N. Inv. 1652 F Giovanni Andrea Sirani

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N. Inv. 1652 F Giovanni Andrea Sirani
scheda VI
1 │ IL FONDO STORICO DEI DISEGNI DI SIMONE CANTARINI
Simone Cantarini. Opere su carta agli Uffizi │ Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, 16 giugno – 21 settembre 2015
Giovanni Andrea Sirani
(Bologna 1610 – 1670)
Nudo maschile disteso
inv. 1652 F
Pietra rossa su carta
mm. 175 x 158
Questo disegno e il successivo sono descritti nel già citato inventario di Giuseppe Pelli Bencivenni (sscheda I): <1.
Giovane nudo genuflesso, a matita rossa; 2. Figura nuda giacente, più piccola, simile; 3. Cristo morto con tre angioletti
che lo piangono, simile>. Il Giovane nudo genuflesso, già attribuito a Simone Cantarini e oggi considerato opera di un
allievo, non è esposto; sono stati selezionati per la mostra, al contrario, la Figura nuda giacente e il Cristo Morto. Pelli
Bencivenni, con grande acume, aveva riunito assieme questi fogli nell’inventario, considerandoli simili per tecnica,
dimensioni e stile. Pur mantenendo l’attribuzione tradizionale a Cantarini, egli aveva quindi colto la loro vicinanza,
anche oggi ribadita nonostante essi siano assegnati ad altri autori.
Il disegno in esame, così come il suo compagno (n. VII), omogeneo dal punto di vista dello stile grafico, è oggi riferito a
Giovanni Andrea Sirani (Bologna 1610 - 1670), coetaneo di Cantarini e, come lui, allievo di Guido Reni presso la sua
bottega. Padre e maestro della più celebre pittrice Elisabetta (Bologna 1638 – 1665), raccolse a Bologna l’eredità del
suo grande mentore fondando alla sua morte una scuola di pittura che ne tramandò la lezione.
La tradizionale attribuzione dei due disegni a Simone Cantarini è facilmente comprensibile se si considera che sia la
tecnica che il soggetto sono tipici della bottega di Guido Reni, della quale facevano parte sia Cantarini che Sirani.
Nonostante le forti affinità, tuttavia, si possono scorgere anche vistose differenze con i fogli autografi a pietra rossa di
Simone (nn. I, XII, XIII, XIV; XV): Sirani, fedele al linguaggio di Reni, ha una grafia molto più ferma e precisa, disegna con
insistenza i contorni e adotta un’ombreggiatura realizzata con netti tratti paralleli, che nelle opere su carta di Simone
diventa decisamente più sfumata e morbida.
bibliografia
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manoscritte di Filippo Baldinucci, 1° agosto 1675, Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Postillato 97
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N. Ferri dal 1879 al 1881, Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, inventario ms. a schede, n. 1652 F
Annamaria Petrioli Tofani, Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi. Inventario. Disegni di figura, Vol. II (962 F.-1998 F.),
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Babette Bohn, a cura di, Le <Stanze> di Guido Reni. Disegni del maestro e della scuola, Firenze 2008, p. 162, n. 64
Annamaria Petrioli Tofani, L’inventario settecentesco dei disegni degli Uffizi di Giuseppe Pelli Bencivenni. Trascrizione e
commento, II, Firenze 2014, p. 584, n. 2