notizie - Apofruit

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notizie - Apofruit
BIMESTRALE DELLA ORGANIZZAZIONE DEI PRODUTTORI APOFRUIT ITALIA
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Stampa: Ramberti Arti Grafiche, Rimini Tel. 0541 738111
Direttore Responsabile: Maurizio Magni
notizie
sommario
Liquidazione dei prodotti
estivi
..................................... 2-5
Anno XX n°6 - Novembre/Dicembre Duemila12
Più export e prodotti a marchio
nel futuro di APOFRUIT
Nell’Assemblea dei soci Apofruit ha presentato i progetti per il prossimo
triennio. Innovazione, export e politica di marca le chiavi per trasferire
maggiore reddito ai produttori
PAGINE TECNICHE
Alterazioni fisiologiche
su mele e pere destinate
a prolungati periodi di
conservazione
..................................... 6-9
DALL’EMILIA
Apofruit: iniziative
invernali
...................................... 10
DALLA SICILIA
Novità dalle aree
orticole ragusane
...................................... 11
DAL LAZIO
Susino: liquidazione delle
varietà estive
...................................... 12
TASSO DI INTERESSE
Il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 30 novembre ha deliberato di confermare i tassi applicati sui contratti
di prestito sociale nella misura del 2% per il prestito libero
e 3% per il prestito vincolato.
L
a crisi continua a colpire duramente il settore ortofrutticolo. Anche
il 2012 è, ancora una volta, un anno
nel corso del quale i produttori hanno
visto erosi i propri guadagni a causa di
una serie di congiunture negative che
hanno annullato l’effetto positivo indotto dall’incremento dei prezzi rispetto all’anno passato. Alle negatività del
2011, che è stato il più critico degli
ultimi dieci anni, soprattutto per la frutta estiva, quest’anno si aggiunge l’aumento dei costi nelle aziende agricole:
contributi previdenziali, IMU, carburanti
e mezzi tecnici. Per cercare soluzioni
a questa situazione di grave difficoltà,
che si protrae oramai da diversi anni,
la cooperativa Apofruit ha elaborato un
pacchetto di progetti per il prossimo
triennio, che sono stati presentati in occasione dell’Assemblea dei soci dell’Emilia Romagna, che si è tenuta mercoledì 12 dicembre alla Sala Europa di
Cesena Fiera. Rinnovamento varietale,
sviluppo delle specie strategiche destinate al mercato internazionale (kiwi,
mele, uva da tavola) e delle attività con i
partner (Mediterraneo Group dovrebbe
passare dai 28 milioni del 2011 ai 40
milioni di euro di fatturato nel 2015),
crescita dei prodotti a marchio proprio
(dai 40 milioni di fatturato del 2011 a
70 milioni del 2015) e dell’export (dal
30% al 40% del fatturato) sono le cinque aree strategiche su cui vertono i
progetti di Apofruit per i prossimi anni.
2
“Un piano - evidenzia il Direttore
Generale della Cooperativa Renzo
Piraccini - finalizzato non alla crescita dei volumi, ma al miglioramento
della qualità dei prodotti conferiti e
all’efficienza gestionale. Gli interventi
previsti hanno l’obiettivo di qualificare la presenza dei nostri prodotti sul
mercato internazionale e di ridurre i
costi di gestione. Gran parte degli investimenti previsti negli stabilimenti,
che ammonteranno nel triennio a 15
milioni di euro, saranno destinati alle
nuove tecnologie per il confezionamento e al miglioramento delle tec-
notizie
niche di conservazione”.
“Vogliamo sostenere i nostri soci produttori - afferma il Presidente di Apofruit Mirco Zanotti - in questo difficile
momento. È per questo che abbiamo
previsto tempi di acconto più rapidi per
i produttori (benché già oggi siamo i più
veloci del settore), aumento dei massimali dei contributi OCM per i nuovi impianti e una convenzione con Ismea e
Istituti di Credito locali per permettere
il finanziamento degli investimenti nelle
imprese agricole”.
Dopo la presentazione dei progetti, un
gruppo di politici ed esperti, coordinati
dal direttore del Corriere Ortofrutticolo
Lorenzo Frassoldati, ha dibattuto sul
tema “Quale contributo dal settore ortofrutticolo alla crescita del Paese?”.
Sono intervenuti: Gianni Luppi, Presidente di Legacoop Agroalimentare,
Egidio Sardo, Direttore Generale di
ISMEA, Guido Tampieri, Commissario
straordinario AGEA, Tiberio Rabboni,
Assessore regionale all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Paolo De
Castro, Presidente della Commissione
Agricoltura del Parlamento Europeo e
Mirco Zanotti, Presidente di Apofruit
Italia.
Liquidazione dei prodotti ESTIVI
A fronte di un generale calo produttivo, aumenta il valore della liquidazione. Necessario puntare sempre più su qualità
e rinnovamento varietale
A
l termine della campagna estiva Apofruit Italia ha liquidato ai
soci 749.477 quintali di prodotto,
per un valore della produzione di
31.112.000 euro.
A fronte di un calo produttivo complessivo (-9% rispetto al 2011),
quest’anno il valore della liquidazione
è cresciuto del 14%.
“Dal punto di vista commerciale, l‘andamento di mercato è stato
senz’altro migliore rispetto al 2011,
- esordisce il direttore commerciale
di Apofruit Italia, Walter Bucella pur avendo operato in un contesto
caratterizzato dall’accentuarsi della
crisi economica a livello europeo,
che ha portato a una contrazione dei
CONFERIMENTO ESTIVO 2012
PESCHEE NETTARINE
543.746 q.li
ALBICOCCHE
77.708 q.li
CILIEGIE11.665 q.li
SUSINE34.699 q.li
PERE ESTIVE
10.846 q.li
MELE ESTIVE
9.912 q.li
UVA 9.331 q.li
ORTAGGI19.515 q.li
MELONI18.914 q.li
COCOMERI
11.006 q.li
FRAGOLE ESTIVE
2.136 q.li
consumi.
“Strategicamente - continua Bucella - abbiamo sviluppato le nostre linee
di alta qualità: l’attività sulla linea Solarelli, per il prodotto convenzionale, è
cresciuta del 25%, Almaverde Bio per
il biologico del 15%”.
Pesche e nettarine
La produzione su questo comparto ha
registrato un calo delle quantità del
9%. Il mercato è partito bene, con risultati discreti per tutta la produzione
precoce.
L’andamento positivo è proseguito, anche se con prezzi inferiori, fino a fine
luglio, stabilizzandosi poi per il resto
della campagna, con una leggera ripresa solo per le varietà tardive di settembre.
La maturazione scalare fra le diverse
aree produttive ha evitato una sovrapposizione di prodotto. L’andamento
climatico favorevole, caldo e asciutto,
ha contribuito ad avere un prodotto di
buona qualità, con un grado zuccheri-
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no elevato.
Purtroppo la stagione particolarmente
asciutta ha inciso negativamente sui
calibri dei frutti, soprattutto per chi non
ha avuto la possibilità di irrigare.
“La campagna di commercializzazione,
quindi, è stata caratterizzata da una
scarsa offerta di calibri grossi sui quali
c’è stato un buon riscontro dal mercato
- sottolinea Bucella - mentre non hanno invece trovato un’adeguata valorizzazione i calibri piccoli, destinati prevalentemente verso il mercato estero. Su
quest’ultimo anche quest’anno forte è
stata la concorrenza del prodotto spagnolo, soprattutto per quanto riguarda
le nettarine, e di quello greco per le
pesche. Inoltre i consumi di ortofrutta
nei Paesi del centro e nord Europa non
sono stati aiutati dal clima, particolarmente piovoso e freddo”.
Albicocche
Quella del 2012 è stata un’annata
record dal punto di vista produttivo: i
quantitativi sono cresciuti del 30% rispetto allo scorso anno, per un totale
di 77.708 quintali di prodotto conferito.
“In un’annata di piena produzione sia
in Italia che all’estero, si conferma il
trend di crescita dei consumi su questo comparto, grazie allo sviluppo delle
varietà buone da mangiare, che oggi
rappresentano oltre il 60% del nostro
conferito - sottolinea il direttore commerciale di Apofruit Italia - L’obiettivo,
ora, è quello di andare a sostituire rapidamente le vecchie varietà, che stanno
trovando sempre più difficoltà di valorizzazione sul mercato. Sulle albicocche è
particolarmente importante il comparto industriale, il cui posizionamento di
prezzo influenza direttamente l’offerta
di prodotto da fresco. Quest’anno, a
causa della maggiore disponibilità di
albicocche, i prezzi del prodotto per
uso industriale hanno avuto quotazioni decisamente inferiori, influenzando
negativamente anche le quotazioni
del prodotto per il fresco. Nonostante
questo, i risultati finali per i produttori
sono stati positivi, seppur differenziati
nei diversi periodi produttivi, soprattutto per quanto riguarda le varietà buone
da mangiare”.
Anche nel caso delle albicocche si
sono ottenuti calibri inferiori rispetto
all’annata precedente, a causa della
forte allegagione e dell’andamento climatico.
“Sul fresco - sottolinea Bucella - è importante avere un buon calibro, che
permetta di poter valorizzare il prodotto
in modo adeguato. Quest’anno va sottolineato che abbiamo sviluppato molto
la percentuale di prodotto confezionato
direttamente in campagna, sia in cestini che prodotto sfuso o alveolato, in
particolare per quanto riguarda la linea
Solarelli. L’obiettivo in futuro è quello di
aumentare ulteriormente la quantità di
prodotto confezionato direttamente dal
produttore: in questo modo le aziende
in grado di portare avanti quest’attività
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notizie
Gala - dice Bucella - una tipologia su
cui Apofruit intende crescere ma, allo
stesso tempo, sottolineiamo l’esigenza
di procedere con una rapida sostituzione dei vecchi cloni con nuove tipologie
che permettano di avere un prodotto
più colorato”.
potranno avere un valore aggiunto
importante”.
Ciliegie
La scarsa produzione che si è verificata su questa specie, seppur in
misura diversa a seconda delle aree
produttive, ha avuto come conseguenza un’offerta limitata di prodotto che, anche grazie all’andamento
climatico favorevole, ha determinato
un mercato molto positivo. “Quello
delle ciliegie è un comparto su cui
la cooperativa intende crescere,
puntando sull’innovazione varietale e
sulla realizzazione di sesti d’impianto
più “efficaci” dal punto di vista gestionale”, dichiara Bucella.
Susine
L’andamento di mercato su questo comparto è stato discreto e
abbastanza stabile. Si conferma il
maggior interesse per le varietà cino-giapponesi rosse e nere. Va sottolineata l’importanza della qualità su
questa specie in senso generale. In
particolare sulle varietà a buccia gialla è fondamentale, per realizzare la
miglior valorizzazione, portare a raccolta un prodotto con frutti di grosso
calibro, in quanto la vendita avviene
prevalentemente sfusa o alveolata.
Pere e mele estive
Particolarmente favorevole, anche a
fronte di una produzione inferiore e
di una minore presenza di prodotto
di importazione, è stato l’andamento
di mercato per queste specie. “Per
quanto riguarda le mele si conferma
l’aumento di interesse per la varietà
Uva
La campagna 2012 è stata molto importante per Apofruit, in quanto il significativo aumento dei quantitativi conferiti dai soci ci ha permesso di creare
nuove linee commerciali che riteniamo
particolarmente importanti in funzione
del forte sviluppo produttivo dei pros-
LA PAROLA AI PRODUTTORI
AZ. AGR SEVERI MAURIZIO
Maurizio Severi è titolare di un’azienda di 4 ettari a conduzione
biologica a San Martino di Cesena, dove produce pesche e nettarine, varietà precoci e tardive. “Rispetto alla disastrosa annata
2011, le cose quest’anno sono andate meglio - esordisce a proposito degli esiti della liquidazione estiva - Tuttavia un’azienda
biologica ha dei costi di gestione più alti rispetto a un’azienda convenzionale, per cui anche i prezzi dovrebbero essere più
adeguati”. Severi ha conferito alla cooperativa 380 q.li di prodotto, che gli sono stati
liquidati con una media di 48 cent./kg. “Con le pesche gialle ho ottenuto la media
migliore - continua - mentre le nettarine gialle non sono andate bene. La qualità dei
frutti quest’anno è stata buona. In generale i risultati sono stati sufficienti a coprire i
costi di produzione, ma ci aspettavamo qualcosa in più”.
AZ. AGR. BENZONI RICCARDO
Non è del tutto soddisfatto dell’esito della liquidazione estiva
Martino Benzoni, che, insieme al padre Riccardo, conduce un’azienda di 40 ettari a San Pietro in Vincoli: qui produce anche
pesche e nettarine, per un totale di 8,9 ettari. Al termine della
campagna ha conferito alla cooperativa 3.417,75 q.li di prodotto, che gli sono stati liquidati con una media di 33 cent./kg. “I risultati quest’anno sono stati sufficienti, ma in un’ottica di costi crescenti la sufficienza
diventa un concetto un po’ stretto - dichiara - Grazie alle tecniche di concimazione e
irrigazione abbiamo ottenuto un prodotto di buona qualità e buon calibro. In un anno
in cui la merce è stata venduta bene, ci aspettavamo onestamente di ottenere un risultato migliore. Per le prossime campagne speriamo, grazie all’aiuto della cooperativa, di riuscire a valorizzare al meglio il nostro prodotto per differenziarci sul mercato”.
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simi anni. Il crescente apprezzamento
dei consumatori per le varietà di uva
senza semi ha confermato la validità della scelta di Apofruit di puntare
esclusivamente su questa tipologia di
prodotto.
Ortaggi
Quella del 2012 è stata un’annata particolarmente positiva per la produzione
estiva, seppur con un andamento differenziato a seconda dei periodi e delle
tipologie di prodotto. Da sottolineare in
particolare l’andamento del comparto patate e cipolle estive, sul quale si
sono avuti buoni risultati che, data la
prevista minor produzione a livello europeo, dovrebbero essere il preludio
per un buon andamento anche delle
produzioni autunnali e invernali.
Biologico
Anche su questo comparto l’andamento di mercato è stato decisamente migliore rispetto al 2011. Nonostante la
crisi, quello del biologico si conferma
un mercato dove i consumi a livello europeo sono in costante crescita. L’attività commerciale gestita attraverso la
società Canova srl (del Gruppo Apofruit) ha permesso di sviluppare le vendite
Almaverde Bio sul mercato nazionale e
di incentivare l’apertura di nuovi mercati all’estero. Scendendo nel dettaglio
delle varie produzioni, si evidenzia che
per quanto riguarda pesche e nettarine occorre aumentare le produzioni nel
periodo medio e tardivo, in quanto nel
LA PAROLA AI PRODUTTORI
AZ. AGR. PARMIGGIANI ARTURO
Arturo Parmiggiani, produttore di ciliegie di Vignola, ha un’azienda di 2,5 ettari, di cui 2 destinati appunto a questo prodotto.
“Quest’anno a causa del clima sfavorevole, con frequenti piogge
in fase di fioritura, non c’è stata allegagione, per cui abbiamo
ottenuto un frutto bellissimo, ma in scarsa quantità - spiega Abbiamo raccolto in tutto 150 q.li di prodotto, la metà rispetto
allo scorso anno. Il prezzo tuttavia è stato positivo, 3,4 euro al kg
di media”. “In conclusione - aggiunge - sono comunque abbastanza soddisfatto, non
potevo sperare in qualcosa di più, non avendo conferito molto prodotto”.
periodo precoce e medio-precoce la
produzione attuale è già più che sufficiente e c’è inoltre una concorrenza
maggiore da parte degli altri Paesi produttori europei.
Per le albicocche bio si conferma anche quest’anno un buon risultato, sia
sul comparto fresco che su quello da
industria. Occorre però anche in questo caso continuare il processo di rinnovamento varietale. Ottimo risultato
ottenuto sui comparti di mele e pere
estive e di uva, in un’annata in cui la
cooperativa ha aumentato fortemente
la produzione. Si confermano altresì
interessanti i risultati ottenuti sul comparto delle susine. Gli ortaggi, infine,
hanno avuto una campagna molto poPRODOTTI BIOLOGICI
PESCHE E NETTARINE
47.527 q.li
ALBICOCCHE
15.599 q.li
CILIEGIE390 q.li
SUSINE4.794 q.li
PERE ESTIVE
1.594 q.li
MELE ESTIVE
3.785 q.li
UVA2.561 q.li
ORTAGGI9.273 q.li
ALTRE SPECIE
2.354 q.li
sitiva, con possibilità di incremento delle produzioni. Ricordiamo l’importanza
della programmazione delle produzioni
biologiche in generale, al fine di avere
una produzione adeguata alle capacità
di assorbimento del mercato.
È questa la condizione fondamentale
per realizzare la massima valorizzazione
dei prodotti in questo comparto.
Conclusioni
“In un mercato caratterizzato da una
sempre più forte concorrenza recepiamo un segnale inequivocabile: - conclude il direttore commerciale di Apofruit - per fare reddito è necessario che
i produttori puntino sul rinnovamento
varietale e su produzioni di qualità,
sfruttando anche le opportunità fornite
dalla cooperativa per ottenere valore
aggiunto, come il confezionamento in
campagna, per i prodotti per i quali è
previsto. Riteniamo questa la via per
poterci differenziare sul mercato e creare quelle condizioni necessarie per
dare ai soci una remunerazione adeguata”.
6
PAGINE TECNICHE
6
notizie
Insorgenza di alterazioni fisiologiche
su mele e pere destinate a prolungati
periodi di CONSERVAZIONE
di Gianni Ceredi
’argomento che tratteremo in
queste pagine tecniche di “Apofruit Notizie” riprende e amplia quello
sviluppato nel precedente numero,
avendo come soggetto le alterazioni di natura fisiopatologica cui sono
esposte alcune specie frutticole.
Come noto le produzioni autunnoinvernali quali mele e pere, verso le
quali i produttori della nostra cooperativa stanno dedicando sempre maggiori attenzioni, offrono l’opportunità
di dilatare il periodo di commercializzazione grazie alla naturale propensione
a prolungati periodi di conservazione.
Tale aspetto concede maggiori opportunità economiche, ma non è esente
da rischi.
I frutti sono infatti organi vegetali le
cui funzioni vitali permangono attive
anche dopo la recisione dalla pianta.
In post-raccolta, dunque, il metabolismo della respirazione non si interrompe, procedendo, nel caso specifico dei frutti climaterici come mele
e pere, con un picco di intensità, per
poi attenuarsi fino alla senescenza del
frutto.
L’intensità dei processi respiratori viene condizionata da diversi fattori tra
cui i più importanti da annoverare sono
la temperatura, la luce, la concentra-
L
zione di ossigeno nell’atmosfera, l’umidità relativa, eventuali condizioni di
stress (urti) e la presenza di etilene.
Questo fitormone, prodotto in notevole quantità dai frutti climaterici,
presiede e condiziona quell’insieme di
trasformazioni metaboliche comunemente associate al processo di maturazione.
I cambiamenti che il frutto subisce
durante la maturazione a carico dei
pigmenti, degli zuccheri, degli acidi,
degli aromi e della consistenza dei
tessuti sono irreversibili, preludono al
loro consumo e non possono ovviamente precedere la fase di raccolta,
conservazione e commercializzazione.
Pertanto l’applicazione di appropriate
tecniche e strutture di conservazione
dei frutti assume un ruolo imprescindibile.
La predisposizione alla conservazione
è spesso condizionata da una serie di
“disordini” di natura fisiologica la cui
suscettibilità è subordinata alla varietà, alle condizioni di conservazione e
a diversi fattori che insorgono in preraccolta durante la fase di coltivazione.
Il più ovvio di questi fattori è rappresentato dallo stato di maturazione
dei frutti alla raccolta. Tuttavia numerosi altri elementi possono essere
correlati a tali disordini fisiologici e
alle diverse risposte che i frutti possono dare alle basse temperature o alle
diverse condizioni di conservazione
imposte. Nelle mele la posizione dei
frutti sulla pianta influisce sul contenuto in elementi minerali e conseguentemente sull’incidenza di fisiopatie in post raccolta, come ad esempio
il “bitter pit”, più comunemente noto
come “butteratura”.
La posizione dei frutti condiziona anche l’impollinazione e altre variabili
colturali come il flusso di elementi minerali e acqua nello sviluppo dei frutti.
Elevate temperature ambientali
sviluppatesi durante la crescita
dei frutti condizionano la risposta di
questi alle alte o basse temperature in
post raccolta. Alcuni disordini specifici
come la vitrescenza o le lesioni da refrigerazione sono spesso riconducibili
all’esposizione dei frutti alla radiazione
solare o a elevate temperature durante la stagione, mentre fisiopatie come
il riscaldo vengono spesso associate
all’esposizione a basse temperature.
L’identificazione in preraccolta di fattori ambientali che favoriscono alterazioni di natura fisiopatologica in post
raccolta offre maggiori possibilità di
produrre frutti meno predisposti a tali
disordini.
PAGINE TECNICHE
FRUTTO DI MELA con evidenti sintomi di “vitrescenza”
Vitrescenza delle mele
(Water core)
Il nome di questa fisiopatia deriva
dall’aspetto che i tessuti interni, generalmente localizzati nella parte centrale del frutto, assumono.
Le parti della polpa interessate appaiono infatti “vetrose”, “acquose” e
possono estendersi fino a lambire la
buccia che tende poi a imbrunire. La
vitrescenza in genere viene associata
a uno stato di sovra maturazione del
frutto, che a sua volta viene favorita
da basse temperature notturne nel
periodo autunnale.
Essa, inoltre, appare correlata alla dimensione eccessiva dei frutti e quindi a un diradamento squilibrato, a un
elevato rapporto tra foglie e frutti, a
un’eccessiva quantità di azoto e boro,
così come a una carenza di calcio,
perfino a un’intensa esposizione dei
frutti alla luce. Dal punto di vista fisiologico, la vitrescenza viene imputata all’accumulo nel frutto di uno
zucchero, il sorbitolo. Tale zucchero,
che proviene dalla pianta, in condizio-
ni normali viene trasformato in fruttosio, ma si suppone che, quando tale
flusso eccede tale capacità di trasformazione, esso si accumuli negli spazi
intercellulari.
In genere questa fiosiopatia insorge
nella fase che precede la raccolta ma
non aumenta durante la conservazione. In casi di vitrescenza lieve o modesta, i tessuti possono anche riassorbire le estrusioni di liquidi e trasformare
il sorbitolo in eccesso; tuttavia, se la
severità della fisiopatia è accentuata,
essa può degenerare in un collasso e
imbrunimento del frutto.
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Butteratura amara (Bitter pit)
La butteratura rappresenta una classica fisiopatia delle mele, caratterizzata da punteggiature di colore bruno
e consistenza sugherosa, localizzate
nella parte superficiale della polpa e
distribuite prevalentemente nell’emisfero calicino. L’incidenza di questa
fisiopatia è influenzata in primo luogo
dalla sensibilità varietale. Nell’ambito
di questa, la severità del problema
viene accentuata da raccolte precoci,
piante eccessivamente vigorose (eccesso di azoto), frutti di notevole pezzatura, squilibri nella nutrizione idrica
e minerale. Tutti questi fattori sono
connessi attraverso complessi intrecci
metabolici e fisiologici, che comprendono il collasso e la perdita di funzionalità delle pareti e delle membrane
cellulari, la formazione di micro cavità
e il riempimento di queste di liquidi.
Il fattore nutrizionale che presiede a
tutti questi squilibri è ascrivibile alla
carenza di calcio, il cui contenuto nei
frutti è strettamente e inversamente
correlato alla presenza di butteratura.
DANNI DA CONSERVAZIONE Sezione di mela affetta da butteratura
8
PAGINE TECNICHE
notizie
a raccolte tardive e carenza di calcio.
Dopo prolungati periodi di conservazione, in corrispondenza delle lenticelle,
si manifestano piccole macchie brune
che col tempo si affossano, senza tuttavia alterare i tessuti della polpa. Le
lesioni possono successivamente essere invase da agenti fungini.
FRUTTO DI MELA con diffusa lenticellosi da conservazione
Anche elementi come il magnesio e
il potassio sono associati al fenomeno della butteratura, ma ciò è dovuto
probabilmente a effetti sinergici o di
antagonismo con il calcio medesimo.
A conferma di quanto detto, è nota
la possibilità di ridurre tale fiosiopatia
impiegando sali di calcio attraverso
sia interventi in pre raccolta che per
immersione dei frutti in post raccolta.
Lenticellosi (Lenticel breakdown)
Il collasso della lenticella non è associato ad alcun agente patogeno. Si
tratta di un’alterazione fisiopatologica
la cui origine resta in gran parte sconosciuta anche se spesso è associata
Imbrunimenti interni del cuore
e della polpa (Core flush, brown
core, senescent break down)
Alcune varietà di mele, come per
esempio quelle appartenenti al gruppo Fuji, possono sviluppare una serie
di disordini fisiologici che interessano
la polpa del frutto. Tali fisiopatie possono evolvere le une verso le altre e
non sono pertanto sempre facilmente
distinguibili.
Nel caso nel cosiddetto “imbrunimento rosa” (Core flush) i tessuti interessati, disposti a raggiera attorno alle
cavità seminali, assumono una pigmentazione dalla tonalità rosa/bruno
e una consistenza più morbida e umida. Tale alterazione sembra associata
a lunghi periodi di conservazione, con
temperature eccessivamente basse e
aggravata da un elevato tasso di CO2
e dalla perdita di umidità. Anche alcune condizioni colturali sembrano favorirla, come una raccolta precoce o
la presenza di estati particolarmente
temperate. Il “Cuore bruno” (Brown
core), similmente all’alterazione precedente, interessa la parte centrale
del frutto detta “cuore”, attorno alle
cavità seminali con un imbrunimento
dei tessuti. A questo disordine fisiologico possono essere associati prolungati periodi di stoccaggio e temperature troppo basse, così come
persistenti periodi di pioggia in pre
raccolta, eccessi di azoto e raccolte di
prodotto sovra maturo.
Frequentemente le alterazioni che si
sviluppano nella parte interna del frutto possono estendersi al resto della
polpa, degenerare e condurlo al collasso.
Un ulteriore tipo di disfacimento che
abbiamo osservato occasionalmente
su alcune partite di cv. Modì è il cosiddetto disfacimento farinoso (Mealy breackdown), caratterizzato da
IMBRUNIMENTI INTERNI DEL CUORE E DELLA POLPA Nelle foto, da sinistra, frutto con “imbrunimento rosa”, frutto
affetto da “cuore bruno” e frutto con collasso da senescenza
PAGINE TECNICHE
FRUTTO AFFETTO da disfacimento farinoso
un aspetto disidratato e per l’appunto farinoso dei frutti, che tendono a
spaccarsi in profonde ed estese fenditure. Si tratta di una degenerazione
strettamente correlata allo stoccaggio
di prodotto maturo mantenuto a temperature troppo elevate.
nate, tuttavia la conoscenza di come
queste (temperature estive, autunnali,
escursioni termiche, regime pluviometrico) si siano evolute nel corso della
stagione può indicare fattori di rischio
concreti. L’epoca di raccolta riveste
un ruolo cruciale nella predisposizione di un frutto alla conservazione, un
ruolo che andrebbe approfondito e tenuto maggiormente in considerazione
con il supporto di appropriati indici di
maturazione. La nutrizione minerale è
stata richiamata costantemente come
fattore di forte condizionamento della
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conservabilità dei frutti. In particolare le quantità, i rapporti, le forme e
le epoche di impiego di azoto e calcio sono discriminanti. Una serie di
autorevoli studi hanno anche approfondito e indicato una serie di ulteriori elementi in grado di influenzare la
conservabilità di un frutto: la posizione
di questo sulla pianta, il carico produttivo, il tipo di potatura, il ruolo della
luce, quello dell’impollinazione ecc…
Quand’anche un prodotto fosse nelle condizioni ottimali di stoccaggio,
non va dimenticato che le innovative
tecniche di conservazione, compresi
gli ausili di natura chimica, pur avendo offerto margini di miglioramento
impensabili fino a 20 anni orsono,
implicano anche numerose insidie.
Esistono infatti specifiche alterazioni
indotte da temperature di conservazione inappropriate, bassi tenori di ossigeno, elevate concentrazioni di CO2
così come permangono le potenzialità
fitotossiche di alcune sostanze attive
impiegate nella conservazione.
In sintesi
La rassegna delle alterazioni fisiologiche riportata non è sicuramente
esaustiva, tuttavia ci offre un quadro
emblematico di quante siano le insidie che possono compromette l’ esito
della conservazione post raccolta di
alcuni prodotti ortofrutticoli come le
mele. Nelle argomentazioni riportate
si impone con forza il fatto che un prodotto destinato alla conservazione ha
nei confronti di questa una maggiore
o minore predisposizione insita ovviamente nella propria natura intrinseca
(specie e varietà), ma anche strettamente correlata ad una lunga serie
di fattori agronomici, colturali e ambientali. Le condizioni climatiche non
DANNI SUI FRUTTI Da sinistra danno in conservazione da eccesso di CO2 e danpossono certamente essere condizio- no in conservazione da congelamento
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DALL’EMILIA
notizie
Apofruit: iniziative INVERNALI
Divulgazione e informazione tramite incontri e assemblee durante il periodo invernale: è quanto prevede l’attività
della cooperativa nei confronti della base sociale e del mondo agricolo in generale
di Franco Girotti
ue sono state le iniziative organizzate sul territorio da Apofruit nei mesi di novembre e dicembre,
incentrate entrambe sulla coltura del
pero.
La prima si è tenuta il 26 novembre
a Pieve di Coriano, in provincia di
Mantova, e ha visto come coordinatore dell’incontro Claudio Biondi, vicepresidente del gruppo, che ha illustrato la proposta di convenzione tra
Apofruit, istituti bancari e Ismea per
finanziamenti alle aziende agricole dei
soci, che prevede finanziamenti per
nuovi impianti frutticoli da un minimo
di 50.000 a un massimo di 300.000
euro, a un tasso di interesse del 4.5%,
con durata del finanziamento di 7 anni.
Ilenio Bastoni, direttore di Mediterraneo Group (del Gruppo Apofruit), ha
invece presentato le strategie commerciali del gruppo, rivolte all’apertura
di nuovi mercati come Corea e Hong
Kong e Paesi dell’est europeo, princi-
D
palmente Polonia e Russia.
Mauro Boselli, entomologo del Servizio
Fitosanitario dell’Emilia Romagna, ha
efficacemente “disegnato” diverse strategie di lotta contro Carpocapsa e Psilla:
soprattutto quest’ultima ha catalizzato
l’interesse dei frutticoltori presenti, in
quanto da almeno due stagioni questo
fitofago sta provocando danni consistenti, in modo particolare sulle pere
precoci e autunnali a buccia liscia.
Relatore dell’ultimo intervento è stato
Benedetto Accinelli di Riff 98, che ha
indicato Ecodian feromone biodegradabile come efficace ed ecologico mezzo
di difesa contro Carpocapsa e Cydia
molesta, che dal 2013 beneficerà di un
incremento di contributo pubblico teso a
incentivarne l’utilizzo.
La seconda tavola rotonda, che è ormai
diventata per i soci dell’area un tradizio-
nale momento d’incontro, si è svolta a
Nonantola, in provincia di Modena. Di
particolare interesse il tema presentato
da Federico Grazzini di Arpa Regione
Emilia Romagna, Servizio Idro Meteo
Clima, incentrato sui cambiamenti climatici in Emilia Romagna, che ha evidenziato lo stato attuale, ma anche le
prospettive, dell’agricoltura della nostra
regione, che sempre più dovrà affrontare situazioni climatiche caratterizzate da
prolungati periodi di siccità.
Esperienze di utilizzo delle micorrize in
impianti di pero e sistemi alternativi per
il contenimento del brusone, sono stati
i principali argomenti dell’intervento di
Graziano Miani di Agrites.
A cornice dell’incontro, una breve presentazione della nuova varietà di pero a
buccia rossa Falstaff ha destato l’interesse dei frutticoltori presenti alla serata.
DALLA SICILIA
11
Novità dalle aree orticole RAGUSANE
Apofruit in Sicilia ha messo in produzione una nuova varietà di pomodoro denominata Confetto. Successo sta
avendo anche la prima prova di coltura fuori suolo
É
una novità assoluta nel panorama
delle tipologie di pomodoro. Si contraddistingue per la sua forma attrattiva
e innovativa e per il colore rosso scuro
brillante. Ogni frutto esprime un ottimo
aroma e un alto contenuto di zuccheri,
che garantiscono il profumo, la dolcezza
e il sapore della migliore tradizione italiana. È il pomodoro Confetto, una nuova
varietà di mini plum messa in produzione
da Apofruit Italia nelle aree orticole ragusane.
“Siamo alla prima raccolta - esordisce il
responsabile d’area di Apofruit, Alfonso
D’Aquila - e per ora il prodotto sembra
molto interessante, sia dal punto di vista
commerciale che dal punto di vista produttivo. Si tratta infatti di una varietà caratterizzata da un’elevata shelf life, una
buona produttività e una resa elevata. È
ottimo da condire crudo in insalata, ed è
ideale anche per guarnire piatti diversi”.
Al momento sono tre i soci della Sicilia
che hanno introdotto questa nuova varietà di pomodoro, per un totale di circa un ettaro di superficie coltivata. La
raccolta è iniziata i primi di novembre e
gli impianti continueranno a essere produttivi per tutta la campagna, fino a luglio. “Per il prossimo anno svilupperemo
sicuramente questa coltura - continua
D’Aquila - che finora ha dato una risposta più che positiva. I soci che lo hanno
introdotto sono molto soddisfatti e nei
prossimi mesi diventeranno sicuramente
più numerosi”. Un’altra novità che negli
ultimi mesi ha riguardato le aree orticole
ragusane è stata la prima prova di coltura fuori suolo, sperimentata da un socio
su due nuove serre.
“Il socio, grazie anche ai contributi
Ocm, ha installato questo impianto su
due ettari destinati a pomodoro - conclude D’Aquila - La prova sta andando benissimo. Il vantaggio di questo
tipo di coltura consiste nella crescita
delle piante su un substrato sterile,
in questo caso fibra di cocco, un ambiente più ‘pulito’ dal punto di vista fitosanitario. Questo significa riduzione
dell’impiego di presidi chimici e minori
volumi d’acqua per l’irrigazione. È una
strada che in futuro converrà intraprendere sempre di più”.
LA PAROLA AI PRODUTTORI
AZ. AGR. MANENTI MICHELE
Michele Manenti ha un’azienda di 4,5 ettari a Scicli (Rg): qui a
settembre scorso ha effettuato un primo trapianto sperimentale
di pomodoro Confetto, per un totale di 1.200 mq. “Il prodotto
raccolto finora sembra di qualità molto buona, grado brix elevato,
gusto ottimo. Dal punto di vista quantitativo ancora non eccelle rispetto agli altri prodotti, le rese non sono state elevate, ma siamo
ancora in fase di prova. Ora ho un nuovo trapianto di 1.500 mq da mettere a dimora”.
Manenti ha anche aderito al progetto Serre di Apofruit: nel 2012 ha ricoperto un ettaro
di superficie, dove ha anche realizzato le prime prove di coltura fuori suolo, grazie al
supporto di un tecnico della cooperativa. “Per ora siamo molto soddisfatti”, conclude.
AZ. AGR. SGARLATA ADRIANO
Anche Adriano Sgarlata ha introdotto nel 2012 la nuova varietà
di pomodoro Confetto nell’azienda di 15 ettari che conduce nelle
campagne di Donnalucata (Rg). “Abbiamo completato i trapianti
a fine settembre - dice - per un totale di 1.500 mq ricoperti. Inizieremo la raccolta a fine gennaio. La pianta sembra per ora facilmente gestibile e promette rese generose; per quanto riguarda
la qualità, il prodotto dovrebbe collocarsi in una categoria medio alta. Per una valutazione completa dovremo comunque attendere la fine di maggio”. Sgarlata nel 2012
ha aderito anche al Progetto Serre, realizzando strutture ex novo su una superficie di
3.000 mq. “Una scelta positiva - conclude - Per il 2013 abbiamo già dato disponibilità
per un ulteriore sviluppo del progetto”.
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DAL LAZIO
notizie
Susino: liquidazione delle VARIETÀ ESTIVE
A
un anno dall’ultima liquidazione delle varietà estive di susina
facciamo un riepilogo per verificare
risultati e prospettive. Le produzioni
del 2012 sono state inferiori al potenziale produttivo degli impianti, questo
a causa degli sbalzi termici molto forti
nel mese di marzo, proprio durante la
fioritura o subito dopo l’allegagione.
Le varietà più penalizzate sono state la
TC Sun e Fortune. Le nuove varietà,
vista anche la giovane età degli impianti, hanno tutto sommato risposto
alle aspettative in termini di quantità
prodotte.
Per quanto riguarda la qualità, in generale possiamo dire che tutti i frutteti e
tutte le varietà avevano una qualità eccellente, sia in termini di pezzatura che
di colore e sapore. I risultati raggiunti sono frutto dell’applicazione di una
serie di tecniche ormai consolidate (e
ampiamente utilizzate dai soci) come il
diradamento chimico, la fertirrigazione,
la gestione dei volumi idrici, lo stress
idrico controllato, e, non ultimo, anche
del fatto che quasi tutti i frutteti sono
coperti con le reti antigrandine.
In merito alle nuove varietà selezionate
sul territorio e diffuse negli ultimi tre
anni, possiamo dire che le risposte in
termini produttivi e qualitativi si stanno confermando anno dopo anno; in
particolare sono molto apprezzate dal
mercato, per il sapore, la pezzatura e il
colore. Il programma di miglioramento
varietale per il territorio di Latina prosegue con l’obiettivo di ampliare il periodo
di raccolta, mantenendo la qualità e le
caratteristiche più richieste dal mercato.
Analizzando i prezzi di liquidazione delle diverse varietà, notiamo che i frutti a
maturazione precoce o media con le caratteristiche sopradescritte mantengono
un prezzo molto interessante, che in liquidazione va dai 40 ai 70 centesimi per
kg in base alla varietà, alla pezzatura e al
periodo di raccolta.
Da non dimenticare che i risultati ottenuti sono comunque contestualizzati in
una situazione di consumi ridotti e crisi
dei consumi.
A detta dei produttori, i risultati sono
tutto sommato incoraggianti, perché ci
sono circa 10 centesimi per kg in più rispetto al 2011 e le quantità sono state
discrete, per lo meno sufficienti a garantire il reddito all’azienda.
In merito alle varietà a buccia gialla (TC
Sun, Anna), dobbiamo differenziare le
due varietà. Per quanto riguarda Anna,
come già detto ai soci, il risultato è stato tutto sommato positivo per l’esigua
quantità e il calibro molto grosso. È comunque una varietà che dovrà essere
sostituita nel tempo. Per quanto riguarda TC Sun, il ritorno per il produttore è
intorno ai 45 centesimi per kg, grazie al
calibro molto elevato. È una varietà che
comunque può dare prospettiva solo per
calibri medio alti. Il programma di miglioramento messo in atto già diversi anni
fa, non solo per il susino, sta iniziando
a dare i suoi frutti. C’è un concetto che
ribadiamo da anni, e che continua a
confermare le scelte fatte, ed è quello
di adottare e sviluppare la ricerca per le
nuove varietà più richieste dal mercato,
e continuare a produrre frutti di elevata
qualità adottando tutte le tecniche necessarie a mantenere lo standard qualitativo raggiunto fino a oggi.