San Paolo della Croce

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San Paolo della Croce
San Paolo della Croce
(notizie tratte da:www.liturgia.silvestrini.org; www.sangabriele.org; www.santuariodellacivita.it;
www.passionisti.org; “Il gigante della croce” P. Cristoforo dell'Addolorata, ed. Paoline)
S. Paolo della croce nacque ad Ovada (AL) il 3 gennaio
1694. Fu il primo dei sei figli su 15 nati che
sopravvissero alla mortalità infantile. Alto circa m.
1.75, era di forte costituzione per cui nonostante gli
attacchi di malaria, di reumatismi acuti, della
sciatica, delle frequenti palpitazioni di cuore e di
altre malattie dovute alle gravi penitenze e ai molti
strapazzi affrontati per l'apostolato e per la
fondazione della congregazione, giunse a quasi 82 anni
di età, mentre la media della vita si aggirava allora
sui 35/40 anni. Educato in una famiglia cristiana
crebbe con un carattere forte e con idee grandi. Seppe
orientare la sua vita con scelte coraggiose ed
anticonformiste. A 18 anni decide di "darsi a una vita
santa e perfetta". Nel 1715 si arruola nella crociata
della repubblica veneta contro i turchi. Ma prima di
partire capisce che Dio lo chiama per tutt'altra via.
Nel 1718 rinuncia ad una ricca eredità e al
matrimonio;
vuole
invece
approfondire
la
sua
esperienza spirituale e chiarire la sua vocazione. Nel
1720 veste un abito nero e inizia un periodo di
intensa preghiera e penitenza, durante il quale
capisce che il programma della sua vita è annunciare l'amore di Dio rivelato
nella croce di Cristo. Anche per questo, d'ora in poi si chiamerà Paolo della
Croce. Anima eminentemente contemplativa, trascorreva fino a sette ore
consecutive immerso in profonda meditazione. Dal 2 al 7 dicembre 1720, durante
un periodo di profonda esperienza mistica, scrive la regola dei passionisti. Nel
1722 si ritira, insieme al fratello Giambattista, sul monte Argentario
(Grosseto). Negli anni seguenti si sposta in varie zone del centro- sud Italia,
in attesa dell'approvazione pontificia del nuovo istituto. Ordinato sacerdote
nel 1727, inizia una intensa attività missionaria che caratterizzerà l'intera
sua vita. Nel 1737, sul monte Argentario inaugura il primo convento. Nel 1741
papa Benedetto XIV approva il nuovo istituto. Il fondatore ne promuove la
crescita accogliendo altri membri e fondando nuovi conventi. Intanto continua
instancabilmente la sua attività di missionario itinerante attraverso l'Italia.
Nella settimana santa del 1768 vuol fare l'adorazione di 24 ore davanti al
sepolcro. E' in quell'intensissima adorazione che il Signore gli imprime
fisicamente sul cuore gli strumenti della Passione: si tratta di una
stigmatizzazione particolare "con un misto di eccessivo amore e di eccessivo
dolore". Poco dopo questa esperienza, sempre nel ritiro di S. Angelo, viene
abbracciato dal Crocefisso. Nel 1771, a Tarquinia( Viterbo), apre il primo
monastero delle claustrali passioniste. Muore il 18 ottobre 1775 nel convento
dei santi Giovanni e Paolo al Celio (Roma), dove si era trasferito due anni
prima. Il 29 giugno 1867 viene dichiarato santo da papa Pio IX. Le sue spoglie
mortali riposano nella basilica dei santi Giovanni e Paolo, a Roma. È ritenuto
il più grande mistico del Settecento.
L’attività di Paolo fu intensa particolarmente nel centro Italia. Preferì, per
sé e per i suoi religiosi, la gente religiosamente più bisognosa, confinata
nelle zone malsane della Maremma, nelle piccole isole, nelle campagne.
Privilegiò la meditazione e la riflessione come più adatte a favorire la
conversione e le convinzioni stabili. Il suo apporto specifico fu l'introdurre
la meditazione pubblica della passione di Gesù ogni giorno e l'insegnamento
quotidiano del come meditarla, per aiutare gli uditori a passare dalla paura del
giudizio di Dio alla fiducia di essere perdonati per i meriti di Gesù
crocifisso. Per incoraggiare i peccatori, spesso diceva loro che si assumeva la
responsabilità della penitenza che avrebbero dovuto fare a causa dei loro
peccati. Questa solidarietà con i peccatori certamente rientrava nelle finalità
della desolazione spirituale da lui sofferta per lunghi anni.
Le lotte con il demonio
[...] Quando si recava a far visita a Monte Argentario, giunto ad un luogo
deserto detto <<La Feniglia>>, i demoni, messisi in fila perfetta da una parte e
dall'altra della strada, gli davano il benvenuto a modo loro e cioè
bastonandolo, strapazzandolo e cercando di gettarlo giù da cavallo... Qualche
volta ci riuscivano davvero. Né contenti di quanto gli avevano fatto per la
strada gli davano il resto la notte, non solo percuotendolo, ma tormentandolo in
molti altri modi. Talvolta lo innervosivano talmente che si doveva isolare,
temendo che gli potessero uscire di bocca delle parolacce. Oppure eccitavano la
rabbia e il nervosismo di quelli che dovevano trattare con lui. Altre volte lo
riempivano di malinconia, tristezza e tedio, tanto da costringerlo quasi a
commettere atti inconsulti.
Una volta, per esempio, si sentiva stimolato ad andarsene fuggiasco per la
selva, oppure si sentiva fortemente spinto a gettarsi dalla finestra. Lo
tentavano così fortemente al punto da convincerlo che ormai per lui non c'era
più speranza, che Dio gli aveva voltato le spalle, che era nel numero dei
dannati, ecc... Allora tremava dallo spavento e chiedeva aiuto e compassione a
tutti perché avessero pietà di lui e pregassero per la sua salvezza eterna.
[...]
Preghiera
O glorioso S. Paolo della Croce, che meditando la passione di Gesù Cristo,
salisti a sì alto grado di santità in terra e di felicità in cielo, e
predicandola offristi al mondo il rimedio più efficace per tutti i suoi
mali, ottienici la grazia di tenerla sempre scolpita nel nostro cuore,
perché possiamo raccogliere i medesimi frutti nel tempo e nell'eternità.
Amen