Scarica - Cinque Pietre

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Scarica - Cinque Pietre
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Caritas Sine Modo
PREGHIERA
O Padre di tenerezza infinita, per noi non hai risparmiato il tuo unico Figlio:
il tuo cuore divino conosce lo strazio più grande,
che è insieme purissima gioia di amare.
Concedici, o Padre, di corrispondere al tuo dono
con l’abbandono fidente nelle tue mani
e l’offerta totale di quanto ci è più prezioso.
Aiutaci ad accogliere umilmente quella morte
che ogni giorno ci è chiesta e che la piena dedizione comporta:
il sacrificio di sé per la vita del mondo.
Plasmaci con il tocco sapiente dello Spirito a immagine del tuo Figlio;
uomini nuovi, in cui vivremo da figli,
con lui saremo donati per tutti i fratelli:
è l’unica gloria che vale,
è amore che trasfigura l’oscurità del tempo presente nella luce dell’eternità.
«L’Amicizia è … il Bene di Dio!»
di Aika Marano, novizia
Considerata una delle fasi della vita dell'uomo tra le più intense, in cui
tutto muta rapidamente sia dal punto di vista fisico che emotivo e cognitivo, l'adolescenza è anche il
momento in cui esperienze come l'amicizia diventano esigenza fondamentale nella vita di ogni ragazragazzo. Fin dalla preadolescenza i coetanei sono un punto di riferimento importante, che si affianca ai
genitori e agli insegnanti, superandoli in alcuni casi per rilevanza e intensità. Proprio in questa fase
della vita, si formano i primi legami forti, quelle amicizie indissolubili, all'interno delle quali non ci
sono distanze. È facile comunicare bisogni, sogni, pensieri ad un amico, perché quando ti ascolta non
lo fa mai dall'alto di un'esperienza già vissuta, ma si trova allo stesso tuo piano,vive contemporaneamente le tue stesse insicurezze e contraddizioni. Ogni uomo sente il bisogno fondamentale di entrare in
-relazione, di incontrarsi e di comunicare con qualcuno che è altro da sé,per dare nuovi stimoli alla
propria esistenza. “ La pianta della vita infatti non può crescere nella solitudine di un deserto!”. Quando c’è condivisione di sentimenti, di emozioni vere, quando ci si sente supportati ed incoraggiati da
qualcuno che si fa nostro compagno di viaggio, nostro amico e fratello, la vita diventa più facile da
affrontare e si fa più bella, più colorata, perché non ci si sente soli. Tutti sentiamo il bisogno e desideriamo avere un amico accanto. L’amicizia è un bene prezioso, incalcolabile, immenso, un dono che per
essere autentico deve contenere un amore solido verso Dio, se a Lui si appoggia, infatti, l’amicizia sarà
anche un poderoso sostegno, gioia condivisa e sollievo nelle amarezze di questa vita, per questo va
conservata e protetta. Gesù stesso è chiamato nostro amico e ci chiama suoi amici. L’amicizia con
Gesù e in Gesù spalanca nuovi orizzonti, ti libera dalla schiavitù degli schemi relazionali propinati dal
mondo e ti purifica interiormente, ti insegna a basare la tua vita non su ciò che è superfluo e passeggero, ma su ciò che è veramente importante. Sii “Amico” per chi ti cammina accanto, ed esso lo sarà per
RESTA CON NOI SIGNORE
di madre Maria Chiara, suora di Maria
Siamo alla prima grande svolta della storia della nostra piccola famiglia. Ogni svolta ha il suo canto. Il bambino che cresce cerca nuovi spazi per vivere, per esprimersi, così ogni comunità che nasce! C’è bisogno di
nuovi orizzonti, quelli di prima sono ormai troppo stretti e sono le situazioni a determinare gli eventi. Si parte
ma non senza dolore. Ogni partenza segna una lacerazione profonda dell’anima allora sgorga un grido:
“Resta con noi, Signore, scende la sera. Il buio è troppo fitto dentro noi... La notte fa paura”. Si parte verso
l’incognito, verso le novità dello Spirito meravigliose ma sconosciute. “Non mi lasciare rimani con me, ed
gni catena si spezzerà. I mostri del dubbio spariranno. Le ombre del male spariranno se Tu sei con me, Signore”. Un grido lacerante ma che non è rimasto inascoltato. Dio ha benedetto il nostro passaggio a Reino e il
nostro nuovo accampamento a Pian Di Scò. Fa parte dell’agire di Dio essere sorprendente. Il Signore è davvero rimasto con noi, ci ha accompagnati, guidati, amati con passione. Si riparte con la forza e l’audacia propria della giovinezza che affronta le nuove sfide come avventure avvincenti e travolgenti che rendono movimentata la vita e dinamica la dimensione spirituale.
Con le nostre mani nelle mani di Dio: si ricomincia!
Consigliando...
Padre Giò
Questo mese di marzo si apre con il vangelo della trasfigurazione, Gesù sale sul monte con tre dei suoi discepoli per prepararli alla lotta imminente, quando le tenebre avvolgeranno ogni cosa e sembrerà che la Luce
venga sconfitta, ma sarà solo un momento perché la Luce non può essere sopraffatta.
Ci accorgiamo che i momenti che stiamo attraversando sono di un accavallarsi di nubi tenebrose che oscurano la luce del sole. Tanti cuori sono così oscurati dalla tenebra del peccato da ridefinire ciò che bene e male
fino ad arrivare a dire che il bianco è nero e il nero è bianco.
Perché anche noi non cadiamo in questo abisso di inganno Gesù ci vuole portare sul monte a contemplare la
luce e lo splendore della sua gloria, solo così possiamo rimanere saldi nella fede. Ti consiglio quindi di trovare nella tua giornata il tempo di salire con Gesù sul monte della trasfigurazione, come? Quando passi davanti ad una chiesa entra anche solo un minuto, il tempo di presentarti davanti a lui e pronunciare il tuo
“eccomi”. Squarcerai quella coltre di nubi oscure che stanno calando su questa umanità, manterrai accesa la
lampada del tuo cuore e tanti fratelli e sorelle non si perderanno nel loro camminare.
L’ANNUNCIAZIONE
di sr Maria Teresa dell’Annunciazione, suora di Maria
Il 25 marzo ricorre la solennità dell’annunciazione in quest’occasione presentiamo questa icona che
raffigura l’evento biblico:
La miniatura è di grande interesse per il sovrapporsi di motivi iconografici disparati. La vergine è, secondo la norma, situata a
destra ed è separata dall’Angelo da una sorta di balaustra; la divisione fra i due personaggi è sottolineata dalla colonna e dalla
diversa conformazione spaziale dei due ambienti; questo motivo della separazione è assai frequente nell’arte medioevale così
come la scelta di ambientare l’evento nella casa di Maria , forse dettata dalla compiacenza umana per l’ aneddoto, che pone sempre più in risalto il carattere di raccolta intimità della scena. L’ edificio sullo sfondo potrebbe forse alludere alla basilica di Nazareth, eretta sul luogo dell’annunciazione, che si identifica per un’ interpretazione letterale dei testi con la casa di Maria; tipica è
l’introduzione, nel locale dove si trova la Vergine, del baldacchino e la sua configurazione a portico. Il libro aperto sul leggio è
un motivo che fa derivare dai Vangeli apocrifi, dove si narra che Maria trascorreva parte della giornata immersa nella lettura;nel
libro aperto si leggono le prime due parole della risposta di Maria al saluto di Gabriele:<<Ecce ancilla>>. Oltre alla colomba,
simbolo dello Spirito Santo che appare fin dalle più antiche raffigurazioni, troviamo la figura del Padre da cui partono verso
Maria i raggi che portano la colomba; l’ Eterno appare in una gloria di cherubini. Il motivo di Gesù si incammina verso la madre
lungo uno dei raggi ha una precedente nella rappresentazione di un putto alato avviando la colomba(Spinello Aretino, chiesa
della SS. Annunziata di Arezzo).questa novità iconografica fu però condannata da Sant’Antonio da Firenze e papa Benedetto
XIV la proibì come espressione eretica. L’atteggiamento sereno di Maria e da ricollegare alla narrazione degli apocrifi. Assai
viva nell’artista è la ricerca di un’atmosfera intima e lirica ed egli raggiunge il suo obiettivo con la suggestiva descrizione degli
interni e con l’uso ricercato di mezzi toni d’ombra; alla cura dei particolari dell’ambiente si contrappongono le fantastiche costruzioni architettoniche che si stagliano sull’irreale fondo d’oro.
Maria
Diario di Bordo
a cura di sr Maria Francesca Mancini, suora di
Mese di Febbraio
Macanaim Madre dei Poveri
“Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace perché i miei occhi han visto la salvezza preparata da te davanti a tutti i popoli,
LUCE PER ILLUMINARE LE GENTI….”
E’ con questa meravigliosa frase di Simeone che si è aperto il mese di febbraio in occasione della festa dei consacrati che abbiamo vissuto in comunione con il nostro vescovo Michele nella cattedrale di Monreale!
Una festa importante e piena di luce per il mondo intero. Che noi consacrati possiamo illuminare le oscure suggestioni del male presenti
nella nostra società, non tanto con le parole ma con atteggiamenti che sanno di mistero, di dolcezza, di divino, che possiamo essere occhi, cuore e mani a disposizione di Gesù e Maria!
Dopo aver celebrato l’eucarestia in cattedrale la provvidenza ci ha fatto un dono: andare a cinema a Corleone con i frati minori rinnovati
per vedere l’ultimo film di Mosè uscito da poco.
Il 4 come tutti i mesi abbiamo vissuto una giornata intera di adorazione, alternandoci in turni da un’ora ciascuno.
Il 6 fra Angelo Maria e Giulia sono andati nella parrocchia di Belmonte Mezzagno dal nostro caro fratello e amico padre Lillo per le
confessioni.
Il 7 p. Giovanni è venuto al Macanaim Madre dei poveri per la giornata di spiritualità tenutasi domenica 8 in cui è stato trattato il tema
sulla “Collera”.
L’11, giorno della Madonna di Lourdes, abbiamo festeggiato 3 anni che siamo qui a Tagliavia
Il 12 don Francesco Giannola ci ha predicato un giorno di ritiro comunitario aiutandoci a vivere e approfondire ancora di più la nostra
spiritualità carmelitana
Il 18 abbiamo vissuto l’inizio della quaresima qui in santuario con l’imposizione delle ceneri e c’è stata davvero una grande e inaspettata partecipazione di fedeli.
Il 19 siamo andati a Belmonte per la S. Messa e un’ora di adorazione. Davvero ci aspettano e ci accolgono con tanto affetto e amicizia.
Il 20 e 21 abbiamo avuto al “Carmelo” un gruppo di giovani di cresima della parrocchia di Marineo per due giorni.
La prima sera abbiamo condiviso con loro la testimonianza sulla nostra famiglia religiosa e mezz’ora di adorazione eucaristica in cappellina. E’ stato davvero un bel momento!
Il 24 dalle ore 9:30 presso le Suore francescane del Vangelo a Corleone abbiamo vissuto una giornata di comunione con il nostro vescovo Michele, terminata la sera alle 19 con la celebrazione del Vespro.
Lodando il Signore per questo mese, gli affidiamo con più slancio il nostro cammino quaresimale, chiedendo un dono abbondante di
Spirito Santo affinché ci renda sempre più simili a Gesù, modello del nostro cammino di santità.
SHALOM
al prossimo mese
I cardini della vita morale
Prudenza - Giustizia - Fortezza - Temperanza
a cura di Sr Maria Picone
Nel percorso della vita spirituale, abbiamo detto più volte, è necessario lasciarsi guidare da
guide sagge e carismatiche che ci aiutano a rispondere alla chiamata di Dio attraverso atteggiamenti che la stessa Sacra Scrittura menziona nella storia della salvezza, i quali ci permettono di
vivere secondo il Vangelo e rendono credibile la nostra vita cristiana. Fino adesso ci siamo
confrontati con le virtù teologali, a seguire scopriremo che su tali fondamenta si costruiscono
tutte le altre virtù, ma tra queste ve ne sono alcune che fanno da cardine e ci permettono di
gestire “la porta” della nostra vita e di discernere quali spiriti lasciare entrare e quali cacciare
via. Queste virtù sono: la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza.
Le loro forze si corrispondono e si relazionano a vicenda, perché la dipendenza delle virtù è reciproca, avendo come guida la prudenza
(come la carità lo è per le virtù teologali).
La prudenza “è la virtù che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo. L'uomo « accorto controlla i suoi passi » (Prv 14,15). « Siate moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera » (1 Pt
4,7). La prudenza è la « retta norma dell'azione », scrive san Tommaso sulla scia di Aristotele. Essa non si confonde con la timidezza
o la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione. È detta « auriga virtutum – cocchiere delle virtù »: essa dirige le altre virtù indicando loro regola e misura. È la prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza. L'uomo prudente decide e ordina la
propria condotta seguendo questo giudizio. Grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza
sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare”. (CCC 1806).
La Giustizia “è la virtù morale che consiste nella costante e ferma volontà di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto. La giustizia verso Dio è chiamata « virtù di religione ». La giustizia verso gli uomini dispone a rispettare i diritti di ciascuno e a stabilire nelle
relazioni umane l'armonia che promuove l'equità nei confronti delle persone e del bene comune. L'uomo giusto, di cui spesso si fa
parola nei Libri Sacri, si distingue per l'abituale dirittura dei propri pensieri e per la rettitudine della propria condotta verso il prossimo. « Non tratterai con parzialità il povero, né userai preferenze verso il potente; ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia » (Lv
19,15). « Voi, padroni, date ai vostri servi ciò che è giusto ed equo, sapendo che anche voi avete un padrone in cielo » (Col 4,1)”.
(CCC 1807).
La fortezza “è la virtù morale che, nelle difficoltà, assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene. Essa rafforza la decisione
di resistere alle tentazioni e di superare gli ostacoli nella vita morale. La virtù della fortezza rende capaci di vincere la paura, perfino
della morte, e di affrontare la prova e le persecuzioni. Dà il coraggio di giungere fino alla rinuncia e al sacrificio della propria vita per
difendere una giusta causa. « Mia forza e mio canto è il Signore » (Sal 118,14). « Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo » (Gv 16,33)”. (CCC 1808)
La temperanza “è la virtù morale che modera l'attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell'uso dei beni creati. Essa assicura
il dominio della volontà sugli istinti e mantiene i desideri entro i limiti dell'onestà. La persona temperante orienta al bene i propri appetiti sensibili, conserva una sana discrezione, e non segue il proprio istinto e la propria forza assecondando i desideri del proprio
cuore.83 La temperanza è spesso lodata nell'Antico Testamento: « Non seguire le passioni; poni un freno ai tuoi desideri » (Sir 18,30).
Nel Nuovo Testamento è chiamata « moderazione » o « sobrietà ». Noi dobbiamo « vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo
mondo » (Tt 2,12)”. (CCC 1809)
Questa impostazione quaternaria è fondata sull’analisi della natura umana. Nell’uomo ci sono quattro potenzialità che sono in grado di
divenire soggetto di virtù morali: sono la ragione nella quale risiede la virtù della prudenza, la volontà nella quale risiede la virtù della
giustizia; l’appetito irascibile ove risiede la virtù della fortezza, e l’appetito concupiscibile, nel quale risiede la virtù della temperanza.
In questa prospettiva, le quattro virtù cardinali sono ritenute ausili necessari per porre rimedio, con la grazia di Dio, alle ferite prodotte
dal peccato originale nella nostra natura. Opposta all’ignoranza dell’intelletto abbiamo la prudenza; alla malizia della volontà, la giustizia; alla debolezza dell’irascibile, la fortezza, e, infine, opposta al disordine della concupiscenza, la temperanza.
Siamo in un tempo di grazia speciale: la quaresima che nel contemplare l’amore misericordioso di Dio ci permette di rinsaldare i
cardini della nostra vita attraverso il sacramento della confessione, che è il luogo in cui il Padre corre incontro al figlio e dimentico del
passato ristabilisce una nuova alleanza. Ungiamo i cardini della nostra vita con la grazia di Dio che ci viene offerta, donata, regalata
attraverso i sacramenti e chiediamo a Maria nostra Madre di prenderci per mano e di guidarci in un cammino di vera e profonda conversione, con Lei vicino più nulla temeremo perché mediatrice tra noi e Dio ci permetterà di essere prudenti nella via del bene, giusti
nella carità, forti nelle prove e temperanti nelle scelte.