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BIMESTRALE DELLA ORGANIZZAZIONE DEI PRODUTTORI APOFRUIT ITALIA
Sped. in abbonamento postale - 70% - DCB Forlì Aut. Trib. FO n. 178 del 5/4/88 - Reg. Stampa n. 10/88
Redazione e Amm.: v.le Della Cooperazione, 400 - Pievesestina, Cesena (FC) Tel. 0547 414111 - Fax 0547 414166
Stampa: Ramberti Arti Grafiche, Rimini Tel. 0541 738111
Direttore: Enzo Treossi - Direttore Responsabile: Maurizio Magni
Editing e progetto grafico: PrimaPagina - Cesena
Comitato di Redazione: Gianluca Balzani, Giancarlo Battistini, Giuseppe Bubani, Antonio Bucella, Gianluca Casadio,
Gianni Ceredi, Curzio Firenzuola, Franco Girotti, Renzo Malatesta, Roberta Montaguti, Paolo Pari, Nicola Serio,
Giovanni Teresi, Piero Turroni, Mirco Zanotti, Maurizio Magni, Carlotta Benini
notizie
sommario
Anno XVII n°1 - Gennaio/Febbraio Duemila8
Il biologico a marchio
ALMAVERDE BIO
Almaverde Bio
cresce del 34%
1-2
COMUNICATO AI SOCI:
Piani di sviluppo rurale
2
Liquidazione autunnale:
positivi i risultati
della campagna 2007
3-4
SPECIALE FIERE:
Fruitlogistica e Biofach
5
PAGINE TECNICHE
La fragola nell’area
romagnola
6-9
DALL’EMILIA
Agra Aiproco entra
in Apofrui Italia
10
DAL METAPONTO
E DALLA SICILIA
In posititivo l’attività dello
stabilimento di Donnalucata,
dal 1° gennaio passato ufficialmente ad Apofruit Italia
11
DAL LAZIO
Progetto di studio sul kiwi
IGP Latina
12
cresce del 34%
Canova chiude il 2007 con un fatturato di 40,5 milioni
di euro. Per Apofruit previsti nuovi investimenti
per 20 milioni di euro entro il 2010
uove strutture per la lavorazione dei
prodotti biologici ed orticoli, nuove
linee di lavorazione ad alta tecnologia,
aumento dell’occupazione e un nuovo
impianto fotovoltaico da 140mila kW
all’anno. Il 2007 è stato un anno decisamente positivo per Apofruit Italia, che sul
fronte del biologico ha visto una costante crescita delle vendite realizzate attraverso Canova, con un fatturato finale di
40,5 milioni di euro (+4% rispetto al
2006). In particolare, hanno segnato un
consistente incremento le vendite dei
prodotti commercializzati con il marchio
Almaverde Bio, con un aumento del
34% rispetto
al 2006, per un
valore di
14,1 milioni di
N
euro. “Dopo un biennio di sostanziale stabilità in questo comparto – afferma Renzo
Piraccini, direttore generale di Apofruit –
la nostra impresa si appresta ad una
nuova fase di sviluppo, frutto di una rinnovata attenzione della distribuzione
verso il biologico, ma anche di una maggiore capacità propositiva del marchio
Almaverde Bio che raccoglie il frutto della
riconoscibilità ormai collaudata tra i consumatori. Poiché intendiamo conquistare
altre fette di mercato, siamo alla ricerca di
produttori di biologico di specie autunnali e invernali (pere, mele, uva da tavola,
susine tardive), che vogliano condividere
il nostro progetto”. Gli
importanti dati di vendita
ottenuti
2
notizie
COMUNICATO AI SOCI:
PIANI DI SVILUPPO RURALE
Sono stati approvati i nuovi Piani di
Sviluppo Rurale (PSR) per le Regioni Emilia
Romagna, Lazio e Veneto, in cui sono presenti importanti risorse per il settore agricolo in generale e quindi anche per l’ortofrutta. In quest’ottica Apofruit Italia comunica ai
soci che all’interno delle varie misure di
finanziamento è prevista anche la possibilità
di presentare dei progetti di filiera dove la
cooperativa si fa soggetto promotore e i vari
produttori ortofrutticoli associati diventano i
soggetti beneficiari. Per i soci produttori
sono stati individuati alcuni investimenti che
potrebbero ricevere i contributi previsti dalla
Regione: si tratta di tutti quegli investimenti
che rientrano nell’acquisto di macchinari,
strumentazioni e tecnologie per la riduzione
dei costi dotati di tecnologie innovative
(macchine agevolatrici della raccolta in
campo, carrelli elevatori da campo, impianti
innovativi per la potatura, reti antigrandine,
mezzi meccanici per interventi agronomici,
ecc.). A questi si aggiungono gli investimenti riguardanti macchinari, strumentazioni e
mezzi tecnici per la riduzione dell’impatto
ambientale e per una corretta gestione delle
risorse idriche, quali impianti di microirrigazione, atomizzatori a basso volume innovativi, pacciamatura con bioteli, trinciaerba,
strumenti meteorologici, impianti fotovoltaici
per coprire autoconsumo energetico dell’azienda ecc. Per quanto riguarda il PSR
approvato dalla Regione Emilia Romagna,
le filiere previste sono quelle degli ortaggi
freschi e patata e della frutta fresca. Gli
investimenti minimi richiesti per ogni singola
azienda agricola ammontano a 10.000 euro,
con contributi a fondo perduto dal 35 al
40% della spesa ammessa. Per la Regione
Lazio gli investimenti minimi richiesti per
ogni singola azienda agricola ammontano
invece a 5.000 Euro, con un contributo a
fondo perduto del 35% della spesa ammessa (40% per imprese in zone svantaggiate
o giovani agricoltori, 50% per imprese condotte da giovani ed in zone svantaggiate).
Infine, per la Regione Veneto gli investimenti previsti rientrano nelle filiere degli
ortaggi e della frutta fresca (melo, pero,
pesco e actinidia), con un investimento
minimo previsto per ogni singolo socio di
25.000 euro e un contributo a fondo perduto del 30% della spesa ammessa (40% per
imprese agricole condotte da giovani IAP
entro 5 anni dall’insediamento).
Al fine di raccogliere le esigenze delle
aziende associate interessate a presentare un progetto di filiera, Apofruit Italia
invita i soci a contattare l’Ufficio Tecnico
di zona entro la data del 31 marzo 2008.
continua da pagina 1
LA ZONA STRATEGICA IN PROVINCIA DI FORLÌ-CESENA
Nella foto lo stabilimento Apofruit Italia di Longiano
nel 2007 vanno collocati all’interno di un
ingente piano di investimenti che entro
il 2010 prevede la messa a frutto di 20
milioni di euro per il potenziamento della
struttura di Latina e la ristrutturazione dei
magazzini di Bologna e di Scanzano
Ionico, in Metaponto. Ma, soprattutto,
per la realizzazione di nuove strutture su
un terreno di 25mila mq adiacente allo
stabilimento Apofruit di Longiano, zona
strategica in provincia di Forlì-Cesena,
dove da anni viene portata avanti un’intensa attività dedicata prevalentemente
alla lavorazione di prodotti biologici e orticoli. In quest’area sono iniziati i lavori per
la realizzazione di 24 nuove celle frigorifere per lo stoccaggio di 6mila 500 tonnellate di prodotto e per la costruzione di
un capannone di lavorazione di oltre 2
mila metri quadri che farà da raccordo
tra le nuove celle e lo stabilimento già
attivo. All’interno dei nuovi spazi di ritiro,
stoccaggio e lavorazione troveranno
posto nuovi impianti ad alta tecnologia,
inoltre è prevista la realizzazione di un
grande impianto fotovoltaico progettato
per produrre 140mila kW all’anno di
energia. L’impianto fotovoltaico di
Longiano, la cui completa realizzazione è
prevista entro settembre 2008, sarà sei
volte più grande di quello inaugurato a
giugno 2007 sopra lo stabilimento cesenate di Pievesestina e arriva a conferma
di un indirizzo ecologico collaudato da
Apofruit Italia, da sempre attenta a
nuove forme di energia alternativa nell’ottica del rispetto della natura e della
salute ed in linea con la scelta del biologico. L’ingente piano di investimenti previsto da Apofruit Italia per il prossimo
biennio avrà una ricaduta positiva anche
in termini di occupazione, con la previsione di un incremento di manodopera del
10%. Nello stabilimento di Longiano,
infatti, sono attualmente impiegati 410
degli oltre 2.200 lavoratori stagionali
occupati negli stabilimenti Apofruit Italia
e per i prossimi mesi è previsto un
aumento del numero di questi lavoratori,
visto anche l’effetto virtuoso dell’accordo
di flessibilità sottoscritto nel 2007 tra le
organizzazioni sindacali e l’azienda.
3
Positivi i risultati della
liquidazione AUTUNNALE
La terza campagna del 2007 si è chiusa con risultati soddisfacenti per Apofruit
Italia, che ha liquidato ai soci quasi 211mila quintali di prodotto, per un fatturato
finale di 7 milioni e 520 mila euro
to industriale, sia da sciroppo che da
succhi, che costituisce un elemento
determinante per la remunerazione di
queste varietà”. Sostenuta anche la
domanda per la varietà Max Red
Bartlett, dove la cat. I 60+ è stata liquidata a 47 centesimi.
l termine della campagna autunnale Apofruit Italia ha liquidato ai soci
210.957 quintali di prodotto, per un
importo totale di 7 milioni e 520 mila
euro. “Un risultato generale buono,
considerando che quella autunnale è la
terza liquidazione dell’anno, in cui si
liquidano delle varietà importanti per la
cooperativa”, esordisce Walter Bucella,
Direttore Commerciale Apofruit Italia.
Si tratta principalmente di pere
(66.771 q.li di prodotto liquidato), susine angeleno (49.955 q.li), agrumi (clementini 55.906 q.li; arance 17.109
q.li) e cachi (16.787 q.li), più il comparto orticolo: un comparto, quest’ultimo,
“che a seconda delle varie tipologie ha
portato risultati differenziati, ma
sostanzialmente in linea con le aspetta-
A
tive”. Liquidazione autunnale positiva,
dunque, per Apofruit Italia, che ha registrato un’unica nota negativa per quanto riguarda il comparto agrumi, “che
hanno avuto un andamento di mercato
particolarmente difficile, con esiti inferiori alle aspettative iniziali”. Va ricordato, inoltre, che per agrumi e ortaggi la
liquidazione si riferisce al prodotto conferito dal 1 ottobre al 31 dicembre
2007. Di seguito, in dettaglio, i risultati ottenuti per ogni comparto.
Pere autunnali
Per quanto riguarda il comparto delle
pere William il mercato ha avuto un
andamento positivo, con una liquidazione di 40 centesimi per la cat. I 60+.
“Un buon risultato anche per il compar-
Susine angeleno
Con 49.955 q.li di prodotto liquidato
Apofruit Italia ha chiuso un anno record
in termini quantitativi, per un prodotto
proveniente per il 90% dall’area di
Latina. “Il risultato ottenuto di 52 centesimi per la cat. I conferma l’interesse del mercato per queste tipologie di
prodotto: una varietà, l’angeleno, che
per le sue caratteristiche trova collocamento non solo sul mercato europeo,
ma anche sui mercati d’oltremare. La
qualità per il comparto susine è fondamentale per ottenere la massima valorizzazione del prodotto. Non essendoci
utilizzi industriali, è necessario, per non
mettere a rischio il reddito per i produttori, che si proceda a mettere in diffusione sistemi di coperture degli impianti che proteggano dagli agenti atmosferici”.
Cachi
Per il caco tradizionale l’andamento di
mercato è stato favorevole, con un
risultato per i produttori di 54 centesimi
4
notizie
ROBERTO MATTIOLI
Socio produttore di pere william
“Rispetto all’anno precedente,
la campagna autunnale 2007 è
stata molto positiva”, esordisce
Roberto Mattioli, socio produttore di Nonantola (Modena)
che nell’omonima azienda di 15
ettari coltiva 10 ettari a pere
william – I prezzi rispetto al 2006 sono
aumentati del 50%, permettendoci di
ottenere un buon saldo finale”. Risultati
positivi che sono frutto anche del passaggio definitivo di Agra Aiproco ad
Apofruit Italia, “un cambiamento significativo che ha avuto dei riscontri molto
positivi anche dal punto di vista dell’immagine aziendale”.
RENZO PINCIO
Socio produttore di cachi
“Considerate le temperature
elevate rispetto alla media stagionale, la siccità e l’attacco
della mosca che ha colpito le
piantagioni, tutto sommato i
risultati finali della campagna
autunnale sono stati soddisfacenti”, dice Renzo Pincio, socio produttore di Cesena, dove ha un’azienda
agricola nelle campagne di San Carlo.
“Anche per quanto riguarda il prezzo,
la media generale è stata buona, con
una liquidazione di 42 centesimi per la I
e la II categoria”.
NANDO RIGHI
Socio produttore di susine angeleno
E’ soddisfatto Nando Righi,
titolare dell’omonima azienda di
Latina, dei risultati della campagna autunnale 2007, che nonostante un generale aumento
della concorrenza, è stata positiva. L’azienda Righi è circondata da 27mila mq di terreno, di cui 2
ettari coltivati a susine angeleno; i titolari sono stati i primi in tutta la zona del
Lazio ad introdurre le reti antigrandine.
“Nonostante il generale aumento della
produzione si temeva una flessione dei
prezzi, tuttavia quest’anno abbiamo
ottenuto una buona produzione con un
prodotto di ottima qualità, che ci ha
permesso di raggiungere una buona
media sul mercato.
per la cat. I 22+. “Riteniamo interessante il risultato ottenuto per il caco
rosso brillante - sottolinea Bucella che ha registrato una media per la
cat. I di 62 centesimi. Un risultato
incoraggiante e di buon auspicio,
tenendo conto che su questa varietà
la cooperativa ha investito con un
programma produttivo importante.
Agrumi (stabilimento di
Scanzano Ionico)
La campagna dei clementini è stata
caratterizzata da un andamento
atmosferico anomalo, con temperature elevate che hanno portato ad
una anticipata e forte concentrazione
di maturazione del prodotto, con una
conseguente elevata offerta in un
periodo a cui non è corrisposto un
consumo adeguato. La campagna
per la commercializzazione del clementino è stata infatti più corta del
normale: verso fine dicembre è terminata la raccolta. Il risultato finale per i
produttori per la cat. I calibro 5 e oltre
è stato così di 36 centesimi. “Sui clementini – puntualizza Bucella - è
importante sviluppare una diversificazione produttiva e varietale, che permetta di allungare il periodo di commercializzazione, puntando su varietà tardive che possano essere immesse sul
mercato nei mesi di gennaio e febbraio, allungando il periodo di commercializzazione”. Per quanto riguarda invece il
comparto arance, il risultato per la cat.
I è stato di 25 centesimi. “Di fronte ad
una minore produzione rispetto al
2006, Apofruit Italia ha registrato
anche un andamento di mercato più
difficile, probabilmente dovuto ad un
cambiamento di abitudini di consumo.
Una conferma ulteriore che questo
comparto sta attraversando una difficoltà strutturale, che porta a una indicazione di superamento di queste specie”.
Biologico
Per quanto riguarda, in ultima analisi, il
comparto biologico, si conferma anche
per i prodotti autunnali un risultato
molto positivo. “Questo – conclude
Bucella - con la conferma di prezzi di
liquidazione con differenziali adeguati
rispetto al prodotto convenzionale”.
5
Numeri da RECORD
per la 16ª Fruitlogistica
alto numero di operatori chiave del
settore ortofrutticolo da tutto il
mondo, l’altà qualità delle rappresentanze e i numeri da record nelle presenze
hanno riconfermato e superato le già
positive aspettative e previsioni per
l'edizione 2008 di Fruit Logistica. La
vetrina mondiale dell’ortofrutta a
Berlino, che dal 7 al 9 febbraio scorso
ha registrato qualcosa come 50.000
visitatori commerciali da 125 paesi, con
un aumento di presenze del 16% rispetto al 2007. “Una fiera enorme, che si è
confermata anche quest’anno come un
appuntamento fondamentale per i
buyers della grande distribuzione estera,
che in un contesto internazionale dove si
trovano riuniti tutti insieme i produttori
dell’emisfero nord e quelli dell’emisfero
sud, hanno colto l’occasione per incontrare in conferenza i fornitori e parlare di
strategie future di vendita”. Con queste
L’
parole Antonio Baglioni, export manager
di Apofruit Italia, ha raccontato la partecipazione della cooperativa cesenate alla
sedicesima edizione del grande Salone
di Berlino. Qui Apofruit Italia e
Almaverde Bio avevano, come di consueto, uno stand (nella foto) presso lo
spazio collettivo “Piazza Italia” del CSO –
Centro Servizi ortofrutticoli di Ferrara.
“Con le sue cifre e i suoi volumi, Fruit
Logistica ha registrato ancora una volta
una presenza unica di operatori del settore. La particolarità che abbiamo notato quest’anno è stata una massiccia
presenza in fiera da parte dei grandi
mercati inglesi, che si è consolidata
notevolmente rispetto alla precedente
edizione”.
BIOFACH, UNA VETRINA INTERNAZIONALE PER L’ITALIA DEL BIO
Con un record di 46mila 500 visitatori (mille in più
rispetto allo scorso anno) si è chiusa anche l’edizione
2008 del Biofach a Norimberga (21-24 febbraio), la più
importante vetrina europea e mondiale per le aziende
ecosostenbili e biologiche.
“Un’edizione molto interessante e molto positiva – commenta Paolo Pari, direttore marketing di Apofruit Italia,
che era presente al salone con Almaverde Bio e con i
partner del consorzio – che quest’anno ha offerto una
panoramica a trecentosessanta gradi sull’universo del
biologico, con una nuova appendice, Vivaness, dedicata
al benessere e alla cura del corpo”. Al Biofach c’erano
120 paesi rappresentati, con i grandi leader europei e
mondiali dell’universo biologico e con una particolare
presenza di paesi africani. “In questo contesto l’Italia si
è confermata come uno dei paesi produttori più importanti a livello internazionale – continua Pari – anche se,
nel nostro paese, il prodotto biologico è stato un po’
sottovalutato negli ultimi anni. La distribuzione italiana,
concentrata ad agire solo sulla leva del prezzo, non ha
saputo dare ad esso un collocamento adeguato attraverso strategie di offerta vincenti, come hanno fatto
invece molti paesi del Nord Europa. Tuttavia, in collaborazione con alcuni partner della grande distribuzione
che si sono dimostrati attivi e sensibili nei confronti del
biologico, abbiamo dimostrato che il mercato c’è ed è
molto interessante e remunerativo, ed ha un potenziale
che va sfruttato al meglio”.
6 PAGINE TECNICHE
notizie
La fragola
nell’area romagnola
Per i produttori sono in arrivo nuove selezioni di
fragola dal miglioramento varietale, studiate
dall’Istituto Sperimentale per la Frutticoltura di Forlì
attività di miglioramento varietale
della
fragola
dell’Istituto
Sperimentale per la Frutticoltura di Forlì
ha come obiettivi, limitatamente alla
nostra area, la costituzione di varietà
con elevate caratteristiche qualitative e
commerciali (consistenza, aspetto) dei
frutti e agronomiche (produttività, rusticità, etc.) della pianta.
Il progetto viene svolto col contributo
finanziario delle tre OP: Apofruit,
ApoConerpo e Orogel Fresco.
Le selezioni, frutto di incroci finalizzati al
raggiungimento degli obiettivi di cui
L’
sopra, vengono valutate presso i campi
sperimentali dell’azienda Martorano5.
Dopo alcuni anni di osservazioni le linee
migliori vengono testate presso alcune
“aziende satelliti” di produttori che storicamente collaborano al progetto. Quelle
che superano questa fase vengono
moltiplicate in grandi numeri allo scopo
di fare delle osservazioni allargate nelle
diverse realtà produttive della zona (per
situazioni ambientali, tecniche e metodi
di coltivazione). In queste fasi “il testimone” viene passato alle OP, cioè agli
utilizzatori finali delle varietà. Tecnici e
NUOVE SELEZIONI DI FRAGOLA PER L’AREA ROMAGNOLA
Nella foto in alto un particolare della fruttificazione della selezione 00,92,4. Qui sopra il vivaio
delle selezioni al momento dell’estirpazione
uffici commerciali, consapevoli delle
esigenze dei produttori e dei mercati in
cui operano, sono responsabili dei giudizi, e quindi delle scelte finali. Gli apparati tecnici delle cooperative sono coinvolti nelle osservazioni di campo e di
magazzino, ma determinante è il parere
del produttore, a cui la varietà è destinata. Chi meglio del produttore è in
grado di valutare una serie di aspetti
come la scalarità di maturazione, la
tenuta della pezzatura, la facilità di raccolta in relazione alla vigoria della pianta, alla posizione dei frutti e al distacco
più o meno agevole? Questi aspetti,
incidendo sui tempi e rese di raccolta,
quindi sulla redditività della coltura,
hanno oggi molto più peso che in passato per aziende che dipendono sempre
più da manodopera esterna non specializzata. La loro valutazione negativa ha
fortemente limitato la diffusione presso
i produttori di alcune varietà e selezioni
che erano dotate di buone caratteristiche.
Fra le accessioni in fase di valutazione
finale emerge, per i positivi riscontri nei
2 anni di osservazioni disponibili, 2006
e 2007, la selezione 00,92,4. Le due
annate di osservazioni sono state caratterizzate da andamenti climatici esatta-
PAGINE TECNICHE 7
mente opposti, pur tuttavia questa selezione si è confermata in tutte le occasioni. E’ figlia di Onda e matura nella
stessa epoca, la pianta è rustica e vigorosa, di buon livello produttivo ed elevata pezzatura dei frutti, costante fino alla
fine della raccolta. Altri punti di forza
sono l’aspetto del frutto, che si presenta di forma allungata e regolare, colore
vivace e brillante, la sua consistenza,
resistenza e vita post-raccolta. La sua
qualità è più che discreta. Sembra ben
adattarsi alla coltivazione biologica e
all’impiego come cima radicata. In vivaio produce piante grosse con apparato
radicale sempre ben formato.
Riteniamo sia superiore a tutte le varietà di epoca simile attualmente diffuse
(Onda, Roxana, Record, Idea, etc.) che
potrebbe quindi, a ragione, sostituire. Si
potrebbe così porre un freno alla frammentazione varietale che, generando
continua disformità nel prodotto commercializzato, penalizza le nostre produzioni. Ciò succede proprio nel periodo
medio e tardivo, più esposto di per sé a
rischi commerciali anche perché affrontato con varietà diverse, spesso portatrici di problemi commerciali (Roxana,
Idea, etc.). Inoltre, potrebbe essere
l’occasione per riqualificare la nostra
produzione, magari attraverso strategie
di valorizzazione commerciale realizzabili
solo se si dispone di varietà realmente
in grado di distinguersi. Infine, varietà di
questo tipo ci potrebbero dare la possibilità di confrontarci e competere con le
fragole delle aree meridionali
(Candonga, Camarosa) superiori per
qualità (più dure e dolci) rispetto alle
nostre fragole, e quindi meglio apprezzate dai mercati. Per raggiungere questi obiettivi non basta disporre di una
buona
varietà ma bisogna anche saperla gestire correttamente a tutti i livelli (dalla politica di gestione dei brevetti alla gestione
di campo mediante l’adozione di tecniche colturali “su misura”).
Altre 3 selezioni sono state moltiplicate
in vivaio quest’anno. Tra queste,
96,46,2 ha ottime caratteristiche qualitative ma limitata produttività, riteniamo
sia interessante per progetti di qualità.
Le selezioni 98,78,7 e 97,129,11
hanno elevate caratteristiche agronomiche (produttività, pezzatura, rusticità) e
sono di forte attrattiva per i produttori;
riteniamo però che una loro diffusione
allargata sia pericolosa in quanto insufficienti dal punto di vista qualitativo.
Complessivamente i vivai delle 4 selezioni hanno prodotto quasi un milione di
LA FRAGOLICOLTURA IN ROMAGNA
Nella foto in alto frutti della selezione 96,46,2.
Qui sopra un vivaio su prode in località Cervia
piante (tab. 1) che saranno
disponibili per i prossimi
impianti.
Nuove linee precoci, tra cui
alcune figlie di Alba, Dora e
Irma stanno avanzando e
sono in corso di valutazione.
Inoltre, dallo scorso anno è in
atto una collaborazione col CIV
di Ferrara che si è reso disponibile a darci in prova una serie di linee
avanzate figlie di Clery e Darselect in
cui riteniamo siano stati centrati in pieno
obiettivi come sapore, consistenza,
tenuta e bellezza del frutto. I livelli di
qualità e consistenza delle nuove selezioni sono molto più alti di quelli delle
varietà attuali. L’aspetto della consistenza non è meno importante. Varietà
più consistenti ci permetterebbero di
affrontare meglio le anomalie climatiche
che negli ultimi anni sono state un’importante, ma non l’unica, causa di guasti e perdite di tenuta delle nostre produzioni, con ripercussioni negative sull’andamento dei prezzi ai produttori.
Innalzare la consistenza dei frutti significa poter disporre di fragole in grado di
durare più a lungo sulla pianta e di sopportare elevati carichi produttivi mantenendo inalterate le proprie caratteristiche. Inoltre, ma non secondario, poter
disporre di fragole meno sensibili ad
una serie di avversità: stagionali (piogge, caldo eccessivo, sbalzi termici) e
parassitarie (marciumi), più resistenti
alle manipolazioni e con una più lunga
vita di post-raccolta.
Purtroppo elevati standard qualitativi e
commerciali comportano sempre un
calo delle prestazioni produttive della
pianta, incidendo quindi negativamente
sul guadagno dell’azienda. Il divario fra
8 PAGINE TECNICHE
notizie
fragole “che fanno quintali” e fragole
buone e saporite è sempre più marcato.
Ma prendere posizioni nette inseguendo
un obiettivo della filiera varietale (dal trapianto della pianta in campo alla commercializzazione finale dei frutti) per trascurarne o sottovalutarne altri sarebbe
sbagliato. Considerati gli attuali livelli di
redditività è fondamentale mantenere
alte produzioni unitarie, ma allo stesso
tempo, è fatto d’obbligo innalzare gli
standard qualitativi e commerciali,
attualmente insufficienti in quanto non
adeguati alle esigenze dei mercati. E’
necessario trovare dunque nelle nuove
linee, soprattutto in quelle precoci, che
stanno avanzando un compromesso fra
produttività e qualità del tipo di quello
raggiunto con la selezione 92,4 .
LA SITUAZIONE DEI VIVAI
Tra i servizi offerti da Apofruit ai propri
associati c’è la compravendita e distribuzione delle piantine ai fragolicoltori.
Nel 2007 sono state distribuite 3,5
milioni di piante a oltre 250 produttori
(Tab. 2). I vantaggi che i soci ricevono
da questo servizio sono diversi ma non
sempre ben visibili. I vivaisti si sono
dimostrati aperti e disponibili a soddisfa-
SELEZIONE
VIVAIO
N. PIANTE
SUPERFICIE (ha) PRODOTTE
00,92,4
Gardini Savarna (RA)
0,9522
610.700
00,92,4
Coviro Cervia (RA)
0,1000
28.000
96,46,2
Gardini Savarna (RA)
0,1836
89.250
98,78,7
Gardini Savarna (RA)
0,2682
120.100
97,129,11
Coviro Cervia (RA)
0,2000
78.400
1,7040
926.450
Tot.
I VIVAI NEL TERRITORIO ROMAGNOLO
Nella tabella: selezioni avanzate messe in vivaio nel 2007 (per impianti 2008) per conto delle OP,
superfici e produzioni finali. Nella foto sotto estirpazione delle piante in vivaio
re le nostre esigenze. Abbiamo la possibilità di visionare i diversi vivai e di assistere alla lavorazione ed alla successiva
campionatura delle piante frigoconservate. Da alcuni anni vengono effettuati
saggi di attecchimento sul materiale
vivaistico di diversa provenienza in vista
dei trapianti. Le numerose informazioni
raccolte (tecniche adottate, trattamenti
effettuati, lavorazione e selezione, etc.)
ci permettono di avere migliori conoscenze dei vivai e di poter effettuare
scelte mirate atte a garantire ai fragolicoltori la disponibilità di materiale controllato di qualità. La gestione diretta
delle piantine asseconda le esigenze dei
produttori (diverse per situazioni
ambientali, familiari, etc.) indirizzandoli
verso scelte varietali adatte a loro e in
linea con le esigenze della cooperativa
(di giusta ripartizione fra varietà precoci
e tardive, di sviluppo di determinate
varietà e limitazione di altre che hanno
problematiche commerciali, etc.). Per
quanto riguarda i vivai che forniranno le
piante per gli impianti 2008, si conferma l’importanza di due aree vivaistiche,
una locale presso Cervia, in cui operano
Coviro e Raggi Vivai, e l’altra in Spagna,
presso Viveros California, a cui due
vivaisti locali (Geoplant e Raggi Vivai) si
sono appoggiati per la produzione delle
loro varietà (Alba, Roxana, Asia).
Queste due aree da sole forniranno nel
2008 oltre l’ 80% delle nostre esigenze
totali di piantine. I fornitori si sono dimostrati sensibili alle nostre sollecitazioni
facendo programmi di vivaio e operando
scelte tendenti a soddisfare le nostre
richieste e preferenze, appunto, per
questi due siti di produzione. Qui vi sono
condizioni tecniche e ambientali favorevoli alla produzione di piantine di qualità.
Da Cervia proviene la maggior parte
delle varietà: più del 50% delle piante di
Alba e Roxana, la totalità delle piante di
Onda, Record, Idea, Queen e Dora. I
9
vivai locali, tutti fatti su prode, erano
prima dell’estirpazione in buone condizioni fitosanitarie, lo sviluppo delle piante era uniforme ed equilibrato. Il freddo
è stato regolare per cui le piante si trovavano, già a inizio anno, in condizioni
idonee all’estirpazione e alla conservazione. I vivai spagnoli sono fatti in altura (7-800 mt), in condizioni ambientali
ideali: sabbie quasi pure con elevatissima presenza di scheletro, disponibilità
illimitata di acqua di ottima qualità, freddo costante in autunno-inverno, favoriscono lo sviluppo di abbondanti radici,
l’accumulo delle sostanze di riserva e
predispongono ad una scarsa produzione di fiori dopo il trapianto. Limiti storici
della produzione spagnola sono la
disformità di sviluppo e la selezione
grossolana delle piante, che hanno però
dimostrato di avere dopo il trapianto una
migliore ripresa vegetativa che compor-
ta una loro migliore preparazione preinvernale. La stessa sperimentazione
condotta dall’Azienda Martorano5 nel
biennio 2006-07 mette in risalto le
migliori prestazioni delle piante di origine
spagnola. Le piante di tutte le provenienze vivaistiche sono controllate e
garantite dal punto di vista geneticosanitario. Gli aiuti comunitari (OCM) a
favore del materiale d’impianto, obbligando i produttori all’utilizzo di piante
certificate, hanno favorito negli ultimi
anni lo sviluppo dei processi di certificazione a livello vivaistico e l’innalzamento
della qualità del prodotto. Crediamo che
anche per il futuro sia importante, nell’interesse dei produttori, non abbandonare la strada intrapresa perchè la sanità del materiale, OCM o no, è un aspetto irrinunciabile! Ci auspichiamo che i
produttori non si lascino andare a facili
speculazioni economiche e valutino
attentamente i rischi legati all’uso di
materiale privo dei necessari controlli.
LA DISTRIBUZIONE DELLE FRAGOLE AI SOCI APOFRUIT ITALIA
Nella foto in alto un’intensa brinata a dicembre, qui sopra un vivaio spagnolo, particolare di una
pianta estirpata. Nella tabella: piante distribuite da Apofruit Italia nel 2007 ai fragolicoltori associati
VARIETA’
QUANTITA’
%
ERRATA CORRIGE
ALBA
ONDA
ROXANA
RECORD-IDEA
SELEZIONI ISF (129.11, 46.2, 70.3, 92.4)
Altre varietà (DORA, IRMA,
QUEEN, CLERY, ANTEA, AROSA)
TOT.
1.760.000
645.000
328.000
250.000
223.000
215.000
48
19
9,5
7
6,5
10
3.430.000
100
Nell’articolo sulla fragola pubblicato nel n. 6 di Apofruit Notizie, nella
tabella, gli elementi Manganese,
Ferro e Molibdeno sono inibiti e
non in eccesso.
Titolo didascalia pagina 6 va sostituito con “Soluzioni meccaniche
agevolatrici”.
Pagina 6, paragrafo “Protezione
della coltura”, riga 12: “assicurare
alle colture” va sostituito con
“assicurare alle strutture”.
10
DALL’EMILIA
notizie
Ingresso ufficiale di Agra Aiproco
in APOFRUIT ITALIA
di Franco Girotti
al 1° Gennaio 2008 la “ famiglia”
di Apofruit Italia si è ulteriormente allargata: infatti è stata ufficialmente siglata la fusione con la cooperativa
modenese Agra – Aiproco. Il percorso
che ha portato all’integrazione della
struttura modenese ha preso il via nel
mese di aprile 2007, quando è iniziato il rapporto di stretta collaborazione
sia sul versante della lavorazione del
prodotto, sia dal punto di vista commerciale. Oggi, quindi, gli stabilimenti
di Apofruit sul territorio emiliano sono
diventati cinque in quanto ai tre “bolognesi” si sono aggiunti lo stabilimento
di Vignola e di San Martino in Spino
(Mo). Inoltre Apofruit ha riacquistato lo
stabilimento di Ostiglia che ricade
nella provincia di Mantova: un operazione di riacquisto che deve essere
vista anche in un’ottica di riduzione dei
costi, in quanto la cifra spesa per l’af-
D
APOFRUIT ITALIA IN TERRITORIO EMILIANO Nella foto lo stabilimento Apofruit Italia di Vignola
fitto incideva naturalmente sui costi
sostenuti dalla cooperativa. Inoltre la
proprietà dello stabilimento, rafforza
la volontà di crescere, valorizzando le
colture tipiche di quel territorio come
i meloni, senza dimenticare i cocomeri, e puntando a produzioni innovative,
come il minicocomero seedless
(senza semi). E’ opportuno ricordare
che la compagine sociale della realtà
modenese è composta da 600 soci,
una parte dei quali conferisce prodot-
LA PAROLA AI PRODUTTORI
Targa Massimo, produttore di Ravarino (MO) che conduce con la moglie un fondo agricolo di 10 ettari- di cui
3,50 investiti a frutteto (pero-susino) e 1,50 ettari a
cipolla invernale - esprime la sua opinione: “ in merito
all’avvenuta fusione mi sento di dare un giudizio senz’altro positivo, in quanto ritengo che la base sociale
potrà trarne un giovamento dal punto di vista economico e anche per quanto riguarda le opportunità di investimento.
Certamente tra i soci della cooperativa sono nate molte aspettative, ma
anche nuove prospettive. Nel frattempo la liquidazione avvenuta a metà
febbraio per le pere William bianco, rosso e per le susine autunnali mi ha
personalmente soddisfatto, inoltre ha segnato un’inversione di tendenza,
con il prezzo più alto registrato negli ultimi anni.”
to da altre regioni, mentre le produzioni
principali conferite sono: pero q.li
120.000, susino q.li 14.000 , ciliegio
q.li 8.000, melo q.li 5.000, provenienti
per la maggior parte dalla zona di
Vignola e comuni limitrofi. Dal comprensorio della “bassa modenese” e zona
veneta provengono oltre 35.000 q.li tra
melone-cocomero e cipolla per 55.000
q.li. Per quanto concerne le produzioni
destinate all’industria di trasformazione,
la parte preponderante è rappresentata
dal pomodoro per circa 260.000 q.li. E’
evidente che con la fusione si viene a
creare sul territorio una realtà di primo
piano in particolar modo per il prodotto,
pera che nell’area emiliana esprime la
massima potenzialità produttiva e di
qualità, senza dimenticare produzioni
tipiche come ciliegie, cocomeri, meloni e
cipolle che Apofruit intende valorizzare,
esaltando la tipicità delle produzioni
stesse.
DAL METAPONTO E DALLA SICILIA
11
Lo stabilimento di Donnalucata
apre il 2008 con risultati POSITIVI
APOFRUIT ITALIA IN SICILIA Nella foto lo stabilimento di Donnalucata
avvenuto a gennaio 2008 il
passaggio ufficiale dei soci
produttori Moc Mediterraneo ad
Apofruit Italia. Una nuova partnership
che vede Apofruit Italia al centro di un
importante processo di espansione nel
territorio siciliano, ora concretizzato con
la gestione dello stabilimento di
Donnalucata, nel comune di Scicli
(Ragusa), dove vengono lavorati principalmente prodotti orticoli. Il passaggio
ad Apofruit Italia ha già portato nei
primi mesi del 2008 un significativo
incremento della produzione locale,
che è passata dai 1.400 quintali di prodotto lavorato in magazzino nel 2007
agli oltre 2.100 quintali attuali. “Il primo
investimento effettuato da Apofruit
Italia ad avere già portato risultati positivi è stato quello sulla linea dei
Solarelli, una gamma di pomodori di
alta qualità di cui la cooperativa ha il
commercio esclusivo - spiega Alfonso
“E’
D’Aquila, Coordinatore Area Orticola
Siciliana – A gennaio siamo partiti con
quattro tipologie, il Datterino, il
Ciliegino, il Mini Plum e, a completare
la gamma, il mini oblungo Dunnè”.
Oltre alla linea dei Solarelli, Apofruit
Italia ha investito anche su tutte le altre
tipologie di pomodoro, dai Ciliegini ai
pomodori a grappolo, oltre che, in
generale, sulle produzioni orticole tipiche del territorio (principalmente zuc-
chine, melanzane e peperoni). I
primi mesi del 2008 nello stabilimento di Donnalucata sono stati
positivi anche per l’incremento di
manodopera, che è passata dalle
35-38 unità del dicembre 2007
alle attuali 60 unità. Questo ha permesso anche di soddisfare al
meglio il generale aumento degli
ordini registrato in questi ultimi
mesi, conseguenza questa di un
migliore riscontro di immagine che
lo stabilimento ha registrato nel
passaggio ad Apofruit Italia raccogliendo una nuova ondata di adesioni da parte dei produttori del territorio. “Per i prossimi mesi si prevede un ulteriore aumento del prodotto lavorato in loco nel nostro
magazzino- conclude D’Aquila- e
un incremento della quantità di prodotto conferito”.
INCENDIO NELLO STABILIMENTO DI SCANZANO 1
Intorno alle ore 20 di venerdì 9 febbraio, nel piazzale antistante le
rampe di carico dello stabilimento di
Scanzano 1, è divampato un violento
incendio che ha distrutto numerosi
imballaggi di legno e plastica.
Fortunatamente il magazzino di lavorazione e stoccaggio non è stato
intaccato, consentendo all’attività di proseguire regolarmente. L’incendio,
di cui non si esclude un’origine dolosa, ha causato danni per diverse centinaia di migliaia di euro, coperte da assicurazione. Un episodio spiacevole, che allo stesso tempo invita Apofruit Italia a portare avanti l’attività
quotidiana al servizio dei soci con maggiore entusiasmo e determinazione, promuovendo quelli che sono i valori distintivi della cooperazione:
solidarietà, eticità e legalità.
12
DAL LAZIO
notizie
Kiwi IGP LATINA
Al via un progetto di studio sulle caratteristiche
nutrizionali e organolettiche della varietà di kiwi prodotto nell’area IGP di Latina
e caratteristiche qualitative,
nutrizionali e tecnologiche del
Kiwi IGP Latina saranno al centro
di un importante progetto finanziato dal Ministero per le Politiche
Agricole Alimentari e Forestali
che ha come scopo finale lo studio e la valorizzazione di questo
prodotto. Il progetto vede coinvolti l’Istituto Nazionale di Ricerca
per gli Alimenti e la Nutrizione di
Roma, il Dipertimento di Scienze
Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia,
l’Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale di Porano
e la sede di Aprilia di Apofruit
Italia. La ricerca si concentrerà
sull’individuazione delle caratteri-
L
stiche qualitative e nutrizionali del kiwi
prodotto nell’area laziale, che rappresenta un rilevante elemento di stabilità per l’economia agricola dell’Agro
Pontino, anche considerando che
questa varietà richiede un bassissimo
impiego di prodotti chimici di sintesi
per la protezione delle piante. Il progetto prenderà in esame le varie
caratteristiche organolettiche del kiwi
IGP Latina, con particolare riferimento a: grandezza, forma, consistenza
della polpa, colore, contenuto di vitamina C, solidi solubili, presenza di carboidrati, carotenoidi e acidi organici.
Saranno inoltre studiate le varie caratteristiche nutrizionali di questa varietà
(capacità antiossidante, fibra alimentare, elementi minerali, acido ossalico,
profilo dell’aroma) con attenzione
anche all’aspetto tecnologico,
ovvero all’attitudine alla trasformazione industriale del prodotto.
Una parte della ricerca si concentrerà successivamente sull’influenza delle condizioni pedo-climatiche
di diverse zone dell’area IGP
Latina, delle tecniche colturali
adottate, del genotipo e della
durata di conservazione sulle
caratteristiche qualitative, nutrizionali e tecnologiche dei frutti, con
un’analisi anche degli effetti sulla
qualità nutrizionale ed organolettica dei frutti di processi di trasformazione come il confezionamento
del kiwi a fette pronte per il consumo. Al termine del progetto di
ricerca i consumatori avranno a
disposizione informazioni chiare e
dettagliate sul kiwi IGP Latina, che
daranno loro una garanzia sulla
qualità del prodotto e una maggiore sicurezza nell’acquisto. D’altro
lato, grazie agli studi sull’influenza
dei fattori ambientali e colturali
sulle caratteristiche organolettiche
dei kiwi, i produttori avranno a
disposizione le conoscenze necessarie per ottimizzare gli schemi di
produzione e incrementare così la
qualità dei frutti.