la lussuria - Vladimir Luxuria

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la lussuria - Vladimir Luxuria
LA LUSSURIA
di Vladimir Luxuria
Se dico lussuria dico sesso. Non cominciamo da qui, la lussuria ha molteplici strati semantici: è
“rigoglio, esuberanza di vegetazione”. La foresta tropicale è lussureggiante poiché spontanea,
rigogliosa e abbondante, non segnata da steccati di proprietà, non potata, non sistemata e frenata
come in un giardino all’inglese o all’italiana. E’ lusso, luxury, fasto, sontuosità, ciò che vizia i sensi,
il vizio del capitale, il soverchio, l’hotel con tutti i confort, il ristorante con i camerieri in alta
uniforme e i bicchieri di cristallo. Sfrenatezza, dissolutezza, anche sessuale… e ci sono arrivata! Il
vizio capitale, impuro, al di fuori della morale, osceno, condannato e pericoloso; secondo l’etica
cattolica la lussuria acceca la mente (che ad accecare gli occhi ci pensa la masturbazione!), è ripiego
egoistico su se stessi, è la passione senza freni. Grazie alla luxuria con un atto commetti non uno ma
due peccati senza sforzi aggiuntivi, si trasgredisce al contempo il sesto (non fornicare) e il nono
comandamento (non desiderare la donna d’altri). Nella teologia cattolica un certo maschilismo non
ha neanche preso in considerazione che potrebbe essere anche la donna a desiderare l’uomo d’altri,
figuratevi solo l’ipotesi di un gay che impazzisce per il marito della vicina! Ma almeno in questo
caso il patriarcato ci risparmia dalla trasgressione al comandamento e rende peccatori tutti i maschi
eterosessuali condannati anche solo per il desiderio, anche se al desiderio non ne consegue un atto
(“chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”, il
Vangelo secondo Matteo). Il professore francese di retorica Marc Fumaroli preferisce non parlare
di lussuria ma di “voluttà” perché questa parola non implica una rinuncia inconscia della felicità.
Per Sant’Agostino rinunciare alla lussuria significa aprire al desiderio un campo e un oggetto
infiniti, l’amore di Dio: nella celebre “visione di Ostia” invita alla voluttà suprema dell’anima e non
alla lussuria carnale poiché ostacola la contemplazione divina. Non sono tutte le religioni a
mandare nell’Inferno (Dante ci ha messi anche in Purgatorio): nell’antica Grecia i Baccanali e i
misteri orgiastici erano al contrario un mezzo di contatto con le divinità pagane, significato positivo
che troviamo anche nel tantra e nel Kama Sutra induista. Qualunque pratica di sesso non atto alla
riproduzione è condannato dalla Chiesa Cattolica, compresa però anche la fecondazione eterologa
anche per coppie dello stesso sesso. Lussuria è piacere del corpo, lasciarsi andare, non farsi
condizionare dalle cesoie censorie dei giardinieri in sottana. Seppur fedeli tra loro i gay, le lesbiche
e le/i trans dovranno rassegnarsi a continui atti di lussuria. Ma questo vizio è connesso
etimologicamente a “lux”, luce: e se fosse anche attraverso l’esaltazione dei piaceri che si giunge
all’illuminazione? Coraggio, c’è salvezza anche in un rapporto sessuale diverso da quello materiale
tra un uomo e una donna finalizzato esclusivamente a far nascere, come fanno i gay e, senza timore
di finire all’inferno per dirlo, tra la Madonna e San Giuseppe che sono ricorsi non la contatto fisico
ma ala intercessione.