N. Inv. 1661 F Simone Cantarini

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N. Inv. 1661 F Simone Cantarini
scheda III
1 │ IL FONDO STORICO DEI DISEGNI DI SIMONE CANTARINI
Simone Cantarini. Opere su carta agli Uffizi │ Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, 16 giugno – 21 settembre 2015
Simone Cantarini
(Pesaro 1612 – Verona 1648)
Testa di giovane donna
inv. 1661 F
Pietra nera su carta cerulea
mm. 279 x 185
Questa affascinante testa di giovane donna è una delle opere grafiche più celebri e giustamente ammirate di Cantarini
agli Uffizi. Fa parte, assieme allo Studio di testa, mani e piede (n. II), di un gruppo di disegni preparatori per la pala
d’altare con l’Incoronazione della Vergine e Santi Benedetto e Vincenzo della chiesa di Santa Maria Assunta a Gandino
(Bergamo); qui Simone si concentra sul volto della Vergine, e dunque sulla parte più significativa della composizione.
Come già ricordato, il disegno in esame, che condivide con il foglio n. II tecnica esecutiva, qualità della carta e
destinazione, è testimoniato in collezione già nel 1675, pochi anni dopo la morte di Cantarini (1648) e l’esecuzione del
dipinto bergamasco (1642-1647): è probabile, pertanto, che entrambi siano rimasti assieme sin dal momento della loro
creazione.
Il cardinale Leopoldo de’ Medici (Firenze 1617 – 1675), creatore con l’aiuto del segretario e storiografo Filippo
Baldinucci (Firenze 1624 - 1697) del primo nucleo della raccolta di disegni degli Uffizi, cercava nelle prove grafiche del
Pesarese la traccia evidente del rapporto di quest’ultimo con il maestro, Guido Reni. Non sorprende, pertanto, che la
Testa di giovane donna si inserisca perfettamente, assieme ad altri disegni analoghi (nn. I, II, IV, V), nel gusto
accademico e classicista tipico della scuola del pittore bolognese.
La critica ha evidenziato, inoltre, nello studio in esame, un certo carattere, che si manifesta nella ricerca di una bellezza
tanto ideale quanto concreta. Osservando il disegno, emerge come Cantarini abbia raggiunto una sintesi equilibrata e
armoniosa nel tratteggiare la testa della giovane: si guardino, ad esempio, la ricerca di un profilo del viso il più possibile
regolare e lo studio attento dei volumi della capigliatura. Ciò nonostante, differenziandosi dal maestro Reni (i cui
disegni tendono maggiormente a un’astrazione ideale delle forme), Simone non rinuncia al dettaglio naturalistico: lo
studio attento dell’ombreggiatura del viso della donna, eseguito in luce naturale, fa pensare a un disegno dal vero. In
questo senso il foglio costituisce un punto di contatto tra la lezione reniana e quella, più naturalistica, della scuola
bolognese dei Carracci: gli influssi di quest’ultima su Cantarini sono ben visibili nel disegno n. I, che fornisce un valido
punto di confronto.
bibliografia
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Babette Bohn, a cura di, Le <Stanze> di Guido Reni. Disegni del maestro e della scuola, Firenze 2008, pp. 115-116, n. 93
Annamaria Petrioli Tofani, L’inventario settecentesco dei disegni degli Uffizi di Giuseppe Pelli Bencivenni. Trascrizione e
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