LA TRISTE E SVENTURATA STORIA DI EDIPO E DI SUA FIGLIA

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LA TRISTE E SVENTURATA STORIA DI EDIPO E DI SUA FIGLIA
Teatro Comunale San Teodoro di Cantù
presenta
Venerdì 27 febbraio ore 21.00
LA TRISTE E SVENTURATA STORIA
DI EDIPO E DI SUA FIGLIA ANTIGONE
Venerdì 27 febbraio alle ore 21 va in scena lo spettacolo LA TRISTE E
SVENTURATA STORIA DI EDIPO E DI SUA FIGLIA ANTIGONE, una produzione
Teatro Città Murata dall’ideazione e la drammaturgia di Mario Bianchi, per la
regia di Davide Marranchelli.
Al termine dello spettacolo al pubblico verrà servita una zuppa calda, offerta dal
Teatro San Teodoro. Un’occasione di convivialità e condivisione.
COSTO DEL BIGLIETTO
Intero
15 €
Ridotto
13 €
Ridotto 50%
7.50 €
Ridotto BCC
12 €
Prenotazioni
Mail - [email protected]
Biglietteria - tel. 031717573 (Lun. dalle 18alle 21; mar e ven dalle 10 alle 13)
Infoline
Maddalena Massafra | [email protected] | 331 9780855
Lo spettacolo
LA TRISTE E SVENTURATA STORIA DI EDIPO E DI SUA FIGLIA ANTIGONE
Ideazione e drammaturgia Mario Bianchi
Regia di Davide Marranchelli
Spazio della scena GIUSEPPE DI BELLO
Messaggero – Davide Marranchelli
Edipo – Stefano Andreoli
Laio – Stefano Bresciani
Antigone – Arianna Pollini
Ismene – Elisa Carnelli
Creonte – Daniele Penner
Tiresia – Marco Continanza
Contrabbasso – Antonio Cervellino
Note di regia
UN TEATRO CHE TORNA ALLE ORIGINI
“Il pubblico della tragedia non era costituito da una élite di cultura o di censo, ma
da tutta la polis: la rappresentazione tragica costituiva dunque un momento della
vita sociale democratica. Il pubblico aveva, nel teatro, l’occasione di compiere
un’intensa esperienza emotiva e conoscitiva. La realtà di cui il cittadino ateniese fa
esperienza nel teatro è altrettanto concreta e presente di quella della sua esistenza
quotidiana. Tuttavia non si identifica con quest’ultima: lo spettatore viene in
qualche modo, strappato alla vita di tutti i giorni e proiettato in una situazione
capace di rivelare significati nuovi e più alti. Facendo discutere e scegliere lo
spettatore intendiamo riportare il teatro alla sua antica funzione morale che la
modernità gli ha fatto in qualche modo cancellare”.
Mario Bianchi