università dopo gli stage
A vent'anni lascia lo studio per lavorare. L'azienda fa promesse, ma poi chiude «E ora riapro i libri»
«H o interrotto l'Università perché avevo trovato un lavoro a tempo determinato, ora ho perso il lavoro e
ritorno all'università». Non è un gioco di parole, ma la storia di un ventenne torinese, Carlo Audisio, che si
ritrova, nonostante la sua giovane età, ad avere maturato varie esperienze "professionali" negative, non di
quelle che fanno curriculum per le aziende. Ma in questo momento Carlo, sta lavorando o studiando?
«Diciamo così che sto studiando il modo per trovare lavoro - risponde scherzosamente -. Ci vorrebbe una
laurea solo per riuscire a capire quello che è meglio fare per noi giovani. Se parlo con i miei genitori mi dicono
di trovare velocemente lavoro perché di questi tempi stare a studiare fino a trent'anni e poi mettersi sul
mercato non è una cosa facile. Se parlo con altre persone, mi consigliano di studiare, che poi tanto un lavoro
lo si trova». Come si è trovato Carlo in questa situazione? Dopo la scuola superiore presso un Istituto
professionale in provincia di Torino, durante la quale svolgeva anche dei lavoretti estivi a provvigione, il
giovane neodiplomato ha pensato di scriversi all'Università di Informatica e contemporaneamente di trovarsi
qualche consulenza. E così arriva l'interessante proposta di una stage di sei mesi presso una società di
informatica. «Tramite un amico - spiega Carlo - sono stato preso come stagista in una società di circa 30
dipendenti. Mi pagavano 3,5 euro all'ora. Facevo part-time, anche se poi mi fermavo di più, non avevo i buoni
pasto, e puntavo all'assunzione. Così decisi di lasciare l'Università». Ma a questo punto le speranze iniziano
a trasformarsi in delusioni. Infatti, dopo sei mesi di stage, il ragazzo non viene assunto, ma gli viene espressa
la richiesta di non tornare a studiare così da essere presto richiamato per un altro stage. «Mi richiamarono
con un altro ragazzo per uno stage di altri sei mesi, dicendo che avrebbero tenuto solo uno di noi due». E
come è andata? Prima della fine del periodo, l'azienda è fallita. Danno e beffa: Carlo non è riuscito a
"rientrare" subito all'Università perché ha dovuto aspettare la fine del ciclo dei corsi.
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Carlo/Torino
03/06/2010
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 19
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Sterilità: meglio la chirurgia della provetta
Rimuovere le cause: ora ci si crede La percentuale di gravidanze a termine per le donne operate è tra il 25%
e il 70%, mentre la fecondazione in vitro si attesta sul 14%. Parla Ludovico Muzii, docente di ginecologia e
ostetricia al Campus BioMedico di Roma, che ha presentato i dati relativi alla chinirgia ginecologica durante le
giornate di studi , su «La ricerca della t gravidanza nell'infertilità di coppia»
emanuela vinai
Si è svolto sabato 29 e domenica 30 maggio all'Università Cattolica di Roma il corso di formazione su «La
ricerca della gravidanza nell'infertilità di coppia», con l'obiettivo di promuovere la sinergia tra insegnanti di
metodi naturali e medici specialisti di varie discipline così da ottimizzare la pratica clinica per prevenire e
contrastare la sterilità di coppia e sviluppare un protocollo dinico condiviso. Dare, insomma, attuazione a
quell'articolo 1 della legge 40 che prevede il ricorso alla procreazione medicalmente assistita solo «qualora
non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per rimuovere le cause di sterilità o infertilità». Infatti, così come
già avvenuto per la legge 194, anche la legge 40 è ancora disattesa per quanto concerne l'applicazione della
sua primissima parte. Ruolo chiave nell'itinerario diagnostico e terapeutico riveste la conoscenza e il
monitoraggio della fertilità mediante gli indicatori di fertilità dei metodi naturali. Un esempio concreto lo fa
Elena Giacchi, ginecologa della Cattolica e presidente della Confederazione italiana dei Centri per la
regolazione naturale della fertilità: «Diagnosticare precocemente un problema e correggerlo, ad esempio il
criptorchidismo per i maschi o cause endocrine e dismetaboliche nelle ragazzine affette da ovaio policistico,
può salvaguardare efficacemente la loro possibilità di diventare un giorno genitori». (Em.V.) Non solo Fivet.
Quando viene applicato l'articolo 1 della Legge 40/2004, che fa riferimento all'approfondimento e alla
rimozione delle cause di sterilità, è possibile ottenere una maggiore efficacia rispetto alla fecondazione in
vitro. Ne parliamo con il professor Ludovico Muzii, docente di ginecologia e ostetricia presso l'Università
Campus BioMedico di Roma, che ha presentato i dati relativi alla chinirgia ginecologica durante le giornate di
studji «La ricerca della gravidanza nell'infertilità di coppia». Quali sono i risultati ottenuti e con quali tecniche?
«La chinirgia della sterilità femminile, oggi eseguita quasi esclusivamente per via endoscopica, permétte di
ottenere, a seconda delle diverse indicazioni, percentuali di gravidanze a termine tra il 25% e il 70% delle
pazienti operate. Spesso si crede che i risultati della Fivet siano migliori. Non è così: la • fecondazione in vitro
oggi in Italia porta a gravidanze a termine soltanto nel 14% dei . casi, secondo i dati della relazione del 2009
del Ministro della Salute sullo stato di attuazione della Legge 40. In Europa - dati del 2009 della European
Society of Human Reproduction and Embriology -siamo al 19-20% di gravidanze a termine per cicloFivet
iniziato». Quali sono le patologie curabili chirurgicamente? «La tecniche chirurgiche endoscopiche
permettono di trattarci diverse patologie dellaP3 sfera genitale femminile che e sono causa di sterilità. Grazie
<* tibfi>i» alla laparoscopia, per esempio, è possibile aprire tube chiuse, liberare aderenze tra utero, tube e
ovaie e trattare l'endometriosi. Inoltre, grazie alla tecnica salpingoscopica, il cui pioniere è il professor
Riccardo Marana, . • ' dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, si esplorano direttamente le tube, \
identificando le pazienti a migliore prognosi». * • Rispetto alla fecondazione artificiale, quali sono i vantaggi?
«La chinirgia risolve il < ••':'••• problema, la fecondazione artificiale lo bypassa. Dopo l'intervento chirurgico, la
paziente ottiene la gravidanza naturalmente, senza bisogno di stimolazioni ovariche importanti. Inoltre, a
seguito di una prima gravidanza, è possibile averne altre senza dover ricorrere di nuovo al trattamento.
Senza dimenticare • ' ! • :• poi un aspetto non adeguatamente considerato: la fecondazione artificiale è
associata a percentuali maggiori (e statisticamente significative) di malformazioni fetali e mortalità perinatale
ampiamente dimostrate della letteratura scientifica». Spesso viene raccomandato il ricorso alla Fivet anche a
coppie che otterrebbero risultati positivi con approcci diversi: perché si insiste sul problema e non sulla
soluzione? «Direi meglio: non si insiste sul problema, lo si aggira. Oggi in Italia l'indicazione alle fecondazioni
artificiali eseguite è stata di almeno il 20% per fattore tubarico ed endometriosi. Su queste pazienti la
chinirgia, che dovrebbe essere la prima scelta come dice la Legge 40 all'articolo 1, ha sicuramente migliore
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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l'intervista
03/06/2010
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 19
(diffusione:105812, tiratura:151233)
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
prescrizione». Parliamo di prevenzione della sterilità. «Sicuramente il capitolo della prevenzione è
fondamentale. La maggior parte delle patologie della tuba è dovuta a malattie sessualmente trasmesse.
Comportamenti sessuali a rischio portano nel tempo a sterilità da causa tubarica: le campagne di
informazione su questo punto sono essenziali. Per l'endometriosi, invece, l'unica prevenzione possibile è la
diagnosi precoce e, anche in questo caso, l'informazione è il punto nodale». Spesso non pare sia dato
adeguato risalto alle ricerche svolte e ai risultati ottenuti. Si oscilla tra autoreferenzialità e ghettizzazione?
«Temo sia vero che non vi sia sufficiente risalto alle ricerche in questo campo. Per esempio, i primi studi sulla
salpingoscopia risalgono agli anni '80, ma la tecnica, a distanza di più di vent'anni, è ancora molto poco
diffusa. Forse l'autoreferenzialità c'è, ma il problema principale è la mancanza di informazione. È più di moda
parlare di fecondazione artificiale che di chinirgia della sterilità. Clonazione, madri surrogate, madri a 58 anni:
questi sono i temi oggi su tutti i giornali. Alla fine, sui temi della sterilità, la medicina basata sull'uomo è
ghettizzata».
01/06/2010
Il Gazzettino - Ed. nazionale
Pag. 14
(tiratura:114104)
In quest'epoca in cui il federalismo sembra diventato una parola d'ordine e un'opportunità - dal fisco
all'economia, dalla politica all'amministrazione della cosa pubblica - anche il mondo degli atenei ipotizza
un'autoriforma che punta sull'integrazione territoriale. Per proporre una maggiore qualità dei servizi didattici e
della ricerca universitaria. Ma anche per far fronte alla crisi che si traduce in tagli di budget. E per ottenere
dalle Regioni finanziamenti, su progetti di ricerca.
Per farlo, i rettori delle università del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e del Trentino Alto Adige si incontrano.
Con lo scopo di mettere a punto una complessa piattaforma di lavoro e di proposte, che strizza l'occhio alla
politica (il governatore Luca Zaia), dichiarandosi disposta a unificare corsi e a individuare dottorati di ricerca
comuni, in una logica di super-offerta di cultura universitaria, in grado di competere con i grandi poli di Roma
e Milano. E la chiameranno Fondazione Uninordest.
Il federalismo universitario è un'idea che il professore Giuseppe Zaccaria, rettore dell'ateneo padovano, il più
grande del Nord Est, ha indicato fin dal suo insediamento. Adesso sembra arrivato il momento di mettere
assieme le intelligenze per trasformarlo in un progetto. Lo ha annunciato Zaccaria ieri in una conferenza
stampa che si è tenuta al palazzo del Bo, in cui ha anche dovuto anticipare i rincari delle tasse per gli
studenti.
L'appuntamento è per questa mattina, con l'incontro dei responsabili degli atenei. Per il Veneto ci saranno,
oltre a Zaccaria, Carlo Carraro della veneziana "Ca Foscari", Amerigo Restucci dell'Istituto Universitario di
Architettura Venezia (Iuav) e Alessandro Mazzucco per l'Università di Verona. Le quattro università contano
quasi centomila iscritti e quasi quattromila docenti di ruolo. Per il Friuli Venezia-Giulia (31 mila studenti, 1.600
docenti) ci saranno Cristiana Compagno rettore di Udine e Francesco Peroni dell'università di Trieste. Per il
Trentino Alto-Adige (quasi 19 mila iscritti, 655 docenti) ci saranno Walter A. Lorenz della libera Università di
Bolzano e Davide Bassi dell'unievrsità di Trento.
«Metteremo le basi per un'Università federata - ha annunciato Zaccaria - questo è il nostro obiettivo». Non
un super-ateneo perchè ogni struttura mantiene funzioni e gestioni autonome, ma comunque il superamento
delle logiche di campanile. Ovvero quelle che hanno portato in passato tutte le città a volere - per prestigio e
per potere - una presenza accademica.
«Non siamo all'anno zero» ha spiegato Zaccaria. Ad esempio, Padova e Venezia già collaborano con un
corso sulla Storia del linguaggio. Padova e Verona con un corso di enologia. E anche per i dottorati sono già
maturate forme di integrazione. Poca cosa rispetto a quello che si vorrebbe fare in futuro. I rettori parleranno
di questo, anche perchè ogni ateneo può contare su qualche eccellenza che potrebbe servire agli altri per
colmare punti di debolezza.
La mappatura è solo abbozzata, ma rischia di diventare obbligatoria se continuerà la politica dei tagli ai
bilanci. Ad esempio, le università di Camerino e Macerata hanno ricevuto un premio economico di 68 milioni
di euro dal ministero proprio per il merito acquisito di integrazioni che si sono tradotte in risparmi.
Ma le università cercano aiuto anche all'esterno, ovvero nelle forze politiche ed economiche presenti nel
territorio. Se Friuli e Trentino possono contare su regioni a Statuto Speciale, più ricche e più autonome, il
Veneto dovrà vedersela con il governatore Luca Zaia. I rettori approfondiranno oggi l'esperienza di Trento
che ha un accordo privilegiato con la propria Regione, per verificare come possa essere ripetuta. Ma non
adranno a batter cassa a Palazzo Balbi. Chiederanno che l'università sia trattata come nella vicina Emilia
Romagna, dove la Regione ha creato un assessorato che si occupi soltanto degli atenei, dei loro problemi e
delle loro potenzialità.
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UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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01/06/2010
02/06/2010
Il Mattino - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Alla pace non serve un capro espiatorio
David Meghnagì
>Segueapag.6 Ridurre a una matrice unica quanto accade a Teheran e a Kabul, a Karachi e nel Sudan
meridionale con ciò che accade a Tei Aviv e nei tenitori palestinesi è un'offesa alla ragione e al buon senso.
È un atto di diniego di fronte a problemi che abbracciano aree più ampie, dalla questione curda alla tragedia
armena, dal problema irrisolto di Cipro al dramma dei copti in Egitto e delle popolazioni animiste e cristiane
del Sudan. Per non parlare del conflitto per l'acqua, che può avere conseguenze devastanti, e dell'arbitraria
divisione dei confini sanciti dalle potenze coloniali, della mancata definizione di uno statuto di protezione di
ciò che resta delle civiltà religiose esistenti prima delle invasioni islamiche. Un milione e mezzo di armeni
sono stati uccisi. Tutto questo è avvenuto molto prima che lo Stato d'Israele nascesse. II dolore per la perdita
di vite umane non può essere a senso unico. La compassione deve estendersi a tutti. Altrimenti si è dei
calcolati cinici, cannibali mascherati che si nutrono delle tragedie altrui e che strumentalmente parlano di
pace e fratellanza. Nel dibattito politico sul Vicino Oriente è già accaduto molte volte e continuerà purtroppo
ad accadere anche in futuro. Nel rispetto per il dolore delle vite umane, bisogna essere chiari, chiamare le
cose per nome. L'azione contro il blocco navale israeliano non era un'azione umanitaria volta a migliorare le
condizioni di vita dei palestinesi. Se era questo l'obiettivo dei "pacifisti", vi erano molti altri modi. Chi ha
organizzato il viaggio cercava lo scontro e vi si era accuratamente preparato sapendo che avrebbe pagato di
più nella guerra mediatica condotta contro Israele. Chi cercava lo scontro fisico vi si era preparato sapendo
che se ci scappava il morto, era una "vittoria". I video ormai disponibili su Internet sono chiari. Un soldato è
stato gettato in mare. Si può discutere sui modi in cui gli israeliani hanno gestito l'intera operazione.
Avrebbero dovuto essere più accorti, mobilitare più forze per controllare meglio la situazione ed evitare di
dover rispondere con le armi per difendere la vita. Ma questo è un altro problema. Per essere moralmente e
politicamente credibile, chi si oppone al blocco dovrebbe spiegare anche in quale maniera si procederà per
evitare che a Gaza si ripeta quanto è già accaduto in Libano dove gli iraniani hanno fatto schierare missili in
grado di colpire Haifa e Tei Aviv. Dovrebbe avere l'onestà di riconoscere che a Gaza è al potere
un'organizzazione (Hamas) antisemita che ha come programma la distruzione di Israele e che dopo essere
giunta al potere ha eliminato ogni forma di dissenso, assassinato e costretto alla fuga gli oppositori. Bisogna
spiegare perché i campi agricoli coltivati con cura dagli israeliani, dopo il ritiro sono diventati sterpaglia per
volontà di Hamas. Se non si riconosce questo, vuoi dire che si è in malafede e che l'obiettivo non è la
composizione politica del conflitto, ma la trasformazione di Israele nel capro espiatorio di tutto ciò che non
funziona nel mondo, appunto uno stato paria. Non a caso coloro che chiedono il boicottaggio delle università
israeliane, tacciono o sono reticenti quando si tratta di prendere posizione contro la tortura e la violazione dei
diritti umani nei principali Stati arabi della regione. Per non parlare dello sfruttamento minorile,
dell'oppressione delle donne, del deterioramento delle condizioni di vita delle minoranze eri stiane. Il tentativo
di forzare il blocco è stato il frutto di una regia articolata messa in opera da organizzazioni che mettono in
discussione il diritto di Israele a esistere, con il sostegno e la compiacenza di Stati che non eccellono certo
per il rispetto della democrazia e dei diritti umani dove uno scrittore può essere minacciato di morte per avere
scritto un romanzo in cui si ricorda il dolore del popolo armeno. Una breve cronistoria delle ultime settimane
potrebbe essere d'aiuto. Dapprima c'è stato il boicottaggio delle università con la moltiplicazione di iniziative
per l'interruzione dei rapporti con le università israeliane. Poi è arrivata la campagna per il boicottaggio dei
prodotti israeliani, cosa che è già awenu ta impunemente con atti di intimidazione documentati su Yu tube in
alcuni supermercati di Parigi. Infine c'è stata l'azione congiunta turco-egiziana alle Nazioni Unite per chiedere
a Israele di dichiarare se ha o meno armi nucleari. Tutto questo mentre l'Iran procede rapidamente a dotarsi
armamenti nucleari e minaccia Israele di distruzione. Il boicottaggio degli accademici e dei prodotti israeliani
non ha avuto successo, ma ha sortito i suoi effetti perversi costringendo chi è vi si oppone a giocare in difesa,
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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L'analisi
02/06/2010
Il Mattino - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:79573, tiratura:108314)
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
119
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a dover spiegare ciò che dovrebbe essere scontato. Non avere compreso che la campagna per il boicottaggio
è parte di una strategia più ampia con attori diversi che giocano in proprio, è stato per gli israeliani un errore
politico e culturale. Nel mondo odierno le guerre si combattono su molti fronti diversi. Accanto alla forza
militare e alle ragioni della politica, bisogna inventare un modo per comunicare e per spiegare.
03/06/2010
Il Tempo - Lazio nord
(tiratura:76264)
Onorificenza in Slovacchia al prof. Grego
Ancora un importante riconoscimento internazionale al prof. Stefano Grego delegato per le Relazioni
Internazionali dell'Università della Tuscia. Questa volta è stata la Slovacchia a riconoscere al docente
universitario viterbese un ruolo primario. Alla presenza del Ministro dell'Economia del Governo della
Slovacchia e delle massime autorità accademiche, l'Università di Nitra ha conferito al prof. Grego la «Gold
Memorable Medal» per la sua attività di cooperazione e il suo contributo nel campo della scienza e della
educazione.
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Università
02/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Taranto
Pag. 9
(tiratura:63756)
• La proiezione nel Mediterraneo, la sua posizione strategica di vicinato con i Paesi che si affacciano sull'altra
sponda del Mediteranneo in un processo di sempre più stretta integrazione, il suo Polo universitario da
qualificare e rendere più vivace nel rapporto col territorio e da favorire nello sviluppo di un processo di
internalizzazione. Risponde anche a questi obiettivi la scelta di Taranto come sede della decima International
Conference of Human Rights sul tema«Integration and Neighbourhood politics: new rights and new
economies» («Integrazione e politiche di vicinato, nuovi diritti e nuove economie»), organizzata dall'Università
di Bari e dall'Università di Warmia e Mazury in Olsztyn (Polonia). Si tratta di un avvenimento di rilievo
scientifico che vedrà impegnati cattedratici e studiosi di tutto il mondo in un meeting di due giorni, con inizio
domani (ore 16, Salone di Rappresentanza dell'Amministra - zione provinciale), e sviluppo e conclusione il 4
giugno (Nuova Yardinia, previsto un servizio navetta dalla seconda Facoltà di Giurisprudenza di Taranto). E'
la prima volta che il convegno sui diritti umani si svolge a Taranto. Le precedenti edizioni si sono svolte in
diverse sedi universitarie italiane ed europee. La realizzazione a Taranto dell'evento è stata una scelta voluta
personalmente dal prof. Gaetano Dammacco, titolare della Cattedra di Diritto ecclesiastico alla seconda
Facoltà di Giurisprudenza dell'Uni - versità di Bari. Sono oltre un centinaio gli iscritti all'evento, una sessantina
dei quali terranno la loro relazione nell'ambito di una delle tre sessioni in cui la manifestazione si articolerà.
Provenienze più disparate per un convegno che si tiene in lingua inglese e per il quale - dice il prof.
Dammacco - pare sia difficile la partecipazione dei relatori attesi dalla Nigeria e dal Pakistan, ai quali non è
stato ancora concesso il visto. «Abbiamo portato questo convegno a Taranto - commenta Dammacco perché i temi in discussione sono legati alla sua esistenza nel Mediterraneo. Chiuderemo con l'appello che le
politiche degli Stati, sia dell'Unione che del resto del mondo, siano sempre più a protezione dei diritti della
persona umana». I temi in discussione spaziano dall'integrazione alla costruzione di un'Europa allargata,
dalle politiche di vicinato al ruolo degli Stati, sicurezza, religioni, multiculturalismo, ruolo delle città nella
politica di integrazione, cooperazione e conoscenza tra attese e buone pratiche, dialogo interculturale,
integrazione e protezione delle minoranze. • Compie cento anni la professoressa Paola Maldari Memmola,
pugliese, una grande testimone del nostro tempo, portatrice di straordinarie esperienze culturali anche grazie
al suo particolare percorso di formazione. Per oltre 40 anni, la sua vita è stata legata al liceo Battaglini dove è
stata docente di Tedesco. Con una cerimonia la «prof» di tantissimi alunni, oggi ormai adulti, sarà festeggiata
domani alle 17 nel Salone degli Specchi di Palazzo di Città. A Venezia, dove dal 1928 al 1932 frequentò l'Uni
- versità Ca' Foscari, la signora visse e partecipò alla grande stagione culturale mitteleuropea. Ebbe come
docenti il grande latinista Concetto Marchesi, i letterati Maria Pezzè Pascolato, Arturo Pompeati, Adriano
Belli, e nel 1930, all'Università di Monaco di Baviera, il grande romanziere Thomas Mann. Queste
straordinarie esperienze la portarono ad una conoscenza ampia ed approfondita della letteratura tedesca che
esprimeva le più sofferte e moderne tensioni di quegli anni tormentati. Mantenne relazioni epistolari con
Hermann Hesse, su cui aveva svolto la sua tesi di laurea, e ha pubblicato un saggio su Federico Hebbel.
Dopo aver superato brillantemente il concorso a cattedra di Lingua Tedesca nei licei scientifici, giunse a
Taranto nel 1934. Fù presso il liceo Battaglini che conobbe il futuro marito, il prof. Giuseppe Memmola,
fondatore insieme ad un gruppo di giovani intellettuali dello stesso liceo tarantino. Conobbe gli anni della
guerra e del dopoguerra (il prof. Memmola, rappresentante del Partito d'Azione, fu candidato alla Costituente
nel 1946). Rimasta vedova dopo dieci anni di matrimonio, con tre giovanissime figlie, la professoressa
Memmola ha continuato a insegnare al Battaglini. Ha avuto rapporti regolari con il Goethe Institut di Roma e
ha partecipato a tutti i congressi europei degli insegnanti di lingua e letteratura tedesca. Nel 1959, ha ricevuto
dal ministero della Pubblica Istruzione un riconoscimento di merito distinto. Nel 1975 si è ritirata
dall'insegnamento, continuando a coltivare,
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Nuovi diritti e nuove economie confronto tra gli studiosi
03/06/2010
La Nazione - Umbria
Pag. 25
(tiratura:176177)
Nuova sede di Medicina L'Ateneo se ne lava le mani
- TERNI - IL PIANO DI ATENEO, fortemente criticato da Comune e Provincia di Terni, scarica sugli enti locali
l'attivazione della nuova sede di Medicina. «In proiezione al 2014, sono necessari interventi economici, da
parte degli Enti locali, mirati al sostegno del Polo ternano che consentano oltre che l'attuazione dell'offerta
formativa, anche la razionalizzazione delle sedi didattiche e in particolare, nel breve termine, la presa in
carico della nuova sede per la facoltà di Medicina e Chirurgia - si legge nel programma redatto dal Senato
accademico dell'Università di Perugia - , a condizione che i relativi costi di funzionamento e gestione,
presuntivamente non inferiori a circa 350mila euro, non gravino sul bilancio dell'Ateneo che allo stato non è in
grado di sostenere il relativo onere economico». Quindi l'Università si chiama fuori dal sostenere l'avvio
operativo della nuova sede di Medicina, costata decisamente meno di quella inaugurata di recente a Perugia,
e che tra un paio di settimane sarà formalmente pronta per partire. Tra quindici giorni il Consorzio per il
completamente della sede consegnerà, infatti, la nuova struttura alla «comunione» dei legittimi proprietari:
Regione, Provincia e Comune per il 24% ciascuno, Università di Perugia per il 22% e Azienda ospedaliera di
Terni per il 6%. L'Ateneo, appunto, ha già fatto sapere che, per scarsità di risorse, non metterà un euro
sull'avvio operativo della nuova Medicina. Il rischio che la struttura, almeno al momento, resti una cattedrale
nel deserto è purtroppo quanto mai concreto. TRA LE ALTRE MISURE previste dall'Ateneo per il Polo
scientifico didattico ternano, «la chiusura delle attività didattiche della facoltà di Scienze della Formazione a
Terni per accentrarle tutte presso la sede di Narni, previo accordo con il Comune di Narni», «l'ampliamento
delle sede di Pentima per accentrarvi anche le attività didattiche della Facoltà di Economia, disattivando la
sede di Collescipoli», «trasferimento nella nuova Medicina della Facoltà di Scienze Politiche, con
conseguente disattivazione della sede di San Valentino», oltre al ridimensionamento della stessa Ingegneria.
L'8 giugno è stato fissato l'incontro al Miur per definire il riassetto dell' Università in Umbria ma nei giorni
scorsi il Consiglio comunale di Terni ha approvato all'unanimità un durissimo atto d'indirizzo in cui si dice
«fermamente intenzionato ad opporsi al drastico intervento di ridimensionamento del Polo universitario di
Terni, così come prospettato dal Senato accademico dell'Ateneo. Un intervento che penalizza fortemente il
territorio dell'Umbria meridionale e lascia presagire un pericoloso disimpegno dell'Università di Perugia nei
confronti del nostro capoluogo, riportando la situazione universitaria ternana indietro di venti anni». L'assise
municipale chiede quindi al sindaco e alla giunta «di rappresentare la profonda indignazione e la delusione
per il documento redatto dall'Università di Perugia».
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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IL PIANO SPESE DI GESTIONE SCARICATE SUGLI ENTI LOCALI
03/06/2010
Famiglia Cristiana - N.23 - 6 giugno 2010
Pag. 138
(diffusione:587400, tiratura:685739)
Libera Università di Bolzano
Un' Università dove parlare con i professori non sia una missione impossibile, studiare sia un'impresa
condivisa e si parlino più lingue? Alla LUB programmi europei, più lingue di studio e vicinanza al mondo del
lavoro.
Facoltà di Scienze e Tecnologie Sostenibilità, arco alpino ed efficienza energetica. Sono le parole d'ordine
che guidano lo sviluppo della Facoltà di Scienze e Tecnologie. "Offriamo - racconta il preside di facoltà, prof.
Massimo Tagliavini - un corso di laurea in Scienze e Tecnologie agrarie, con un taglio di tipo ambientale ed
una laurea in Ingegneria logistica e della Produzione, che prevede e favorisce l'inserimento degli studenti nel
mondo del lavoro, grazie al progetto Studenti in attività". A partire dal ottobre, inoltre, partirà una laurea
magistrale in frutticoltura, in collaborazione con le Università di Lubiana e Brno. Ciò è sinonimo di
internazionalità, che del resto caratterizza l'Ateneo di Bolzano, sia per la presenza di docenti provenienti in
gran parte dall'estero sia per i corsi che si tengono in tre lingue (italiano, inglese e tedesco). "Una nostra
peculiarità - prosegue Tagliavini - è l'approccio di tipo interdisciplinare. Attualmente ci stiamo muovendo su
cinque direttrici. Spaziamo dalle energie rinnovabili, con un occhio di riguardo per le biomasse, passando per
la componente agrario-ambientale. Non dimentichiamo, poi, l'efficienza energetica legata ai cambia-menti
climatici, l'innovazione di prodotto e processo per approdare, in definitiva, al settore inerente la qualità della
vita". La curiosità e la creatività richieste agli studenti sono stimolate anche dalla presenza di un corpo
docente internazionale: gli studenti sono immersi in un mondo culturale variegato e acquisiscono così una
maggiore elasticità di analisi e approccio ai problemi. La Facoltà di Scienze e Tecnologie pone grande
attenzione nella valutazione dell'operato del corpo docente. "Per il futuro - conclude Tagliavini - vogliamo
consolidarci ulteriormente e fare dell'interdisciplinarità sempre più la nostra forza. Siamo ben radicati sul
territorio, lavoriamo sia con gli enti che fanno ricerca sia con le aziende e il terziario, e ci muoviamo nel
panorama internazionale forti del nostro modello didattico trilingue". Studenti in attività Non si tratta solo di un
adattamento degli orari delle lezioni alle esigenze degli studenti lavoratori, ma di una reale integrazione di
studio e lavoro, possibile per gli studenti di Ingegne- * ' ria logistica e della produzione e di Scienze e
Ingegneria dell'Informazione. Il programma si svolge in collaborazione con Assoimprenditori e offre allo
studente la possibilità di alternare periodi di studio all'Università a periodi di lavoro in azienda; in entrambi i
momenti la sua partecipazione al programma viene monitorata da un tutor. Il lavoro viene remunerato
dall'azienda tenendo conto delle competenze che il partecipante acquisisce strada facendo. In questo modo
si offre agli studenti la possibilità di finanziarsi almeno in parte lo studio. "Abbiamo ottime prospettive per i!
nostro futuro - spiega Gianluca Farina di Trento, laureato in Ingegneria logistica e della Produzione con il
programma Studenti in attività - garantite sia dai quattro anni di esperienza lavorativa sia dalla possibilità di
rimanere all'interno di un'azienda che, grazie alla collaborazione con l'Università di Bolzano, ha deciso di
investire su ognuno di noi". Facoltà di Scienze e Tecnologie , informatiche "Noi gestiamo l'innoI vazione e lo
facciamo meglio degli altri. E grazie al nostro corso trilingue mandiamo i nostri laureati in giro per il mondo",
parola I di Giancarlo Succi, preside della Facoltà di Scienze e Tecno1 logie informatiche, caratterizzata da leL
zioni prevalentemente in inglese ed un E piano di studi che fa dell'informatica una scienza a tutto campo,
capace di entrare in relazione con altri ambiti del i sapere. Il sistema didattico stimola gli studenti a sviluppare
un approccio rivolto alla soluzione di problemi, grazie : ad una forte collaborazione con aziende del settore.
Proprio questo contatto diretto con il mondo del lavoro permette di sviluppare una pluralità di competenze: c'è
chi si focalizza sullo sviluppo delle tecnologie e chi si concentra sul management. I primi sviluppano idee
innovative per migliorare la qualità della vita. "Un esempio può essere l'invenzione del cellulare: 15 anni fa
non lo aveva nessuno, oggi ci si guardano i film", spiega ancora Succi. I secondi, attirati dalla carriera
manageriale, trovano nelle proprie competenze tecnologiche e nella capacità di seguire i processi di
produzione un'ottima base per lo sviluppo del lavoro. "Molti tra i più grandi manager del mondo sono
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Informazione pubblicitaria
03/06/2010
Famiglia Cristiana - N.23 - 6 giugno 2010
Pag. 138
(diffusione:587400, tiratura:685739)
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ingegneri informatici", sottolinea Succi. La Facoltà offre anche un corso di laurea magistrale in Informatica.
Con Erasmus Mundus i più ambiziosi possono conseguire una "laurea specialistica europea", ovvero ottenere
un doppio titolo in cooperazionc con le migliori università internazionali. _
02/06/2010
Il Sole 24 Ore - NordEst
Pag. 5
(diffusione:75240, tiratura:224000)
Precari verso il blocco dei corsi
Ipotesi di sciopero nel nuovo anno accademico - A rischio il 40% della didattica
Andrea Fasulo
Francesca, come tanti suoi colleghi, è arrivata tardi a pensare di potersi formare una famiglia. Ora ha tre figli,
e sente di aver raggiunto una posizione tutto sommato privilegiata. Con la conferma a ricercatrice di ruolo
arrivata dopo il concorso un paio di anni fa, non vede più l'ombra della precarietà incombere sulla testa. Ma è
normale, per chi come lei ha deciso di intraprendere la carriera universitaria, pensare di potersi "sistemare" a
35 o 40 anni.
Francesca Limena, ricercatrice di Diritto del Lavoro, fa parte di questa schiera di lavoratori del settore
pubblico che ai più risulta invisibile, a meno che non si sia studenti. In Veneto i ricercatori sono circa 8mila: a
Padova quelli strutturati (cioè a tempo indeterminato) sono 917, mentre i non strutturati (assegnisti,
dottorandi, borsisti) superano quota 5200. A Verona, con diverse proporzioni, il trend è lo stesso: 364 gli
strutturati, 1219 gli altri; a Venezia 181 i primi, 231 i secondi. È da questi laboratori e da queste aule che
passa buona parte della scommessa su innovazione, ricerca e formazione superiore su cui puntare per il
rilancio del Sistema Paese. E come nel resto d'Italia, anche in Veneto passa in queste settimane la protesta
del mondo della ricerca contro il disegno di legge Gelmini sulla riforma dell'università. Una settimana di
mobilitazione ha già coinvolto gli atenei con occupazioni simboliche dei rettorati e assemblee, e altre
manifestazioni si preannunciano per i prossimi giorni. Se il ministro dell'Istruzione ribadisce di voler rendere
più moderna l'università italiana, di voler puntare sul merito ed eliminare sprechi e priviliegi, i ricercatori
vedono il ddl come una minaccia al futuro della ricerca. Ed ora si dicono pronti a ritirare la loro disponibilità a
ricoprire gli incarichi di docenza per il prossimo anno accademico come forma estrema di protesta. Attività
che resta, per le ore eccedenti quelle obbligatorie, ancora su base volontaria. Considerando che pesano su
circa il 40% della didattica, vorrebbe dire la paralisi.
È il sistema del 3+3, in particolare, che viene messo sotto accusa. In pratica il ricercatore verrebbe assunto
per 3 anni e confermato al massimo per altri 3: al termine del periodo o diventa professore associato (la
seconda fascia di docenza dopo l'ordinario) o va a casa. «In questo modo scompare la figura del ricercatore
a tempo indeterminato e resta solo quello precario. Si precarizza la ricerca» dicono. E poi il mancato
riconoscimento della funzione docente agli attuali ricercatori, che ormai svolgono attività didattica come e più
degli ordinari. Ma senza gli stessi riconoscimenti in termini economici e di rappresentanza all'interno degli
organi accademici. «La nostra figura a tempo indeterminato è destinata ad andare ad esaurimento» dice
Francesca Limena. Anche per lei, dopo la laurea in giurisprudenza, 8 anni di precariato («meno di tanti altri»),
tra dottorati e post-dottorati, borse di studio, assegni di ricerca, periodi di vero e proprio volontariato. «Se il
nuovo ricercatore a tempo determinato dovrà comunque svolgere attività didattica chi si occuperà della
ricerca? Oltretutto il taglio consistente dei finanziamenti renderebbe incerta la stabilizzazione per gran parte
di loro». «E la meritocrazia di cui parla il ministro diventerebbe una guerra tra poveri, anche perchè mancano
criteri chiari su come verrebbe valutato il ricercatore al termine dei 6 anni» aggiunge Luca Basso, ricercatore
di Filosofia della Politica entrato a ruolo dopo 10 anni di precariato. A Padova hanno consegnato
simbolicamente al rettore Giuseppe Zaccaria le biciclette all'insegna dello slogan "Siamo stanchi di pedalare".
Incassando l'appoggio dello stesso rettore: «Si tratta di una partita rilevante, della difesa di un'intera
generazione - ha scandito Zaccaria al microfono di fronte alla platea -. Non possiamo accettare una simile
logica di precarizzazione. Il paese non si può permettere di perdere un patrimonio intellettuale così rilevante».
«Il mio impegno personale è comunque garantito in tutte le sedi - ha concluso il rettore -. Voglio avviare una
campagna bipartisan di sensibilizzazione tra tutti i parlamentari padovani».
A Verona negli stessi giorni si occupavano simbolicamente le scale del Rettorato. «Nelle 4 facoltà che si
sono mobilitate abbiamo avuto l'adesione di 118 ricercatori su 147» spiega Flavia Guzzo, della Facoltà di
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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UNIVERSITÀ I RICERCATORI VENETI CONTRO IL DDL GELMINI
02/06/2010
Il Sole 24 Ore - NordEst
Pag. 5
(diffusione:75240, tiratura:224000)
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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Scienze matematice, fisiche e naturali. «Se fermassimo tutti la didattica nella nostra facoltà rimarrebbero
scoperte 1.100 ore di lezione, qualcosa come 34 corsi, tra i quali alcuni obbligatori». Agli effetti delle legge
Gelmini si sommerebbero poi quelli della Finanziaria appena approvata in sede di Consiglio dei Ministri: il
blocco degli stipendi vorrebbe dire una perdita secca del 32% sulla retribuzione dei prossimi 4 anni. E si parla
di stipendi che partono da 1.200 euro al mese.
A Venezia 29 ricercatori su 32 della Facoltà di Lettere e Filosofia si sono detti pronti a sospendere le lezioni.
Così come a Scienze e a Lingue Straniere: «Il blocco del turn-over contenuto nella manovra economica
metterebbe a repentaglio 12mila posti nei prossimi 4 anni in tutta Italia» sottolinea Romana Frattini,
ricercatrice di Fisica a Ca' Foscari e tra i coordinatori della protesta. Protesta che si annuncia ancora lunga:
«Speriamo che si accorgano che l'università non è uno spreco, ma una risorsa».
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Giuseppe Zaccaria
Si tratta di una partita rilevante, della difesa di un'intera generazione. Non possiamo accettare una
simile logica di precarizzazione. Il mio impegno personale è quello di avviare una campagna
bipartisan di sensibilizzazione tra tutti i parlamentari padovani
foto="/immagini/milano/photo/208/12/4/20100602/p5a1_redazok.jpg" XY="162 108" Croprect="58 0 115 67"
Luca Basso
La scomparsa della figura del ricercatore a tempo indeterminato e la meritocrazia di cui parla il
ministro Gelmini diventerebbe una guerra tra poveri, anche perché mancano criteri chiari su come
verrebbe valutato il ricercatore al termine dei sei anni, tetto massimo per il precariato
foto="/immagini/milano/photo/208/12/4/20100602/p5a2_redazok.jpg" XY="283 213" Croprect="51 15 203
194"
Flavia Guzzo
A Verona durante la recente protesta nazionale abbiamo registrato l'adesione di 118 ricercatori su
147. Se fermassimo tutti la didattica dal prossimo anno accademico rimarrebbero scoperte in una
sola facoltà 1.100 ore di lezione, qualcosa come 34 corsi tra i quali alcuni obbligatori
foto="/immagini/milano/photo/208/12/4/20100602/p5a3_redazok.jpg" XY="135 153" Croprect="8 2 135 153"
Romana Frattini
Il blocco del turnover contenuto nella manovra economica del governo metterebbe a repentaglio
12mila posti di lavoro nei prossimi quattro anni in tutta Italia. Speriamo si accorgano che l'università
non è uno spreco ma una risorsa e che la ricerca non si precarizza
foto="/immagini/milano/photo/208/12/4/20100602/p5a4_redazok.jpg" XY="134 142" Croprect="26 0 121 111"
I NUMERI
917
A Padova
I ricercatori strutturati.
Sono invece 5.200 quelli non strutturati (dottorandi, borsisti, assegnisti)
364
A Verona
I ricercatori strutturati. Quelli non strutturati sono 1.219
181
A Venezia
I ricercatori strutturati. Mentre quelli non strutturati sono 230
24mila
In Italia
I ricercatori strutturati
02/06/2010
Il Sole 24 Ore - NordEst
Pag. 5
(diffusione:75240, tiratura:224000)
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
127
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
nelle università italiane
8-10
Anni
La media della durata
di precariato dei laureati che decidono di intraprendere
la ricerca universitaria
40%
I corsi
La percentuale degli insegnamenti mediamente sono ricoperti da ricercatori
1.200 euro
La paga
Lo stipendio iniziale di un ricercatore appena assunto a tempo indeterminato.
Il blocco degli stipendi appena approvato
dal Consiglio dei ministri significherebbe una perdita del 32% sulla retribuzione dei prossimi quattro anni
29
Lettere e Filosofia
I ricercatori di Ca' Foscari (sul totale di 32) pronti
a sospendere le lezioni
a partire dal prossimo anno accademico
3+3
Sistema contestato
Il ricercatore verrebbe assunto per tre anni
e confermato al massimo
per altri tre
Foto: Consegna delle biciclette. Alcuni momenti della protesta messa in atto nei giorni scorsi dai ricercatori
dell'ateneo di Padova
02/06/2010
Il Sole 24 Ore - Lombardia
Pag. 8
L'authority alimentare dell'Expo potrebbe dare un futuro alla città
di Mario Caldonazzo
Un'azione sinergica , una condivisione di obiettivi che veda insieme enti territoriali, associazioni di categoria
e sindacati per il rilancio dell'economia cremonese. Sono questi gli obiettivi che il progetto "Cremona al
Futuro" vuole raggiungere. Questa iniziativa promossa dall'Associazione industriali di Cremona vede alcune
priorità improrogabili necessarie per sostenere la crescita della provincia. Sono 6 le aree nelle quali
concentrare sforzi e le poche risorse economiche disponibili: sviluppo economico, sviluppo infrastrutturale,
marketing territoriale, formazione ed università, Expo 2015 e Cremona città della musica .
Rafforzare i comparti produttivi principali, metalmeccanico e agroalimentare, attraverso una pianificazione
locale che stimoli processi aggregativi ed una sempre più ampia patrimonializzazione delle imprese sono i
punti di partenza. La strada potrebbe essere quella di utilizzare bond territoriali ma anche quella di costituire
un fondo di private equity che intervenga a dare ossigeno ai bilanci delle aziende.
Come sul fronte economico anche sul fronte infrastrutturale occorre vincere dei gap storici. Interrompere
quindi l'isolamento nei collegamenti dando finalmente attuazione alle opere tanto agognate: la CremonaMantova, la Ti-Bre, la Brebemi nonché immaginare un piano per la navigazione del fiume Po.
Cremona potrebbe aspirare ad essere un hub fluviale sulla direttrice Milano-Marghera, strategico per una
perfetta intermodalità e per la movimentazione di merci ma anche di passeggeri.
È necessario ridisegnare la cartina delle aree produttive del territorio, oggi troppo numerose, troppo piccole e
dispersive, preferendo soluzioni di accorpamenti. Superfici dunque sovracomunali, più attrezzate e più
interessanti per quelle aziende che volessero scegliere Cremona come base logistica.
La capacità attrattiva del territorio va dunque costruita con un piano di marketing territoriale che invogli la
localizzazione dalle altre province contando su idonei pacchetti incentivanti e semplificazioni burocratiche. Le
opportunità del territorio devono inoltre essere garantite anche da un sistema scolastico ed universitario di
forte richiamo. Per queste ragioni il patrimonio formativo locale va accresciuto ancora di più di qualità e di
dotazioni strutturali.
E su Expo 2015 Cremona può aspirare a molto. Ritengo che il tema della manifestazione
sull'"alimentazione", per le nostre connotazioni economiche e territoriali legate all'agricoltura, possa vedere
riservato alla nostra provincia un ruolo di primo piano. Disponiamo di università, centri di ricerca, laboratori di
eccellenza che possono farci candidare come sede di una Agenzia agroalimentare lombarda, un soggetto
che possa intervenire a livello formativo e di certificazione su tematiche legate alla sicurezza alimentare, alla
nutrizione ed alla cura degli alimenti. Per l'Expo vorremmo inoltre accreditarci anche come sede di un Master
internazionale destinato ad accogliere rappresentanti di paesi in via di sviluppo, nonché per ospitare
manifestazioni di settore grazie alla presenza del secondo polo fieristico lombardo. Da ultimo la nostra
riflessione progettuale va al rilancio del nostro capoluogo, puntando su Cremona Città della Musica. La
funzione della musica, della storia degli strumenti musicali, degli artisti nati e vissuti e che hanno fatto scuola
nei settori della liuteria sono per noi le fondamenta dalle quali va costruita l'immagine di una città che può
offrire molto a chi viene in visita, a chi cerca cultura, a chi vuole fare formazione in questi ambiti. Cremona a
breve si doterà del primo Museo del violino che potrà così attirare , insieme al celebre teatro Ponchielli, tutti
gli appassionati del genere e soprattutto dei grandi eventi musicali.
Presidente di Confindustria Cremona
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PROGETTO
Manifesto programmatico. Il presidente di Confindustria Cremona Mario Caldonazzo lancia il progetto
«Cremona al Futuro» coinvolgendo enti territoriali, associazioi di categoria e sindacati per il rilancio
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
128
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Priorità. Il presidente di Confindustria Cremona: sei mosse strategiche per rilanciare il territorio
02/06/2010
Il Sole 24 Ore - Lombardia
Pag. 8
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
129
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
dell'economia locale. Sei le aree nelle quali, secondo Confindustria, si devono concentrare gli sforzi e le
risorse disponibili: sviluppo economico, sviluppo infrastrutturale (con riferimento in particolare all'autostrada
Cremona-Mantova, alla Ti-Bre e alla Brebemi) marketing territoriale, formazione ed università, Expo 2015
(con una candidatura ufficiale a sede dell'authority regionale per la sicurezza agroalimentare) e Cremona città
della musica
Foto: Alla guida delle imprese. Il presidente di Confindustria Cremona, Mario Caldonazzo
03/06/2010
Sette - N.22 - 3 giugno 2010
Pag. 9
LA SOLITUDINE DEI RICERCATORI
IL LAMENTO DI CHI LAVORA DA PRECARIO NELLE UNIVERSITÀ . E QUELLO DI CHI VEDE
IMPOVERIRSI IL "SISTEMA ITALIA". PIÙ UNA RIFLESSIONE SULLA PROPOSTA DI TRE MESI DI PAUSA
ESTIVA PER LE SCUOLE E SUL CATTIVO USO DELLA VIRGOLA
Caro Beppe, che il futuro dell'Università appartenga a chi ci lavora e ci studia, e verosimilmente ci lavorerà e
ci studierà, parrebbe cosa ovvia. Chi ha esperienza degli ingranaggi del sistema ne conosce i difetti, sì; ma
conosce anche gli sforzi che si fanno per superare ostacoli burocratici, ristrettezze economiche, ambiguità dei
criteri di selezione e progressione della carriera, nonché un clima culturale ostile all'idea di università come
bene pubblico. E invece appare evidente che le decisioni verranno prese sopra le nostre teste. È questo il
punto fondamentale della protesta dei ricercatori. Il ddl Gelmini colpisce le fasce meno tutelate del sistema (i
ricercatori strutturati e no); e ha come scopo di estromettere la ricerca dall'università pubblica, rendendo
quest'ultima un super-liceo sottofinanziato, buono solo per chi non ha i soldi per pagarsi un'università privata.
Valentina Pisanty Grazie della lettera, che ho dovuto riassumere per motivi di spazio (il testo completo
domani su "Italians"/Corriere.it). Capisco il disagio di voi ricercatori. Per anni avete svolto, in cambio di pochi
soldi e molte promesse, mansioni che non vi competevano - docenze, esami, esercitazioni ecc. - mentre
troppi professori si facevano gli affari loro (consulenze, studi professionali, libri e convegni). Ora scoprite di
dover passare un concorso, oppure a casa. Considerata la reputazione dei concorsi universitari, c'è da
preoccuparsi. Hai ragione anche quando parli di "clima culturale ostile all'idea di università come bene
pubblico". Ma sapendo questo, Valentina, perché non vi siete battuti per cancellare lo scandalo dei concorsi
truccati (scusa, guidati)? Perché non avete denunciato gli ordinariFantomas, pronti a spostare lezioni ed
esami ma non a ricevere gli studenti? I bravi e gli onesti - come te, posso dirlo perché ci conosciamo - hanno
preferito far bene il proprio lavoro, mentre intorno il sistema crollava. Anche in questa vicenda c'è stata poca
comunicazione: un italiano su mille (forse) sa cosa sta accadendo ai ricercatori. È inevitabile che oggi vi
sentiate soli. Certo, non è giusto. Ecco perché ti rispondo qui, Valentina. Ma è una goccia di attenzione in un
mare di indifferenza. IL MERCATO CINESE È ANCORA LONTANO Caro Beppe, hanno (abbiamo?)
depauperato il sistema Italia, spostando sempre più la produzione all'estero "dove costava poco", senza
quelle leggi di tutela dei lavoratori che hanno contribuito ad alzare il costo del lavoro in Italia. Ora ci ritroviamo
con meno fabbriche, salari appesantiti da tasse e balzelli, prezzi alti. Mi chiedo quando scoppierà la pentola a
pressione. Qui a Hong Kong i "mainland Chinese" (cinesi di terraferma) arrivano con pacchi di contanti,
svuotano i vari LV, Gucci, Dior, YSL e Prada, e tornano in patria tutti fieri. Burberry a Hong Kong ha lo stesso
numero di clienti di un Lidl in Veneto. Vanni Martignago martignagovAT@ alice.it La speranza era che la Cina
diventasse un mercato ma - al di là di alcuni prodotti, tra cui i beni di lusso - non sta accadendo. Non credo
però che il protezionismo fosse una soluzione, come invece lascia intendere Edoardo Nesi nel suo bel libro
sul tessile di Prato ( Storia della mia gente , Bompiani). Nemmeno mi faccio illusioni sul patriottismo degli
importatori e dei consumatori (avanti, chi rinuncia alla stampante a 49 euro?). Le strade - chiedo scusa per la
semplificazione - mi sembrano tre: puntare sulla qualità e l'innovazione, come fanno i tedeschi e (in parte) gli
americani, perché sul prezzo non c'è partita; controllare quello che importiamo (attenzione ai prodotti
alimentari, lotta al lavoro minorile ecc.); chiedere reciprocità. I cinesi sono bravissimi a usare le regole
esistenti per ottenere ciò che vogliono. Facciamolo anche noi. VACANZE LUNGHE? NO, GRAZIE Ciao
Beppe, ho sentito su RMC che sei contrario all'allungamento delle vacanze per gli studenti. Posso capire gli
sconvolgimenti di chi non sa dove piazzare i figli, ma mi chiedo come facevano i nostri genitori, quarant'anni
fa, quando si tornava a scuola il 1° ottobre? Probabilmente erano meno preoccupati. Si andava da amici con
mamma casalinga, dai nonni, nei cortili e negli oratori. Insomma, ci si inventava qualcosa: quello che gli
italiani non sanno più fare. Stefano Rossetti [email protected] Be', se c'è una cosa che in Italia sappiamo
ancora fare è inventarci qualcosa - in tutti i campi, anche quando non dovremmo. Negli anni '60 le donne
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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ITALIANS LAPOSTADIBEPPESEVERGNINISCRIVETEAWWW.CORRIERE.IT/ITALIANS
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Sette - N.22 - 3 giugno 2010
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UNIVERSITA - Rassegna Stampa 03/06/2010
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lavoravano in casa; ora molte hanno un impiego fuori. Negli oratori c'erano i preti - oggi, dove sono? Le città
e le strade erano più libere e sicure per i bambini. Confermo, quindi: l'idea di tornare a scuola il 1° ottobre per aiutare il turismo! - mi sembra sballata e anacronistica. Tre mesi e mezzo di vacanza? Perché allora non
facciamo il ponte, e torniamo in classe dopo Natale? DI CAV CE NE BASTA UNO Caro Beppe, perché in
Italia sono rimasti in pochi a usare correttamente la virgola? Non mi riferisco soltanto alle e-mail, ma a ciò che
leggo nei quotidiani. Quelli che piazzano le virgole nei punti giusti si contano sulla punta delle dita. Firme
importanti delle più prestigiose testate si ostinano a mettere la virgola fra il soggetto e il verbo. Si può fare
qualcosa? Che dici, creiamo un Comitato Abusi Virgole? Simone Ceccarelli simone. [email protected]
CAV? Non ne basta uno?

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