il bordello degli angeli
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il bordello degli angeli
IL BORDELLO DEGLI ANGELI a cura di Compagnia Teatro Nudo voce: Nicola Alcozer corpi: Cosetta Graffione Lidia Treccani Simona Fasano musica di e con: Roberto Izzo (violino) Stefano Cabrera (violoncello) Edmondo Romano (fiati) L’attore introduce e accompagna nel bordello contemporaneo 3 danzatrici e 3 musicisti a coppie mettono in scena 3 dei 7 Peccati Capitali: -Accidia con il violino -Ira con il violoncello -Lussuria con i fiati Le 3 coppie partono come singoli passi a due con differenti ritmi ed andamenti anche se la musica è in diversi ottavi. Con il corpo si cercherà l ‘espressione del singolo peccato per trasformarlo in 3 delle 4 Virtù Cardinali: - l ‘ accidia diventerà Fortezza - l’ ira diventerà Giustizia - la lussuria diventerà Temperanza Musicalmente i 3 ritmi durante la trasformazione diverranno un solo ritmo, una sola voce fatta da 3 differenti strumenti applicando la teoria del musicista minimalista Steve Reich. Costruita l ‘armonia nel suono i 3 corpi s’incontreranno a canone nel centro dello spazio teatrale ed intorno all’ attore all’unisono avverrà il ritrovamento del nuovo corpo femminile attraverso la vestizione del sari la veste indiana che avvolge senza segnare le forme. 1 L‘ ACCIDIA: Il termine, nel greco classico, designa la negligenza, l'indifferenza, la mancanza di cure e di interesse per una cosa. Designa inoltre l'abbattimento, lo scoraggiamento, la prostrazione, la stanchezza, la noia e la depressione dell'uomo di fronte alla vita. É lo smarrimento estremo: si produce uno stato d'animo che intacca e rischia di disorientare tutto ciò che raggiunge. Due conseguenze tipiche sono l'instabilità e il disprezzo per gli impegni della propria vita. Si percepisce che tutta la propria esistenza perde di tensione, è come allentata in un senso di vuoto, nella noia e nella svogliatezza, in una incapacità di concentrarsi su una determinata attività, nella spossatezza e nell'ansia. Viene a mancare un punto di attrazione, un polo che catalizzi tutte le componenti della persona, e questa perdita di scopo sembra trascinare tutto in un vuoto senza fine. A causa dell'angoscia e dell'ansietà, la vita appare senza più punti sicuri, senza certezze, come appoggiata su di una superficie fluttuante. Altri sintomi dell'accidia sono l'indifferenza è l'instabilità. Un ultimo sintomo dell'accidia è lo sconforto: l'impossibilità per l'uomo di vedere qualche cosa di buono e di positivo: tutto viene ridotto al negativismo e al pessimismo. L'insoddisfazione diventa la modalità normale di affrontare l'esistenza, e spesso anche ogni possibilità di futuro diventa inimmaginabile. LA FORTEZZA: è la virtù morale che, nelle difficoltà, assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene. Essa rafforza la decisione di resistere alle tentazioni e di superare gli ostacoli nella vita morale. La virtù della fortezza rende capaci di vincere la paura, perfino della morte, e di affrontare la prova e le persecuzioni. Dà il coraggio di giungere fino alla rinuncia e al sacrificio della propria vita per difendere una giusta causa. « Mia forza e mio canto è il Signore » (Sal 118,14). « Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo » (Gv 16,33). 2 L‘ IRA: Ciascuno di noi si identifica solitamente con la parte educata e razionale di sè e rifiuta di riconoscere come propria la parte passionale, della cui attivazione è responsabile l’altro. É sempre qualcuno o qualcosa che ci ha fatto arrabbiare... In realtà, la rabbia è una passione che fa parte di noi e che dovrebbe indurci a guardarci dentro con più attenzione. Se qualcuno ci fa arrabbiare, infatti, questo significa che in noi c’è qualche cosa di irrisolto, c’è una disarmonia. La rabbia, come le altre passioni, è una dinamica del corpo che lo danneggia sia quando è eccessivamente compressa, sia quando è scatenata senza limiti. E quando c’è qualcuno o qualcosa che in particolare ci infastidisce e ci fa arrabbiare, non evitiamolo, ma affrontiamolo. "Conosci il tuo nemico" recita un antico proverbio; conoscilo e l’avrai per metà vinto. E il "nemico", il più delle volte è dentro di noi... LA GIUSTIZIA: è la virtù morale che consiste nella costante e ferma volontà di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto. La giustizia verso Dio è chiamata « virtù di religione ». La giustizia verso gli uomini dispone a rispettare i diritti di ciascuno e a stabilire nelle relazioni umane l'armonia che promuove l'equità nei confronti delle persone e del bene comune. L'uomo giusto, di cui spesso si fa parola nei Libri Sacri, si distingue per l'abituale dirittura dei propri pensieri e per la rettitudine della propria condotta verso il prossimo. « Non tratterai con parzialità il povero, né userai preferenze verso il potente; ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia » (Lv 19,15). « Voi, padroni, date ai vostri servi ciò che è giusto ed equo, sapendo che anche voi avete un padrone in cielo » (Col 4,1). 3 LA LUSSURIA: La radice della parola lussuria coincide con quella della parola lusso - che indica una esagerazione - e quella della parola lussazione - che significa deformazione o divisione. Appare quindi chiaro il significato di lussuria, che designa qualche cosa di esagerato e di parziale. Il lussurioso cioè è portato a concentrarsi solo su alcuni aspetti del partner (il corpo o una parte di questo) che diventano il polo dell'attrazione erotica; tutto il resto è escluso, l'interezza è negata. Il corpo viene oggettivato e la persona spersonalizzata. La lussuria è quindi una conseguenza di un certo tipo di paura: la paura del confronto con un altro essere umano nel quale è possibile rispecchiarsi. Il lussurioso non si vuole specchiare, non si vuole vedere, non si vuole confrontare.La lussuria è anche una delle manifestazioni più comuni del disagio proprio della nostra società, dove siamo alla continua ricerca di nuove esperienze e nuove emozioni che ci facciano sentire "vivi". Ma è una ricerca irrequieta che spesso ci porta a sentire il vuoto dietro le cose, e a sentire che la vita non trova un suo compimento. E così ad una avventura erotica ne segue un'altra, un'altra e un'altra ancora. Si cerca l'assoluto… ma si rimane inevitabilmente delusi. Buttarsi e ributtarsi nella realtà, confrontandosi con tutto quello che si incontra e senza paura del confronto, senza paura di essere sconfitti o messi in ridicolo: questa è l'unica medicina per combattere la lussuria e per essere felici. A volte siamo così distratti e sconvolti da ciò che ci capita che poi fatichiamo a ritrovare noi stessi. Eppure si deve. Non si può affondare in ciò che ci circonda. É in te che le cose devono venire in chiaro, non sei tu che devi perderti nelle cose. Quando ci capita di pensare che la nostra vita sia completamente sbagliata, che ci sia un errore, questo capita solo perché ci siamo fatti una determinata idea della vita, rispetto a cui può apparire sbagliato come realmente viviamo. Ma questa è solo una nostra costruzione. La vita è così com'è: l'unico modo per non soccombere è quello di accettarla senza volerla per forza spiegare, insomma... viverla. LA TEMPERANZA : è la virtù morale che modera l'attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell'uso dei beni creati. Essa assicura il dominio della volontà sugli istinti e mantiene i desideri entro i limiti dell'onestà. La persona temperante orienta al bene i propri appetiti sensibili, conserva una sana discrezione, e non segue il proprio istinto e la propria forza assecondando i desideri del proprio cuore.83 La temperanza è spesso lodata nell'Antico Testamento: « Non seguire le passioni; poni un freno ai tuoi desideri » (Sir 18,30). Nel Nuovo Testamento è chiamata « moderazione » o « sobrietà ». Noi dobbiamo « vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo » (Tt 2,12). Sede legale : Stradone di Sant’ Agostino 18/3, 16123 Genova tel : 010 8690599 direzione artistica : Simona Fasano 338-2391470 www.compagniateatronudo.eu www.myspace.com/compagniateatronudo E-mail: [email protected]