OPD-Comunicato stampa 1 dell 8 giugno

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OPD-Comunicato stampa 1 dell 8 giugno
OPERA DI SANTA CROCE
UNIVERSITA’ DI KANAZAWA
OPIFICIO DELLE PIETRE DURE
Firenze, 8 giugno 2009, Cenacolo di Santa Croce
Comunicato Stampa
E’ stato sancito quest’oggi nel Cenacolo della Basilica di Santa Croce in Firenze,
attraverso la firma del concordato fra l’Opera di Santa Croce, l’Università di Kanazawa
e l’Opificio delle Pietre Dure, un nuovo, quanto straordinario, capitolo di collaborazione
fra le tre Istituzioni, l’avvio del restauro delle fasce laterali della Cappella maggiore di
Santa Croce in Firenze.
Grazie alla generosa donazione del Prof. Miyashita, che ha messo a disposizione di
questo importante progetto il frutto dell’eredità privata ricevuta dai genitori, il padre
Koichi e la madre Michiko, pari a 12.000 Yen, si potrà restaurare quella mirabile,
splendida, “cornice” che racchiude la Cappella maggiore, attualmente occupata dal
cantiere di restauro a cura dell’Opificio delle Pietre Dure e avviato quattro anni fa in
virtù della munifica donazione di 1.500.000 Yen messa a disposizione dal mecenate
giapponese Tetsuya Kuroda grazie all’interessamento del Prof. Miyashita.
Alla Cerimonia hanno partecipato il Magnifico Rettore dell’Università di Kanazawa, Prof.
Shin’ichi Nakamura; il Prof. Takaharu Miyashita e la Gentile Signora Mutsuyo
Miyashita; il Presidente dell’Opera di Santa Croce, Prof.ssa Stefania Fuscagni; la
Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, la Dott.ssa Isabella Lapi; la
Direttrice del Settore di restauro Pitture Murali dell’Opificio delle Pietre Dure, Dott.ssa
Cecilia Frosinini; il Direttore dell’Ufficio internazionale dell’Università di Kanazawa, Prof.
Yuichi Sakashita; il Direttore dell’Ufficio studenti dell’Università di Kanazawa, Prof.
Daisuke Kamiguchi e il Segretario dell’Opera di Santa Croce, Dott. Giuseppe De Micheli.
FIRENZE – KANAZAWA; ITALIA - GIAPPONE
E’ una vera e propria “Ambasciata di Santa Croce in Giappone” quella costituita in
questi ultimi anni dal Prof. Miyashita e dal suo gruppo di lavoro nell’Università di
Kanazawa. Il grande interesse scientifico che coinvolge l’intero Ateneo giapponese ha
fatto sì che venissero trasferiti nel paese del Sol Levante quelle incredibili peculiarità
che caratterizzavano il lavoro delle botteghe artistiche fiorentine del trecento.
Il noto Accademico giapponese, autore di importanti pubblicazioni scientifiche sull’arte
italiana del Rinascimento e straordinario documentarista per la televisione nazionale
giapponese dell’arte murale italiana, ha riportato come, analizzando i materiali e i dati
emersi dal cantiere di restauro attivo nella Cappella maggiore, messi a disposizione
dall’Opificio delle Pietre Dure, l’Università di Kanazawa ha potuto eseguire la
riproduzione di una scena del ciclo della Vera Croce di Agnolo Gaddi a grandezza
naturale, utilizzando i materiali originali e la tecnica adottata dall’artista, presso il
campus universitario. All’importante costruzione dell’affresco sono stati invitati sul
ponteggio, oltre agli studenti, i cittadini e i ragazzi delle scuole elementari e superiori
per fini divulgativi ed educativi. Durante queste visite è stata illustrata la tecnica del
vero fresco e in particolare la tecnica utilizzata da Agnolo Gaddi per questo ciclo
pittorico.
La continuativa collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, e la fattiva
cooperazione con l’Opera di Santa Croce per la conservazione di quel maestoso museo
e luogo di studi che rappresenta la Basilica, assicura anche al nuovo progetto la
condivisione del patrimonio di competenze tecnico scientifiche, di conoscenze nel
campo delle tecniche artistiche e la possibilità di fruire della altissima operatività di
restauro che è caratteristica peculiare del prestigioso Istituto del Ministero per i Beni e
le Attività Culturali, da sempre partner eleggibile di grandi Istituzioni museali e
prestigiose Istituzioni private di studio e ricerca come l’Ateneo di Kanazawa.
Ma non solo, se Giotto e il Maestro di Figline e Agnolo Gaddi parlano in
giapponese, grazie all’eccellente opera di divulgazione della nostra arte promulgata
dall’Università di Kanazawa, così importante nell’est asiatico, e volta a formare un
pubblico, come è giusto auspicare oggi, compenetrante le poetiche e le peculiarità
delle opere e dei monumenti visitati, il “compenso” che deriva da questa operazione si
può ascrivere nel cerchio, altresì importante, della continuità e del maggiore afflusso
di quel “turismo consapevole” che occupa un posto di rilievo nelle strategie evolute di
tutti gli Enti museali internazionali che operano al fine di un’offerta qualitativa nei
servizi e nelle attività museali che non può prescindere dalla formazione del pubblico.
Santa Croce è visitata ogni anno da circa 1 milione di turisti, la percentuale di
pubblico proveniente dall’est asiatico è elevata e la collaborazione con il Giappone, su
questa linea scientifico-divulgativa, non può che essere preziosa e produttiva.
LE PITTURE MURALI TRECENTESCHE ITALIANE, GLI SCAMBI E LE INFLUENZE
FRA BISANZIO E L’IMPERO MONGOLO
E’ un ponte interculturale che si rinnova a distanza di 700 anni: un globalismo fra
oriente e occidente. La Firenze trecentesca è debitrice di un gusto e di uno stile
orientali che, attraverso Bisanzio ed il commercio pacifico, generano peculiari stilemi
nelle pitture murali del trecento.
Si può asserire, dal confronto fra le tecniche della pittura italiana e giapponese del
‘300, che vi sia un collegamento fra l’Italia e l’impero mongolo. Firenze è un esempio
del commercio con l’oriente: la Compagnia Bardi, attraverso il commerciante fiorentino
Francis Balducci Pegolotti fa capo a Cipro, base commerciale per i commerci con l’Est.
La possibilità che Giotto abbia visto la pittura cinese e l’abbia sperimentata nella sua
arte attraverso le importazioni della famiglia Bardi, che da Firenze importa ed esporta
soprattutto con la Cina, si può evincere nei seguenti punti: nella sottigliezza degli
occhi dei personaggi raffigurati; nell’impiego dei tanti motivi nelle vesti delle figure e
nelle architetture; nel rinnovamento del concetto spaziale; nelle sfumature delicate
degli incarnati.
Dalla seconda metà del Trecento inizia il declino dell’Impero mongolo, il commercio
con l’Oriente diviene difficile. Dal ‘400 è Rinascimento nella pittura italiana e
scompare ogni traccia di collegamento con l’Oriente.
Questo progetto vede la concretezza del trasferimento della nostra cultura per la
fruizione e la conoscenza in un altro Paese. Per certo, attraverso l’inevitabile
arricchimento proveniente dal progredire degli studi e delle ricerche che
emergeranno dai lavori di restauro, saranno restituiti al pubblico e alla comunità
scientifica internazionale nuovi e importanti risultati storico-scientifici.
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