CHIGIANA - UNICO SETT. 2005_CHIGIANA
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CHIGIANA - UNICO SETT. 2005_CHIGIANA
142 elle gît dans le sillon Et l’aube était sa fête! J’ai choanté ma chanson. Or, comme toi vivant je vais a l’Achéron Antigone, à la grande ombre qui tout endort et l’aurai ta guirlande. J’aurai ton masque d’or scellé, ô Priamide, sur mon visage mort, dans ton sépulcre vide, pauvre fille de roi. O nuit, descends plus vite! Mes soeurs, accueillez-moi! Quest’ode posta quasi a conclusione dell’opera, prima della scena finale, è veramente una riscrittura in versi del significato simbolico della Ville morte, della “reincarnazione” nei personaggi moderni delle figure tragiche dell’antichità, e qui in particolare della reincarnazione in Hébé di Antigone e Cassandra. Nella Ville morte (atto III, scena III), Hébé leggeva due cori quello di Cassandra dell’Agamennone di Eschilo e quello di Antigone dell’omonima tragedia sofoclea, e, attraverso la lettura si attuava il transfert, la metamorfosi nei due personaggi archetipali. Qui Hébé canta, pur richiamandosi a quei cori, la propria somiglianza alle due tragiche figure femminili, e soprattutto ad Antigone, come lei votata alla morte: “Or, comme toi vivant / je vais a l’Acheron / Antigone, a la grande / ombre qui tout endort”. E nel cammino verso la morte, l’identificazione con le dramatis personae del dramma greco è totale: “et l’aurai ta guirlande. / J’aurai ton masque d’or / scellé, ô Priamide, / sur mon visage mort”. L’ode di Hébé, in cui il personaggio esplicita il senso di sacrificio con cui si avvia alla morte, sottolinea la parentela dell’opera con la tragedia greca, e spiega allo spettatore il senso dell’opera, come doveva fare l’Ode alla fine dello spettacolo tragico, secondo la concezione esposta nel Fuoco: Su la sua acqua [quella della Fonte Perseia] gelida e chiara si addormenterà la vergine destinata a morire “priva di nozze” come Antigone. Comprendi? L’Atto puro segna la sconfitta dell’antico Destino. L’anima nuova rompe ad un