notizie - Apofruit
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BIMESTRALE DELLA ORGANIZZAZIONE DEI PRODUTTORI APOFRUIT ITALIA Sped. in abbonamento postale - 70% - DCB Forlì Aut. Trib. FO n. 178 del 5/4/88 - Reg. Stampa n. 10/88 Redazione e Amm.: v.le Della Cooperazione, 400 - Pievesestina, Cesena (FC) Tel. 0547 414111 - Fax 0547 414166 Stampa: Ramberti Arti Grafiche, Rimini Tel. 0541 738111 Direttore Responsabile: Maurizio Magni notizie sommario Liquidazione dei prodotti estivi ..................................... 2-5 Anno XX n°6 - Novembre/Dicembre Duemila12 Più export e prodotti a marchio nel futuro di APOFRUIT Nell’Assemblea dei soci Apofruit ha presentato i progetti per il prossimo triennio. Innovazione, export e politica di marca le chiavi per trasferire maggiore reddito ai produttori PAGINE TECNICHE Alterazioni fisiologiche su mele e pere destinate a prolungati periodi di conservazione ..................................... 6-9 DALL’EMILIA Apofruit: iniziative invernali ...................................... 10 DALLA SICILIA Novità dalle aree orticole ragusane ...................................... 11 DAL LAZIO Susino: liquidazione delle varietà estive ...................................... 12 TASSO DI INTERESSE Il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 30 novembre ha deliberato di confermare i tassi applicati sui contratti di prestito sociale nella misura del 2% per il prestito libero e 3% per il prestito vincolato. L a crisi continua a colpire duramente il settore ortofrutticolo. Anche il 2012 è, ancora una volta, un anno nel corso del quale i produttori hanno visto erosi i propri guadagni a causa di una serie di congiunture negative che hanno annullato l’effetto positivo indotto dall’incremento dei prezzi rispetto all’anno passato. Alle negatività del 2011, che è stato il più critico degli ultimi dieci anni, soprattutto per la frutta estiva, quest’anno si aggiunge l’aumento dei costi nelle aziende agricole: contributi previdenziali, IMU, carburanti e mezzi tecnici. Per cercare soluzioni a questa situazione di grave difficoltà, che si protrae oramai da diversi anni, la cooperativa Apofruit ha elaborato un pacchetto di progetti per il prossimo triennio, che sono stati presentati in occasione dell’Assemblea dei soci dell’Emilia Romagna, che si è tenuta mercoledì 12 dicembre alla Sala Europa di Cesena Fiera. Rinnovamento varietale, sviluppo delle specie strategiche destinate al mercato internazionale (kiwi, mele, uva da tavola) e delle attività con i partner (Mediterraneo Group dovrebbe passare dai 28 milioni del 2011 ai 40 milioni di euro di fatturato nel 2015), crescita dei prodotti a marchio proprio (dai 40 milioni di fatturato del 2011 a 70 milioni del 2015) e dell’export (dal 30% al 40% del fatturato) sono le cinque aree strategiche su cui vertono i progetti di Apofruit per i prossimi anni. 2 “Un piano - evidenzia il Direttore Generale della Cooperativa Renzo Piraccini - finalizzato non alla crescita dei volumi, ma al miglioramento della qualità dei prodotti conferiti e all’efficienza gestionale. Gli interventi previsti hanno l’obiettivo di qualificare la presenza dei nostri prodotti sul mercato internazionale e di ridurre i costi di gestione. Gran parte degli investimenti previsti negli stabilimenti, che ammonteranno nel triennio a 15 milioni di euro, saranno destinati alle nuove tecnologie per il confezionamento e al miglioramento delle tec- notizie niche di conservazione”. “Vogliamo sostenere i nostri soci produttori - afferma il Presidente di Apofruit Mirco Zanotti - in questo difficile momento. È per questo che abbiamo previsto tempi di acconto più rapidi per i produttori (benché già oggi siamo i più veloci del settore), aumento dei massimali dei contributi OCM per i nuovi impianti e una convenzione con Ismea e Istituti di Credito locali per permettere il finanziamento degli investimenti nelle imprese agricole”. Dopo la presentazione dei progetti, un gruppo di politici ed esperti, coordinati dal direttore del Corriere Ortofrutticolo Lorenzo Frassoldati, ha dibattuto sul tema “Quale contributo dal settore ortofrutticolo alla crescita del Paese?”. Sono intervenuti: Gianni Luppi, Presidente di Legacoop Agroalimentare, Egidio Sardo, Direttore Generale di ISMEA, Guido Tampieri, Commissario straordinario AGEA, Tiberio Rabboni, Assessore regionale all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo e Mirco Zanotti, Presidente di Apofruit Italia. Liquidazione dei prodotti ESTIVI A fronte di un generale calo produttivo, aumenta il valore della liquidazione. Necessario puntare sempre più su qualità e rinnovamento varietale A l termine della campagna estiva Apofruit Italia ha liquidato ai soci 749.477 quintali di prodotto, per un valore della produzione di 31.112.000 euro. A fronte di un calo produttivo complessivo (-9% rispetto al 2011), quest’anno il valore della liquidazione è cresciuto del 14%. “Dal punto di vista commerciale, l‘andamento di mercato è stato senz’altro migliore rispetto al 2011, - esordisce il direttore commerciale di Apofruit Italia, Walter Bucella pur avendo operato in un contesto caratterizzato dall’accentuarsi della crisi economica a livello europeo, che ha portato a una contrazione dei CONFERIMENTO ESTIVO 2012 PESCHEE NETTARINE 543.746 q.li ALBICOCCHE 77.708 q.li CILIEGIE11.665 q.li SUSINE34.699 q.li PERE ESTIVE 10.846 q.li MELE ESTIVE 9.912 q.li UVA 9.331 q.li ORTAGGI19.515 q.li MELONI18.914 q.li COCOMERI 11.006 q.li FRAGOLE ESTIVE 2.136 q.li consumi. “Strategicamente - continua Bucella - abbiamo sviluppato le nostre linee di alta qualità: l’attività sulla linea Solarelli, per il prodotto convenzionale, è cresciuta del 25%, Almaverde Bio per il biologico del 15%”. Pesche e nettarine La produzione su questo comparto ha registrato un calo delle quantità del 9%. Il mercato è partito bene, con risultati discreti per tutta la produzione precoce. L’andamento positivo è proseguito, anche se con prezzi inferiori, fino a fine luglio, stabilizzandosi poi per il resto della campagna, con una leggera ripresa solo per le varietà tardive di settembre. La maturazione scalare fra le diverse aree produttive ha evitato una sovrapposizione di prodotto. L’andamento climatico favorevole, caldo e asciutto, ha contribuito ad avere un prodotto di buona qualità, con un grado zuccheri- 3 no elevato. Purtroppo la stagione particolarmente asciutta ha inciso negativamente sui calibri dei frutti, soprattutto per chi non ha avuto la possibilità di irrigare. “La campagna di commercializzazione, quindi, è stata caratterizzata da una scarsa offerta di calibri grossi sui quali c’è stato un buon riscontro dal mercato - sottolinea Bucella - mentre non hanno invece trovato un’adeguata valorizzazione i calibri piccoli, destinati prevalentemente verso il mercato estero. Su quest’ultimo anche quest’anno forte è stata la concorrenza del prodotto spagnolo, soprattutto per quanto riguarda le nettarine, e di quello greco per le pesche. Inoltre i consumi di ortofrutta nei Paesi del centro e nord Europa non sono stati aiutati dal clima, particolarmente piovoso e freddo”. Albicocche Quella del 2012 è stata un’annata record dal punto di vista produttivo: i quantitativi sono cresciuti del 30% rispetto allo scorso anno, per un totale di 77.708 quintali di prodotto conferito. “In un’annata di piena produzione sia in Italia che all’estero, si conferma il trend di crescita dei consumi su questo comparto, grazie allo sviluppo delle varietà buone da mangiare, che oggi rappresentano oltre il 60% del nostro conferito - sottolinea il direttore commerciale di Apofruit Italia - L’obiettivo, ora, è quello di andare a sostituire rapidamente le vecchie varietà, che stanno trovando sempre più difficoltà di valorizzazione sul mercato. Sulle albicocche è particolarmente importante il comparto industriale, il cui posizionamento di prezzo influenza direttamente l’offerta di prodotto da fresco. Quest’anno, a causa della maggiore disponibilità di albicocche, i prezzi del prodotto per uso industriale hanno avuto quotazioni decisamente inferiori, influenzando negativamente anche le quotazioni del prodotto per il fresco. Nonostante questo, i risultati finali per i produttori sono stati positivi, seppur differenziati nei diversi periodi produttivi, soprattutto per quanto riguarda le varietà buone da mangiare”. Anche nel caso delle albicocche si sono ottenuti calibri inferiori rispetto all’annata precedente, a causa della forte allegagione e dell’andamento climatico. “Sul fresco - sottolinea Bucella - è importante avere un buon calibro, che permetta di poter valorizzare il prodotto in modo adeguato. Quest’anno va sottolineato che abbiamo sviluppato molto la percentuale di prodotto confezionato direttamente in campagna, sia in cestini che prodotto sfuso o alveolato, in particolare per quanto riguarda la linea Solarelli. L’obiettivo in futuro è quello di aumentare ulteriormente la quantità di prodotto confezionato direttamente dal produttore: in questo modo le aziende in grado di portare avanti quest’attività 4 notizie Gala - dice Bucella - una tipologia su cui Apofruit intende crescere ma, allo stesso tempo, sottolineiamo l’esigenza di procedere con una rapida sostituzione dei vecchi cloni con nuove tipologie che permettano di avere un prodotto più colorato”. potranno avere un valore aggiunto importante”. Ciliegie La scarsa produzione che si è verificata su questa specie, seppur in misura diversa a seconda delle aree produttive, ha avuto come conseguenza un’offerta limitata di prodotto che, anche grazie all’andamento climatico favorevole, ha determinato un mercato molto positivo. “Quello delle ciliegie è un comparto su cui la cooperativa intende crescere, puntando sull’innovazione varietale e sulla realizzazione di sesti d’impianto più “efficaci” dal punto di vista gestionale”, dichiara Bucella. Susine L’andamento di mercato su questo comparto è stato discreto e abbastanza stabile. Si conferma il maggior interesse per le varietà cino-giapponesi rosse e nere. Va sottolineata l’importanza della qualità su questa specie in senso generale. In particolare sulle varietà a buccia gialla è fondamentale, per realizzare la miglior valorizzazione, portare a raccolta un prodotto con frutti di grosso calibro, in quanto la vendita avviene prevalentemente sfusa o alveolata. Pere e mele estive Particolarmente favorevole, anche a fronte di una produzione inferiore e di una minore presenza di prodotto di importazione, è stato l’andamento di mercato per queste specie. “Per quanto riguarda le mele si conferma l’aumento di interesse per la varietà Uva La campagna 2012 è stata molto importante per Apofruit, in quanto il significativo aumento dei quantitativi conferiti dai soci ci ha permesso di creare nuove linee commerciali che riteniamo particolarmente importanti in funzione del forte sviluppo produttivo dei pros- LA PAROLA AI PRODUTTORI AZ. AGR SEVERI MAURIZIO Maurizio Severi è titolare di un’azienda di 4 ettari a conduzione biologica a San Martino di Cesena, dove produce pesche e nettarine, varietà precoci e tardive. “Rispetto alla disastrosa annata 2011, le cose quest’anno sono andate meglio - esordisce a proposito degli esiti della liquidazione estiva - Tuttavia un’azienda biologica ha dei costi di gestione più alti rispetto a un’azienda convenzionale, per cui anche i prezzi dovrebbero essere più adeguati”. Severi ha conferito alla cooperativa 380 q.li di prodotto, che gli sono stati liquidati con una media di 48 cent./kg. “Con le pesche gialle ho ottenuto la media migliore - continua - mentre le nettarine gialle non sono andate bene. La qualità dei frutti quest’anno è stata buona. In generale i risultati sono stati sufficienti a coprire i costi di produzione, ma ci aspettavamo qualcosa in più”. AZ. AGR. BENZONI RICCARDO Non è del tutto soddisfatto dell’esito della liquidazione estiva Martino Benzoni, che, insieme al padre Riccardo, conduce un’azienda di 40 ettari a San Pietro in Vincoli: qui produce anche pesche e nettarine, per un totale di 8,9 ettari. Al termine della campagna ha conferito alla cooperativa 3.417,75 q.li di prodotto, che gli sono stati liquidati con una media di 33 cent./kg. “I risultati quest’anno sono stati sufficienti, ma in un’ottica di costi crescenti la sufficienza diventa un concetto un po’ stretto - dichiara - Grazie alle tecniche di concimazione e irrigazione abbiamo ottenuto un prodotto di buona qualità e buon calibro. In un anno in cui la merce è stata venduta bene, ci aspettavamo onestamente di ottenere un risultato migliore. Per le prossime campagne speriamo, grazie all’aiuto della cooperativa, di riuscire a valorizzare al meglio il nostro prodotto per differenziarci sul mercato”. 5 simi anni. Il crescente apprezzamento dei consumatori per le varietà di uva senza semi ha confermato la validità della scelta di Apofruit di puntare esclusivamente su questa tipologia di prodotto. Ortaggi Quella del 2012 è stata un’annata particolarmente positiva per la produzione estiva, seppur con un andamento differenziato a seconda dei periodi e delle tipologie di prodotto. Da sottolineare in particolare l’andamento del comparto patate e cipolle estive, sul quale si sono avuti buoni risultati che, data la prevista minor produzione a livello europeo, dovrebbero essere il preludio per un buon andamento anche delle produzioni autunnali e invernali. Biologico Anche su questo comparto l’andamento di mercato è stato decisamente migliore rispetto al 2011. Nonostante la crisi, quello del biologico si conferma un mercato dove i consumi a livello europeo sono in costante crescita. L’attività commerciale gestita attraverso la società Canova srl (del Gruppo Apofruit) ha permesso di sviluppare le vendite Almaverde Bio sul mercato nazionale e di incentivare l’apertura di nuovi mercati all’estero. Scendendo nel dettaglio delle varie produzioni, si evidenzia che per quanto riguarda pesche e nettarine occorre aumentare le produzioni nel periodo medio e tardivo, in quanto nel LA PAROLA AI PRODUTTORI AZ. AGR. PARMIGGIANI ARTURO Arturo Parmiggiani, produttore di ciliegie di Vignola, ha un’azienda di 2,5 ettari, di cui 2 destinati appunto a questo prodotto. “Quest’anno a causa del clima sfavorevole, con frequenti piogge in fase di fioritura, non c’è stata allegagione, per cui abbiamo ottenuto un frutto bellissimo, ma in scarsa quantità - spiega Abbiamo raccolto in tutto 150 q.li di prodotto, la metà rispetto allo scorso anno. Il prezzo tuttavia è stato positivo, 3,4 euro al kg di media”. “In conclusione - aggiunge - sono comunque abbastanza soddisfatto, non potevo sperare in qualcosa di più, non avendo conferito molto prodotto”. periodo precoce e medio-precoce la produzione attuale è già più che sufficiente e c’è inoltre una concorrenza maggiore da parte degli altri Paesi produttori europei. Per le albicocche bio si conferma anche quest’anno un buon risultato, sia sul comparto fresco che su quello da industria. Occorre però anche in questo caso continuare il processo di rinnovamento varietale. Ottimo risultato ottenuto sui comparti di mele e pere estive e di uva, in un’annata in cui la cooperativa ha aumentato fortemente la produzione. Si confermano altresì interessanti i risultati ottenuti sul comparto delle susine. Gli ortaggi, infine, hanno avuto una campagna molto poPRODOTTI BIOLOGICI PESCHE E NETTARINE 47.527 q.li ALBICOCCHE 15.599 q.li CILIEGIE390 q.li SUSINE4.794 q.li PERE ESTIVE 1.594 q.li MELE ESTIVE 3.785 q.li UVA2.561 q.li ORTAGGI9.273 q.li ALTRE SPECIE 2.354 q.li sitiva, con possibilità di incremento delle produzioni. Ricordiamo l’importanza della programmazione delle produzioni biologiche in generale, al fine di avere una produzione adeguata alle capacità di assorbimento del mercato. È questa la condizione fondamentale per realizzare la massima valorizzazione dei prodotti in questo comparto. Conclusioni “In un mercato caratterizzato da una sempre più forte concorrenza recepiamo un segnale inequivocabile: - conclude il direttore commerciale di Apofruit - per fare reddito è necessario che i produttori puntino sul rinnovamento varietale e su produzioni di qualità, sfruttando anche le opportunità fornite dalla cooperativa per ottenere valore aggiunto, come il confezionamento in campagna, per i prodotti per i quali è previsto. Riteniamo questa la via per poterci differenziare sul mercato e creare quelle condizioni necessarie per dare ai soci una remunerazione adeguata”. 6 PAGINE TECNICHE 6 notizie Insorgenza di alterazioni fisiologiche su mele e pere destinate a prolungati periodi di CONSERVAZIONE di Gianni Ceredi ’argomento che tratteremo in queste pagine tecniche di “Apofruit Notizie” riprende e amplia quello sviluppato nel precedente numero, avendo come soggetto le alterazioni di natura fisiopatologica cui sono esposte alcune specie frutticole. Come noto le produzioni autunnoinvernali quali mele e pere, verso le quali i produttori della nostra cooperativa stanno dedicando sempre maggiori attenzioni, offrono l’opportunità di dilatare il periodo di commercializzazione grazie alla naturale propensione a prolungati periodi di conservazione. Tale aspetto concede maggiori opportunità economiche, ma non è esente da rischi. I frutti sono infatti organi vegetali le cui funzioni vitali permangono attive anche dopo la recisione dalla pianta. In post-raccolta, dunque, il metabolismo della respirazione non si interrompe, procedendo, nel caso specifico dei frutti climaterici come mele e pere, con un picco di intensità, per poi attenuarsi fino alla senescenza del frutto. L’intensità dei processi respiratori viene condizionata da diversi fattori tra cui i più importanti da annoverare sono la temperatura, la luce, la concentra- L zione di ossigeno nell’atmosfera, l’umidità relativa, eventuali condizioni di stress (urti) e la presenza di etilene. Questo fitormone, prodotto in notevole quantità dai frutti climaterici, presiede e condiziona quell’insieme di trasformazioni metaboliche comunemente associate al processo di maturazione. I cambiamenti che il frutto subisce durante la maturazione a carico dei pigmenti, degli zuccheri, degli acidi, degli aromi e della consistenza dei tessuti sono irreversibili, preludono al loro consumo e non possono ovviamente precedere la fase di raccolta, conservazione e commercializzazione. Pertanto l’applicazione di appropriate tecniche e strutture di conservazione dei frutti assume un ruolo imprescindibile. La predisposizione alla conservazione è spesso condizionata da una serie di “disordini” di natura fisiologica la cui suscettibilità è subordinata alla varietà, alle condizioni di conservazione e a diversi fattori che insorgono in preraccolta durante la fase di coltivazione. Il più ovvio di questi fattori è rappresentato dallo stato di maturazione dei frutti alla raccolta. Tuttavia numerosi altri elementi possono essere correlati a tali disordini fisiologici e alle diverse risposte che i frutti possono dare alle basse temperature o alle diverse condizioni di conservazione imposte. Nelle mele la posizione dei frutti sulla pianta influisce sul contenuto in elementi minerali e conseguentemente sull’incidenza di fisiopatie in post raccolta, come ad esempio il “bitter pit”, più comunemente noto come “butteratura”. La posizione dei frutti condiziona anche l’impollinazione e altre variabili colturali come il flusso di elementi minerali e acqua nello sviluppo dei frutti. Elevate temperature ambientali sviluppatesi durante la crescita dei frutti condizionano la risposta di questi alle alte o basse temperature in post raccolta. Alcuni disordini specifici come la vitrescenza o le lesioni da refrigerazione sono spesso riconducibili all’esposizione dei frutti alla radiazione solare o a elevate temperature durante la stagione, mentre fisiopatie come il riscaldo vengono spesso associate all’esposizione a basse temperature. L’identificazione in preraccolta di fattori ambientali che favoriscono alterazioni di natura fisiopatologica in post raccolta offre maggiori possibilità di produrre frutti meno predisposti a tali disordini. PAGINE TECNICHE FRUTTO DI MELA con evidenti sintomi di “vitrescenza” Vitrescenza delle mele (Water core) Il nome di questa fisiopatia deriva dall’aspetto che i tessuti interni, generalmente localizzati nella parte centrale del frutto, assumono. Le parti della polpa interessate appaiono infatti “vetrose”, “acquose” e possono estendersi fino a lambire la buccia che tende poi a imbrunire. La vitrescenza in genere viene associata a uno stato di sovra maturazione del frutto, che a sua volta viene favorita da basse temperature notturne nel periodo autunnale. Essa, inoltre, appare correlata alla dimensione eccessiva dei frutti e quindi a un diradamento squilibrato, a un elevato rapporto tra foglie e frutti, a un’eccessiva quantità di azoto e boro, così come a una carenza di calcio, perfino a un’intensa esposizione dei frutti alla luce. Dal punto di vista fisiologico, la vitrescenza viene imputata all’accumulo nel frutto di uno zucchero, il sorbitolo. Tale zucchero, che proviene dalla pianta, in condizio- ni normali viene trasformato in fruttosio, ma si suppone che, quando tale flusso eccede tale capacità di trasformazione, esso si accumuli negli spazi intercellulari. In genere questa fiosiopatia insorge nella fase che precede la raccolta ma non aumenta durante la conservazione. In casi di vitrescenza lieve o modesta, i tessuti possono anche riassorbire le estrusioni di liquidi e trasformare il sorbitolo in eccesso; tuttavia, se la severità della fisiopatia è accentuata, essa può degenerare in un collasso e imbrunimento del frutto. 7 Butteratura amara (Bitter pit) La butteratura rappresenta una classica fisiopatia delle mele, caratterizzata da punteggiature di colore bruno e consistenza sugherosa, localizzate nella parte superficiale della polpa e distribuite prevalentemente nell’emisfero calicino. L’incidenza di questa fisiopatia è influenzata in primo luogo dalla sensibilità varietale. Nell’ambito di questa, la severità del problema viene accentuata da raccolte precoci, piante eccessivamente vigorose (eccesso di azoto), frutti di notevole pezzatura, squilibri nella nutrizione idrica e minerale. Tutti questi fattori sono connessi attraverso complessi intrecci metabolici e fisiologici, che comprendono il collasso e la perdita di funzionalità delle pareti e delle membrane cellulari, la formazione di micro cavità e il riempimento di queste di liquidi. Il fattore nutrizionale che presiede a tutti questi squilibri è ascrivibile alla carenza di calcio, il cui contenuto nei frutti è strettamente e inversamente correlato alla presenza di butteratura. DANNI DA CONSERVAZIONE Sezione di mela affetta da butteratura 8 PAGINE TECNICHE notizie a raccolte tardive e carenza di calcio. Dopo prolungati periodi di conservazione, in corrispondenza delle lenticelle, si manifestano piccole macchie brune che col tempo si affossano, senza tuttavia alterare i tessuti della polpa. Le lesioni possono successivamente essere invase da agenti fungini. FRUTTO DI MELA con diffusa lenticellosi da conservazione Anche elementi come il magnesio e il potassio sono associati al fenomeno della butteratura, ma ciò è dovuto probabilmente a effetti sinergici o di antagonismo con il calcio medesimo. A conferma di quanto detto, è nota la possibilità di ridurre tale fiosiopatia impiegando sali di calcio attraverso sia interventi in pre raccolta che per immersione dei frutti in post raccolta. Lenticellosi (Lenticel breakdown) Il collasso della lenticella non è associato ad alcun agente patogeno. Si tratta di un’alterazione fisiopatologica la cui origine resta in gran parte sconosciuta anche se spesso è associata Imbrunimenti interni del cuore e della polpa (Core flush, brown core, senescent break down) Alcune varietà di mele, come per esempio quelle appartenenti al gruppo Fuji, possono sviluppare una serie di disordini fisiologici che interessano la polpa del frutto. Tali fisiopatie possono evolvere le une verso le altre e non sono pertanto sempre facilmente distinguibili. Nel caso nel cosiddetto “imbrunimento rosa” (Core flush) i tessuti interessati, disposti a raggiera attorno alle cavità seminali, assumono una pigmentazione dalla tonalità rosa/bruno e una consistenza più morbida e umida. Tale alterazione sembra associata a lunghi periodi di conservazione, con temperature eccessivamente basse e aggravata da un elevato tasso di CO2 e dalla perdita di umidità. Anche alcune condizioni colturali sembrano favorirla, come una raccolta precoce o la presenza di estati particolarmente temperate. Il “Cuore bruno” (Brown core), similmente all’alterazione precedente, interessa la parte centrale del frutto detta “cuore”, attorno alle cavità seminali con un imbrunimento dei tessuti. A questo disordine fisiologico possono essere associati prolungati periodi di stoccaggio e temperature troppo basse, così come persistenti periodi di pioggia in pre raccolta, eccessi di azoto e raccolte di prodotto sovra maturo. Frequentemente le alterazioni che si sviluppano nella parte interna del frutto possono estendersi al resto della polpa, degenerare e condurlo al collasso. Un ulteriore tipo di disfacimento che abbiamo osservato occasionalmente su alcune partite di cv. Modì è il cosiddetto disfacimento farinoso (Mealy breackdown), caratterizzato da IMBRUNIMENTI INTERNI DEL CUORE E DELLA POLPA Nelle foto, da sinistra, frutto con “imbrunimento rosa”, frutto affetto da “cuore bruno” e frutto con collasso da senescenza PAGINE TECNICHE FRUTTO AFFETTO da disfacimento farinoso un aspetto disidratato e per l’appunto farinoso dei frutti, che tendono a spaccarsi in profonde ed estese fenditure. Si tratta di una degenerazione strettamente correlata allo stoccaggio di prodotto maturo mantenuto a temperature troppo elevate. nate, tuttavia la conoscenza di come queste (temperature estive, autunnali, escursioni termiche, regime pluviometrico) si siano evolute nel corso della stagione può indicare fattori di rischio concreti. L’epoca di raccolta riveste un ruolo cruciale nella predisposizione di un frutto alla conservazione, un ruolo che andrebbe approfondito e tenuto maggiormente in considerazione con il supporto di appropriati indici di maturazione. La nutrizione minerale è stata richiamata costantemente come fattore di forte condizionamento della 9 conservabilità dei frutti. In particolare le quantità, i rapporti, le forme e le epoche di impiego di azoto e calcio sono discriminanti. Una serie di autorevoli studi hanno anche approfondito e indicato una serie di ulteriori elementi in grado di influenzare la conservabilità di un frutto: la posizione di questo sulla pianta, il carico produttivo, il tipo di potatura, il ruolo della luce, quello dell’impollinazione ecc… Quand’anche un prodotto fosse nelle condizioni ottimali di stoccaggio, non va dimenticato che le innovative tecniche di conservazione, compresi gli ausili di natura chimica, pur avendo offerto margini di miglioramento impensabili fino a 20 anni orsono, implicano anche numerose insidie. Esistono infatti specifiche alterazioni indotte da temperature di conservazione inappropriate, bassi tenori di ossigeno, elevate concentrazioni di CO2 così come permangono le potenzialità fitotossiche di alcune sostanze attive impiegate nella conservazione. In sintesi La rassegna delle alterazioni fisiologiche riportata non è sicuramente esaustiva, tuttavia ci offre un quadro emblematico di quante siano le insidie che possono compromette l’ esito della conservazione post raccolta di alcuni prodotti ortofrutticoli come le mele. Nelle argomentazioni riportate si impone con forza il fatto che un prodotto destinato alla conservazione ha nei confronti di questa una maggiore o minore predisposizione insita ovviamente nella propria natura intrinseca (specie e varietà), ma anche strettamente correlata ad una lunga serie di fattori agronomici, colturali e ambientali. Le condizioni climatiche non DANNI SUI FRUTTI Da sinistra danno in conservazione da eccesso di CO2 e danpossono certamente essere condizio- no in conservazione da congelamento 10 DALL’EMILIA notizie Apofruit: iniziative INVERNALI Divulgazione e informazione tramite incontri e assemblee durante il periodo invernale: è quanto prevede l’attività della cooperativa nei confronti della base sociale e del mondo agricolo in generale di Franco Girotti ue sono state le iniziative organizzate sul territorio da Apofruit nei mesi di novembre e dicembre, incentrate entrambe sulla coltura del pero. La prima si è tenuta il 26 novembre a Pieve di Coriano, in provincia di Mantova, e ha visto come coordinatore dell’incontro Claudio Biondi, vicepresidente del gruppo, che ha illustrato la proposta di convenzione tra Apofruit, istituti bancari e Ismea per finanziamenti alle aziende agricole dei soci, che prevede finanziamenti per nuovi impianti frutticoli da un minimo di 50.000 a un massimo di 300.000 euro, a un tasso di interesse del 4.5%, con durata del finanziamento di 7 anni. Ilenio Bastoni, direttore di Mediterraneo Group (del Gruppo Apofruit), ha invece presentato le strategie commerciali del gruppo, rivolte all’apertura di nuovi mercati come Corea e Hong Kong e Paesi dell’est europeo, princi- D palmente Polonia e Russia. Mauro Boselli, entomologo del Servizio Fitosanitario dell’Emilia Romagna, ha efficacemente “disegnato” diverse strategie di lotta contro Carpocapsa e Psilla: soprattutto quest’ultima ha catalizzato l’interesse dei frutticoltori presenti, in quanto da almeno due stagioni questo fitofago sta provocando danni consistenti, in modo particolare sulle pere precoci e autunnali a buccia liscia. Relatore dell’ultimo intervento è stato Benedetto Accinelli di Riff 98, che ha indicato Ecodian feromone biodegradabile come efficace ed ecologico mezzo di difesa contro Carpocapsa e Cydia molesta, che dal 2013 beneficerà di un incremento di contributo pubblico teso a incentivarne l’utilizzo. La seconda tavola rotonda, che è ormai diventata per i soci dell’area un tradizio- nale momento d’incontro, si è svolta a Nonantola, in provincia di Modena. Di particolare interesse il tema presentato da Federico Grazzini di Arpa Regione Emilia Romagna, Servizio Idro Meteo Clima, incentrato sui cambiamenti climatici in Emilia Romagna, che ha evidenziato lo stato attuale, ma anche le prospettive, dell’agricoltura della nostra regione, che sempre più dovrà affrontare situazioni climatiche caratterizzate da prolungati periodi di siccità. Esperienze di utilizzo delle micorrize in impianti di pero e sistemi alternativi per il contenimento del brusone, sono stati i principali argomenti dell’intervento di Graziano Miani di Agrites. A cornice dell’incontro, una breve presentazione della nuova varietà di pero a buccia rossa Falstaff ha destato l’interesse dei frutticoltori presenti alla serata. DALLA SICILIA 11 Novità dalle aree orticole RAGUSANE Apofruit in Sicilia ha messo in produzione una nuova varietà di pomodoro denominata Confetto. Successo sta avendo anche la prima prova di coltura fuori suolo É una novità assoluta nel panorama delle tipologie di pomodoro. Si contraddistingue per la sua forma attrattiva e innovativa e per il colore rosso scuro brillante. Ogni frutto esprime un ottimo aroma e un alto contenuto di zuccheri, che garantiscono il profumo, la dolcezza e il sapore della migliore tradizione italiana. È il pomodoro Confetto, una nuova varietà di mini plum messa in produzione da Apofruit Italia nelle aree orticole ragusane. “Siamo alla prima raccolta - esordisce il responsabile d’area di Apofruit, Alfonso D’Aquila - e per ora il prodotto sembra molto interessante, sia dal punto di vista commerciale che dal punto di vista produttivo. Si tratta infatti di una varietà caratterizzata da un’elevata shelf life, una buona produttività e una resa elevata. È ottimo da condire crudo in insalata, ed è ideale anche per guarnire piatti diversi”. Al momento sono tre i soci della Sicilia che hanno introdotto questa nuova varietà di pomodoro, per un totale di circa un ettaro di superficie coltivata. La raccolta è iniziata i primi di novembre e gli impianti continueranno a essere produttivi per tutta la campagna, fino a luglio. “Per il prossimo anno svilupperemo sicuramente questa coltura - continua D’Aquila - che finora ha dato una risposta più che positiva. I soci che lo hanno introdotto sono molto soddisfatti e nei prossimi mesi diventeranno sicuramente più numerosi”. Un’altra novità che negli ultimi mesi ha riguardato le aree orticole ragusane è stata la prima prova di coltura fuori suolo, sperimentata da un socio su due nuove serre. “Il socio, grazie anche ai contributi Ocm, ha installato questo impianto su due ettari destinati a pomodoro - conclude D’Aquila - La prova sta andando benissimo. Il vantaggio di questo tipo di coltura consiste nella crescita delle piante su un substrato sterile, in questo caso fibra di cocco, un ambiente più ‘pulito’ dal punto di vista fitosanitario. Questo significa riduzione dell’impiego di presidi chimici e minori volumi d’acqua per l’irrigazione. È una strada che in futuro converrà intraprendere sempre di più”. LA PAROLA AI PRODUTTORI AZ. AGR. MANENTI MICHELE Michele Manenti ha un’azienda di 4,5 ettari a Scicli (Rg): qui a settembre scorso ha effettuato un primo trapianto sperimentale di pomodoro Confetto, per un totale di 1.200 mq. “Il prodotto raccolto finora sembra di qualità molto buona, grado brix elevato, gusto ottimo. Dal punto di vista quantitativo ancora non eccelle rispetto agli altri prodotti, le rese non sono state elevate, ma siamo ancora in fase di prova. Ora ho un nuovo trapianto di 1.500 mq da mettere a dimora”. Manenti ha anche aderito al progetto Serre di Apofruit: nel 2012 ha ricoperto un ettaro di superficie, dove ha anche realizzato le prime prove di coltura fuori suolo, grazie al supporto di un tecnico della cooperativa. “Per ora siamo molto soddisfatti”, conclude. AZ. AGR. SGARLATA ADRIANO Anche Adriano Sgarlata ha introdotto nel 2012 la nuova varietà di pomodoro Confetto nell’azienda di 15 ettari che conduce nelle campagne di Donnalucata (Rg). “Abbiamo completato i trapianti a fine settembre - dice - per un totale di 1.500 mq ricoperti. Inizieremo la raccolta a fine gennaio. La pianta sembra per ora facilmente gestibile e promette rese generose; per quanto riguarda la qualità, il prodotto dovrebbe collocarsi in una categoria medio alta. Per una valutazione completa dovremo comunque attendere la fine di maggio”. Sgarlata nel 2012 ha aderito anche al Progetto Serre, realizzando strutture ex novo su una superficie di 3.000 mq. “Una scelta positiva - conclude - Per il 2013 abbiamo già dato disponibilità per un ulteriore sviluppo del progetto”. 12 DAL LAZIO notizie Susino: liquidazione delle VARIETÀ ESTIVE A un anno dall’ultima liquidazione delle varietà estive di susina facciamo un riepilogo per verificare risultati e prospettive. Le produzioni del 2012 sono state inferiori al potenziale produttivo degli impianti, questo a causa degli sbalzi termici molto forti nel mese di marzo, proprio durante la fioritura o subito dopo l’allegagione. Le varietà più penalizzate sono state la TC Sun e Fortune. Le nuove varietà, vista anche la giovane età degli impianti, hanno tutto sommato risposto alle aspettative in termini di quantità prodotte. Per quanto riguarda la qualità, in generale possiamo dire che tutti i frutteti e tutte le varietà avevano una qualità eccellente, sia in termini di pezzatura che di colore e sapore. I risultati raggiunti sono frutto dell’applicazione di una serie di tecniche ormai consolidate (e ampiamente utilizzate dai soci) come il diradamento chimico, la fertirrigazione, la gestione dei volumi idrici, lo stress idrico controllato, e, non ultimo, anche del fatto che quasi tutti i frutteti sono coperti con le reti antigrandine. In merito alle nuove varietà selezionate sul territorio e diffuse negli ultimi tre anni, possiamo dire che le risposte in termini produttivi e qualitativi si stanno confermando anno dopo anno; in particolare sono molto apprezzate dal mercato, per il sapore, la pezzatura e il colore. Il programma di miglioramento varietale per il territorio di Latina prosegue con l’obiettivo di ampliare il periodo di raccolta, mantenendo la qualità e le caratteristiche più richieste dal mercato. Analizzando i prezzi di liquidazione delle diverse varietà, notiamo che i frutti a maturazione precoce o media con le caratteristiche sopradescritte mantengono un prezzo molto interessante, che in liquidazione va dai 40 ai 70 centesimi per kg in base alla varietà, alla pezzatura e al periodo di raccolta. Da non dimenticare che i risultati ottenuti sono comunque contestualizzati in una situazione di consumi ridotti e crisi dei consumi. A detta dei produttori, i risultati sono tutto sommato incoraggianti, perché ci sono circa 10 centesimi per kg in più rispetto al 2011 e le quantità sono state discrete, per lo meno sufficienti a garantire il reddito all’azienda. In merito alle varietà a buccia gialla (TC Sun, Anna), dobbiamo differenziare le due varietà. Per quanto riguarda Anna, come già detto ai soci, il risultato è stato tutto sommato positivo per l’esigua quantità e il calibro molto grosso. È comunque una varietà che dovrà essere sostituita nel tempo. Per quanto riguarda TC Sun, il ritorno per il produttore è intorno ai 45 centesimi per kg, grazie al calibro molto elevato. È una varietà che comunque può dare prospettiva solo per calibri medio alti. Il programma di miglioramento messo in atto già diversi anni fa, non solo per il susino, sta iniziando a dare i suoi frutti. C’è un concetto che ribadiamo da anni, e che continua a confermare le scelte fatte, ed è quello di adottare e sviluppare la ricerca per le nuove varietà più richieste dal mercato, e continuare a produrre frutti di elevata qualità adottando tutte le tecniche necessarie a mantenere lo standard qualitativo raggiunto fino a oggi.