NOTIZIE - Apofruit

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NOTIZIE - Apofruit
APOFRUIT NOTIZIE
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Anno XXIII n° 1 - gennaio-febbraio 2015
NOTIZIE
Periodico bimestrale - Poste Italiane sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/04 nr. 46) art. 1 comma 1 DCB Forlì - Ed. Prima Comunicazione - E0,50
LIQUIDAZIONE AUTUNNALE
TRA CRISI E NUOVE STRATEGIE
PRODOTTI FITOSANITARI:
CON IL PAN OBBLIGO DEL PATENTINO
NUOVI SCENARI E NUOVI MERCATI
A FRUIT LOGISTICA E BIOFACH
SOMMARIO
Apofruit ha liquidato le produzioni autunnali
Uso sostenibile dei prodotti fitosanitari:
con il PAN obbligo del patentino
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Nuovi Scenari e nuovi mercati
a Fruit Logistica e Biofach
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PAGINE TECNICHE
Drosophila suzukii: quando
i moscerini diventano pericolosi
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DALL’EMILIA
Frutticoltura Ferrarese pronto un piano anticrisi
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DAL METAPONTO
Clementine: necessario il rinnovamento varietale
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DALLA SICILIA
Ortaggi bio: Romagna e Sicilia due giorni
a confronto
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DAL LAZIO
I Kiwi a polpa gialla G3: difesa da PSA e potatura
di produzione
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BIMESTRALE DELLA ORGANIZZAZIONE
DEI PRODUTTORI APOFRUIT ITALIA
Aut. Trib. FO n. 178 del 5/4/88 - Reg. Stampa n. 10/88
Stampa: Arti Grafiche Ramberti, Rimini Tel. 0541 738111
Direttore Responsabile: Maurizio Magni
Editore: Prima Comunicazione - Cesena (in corso di variazione)
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APOFRUIT NOTIZIE
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APOFRUIT HA LIQUIDATO
LE PRODUZIONI AUTUNNALI
Il mercato è stato influenzato negativamente dall’embargo russo. Di fronte alla crisi
l’importanza della segmentazione dell’offerta e della valorizzazione del biologico
L
a cooperativa ha liquidato ai soci 198.000 quintali di
prodotto con una variazione percentuale sull’anno
2013 di + 8,6% ed un importo pagato ai soci di euro
6.457.000, in diminuzione dell’11,4%. Questi i macro-numeri della campagna autunnale presentati nel corso delle
assemblee di Apofruit Italia. Due macro dati dai quali si
evince che la situazione di crisi della frutta estiva si è protratta andando a interessare, anche se in modo meno pesante, alcune specie conferite nella stagione autunnale, in
particolare susine e kaki. “Sono stati due i fattori principali
che hanno influenzato pesantemente il mercato e i prezzi
di vendita – spiega il presidente di Apofruit Mirco Zanotti
- l’embargo russo e la produzione spagnola in forte aumento. “Proprio per far fronte a queste complesse dinamiche di mercato - commenta il direttore generale della
cooperativa Ilenio Bastoni – occorre insistere sulle strategie di segmentazione dell’offerta che porti ad una maggior
valorizzazione delle produzioni come il biologico e le linee
di alta qualità”. Vediamo ora in dettaglio l’andamento della
liquidazione autunnale.
PERE
In termini di volumi la produzione si è attestata su quantitativi simili allo scorso anno, mentre in termini qualitativi la
campagna è stata caratterizzata da frutti di calibro maggiore rispetto al 2013, con conseguente minor produzione
da destinare al canale dell’industria di trasformazione che
ha registrato quotazioni leggermente inferiori rispetto alla
passata campagna. Di contro, l’elevata offerta di calibro
grosso sul mercato del fresco è alla base dei realizzi.
Per la Pera Williams, che anche quest’anno ha confermato il trend di crescita dei consumi registrato negli ultimi
anni, il prezzo medio di liquidazione Cat.I° 60+ è stato di
34 centesimi incluso il prodotto da sciroppo; interessante
la media del prodotto da mercato attestata su 40 centesimi. Il prodotto per l’industria residuo zero programmato
è stato liquidato a 28 centesimi e l’industria a parte 15
centesimi. Per le pere Williams i produttori riceveranno per
l’ultimo anno il contributo comunitario previsto.
Per la varietà Max Red Bartlett il prezzo medio Cat. I°
calibro 60+ è stato di 44 centesimi.
CLEMENTINE
Questo prodotto in generale ha scontato un problema
legato alle condizioni meteorologiche, responsabili di una
PIANO DI RIORGANIZZAZIONE
In occasione dell’assemblea dei soci che si è tenuta a metà febbraio
per la liquidazione dei prodotti autunnali è stato presentato il secondo
acconto dei prodotti invernali, che è stato erogato ai soci insieme alla
liquidazione autunnale. Le assemblee di liquidazione sono state occasione anche per la presentazione della fase finale del Piano di riorganizzazione con le modifiche del Regolamento interno finalizzate a una
semplificazione, razionalizzazione e integrazione delle procedure di
campionatura mantenendone inalterate le finalità, e cioè quelle di dare
“ad ognuno il suo” in base alla qualità dei prodotti conferiti. Le principali
modifiche sono: riduzione dei volumi campionati mantenendo un prelievo diffuso sulla partita per garantirne la rappresentatività; eliminazione degli attributi qualitativi (I^A, I^B, grandinato); campionatura a vista
delle seconde e dei “calibri piccoli” di I Cat. consegnati a parte. Altre
modifiche riguardano gli asparagi con la lunghezza massima dei turioni portata a 25 cm.; sul melone la divisione in due fasce dell’attributo
“Vitrescenza”, l’aggiunta di calibri 28/30 e 30+ nelle ciliegie per poter
valorizzare le nuove varietà che esprimono calibri elevati. Sono stati
anche presentati nuovi strumenti che saranno messi a disposizione
dei soci a partire dalla raccolta dei prodotti estivi, per consultare le proprie campionature tramite collegamento internet, senza così doversi
recare in Cooperativa.
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maturazione interna del frutto non coincidente con quella
esterna con conseguente posticipo della raccolta che ha
avuto come risultato un effetto negativo sulla campagna
di commercializzazione risultata più breve rispetto ad una
campagna normale. Complessivamente la cooperativa
ha ritirato 43.000 quintali di prodotto, volume in aumento
rispetto al 2013. Veniamo ora alle cultivar precoci: Caffin
Oronules categoria I° calibro 5+ è stato liquidato a una
media di 55 centesimi, un risultato superiore al 2013 in
conseguenza del ritardo nell’immissione sul mercato del
Clementino Comune. L’arrivo in massa di quest’ultimo sul
mercato ha determinato una forte pressione nell’offerta
con conseguenti risultati insufficienti per i produttori.
Passando al Clementino Comune, la varietà più importante, liquidato a una media di 26 centesimi Cat. I° Calibro
5+, va detto che la campagna 2014 è stata piuttosto simile a quella 2013. “Su questa varietà da qualche anno i risultati non sono soddisfacenti per i produttori - commenta
Bastoni - per questo suggeriamo di rinnovare gli impianti
puntando su varietà tardive che consentano la raccolta
in gennaio e febbraio e di adottare tecniche colturali che
permettano di anticipare nelle zone precoci e posticipare
la raccolta nelle zone tardive”. Ancora una considerazione
per le clementine: in generale ogni anno il calibro 5 manifesta maggiori difficoltà a essere posizionato sul mercato,
con la conseguenza che spesso i prezzi riescono a fatica
a coprire i costi di raccolta.
SUSINE ANGELENO
Per questo prodotto è stata un’annata di produzione elevata, complessivamente la cooperativa ha ritirato 46.000
quintali (+35% rispetto al 2013). Il mercato delle susine
autunnali ha riproposto l’andamento non positivo di quello
estivo per la chiusura da un lato di alcuni mercati di destinazione come quello russo e dall’altro dalla produzione
elevata della Spagna. La liquidazione media per la Cat.
I° calibro 40+ è stata di 23 centesimi per la Romagna e
20 centesimi per l’area di Latina. “Inoltre, a causa delle
avverse condizioni meteorologiche, caratterizzate da forti
piogge e grandinate – dichiara Bastoni – si è registrata
una produzione di scarsa qualità. Il mercato di riferimento
della Susina Angeleno – continua Bastoni – rimane quello
estero, esigente dal punto di vista qualitativo. Al fine di realizzare risultati adeguati alle esigenze è importante puntare
su un prodotto con elevati standard qualitativi sia da un
punto di vista estetico che organolettico”.
KAKI
La produzione del Kako Tipo, prodotto destinato per
quasi il 70% al mercato italiano, ha registrato quantitativi
superiori all’annata precedente, raggiungendo un volume
di 14.000 quintali (+25%). Dal punto di vista della qualità
la produzione è stata caratterizzata da problemi legati alla
cosiddetta “ragnatura” causata dalle abbondanti piogge
estive. La liquidazione media della Cat. I° calibro 22+ si è
LA PAROLA AI SOCI
AZIENDA AGRICOLA LUPPI EUGENIO
Eugenio Luppi conduce un’azienda agricola a
Crevalcore in provincia di Bologna, dove vengono
coltivati 7 ettari a frutteto. Da dieci anni in azienda
domina la coltivazione delle pere, avendo progressivamente abbandonato altri prodotti e la coltivazione
estensiva. Pere Williams, Kaiser e Abate sono le tre
varietà prodotte. La pera Williams, tra i prodotti della liquidazione autunnale, è coltivata nell’azienda di
Luppi su poco più di un ettaro. In questa campagna Luppi ha conferito 268
quintali di Pere Williams, liquidate a un prezzo medio di poco più di 34 cent/
kg. per il calibro 60+ . “Non è sempre facile - commenta Luppi - per la pera
Williams, sono sincero, speravo in qualcosa di più. Si cerca di investire sempre per ottenere un ottimo prodotto, frutti di pezzatura e qualità migliore. Ma
i margini sono sempre di meno. Io produco tre varietà di pere che raccolgo
in periodi diversi, per ciascuna delle tre specie coltivate ho introdotto nuovi
impianti per cercare di ottenere sempre un buon risultato ”.
AZIENDA AGRICOLA
MELANDRI MAURIZIO
Andrea Melandri lavora presso l’Azienda
agricola Melandri Maurizio. Nell’azienda
che si trova a Reda di Faenza si coltivano
susine, nettarine, kaki, vigneti (in prevalenza
di trebbiano), su un totale di 18 ettari. Socio
di Apofruit dal 2008, Melandri commenta la
campagna delle Susine Angeleno, alla cui
produzione è destinato un ettaro e mezzo nella sua azienda. “Poiché ha
più mesi di commercializzazione, per la campagna dell’Angeleno speravo
in un risultato migliore. Ho avuto una produzione abbondante, tra impianti
vecchi e giovani, che si sono comportati molto bene. Ho conferito 517
quintali con un prezzo medio di liquidazione di 24 centesimi al kg.”.
Melandri conclude con uno sguardo di prospettiva e sviluppo: “Stiamo
concludendo un nuovo impianto di 3 ettari di Kiwi G3, penso sia importante continuare a investire in campagna”.
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attestata sui 43 centesimi. Sono stati invece 7000 i quintali di Kako Rosso Brillante conferiti dai soci di Apofruit,
con una liquidazione media per la Cat. I° calibro 22+ di 35
centesimi. La produzione italiana di kako rosso brillante
ha dovuto confrontarsi con una produzione spagnola in
aumento e con gli stessi problemi causati dall’embargo
russo che hanno penalizzato altre varietà di frutta. Per il
Kako Rosso Brillante, occorre adottare tutte le tecniche
colturali capaci di garantire una pezzatura elevata, preferibile anche per il tipo di confezionamento con cui finisce sui
banchi della grande distribuzione.
MELE
Quest’anno Apofruit ha ritirato 10.000 q.li di mele autunnali contro i 6.000 dello scorso anno per l’entrata a regime
dei nuovi impianti e per un’annata di piena produzione.
Da notare i differenziali di prezzo di liquidazione tra le vecchie varietà e i nuovi cloni introdotti. Le mele del gruppo
Gala hanno trovato un mercato più ricettivo, sicuramente
migliore di quello incontrato nella seconda parte della stagione quando si è aggiunta sul mercato l’offerta massiccia
di altri paesi produttori. Il valore medio di liquidazione per
Royal Gala calibro 70+ è stato di 21 centesimi, la Galaxi
Obrogala (sempre 70+) di 25 centesimi, mentre per le
nuove varietà la liquidazione è stata di 30 centesimi per
Galaval, 26 per Ruby Gala , 30 centesimi per Buckeye e
33 centesimi per Brookfield/Shniga.
AZIENDA AGRICOLA
GIOVANNINI SESTO E GIAMPIERO
Giampiero Giovannini produce diverse varietà di frutta nell’azienda agricola Giovannini
Sesto e Giampiero di Case Gentili di Pievesestina. Otto ettari circa, coltivati principalmente ad albicocco (5 ettari), mentre gli altri
sono suddivisi tra mele, susine, pesche e
kaki. Proprio sull’andamento di quest’ ultima
produzione Giampiero Giovannini commenta: “La liquidazione del kako è
stata leggermente inferiore agli anni passati, ma 45 centesimi di media
raffrontati all’andamento negativo di altre varietà, non sono poi così male,
anche considerando che il kako non richiede costi di produzione troppo
alti”. Giovannini ha conferito circa 150 quintali alla cooperativa della varietà
Kako Tipo che viene prevalentemente commercializzata sul mercato interno. “La produzione è stata caratterizzata da pezzatura più grossa del solito
ed è stata di buona qualità” precisa Giovannini”.
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PRINCIPALI PRODOTTI BIO CONFERITI E MEDIE DI LIQUIDAZIONE
Kako Tipo
53 cent./kg
2.300 q.li
Kako Rosso Brillante
47 cent./kg
712 q.li
Pere Williams cal. 60+
71 cent./kg
8.600 q.li
Pere Max Red Bartlett cal. 60+
71 cent./kg
85 q.li
Susine Angeleno cal. 40+
65 cent./kg
287 q.li
Mele Galaxi/Obrogala cal. 70+
53 cent./kg
102 q.li
Mele Buckeye cal. 70+
59 cent./kg
3.500 q.li
Kiwi Greenlight cal. 70 gr. oltre
96 cent./kg
2.800 q.li
Clementine Comune cal. 5 oltre
46 cent./kg
15.565 q.li
Clementine Spinoso cal. 5 oltre
44 cent./kg
1.200 q.li
Clementine S.R.A. 89 cal. 5 oltre
55 cent./kg
1.400 q.li
BIOLOGICO
Il comparto del Biologico si sta muovendo in decisa controtendenza rispetto al generale contesto poco favorevole
delle produzioni agricole convenzionali, infatti i consumi
del biologico aumentano e le previsioni indicano che nei
prossimi anni il trend positivo verrà mantenuto per cui
la produzione bio per i soci Apofruit può rappresentare
un’opportunità in più. “Sta continuando lo sviluppo del
marchio Almaverde Bio sul mercato italiano, dove può già
contare su una posizione leader - dichiara il direttore Bastoni - e un’altra nota positiva è la crescita del biologico
sui mercati Europei e l’apertura di nuovi scenari di mercato nell’est europeo”. Andiamo a considerare le diverse
produzioni partendo dal Clementino Comune liquidato a
una media di 46 centesimi per la Categoria I° calibro 5+.
Anche per il prodotto biologico vale quanto già detto per
il convenzionale; nel comparto delle Clementine è fondamentale aumentare le produzioni di varietà tardive per riuscire a coprire tutto il mese di febbraio, che si sta rivelando
particolarmente interessante per questo prodotto. Per le
Pere autunnali bio la cooperativa ha ritirato un volume
complessivo analogo a quello dello scorso anno, tuttavia
è stato decisamente superiore il prodotto di prima qualità
venduto sul mercato del fresco. La pera William calibro
60+ è stata liquidata a un prezzo medio di 71 centesimi.
Con 4000 quintali ritirati anche la mela del gruppo Gala a
produzione bio è risultata una produzione in aumento e
ha ottenuto risultati interessanti, poiché si registrano valori
che vanno, a seconda delle varietà, dai 53 ai 63 centesimi
per il prodotto di Categoria I° calibro 65+.
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USO SOSTENIBILE DEI PRODOTTI
FITOSANITARI: CON IL PAN
OBBLIGO DEL PATENTINO
Il Piano d’Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari definisce
obiettivi, misure, modalità e tempi per ridurre i rischi e gli impatti su salute umana,
ambiente e biodiversità.
I
l Piano d’Azione Nazionale sull’uso sostenibile
dei prodotti fitosanitari definisce obiettivi, misure, modalità e tempi per ridurre i rischi e gli impatti
su salute umana, ambiente e biodiversità. Il Piano
adottato con Decreto del 22 gennaio 2014 in attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce
un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi, prevede l’obbligo della
formazione per i distributori, i consulenti e gli utilizzatori professionali per i quali è previsto l’obbligo
del patentino. E’ importante sottolineare che nelle
aziende agricole non solo gli acquirenti dei prodotti
fitosanitari hanno l’obbligo del patentino, ma anche
gli utilizzatori di queste sostanze. La scadenza è
il 26 novembre 2015. Dal canto suo il distributo-
LA NUOVA ETICHETTA DEI
FORMULATI COMMERCIALI
Dall’Europa arriva un nuovo sistema di Classificazione dei formulari commerciali, che ha nel 1° giugno 2015 l’applicazione
obbligatoria. Il CPL (Classification, Labelling e Packaging) è
il nuovo Regolamento europeo (n.1272/2008) su Classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze attive e delle
miscele.
Entrato in vigore in Unione Europea il 20 gennaio 2009, regola
un sistema di classificazione che sostituirà l’attuale normativa
a partire dal 1 giugno 2015, anche se per i prodotti già immessi sul mercato sarà consentita l’etichetta DPD fino al 31
maggio 2017. Il Regolamento CPL applica all’interno della
Comunità Europea il Sistema mondiale di etichettatura delle
sostanze chimiche dell’Onu. Vengono introdotti nuovi pittogrammi che vanno a sostituire quelli in uso fino ad oggi
per pericoli fisici, pericoli per la salute e per l’ambiente. Qui a
destra alcuni esempi.
re ha l’obbligo di vendita solo a chi è in possesso
del patentino e l’obbligo di informare gli utilizzatori
sulle modalità d’impiego, sui rischi per la salute, i
pericoli per l’ambiente, il corretto smaltimento dei
contenitori ecc. Le aziende agricole sono tenute
al controllo delle irroratrici e a conformarsi a precise norme per il corretto deposito, stoccaggio dei
fitofarmaci, dei loro contenitori e delle rimanenze. Il
PAN (Piano d’Azione Nazionale) fornisce specifiche
disposizioni per l’applicazione della difesa integrata, dell’agricoltura biologica e di altri approcci alternativi; stabilisce le modalità con cui intende realizzare tale integrazione disegnando un’agricoltura
con tre volti distinti: quella con la difesa integrata
obbligatoria, l’altra con la difesa integrata volontaria
COME CAMBIANO I PITTOGRAMMI
VECCHIO
NUOVO
VECCHIO
NUOVO
ESPLOSIVO
IRRITANTE
INFIAMMABILE
NOCIVO
COMBURENTE
PERICOLOSO PER L’AMBIENTE
TOSSICO
CORROSIVO
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NUOVI SCENARI E NUOVI MERCATI
A FRUIT LOGISTICA E BIOFACH
Apofruit e Almaverde Bio protagoniste nella trasferta in terra tedesca
P
er il comparto ortofrutticolo febbraio porta con sé
due imperdibili appuntamenti fieristici, entrambi in
Germania. Fruit Logistica a Berlino, che quest’anno si
è svolta dal 4 al 6 febbraio e ha visto il coinvolgimento di oltre 180 paesi, e Biofach a Norimberga dall’11
al 14 febbraio, fiera leader mondiale per il biologico.
Entrambe caratterizzate da target elevati e numeri
di presenze davvero importanti, sono vetrine su cui
converge la produzione ortofrutticola internazionale
che si incontra per sondare nuovi mercati, nonché
confermare e consolidare scelte e partner commerciali. Anche quest’anno Apofruit è stata tra i protagonisti italiani in trasferta in terra tedesca, sfruttando
le due rassegne come occasione per presentare le
ultime novità di gamma e incontrare operatori e buyer
da tutto il mondo. “Alla fiera berlinese la cooperativa
è stata presente all’interno dello stand collettivo Italy
(nella foto) come accade da alcuni anni” spiega Nives
Raccagni dell’ufficio commerciale estero, sottolineando l’importanza di partecipare a Fruit Logistica. “E’ la
manifestazione più importante in Europa e raccoglie
tutto l’universo dell’ortofrutta che conta, quindi bisogna esserci.
E’ soprattutto - commercialmente parlando - l’occasione per poter individuare le strategie e le nuove
prospettive marketing”. Dunque un osservatorio pri-
vilegiato dove conta specialmente lo scambio di contatti e di rapporti, oltre a provare in anteprima nuove
tendenze e nuovi scenari. “L’Europa sta diventando
piccola da un punto di vista del mercato – continua
Nives Raccagni – per cui è necessario trovare nuove destinazioni commerciali per prodotti come kiwi,
pere, mele o clementine. Fruit Logistica è una fiera
che consente di guardare davvero in prospettiva, di
cogliere nuove opportunità e soprattutto di comprendere come attrezzarsi per sondare nuovi mercati”. Il
secondo appuntamento importante di febbraio ruota tutto attorno all’universo bio con la fiera Biofach di
Norimberga. Con questa rassegna le tendenze e le
novità per il biologico e i mercati di riferimento possono contare su una vetrina mondiale che acquista ogni
anno maggior rilievo.
“La fiera anche quest’anno si è confermata come un
appuntamento essenziale per avere una visione d’insieme dello scenario globale del bio - spiega Paolo
Pari, direttore marketing di Canova - Fra gli stand si è
potuto osservare la grandissima varietà del prodotto e
la completezza dell’offerta, a conferma che quella del
biologico può essere una scelta praticabile ovunque”.
“A Biofach partecipiamo come Almaverde Bio con tutta la gamma di prodotti - continua Pari - in evidenza
ovviamente sono le produzioni di ortofrutta, particolarmente importanti per i mercati esteri. Quest’anno hanno destato particolare interesse i prodotti di I
Gamma Evoluta (valeriana, misticanza, rucola sfalciata), prodotti ai quali il mercato bio riconosce contenuti
di servizio importanti e che hanno ottenuto particolare
attenzione in Germania dove il biologico ha una lunga
e consolidata tradizione”.
In generale il biologico sta ottenendo sempre più consensi e si sta rivelando un sistema di alimentazione
sempre più completo, inoltre grande protagonista
quest’anno si è rivelato il vegano come si è potuto
verificare tra gli stand di Biofach 2015.
PAGINE TECNICHE
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APOFRUIT NOTIZIE
DROSOPHILA SUZUKII: QUANDO
I MOSCERINI DIVENTANO PERICOLOSI
Originario dell’est asiatico, è in continua espansione e di difficile eradicazione
La ricerca per comprendere i comportamenti dell’insetto e le strategie di difesa
di GIANNI CEREDI
N
el linguaggio comune il termine moscerino indica
quanto di più inerme e inoffensivo ci sia, ma come
spesso accade in natura non è necessario essere
grandi per essere pericolosi. Drosophila suzukii (DS)
interpreta molto bene tale ruolo; questo moscerino originario dell’est asiatico è stato recentemente descritto dall’organizzazione Europea della protezione delle
piante (EPPO) nei periodici rapporti sulla valutazione
dei rischi dalle avversità parassitarie, come una minaccia in continua espansione, di difficile gestione e la cui
eradicazione appare sostanzialmente impraticabile. Il
primo rapporto in cui la presenza della specie viene
descritta in Europa risale al 2008 in Spagna, da allora
la sua diffusione trova limiti solo in conseguenza di andamenti climatici ad essa avversi
D. suzukii è un drosofilide simile ad altri moscerini, con
adulti delle dimensioni di 2-3 mm. Si distingue per gli
occhi di colore rosso e il torace bruno chiaro giallastro
con striature nere sull’addome. I maschi si differenziano dalle femmine per la presenza di una macchia
scura sul bordo superiore delle ali mentre le femmine
posseggono un largo e seghettato ovopositore che
consente loro di deporre uova su frutti integri. Il danno
che DS procura è imputabile all’attività di nutrimento
delle larve nella polpa dei frutti e alle lesioni provocate
nell’atto dell’ovoposizione che rappresentano soluzioni
di pervietà per comuni infezioni fungine. In ogni caso lo
sviluppo delle larve di DS all’interno dei frutti determina, diversamente da quanto accade per le larve della
mosca (Rhagoletis cerasi) un cedimento dei tessuti:
i frutti appaiono in un primo momento turgidi, come
pieni di acqua ma poco consistenti al tatto, per poi
collassare, esalando un tipico odore di “fermentato”.
Femmina di D. suzukii nell’atto di ovodeposizione
La pericolosità di DS e le preoccupazioni che conseguentemente essa desta si completa attraverso una
serie di fattori biologici ed epidemiologici. Innanzitutto
l’ampio assortimento di piante ospiti, coltivate e selvatiche accomunate dalla produzione di frutti dalla buccia morbida. Sono specialmente la tipologia di frutti
a “bacca” le più suscettibili ai danni da DS (fragola,
lampone, more, ribes). Anche le drupe sono appetite
con le ciliegie in primis, i fichi, l’actinidia arguta, il kaki e
tutta una serie di bacche selvatiche come il sambuco,
il caprifoglio ecc. Per quanto riguarda la vite, la sensibilità degli attacchi di DS sulle uve coltivate è ancora
da verificare, c’è ottimismo in tale direzione anche se
non mancano segnalazioni di danno. L’ampio spettro
di ospiti costituisce un limite nelle possibilità di contrastare questo insetto, che in virtù di ciò, può sopravvivere in ambienti diversi, alternando ospiti con tempi di
maturazione diversi. Le elevate densità di monocolture
specializzate consentono una rapida pullulazione della
specie mentre gli ospiti selvatici e ornamentali fungo-
no da rifugi nei confronti della difesa chimica attuata e
costituiscono focolai di reinfestazione e potenziali siti di
svernamento. Un ulteriore elemento di preoccupazione
nella gestione di questo insetto, è l’estrema fecondità
con cui sviluppa. L’adulto raggiunge la maturità dopo
1-2 giorni dall’emergenza, l’accoppiamento delle femmine è immediato, a ciò segue di 24 ore l’inizio dell’ovodeposizione che può perdurare per 10-60 giorni. Il
tempo di sviluppo di una generazione è fortemente
condizionata dalla temperatura ambientale è può avvenire anche in 8-10 giorni, ciò implica che DS possa
compiere da 7 a 15 generazioni all’anno con potenzialità distruttive enormi. DS può sopravvivere e riprodursi
in un ampio intervallo di condizioni climatiche. Le temperature limite entro le quali può riprodursi secondo la
letteratura si collocano tra 10 e 32 °C per l’ovodeposizione e oltre i 30 °C per la fertilità delle femmine con
un picco di attività e sviluppo attorno ai 20-25 °C. Gli
adulti in particolare hanno un elevato grado di adattamento alle basse temperature se confrontati con altri
drosofilidi. Le femmine accoppiate in fase di diapausa
riproduttiva rappresentano lo stadio prevalente di svernamento che avviene in rifugi di diversa natura ed i cui
esiti sono, secondo recenti studi, fortemente condizionati dallo stato nutrizionale degli individui. Sembra infatti che la maturazione degli ovarioli delle femmine sia
più completa e pronta ad iniziare l’attività di ovodeposizione a fine inverno se queste hanno potuto nutrirsi in
maniera più compiuta anche durante tale periodo, favorite da temperature miti. Le minime invernali, di fatto,
rappresentano un elemento discriminante in grado di
abbattere consistentemente la popolazione in caso di
valori al di sotto dello zero e per periodi prolungati ma
possono, in condizioni di eccessiva mitezza, preparare
lo sviluppo della prima generazione annuale in maniera
più aggressiva anticipandone la comparsa come accaduto nel corso del 2014. Il susseguirsi delle generazioni
primaverili estive trova nuovamente nel clima il maggior
fattore di condizionamento. Sono le temperature oltre i
30 °C ad inibire ovodeposizione e fertilità delle femmine ma è l’umidità relativa il fattore più selettivo nei confronti della specie che, notoriamente, predilige elevati
livelli igrometrici. L’insidiosità di DS si completa grazie
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PAGINE TECNICHE
APOFRUIT NOTIZIE
Frutto di ciliegia danneggiato da D. suzukii
all’elevato potenziale di dispersione confermato dalla
rapida diffusione nei paesi di recente introduzione. Le
diverse forme di trasporti globalizzati e lo stato di integrità dei frutti colpiti nelle fasi iniziali di ovodeposizione
e sviluppo larvale sono elementi complici e alleati di
questa situazione.
GESTIONE DELLA DIFESA
DA DROSOPHILA SUZUKII
Stimare i costi imputabili al danno riconducibile direttamente o indirettamente a DS non è cosa semplice.
Da una parte la difesa deve offrire risposte rapide ed
efficaci nel breve periodo per consentire agli agricoltori di salvare le proprie produzioni, dall’altra deve esservi la consapevolezza che un approccio puramente
chimico non può soddisfare tutte le risposte. E’ necessario pertanto lavorare in una prospettiva di medio
lungo termine con soluzioni sostenibili che, partendo
dal monitoraggio della popolazione e proseguendo
con il tentativo di modellizzarne il comportamento,
giunga all’individuazione di mezzi di lotta e alla gestione di questi.
MONITORAGGIO DELLA POPOLAZIONE DI D. SUZUKII E SVILUPPO DI MODELLI PREVISIONALI
Un monitoraggio affidabile sulla presenza dell’insetto
costituisce il primo passo per una corretta gestione
del problema. Per Ds questo è impostato su metodi
di cattura con esche a base fermentata o aceti di di-
PAGINE TECNICHE
10 APOFRUIT NOTIZIE
versa natura. Le valutazioni più recenti hanno mostrato
un buon livello di attrattività di miscele di vino e aceto
probabilmente per effetto sinergico delle componenti
volatili in essi presenti (acido acetico, etanolo ecc..).
Tuttavia, mentre alcuni drosofilidi possono completare il loro ciclo su matrici vegetali in fermentazione da
cui sono attratte dal punto di vista olfattivo, le femmine di Ds necessitano di frutti maturi e sani e la loro
ovodeposizione viene orientata da stimoli odorosi relativi a componenti volatili propri e specifici di questi.
Sfortunatamente le conoscenze del profilo sensoriale che orienta Ds nelle nutrizione, accoppiamento e
ovodeposizione sono molto scarse. L’attrattività delle
trappole è oltremodo condizionata dalla forma, colore
e struttura di queste. Il colore rosso desta maggiore
attrattività sull’insetto, così come il materiale plastico
di composizione e la presenza di fori di entrata di 5-10
mm. L’ottimizzazione di questi fattori si ottiene con una
adeguata collocazione delle trappole in termini di spazio e tempistica. Le prime esperienze indicano risultati
migliori per trappole posizionate nella parti più fresche
ombreggiate delle piante e collocate ad inizio stagione
e ciò assume particolare rilievo quando si intende effettuare della cattura massale.
Un importante indirizzo di ricerca sul quale ci si sta
muovendo è quello relativo alla possibilità di modellizzare il comportamento, la distribuzione e la dinamica di
sviluppo di Ds sia in senso spaziale (per zone geografiche) che temporale (per periodi). Comprendere i fattori ecologici che influenzano la nutrizione, la sopravvivenza e la riproduzione dell’insetto in questo senso
è fondamentale per disporre di strumenti in grado di
prevederne distribuzione e pressione.
Ciò porterebbe ad una ottimizzazione della difesa e
della prevenzione. Un approccio territoriale al problema aiuterebbe anche a comprendere meglio le dinamiche di spostamento di Ds, ad individuare i siti di
svernamento e quindi le sorgenti di re infestazione e
a definire lo sviluppo della popolazione in relazione alle
prime catture registrate e alle condizioni climatiche che
rappresentano con tutta evidenza il fattore “chiave” in
grado influenzare in un senso o nell’altro l’evoluzione e
quindi l’aggressività di Ds.
Trappola con attrattivo alimentare per D. suzukii
DIFESA
Il monitoraggio con trappole ad innesco alimentare
rappresenta il punto di partenza per una corretta strategia di difesa. Le informazioni fornite, tuttavia, non
sembrano avere una stringente attinenza nell’orientare
i trattamenti, non possiamo infatti parlare di soglie di
intervento e, come ricordato in precedenza, l’attrattività delle sostanze volatili presenti negli inneschi alimentari impiegati non interpreta completamente i “gusti di
Ds”. La capacità dei frutti in maturazione di attrarre Ds
compete spesso con quella delle trappole che possono pertanto sottostimare la presenza dell’insetto. Il
monitoraggio mantiene tuttavia una rilevante importanza nel segnalare tempestivamente i siti di svernamento
(fossi, aree incolte limitrofe ai frutteti ecc..) da cui i primi
adulti di Ds fuoriescono per dare inizio alla sequenza di
generazioni e come supporto conoscitivo per interpretare le fluttuazioni della popolazione nelle diverse zone
e in diverse condizioni climatiche.
La possibilità di attuare una cattura massale come forma di contenimento, al momento ha dato esiti abbastanza deludenti, e in ogni caso, la gestione di decine
di trappole ed il costante ricambio dell’attrattivo alimentare non sono agevoli. Probabilmente questa forma di contenimento della popolazione potrebbe avere
maggior senso nelle fasi iniziali di infestazione quando
le prime femmine svernanti uscite dalla quiescenza invernale danno inizio alle ovodeposizioni.
La prevenzione a Ds aldilà della mera difesa chimica di
cui parleremo, trova un indispensabile completamento
nell’individuazione di tutte le possibili fonti di inoculo e
nella gestione di quelle pratiche agronomiche capaci
di contrastare la pullulazione dell’insetto. Fossi incolti
o macchie verdi nelle vicinanze dei ceraseti, laghetti
aziendali, inerbimenti trascurati, forme di allevamento
voluminose e potature povere, sesti di impianto troppo
serrati, miscellanee di varietà con maturazione scalare,
prodotto non raccolto sulle piante, rappresentano tutti
fattori di rischio in grado di condizionare favorevolmente Ds.
Alla profilassi chimica, come spesso accade nei casi
di emergenza, viene affidato il compito di affrontare
l’urgenza. L’attività sperimentale in questo senso si è
mossa prontamente in tutti gli areali a rischio producendo risultati anche di un certo interesse. Tuttavia, a
fronte della presenza di una nuova specie di insetto,
la fitoiatria ed i ruoli dettati dalle linee di lotta integrata debbono fare salvo il rispetto delle leggi, delle etichette, delle regole che ci si è dati. Allo stato attuale,
Ds non è annoverata in alcuna etichetta di insetticidi
come insetto target, pertanto l’uso dei prodotti viene
consentito attraverso decreti per impieghi temporanei
eccezionali o giustificato con la presenza di altri insetti
come R. cerasi.
Sostanzialmente vi sono tre gruppi di insetticidi attualmente in uso: fosforganici (dimetoato e fosmet), spinosoidi (spinosad e spinetoram) e piretroidi (deltametrina, lambdacialotrina). Da questo elenco escludiamo
volutamente il gruppo dei neonicotinoidi (acetamiprid) i
cui risultati, soddisfacenti nel controllo della mosca, si
sono rivelati deludenti su Ds. L’attività adulticida, ovicida o larvicida, dei prodotti elencati è stata valutata
in prove di semicampo o laboratorio i cui dati, da perfezionare, rivelano una tendenziale e preponderante
attività adulticida. Le osservazioni sui frutti in cui Ds
ha ovideposto rivelano una certa mortalità delle uova
che, in parte è di origine naturale, ma in parte potrebbe essere causata da insetticidi irrorati, tale aspetto deve tuttavia essere approfondito. La valutazione
dell’efficacia dei diversi prodotti non può prescindere
dal momento in cui essi vengono impiegati e questo
è giocoforza vincolato dal periodo di carenza indicato
11
in etichetta. Questo concetto è centrale nella difesa da
Ds, in quanto l’attività di ovo deposizione del moscerino coincide con la maturazione dei frutti o la precede
di un periodo tendenzialmente inferiore alla carenza di
certi fosforganici, pertanto l’idea di iniziare la profilassi
chimica contro Ds, con molto anticipo rispetto alla maturazione dei frutti è concettualmente errata.
A ciò potrebbe essere obbiettato che una difesa molto
anticipata potrebbe produrre un effetto abbattente sulla popolazione di Ds, ma su questo aspetto molto deve
essere ancora chiarito. Se circoscriviamo la difesa alle
due settimane che precedono la raccolta, possiamo
giocare inizialmente la carta dei sopracitati fosforganici
(dimetoato e fosmet) nel fermo rispetto dei tempi di carenza e della dose prevista, che nel caso del dimetoato
è stata ridotta del 50% in seguito all’ammissione per
uso eccezionale.
La profilassi può proseguire con spinosad (laser) o spinetoram (delegate) e chiudersi con formulati piretroidi
di sintesi, connotati dall’elevato potenziale abbattente
e dalla carenza che per alcuni formulati scende fino a
tre giorni. In generale, la persistenza di azione dei prodotti elencati non è elevata, anche in considerazione
del fatto che l’attività di Ds sui frutti bersaglio è limitata all’ovodeposizione e non al nutrimento. Per tale
ragione, il completamento di una profilassi in grado di
limitare il rischio di attacchi di Ds si basa su una solida
organizzazione della raccolta che, se possibile, deve
anticipare la maturazione di 1-2 giorni, procedere speditamente ed essere completata in un arco temporale
corrispondente alla persistenza di azione dell’ultimo
interveto effettuato.
Per concludere un accenno alla difesa attiva attraverso
l’impiego di reti anti insetto. Si tratta di un sistema che
sta guadagnando ampi margini di fattibilità anche grazie a diffuse esperienze pratiche in atto.
Alla base di questo sistema vi è un intenso lavoro di
messa a punto relativo alle strutture fisse da applicare
in campo, alla tipologia di reti da impiegare e alla gestione di queste. Questo metodo può adattarsi a ceraseti in essere, purché strutturati in un certo modo, ed
ancor più rappresentare la base per una cerasicoltura
di prospettiva.
PAGINE TECNICHE
APOFRUIT NOTIZIE
12 APOFRUIT NOTIZIE DALL’EMILIA
FRUTTICOLTURA FERRARESE
PRONTO UN PIANO ANTICRISI
di FRANCO GIROTTI
N
on solo un’attenta osservazione ed analisi
dei problemi, ma anche proposte tangibili
per un piano anticrisi allo scopo di rilanciare la
frutticoltura ferrarese. E’ stato questo il contesto
in cui, lo scorso 28 gennaio a Copparo, si è tenuta un’importante iniziativa promossa da Apofruit
e C.I.A. di Ferrara.
Dopo il saluto del vicesindaco Martina Berneschi
che ha sottolineato alcune iniziative intraprese
dal Comune rivolte ad un settore, quello agricolo, che è preponderante nell’attività economica
del territorio, il presidente Apofruit Mirco Zanotti
ha illustrato la “fotografia” della cooperativa, soffermandosi soprattutto su cosa significhi associarsi ad essa. Ilenio Bastoni, direttore generale
Apofruit, con un intervento ampio e dettagliato,
ha analizzato la situazione attuale e indicato alcune proposte per cercare di uscire dallo stato di
difficoltà. In primo luogo – è stato detto - si può
puntare sulle coltivazioni biologiche che conti-
nuano ad incrementare le vendite sia a livello italiano che europeo grazie al fatto che i consumatori sono sempre più attenti e sensibili ai concetti
di salubrità e di sostenibilità ambientale”. Altra
proposta avanzata è quella di orientarsi sul Kiwi,
sia a polpa gialla, sia a polpa verde, trattandosi di una coltura che sta offrendo da alcuni anni
risultati economici di tutto rispetto per le aziende agricole, e non solo per motivi congiunturali.
Altra coltivazione interessante è la pera Falstaff
(nella foto) appartenente al Consorzio CO.PE.
RO., denominata anche l’abate rossa, una nuova
varietà creata dal miglioramento genetico italiano. La Falstaff dal punto di vista commerciale ha
già ottenuto importanti apprezzamenti da parte
del consumatore, che dimostra di gradire le eccellenti qualità gustative, l’ottimo calibro e la peculiarità del frutto (la buccia rossa). Inoltre è stato
precisato che la cooperativa ha come obiettivo
quello di portare la pera nei mercati asiatici, in
primis in Cina, puntando sulla qualità e sulla promozione del marchio.
Stefano Calderoni, neo presidente C.I.A. ha fatto
il punto della situazione del settore, sottolineando le enormi difficoltà dei produttori a coprire i
costi di produzione e lamentando come uno dei
problemi maggiori sia la scarsa aggregazione dei
produttori. Calderoni ha auspicato maggiore collaborazione del mondo agricolo e indicato come
proposta concreta la necessità di trasformare il
prodotto pera in un vero e proprio marchio per
favorire il consumo del frutto.
L’incontro, che ha visto tra gli organizzatori anche Riff 98, si è concluso con l’intervento della
dottoressa Impallari di Novamont che ha descritto i concreti vantaggi dell’utilizzo delle bioplastiche in agricoltura.
APOFRUIT NOTIZIE DAL METAPONTO
13
CLEMENTINE: NECESSARIO
IL RINNOVAMENTO VARIETALE
Clementine varietà Tango
P
er le Clementine continua il trend negativo che ha caratterizzato gli ultimi anni, con l’aggravante meteo che
ha ulteriormente peggiorato la qualità del prodotto. “Il clima
caldo avuto in autunno ha tardato la colorazione esteriore
del frutto che in quel periodo ha bisogno di freddo – spiega Tonino Rubolino responsabile d’area di Apofruit Italia del
Metaponto – anche se il prodotto a metà ottobre aveva raggiunto un’ottima maturazione interna, siamo stati costretti
a posticipare la raccolta alla prima settimana di novembre,
accorciando purtroppo il periodo di commercializzazione
che in annate normali è di 45/50 giorni”. Per la campagna
2014 sono stati ritirati 25.000 quintali di prodotto convenzionale e 21.000 di prodotto biologico. I prezzi liquidati per il
prodotto convenzionale hanno raggiunto una media di 26
centesimi, un risultato non del tutto soddisfacente, meglio
ovviamente è andato il bio con una media di 46 centesimi.
“Introdurre una nuova varietà tardiva (Tango) può rappresentare una buona opportunità – precisa Rubolino – perché
ci permetterà di allungare il periodo di raccolta fino a tutto
febbraio. Inoltre, per i propri soci, Apofruit incentiva questa
scelta con il Piano Operativo, ritenendola una strategia valida per contrastare i risultati molto deludenti e ormai annosi del Clementino Comune che va avanti da più anni”. La
varietà “Tango” andrebbe ad aggiungersi a due prodotti a
maturazione tardiva già coltivati con piccole superfici, nell’a-
reale metapontino e calabrese: il Tardivo e l’Hernandina, pronti
da fine dicembre a metà gennaio. La varietà Tango che matura a fine Gennaio e può restare sulla pianta fino ai primi di
Marzo, può incidere significativamente sul cambiamento, non
restando così legati ad un’unica varietà. Apirene, dal colore
arancio intenso, ottimo da mangiare, il Tango arriva da oltreoceano sperimentato tra Florida e California tra il 2006 e il 2009
. “Nel 2015 verranno messi a dimora i primi impianti e nel giro
di qualche anno l’obiettivo è di raggiungere una produzione
di circa il 20/25% del totale delle clementine”, prosegue Rubolino, al quale chiediamo: Basta?
“Secondo me per far sì che l’agrumicoltura possa tornare ad
alti livelli occorrerebbe:
- ridurre la superficie coltivata a clementino comune;
- investire su nuove varietà (Tango in particolare);
- impegnarsi a produrre un prodotto di qualità;
- allungare il periodo commerciale da 45/50 giorni a 90;
- fare informazione sui nostri clienti e consumatori in genere
che il clementino per essere maturo e quindi buono da mangiare non deve necessariamente presentare tutta la buccia di
un bel colore arancio brillante ma può avere anche un po’
di buccia verde. Se facciamo questo, sicuramente possiamo
aspettarci risultati migliori dal mercato”, conclude Rubolino.
LA PAROLA AI SOCI
AZ. AGRICOLA OLEARIA
GRECO VINCENZO
Per Vincenzo Greco che conduce
un’azienda agricola a Rossano in provincia di Cosenza, l’ultima campagna
di clementine non rimarrà nella storia.
“Già da alcuni anni i risultati non sono
buoni - commenta - è chiaro che per
il clementino comune servono soluzioni per allungare il periodo di raccolta”. L’azienda agricola Olearia
Greco Vincenzo si estende su 70 ettari, di cui cinque sono destinati
ad agrumi. Quest’anno ho conferito ad Apofruit 400 quintali di Clementine, che mi sono stati liquidati con una media di 27 centesimi.
“Diversificare gli impianti tra prodotto precoce e varietà tardive - sostiene Greco - è l’unica soluzione per questo frutto che altrimenti
rimane confinato tra fine ottobre e metà dicembre. Probabilmente
con la nuova varietà Tango si riuscirà a impostare una strategia sui
mercati che possa dare risposte più positive a chi produce”.
14 APOFRUIT NOTIZIE DALLA SICILIA
ORTAGGI BIO: ROMAGNA E SICILIA
DUE GIORNI A CONFRONTO
D
ue territori a confronto sugli ortaggi bio: Romagna
e Sicilia si sono incontrate presso lo stabilimento
Apofruit di Donnalucata. Al centro della due giorni il
pomodoro nelle varie tipologie, ciliegino, a grappolo,
ramato, datterino, da insalata, oltre ad altre produzioni bio come la melanzana e le zucchine in costante
crescita. L’iniziativa si è svolta il 20 e 21 gennaio a
Donnalucata ed è stata l’occasione per un confronto
tra produttori che operano in territori molto differenti,
con caratteristiche pedoclimatiche assai diverse, ma
interessati ad approfondire andamento, mercato e
prospettive della produzione bio, in particolare appunto il pomodoro.
La prima giornata ha avuto in programma un momento assembleare presso lo stabilimento Apofruit di
Donnalucata con interventi del presidente di Apofruit
Italia Mirco Zanotti e del direttore Generale Ilenio Bastoni, che partendo da una fotografia generale sull’andamento dell’ortofrutta, hanno poi approfondito gli
scenari commerciali delle singole produzioni e le prospettive. Sono seguiti gli interventi di Ernesto Fornari,
direttore di Canova S.r.l., società del Gruppo Apofruit
per la commercializzazione dei prodotti biologici, che
ha fornito un quadro completo della produzione biologica, mentre il direttore marketing di Canova e Direttore di Almaverde Bio, Paolo Pari ha tratteggiato il
peso quantitativo del comparto attraverso una griglia
di numeri e di indicatori. Il secondo giorno invece è
stato dedicato alle visite in campagna, un vero e proprio confronto sul campo. Sono state visitate l’azienda agricola Rizza Giuseppe e l’azienda Carnemolla
Angela, entrambe bio, presenti nell’area di Marina di
Ragusa e una terza azienda, convenzionale, la Società
agricola San Giovanni a Scicli. Anche in questo caso
per i produttori romagnoli la trasferta siciliana ha offerto un’occasione di confronto interessante e per i
produttori siciliani la possibilità di uno scambio di informazioni altrettanto utile. Va sottolineato che con le
produzioni di ortaggi bio e non di Romagna e Sicilia
Apofruit riesce a garantire ai propri clienti la fornitura
di ortaggi 12 mesi l’anno, poiché le due aree di produzione sono complementari dal punto di vista del
calendario produttivo. “E’ stata nel complesso una
iniziativa molto valida e non solo da un punto di vista
tecnico - commenta Alfonso D’Aquila, responsabile
d’area di Apofruit Italia - Socializzare esperienze produttive e confrontarsi su coltivazioni che avvengono
a così grande distanza ha sicuramente contribuito
ad arricchire professionalmente e umanamente tutti
i partecipanti. Si è trattato di un momento importante
per i produttori poiché siamo riusciti a fare formazione
e informazione contemporaneamente”.
APOFRUIT NOTIZIE DAL LAZIO
15
I KIWI A POLPA GIALLA G3: DIFESA DA
PSA E POTATURA DI PRODUZIONE
Frutti con peduncoli secchi
di FABIO MAROCCHI
A
l momento della stesura di quest’articolo le piante
in provincia di Latina sono nella fase del pianto. È
proprio in questa fase che si manifestano gli essudati
dei rami infetti da PSA sia sul Gold che su Hayward.
Ad oggi possiamo confermare quanto già scritto nei
precedenti articoli e, per la precisione, che la varietà G3 ha la stessa tolleranza dell’Hayward a parità di
condizioni e di gestione. Proprio sulla gestione, scusandoci con i lettori della ripetitività, si notano le differenze sostanziali tra i campi infetti e quelli senza alcun
segnale. Per una buona difesa dalla PSA, ribadiamo
l’importanza in questa fase di un buon programma di
nutrizione redatto sulla base delle analisi del terreno
fatte in modo tradizionale e con metodo sull’estratto
acquoso 1:2. Si raccomanda la redazione del piano
nutrizionale in collaborazione con i tecnici degli uffici di appartenenza del proprio territorio. In merito alla
difesa aerea ricordiamo l’importanza della tempistica
degli interventi in funzione delle piogge e/o di rugiade persistenti al mattino, e limitare l’uso di prodotti
rameici su foglia per evitare fitotossicità. I prodotti da
utilizzare consigliati dal germogliamento in poi sono i
prodotti a base di chitine oppure i fertilizzanti ad azione battericida collaterale. Focalizziamo ora l’attenzione su un altro aspetto, strategico, per garantire una
Potatura con corretta distanza dei rami
buona produzione in termini di qualità e quantità. Viste
le ore di freddo accumulate quest’anno, e l’uso degli
interruttori di dormienza, ci aspettiamo un alto germogliamento ed una fertilità altrettanto alta. Pertanto ci
raccomandiamo con i produttori di limitare il carico di
gemme per pianta per evitare sovrapproduzione con
una serie di effetti negativi sulla qualità. L’eccesso di
carica ha effetti negativi sulla sostanza secca e sulla
pezzatura. L’eccessivo ombreggiamento crea disformità di maturazione con peduncoli dei frutti in ombra
che disseccano e di conseguenza frutti morbidi in raccolta. In alcuni casi i frutti non si presentano morbidi
al tatto nelle fasi di raccolta, ma hanno delle durezze
basse per garantire una buona conservabilità od un
trasporto in mercati ad alto valore aggiunto. Alcune
semplici regole sono:
- Distanziare i rami ad almeno 40 cm uno dall’altro;
- Selezionare i rami eliminando quelli eccessivamente
vigorosi o sottili;
- Eliminare i rami che si sovrappongono per evitare di
creare “due piani” di rami, con problemi poi di luce ed
efficacia degli interventi contro PSA e PSV;
- Spuntare i rami al calibro di 1 cm.
Queste semplici regole sono strategiche per eliminare
le problematiche sopraesposte, garantirsi una produzione ottima in termini di qualità e quantità.
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