BAROMETER
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BAROMETER
aggiornamento mensile: prospettive a tre mesi Asset Management Febbraio 2 0 1 6 BARO METER asset class globali Niente panico Confermiamo il sovrappeso sull’azionario poiché dopo la correzione del mercato le valutazioni ci sembrano interessanti; le obbligazioni restano nel complesso onerose. azionario: regioni e stili di investimento Le azioni europee e giapponesi offrono le prospettive migliori, ma anche le borse dei Paesi emergenti appaiono allettanti data la lenta stabilizzazione delle condizioni economiche delle aree in via di sviluppo. azionario: settori Abbiamo ridotto a neutrale il giudizio sui finanziari, in parte per far fronte al subbuglio del settore bancario italiano. reddito fisso Il profilo di rischio/rendimento dei titoli high yield U S A e del debito emergente in valuta locale resta interessante. SOTTOPESO — NEUTRALE O SOVRAPPESO + ASSET CLASS VARIAZIONE MENSILE < > Azioni Obbligazioni Liquidità AZIONI U SA > Euro Svizzera Regno Unito Giappone Mercati emergenti Pacifico (ex Giappone) < Energia SETTORI GLOBALI Materiali Industria Beni voluttuari Beni primari Sanità Finanza < Informatica Utility Telecomunicazioni RE DDITO FISSO E TITOLI DI STATO U SA Euro Giappone Svizzera Regno Unito E M D valuta locale EM D U S D TITOLI CORPORATE IG U SA IG euro High yield U S A > High yield euro EM D corporate Euro VALUTE VS USD Sterlina Franco svizzero Yen giapponese è il team di investimento responsabile delle linee di asset allocation sui mercati azionari, obbligazionari, valutari e delle commodity. the pictet asset management strategy unit (psu) Oro Il mercato globale PE T RO LIO E B O RSE : D IS CE SA A BR AC CE T T O 65 510 60 500 55 490 50 480 45 470 40 460 35 450 L’azionario emergente scambia attualmente con uno sconto del 30 % rispetto alle controparti dei Paesi avanzati (sulla base del rapporto prezzo/utili). La borsa italiana è stata la peggiore tra quelle del mondo industrializzato, a causa dei timori per il settore bancario nazionale. Anche i rendimenti a livello settoriale riflettono l’incremento dell’avversione al rischio degli investitori: i titoli difensivi hanno registrato performance generalmente superiori a quelle dei titoli ciclici. In ambito fixed income, i titoli di Stato dei mercati avanzati hanno messo a segno un forte rally grazie alla ricerca di sicurezza da parte degli investitori. Il rendimento dei Treasury US A decennali di riferimento è sceso sotto il 2% mentre quello dei titoli di Stato tedeschi ha toccato il minimo assoluto del - 0,45% dopo le dichiarazioni del Presidente della Banca Centrale Europea ( B CE ) circa la disponibilità dell’istituto a varare ulteriori misure a sostegno dell’economia. Ma nonostante l’impegno di Draghi, le attese inflazionistiche a lungo termine nell’Area Euro sono scese ai minimi degli ultimi tre mesi e mezzo, con il tasso breakeven a 5 anni tra 5 anni (che misura le previsioni degli investitori per l’inflazione a lungo termine) attorno all’1,6 0 % , un livello decisamente inferiore al target della B CE del 2% circa. Negli Stati Uniti, il medesimo tasso è sceso attorno all’1,5 0 % , il dato più basso dal 20 0 9 e lontano dall’obiettivo del 2% fissato dalla Federal Reserve. I titoli societari di categoria high yield hanno lasciato sul terreno l’1,5% sia negli Stati Uniti che in Europa; la stretta sulla liquidità ha spinto gli investitori a chiedere una maggiore ricompensa per i titoli rischiosi. Il dollaro US A ha chiuso il mese con un lieve rialzo rispetto alle principali valute, ma la sua corsa ha rallentato alla luce delle minori attese di ulteriori aumenti dei tassi statunitensi. Lo yen giapponese, che offre rendimenti modesti, è stata la divisa migliore delle piazze avanzate fino a che la BoJ non ha sorpreso i mercati introducendo tassi negativi. 440 30 IL PREZZO DEL GREGGIO (USD/BARILE, WTI SPOT CUSHING) AZIONARIO MONDIALE – INDICE MSCI ACWI (DX) 25 1.2015 3.2015 5.2015 7.2015 9.2015 11.2015 430 1.2016 Fonte: Thomson Reuters Datastream I mercati finanziari globali hanno avuto un inizio d’anno turbolento in quanto i timori per la salute dell’economia cinese e il crollo del petrolio hanno penalizzato le asset class rischiose. L’eccesso di offerta che ha fatto scendere il prezzo del greggio al di sotto di 30 USD /barile, il livello più basso in 12 anni, ha colpito i mercati azionari e le regioni sensibili all’andamento dell’energia. A sorpresa, proprio a fine mese la Banca del Giappone ha introdotto tassi di interesse negativi, consentendo ai mercati di recuperare parte delle perdite subite. L’MS CI World ha quindi chiuso con un ribasso di poco più del 6% . Le borse delle aree emergenti hanno trainato i mercati al ribasso. Le azioni della Cina continentale hanno toccato il livello più basso degli ultimi 14 mesi: i dati mostrano che il Paese cresce al ritmo più blando dal 19 9 0 e il renminbi ha perso terreno rispetto al dollaro US A , segno che la seconda economia mondiale potrebbe andare incontro a un hard landing. Le piazze emergenti sono state inoltre frenate dalla prospettiva di un nuovo inasprimento dei tassi di interesse statunitensi; gli investitori temono infatti che un maggiore costo del denaro possa schiacciare parecchie società delle aree in via di sviluppo che hanno contratto diversi debiti in USD dal 20 0 9 . 1 barometer febbraio2016 Avversione al rischio sul mercato azionario; rally dei titoli di Stato Asset allocation Le azioni si confermano interessanti VALUTA ZIONI : IL VANTAGGIO DELLE A ZIONI SULLE OBBLIGA ZIONI A LIVELLI RECORD Dividend yield azioni globali /rendimento obbligazioni governative 2.0 2.0 1.6 1.6 1.2 1.2 0.8 0.8 0.4 0.4 1986 1992 1998 2004 2010 2016 Fonte: MSCI, JPMorgan Global Government Bond Index È stato un inizio d’anno critico per la maggior parte delle piazze azionarie, che hanno registrato perdite almeno pari al 5% . Il mese scorso abbiamo incrementato l’esposizione alle azioni nella convinzione che la debolezza della crescita globale sarebbe stata temporanea. Chiaramente, si è trattato di una mossa prematura, ma diverse ragioni ci inducono a mantenere il sovrappeso delle azioni. Per prima cosa, i timori circa una recessione negli Stati Uniti sono eccessivi. Inoltre, secondo i nostri indicatori proprietari, dopo un netto rallentamento che ha fatto scattare l’allarme sui mercati globali, l’economia cinese sta iniziando a stabilizzarsi. Infine, al momento il dividend yield sulle piazze azionarie globali è il doppio rispetto al rendimento che gli investitori potrebbero ricevere dai titoli di Stato (si veda grafico). Le azioni rappresentano pertanto un’opportunità più interessante rispetto ai titoli a reddito fisso. Siamo consapevoli dei rischi per la crescita mondiale; la riduzione della liquidità negli US A e la recente debolezza evidenziata dai dati economici statunitensi (produzione industriale, ordinativi nel settore manifatturiero) rappresentano una fonte di preoccupazione, ma nel complesso confermiamo un giudizio positivo. 2 I nostri indicatori anticipatori proprietari alimentano l’ottimismo circa lo stato attuale del c ic l o e c onom ic o . L’economia statunitense attraversa una fase di lieve difficoltà; in particolare, il vigore del dollaro influisce negativamente sulle esportazioni nette. Per contro la spesa al consumo si conferma su buoni livelli dato che i bassi prezzi dell’energia hanno incrementato il reddito disponibile. Non sembra che gli US A siano avviati verso una recessione, e infatti solo alcuni dei 24 indicatori più attendibili per prevedere una recessione mandano segnali di allarme. Secondo i nostri calcoli, la probabilità MARKET DATA MARKET DATA MARKET DATA Principali asset class O BBLIG A ZIO NI : SP RE A D A S SE T C L A S S 140 130 130 120 120 110 110 100 100 90 90 80 80 70 70 MSCI GLOBAL EQUITIES 60 JPM GLOBAL BONDS 60 INDICE GSCI 50 USD 50 40 40 1.2014 4.2014 7.2014 10.2014 1.2015 4.2015 7.2015 10.2015 7 % 7 6 6 5 5 4 4 3 3 MERCATI EMERGENTI IN VALUTA FORTE VS TREASURY USA 2 INVESTMENT GRADE EURO VS BUND HIGH YIELD EURO VS BUND 2 1 1 1.2014 1.2016 4.2014 7.2014 10.2014 1.2015 4.2015 7.2015 10.2015 1.2016 Rotazione dei settori azionari e performance valutaria PERF O RM A N CE : VA LU TE VS USD RO TA ZIO NE D EI SE T T O RI A ZIO N A RI G LO BA LI : PERF O RM A N CE TIT O LI CI C LI CI E D IF ENSIVI 105 105 110 110 100 100 100 100 95 90 USA 95 90 90 90 80 80 85 70 EUR UEM MERCATI EMERGENTI GIAPPONE 85 70 GBP CHF JPY 1.2014 4.2014 7.2014 10.2014 1.2015 4.2015 7.2015 10.2015 1.2016 1.2012 7.2012 Fonte: Pictet Asset Management, Thomson Reuters Datastream / JPM and BoA Merrill Lynch 3 1.2013 7.2013 1.2014 7.2014 1.2015 7.2015 1.2016 barometer febbraio2016 PERF O RM A N CE : A S SE T C L A S S 140 MARKET DATA MARKET DATA MARKET DATA MARKET Indicatori propensione al rischio AVVERSIONE AL RISCHIO — NEUTRALE O PROPENSIONE AL RISCHIO + VARIAZIONE MENSILE < > Ciclo economico INDICATORI PROPENSIONE AL RISCHIO Liquidità Valutazione Fattori tecnici S t r a t e g i a PA M Ciclo economico: continua espansione dell’economia mondiale IND I CE D ELL’AT TIVITÀ M O ND IA LE E C RE S CITA D EL PIL RE A LE C RE S CITA SEQ UEN ZIA LE D ELL’AT TIVITÀ M O ND IA LE 20 % 20 15 15 6,0 5,0 10 10 5 5 0 0 –5 –5 %3m/3m 6,0 INDICATORE DI TENDENZA MONDIALE MEDIA (DAL 1999) 5,0 4,0 4,0 3,0 3,0 2,0 2,0 1,0 1,0 INDICE DI TENDENZA –10 (Q/Q ANNUALIZZATO) –10 INDICE DI TENDENZA (Y/Y) –15 CRESCITA PIL MONDIALE (Y/Y) –15 –20 –20 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 12.2013 4.2014 8.2013 12.2014 4.2015 8.2015 12.2015 Accelerazione congiunturale nei mercati emergenti IND I C AT O RE D I TEND EN Z A G10 : C RE S CITA M / M 6,0 IND I C AT O RE D I TEND EN Z A MERC ATI EMERG EN TI : C RE S CITA M / M %3m/3m 6,0 6.0 %3m/3m INDICATORE DI TENDENZA G10 MEDIA (DAL 1999) 5,0 5,0 4,0 4,0 3,0 3,0 2,0 2,0 1,0 1,0 12.2013 4.2014 8.2013 12.2014 4.2015 8.2015 12.2015 5.0 5.0 4.0 4.0 3.0 3.0 2.0 2.0 1.0 1.0 0.0 0.0 -1.0 -1.0 12.2013 Fonte: Pictet Asset Management, Thomson Reuters Datastream / JPM and BoA Merrill Lynch 4 6.0 EM LEADING INDICATOR AVERAGE (SINCE 99) 4.2014 8.2013 12.2014 4.2015 8.2015 12.2015 DATA MARKET DATA MARKET DATA MARKET Valutazione: mercati e settori azionari 2016 USA EUROPA UEM SVIZZERA REGNO UNITO GIAPPONE MERCATI EMERGENTI SETTORI GLOBALI MSCI P/E 2015 2016 12M P/BV P/FATTURATO DY 2015E 2015E 2015E 0% 5% -4% 3% 1 6 ,3 1 5 ,3 2 ,5 1 ,7 2,3% -2% 5% -3% 2% 1 5 ,0 1 4 ,2 1 ,6 1 ,1 3,8% 10% 7% 4% 3% 1 4 ,3 1 3 ,2 1 ,5 0 ,9 3,5% -7% 5% -2% 2% 1 7 ,1 1 6 ,1 2 ,3 2 ,2 3,3% -18% 0% -16% 0% 1 4 ,7 1 4 ,5 1 ,6 1 ,1 4,5% 14% 10% -1% 2% 1 3 ,5 1 2 ,4 1 ,1 0 ,7 2,2% -3% 7% -2% 6% 1 1 ,2 1 0 ,3 1 ,2 0 ,7 3,2% 4% 5% -1% 6% 1 1 ,4 1 0 ,8 1 ,3 0 ,7 3,0% -1% 6% -3% 3% 1 5 ,0 1 4 ,1 1 ,8 1 ,2 2,8% ASIA EX GIAPPONE GLOBALE CRESCITA FATTURATO 2015 CRESCITA EPS 2015 2016 CRESCITA FATTURATO P/E 2015 2015 2016 12M P/BV P/FATTURATO DY 2015E 2015E 2015E ENERGIA -52% -15% -2 9 % -2% 1 7 ,1 1 9 ,3 1 ,0 0 ,6 4,8% MATERIALI -21% 3% -9% -1% 1 4 ,9 1 4 ,0 1 ,3 0 ,8 3,6% INDUSTRIA 2% 9% 0% 4% 1 5 ,4 1 4 ,1 2 ,2 0 ,9 2,6% 12% 14% 6% 6% 1 6 ,6 1 4 ,4 2 ,6 1 ,1 2,1% BENI VOLUTTUARI BENI PRIMARI -1% 7% 0% 4% 2 1 ,1 1 9 ,5 3 ,8 1 ,3 2,7% SANITÀ 11% 9% 8% 7% 1 7 ,6 1 6 ,0 3 ,6 2 ,0 1,9% FINANZA 10% 5% 6% 5% 1 0 ,9 1 0 ,4 1 ,0 1 ,5 3,6% 6% 6% 4% 4% 1 6 ,1 1 4 ,8 3 ,0 2 ,1 1.7% INFORMATICA TELECOMUNICAZIONI UTILITY 8% 6% 4% 5% 1 5 ,1 1 4 ,3 2 ,0 1 ,3 4,3% 10% -5% -1% 0% 1 3 ,3 1 3 ,8 1 ,4 0 ,9 4,1% -1% 6% -3% 3% 1 5 ,0 1 4 ,1 1 ,8 1 ,2 2,8% MERCATO Liquidità: la FED pone fine al QE e alza i tassi, ma gli stimoli monetari continuano nel resto del mondo Indicatore del sentiment prossimo al segnale di acquisto D IMENSIO NI D EI BIL A N CI D ELLE BA N CHE CEN T R A LI 600 Indicizzato IND I CE D EL CI C LO D EL SEN TIMEN T PI C TE T 10 INDICE DEL SENTIMENT PICTET (SX) S&P 500 COMPOSITE – INDICE PREZZI (DX) 8 +/- 1 DS 600 FED 500 BCE 500 BOE BOJ 400 BNS 400 2300 SEGNALE DI ACQUISTO 2100 4 2000 2 10.2015 7.2015 1400 4.2015 1500 –8 1.2015 –6 10.2014 1600 7.2014 –4 4.2014 1700 Fonte: Pictet Asset Management, Thomson Reuters Datastream / JPM and BoA Merrill Lynch 5 1800 –2 1.2014 1.2016 7.2015 1.2015 7.2014 1.2014 7.2013 1.2013 7.2012 1.2012 7.2011 1.2011 100 7.2010 100 1.2010 200 7.2009 200 1900 SEGNALE DI VENDITA 0 300 300 2200 6 1.2016 CRESCITA EPS 2015 barometer febbraio2016 PA E SI E SE T TO RI REGIONI MSCI Asset allocation di un rallentamento economico è solo del 2 0 % , ben al di sotto del livello indicato dalle asset class rischiose come le obbligazioni high yield statunitensi, per cui la probabilità di una contrazione è dell’ 8 0 % . In Europa il contesto si conferma nel complesso positivo; gli investimenti pubblici e privati e i consumi, infatti, sono sostenuti dalle misure di stimolo monetario e dai bassi prezzi dell’energia. Tuttavia, l’aumento dei crediti inesigibili nei bilanci delle banche regionali italiane rappresenta un rischio per il sistema bancario dell’Eurozona. A nostro avviso l’accordo tra il governo italiano e la Commissione Europea per cartolarizzare parte del debito e fornirgli una garanzia statale non rappresenta una soluzione definitiva. Se ignorato, questo problema potrebbe minare la stabilità del sistema bancario dell’Area Euro. I dati economici giapponesi sono contrastanti; alla buona situazione sul mercato del lavoro, infatti, si contrappone la debolezza di produzione industriale ed esportazioni. Un taglio a sorpresa del tasso di deposito da parte della BoJ, tuttavia, potrebbe contribuire a un miglioramento del contesto economico nel corso del 2 016 . In Cina si registra un graduale miglioramento del contesto imprenditoriale. Anche se il rallentamento economico è responsabile di gran parte della pressione al ribasso sui merca- ti delle commodity, crediamo che i timori di un hard landing siano eccessivi. I nostri indicatori anticipatori lasciano presagire un’espansione costante dopo il crollo di metà 2 015 . L’edilizia e le vendite di auto evidenziano una ripresa convincente. Parte della pressione sui mercati finanziari delle ultime settimane è da attribuire alla generale riduzione della l iqu i di tà , soprattutto negli Stati Uniti. In dicembre la Fed ha effettuato il rialzo dei tassi a lungo annunciato portando avanti il ciclo di inasprimento iniziato nel 2 014 con la fine del programma di quantitative easing. Tuttavia, il livello di liquidità dovrebbe tornare a salire; alla riunione di gennaio, infatti, la Fed ha reso noto che i prossimi rialzi potrebbero essere rallentati dall’instabilità dei mercati globali. Al contempo, le autorità cinesi stanno iniettando fondi nell’economia a un ritmo senza precedenti per contrastare il calo dell’offerta monetaria. Tali interventi mirano soprattutto a compensare il peggioramento delle condizioni di liquidità sul mercato monetario statunitense. Nel frattempo Europa e Giappone portano avanti i rispettivi programmi di allentamento monetario, e sembra che sia la B CE ad ottenere i maggiori successi. La recente Bank Lending Survey della B CE indica una netta ripresa dei prestiti alle aziende, lasciando presagire che gli effetti positivi del quantitative easing si stiano diffondendo dalle famiglie alle imprese. Quanto alle va lu ta z ion i , le azioni si confermano molto più convenienti della maggior parte dei bond. Nonostante le revisioni al ribasso delle previsioni sugli utili aziendali superi- 6 no sempre le revisioni al rialzo, dopo la recente instabilità le valutazioni dei titoli azionari si attestano su livelli interessanti. I titoli azionari globali presentano valutazioni pari a 14 volte gli utili previsti per il 2 016 , un livello inferiore alla media. L’azionario emergente offre le valutazioni più convenienti; in base al rapporto prezzo/fatturato i titoli emergenti scambiano ai minimi rispetto alle controparti dei Paesi avanzati. Per contro, il mese scorso le valutazioni relative delle obbligazioni hanno subito un peggioramento. Secondo i nostri calcoli i titoli di Stato dei Paesi avanzati scambiano a livelli oltre una deviazione standard sopra il fair value. I nostri indicatori t e c n ic i mostrano che l’ampiezza del mercato – il rapporto fra azioni in rialzo e azioni in calo – diminuisce in tutte le regioni con una scarsa differenza residua tra mercati avanzati ed emergenti. Per ora comunque, la maggior parte delle regioni e dei settori appare pesantemente ipervenduta, lasciando presagire un possibile rimbalzo. Ne è una prova il fatto che sempre meno investitori statunitensi sono ottimisti circa le prospettive future dell’azionario US A (si veda allocazione regionale e settoriale). Azioni: allocazione regionale e settoriale IL SEN TIMEN T D EG LI IN V E S TIT O RI NEI C O NF RO N TI D ELL’A ZIO N A RIO USA È M O LT O NEG ATIVO 70 2000 60 50 40 30 20 1987 INDAGINE SUL SENTIMENT DEGLI INVESTITORI US AAII, % DEGLI INTERVISTATI OTTIMISTA SULL’AZIONARIO USA (MEDIA MOBILE SU 4 SETTIMANE) INDICE S&P 500, SCALA LOG (DX) 1991 1995 1999 2003 2007 2011 2015 200 Fonte: Thomson Reuters Datastream T ra le aree avanzate, Europa e Giappone si confermano i nostri mercati azionari preferiti dato che in entrambe le regioni la politica monetaria ultra-accomodante dovrebbe sostenere la crescita economica e gli utili aziendali. Anche le piazze emergenti appaiono interessanti. Riteniamo che quello europeo sia il mercato migliore alla luce di una ripresa congiunturale resiliente supportata dalle misure di stimolo della B CE , da consumi privati robusti e dalla debolezza dell’euro, che sostiene le esportazioni. Inoltre, i decisi interventi di sostegno della banca centrale stanno filtrando nell’economia reale e favoriscono la concessione di prestiti bancari. La massa monetaria in circolazione (M1 ) cresce a un tasso annualizzato dell’11% . Per quanto riguarda la domanda di finanziamenti, è particolarmente incoraggiante l’aumento della richiesta da parte delle aziende, che dovrebbe dare impulso agli investimenti. Al contempo, il basso prezzo del petrolio ha causato un incremento del potere di acquisto dei consumatori, che si è tradotto in una crescita delle vendite al dettaglio in tutta Europa. Le vendite di automobili, ad esempio, sono salite del 17% anno su anno. Il contesto economico incoraggiante suggerisce un aumento degli utili aziendali del 10 % nel 2 016 , superiore al 7% attualmente scontato dal mercato. Oc- corre anche tener presente che dal 2 0 07 nell’Eurozona gli utili aziendali sono stati inferiori a quelli delle controparti statunitensi. In tale arco di tempo, negli Stati Uniti gli utili sono aumentati del 2 0 % , mentre nell’Area Euro si è verificata una riduzione di portata analoga. In Europa, pertanto c’è molto spazio per una ripresa. Inoltre, le azioni dell’Eurozona presentano valutazioni interessanti e sono scambiate con un rapporto prezzo/utile di 14,6 rispetto al 15,5 delle azioni globali. In futuro, tuttavia, dovremo probabilmente fronteggiare diversi rischi. Le politiche proposte dal nuovo governo polacco hanno causato una revisione al ribasso del rating da parte di S & P, la Spagna attraverserà un periodo di radicali cambiamenti in ambito politico e crescono i timori circa la solvibilità di una serie di banche regionali italiane. Anche l’avvicinarsi del referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’UE rappresenta un rischio per gli investimenti nella regione. Dopo aver deluso le aspettative nel 2 015 , l’economia giapponese sarà probabilmente protagonista di una moderata ripresa, che dovrebbe sostenere le azioni. Si prevede un’accelerazione della crescita, trainata dai consumi privati mentre gli investimenti aziendali dovrebbero aumentare costantemente. Inoltre, il calo del prezzo del petrolio consentirà alle aziende di alzare le retribuzioni e accrescerà il potere di acquisto delle famiglie. 7 Quest’anno gli utili delle società giapponesi dovrebbero aumentare dell’11% , ma i loro titoli sono scambiati a un rapporto prezzo/utile inferiore a 13 e pertanto le valutazioni sul mercato sono interessanti. Confermiamo anche la sovraesposizione all’azionario emergente. Sembra che nei Paesi in via di sviluppo la crescita economica si stia stabilizzando per cui ci attendiamo una ripresa degli utili societari. Nelle ultime quattro settimane si è verificato un miglioramento degli indicatori macroeconomici di tutte le aree emergenti, Cina e Brasile compresi. Il nostro indicatore anticipatore proprietario è in rialzo da giugno. La prospettiva di un taglio dei tassi in Cina e di una Fed meno aggressiva potrebbe dare sollievo alle economie emergenti e consentire alle azioni di risalire da livelli molto bassi. Le valutazioni sono molto allettanti: le azioni emergenti al momento offrono in media uno sconto del 3 0 % rispetto alle controparti dei Paesi avanzati. Inoltre, il rapporto tra revisioni al ribasso e al rialzo delle stime di utili è in via di miglioramento. Siamo meno pessimisti per quanto riguarda l’azionario statunitense e abbiamo ridotto il sottopeso in quanto riteniamo che l’apprezzamento del dollaro, un freno alle esportazioni, dovrebbe concludersi e che il mercato azionario potrebbe aver raggiunto i minimi. Le previsioni di utili degli analisti sono contenute e il sentiment degli investitori circa le azioni statunitensi è il più negativo dal 19 9 4 (si veda grafico), pertanto un’ulteriore flessione del mercato ci sembra improbabile. A livello settoriale abbiamo ridimensionato l’esposizione alla finanza nella convinzione che le politiche volte a risolvere il problema della solvibilità delle banche regionali italiane siano inadeguate. Per contro, continuiamo a preferire i beni voluttuari. Anche se le valutazioni non sono particolarmente basse, l’aumento dei salari e l’inflazione contenuta favoriranno un incremento del reddito disponibile sostenendo la spesa al consumo, a vantaggio delle società attive in tale ambito. barometer febbraio2016 Confermiamo la preferenza per Europa e Giappone; giudizio meno negativo sul mercato U S A Reddito fisso Cauti sui titoli di Stato, attratti dall’high yield IL MERC AT O HIG H YIELD USA S C O N TA UN AUMEN T O INS O LITA MEN TE M A RC AT O D EI TA S SI D I D EFAULT 35 % 35 TASSO DI DEFAULT CORRENTE % TASSO DI DEFAULT IMPLICITO CUMULATIVO A 1 ANNO, % (12 MESI SUCCESSIVI) TASSO DI DEFAULT ATTESO DA MOODY’S, 30 SCENARIO DI BASE, % TASSO DI DEFAULT ATTESO DA MOODY’S, SCENARIO PESSIMISTICO, % TASSO DI DEFAULT ATTESO DA MOODY’S, 25 SCENARIO OTTIMISTICO, % 30 25 20 20 15 15 10 10 5 2004 5 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Fonte: Thomson Reuters Datastream A inizio gennaio credevamo che le obbligazioni governative dei Paesi avanzati fossero onerose e il rally che ha caratterizzato il mese non ha fatto altro che rinforzare tale convinzione. È molto più probabile un aumento dei rendimenti dei titoli sovrani piuttosto che una riduzione. In gennaio, gli investitori hanno aumentato l’esposizione a Treasury US A e Bund tedeschi con lo stesso entusiasmo con cui hanno venduto le azioni e ora le valutazioni delle obbligazioni governative globali hanno quasi raggiunto i massimi. In media, al momento un bond a 10 anni emesso dal governo di uno dei Paesi avanzati rende meno dell’1,4% , appena 15 punti base sopra il minimo storico raggiunto un anno fa. In altre parole, le obbligazioni governative sono scambiate a circa 1, 3 deviazioni standard sopra quello che il nostro modello indica come fair value. Si tratta di un valore difficile da giustificare. Non solo la Fed sta inasprendo, seppur gradualmente, la politica monetaria, ma anche l’inflazione core è in aumento. Inoltre, un ulteriore allentamento monetario da parte della B CE favorirebbe probabilmente i titoli a più lunga scadenza o le obbligazioni corporate. All’altro capo del range di valutazioni ci sono i titoli high yield statunitensi; la correzione causata dal bru- sco calo del prezzo del petrolio ha spinto i rendimenti a livelli tipici dei periodi di recessione. L’extra rendimento offerto attualmente dalle obbligazioni high yield US A rispetto ai Treasury è appena al di sotto degli 8 0 0 punti base, il che implica un’impennata del tasso di default delle obbligazioni dal 3, 3 % a oltre il 13 % nei prossimi 12 mesi (si veda grafico). Un tale peggioramento del profilo creditizio degli emittenti high yield sembra improbabile, tenuto conto che l’economia US A dovrebbe espandersi del 2,4% circa nel corso del 2 016 grazie all’aumento della spesa al consumo. Inoltre, le obbligazioni high yield offrono una buona assicurazione qualora il rialzo dei tassi US A dovesse avvenire a un ritmo più accelerato. In passato, infatti, la duration inferiore a quella degli altri titoli a reddito fisso, ha consentito a questa asset class di andare bene in caso di inasprimento della politica monetaria. Per tali ragioni abbiamo incrementato la sovraesposizione al debito high yield statunitense. Anche le valutazioni delle obbligazioni emergenti in valuta locale sono interessanti. In base al nostro sistema di valutazione, infatti, l’asset class risulta essere la meno onerosa. Il 2 015 è stato particolarmente critico per il mercato, che ha chiuso l’anno con una flessione del 15% circa, il risultato peggiore dal lancio del primo indice dei titoli obbligazionari in valuta locale. 8 Quest’anno dovrebbe verificarsi un’inversione di tendenza. Se, come crediamo, l’apprezzamento del dollaro dovesse attenuarsi nel corso del 2 016 , il rendimento del 7% attualmente offerto dai bond in valuta locale sarà più che sufficiente a compensare eventuali nuove flessioni delle valute emergenti. Stando al nostro modello, le divise dei Paesi in via di sviluppo scambiamo a quasi tre deviazioni standard sotto il fair value. Di conseguenza confermiamo il sovrappeso del debito emergente in valuta locale. Sul mercato valutario ci aspettiamo che nel breve periodo il dollaro si muoverà in un range ristretto. Manteniamo comunque un posizionamento lungo sull’euro rispetto al dollaro US A anche se il tasso di cambio si sta avvicinando al nostro target di medio periodo, pari a USD 1,10 . La Fed non dovrebbe alzare i tassi a un ritmo sostenuto e i sondaggi mostrano che la maggioranza degli investitori sovrappesa il dollaro, pertanto le probabilità di nuovi rialzi del biglietto verde, che secondo i nostri modelli è già piuttosto sopravvalutato, sono limitate. Disclaimer Il presente materiale è destinato esclusivamente agli investitori professionali. Esso non è comunque concepito per la distribuzione a persone o entità aventi cittadinanza o residenza in una località, Stato, paese o altra giurisdizione in cui tale distribuzione, pubblicazione o utilizzo sono in contrasto con norme di legge o regolamentari. Il presente documento è stato emesso in Svizzera da Pictet Asset Management S A , e nel resto del mondo da Pictet Asset Management Limited, società autorizzata e soggetta alla regolamentazione della Financial Conduct Authority, e non può essere riprodotto o distribuito, in tutto o in parte, senza la loro preventiva autorizzazione. Le informazioni utilizzate per la preparazione del presente documento sono basate su fonti ritenute attendibili, ma non si rilascia alcuna dichiarazione o garanzia in merito alla loro accuratezza o completezza. Tutte le opinioni, stime e previsioni sono suscettibili di modifica in qualsiasi momento senza preavviso. 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Le società di gestione di fondi d’investimento del Gruppo Pictet non saranno registrate ai sensi della legge del 19 4 0 . autori Olivier Ginguené, co-Chairman, Pictet Asset Management Strategy Unit Percival Stanion, co-Chairman, Pictet Asset Management Strategy Unit Luca Paolini, Chief Strategist, Pictet Asset Management Strategy Unit Ogni mese, P S U definisce una politica generale basata sull’analisi di: ciclo economico Indicatori anticipatori proprietari, inflazione liquidità Politica monetaria, variabili credito/massa monetaria valutazione Premio per il rischio azionario, gap di rendimento, multipli di utili storici tecnici Indice del sentiment di Pictet (sondaggi fra gli investitori, indicatori tattici) Pictet Asset Management Limited Succursale Italiana Via della Moscova 3 2 0 1 2 1 Milano www.p i c t e t f u n d s .i t