CHIGIANA - UNICO SETT. 2005_CHIGIANA

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CHIGIANA - UNICO SETT. 2005_CHIGIANA
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elle gît dans le sillon
Et l’aube était sa fête!
J’ai choanté ma chanson.
Or, comme toi vivant
je vais a l’Achéron
Antigone, à la grande
ombre qui tout endort
et l’aurai ta guirlande.
J’aurai ton masque d’or
scellé, ô Priamide,
sur mon visage mort,
dans ton sépulcre vide,
pauvre fille de roi.
O nuit, descends plus vite!
Mes soeurs, accueillez-moi!
Quest’ode posta quasi a conclusione dell’opera, prima della
scena finale, è veramente una riscrittura in versi del significato simbolico della Ville morte, della “reincarnazione” nei personaggi
moderni delle figure tragiche dell’antichità, e qui in particolare
della reincarnazione in Hébé di Antigone e Cassandra.
Nella Ville morte (atto III, scena III), Hébé leggeva due cori
quello di Cassandra dell’Agamennone di Eschilo e quello di Antigone dell’omonima tragedia sofoclea, e, attraverso la lettura si attuava
il transfert, la metamorfosi nei due personaggi archetipali. Qui
Hébé canta, pur richiamandosi a quei cori, la propria somiglianza
alle due tragiche figure femminili, e soprattutto ad Antigone, come
lei votata alla morte:
“Or, comme toi vivant / je vais a l’Acheron / Antigone, a la
grande / ombre qui tout endort”. E nel cammino verso la morte, l’identificazione con le dramatis personae del dramma greco è totale:
“et l’aurai ta guirlande. / J’aurai ton masque d’or / scellé, ô Priamide, / sur mon visage mort”.
L’ode di Hébé, in cui il personaggio esplicita il senso di
sacrificio con cui si avvia alla morte, sottolinea la parentela dell’opera con la tragedia greca, e spiega allo spettatore il senso dell’opera, come doveva fare l’Ode alla fine dello spettacolo tragico, secondo la concezione esposta nel Fuoco:
Su la sua acqua [quella della Fonte Perseia] gelida e chiara
si addormenterà la vergine destinata a morire “priva di
nozze” come Antigone. Comprendi? L’Atto puro segna la
sconfitta dell’antico Destino. L’anima nuova rompe ad un