Mercato azionario sostenuto da migliori prospettive economiche
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Mercato azionario sostenuto da migliori prospettive economiche
SOTTOPESO – NEUTRALE SOVRAPPESO + VARIAZIONE MENSILE Variazione massima Azioni ASSET CLASS GLOBALI Confermiamo il sovrappeso del mercato azionario alla luce di una ripresa economica sempre più solida in tutti i Paesi avanzati, con effetti positivi per gli utili delle aziende. AZIONARIO: REGIONI E STILI DI INVESTIMENTO Giappone ed Europa restano le nostre aree preferite, in quanto beneficiano degli stimoli monetari e dell’accelerazione congiunturale. AZIONARIO: SETTORI Abbiamo accentuato il nostro orientamento ciclico sovrappesando industria e informatica. Liquidità Obbligazioni Oro Petrolio USD Giappone USA Paesi Europa Paesi Pacifico Paesi emergenti Mid & Small Cap Value Energia Materiali Industria Beni voluttuari Beni di prima necessità Sanità Finanza Informatica Telecomunicazioni Utilities REDDITO FISSO Ora che molti titoli di Stato presentano tassi negativi, il profilo di rischio-rendimento del debito high yield è migliorato; manteniamo pertanto una posizione di sovrappeso. Obbligazioni governative EUR Obbligazioni Corp. Invest. Grade EUR Obbligazioni Corp. High Yield EUR Debito Emerg. Hard Curr. (USD) Debito Emerg. Local Currency EM Corporate Mercato azionario sostenuto da migliori prospettive economiche Pictet Asset Management Strategy Unit Aggiornamento mensile per gli investitori in euro: prospettive a tre mesi Aprile 2015 Aggiornamento mensile Pictet Asset Management Strategy Unit Pubblicato il 30 marzo 2015 Il mercato globale Asset allocation Calo dei corsi azionari dopo il rally Preferenza per i titoli azionari; ancora neutrali su bond e USD In marzo i listini azionari hanno subito una flessione, dopo il rally favorito dagli stimoli monetari di diverse banche centrali. Hanno perso terreno soprattutto energia, materiali e America Latina. Le piazze obbligazionarie, pur chiudendo il mese in territorio negativo, sono andate meglio di quelle azionarie. In ambito azionario si è distinto il Giappone, il cui indice di riferimento si è avvicinato al massimo degli ultimi 15 anni grazie alle crescenti attese di costante ripresa della terza economia mondiale e di graduale aumento dei rendimenti azionari. Anche le borse europee, trainate da quella tedesca, hanno battuto l’indice globale in un clima di generale ottimismo: gli investitori sperano infatti che il piano di acquisto di asset della BCE rilancerà la crescita e che il recente calo dell’euro sosterrà gli utili aziendali. Le piazze azionarie emergenti hanno invece registrato una brusca flessione, a cominciare da quelle latinoamericane. Sul mercato dei cambi, il dollaro si è rafforzato rispetto alle principali valute, raggiungendo il livello più alto in 12 anni in termini ponderati per l’interscambio. Il rialzo del 21%, sempre in termini ponderati per l’interscambio, registrato negli ultimi nove mesi rappresenta il maggior guadagno mai conseguito dal dollaro. Nelle scorse settimane, però, la moneta americana ha rallentato il passo (si veda grafico), in quanto la Fed ha tagliato le previsioni di inflazione e crescita dell’economia USA e adottato una linea meno aggressiva circa i tempi del previsto aumento dei tassi di interesse, inducendo molti investitori a credere in un rinvio del ciclo di inasprimento. Sul fronte obbligazionario, il cambiamento delle valutazioni della Fed ha sostenuto i Treasury, che hanno offerto la performance mensile migliore nell’ambito del debito governativo. Dopo la riunione del FOMC di marzo, il rendimento del Treasury biennale ha evidenziato il calo giornaliero più marcato da maggio 2010. Il continuo vigore del dollaro ha pesato sui mercati obbligazionari emergenti. Il Brasile ha subito le perdite più consistenti, registrando una flessione del real e dei bond in valuta locale di oltre il 10% per effetto della fuga di capitali provocata dai timori di recessione, dalla riduzione del rating e dal caso di corruzione che ha coinvolto la compagnia petrolifera statale Petrobras. I prezzi del greggio Brent sono scesi del 10% circa nel quadro del preoccupante aumento delle scorte a livello mondiale. IL DOLLARO COMINCIA A PERDERE SLANCIO 1.45 — — 1.45 Tasso di cambio EUR/USD — 1.35 1.30 — — 1.30 1.25 — — 1.25 1.20 — — 1.20 1.15 — — 1.15 1.10 — — 1.10 1.05 — — 1.05 1.00 — — 1.00 20 15 1.35 — 20 14 — 1.40 20 13 1.40 — Fonte: Thomson Reuters Datastream 2 | BAROMETER | APRIL 2015 Confermiamo il sovrappeso del mercato azionario in quanto gli stimoli monetari forniti da diverse banche centrali a livello mondiale dovrebbero sostenere le asset class più rischiose e stimolare la crescita economica, sia nei Paesi avanzati che in quelli emergenti. È incoraggiante anche l’andamento degli utili aziendali. Come mostra il grafico di seguito, la proporzione di società che alzano le stime degli utili è in notevole aumento rispetto a quella delle società che le tagliano. Ma nten iamo u n posi zionamento neutrale sulle obbligazioni, prevedendo rendimenti abbastanza stabili in assenza di pressioni inflazionistiche; anche il dollaro resta su un livello neutrale alla luce del rallentamento delle ultime settimane. I nostri indicatori del ciclo economico sono tuttora positivi a livello globale, come sottolinea il rialzo degli indicatori anticipatori dell’attività mondiale ben al di sopra della media di lungo periodo. A trainare la ripresa potrebbero essere Europa e Giappone. Gli ultimi dati USA appaiono i nvece complessivamente deludenti. L’econom ia america na eviden zia infatti una continua decelerazione sia nel settore manifatturiero che in quello della distribuzione al dettaglio. Il calo degli indici manifatturieri per il quarto mese consecutivo e l’ulteriore contrazione degli investimenti tecnici indicano debolezza dell’attività industriale. In seguito alla flessione dei prezzi del petrolio, le famiglie americane hanno visto ridursi i costi energetici, ma hanno preferito risparmiare anziché spendere di più in beni di consumo. Una dinamica che ha pesato sulle vendite al dettaglio. Allo stesso tempo, il vigore del dollaro ha frenato, sia pur lievemente, le esportazioni: secondo i nostri calcoli, un aumento del 10% del valore del dollaro ponderato per l’intercambio riduce l’export nazionale del 6% circa. A nost ro parere, però, l’at t uale debolezza dell’economia USA è un fenomeno di breve durata. Nella seconda Fonte: Pictet Asset Management, Thomson Reuters Datastream / JPM and BoA Merrill Lynch PRINCIPALI ASSET CLASS OBBLIGAZIONI: SPREAD ASSET CLASS . 20 15 01 4 —0 03 03 12 .2 09 06 . 20 14 03 12 .2 09 06 03 0— 12 .2 — 50 . 20 14 50 — —1 09 — 60 1— . 20 14 60 — —2 06 — 70 2— . 20 14 70 — —3 03 — 80 3— 01 3 80 — —4 12 .2 — 90 —5 4— . 20 13 90 — . 20 15 — 100 01 4 100 — . 20 14 — 110 . 20 14 110 — 01 3 — 120 . 20 13 120 — . 20 13 — 130 . 20 13 130 — 09 — 140 . 20 13 140 — punti percentuali InInpercentage points Mercati in US valuta forte vs Treasury USA EM Hardemergenti Currency vs Treasuries 5— Obbligazioni investment Euro Investment Grade vsgrade Bundsin euro vs. Bund Obbligazioni high Euro High Yield vsyield Bundsin euro vs. Bund 06 — 150 MSCI MSCIGlobal GlobalEquities equities JPM JPMGlobal GlobalBonds bonds Indice GSCI GSCI Index USD USD . 20 13 150 — 03 PERFORMANCE: ASSET CLASS ROTAZIONE DEI SETTORI AZIONARI E PERFORMANCE VALUTARIA PERFORMANCE: VALUTE VS USD ROTAZIONE DEI SETTORI AZIONARI GLOBALI: PERFORMANCE TITOLI CICLICI E DIFENSIVI 110 — — 110 100 — 105 — — 105 90 — — 90 100 — — 100 80 — — 80 95 — — 95 70 — — 70 90 — — 90 60 — — 60 — 110 EUR GBP CHF JPY . 20 15 03 01 4 12 .2 . 20 14 09 . 20 14 06 . 20 14 03 01 3 12 .2 . 20 13 09 . 20 13 — 100 06 03 . 20 15 03 01 4 12 .2 . 20 14 09 . 20 14 06 . 20 14 03 01 3 12 .2 09 . 20 13 06 03 . 20 13 110 — . 20 13 USA US UEM EMU MERCATI EMERGENTI EM GIAPPONE JP . 20 13 — 115 115 — BAROMETER | APRIL 2015 | 3 Fonte: Pictet Asset Management, Thomson Reuters Datastream INDICATORI PROPENSIONE AL RISCHIO VARIAZIONE MENSILE Variazione massima AVVERSIONE AL RISCHIO – ASSETTO NEUTRALE PROPENSIONE AL RISCHIO + Ciclo economico Liquidità Valutazione Sentiment Strategia PAM CICLO ECONOMICO: CONTINUA ESPANSIONE DELL’ECONOMIA MONDIALE INDICE DELL’ATTIVITÀ MONDIALE E CRESCITA DEL PIL REALE % 20 — 15 — 10 — CRESCITA SEQUENZIALE DELL’ATTIVITÀ MONDIALE (M/M) %m/m 0.7 — Indice di tendenza (Q/Q an.) Leading index (Q/Q annualised) Indice di tendenza (Y/Y) Leading index (Y/Y) Crescita PIL growth mondiale(Y/Y) (Y/Y) World GDP 0.6 — Indicatore di tendenza World leading indicatormondiale Media (dal 1999) Average (since 99) 0.5 — 5— 0.4 — 0— 0.3 — -5 — 0.2 — -10 — -15 — 0.1 — -20 — 0.0 — 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 02.2013 06.2013 10.2013 02.2014 06.2014 10.2014 02.2015 ULTERIORE ACCELERAZIONE ECONOMICA NEI G10; RITARDO DEI MERCATI EMERGENTI INDICATORE DI TENDENZA G10: CRESCITA M/M %m/m 0.7 — 0.6 — INDICATORE DI TENDENZA MERCATI EMERGENTI: CRESCITA M/M %m/m EM leadingdiindicator Indicatore tendenza mercati emergenti Average (since 99) Media (dal 1999) 0.8 — G10 leadingdiindicator Indicatore tendenza G10 Average (since 99) Media (dal 1999) 0.6 — 0.5 — 0.4 — 0.4 — 0.3 — 0.2 — 0.2 — 0.1 — 0.0 — 0.0 — -0.1 — -0.2 — 02.2013 -0.2 — 06.2013 10.2013 4 | BAROMETER | APRILE 2015 02.2014 06.2014 10.2014 02.2015 02.2013 06.2013 10.2013 02.2014 06.2014 10.2014 02.2015 Fonte: Pictet Asset Management, Thomson Reuters Datastream VALUTAZIONE: MERCATI E SETTORI AZIONARI PAESI E SETTORI REGIONI MSCI CRESCITA EPS 2015 2016 USA Europa UEM Svizzera Regno Unito Giappone Mercati Emergenti Asia ex Giappone Globale 1% 3% 15% -5% -9% 15% 9% 11% 3% SETTORI GLOBALI MSCI Energia Materiali Industria Beni voluttuari Beni di prima necessità Sanità Finanza Informatica Telecomunicazioni Utility 2015 12M P/BV 2015E P/FATTURATO 2015E DY 2015E 6% 5% 5% 4% 7% 3% 8% 8% 6% 17,6 17,3 16,8 18,4 16,1 17,7 12,3 12,5 16,9 17,0 16,7 16,2 18,0 15,6 15,4 11,9 12,2 16,4 2,6 1,9 1,7 2,6 1,8 1,5 1,5 1,5 2,1 1,8 1,3 1,1 2,4 1,2 0,8 0,8 0,7 1,4 2,1% 3,2% 3,0% 3,1% 3,9% 1,8% 2,8% 2,7% 2,4% CRESCITA EPS 2015 2016 CRESCITA FATTURATO 2015 2016 2015 12M P/BV 2015E P/FATTURATO 2015E DY 2015E -45% 1% 12% 16% 2% 7% 11% 9% 8% 7% -21% -1% 3% 6% 4% 6% 5% 7% 3% 0% 21,4 16,7 16,9 18,0 21,2 20,3 13,3 16,8 16,8 15,2 19,6 16,0 16,5 17,4 20,6 19,6 13,0 16,1 16,6 15,2 1,3 1,8 2,3 2,9 3,9 3,9 1,3 3,2 2,3 1,5 0,8 1,0 1,0 1,2 1,3 2,3 1,8 2,2 1,4 1,0 3,5% 2,7% 2,2% 1,8% 2,6% 1,7% 3,0% 1,6% 3,9% 3,7% P/E 13% 5% 4% 6% 5% 6% 6% 5% 3% 2% LIQUIDITÀ: LA FED PONE FINE AL QE MA GLI STIMOLI MONETARI CONTINUANO NEL RESTO DEL MONDO INDICATORE DEL SENTIMENT ORA NEUTRALE DIMENSIONI DEI BILANCI DELLE BANCHE CENTRALI INDICE DEL CICLO DEL SENTIMENT PICTET Indice del sentiment Pictet (sx.) Pictet Sentiment Index (LHS) S&P 500 COMPOSITE COMPOSITE-–PRICE PRICEINDEX INDEX(RHS) (RHS) +/- 1 STD 10 — 500 — 400 — — 500 — 400 300 — — 300 200 — — 200 100 — — 100 8— 6— — 2000 4— SEGNALE DI ACQUISTO — 1500 2— 0— -2 — — 1000 -4 — SEGNALE DI VENDITA -6 — . 20 14 06 . 20 14 03 01 3 12 .2 . 20 13 09 . 20 13 .2 09 —0 06 .2 . 20 13 03 3 01 .2 01 09 4 .2 01 03 4 .2 01 5 .2 09 3 01 03 .2 1 01 .2 01 09 2 .2 01 2 03 1 01 03 03 .2 01 0 9 9 09 .2 00 8 00 00 .2 .2 03 09 .2 09 0 01 -10 — 03 —0 0— -8 — — 500 01 4 Fed ECB BoE BoJ SNB — 2500 12 .2 — 600 . 20 14 600 — 09 Indexed . 20 15 37% 17% 10% 14% 10% 13% 11% 11% 9% -1% -1% -1% 2% 0% -7% 3% 2% 3% 0% P/E 03 13% 13% 14% 9% 14% 9% 12% 10% 13% CRESCITA FATTURATO 2015 2016 BAROMETER | APRILE 2015 | 5 1 PREVISIONI DI UTILI AZIENDALI: PIÙ REVISIONI AL RIALZO Percentuale netta di società che alzano le stime di utile* 0.10 — — 0.10 0.05 — — 0.05 0.00 — — 0.00 -0.05 — — -0.05 -0.10 — — -0.10 3.1 5 *Calcolo: numero di società che alzano le stime – numero di società che tagliano le stime / totale delle società x 100 Fonte: Thomson Reuters Datastream, Pictet Asset Management, componenti MSCI AC World (EPS a 12 mesi) Le economie dei mercati emergenti continuano a evidenziare una divergenza fra chi, come l’India, consuma energia e beneficia quindi di un calo dei costi, e chi invece esporta materie prime. Particolarmente vulnerabile è il Brasile, dove inasprimento fiscale e tassi di interesse più elevati gravano sull’economia interna. In futuro, la ripresa della domanda estera dovrebbe favorire la crescita delle esportazioni dai Paesi emergenti, s oprat t ut to a l l a luc e de l l a for t e sottovalutazione delle monete di tali aree, che secondo il nostro modello si attestano al di sotto del fair value di lungo termine del 26% circa. Le condizioni di liquidità sono favorevoli a livello globale. I nostri indicatori europei hanno raggiunto il massimo storico grazie al programma di allentamento della BCE. Il contesto di liquidità è migliorato anche negli USA in seguito alla ripresa della crescita del credito, ma potrebbe peggiorare nel corso dell’anno, quando la Fed alzerà i tassi di interesse. Segnali incoraggianti arrivano dai mercati emergenti, dove varie banche centrali hanno tagliato il costo del denaro. Il quadro è positivo soprattutto in Asia. Gli indicatori del sentiment sono passati a un livello neutrale su scala globa le, i n qua nto gl i i nvest itor i han no assu nto u n posizionamento meno ottimista sul mercato azionario statunitense. In Europa, però, dopo un generale rialzo delle borse della regione e un marcato aumento dei flussi di investimento, gli indicatori del sentiment sono scesi al di sotto dello zero. Le valutazioni sono meno favorevoli all’investimento sul mercato azionario. I principali indici di borsa sono prossimi ai massimi storici, con multipli degli utili al di sopra dei picchi del 2007. A livello globale, i titoli azionari scambiano a un P/E prospettico a 12 mesi di 16,4. L’asset class si conferma comunque allettante rispetto alle obbligazioni, dato un premio di rischio implicito1 molto al di sopra della media di lungo termine in tutte le piazze più importanti. Il premio di rischio implicito di un titolo azionario misura l’extrarendimento che l’investitore può ricevere per essersi assunto un rischio più elevato rispetto a quello di un’obbligazione. Il nostro modello ERP integra le stime di utile aziendali e la crescita tendenziale del PIL. 6 | BAROMETER | APRILE 2015 24 .0 2.1 5 24 .0 24 .01 .15 24 .12 .14 24 .11 .14 24 .0 24 .0 24 .0 24 .0 24 .0 24 .10 .14 — -0.40 9.1 4 -0.40 — 8.1 4 — -0.35 24 .07 .14 — -0.30 -0.35 — 6.1 4 — -0.25 -0.30 — 5.1 4 — -0.20 -0.25 — 4.1 4 — -0.15 3.1 4 -0.15 — -0.20 — 24 .0 metà dell’anno è probabile un rimbalzo del 3% (annualizzato), decisamente al di sopra del trend di lungo termine. Nel terzo trimestre, inoltre, è prevedibile una ripresa della crescita salariale al 2,5%, che consentirebbe alla Fed di cominciare ad alzare i tassi di interesse verso fine anno. L’economia dell’eurozona continua a mostrare segni di miglioramento. Gli indicatori anticipatori hanno subito un’ulteriore accelerazione grazie alla spesa retail, soprattutto in Germania. La fiducia dei consumatori dell’area euro si attesta al punto più alto da settembre 2007 e la crescita del credito, in particolare alle famiglie, si conferma robusta. Il programma della BCE, che prevede l’acquisto mensile di 60 miliardi di euro di asset, dovrebbe, a nostro parere, dare ulteriore impulso ai prestiti. Inoltre, il recente calo dell’euro dovrebbe favorire le esportazioni, incrementando gli utili aziendali. Il Giappone, dopo la recessione dell’an no scorso, è protagonista di una costante ripresa. Gli indicatori di tendenza sono saliti per il secondo mese consecutivo, mentre la produzione industriale ha evidenziato una ripresa grazie alla debolezza dello yen, che contribuisce a rilanciare le esportazioni. Dato il continuo calo dell’inflazione, la BoJ potrebbe ampliare il programma di stimoli monetari per far salire i prezzi e difendere così la propria credibilità. In Cina l’attività economica rallenta, frenata da industria, costruzioni e settore immobiliare. Nei prossimi mesi è probabile un’accelerazione grazie alla solidità dell’export (le esportazioni nominali hanno registrato un aumento del 20% semestrale su base annualizzata) e alla resilienza della domanda interna, che dovrebbe essere ulteriormente sostenuta dagli stimoli monetari della banca centrale. Un altro segnale positivo è la decisione del governo di allentare la pressione sulle amministrazioni locali indebitate con un programma di swap obbligazionario. Allocazione azionaria regionale e settoriale Europa e Giappone restano i nostri mercati preferiti; sovrappesiamo il settore industriale La nostra allocazione regionale resta invariata, con il sovrappeso dei mercati azionari di Europa e Giappone. I listini europei, pur avendo superato quelli statunitensi nei mesi scorsi, possono ancora salire nel breve periodo. Il miglioramento congiunturale in atto nell’unione monetaria rappresenta un ulteriore vantaggio. Le vendite al dettaglio in Germania, depurate dell’inflazione, sono aumentate del 5% su base annua, il livello più alto in 20 anni. Il recente accordo salariale relativo al settore metalmeccanico dovrebbe portare a un forte incremento del potere di acquisto dei consumatori. Il calo dell’euro, inoltre, rende più competitive le aziende sudeuropee, in particolare le aziende di export spagnole e italiane, e il credito alle società non finanziarie è aumentato. L’i n d i c e d i s o r p r e s a e c o n o m i c a dell’eurozona – che misura la differenza per eccesso o per difetto fra i dati e le attese – si attesta sul livello più incoraggiante degli ultimi due anni. E prima degli effetti del quantitative easing della BCE. La maggiore solidità del contesto congiunturale comincia a riflettersi negli utili aziendali: le revisioni delle previsioni di profitto migliorano rapidamente in tutta Europa. Dal rapporto fra revisioni al rialzo e al ribasso risulta che la percentuale netta di società che alzano le stime è passata al -7%, contro il -18% dell’anno scorso. La situazione europea appare più favorevole rispetto a quella degli Stati Uniti, dove il dollaro forte comincia a intaccare la redditività degli esportatori e le valutazioni azionarie risultano onerose LA RIPRESA CONGIUNTURALE FAVORISCE LE BORSE EUROPEE RISPETTO AL MERCATO AMERICANO 200 — — 0.95 150 — 100 — — 0.9 50 — 0— — 0.85 -50 — -100 — — 0.8 -150 — — 0.75 -200 — Indice di sorpresa economica - eurozona vs USA -250 — Sconto azionario eurozona vs USA 20 14 20 13 20 12 20 11 20 10 09 20 08 20 07 20 06 20 05 20 20 15 — 0.7 -300 — in base a vari parametri. Il P/E dell’indice S&P 500, depurato degli effetti ciclici, si attesta appena al di sotto di 28, vale a dire allo stesso livello del 1999, prima che scoppiasse la bolla tecnologica. Tutto considerato, lo sconto offerto dal mercato azionario europeo rispetto a quello statunitense – attualmente intorno al 10% in base al P/E (si veda grafico) – dovrebbe ridursi ulteriormente. Anche il listino giapponese, a nostro parere, conser va la sua att ratt iva. Le riforme economiche, una politica monetaria ancora accomodante e la debolezza dello yen continueran no probabilmente a sostenere gli utili aziendali. In tutto il Paese vediamo inoltre concreti progressi in materia di corporate governance che dovrebbero tradursi in politiche più favorevoli agli azionisti come l’aumento dei dividendi, il riacquisto di azioni proprie e le acquisizioni finalizzate alla crescita. Il nostro posizionamento stilistico e settoriale è cambiato alla luce di migliori prospettive di crescita dell’economia mondiale. Oltre a sovrappesare i segmenti small e mid cap, assumiamo una posizione lunga nel comparto industriale, un modo economico di puntare su una probabile ripresa congiunturale. Rafforziamo l’orientamento ciclico sovrappesando la tecnologia, un’area caratterizzata da fondamentali solidi e quotazioni ragionevoli. Sottopesiamo invece i beni di prima necessità, essenzialmente per motivi di valutazione. Riduciamo l’energia a un peso neutrale in previsione di una certa stabilità dei prezzi del petrolio. Dopo il calo degli utili per azione, i titoli energetici non appaiono più convenienti. In base alla nostra analisi, il settore più sottovalutato è quello dei materiali, ma preferiamo mantenere un posizionamento neutrale finché la ripresa dell’economia cinese non sarà evidente. Fonte: Thomson Reuters Datastream BAROMETER | APRILE 2015 | 7 Pictet Asset Management Limited Succursale Italiana Via della Moscova 3 20121 Milano www.pictetfunds.it Reddito fisso L’attrattiva del debito high yield in un mondo di rendimenti negativi dei casi di insolvenza o un generale peggioramento del merito di credito dell’asset class. La debolezza delle valute locali non implica necessariamente una maggiore instabilità finanziaria degli emittenti. Diverse aziende, anzi, beneficiano del rialzo del dollaro. Le società asiatiche, che rappresentano un’ampia fetta del mercato obbligazionario d e i Pa e s i e m e r g e n t i , s e m b r a n o particolarmente avvantaggiate in quanto i loro utili sono denominati per lo più in USD. Inoltre, le imprese attive nel settore minerario, nella produzione di zucchero e carne bovini e nell’industria della carta e della cellulosa generano i propri ricavi in dollari a fronte di una base di costi prevalentemente in valuta locale. Per tutte queste aziende, un dollaro più forte significa margini di profitto più alti. Detto AMPLIAMENTO DELLO SPREAD FRA TREASURY E BUND SULL’ONDA DEL QE DELLA BCE Differenziale di rendimento, punti base, Treasury vs Bund a 10 anni 2.0 — 1.0 — Olivier Ginguené, Chairman Pictet Asset Management Strategy Unit Luca Paolini, Chief strategist Pictet Asset Management PICTET STRATEGY UNIT Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU) è il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e commodity. •ciclo economico: indicatori di tendenza proprietari, 0.5 — inflazione 0.0 — •liquidità: politica monetaria, variabili creditizie/ -0.5 — monetarie -1.0 — •valutazioni: premio di rischio azionario, divario di -1.5 — rendimento, multipli e dati storici 20 15 20 10 05 20 00 20 19 9 5 -2.0 — 0 ciò, non intendiamo ampliare l’esposizione all’asset class – né al debito emergente in valuta locale – finché non saremo più convinti della ripresa delle economie di queste aree. Nell’ambito dei titoli di Stato, la nostra preferenza va sempre alle emissioni italiane e spagnole a lunga scadenza. Il differenziale di rendimento fra tali bond e quelli di riferimento tedeschi nel segmento a lunghissima scadenza è a nostro parere eccessivo, dato che uno degli obiettivi del QE è il contenimento dei costi di finanziamento nell’Europa meridionale. Ogni mese, la PSU definisce una politica generale in base all’analisi dei seguenti fattori: 1.5 — 19 9 In seguito al programma di quantitative easing della BCE, sul mercato fixed income europeo sono sempre più diffuse le emissioni con tassi negativi e i titoli di Stato vedono peggiorare il loro profilo di rischio-rendimento. A marzo, a un certo momento, circa 1.500 miliardi di dollari di titoli dell’indice obbligazionario globale di JP Morgan e quasi un bond su quattro dell’indice Euro Credit della società offrivano rendimenti negativi. Il rally dei titoli di Stato dell’eurozona ha inoltre portato lo spread fra Bund e Treasury a 10 anni al livello più ampio dalla nascita dell’euro, vale a dire circa 160 punti base (si veda grafico). I n t a le contesto, r ibad ia mo u n giudizio positivo sul debito high yield. In vista di un ulteriore miglioramento dell’economia dell’eurozona nei prossimi mesi e di un solo aumento dei tassi sui Fed funds nel corso dell’anno, il segmento sub-investment grade offre un extrarendimento interessante. Gli spread dell’asset class compensano ampiamente il rischio di default, che dovrebbe diminuire in un contesto di ripresa economica e di condizioni del credito ancora positive. Anche il quadro tecnico è positivo. Se gli emittenti high yield continuano ad attingere al mercato obbligazionario, gli investitori reinvestono cedole e proventi dei rimborsi nell’asset class. Qua nto al debito cor porate dei mercati emergenti, confermiamo un posizionamento neutrale. Per quanto il dollaro forte e l’aumento dei tassi USA possano rendere più difficile il servizio del debito, non prevediamo un’escalation •aspettative: indice del sentiment Pictet (indagini fra gli investitori, indicatori tattici) Fonte: Bloomberg Il presente materiale è destinato esclusivamente agli investitori professionali. Esso non è comunque concepito per la distribuzione a persone o entità aventi cittadinanza o residenza in una località, Stato, paese o altra giurisdizione in cui tale distribuzione, pubblicazione o utilizzo sono in contrasto con norme di legge o regolamentari. Le informazioni utilizzate per la preparazione del presente documento sono basate su fonti ritenute attendibili, ma non si rilascia alcuna dichiarazione o garanzia in merito alla loro accuratezza o completezza. Tutte le opinioni, stime e previsioni sono suscettibili di modifica in qualsiasi momento senza preavviso. Si invitano gli investitori a leggere il prospetto informativo o il memorandum d’offerta prima di effettuare sottoscrizioni nei fondi gestiti da Pictet. Il trattamento fiscale dipende dalla situazione individuale di ciascun investitore e può essere soggetto a cambiamenti in futuro. Le performance del passato non sono indicative dei rendimenti futuri. Il valore degli investimenti e il reddito che ne deriva possono tanto aumentare quanto diminuire, e non sono garantiti. Potete non ottenere in restituzione l’importo originariamente investito. Il presente documento è stato emesso in Svizzera da Pictet Asset Management SA, e nel resto del mondo da Pictet Asset Management Limited, società autorizzata e soggetta alla regolamentazione della Financial Conduct Authority, e non può essere riprodotto o distribuito, in tutto o in parte, senza la loro preventiva autorizzazione. Per gli investitori britannici, le SICAV multicomparto Pictet e Pictet Total Return domiciliate in Lussemburgo sono considerate «recognized collective investment schemes» ai sensi della section 264 del Financial Services and Markets Act 2000. I fondi svizzeri di Pictet, autorizzati per la distribuzione unicamente in Svizzera ai sensi della Legge federale sugli investimenti collettivi di capitale, sono considerati «unregulated collective investment schemes» nel Regno Unito. Il Gruppo Pictet gestisce hedge funds, fondi di hedge funds e fondi di fondi di private equity non autorizzati per la distribuzione al pubblico nell’ambito dell’Unione Europea e considerati «unregulated collective investment schemes» nel Regno Unito. Per gli investitori australiani, Pictet Asset Management Limited (ARBN 121228 957) è esonerata dall’obbligo di possedere una licenza per i servizi finanziari australiani ai sensi del Corporate Act 2001. Per gli investitori statunitensi, la vendita di azioni negli Stati Uniti o a “US Persons” avverrà unicamente tramite collocamento privato ad «accredited investors» in base all’esenzione dalla registrazione presso la SEC ai sensi della section 4(2) e della Regulation D Private placement exemptions della legge del 1933 nonché ai clienti qualificati secondo la definizione della legge del 1940. Le azioni dei fondi Pictet non sono state registrate ai sensi della legge del 1933 e pertanto, ad eccezione delle transazioni non in contrasto con la legislazione statunitense in materia di titoli, esse non possono essere offerte o vendute direttamente o indirettamente negli Stati Uniti o a “US Persons”. Le società di gestione di fondi d’investimento del Gruppo Pictet non saranno registrate ai sensi della legge del 1940. © Copyright 2015 Pictet - Emesso a Aprile 2015. 8 | BAROMETER | APRILE 2015