L`allergia alle proteine del latte vaccino

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L`allergia alle proteine del latte vaccino
L’allergia alle proteine del latte vaccino
L’allergia alle proteine del latte vaccino (APLV) si manifesta attraverso alcuni sintomi specifici, in conseguenza dell’assunzione del latte
vaccino.
Esiste molta incertezza circa la definizione di APLV e spesso, in sede diagnostica, è difficile valutare se i sintomi che i bimbi riportano siano la
conseguenza di una “allergia” o di una “intolleranza” al lattosio.
Infatti, sebbene il termine “allergia” sia in genere riferito a reazioni a insorgenza molto rapida (ad esempio macchie rosse pruriginose su tutto il
corpo o orticaria, vomito immediato, diarrea o, in casi fortunatamente rari, anche lo shock anafilattico), oggi si includono nella definizione di APLV
anche reazioni come la diarrea cronica, lo scarso accrescimento e, in qualche caso più raro, la dermatite atopica.
Per quanto riguarda il meccanismo che sottende questa molteplicità di reazioni, c’è in genere accordo sul fatto che le forme a insorgenza rapida
avvengano, per lo più, a causa della presenza di anticorpi particolari e specifici denominati IgE. Essi hanno la capacità di reagire con il latte vaccino
molto velocemente provocando, quindi, reazioni che sono definite immediate. Le reazioni più lente, invece, sono causate da meccanismi non
dipendenti dalle IgE, ma prodotti da alcune cellule del sistema immunitario (linfociti).
Oggi il termine di allergia alimentare è esteso a tutte le forme il cui meccanismo sottostante coinvolge qualunque elemento del sistema immunitario.
Il termine intolleranza al latte vaccino, a rigore, dovrebbe essere riservato solo agli effetti indesiderati che insorgono quando manchi l’enzima
(lattasi) che è in grado di digerire lo zucchero (lattosio) del latte vaccino. I sintomi che ne possono derivare sono la flatulenza, il meteorismo e la
diarrea che sono la conseguenza dell’assenza dell’enzima che, a sua volta, può essere congenita oppure secondaria a un’altra malattia (ad esempio
la celiachia).
Chi soffre di allergia alle proteine del latte vaccino?
Si può soffrire di APLV a tutte le età, ma il problema si pone specialmente durante l’infanzia, interessando in particolare i primi tre anni di vita.
Quali sono i sintomi dell’allergia alle proteine del latte vaccino?
L’APLV può coinvolgere vari sistemi e apparati: principalmente l’intestino, la cute e il sistema respiratorio. L’intestino può essere interessato con
l’insorgenza di diarrea, dolori addominali, meteorismo o, più raramente, stitichezza. La cute con l’insorgenza di orticaria, gonfiore o dermatite
atopica. L’apparato respiratorio con l’insorgenza di asma o rinite.
Va però posto l’accento sul fatto che nessuno dei sintomi sopra riportati è specifico per l’allergia alimentare. Quindi, l’errore metodologico che
assolutamente va evitato è di associare in maniera diretta determinati sintomi all’assunzione di un determinato alimento senza passare attraverso un
rigoroso percorso diagnostico che deve essere condotto da un medico pediatra e/o allergologo esperto.
Quali sono le formule di latte che si possono somministrare al posto del latte vaccino?
Una volta che la diagnosi di APLV sia stata posta e una volta che sia stato deciso che valga la pena di porre un bambino a dieta senza latte vaccino, il
mercato offre una serie di prodotti sostituti, tutti nutrizionalmente adeguati.
E’ possibile guarire dall’APLV?
L’APLV guarisce in maniera spontanea nella gran parte dei bambini (circa l’80-90%) entro il 6° anno di vita e, recentemente, nei bambini più
grandi con APLV persistente si sta seguendo anche un approccio che ha lo scopo di desensibilizzare questi bambini mediante l’introduzione di dosi
graduali e crescenti di latte vaccino. Si parte, cioè, dalla somministrazione di piccolissime quantità dell’alimento per giungere, talora dopo molti
mesi, alla possibile introduzione di una dose quotidiana regolare. Quest’approccio non è però scevro da rischi e deve essere attuato da medici
allergologi (e nei bambini anche da pediatri) molto esperti e mai al di fuori di strutture ospedaliere o universitarie.