Pronti per la prossima mossa della Fed
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Pronti per la prossima mossa della Fed
SOTTOPESO – NEUTRALE SOVRAPPESO + VARIAZIONE MENSILE Variazione massima Azioni ASSET CLASS GLOBALI Confermiamo il posizionamento neutrale sull’azionario in vista del primo rialzo dei tassi di interesse statunitensi e riduciamo l’esposizione obbligazionaria a un sottopeso in ragione dei livelli di valutazione. AZIONARIO: REGIONI E STILI DI INVESTIMENTO Confermiamo la preferenza per Europa e Giappone, date le prospettive di utili particolarmente positive in queste regioni. Le azioni statunitensi appaiono costose, mentre i mercati emergenti non sono ancora in area “buy”. Liquidità Oro Petrolio USD Giappone USA Paesi Europa Paesi Pacifico Paesi emergenti Mid & Small Cap Value Energia AZIONARIO: SETTORI Manteniamo un moderato orientamento ciclico con un sovrappeso su informatica e finanza, i settori che hanno maggiori probabilità di beneficiare dell’avvio del ciclo di inasprimento monetario negli Stati Uniti. Obbligazioni Materiali Industria Beni voluttuari Beni di prima necessità Sanità Finanza Informatica Telecomunicazioni Utilities REDDITO FISSO Aumentiamo l’esposizione al debito emergente in valuta locale fino a livelli neutrali e riduciamo il posizionamento sui titoli corporate emergenti per incassare i guadagni. Obbligazioni governative EUR Obbligazioni Corp. Invest. Grade EUR Obbligazioni Corp. High Yield EUR Debito Emerg. Hard Curr. (USD) Debito Emerg. Local Currency EM Corporate Pronti per la prossima mossa della Fed Pictet Asset Management Strategy Unit Aggiornamento mensile per gli investitori in euro: prospettive a tre mesi Dicembre 2015 Aggiornamento mensile Pictet Asset Management Strategy Unit Data di pubblicazione: 30 novembre 2015 Il mercato globale Asset allocation Il rally dei mercati azionari perde slancio Rimaniamo neutrali sulle azioni e riduciamo l’esposizione alle obbligazioni In novembre i mercati azionari globali hanno registrato un andamento sostanzialmente piatto, in un contesto in cui i timori per un probabile rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti e per lo stato di salute delle economie emergenti sono stati compensati dal costante supporto monetario delle banche centrali nelle altre regioni. A offrire sostegno ai listini è stata anche la vivace attività di fusioni ed acquisizioni: quest’anno il valore delle operazioni M&A ha superato complessivamente i 5.000 miliardi di dollari a livello mondiale, segnando un nuovo record. In novembre hanno brillato soprattutto l’industria e le tecnologie, mentre i materiali e le utility sono stati particolarmente deboli. In termini di performance da inizio anno, i beni voluttuari e le tecnologie hanno registrato i guadagni più solidi, mentre i settori dell’energia e dei materiali accusano perdite superiori al 10%. L’impegno delle autorità cinesi di sostenere l’economia con ulteriori misure di stimolo monetario e fiscale ha sorretto i mercati azionari emergenti, che sono rimasti su livelli superiori di circa il 10% ai minimi di fine agosto. Le valutazioni convenienti offerte da questa asset class sembrano suscitare l’interesse di alcuni investitori. Sul fronte obbligazionario, i mercati si sono mantenuti entro uno stretto intervallo di trading, cedendo l’1% circa in USD a livello globale. I titoli di Stato europei sono comunque riusciti a guadagnare terreno. I rendimenti delle emissioni a 2 anni tedesche e francesi, già negativi, sono diminuiti ulteriormente quale riflesso della divergenza fra le politiche monetarie di Stati Uniti e Area Euro. Il differenziale di rendimento fra i titoli di Stato a 10 anni statunitensi e tedeschi ha raggiunto i 180 punti base, segnando il massimo in quasi 25 anni. Sul fronte emergente, le piazze obbligazionarie hanno ceduto terreno in quanto il rallentamento cinese, il crescente vigore del dollaro e la prospettiva di un rialzo dei tassi di interesse statunitensi hanno pesato sul debito dei Paesi dipendenti dai finanziamenti esteri. Sui mercati dei cambi, l’USD si è apprezzato contro un paniere delle principali valute. Anche la sterlina ha perso quota, poiché la Bank of England ha lasciato intendere di voler mantenere i tassi di interesse su livelli più bassi più a lungo. Le aspettative di un ulteriore stimolo monetario da parte della Banca Centrale Europea hanno gravato sulla moneta unica, che ha perso più del 3% contro il dollaro statunitense registrando una delle peggiori performance mensili. L’apprezzamento del biglietto verde ha penalizzato petrolio e altre materie prime, già sotto pressione a causa dei timori per il rallentamento della domanda in Cina, uno dei maggiori importatori. Attualmente i prezzi delle commodity si attestano sui livelli più bassi dalla metà del 2009 (si veda grafico). I PREZZI DELLE COMMODITY SONO CROLLATI AI LIVELLI PIÙ BASSI DAL 2009 Bloomberg Spot Commodity Index 550 — — 550 500 — — 500 450 — — 450 400 — — 400 350 — — 350 300 — — 300 250 — — 250 200 — — 200 150 — — 150 100 — — 100 50 — — 50 0— 2009 —0 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: Bloomberg 2 | BAROMETER | DICEMBRE 2015 Sulle azioni manteniamo u n posizionamento neutrale, ritenendo che non ci sia motivo per aumentare il rischio del portafoglio in un momento in cui i livelli di attività economica e la crescita degli utili aziendali non entusiasmano. Abbiamo ridotto l’esposizione alle obbligazioni, passando a un leggero sottopeso, poiché le aspettative di inflazione del mercato sono a nostro avviso eccessivamente basse. Abbiamo invece aumentato la liquidità fino a un modesto sovrappeso, quale cuscinetto contro un’eventuale volatilità nei giorni precedenti la prossima riunione del comitato di politica monetaria della Federal Reserve. Tuttavia, a nostro avviso il mercato potrebbe ritrovare un certo slancio nei prossimi mesi. In base ai nostri indicatori del ciclo economico, nei Paesi sviluppati il momentum economico rimane moderato, poiché il buon andamento della spesa per consumi è compensato dalla debolezza della produzione industriale. Negli Stati Uniti, la crescita mostra segnali di rallentamento dovuti alla forza dell’USD, che frena la competitività delle esportazion i. La produ zione industriale ha subito una decelerazione, e i sondaggi indicano che anche il comparto manifatturiero sta rallentando. Il settore immobiliare residenziale sembra aver perso slancio, sebbene la crescita delle retribuzioni faccia prevedere un’accelerazione dell’inflazione nel corso del 2016. Per contro, le vendite al dettaglio si confermano robuste. Continuiamo a ritenere che dicembre segnerà l’inizio di una fase di graduale aumento dei tassi di interesse da parte della Fed. In Europa, l’economia continua a crescere nonostante alcune difficoltà. Le vend ite a l det tagl io most ra no qualche segnale di rallentamento ma rimangono nel complesso robuste. La produzione industriale evidenzia uno slancio migliore, mentre l’attività nel settore manifatturiero ha subito una Fonte: Pictet Asset Management, Thomson Reuters Datastream / JPM and BoA Merrill Lynch PRINCIPALI ASSET CLASS OBBLIGAZIONI: SPREAD ASSET CLASS —1 0— —0 11 . 20 15 08 05 02 08 05 02 1— . 20 15 — 40 —2 08 40 — 2— . 20 15 — 50 —3 05 50 — 3— . 20 15 — 60 —4 02 60 — 4— 11 . 20 14 — 70 —5 . 20 14 70 — —6 5— 08 — 80 11 . 20 15 80 — . 20 15 — 90 . 20 15 90 — . 20 15 — 100 11 . 20 14 100 — . 20 14 — 110 . 20 14 110 — . 20 14 — 120 11 . 20 13 120 — . 20 14 — 130 05 130 — InInpercentage points punti percentuali Mercati in US valuta forte vs Treasury USA EM Hardemergenti Currency vs Treasuries 6— Obbligazioni investment Euro Investment Grade vsgrade Bundsin euro vs. Bund Obbligazioni high Euro High Yield vs yield Bundsin euro vs. Bund . 20 14 — 140 MSCIGlobal GlobalEquities equities MSCI JPMGlobal GlobalBonds bonds JPM GSCI Index Indice GSCI USD USD 02 140 — 11 . 20 13 PERFORMANCE: ASSET CLASSES ROTAZIONE DEI SETTORI AZIONARI E PERFORMANCE VALUTARIA PERFORMANCE: VALUTE VS USD — 115 US USA EMU UEM EM MERCATI EMERGENTI JP GIAPPONE — 110 100 — — 60 08 05 02 . 20 15 60 — . 20 15 — 70 . 20 15 70 — . 20 14 — 80 11 . 20 14 08 05 02 08 05 02 80 — 08 — 80 — 90 . 20 14 80 — 90 — 05 — 85 — 100 . 20 14 85 — 11 . 20 15 — 90 . 20 15 90 — . 20 15 — 95 . 20 15 95 — 11 . 20 14 — 100 . 20 14 100 — . 20 14 — 105 . 20 14 105 — 11 . 20 13 — 110 EUR GBP CHF JPY 02 110 — 110 — 11 . 20 13 115 — 11 . 20 15 ROTAZIONE DEI SETTORI AZIONARI GLOBALI: PERFORMANCE TITOLI CICLICI E DIFENSIVI BAROMETER | DICEMBRE 2015 | 3 Fonte: Pictet Asset Management, Thomson Reuters Datastream INDICATORI PROPENSIONE AL RISCHIO VARIAZIONE MENSILE Variazione massima AVVERSIONE AL RISCHIO – ASSETTO NEUTRALE PROPENSIONE AL RISCHIO + Ciclo economico Liquidità Valutazione Sentiment Strategia PAM CICLO ECONOMICO: PRIMI SEGNI DI STABILITÀ INDICE DELL’ATTIVITÀ MONDIALE E CRESCITA DEL PIL REALE % 20 — 15 — 10 — CRESCITA SEQUENZIALE DELL’ATTIVITÀ MONDIALE (M/M) %m/m 0.6 — Indice di tendenza (Q/Q an.) Leading index (Q/Q annualised) Indice di tendenza (Y/Y) Leading index (Y/Y) Crescita PIL growth mondiale (Y/Y) World GDP (Y/Y) Indicatore di tendenza World leading indicatormondiale Media (dal 1999) Average (since 99) 0.5 — 0.4 — 0.3 — 5— 0.2 — 0— 0.1 — -5 — 0.0 — -10 — -0.1 — -15 — -0.2 — -20 — -0.3 — 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 10.2013 02.2014 06.2014 10.2014 02.2015 06.2015 10.2015 POSSIBILE RIPRESA ECONOMICA NEI MERCATI EMERGENTI INDICATORE DI TENDENZA G10: CRESCITA M/M %m/m 0.7 — 0.6 — INDICATORE DI TENDENZA MERCATI EMERGENTI: CRESCITA M/M %m/m 0.8 — G10 leadingdiindicator Indicatore tendenza G10 Average (since 99) Media (dal 1999) 0.6 — 0.5 — 0.4 — 0.4 — 0.3 — 0.2 — 0.2 — 0.0 — 0.1 — 0.0 — -0.2 — -0.1 — -0.4 — -0.2 — 10.2013 EM leadingdiindicator Indicatore tendenza mercati emergenti Average (since 99) Media (dal 1999) 02.2014 06.2014 4 | BAROMETER | DICEMBRE 2015 10.2014 02.2015 06.2015 10.2015 10.2013 02.2014 06.2014 10.2014 02.2015 06.2015 10.2015 Fonte: Pictet Asset Management, Thomson Reuters Datastream VALUTAZIONE: MERCATI E SETTORI AZIONARI PAESI E SETTORI REGIONI MSCI CRESCITA EPS 2015 2016 CRESCITA FATTURATO 2015 2016 2015 2016 P/BV 2015E P/FATTURATO 2015E DY 2015E USA Europa UEM Svizzera Regno Unito Giappone Mercati emergenti Asia ex Giappone Globale 1% -1% 11% -6% -15% 19% -2% 3% 0% 8% 7% 8% 5% 5% 7% 9% 8% 8% -3% -3% 4% -1% -13% 1% -1% -1% -2% 4% 3% 3% 3% 2% 3% 7% 7% 4% 17,8 16,0 15,7 17,8 15,7 15,4 12,1 12,3 16,7 16,6 15,1 14,6 17,0 15,1 14,7 11,2 11,5 15,5 2,7 1,8 1,6 2,4 1,8 1,4 1,4 1,3 2,0 1,9 1,2 1,0 2,3 1,2 0,9 0,7 0,7 1,4 2,1% 3,5% 3,2% 3,1% 4,2% 1,9% 3,0% 2,9% 2,6% SETTORI GLOBALI MSCI 2015 CRESCITA EPS 2016 CRESCITA FATTURATO 2015 2016 2015 2016 P/BV 2015E P/FATTURATO 2015E DY 2015E Energia Materiali Industria Beni voluttuari Beni di prima necessità Sanità Finanza Informatica Telecomunicazioni Utility Mercato -50% -17% 3% 12% -1% 10% 11% 5% 8% 9% 0% 5% 11% 9% 14% 7% 9% 6% 8% 6% -3% 8% -27% -7% 1% 6% 1% 8% 5% 3% 4% -1% -2% 20,0 17,1 17,4 18,7 21,9 18,8 12,7 17,9 15,7 13,8 16,7 19,1 15,5 16,2 16,6 20,5 17,3 12,0 16,5 14,9 14,1 15,5 1,3 1,5 2,5 2,9 4,0 3,9 1,2 3,1 2,2 1,4 2,0 0,8 0,9 1,0 1,2 1,3 2,1 1,7 2,3 1,3 0,9 1,4 3,9% 3,0% 2,3% 1,9% 2,6% 1,8% 3,2% 1,6% 4,2% 4,0% 2,6% P/E P/E 3% 1% 4% 6% 4% 8% 5% 4% 4% 1% 4% LIQUIDITÀ: LA FED PONE FINE AL QE MA GLI STIMOLI MONETARI CONTINUANO NEL RESTO DEL MONDO INDICATORE DEL SENTIMENT DI NUOVO NEUTRALE DIMENSIONI DEI BILANCI DELLE BANCHE CENTRALI INDICE DEL CICLO DEL SENTIMENT PICTET — 1700 — 1600 -8 — 11 . 20 15 — 1500 . 20 15 -10 — 08 01 4 .2 01 11 5 .2 01 5 05 4 01 .2 .2 11 3 01 11 .2 . 2 5. 2 11 0 2 01 05 .2 1 01 11 .2 01 05 2 .2 01 3 .2 00 11 9 .2 00 05 9 .2 01 11 0 .2 01 0 05 05 1 01 SEGNALE DI VENDITA -6 — . 20 15 —0 0— -4 — 05 — 100 100 — — 1800 -2 — . 20 15 — 200 — 1900 0— 02 200 — — 2000 2— 11 . 20 14 — 300 4— . 20 14 300 — — 2100 SEGNALE DI ACQUISTO 08 — 400 6— . 20 14 — 500 8— . 20 14 400 — Fed ECB BoE BoJ SNB — 2200 Pictet Sentiment Index (LHS) Indice del sentiment Pictet (sx.) 500 COMPOSITE COMPOSITE-–PRICE PRICEINDEX INDEX(RHS) (RHS) S&P 500 +/- 1 STD 02 500 — 10 — — 600 11 . 20 13 600 — 05 Indexed BAROMETER | DICEMBRE 2015 | 5 GLI USA SEMBRANO ESSERE ENTRATI IN UNA FASE DI RECESSIONE DEGLI UTILI Utili per azione USA, aumento/diminuzione % a/a, componenti S&P 500 50 — Indice S&P 500: utili per azione attesi a 12 mesi, variazione % a/a (dati IBES) (escluso il settore energetico) — 50 40 — — 40 30 — — 30 20 — — 20 10 — — 10 0— —0 -10 — — -10 -20 — — -20 -30 — — -30 -40 — — -40 -50 — 1995 — -50 2000 2005 2010 2015 Fonte: Thomson Reuters Datastream decelerazione dovuta alla debolezza della domanda estera. La crescita del credito rimane moderata, ma ci aspettiamo un’accelerazione data la determinazione della BCE nel sostenere l’economia e favorire l’aumento dell’inflazione verso il tasso obiettivo. Prevediamo che l’istituto centrale prolungherà il programma di quantitative easing fino a marzo 2017. Nel terzo trimestre il Giappone è entrato in una fase di recessione tecnica, a causa del rallentamento degli investimenti delle imprese e del calo dei livelli delle scorte. Tuttavia, le ultime indagini su consumi e imprese sono balzate a livelli superiori alle medie a lungo termine, e ci attendiamo che il Quantitative Easing della Bank of Japan prosegua fino al 2017. Nel complesso, prevediamo che l’economia nipponica registrerà una ripresa trainata da solidi consumi interni e da un aumento degli investimenti aziendali. I n Ci n a si r i leva no s eg n a l i d i stabilizzazione, ma una reale ripresa 6 | BAROMETER | DICEMBRE 2015 dell’attività economica ci sembra ancora lontana. La solida domanda interna, evidenziata dalla stabilità dei dati sulle vendite al dettaglio, continua a sostenere la crescita. Anche il settore manifatturiero mostra segnali di miglioramento, sebbene la debolezza delle esportazioni e della produzione industriale continui a frenare l’attività. È probabile che Pechino vari ulteriori misure di stimolo monetario. Per quanto riguarda gli altri mercati emergenti, si osserva una crescente divergenza fra i Paesi esportatori di commodity, penalizzati dalla debolezzadelle materie prime, e le economie manifatturiere, che evidenziano segnali di stabilizzazione. I nostri indicatori di tendenza segnalano una progressiva stabilizzazione delle condizioni economiche, dopo 13 trimestri di crescita inferiore al potenziale delle aree emergenti. I dati sulla liquidità sottolineano ancora una volta la differenza fra la situazione negli Stati Uniti, dove la massa monetaria registra una flessione, e quella in regioni come Europa e Giappone, in cui l’espansione del credito è in fase di accelerazione. A nostro avviso, la contrazione della liquidità negli Stati Uniti non sarà così rapida da compensare le condizioni monetarie favorevoli in Europa, Giappone e Cina. I nostri indicatori del sentiment ci inducono ad assumere un posizionamento neut ra le su i mercat i a ziona r i. Le i ndagi ni sul posizionamento degli investitori da noi monitorate segnalano un orientamento meno ribassista e una minore apprensione per il rischio di un hard landing dell’economia cinese dopo le mosse di Pechino a sostegno della crescita. Questo miglioramento del sentiment, che a nostro avviso limita i margini per futuri guadagni dei mercati azionari, è in linea con gli indicatori tecnici che segnalano rischi analoghi. La nostra analisi dimostra che il mercato è trainato al rialzo da un gruppo ancora più ristretto di titoli. Considerando che meno del 50% dei titoli azionari globali quota attualmente a livelli superiori alle rispettive medie mobili a 200 giorni, la probabilità di una correzione del mercato appare in aumento. Quanto alle valutazioni, le azioni rimangono nel complesso meno costose delle obbligazioni. Tut tavia, i n alcu ne aree questo segnale è meno potente. Negli Stati Uniti la debolezza dei risultati aziendali, evidenziata dalla flessione degli utili complessivi delle società incluse nello S&P 500 (si veda grafico), comincia a preoccupare. Gli Stati Uniti registrano effettivamente una recessione degli utili. Di conseguenza, in questo mercato il premio per il rischio azionario, una misura dell’extra rendimento atteso sui titoli azionari rispetto agli strumenti finanziari “privi di rischio”, è sceso sotto la media a lungo termine per la prima volta dal 2008; ciò significa che negli Stati Uniti il vantaggio in termini di valutazioni offerto dalle azioni rispetto alle obbligazioni è più contenuto che nelle altre regioni principali. Allocazione azionaria regionale e settoriale Preferiamo Europa e Giappone rispetto agli USA e seguiamo con attenzione i mercati emergenti Nella nostra allocazione regionale, con ferm iamo la preferen za per le azioni di Europa e Giappone, dove le banche centrali dovrebbero continuare a sostenere l’economia attraverso nuove misure di stimolo monetario. Rispetto ai titoli statunitensi, le azioni europee s e m bra no pr e s e nt a r e va lut a z io n i più interessanti sulla base di diversi parametri. Il P/E di Shiller corretto per gli effetti del ciclo economico evidenzia come l’azionario dell’Area Euro quoti a 15 volte gli utili, contro 24 volte gli utili per i titoli statunitensi, con uno sconto del 35%, pari al triplo della media di lungo periodo. In ragione di tale divario di valutazione, molte imprese europee potrebbero diventare possibili obiettivi di acquisizione da parte di società statunitensi, imprimendo un’ulteriore spinta alle borse della regione. Come mostra il grafico, le operazioni di fusione ed acquisizione hanno raggiunto volumi record. In Giappone il mercato azionario trae sostegno anche dalle prospettive macroeconomiche. Sebbene l’economia sia entrata in una recessione tecnica nel terzo trimestre, il rimbalzo dei volumi delle esportazioni e il miglioramento della fiducia dei consumatori indicano una ripresa. Inoltre, i bassi prezzi dell’energia aumenta no non solo i marg i n i di incremento delle retribuzioni nel settore delle imprese, ma anche il potere di acquisto delle famiglie. È probabile che la BoJ mantenga l’attuale politica monetaria ultra-accomodante ancora per qualche tempo, per favorire un aumento dell’inflazione verso il proprio tasso obiettivo. Ci attendiamo inoltre che il governo annunci qualche forma di stimolo fiscale nel corso dei prossimi mesi. Il mercato azionario è sorretto anche dal buon andamento dei risultati societari: nel gruppo delle principali economie mondiali, quella nipponica è una delle poche ad aver registrato una solida crescita dei profitti aziendali nel 2015, con un incremento degli utili per azione di quasi il 20% su base annua. LE AZIONI EUROPEE POTREBBERO BENEFICIARE DELLA FORTE ACCELERAZIONE DELL’ATTIVITÀ DI M&A Volumi globali delle operazioni di M&A, in migliaia di miliardi di USD 6— —6 5— —5 4— —4 3— —3 2— —2 1— —1 È invece probabile che la forza del dollaro e le aspettative di rialzo dei tassi di interesse pesino sui mercati azionari statunitensi, in un contesto in cui il momentum economico mostra qualche segnale di rallentamento. In seguito all’aumento dei rendimenti, negli Stati Uniti il premio per il rischio azionario è sceso sotto la media di lungo periodo del 4,75% per la prima volta dal 2008, rendendo le azioni meno interessanti delle obbligazioni. Manteniamo un posizionamento neutrale sulle piazze emergenti. Gli ultimi dati segnalano che le economie della regione sono in fase di stabilizzazione: gli indicatori di tendenza sono in ascesa per il terzo mese consecutivo. Le ulteriori misure di stimolo monetario e fiscale in Cina sosterranno probabilmente la crescita nell’insieme dei Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, prima di passare a un sovrappeso sui mercati emergenti attendiamo segnali più concreti che confermino che l’economia cinese ha superato il punto di minimo e che l’USD ha raggiunto il picco. A livello settoriale, confermiamo un moderato orientamento ciclico, con una preferenza per i titoli meno esposti al rialzo dei tassi di interesse. Continuiamo a sovrappesare i titoli tecnologici, in quanto gli elevati livelli di liquidità e la solida crescita degli utili dovrebbero consentire a queste aziende di far fronte a costi di finanziamento più elevati. Anche i titoli finanziari appaiono ben posizionati per beneficiare del rialzo dei tassi di interesse statunitensi e di un miglioramento delle condizioni di credito in Europa. Continuiamo a sottopesare l’energia e i materiali. Tuttavia, le valutazioni di questi titoli stanno diventando più interessanti e siamo pronti ad ampliare l’esposizione a entrambi i settori nel momento in cui rileveremo segnali più positivi sul fronte delle economie emergenti. —0 0— 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: Thomson Reuters Datastream BAROMETER | DICEMBRE 2015 | 7 Succursale Italiana Via della Moscova 3 20121 Milano www.pictetfunds.it Reddito fisso Cresce l’attrattiva del debito emergente in valuta locale Il 2015 è stato un anno difficile per il debito emergente in valuta locale, ma la fase peggiore di questo periodo di turbolenza sembra ormai alle spalle. È improbabile che il primo rialzo dei tassi di interesse statunitensi dopo quasi 10 anni sia seguito da un inasprimento monetario aggressivo; potrebbe quindi delinearsi uno scenario favorevole a una ripresa di alcune valute emergenti. In base ai nostri calcoli, l’attuale fase di apprezzamento ha fatto salire il dollaro a livelli superiori di circa il 25-30% rispetto al fair value. Negli ultimi trent’anni, la valuta statunitense ha raggiunto questo livello solamente tre volte (verso la fine del 1984 e all’inizio del 2002 e del 2009), e ognuno di questi picchi è stato seguito da una fase di deprezzamento, con una perdita di valore del 10-30% nei cinque anni successivi. Le valute emergenti, che secondo i nostri modelli sono scambiate a circa tre deviazioni standard sotto il fair value (si veda grafico), dovrebbero beneficiare più di altre di un cambio di direzione dell’USD. Alla luce di questo scenario, abbiamo preferito ridurre molte posizioni corte sulle valute emergenti e rafforzare l’esposizione al debito sovrano emergente in valuta locale, passando da un sottopeso a un livello neutrale. Considerando che l’asset class offre un rendimento del 7% circa, le valutazioni cominciano ad apparire interessanti. Stiamo rafforzando gradualmente l’esposizione ai mercati più penalizzati dall’ondata di vendite. Il Brasile è uno dei mercati obbligazionari in valuta locale che potrebbero registrare a breve una ripresa. Le recenti difficoltà del Paese, fra cui un’inf lazione in forte aumento, la crescita debole e il declassamento alla categoria “junk bond”, sono abbondantemente scontate nei prezzi del debito, che attualmente offre un rendimento del 15% circa. Tuttavia, prima di passare a un sovrappeso, preferiamo attendere di avere una visione più chiara della traiettoria dei tassi di interesse statunitensi, ma anche di rilevare segnali di miglioramento della crescita nei mercati emergenti. Abbiamo invece ridotto l’esposizione ai titoli corporate delle aree in via di sviluppo, passando a una posizione neutrale. Pur ritenendo che gli emittenti societari dei Paesi emergenti non siano così vulnerabili alla forza dell’USD come alcuni temono, i solidi rendimenti generati da questa asset class nel 2015 ci hanno indotto a incassare i guadagni realizzati. Manteniamo il sovrappeso dei titoli high yield negli Stati Uniti e in Europa. I tassi di insolvenza degli emittenti con rating di categoria speculativa sono bassi e rimarranno probabilmente contenuti in uno scenario in cui la BCE si prepara ad espandere il proprio programma di Quantitative Easing. Olivier Ginguené, Chairman Pictet Asset Management Strategy Unit Luca Paolini, Chief Strategist Pictet Asset Management LE VALUTE DEI MERCATI EMERGENTI APPAIONO SOTTOVALUTATE % 30 — 20 — VALUTE EMERGENTI SOPRAVVALUTATE — 30 Deviazione dall’equilibrio contro l’USD +/- 1 deviazione standard -2 & 3 deviazioni standard — 20 10 — — 10 0— —0 — -10 -10 — — -20 -20 — -26.7 -30 — VALUTE EMERGENTI SOTTOVALUTATE — -30 94 96 98 00 02 04 06 08 10 12 14 16 Fonte: Pictet Asset Management PICTET STRATEGY UNIT Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU) è il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e commodity. Ogni mese, la PSU definisce una politica generale in base all’analisi dei seguenti fattori: •ciclo economico: indicatori di tendenza proprietari, inflazione •liquidità: politica monetaria, variabili creditizie/ monetarie •valutazioni: premio di rischio azionario, divario di rendimento, multipli e dati storici •aspettative: indice del sentiment Pictet (indagini fra gli investitori, indicatori tattici) Disclaimer Il presente materiale è destinato esclusivamente agli investitori professionali. Esso non è comunque concepito per la distribuzione a persone o entità aventi cittadinanza o residenza in una località, Stato, paese o altra giurisdizione in cui tale distribuzione, pubblicazione o utilizzo sono in contrasto con norme di legge o regolamentari. Le informazioni utilizzate per la preparazione del presente documento sono basate su fonti ritenute attendibili, ma non si rilascia alcuna dichiarazione o garanzia in merito alla loro accuratezza o completezza. Tutte le opinioni, stime e previsioni sono suscettibili di modifica in qualsiasi momento senza preavviso. Si invitano gli investitori a leggere il prospetto informativo o il memorandum d’offerta prima di effettuare sottoscrizioni nei fondi gestiti da Pictet. Il trattamento fiscale dipende dalla situazione individuale di ciascun investitore e può essere soggetto a cambiamenti in futuro. Le performance del passato non sono indicative dei rendimenti futuri. Il valore degli investimenti e il reddito che ne deriva possono tanto aumentare quanto diminuire, e non sono garantiti. Potete non ottenere in restituzione l’importo originariamente investito. Il presente documento è stato emesso in Svizzera da Pictet Asset Management SA, e nel resto del mondo da Pictet Asset Management Limited, società autorizzata e soggetta alla regolamentazione della Financial Conduct Authority, e non può essere riprodotto o distribuito, in tutto o in parte, senza la loro preventiva autorizzazione. Per gli investitori britannici, le SICAV multicomparto Pictet e Pictet Total Return domiciliate in Lussemburgo sono considerate «recognized collective investment schemes» ai sensi della section 264 del Financial Services and Markets Act 2000. I fondi svizzeri di Pictet, autorizzati per la distribuzione unicamente in Svizzera ai sensi della Legge federale sugli investimenti collettivi di capitale, sono considerati «unregulated collective investment schemes» nel Regno Unito. Il Gruppo Pictet gestisce hedge funds, fondi di hedge funds e fondi di fondi di private equity non autorizzati per la distribuzione al pubblico nell’ambito dell’Unione Europea e considerati «unregulated collective investment schemes» nel Regno Unito. Per gli investitori australiani, Pictet Asset Management Limited (ARBN 121228 957) è esonerata dall’obbligo di possedere una licenza per i servizi finanziari australiani ai sensi del Corporate Act 2001. Per gli investitori statunitensi, la vendita di azioni negli Stati Uniti o a “US Persons” avverrà unicamente tramite collocamento privato ad «accredited investors» in base all’esenzione dalla registrazione presso la SEC ai sensi della section 4(2) e della Regulation D Private placement exemptions della legge del 1933 nonché ai clienti qualificati secondo la definizione della legge del 1940. Le azioni dei fondi Pictet non sono state registrate ai sensi della legge del 1933 e pertanto, ad eccezione delle transazioni non in contrasto con la legislazione statunitense in materia di titoli, esse non possono essere offerte o vendute direttamente o indirettamente negli Stati Uniti o a “US Persons”. Le società di gestione di fondi d’investimento del Gruppo Pictet non saranno registrate ai sensi della legge del 1940. © Copyright 2015 Pictet - Emesso a Dicembre 2015. 8 | BAROMETER | DICEMBRE 2015