Retribuzioni in ritardo, poche prospettive occupazionali rischia di

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Retribuzioni in ritardo, poche prospettive occupazionali rischia di
anno i - n° 0 giovedì 3 novembre 2016
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Franco Valente
L’Oscar del giorno lo assegniamo a
Franco Valente. Nonostante il silenzio, i trabocchetti e la mancanza
di programmazione riesce a mantenere viva la fiammella della cultura in Molise. Non è cosa di poco
conto, se si pensa che non c’è nemmeno l’assessorato competente.
Un Oscar, davvero meritato.
IL NOSTRO
TAPIRO
IL NOSTRO
OSCAR
Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione
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Bibiana Chierchia
Il Tapiro del giorno lo diamo a Bibiana Chierchia. L’assessore comunale di Campobasso all’Urbanistica
aveva promesso una città a dimensione europea. Fino a questo momento, però, nessun segnale vero in
avanti è stato compiuto. anzi, Campobasso sta precipitando sempre
più.
L’Ardire
Giovani senza futuro
e senza occhiali
di Giuseppe Saluppo
S
e non c'è crescita non c'è lavoro. E
non ci può essere un progetto di
vita per i nostri giovani che non
hanno un'occupazione. E tantomeno per quei ragazzi che le statistiche definiscono i Neet (not in employment,
education o training), che non studiano, non
lavorano e non hanno speranze. Non sono
pochi. Stanno diventando tanti. Per aiutare
questi ragazzi a costruire un progetto di vita,
bisogna rimettere in moto la macchina dell'economia. Offrire loro delle opportunità.
Non è facile, ma è doveroso provarci per
non ghigliottinare una generazione e condannare al declino l'intero Molise. Poi, però,
viene a galla che il progetto Garanzia Giovani in Molise non ha ancora un catalogo
delle offerte formative a distanza di due anni
dal suo avvio. Un progetto, per la verità,
partito malissimo in regione per una serie di
cause burocratiche e politiche. I nostri giovani sono condannati a fare una scelta impossibile. Restare senza prospettive di
affermazione, crescita, meritocrazia e senza
un futuro migliore oppure andarsene per
cercare tutto questo con la speranza di riuscirci però lasciando le proprie radici, la
propria terra la propria storia. Questa è la
scelta che poniamo di fronte ai nostri ragazzi. Cultura e Formazione da sempre
sono gli occhiali con cui si riescono ad interpretare e a comprendere le informazioni
e i dati che ci circondano. La follia distruttiva è quella per cui un genitore non manderebbe mai i propri figli con problemi alla
vista in giro senza gli occhiali però sembra
normale che la politica non si preoccupi
della cultura e della formazione dei propri
cittadini. E, tra tutti, il caso di Garanzia Giovani. Speranze tradite. Annunci improbabili.
Pagamenti in ritardo. E nessuna prospettiva
per il futuro. Quello di Garanzia Giovani, a
distanza di due anni, si sta rivelando un flop.
Ed oggi ci si avvede anche che manca ancora un catalogo delle offerte formative. E,
quello che spaventa maggiormente, è che il
Molise è la Regione che presenta il più alto
tasso di emigrazione dei giovani presi in carico (10,25%). Ovvero di giovani residenti
in regione ma che hanno preso parte a corsi
fuori regione. Sono emigrati. Ovvero, ancora, non ci sono più. Che desolazione!
Retribuzioni in ritardo,
poche prospettive occupazionali
rischia di essere un flop
servizio a pagina 3
IL FATTO
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Il post terremoto non è finito,
anzi, forse comincia ora
Che cresca il sentimento di solidarietà per le popolazioni dell’Umbria e delle Marche è più che naturale; che cresca l’interesse intorno
all’attività scientifica di monitoraggio sulla faglia che da Sud a
Nord attraversa l’Appennino, è un’assoluta necessità.
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La direttrice del Primo dipartimento, Mariolga Mogavero, per i mesi di agosto e settembre 2016
ha disposto di pagare gli emolumenti solo a Marilina Di Domenico e a Valentina Tagliaferri
Esaminando la determinazione
assunta dalla direttrice del Primo
dipartimento della Regione Molise, Mariolga Mogavero, per liquidare 26.323,60 euro a titolo di
compenso per i mesi di agosto e
settembre
2016 in favore delle componenti
del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici, è
balzata evidente la mancata corrispondenza tra la premessa e il
dispositivo. Se non avessimo notato la discrasia, non ci saremmo
occupati di dare risalto ai
13.333,20 euro di compenso a
Marilina Di Domenico, che del
Nucleo è direttore, né ai 7.550
euro a Valentina Tagliaferri che
del Nucleo è componente, perché
ormai abbiamo fatto il callo alle
cifre a più zeri in favore dei collaboratori e dei consulenti alla
corte del governo regionale per
funzioni di cui, peraltro, non si
conoscono i termini e le responsabilità. Per inciso, ricordiamo
che al già presidente della giunta
regionale di centrodestra, Michele Iorio, è stata imputata, facendogliela pagare cara sul piano
elettorale, la colpa di essere stato
un dispensatore di risorse pubbliche in collaborazioni e consulenze a go-go che, però, poste a
paragone delle consulenze e delle
collaborazioni assegnate a go-go
dalla giunta di centrosinistra presieduta da Paolo di Laura Frattura, si rivelano una bazzecola.
Eppure, non c’è forza politica che
lo metta in risalto e ne faccia un
motivo di denuncia alla pubblica
opinione, che sull’onda delle stru-
Del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici
s’è persa la Murgolo
E’ stata destituita? Ha dato le dimissioni? Nei mesi di agosto e settembre
non ha lavorato? Non condivide l’operato delle colleghe?
mentali e scarsamente vere contestazioni, nel 2013 ha deciso di
“punire” Iorio e di “premiare”
Frattura. Ma non è questo il
punto. E’ che nelle premesse della
determinazione della Mogavero è
detto e specificato che il Nucleo
di valutazione e verifica degli investimenti pubblici è formato da
Marilina Di Domenico (direttore), da Valentina Tagliaferri e
da Lucia Murgolo (componenti);
che l’incarico è per 36 mesi,
eventualmente rinnovabili; che il
trattamento economico complessivo previsto per l’incarico di direttore è di 80.000 euro annui
lordi e che per quello di componente è di 45.000 euro annui
lordi. Fatta questa premessa, e descrizione, nella determinazione
viene richiamata la necessità di
disporre in favore del Nucleo
l’importo lordo di 26.323,60
euro, comprensivo di tutti gli
oneri riflessi e l’Irap, per la liquidazione e il pagamento dei compensi di agosto e settembre 2016,
imputando l’onere sul capitolo
12545 dell’esercizio 2016, giusto
impegno 590 del 17 marzo 2016.
Quindi, dato per inoppugnabile
che il Nucleo è composto dalla Di
Domenico, dalla Tagliaferri e
dalla Murgolo, non si capisce perché ad essere pagate per i mesi di
agosto e settembre siano state
solo la Di Domenico e la Tagliaferri e non anche la Murgolo,
della quale, nell’atto di cui stiamo
dicendo, non c’è traccia e/o riferimento. E’ stata destituita? Ha
dato le dimissioni? Nei mesi di
agosto e settembre ha fatto fla-
nella? Non condivide l’operato
delle colleghe?
Mistero. Sta di fatto che nella determinazione 72 del 20 ottobre
2016, Mariolga Mogavero determina di liquidare “il pagamento
in favore dei componenti del Nucleo di valutazione e verifica
degli investimenti pubblici”, ma
solo alla Di Domenico e alla Tagliaferri. Della Murgolo non fa
menzione. Sebbene gli amministratori regionali e i vertici burocratici si ritengano intoccabili e
onnipotenti, per la legge sulla
trasparenza e l’anticorruzione, in
una Regione normale, avrebbero
dato conto del perché, liquidando
i compensi dei mesi di agosto e
settembre ai componenti il Nucleo di valutazione e verifica
degli investimenti pubblici, due
componenti le pagano e la terza
no.
Dardo
Integrità salariale e mobilità in deroga,
la Regione sblocca l’annualità 2015
Per Frattura e Veneziale: “E’ la risposta attesa dai lavoratori molisani”
La Regione Molise, come previsto dal
decreto correttivo dello Jobs act, ha
disposto l’utilizzo di parte delle risorse residue attribuite ai trattamenti
di integrità salariale e mobilità in deroga: ne godranno i lavoratori già beneficiari dello stesso trattamento per
l’annualità 2014. Lo comunicano il
presidente Paolo di Laura Frattura e
l’assessore Carlo Veneziale.
“Abbiamo autorizzato l’Inps al pagamento delle indennità consentendo
così anche lo sblocco delle stesse per
l’annualità 2015: è la risposta attesa
da migliaia di lavoratori molisani”,
dichiarano Frattura e Veneziale.
“Così come indicato dal Ministero del
lavoro, abbiamo assegnato parte delle
risorse attribuite alla nostra Regione
per la copertura di un ulteriore trattamento di mobilità in deroga. Il periodo corrisposto – precisano –, è
quello che intercorre tra la fine del
precedente trattamento già concesso e
il termine del 31 dicembre 2014”.
“Le restanti risorse, in linea con
quanto già annunciato, le destineremo
a un piano straordinario di politiche
attive. Sarà rivolto ai nostri cittadini
oggi in cerca di nuove prospettive occupazionali”, concludono Frattura e
Veneziale.
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Suggerita una seduta del consiglio regionale adeguatamente predisposta dalla Commissione
ambiente e territorio partendo dalla piena, completa, ed esaustiva illustrazione della ricostruzione
Noi del Molise siamo particolarmente interessati a seguire gli sviluppi del persistere delle scosse
telluriche che stanno “devastando” l’Italia centrale, lungo la
dorsale appenninica. Su quella
dorsale c’è la gran parte del territorio molisano che 14 anni fa ha
visto crollare la scuola Jovine di
San Giuliano di Puglia, la morte
di 27 scolaretti e la maestra, e un
nugolo di Comuni colpiti in più
punti dal sisma. Del terremoto conosciamo l’angoscia e i danni che
procura, oltre i morti. Che cresca
il sentimento di solidarietà per le
popolazioni dell’Umbria e delle
Marche è più che naturale; che
cresca l’interesse intorno all’attività scientifica di monitoraggio
del dipartimento nazionale della
Protezione civile e dell’Istituto
nazionale di Geofisica e vulcanologia sulla faglia che da Sud a
Nord attraversa l’Appennino, è
un’assoluta necessità. Cui bisogna adeguare le risorse finanziarie, le strutture organizzative, i
mezzi e gli strumenti tecnici, il sistema di rilevamento e, soprattutto, l’allestimento di un piano
d’indagine che affronti analiticamente lo stato di sicurezza del patrimonio edilizio, dando priorità
agli Ospedali, alle Scuole e agli
edifici pubblici. Solo la conoscenza dei luoghi e delle condizioni di agibilità delle strutture
edilizie (pubbliche e private) può
aiutare a sollevare il peso del timore, se non proprio della paura
che grava sulla coscienza dei molisani, e a stilare un elenco in cui
siano indicate le priorità d’intervento.
Questo è il disegno ideale che
Il post terremoto non è finito,
anzi, forse comincia ora
Opportuna una fase di collaborazione e di integrazione tra la maggioranza e la minoranza alla Regione, e tra gli Ordini professionali, le Forze sindacali e le Categorie imprenditoriali sulla messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio molisano
scaturisce dalla drammaticità del
momento, connessa ai territori
ancora scossi dal sisma e dalle
alte magnitudo. Ma anche dalle
dichiarazioni rilasciate dal capo
del Governo, dal capo della Repubblica, dal commissario straordinario al terremoto, dal capo
della Protezione civile nazionale,
cui si vanno aggiungendo le dichiarazioni degli esponenti del
Movimento Cinque Stelle, mai
disposti nel passato a qualsiasi
forma di collaborazione.
Per attuarlo quel disegno di uni-
tarietà, occorrono volontà politica, determinazione, disponibilità
finanziaria, coesione amministrativa, organizzazione del e sul territorio, e una forte, profonda,
presa di coscienza collettiva. Riportando al Molise il progetto di
un’intesa politica e istituzionale,
il primo passo per trovare un
primo punto d’incontro potrebbe
essere una seduta del consiglio regionale adeguatamente predisposta dalla Commissione ambiente
e territorio – suggerisce il consigliere ex Pd Petraroia – partendo
dalla piena, completa ed esaustiva
illustrazione della ricostruzione
post-terremoto del 31 ottobre
2002. Un punto di partenza da cui
ricavare la capacità d’intervento
posta in campo, il numero e la
qualità degli interventi effettuati,
ciò che resta ancora da fare e
come fare. Ma, soprattutto, per
avviare una fase di collaborazione e di integrazione tra la maggioranza e la minoranza alla
Regione sulla messa in sicurezza
del territorio e del patrimonio edilizio molisano, e tra gli Ordini
professionali, le Forze sindacali e
le Categorie imprenditoriali. Il
presidente regionale dell’Associazione nazionale dei costruttori
edili, Umberto Uliano, ha lanciato con forza la proposta di un
Piano per la ristrutturazione e
l’adeguamento sismico del patrimonio edilizio pubblico e privato;
il senatore Ulisse Di Giacomo ha
proposto una moratoria alle polemiche e ai contrasti, e un progressivo svelenamento dei
rapporti politici, per aggregare
energie ed obiettivi comuni intorno al progetto della sicurezza.
Lo esigono il dramma di centinaia di migliaia di italiani che
hanno perso affetti, case ed averi;
il perenne stato di pericolo determinato dalla complessità faglia
appenninica; la bellezza del nostro Paese da salvaguardare; il dovere istituzionale del Governo
nazionale e dei Governi regionali
di intervenire in maniera organica
e strutturale.
Dardo
“Garanzia Giovani, vuota l’offerta formativa”
Il Programma Garanzia Giovani
è stato organizzato, pubblicizzato, avviato, ma manca ancora
totalmente la parte che riguarda
l’offerta formativa. Enti e associazioni hanno regolarmente
presentato i loro progetti entro
la scadenza prevista del 30 agosto, ma da quel dì se ne sono
perse le tracce, il sito non fornisce alcuna risposta.
“Anche volendo considerare la
mole di lavoro - afferma il consigliere Monaco – per la valutazione di tutti questi progetti che
ricade interamente sui dipendenti dell’Agenzia Molise Lavoro è necessario dare risposte
in tempi ragionevoli. Per questo
ho presentato un’interrogazione
Il consigliere regionale, Filipo Monaco, si dice preoccupato del catalogo e la mancanza di risposte
per conoscere i termini del problema e come si intende affrontarlo. Stiamo parlando di una
situazione in cui ci sono da una
parte i giovani molisani che
soffrono l’assenza pressoché
totale di sbocchi lavorativi e
dall’altro gli enti di formazione
che da due anni stanno aspettando una ripresa dell’attività
formativa che non ha mai conosciuto una crisi simile negli ultimi tempi.
Mi auguro che si possa al più
presto mettere in piedi il catalogo dell’offerta formativa,
come previsto, e l’intenzione
della mia interrogazione rivolta
al Presidente e alla Giunta è
proprio quella di dare una
scossa all’assopimento di questa parte del Programma Garanzia Giovani”.
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3 novembre 2016
Il Circolo sannitico costretto a ricorrere al baratto con la Provincia per tacitare debiti pregressi
Suppellettili, quadri, stampe e mobili a parziale
copertura del debito per il canone di locazione
Chi sa della tradizione e della storia del Circolo e della Provincia, non può che dolersi
profondamente per come in questa città tutto decada e diventi misero
Questa deliberazione adottata
dalla giunta provinciale pochi
giorni prima che spirasse, è
davvero singolare, con evidenti
difetti di motivazione, certamente poco e forse male assistita
sotto
il
profilo
tecnico/amministrativo. Mai
avremmo pensato che al nono
mese del sedicesimo anno del
Terzo millennio in un atto amministrativo, reso peraltro immediatamente
esecutivo,
potessimo trovare le tracce del
baratto, cioè dello scambio di
beni in assenza di moneta. Ebbene, tra la Provincia di Campobasso e il Circolo Sannitico è
stata trovata ed applicata la formula del baratto essendo il Circolo debitore nei confronti della
Provincia del pagamento dei
canoni per l’uso dei locali di
cui da decenni dispone per
svolgere (almeno in passato)
una fertile attività sociale e culturale. Passa il tempo, passano
gli uomini. Il Circolo Sannitico
non è più ciò ch’è stato: meno
soci, minore attività, maggiori
spese e poche risorse. Come
tutte le famiglie nobili decadute, il ricorso alla (s)vendita
dei beni è una delle vie d’uscita
per restare a galla con un tasso
accettabile di dignità. Per fronteggiare il debito accumulato,
non avendo altra possibilità di
tacitarlo, il presidente del Circolo ha proposto alla Provincia
di accettare suppellettili, quadri, stampe e mobili a titolo di
compensazione. La Provincia,
come diciamo, ha accettato deliberando la giunta - De Matteis, Talucci, Colaci, Di Biase e
Di Labio - di acquisire quei
beni a parziale pagamento del
debito per il canone di locazione. Vogliamo credere che dei
beni da cedere sia stata fatta
una valutazione, che il Circolo
disponga di un inventario, che
abbia deliberato il consiglio di
amministrazione, insomma, che
almeno sul piano formale, ci
siano i presupposti per reggere
questo singolare, unico, inatteso scambio, e il provvedimento che ha determinato. Chi
sa della tradizione e della storia
del Circolo e della Provincia,
non può che dolersi profondamente per come tutto, in questa
città decada e diventi misero. Il
baratto, in questo caso, è la sintesi del vicendevole immiserimento delle parti. Questo sul
piano storico/sociale e culturale, perché sul piano amministrativo la deliberazione e il suo
contenuto hanno molto da mettere in chiaro.
Trattandosi, per la Provincia, di
acquisire elementi al proprio
patrimonio. Per casi del genere
sussistono procedure da seguire
e norme da rispettare che nella
stringatissima deliberazione
provinciale non si intravedono.
Chi giornalisticamente ha contatto con la cronaca, avverte
ormai in maniera evidente e
palpabile l’avvento del pressapochismo nel disinteresse generale con il quale la transizione
storica e sociale che viviamo
viene accompagnata nella sua
sfibrante interminabile crisi.
Dardo
Sull’Ariston, Comune in confusione
Entro metà novembre il Comune avrà la
possibilità di fare ricorso al Consiglio di
Stato per cercare di cambiare il giudizio
che l’aveva visto perdente al TAR. Allo
scopo la Giunta ha deliberato perché un
avvocato esterno studi il caso e difenda
l’ente nel giudizio dinanzi al giudice amministrativo, a Roma.
Nonostante si ritenga doveroso ricorrere
in modo da definire se davvero la struttura comunale abbia agito in maniera
così maldestra come il TAR ha evidenziato oppure abbia operato correttamente, ciò che, a nostro avviso, va
precisato è che l’esito del ricorso non diraderà la nebbia che avvolge la questione.
Quale futuro si prospetta davvero?
Sulla scorta di queste considerazioni, lunedì 31 ottobre, abbiamo portato in aula
consiliare la discussione desiderosi di
raccogliere garanzie da parte dell’assessore all’urbanistica, Bibiana Chierchia.
Speravamo ci fornisse, finalmente, qualche documento che attestasse il reale impegno per la ricerca dei fondi necessari
all’eventuale acquisto, ristrutturazione e
gestione del cinema-teatro. Auspicavamo
che ci stupisse srotolando una tavola da
cui spiccasse un progetto di riqualificazione, magari esteso anche all’area cir-
costante. E invece nulla!
Si è palesato ancora una volta che siamo
di fronte ad una battaglia ideologica utile
a non perdere il consenso di tutti quelli
che credono nel recupero dell’originario
utilizzo dell’Ariston, niente di più.
Sono oramai trascorsi all’incirca 10 anni
da quando si cominciò a trattare con i
proprietari per l’acquisto e la successiva
ristrutturazione dell’edificio ma fino ad
oggi nessuno ha mai messo nero su
bianco una proposta, dimostrando di essere realmente interessato.
Ecco, di fronte a questo scenario fatto di
parole vuote e zero provvedimenti, senza
nessuna garanzia, né tantomeno progetti,
durante la discussione abbiamo presen-
tato un ordine del giorno che mettesse un
punto sull’ennesima vicenda irrisolta
della nostra città.
Se al Consiglio di Stato il Comune avrà
la peggio ci sarà poco da discutere. Tuttavia, se anche il giudizio fosse favorevole rimarrebbe la grossa incognita sul
da farsi ed è per questo che si è chiesto al
Consiglio comunale di esprimersi affinché si abbandonasse l’idea di recupero
dell’Ariston qualora, dopo che il Tribunale si sia espresso, non fossero state individuate risorse finanziarie extra
comunali per l’operazione. Oggi è impensabile, dal nostro punto di vista, alla
luce delle tante priorità con cui la città
deve fare i conti, investire milioni e mi-
lioni di euro di risorse comunali (che comunque non ci sono) per questa idea che,
seppur condivisibile, non riteniamo sia
alla nostra portata. A tutti i consiglieri di
maggioranza è stato proposto, in alternativa, di produrre un proprio documento
in cui si dichiarasse politicamente corretto perseguire l’obiettivo anche attraverso risorse del Comune di Campobasso
e, se del caso, ricorrendo all’indebitamento. Del resto, se davvero è così strategico come l’assessore ci ha tenuto a
ribadire forse sarebbe il caso di dimostrarlo. Con una manovra da contorsionisti la maggioranza, non compatta, ha
votato negativamente il nostro documento e, ovviamente, di assumersi la responsabilità di indebitare l’ente per
recuperare l’Ariston non se n’è proprio
parlato. Morale della favola, siamo alle
solite: situazioni che si trascinano per decenni perché nessuno si prende la briga
di dare risposte definitive. Perché avere
due piedi in una scarpa è comodo: nell’immobilismo generale, al cittadino resterà sempre il dubbio su chi sia il
responsabile, se la burocrazia o la politica. Noi, invece, a riguardo dubbi non ne
abbiamo più.
Movimento Cinque Stelle
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3 novembre 2016
Nonostante gli impegni assunti dalla politica regionale
Manca il sigillo ministeriale, ma
tutto è già predisposto per togliere
al Molise anche la Corte d’Appello. Appena dopo toccherà magari alla prefettura d’Isernia. E
sulla abbrivio di questa libidine
governativa a sottrarre uffici e
funzioni, il Molise si presenterà
talmente spogliato, da sollecitare
l’intervento della Buoncostume!
Da regione marginale, impoverita, depressa, non riuscirà a fronteggiare ciò che delle funzioni
istituzionali le sarà rimasto. La
tristezza di vivere in un luogo in
cui la collettività è stata depauperata della matrice sociale e culturale (la matrice economica non
l’ha mai avuta essendo stata sempre una regione assistita), ha già
un precedente: l’avviso nazionale
per nominare il nuovo direttore
del ministero dei Beni culturali
per il Molise andato deserto. Il
Molise è terra che non attira, non
muove interesse né passione. Eppure, di storia alle spalle ne ha, e
di cultura anche, che ad un direttore ministeriale avrebbero dovuto particolarmente interessare.
Eppure, come diciamo, il bando è
andato deserto. Probabilmente gli
eventuali interessati sono al corrente che nel prossimo futuro,
permanendo la vocazione governativa a smantellare i suoi apparati periferici, quel posto verrà
cancellato. Meglio dunque tenersi alla larga, e puntare a qualcosa di serio ed importante.
Un segnale allarmante dell’impo-
Corte d’Appello, il silenzio
nonostante gli impegni
verimento progressivo non solo
di uffici ma anche di personale
che nessuno finora dei presunti
“rappresentanti del popolo” e dei
presunti “governanti regionali”
pare abbia percepito nella sua
gravità. Andando avanti di questo
passo, e con questa classe dirigente, sarà difficile diradare la foschia che avvolge e impedisce al
Molise di guardare avanti con un
minimo di certezza in un futuro
che non sia solo di lacrime e sangue. La paralisi mentale dei vertici regionali sta riversando i suoi
effetti malefici su tutti i gangli vitali, impedendo che fosse pensata
e organizzata una sortita politica
in difesa dei nostri diritti costituzionali. Sono i comitati popolari
a reagire contro i tagli, le soppressioni, le cancellazioni, il ridimensionamento dei servizi
essenziali. Ma la loro incidenza è
nulla nei confronti degli apparati
nazionali. Occorrerebbe pertanto
una mobilitazione politica, una
coalizione delle volontà per affrontare sul piano ufficiale, nelle
sedi istituzionali (soprattutto governative e parlamentari) il modo
per uscire parzialmente indenni
da quanto sta accadendo per
mano del governo nazionale con
la iconoclastica decimazione dei
diritti costituzionali, perché il
Molise abbia pari diritti e pari dignità delle altre regioni. Abbiamo
letto con interesse che “Il Molise,
dal 2008 non ha mai avuto la
forza di negoziare col governo, ha
ignorato il disegno di semplificazione che ne determinerà la
scomparsa, ed ha continuato a dilettarsi nelle proprie divisioni di
basso profilo, del tutto avulse dall’evoluzione degli assetti amministrativi imposti dalla troika
europea. L’agenda non è mutata
dal 2008 in poi perché sia Berlu-
sconi che Monti, Letta e Renzi,
hanno semplicemente messo in
atto le indicazioni di Bruxelles e
Francoforte, con tagli alla spesa
sociale, riduzioni delle prestazioni pubbliche, contenimento dei
costi previdenziali, blocco del
turn-over e del rinnovo dei contratti nella pubblica amministrazione, diminuzione a poco più del
6% sul Pil della spesa sanitaria e
sforbiciate draconiane agli investimenti sulla scuola, la ricerca
scientifica, l’università, il sapere,
l’innovazione digitale e sulle in-
frastrutture materiali”. Il Moloch
che il Molise si trova davanti lo
sta atterrendo, paralizzando, rendendolo inerte e remissivo. L’occasione per alzare la voce in
modo che la si possa sentire
anche nei luoghi alti dell’onnipotenza potrebbe essere il confronto
sulla riforma costituzionale. Essa
rappresenta una “tranche”
delle politiche di sfoltimento istituzionale “reso necessario secondo le indicazioni della finanza
internazionale, per ridurre la
spesa pubblica e rimanere competitivi nel mercato globale.
Come se ridurre di 50 milioni
l’anno gli attuali costi del Senato
consentirebbe alle imprese tessili
di far rientrare in Italia le produzioni che in Bangladesh hanno
costi di pochi dollari di salario al
mese e senza alcuna protezione
per i lavoratori, come conferma il
crollo di uno stabile a Dacca nel
2015 dove morirono 1.300 operai
nel silenzio assordante di chi
compra nei negozi di Via Condotti o di Via Montenapoleone a
Roma o a Milano”. Un “No” referendario a tutto questo, sarebbe
un primo passo verso il riscatto.
Dardo
Il tecnico rossoblù sta lavorando per correggere i recente strafalcioni della squadra
di GENNARO VENTRESCA
I mandolinari hanno cambiato spartito. Dopo la vittoria di Vasto avevano
ornato la fronte del “maestro” Novelli
; dopo le cinque pere rimediate dalla
nostra squadra con lo svelto San Nicolò, hanno strappato dalle tempie del
medesimo “maestro” il mirto. In
segno di chiara, quanto improvvisa disistima. E dopo la caduta di Gatteo a
Mare, contro il debole San Marino
hanno messo tutti alla gogna. Persino
il mister, tra i pochi, sino ad ora, ad
essere stato esonerato dalle critiche
più roventi.
Niente di strano. Cambiare opinione
fa parte della routine del mondo dei
calci d'angolo. Il quale è smisuratamente umorale, basta un niente per
farlo infervorate, così come una bruciante sconfitta può far ribaltare radicalmente gli scenari. Se poi le
sconfitte diventano complessivamente
quattro in nove partite è chiaro che le
critiche aumentino.
Non sono qui a fare l'avvocato di Raffaele Novelli, ma credo che una mano
Novelli ora deve chiedere corsa
e grinta per non correre altri rischi
d'aiuto, a questo punto la meriti. Soprattutto per il coraggio e la passione
che ci sta mettendo a guidare la nostra
traballante squadretta. Costruita,
come dicevo in altre circostanze, con
gli acquisti fatti all'Ikea.
Mi par di capire che non serva proprio
a nulla dare addosso al mister che, in
uno spogliatoio pieno di mezze figure
non sa da che parti orientarsi.
Una volta per tutte bisogna parlare di
approccio alla partita. Un punto de-
bole dell'allenatore campano che ancora non ha saputo trasmettere il furore agonistico ai suoi ragazzi. Che, in
punta di verità, potrebbero correre di
più è mordere le caviglie agli avversari, attraverso un pressing asfissiante.
In uno dei miei precedenti servizi mi
sono permesso di studiarsi il Liverpool di Klopp e l'Atletico di Simeone.
O, se gradisce, la Juve e la Nazionale
di Conte, uno che non ha mai lasciato
nulla al caso. Neppure il modo di
esultare. Con una cifra tecnica bassina
il tecnico di Lecce ha eliminato la
super Spagna e avrebbe mandato a
casa anche i tedeschi senza le comiche di Pellè e Zaza.
Per non correre ulteriori rischi sarà
bene che il Campobasso di Novelli
non lasci nulla al caso, servono corsa
e cuore, Che al momento abbiamo
solo intravisto.
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