relazione relativa al lavoro svolto
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relazione relativa al lavoro svolto
RELAZIONE RELATIVA AL LAVORO SVOLTO Nome e Cognome Matricola Anno di immatricolazione Tag sviluppata Favini Irene 728356 2009/2010 E-COMMERCE 1) PRESENTAZIONE DEL LAVORO SVOLTO SU SMART.THINKTAG.IT B.1 COMMENTI ALLE LEZIONI DEL CORSO Lezione n. 1 del 17/05/2011 @ Laura: Ciao!! Riguardo al shoppygroup.it, (a cui ho acceduto ora ma non ci sono offerte disponibili :( ) da come l'hai descritto sembra molto simile a siti come groupon.it o groupalia.it. Effettivamente è un nuovo modo di vendere online e un tipo di marketing del tutto innovativo che sta iniziando a diffondersi a macchia d'olio proprio perché sembra aver riscosso moltissimo successo: non a caso i due siti che ti ho menzionato sopra sono praticamente identici e se già li conosci te ne sarai resa conto da sola :). I servizi che vengono offerti su queste piattaforme, come hai detto tu, sono sempre i soliti: week end corti, giornate alla spa, sedute dal parrucchiere, sedute di depilazione, di scrub...addirittura ho trovato un giorno un apparecchio antialiasing (mi sembra che si scriva così) a circa 999€ anziché 3.000 e passa euro. Difatti è proprio su questo che giocano molto tali siti: gli sconti! Come hai detto tu sono quasi paradossali ed è improbabile trovarli presso altri fornitori di servizi e il cliente ne è inevitabilmente attratto, me compresa! Spesso poi queste organizzazioni servono a molte strutture come trampolino di lancio se sono agli inizi: la maggior parte delle volte ti ritrovi alloggi in hotel mai sentiti, spa di recente costruzione, come quella in cui mi è capitato di andare poche settimane fa proprio tramite Groupon. Il punto di domanda che però resta, ricade sulla qualità del servizio offerto: questa rimane incerta fino a quando non andiamo ad usufruire del servizio in loco...di fronte a tanta bontà a uno sorgono giusto un paio di dubbi :), ma credo che comunque il gioco valga la candela! Se fossero state tutte bufale fin dall'avvio di questi portali, non credo che a quest'ora sarebbero ancora in piedi e soprattutto non credo che avrebbero perso tempo a moltiplicare un sistema sconveniente e tarocco. Lezione n.2 del 18/05/2011 Ciao a tutti! Per chi oggi non fosse venuto a lezione, vorrei fare un riassunto dei temi trattati di modo da poter avere un piccolo approfondimento ad alcune delle tag inserite da tutti noi! Cerco di soffermarmi più che altro sull'argomento dell'e-commerce, che oggi è stato ripreso dal Professor Paini, per risolvere alcuni dubbi che erano stati esposti qui sulla piattaforma. Come già in moltissimi avete chiarito, l'e-commerce si riferisce in generale all'acquisto di beni e servizi online attraverso appositi server su cui poggiano le piattaforme specializzate in questo tipo di vendita. Da qui però siamo partiti con un ragionamento che ci ha fatto vedere l'e-commerce, non tanto dal punto di vista tecnico della vendita elettronica, quanto piuttosto dal punto di vista del cliente e della sua esperienza d'acquisto, tema che spesso e volentieri risulta trascurato dai più. Esso è invece di enorme importanza per uscire vittoriosi dalla vendita del prodotto/servizio e sperare in una qualche fidelizzazione del cliente, non tanto nei confronti di un particolare hotel o centro benessere o agenzia viaggi che sia, ma verso quel nuovo mondo di vendita e marketing che l'e-commerce rappresenta. Per poterlo fare, come in aula è stato detto, bisogna trasmettere ai consumatori fiducia, sicurezza e soprattutto supporto nella fase di acquisto. Ma come garantire tutto ciò? Nell'esperienza diretta di acquisto (quando ci rechiamo in negozio o al bar per intenderci), noi abbiamo un riscontro pressoché immediato con quello che ci viene offerto o che intendiamo acquistare: un giubbotto possiamo toccarlo in negozio, una pizza possiamo mangiarla e se avrà ingredienti avariati potremo rifiutarci di pagarla. Nel World Wide Web questo non è possibile: non possiamo conoscere il prodotto o servizio fino a quando non lo abbiamo tra le mani o ne usufruiamo. Una risposta a questo ostacolo, come è stato suggerito in aula da alcuni, potrebbe essere la pubblicità, ma ancora più efficaci sono i feedback e le recensioni su siti specializzati (come trip-advisor) di utenti che già hanno fatto esperienza del prodotto o servizio che viene offerto online. Quindi andrò a vedere quelli che sono i giudizi positivi, il loro n° confrontato con quelli negativi e laddove sorgessero spontanei dubbi circa la loro veridicità, non farò altro che andare più a fondo nella ricerca e verificare se gli utenti che li hanno rilasciati hanno gli stessi nostri gusti e aspettative o sono dei reali viaggiatori e non i gestori della struttura. Ad esempio possiamo entrare su trip-advisor e ricercare le opinioni sugli alberghi di Granada e notare che per quelli da 3 4 stelle un utente non ha per nulla parole carine, mentre tutti gli altri esprimono soddisfazione e ammirazione per le prestazioni e le attenzioni offerte ai clienti: a quel punto sarebbe piuttosto semplice intuire che l'autore dei commenti poco lusinghieri sia ben lontano dai nostri standard vacanzieri e che sia abituato a soggiornare presso hotel di maggiore categoria e qualità. Purtroppo l'e-commerce è un mondo ricco di insidie che sta ancora cercando strade per assestarsi: la truffa e l'inganno possono essere sempre dietro l'angolo se il consumatore non è almeno sufficientemente attento nel fare le proprie scelte e ricerche. Però dobbiamo vederlo anche come un sistema in cui il cliente ha un alto grado di partecipazione ed interattività che facilitano il ribasso dei costi dei prodotti offerti in rete, proprio perché il reperimento delle informazioni,così come molte altre prestazioni, è autonomo e non affidato ad un personale specializzato, Quindi per sintetizzare il tutto: e-commerce come commercio elettronico, ma anche come esperienza di acquisto a distanza! Lezione n.3 del 24/05/2011 Per la prima volta dopo due anni di lezioni, abbiamo parlato dell'Expo 2015 e di come la questione sia ancora piuttosto incerta e precaria oserei dire; abbiamo accennato al fatto che la città in cui molti di noi vivono ancora non è pronta; La parola chiave attorno a cui voglio far ruotare questo commento è pianificazione partecipata. Per capire di cosa si tratta basta analizzare le due semplici parole: pianificazione, intesa magari come l'atto di progettazione o almeno ideazione di un piano avente come scopo il raggiungimento di un risultato specifico; il termine partecipata in seconda battuta implica che la pianificazione debba, in un qualche modo, essere, più che condivisa, basata sui saperi di un gruppo di individui, ancor meglio se dell'intera comunità che viene interessata dalla pianificazione stessa. E come abbiamo detto in aula, non a caso parliamo di saperi anziché di pareri: ciò che occorre nella realizzazione di grandi progetti, grandi cambiamenti,grandi "rivoluzioni culturali", è l'informazione: informare, altra parola chiave della lezione. Ma una comunità è fatta di tanti individui, tante personalità. E il nostro paese è composto da tante comunità, centinaia, forse migliaia. Dunque come superare il problema della moltitudine, della varietà e della multiculturalità, (perché anche di questo si tratta)? I mediatori sono quegli ambasciatori portatori di novelle, aventi il compito di illustrare in maniera veritiera ciò che deve essere realizzato, con quali strumenti, a quale scopo, con quali vantaggi e quali rischi: perché come è giusto che sia, per evitare inganni e mistificazioni bisogna presentare la buona e la cattiva faccia di ogni medaglia. Altrimenti non avrebbe senso neanche cominciare una tale impresa. Ed ecco che arrivo al punto centrale, che più ha colto la mia attenzione: tutto ciò in Italia esiste? Si può parlare di pianificazione partecipata?Si può parlare di informazione soprattutto?Si può parlare di intermediatori nel nostro paese? Beh la triste risposta come tutti possono aver appreso, specie nel corso degli ultimi mesi, è no. E' però questo, un no carico di punti di domanda, di perché. La bella Italia, quella che tutti conoscono come un pozzo senza fondo di bellezze naturali, non può permettersi un no come risposta. Non ci possiamo permettere una cattiva e sbagliata informazione, perché è quella che oggi entra nelle nostre case: informazione spazzatura io la definisco. E se manca l'informazione ovviamente si può ben capire come la figura del mediatore non possa nemmeno essere concepita. E senza il mediatore come facciamo a partecipare attivamente allo sviluppo del nostro territorio, delle nostre bellezze naturali?E come facciamo soprattutto a ribellarci a ciò che è sbagliato e ingiusto? Come la professoressa in aula ha annunciato, mentre il mondo va avanti, noi torniamo sempre indietro. Abbiamo definito il nostro sistema governativo, sistema feudale in maniera molto provocatoria, ma assolutamente realistica: nel 1000 non esistevano ampie scale gerarchiche: il tutto poteva essere riassunto in pochi step: Re e popolo. Se ci guardiamo intorno la situazione è più critica di quello che sembra o non sembra. Ora non voglio entrare in merito di chi sia la colpa e quant'altro, non voglio scatenare un dibattito politico :). Vorrei però che fosse chiaro, che ci sono grossi problemi e il primo tra tutti riguarda la nostra città. Provo a lanciare un sasso: andando anche contro il mio interesse, quanti di voi credono che Milano sia pronta o sarà mai pronta ad accogliere un evento di portata mondiale come l'Expo è? Lezione n.4 del 31/05/2011 Concludo in bellezza ore e ore di studio riportando reminiscenze di quello che è stato trattato oggi in aula :). In realtà questa è stata una lezione densa di contenuti, forse la più ricca oserei dire: siamo saltati da un tema all'altro velocemente ricostruendo un po' quello che è il mondo interattivo ed interconnesso in cui oggi noi viviamo. Come già si può notare dalle tag inserite da tutti voi, gli elementi di analisi sono davvero tantissimi..si è parlato del concetto di car sharing, di gamefication, di e-learning, e-commerce, d-shopping come esperienze sociali dove la community da qualche anno ha cominciato ad acquistare sempre più importanza e centralità in questi "mondi virtuali". Ma l'elemento che più mi ha interessato è il passaggio a cui abbiamo assistito e a cui stiamo assistendo ancora oggi, dall'utente consumatore di informazioni, all'utente produttore di contenuti! E' stato coniato appositamente il termine PROSUMER! Accidenti, questa ancora non l'avevo sentita :D. E' fondamentale esaminare questo concetto e cercare di capire quanto sia importante anche per spiegare come il mondo delle comunicazioni, del commercio e dell'apprendimento stiano cambiando con estrema velocità. Con gli sviluppi tecnologici più recenti, ma che possiamo fare risalire fino alla creazione del web 2.0 negli anni 90', noi utenti del World Wide Web abbiamo la possibilità di entrare in contatto con persone geograficamente lontanissime da noi, ma soprattutto abbiamo modo di interagire con quel mondo parallelo che internet rappresenta, grazie agli strumenti che abbiamo a disposizione e che vengono sempre nuovamente creati! Inoltre gli apparecchi che sfruttiamo sono caratteristici proprio per la multimedialità: possiamo fare con uno strumento ciò che prima si poteva fare con 5 o 6 apparati tecnologici o addirittura ciò che prima non si poteva affatto fare! E da qui mi ricollego al concetto di Prosumer, l'utente che è consumatore e produttore di informazioni e contenuti allo stesso tempo! In effetti con tutte le applicazioni del caso a cui oggi ricorriamo, sarebbe davvero impensabile il contrario: prima consultavamo siti professionali, di specialisti e professoroni: a oggi noi diveniamo autori di blog, minisiti, profili nei social network più conosciuti... Insomma da spettatori, siamo divenuti noi stessi i protagonisti del palcoscenico! Lezione n.5 del 01/06/2011 In merito alla lezione di oggi, vorrei soffermarmi sul concetto di overload informativo dato il vasto e vario mondo che internet ora apre ai nostri occhi, rendendo accessibili tutta una serie di contenuti che prima potevamo reperire solo attraverso fonti diverse per tipologie e per funzionalità. Purtroppo come spesso accade un sovraccarico di informazioni può comportare confusione nell'utente, può creare disagi, incomprensioni e così via. Facciamo l'esempio già citato in aula delle precedenti lezioni: Facebook si articola principalmente attorno ad una bacheca più o meno vasta, a seconda delle amicizie che abbiamo in attivo, sulla quale scorrono ogni giorno migliaia di informazioni che ricreano in qualche modo la vita frenetica di un centinaio di persone almeno: il problema che da qui sorge qual è? I contenuti, i post, i link pubblicati scorrono troppo velocemente, hanno "vita" breve e per questo vengono condivisi solo con le persone che in quell'esatto momento della pubblicazione stanno controllando la propria bacheca: per tutte le altre quelle informazioni sono ormai perse, salvo nel caso di persone molto pazienti e curiose che avranno poi cura di verificare tutto l'excursus giornaliero andando a ritroso nella dashboard :). Questa è quindi la tipica situazione di overload informativo, che ahimè Fb non è ancora riuscito a gestire in maniera efficientissima. Ed il problema reale nonché fonte di contraddizione che si viene a creare, è che una piattaforma di quel genere, di condivisione, di social entertainment, di "gioco" che dovrebbe includere gli utenti, in questo modo non fa altro che escluderli! Potrei citare un esempio un po' diverso, ma credo comunque calzante, che oggi è molto ricorso per approfondire il tema del mash up, la creazione di itinerari condivisibili su più piattaforme etc., ed è Google: il motore di ricerca, primo al mondo aggiungerei, presenta una serie di contenuti diversi tra loro ma che sono stati organizzati in una maniera che dire efficiente ai miei occhi è riduttivo. Io vedo un po' Google come l'organizzatore dei contenuti di tutto il mondo, una fonte da cui è possibile conoscere e avere ogni tipo di informazione possibile: ritroviamo un' area dedicata completamente alla ricerca di siti internet, ordinati per la popolarità, serietà e completezza di informazioni che Google stesso assegna; poi però abbiamo anche una sezione dedicata alle immagini, una per i video, una per la creazione degli itinerari, una per verificare tutte le novità dell'ultima ora e via scorrendo, una per gestire il proprio indirizzo g mail e ora c'è anche la voce per la ricerca di prodotti online. Ma non è tutto: in ogni sezione è possibile restringere in maniera impressionante il campo di interesse e ora non sto qui ad elencarli tutti ma sono veramente moltissimi! Tutto questo potrebbe essere in un qualche modo un esempio da seguire per superare l'overload informativo e l'ostacolo all'inclusione sociale che quest'ultimo spesso comporta. Lezione n.6 del 07/06/2011 Buona sera a tutti! Come alcuni miei colleghi oggi mi sono persa l'ultima lezione!! Quindi ho dato una lettura a tutti i commenti che finora sono stati pubblicati e come Gabriele ha già notato, il principale tema che oggi è emerso a quanto pare è quello della partecipazione sociale. Già nelle precedenti lezioni ci eravamo soffermati sul tema affrontando temi diversi e molto ricchi di informazioni: il car pooling, il car sharing che sono strumenti di condivisione di un'esperienza comune a più individui. Ma quello che dei commenti mi ha più colpito è il social network EPart. Giuro non l'avevo mai sentito ed è un'idea grandiosa e mi sto ancora chiedendo per quale motivo Milano non abbia un'applicazione simile: cavolo dobbiamo ospitare l'Expo e il punto di partenza devono essere i cittadini che con le loro esperienze e la loro partecipazione possono dare importanti contributi all'evento. EPart rappresenta proprio questo! L'occasione di vivere la città in maniera più attiva che passiva :). Ma ci pensate a quanto sarebbe bello se tutti noi in una metropoli così grande ci impegnassimo attraverso questa piattaforma a dare un po' del nostro contributo per migliorarla e per renderla il più agibile possibile? Si sa che nei grandi agglomerati urbani i problemi legati specialmente alla viabilità sono all'ordine del giorno e le imprese stradali non sono sempre in giro ad ispezionare ogni angolo di città: il cittadino con una semplice applicazione, come ha detto Gabriele, può monitorare quello che accade intorno a lui e tentare con una semplice comunicazione di incentivare il controllo e la risoluzione! Il tutto evitando lunghe code agli sportelli di denuncia, evitando lunghe e compilate pratiche da compilare. Il sistema che abbiamo noi oggi tende quasi a disincentivare il cittadino dalle comunicazioni di questo tipo, perché sono troppo lunghe e poche volte vengono tenute in considerazione e ciò è assurdo! Quindi sosteniamo la partecipazione sociale e cittadina in questo caso :). http://www.epart.it/ Nel sito c'è anche un apposito riquadro che richiama le città più segnalate dagli abitanti!! Fantastico :). Udine è quella messa peggio..o forse quella messa meglio perché c'è un'alta partecipazione se le segnalazioni sono così numerose. Poi sta a anche alla pignoleria di ciascuno :D B.2 TAG INSERITE NELLE LEZIONI DEL CORSO Lezione 1: e-commerce, e-learning, e bay, gas, pick and pay,flickr, potere d’acquisto, Lezione 2: e-commerce, esperienza d’acquisto, recensioni, tripadvisor, offerta turistica, visit trentino, esperienza d’acquisto a distanza, blended learning. Lezione 3: internazionalizzazione, localizzazione, lunga coda, tempo libero, informazione, patrimonio culturale,flessione dei visitatori italiani,carenza dei servizi,valorizzazione del patrimonio,sviluppo sostenibile, cultura, società multiculturale, civic pride, cittadinanza attiva,pianificazione partecipata, saperi vs pareri = saperi, rete, convenzione di Faro, Amazon. Lezione 4: e-commerce+web 2.0,d-shopping+web 2.0,e-learning+web 2.0,consumer,producer,prosumer,social commerce,social shopping,livemocha,social learning,social enterprise,groupon,road sharing,gamefication,reputazione in rete,mash up Lezione 5: cloud computing,gamefication,mash up,google map,foursquare,overload informativo,marketing non convenzionale,flash mob,guerrilla marketing,qr code,tag cloud Lezione 6: applicazioni,responsabilità civile,partecipazione sociale, partecipazione cittadina, ePart,condivisione, geolocalizzazione,foursquare, meccanismi partecipativi, senso civico, social connection B.3 DENOMINAZIONE DELLA TAG SCELTA E-COMMERCE B.4 DESCRIZIONE DELLA TAG SCELTA Che cos'è, come funziona, a chi è rivolto, ma soprattutto come fare a fidarsi e come superare i numerosi ostacoli che spesso separano il cliente dal venditore on line: questi sono i temi che ho voluto approfondire in merito al commercio elettronico. Penso che sia un argomento degno di nota perché stiamo vivendo un’epoca di profondi cambiamenti: la nostra economica sta cambiando, le comunicazioni stanno mutando, il rapporto cittadino-stato sta cambiando, la lontananza, i confini spaziali che eravamo soliti conoscere iniziano a diventare sempre più sottili e trasparenti. Stiamo entrando in un’era di continua evoluzione e cambiamenti, dove la società è il perno attorno a cui tutto ruota: chi non sarà capace di adeguarsi sarà fuori dai giochi. B.5 LINK ALLE RISORSE DEDICATE AL TEMA DELLA TAG SCELTA 1) 2) 3) 4) 5) http://smart.thinktag.it/it/resources/e-commerce-2011-anno-boom http://smart.thinktag.it/it/resources/i-siti-e-commerce-come-imparare-a-fidars http://smart.thinktag.it/en/resources/la-teoria-della-lunga-coda http://smart.thinktag.it/it/resources/le-commerce-che-trasmette-fiducia http://smart.thinktag.it/it/resources/overload-informativo B.6 LINK ALLE 10 RISORSE DI ALTRI UTENTI CHE HO COMMENTATO 1) 2) 3) 4) 5) 6) http://smart.thinktag.it/it/resources/limportanza-della-credibilita-di-siti-tu http://smart.thinktag.it/it/resources/creare-il-proprio-viaggio-sul-web http://smart.thinktag.it/it/resources/i-motori-di-ricerca-restano-sempre-la-mi http://smart.thinktag.it/it/resources/web-marketing-turistico-impatto-sulla-co http://smart.thinktag.it/it/resources/la-guida-turistica-multimedialedal-carta http://smart.thinktag.it/it/resources/pagamenti-on-line 7) 8) 9) 10) http://smart.thinktag.it/it/resources/cofanetti-regalo-smartbox-ottime-idee-da http://smart.thinktag.it/en/resources/i-feedback-obiettivi-risultati-interazio http://smart.thinktag.it/it/resources/agenzie-di-viaggio-e-mappe-le-nuove-gene http://smart.thinktag.it/it/resources/gli-alberghi-diffusi-il-centro-storico-d B.7 COMMENTI AI LIBRI PER L ’ESAME DI BOARON E GOETZ 1) “Introduzione a internet e alle applicazioni sul web” Boaron. Il libro di testo proposto dal professore per sostenere la prima parte dell’esame di Turismatica, ho notato essere molto ricco di contenuti, così ricco che quasi a prima vista non si crede date le dimensioni ridotte del volume! Eppure in un centinaio di pagine ho potuto apprendere temi nuovi e in alcuni casi approfondirne di già noti. Ho trovato il testo interessante e non particolarmente difficile, grazie a studi precedentemente affrontati nel corso di “Cinema e Arte”, dove diversi erano i temi comuni a questo corso. Così ho colto l’occasione per riprendere alcuni argomenti molto interessanti come: la logica della sintesi additiva dei colori visualizzati su schermi di tv e pc, oppure il linguaggio html e l’importanza dei CSS e dei fogli di stile nella realizzazione di una pagina web, o ancora la logica di trasferimento dati via web che rende le comunicazioni e gli invii di documenti di ogni tipo, veloce e a basso costo! Sono tutti temi molto importanti che cercano di farci capire, da un punto di vista anche fin troppo tecnico a volte, le funzionalità della Rete e ciò che la rende impareggiabile sotto molti punti di vista: nel trasferimento dati, nella comunicazione, nella promozione, nella commercializzazione etc. Mi ha particolarmente interessato poi tutto il discorso relativo agli accorgimenti che, chiunque voglia editare un sito internet, deve avere: l’accostamento dei colori giusti, i contenuti non troppo ridondanti, la facile navigabilità, la connessione tra le pagine interne, connessioni con siti esterni attraverso appositi link, l’importanza delle Keywords per favorire l’indicizzazione della nostra piattaforma da parte dei motori di ricerca. Tutte accortezze che se non tenute in considerazione possono fare del nostro sito web solo una perdita di tempo e denaro. Infine uno dei temi che forse ho più apprezzato è quello relativo ai diversi strumenti offerti dalla rete per accrescere il livello di interattività durante la navigazione: forum, blog, chat, instant messaging system, e mail… tutti spiegati ancora in maniera piuttosto tecnica. 2)“VANTAGGIO COMPETITIVO IN RETE – dal web 2.0 al cloud computing” Goetz. Per ricollegarmi al commento del libro del professore Boaron, ancora una volta in questo volume, ho trovato interessante l’approfondimento in merito agli strumenti interattivi sfruttati in rete sopracitati. In questo caso più che entrare in una descrizione tecnica, questi argomenti sono stati affrontati in funzione dell’utilità che hanno per gli operatori in rete, ma anche per gli stessi utenti del World Wide Web. In particolare è stato spiegato come blog, forum, community, social network siano la fonte principale dei dati comportamenti degli utenti, reperiti da parte degli operatori virtuali. Ma non solo: questi strumenti sono utili anche ai visitatori stessi, perché rappresentano un’occasione per comunicare, confrontarsi, scambiarsi idee e opinioni in merito a qualunque argomento: meglio ancora se riguardanti particolari prodotti o servizi, in modo tale che i professionisti del caso possano reperire le informazioni necessarie e adeguare in questo modo l’offerta rivolta alla domanda di mercato. È stato spiegato inoltre, come spesso l’integrazione nei siti di e-commerce con pagine dedicate all’interazione tra utenti, favorisca una fidelizzazione degli stessi, piuttosto che la nascita di una vera e propria virtual community, analizzabile ancora una volta in base ai comportamenti di acquisto. Da questi temi ho potuto ben comprendere come la sfera relazionale sul web conti più di quanto si possa immaginare: ma ancora più interessante è il fatto che essa sia centrale non solo da un punto di vista sociale, ma anche economico, politico e commerciale. B.8 COPPIE DI LINK A CUI È STATA ASSEGNATA UNA CONNESSIONE 1) http://smart.thinktag.it/it/resources/i-siti-e-commerce-come-imparare-a-fidars collegato a http://smart.thinktag.it/it/resources/limportanza-della-credibilita-di-siti-tu Ciao! Anche io mi sono permessa di creare un collegamento tra la tua risorsa e una che ho pubblicato questo pomeriggio attinente in parte al tema che hai trattato qui :). Io ho fatto più un discorso generale sul "come cercare di fidarsi dei siti e-commerce" e non sono entrata nel merito di tripadvisor dato che l'ho usato poche volte. :) Colgo l'occasione comunque per dare la mia preferenza a booking.com!! Senza non potrei più viaggiare all'estero..uso probabilmente solo questo come sito di ricerca per le migliori offerte sugli hotel. Oltre ad essercene moltissimi l'organizzazione del sito a mio parere è molto semplice ed intuitiva..il massimo, per le persone come me che non hanno molta voglia di perdere tempo su mille siti confusionari. Inoltre confrontandolo con tripadvisor mi rendo conto di trovarmi meglio anche per la quantità di foto della struttura e delle camere che sono offerte: non c'è stata una volta che le foto non fossero uguali alla realtà: alcune erano anche meglio :D, purtroppo dato che si tratta di vacanze cerco di scegliere la miglior qualità del prodotto assolutamente economico in commercio. Infine lo preferisco come sito anche per i commenti degli utenti. A volte sono clamorosamente fasulli, come del resto in qualunque piattaforma di vendita accade, ma per il resto il vacanziero che scrive di ritorno da un viaggio è piuttosto riconoscibile. Buona serata!! Irene 2) http://smart.thinktag.it/it/resources/i-siti-e-commerce-come-imparare-a-fidarsi collegato a http://smart.thinktag.it/it/resources/l’e-commerce-e-bay-and-eprice Ciao ragazze! In questo caso condivido la diffidenza di Luana sugli acquisti online: in particolare i miei dubbi sorgono proprio in merito ai prodotti più che ai servizi. Con quest'ultimi mi sento molto più sicura, magari perché ho avuto più esperienze facendo molte prenotazioni di voli aerei piuttosto che biglietti ferroviari o pacchetti da Groupon: mentre sull'acquisto di prodotti veri e propri sono ancora un po' restia per la paura di un loro danneggiamento, mal funzionamento, magari a causa di uno sbagliato trasporto o conservazione o maggiore deperibilità (tutte situazioni superabili laddove, come dicevate, esista il servizio Pick&Pay poi per gli apparecchi elettronici, dati gli elevati costi nelle maggior parte dei casi, sono ancora più diffidente e preferisco recarmi di persona nel punto vendita più vicino a casa: poi magari i risultati sono gli stessi e gli strumenti non funzionano comunque per problemi tecnici :), però so di poter trovare la disponibilità del venditore che mi ha consigliato il prodotto. Questo non sempre è possibile se si acquista on line. Però ripeto, sarà questione di esperienza e magari tra qualche anno sarò diventata un'accanita consumatrice di prodotti elettronici su e bay o e price :)! 3) http://smart.thinktag.it/it/resources/i-siti-e-commerce-come-imparare-a-fidars collegato a http://smart.thinktag.it/it/resources/winnegocom In effetti condivido anch'io le vostre perplessità! Più che per questioni di fiducia, che penso voi riferiate ai metodi di pagamento, io non riesco ad acquistare merce online: ho sempre paura che qualcosa nel prodotto non vada e che da lì poi cominci tutta una sfilza di procedure tra reclami, restituzioni e cose varie. Magari intendevate anche questo :). Io preferisco affidarmi agli acquisti online per servizi, voli, pacchetti turistici perché mi fa proprio incavolare dover pagare procedure di prenotazione e acquisto all'agenzia quando sono capacissima anche io. Qualche mese fa, per capodanno avevo richiesto un preventivo per un pacchetto all inclusive in Tunisia: in agenzia mi costava esattamente 250€ in più e vi assicuro che i servizi offerti erano uguali. L'ho fatto proprio perché ero curiosa di vedere la differenza di prezzo: da quel momento odio ancora con più forza le ADV e tifo per il fai da te :). Ho molta fiducia nei mezzi di sicurezza disponibili online l momento: è ovvio che poi la truffa o la frode sono sempre dietro l'angolo, però affidandosi a reti fidate di tour operator online o a piattaforme conosciute dai più, questi limiti derivanti dall'incertezza possono essere superati. Trust me! ;) 4) http://smart.thinktag.it/it/resources/i-siti-e-commerce-come-imparare-a-fidars collegato a http://smart.thinktag.it/it/resources/la-ue-vuole-un-mercato-unico-delle-comme Finalmente qualcuno che sfoltisca un po' tutta la burocrazia e il caos della normativa comunitaria! Almeno per quei settori in crescita e di tale importanza quale è l'e-commerce. Inoltre è necessaria come scrivi tu Alessia, una regolamentazione giusta e attenta perché uno stato non può permettersi di investire in qualcosa che poi non varcherà mai i confini nazionali: sarebbe controproducente! Le persone e i professionisti devono sentirsi sicuri nell' effettuare transazioni online e nella pianificazione di tutta una serie di procedure via web, veloce ed efficiente! Speriamo sia la volta buona e che grazie ad un buon controllo e alle autorità garanti necessarie si possa arrivare ad una vera e propria nascita del commercio elettronico che non sia solo accennata , ma decisa e promettente! 5) http://smart.thinktag.it/it/resources/la-ue-vuole-un-mercato-unico-delle-comme collegato a http://smart.thinktag.it/it/resources/pagamenti-on-line Non ho mai usato Opodo: o forse una volta quando Skyscanner mi ha mandato sulla piattaforma per l'acquisto di un biglietto low cost. Però vorrei riportarvi una notizia abbastanza recente, di un paio di mesi fa, sulla multa che eDreams, Expedia e Opodo hanno preso per aver usato slogan offensivi verso le adv tradizionali e per aver fornito informazioni ingannevoli nelle loro campagne pubblicitarie. Alla faccia dell'obbligo di informazione che (anche) loro hanno nei confronti dei clienti! :) http://www.bookingblog.com/antitrust-ota-expedia-edreams-opodo/ Ho creato anche una connessione con una risorsa in cui si parla della previsione di emanare una regolamentazione del commercio elettronico molto più snella, ma non per questo meno incisiva: per chi ancora non si fidasse dei sistemi di pagamento on line, questo potrebbe un po' sollevare gli animi. 6) http://smart.thinktag.it/it/resources/le-commerce-che-trasmette-fiducia collegato a http://smart.thinktag.it/it/resources/prenotazioni-on-line-troppo-difficili-cr Per i più timorosi consiglio di dare un'occhiata a questa risorsa: L'e-commerce che trasmette fiducia. In pochi passi ho scritto quelli che sono i punti essenziali, anche stilistici e grafici e contenutistici, che un sito web specializzato nella compra-vendita online dovrebbe avere per ottenere la fiducia dei clienti avendo così successo :). D'accordo anche io comunque con l'articolo e con Sara: le ADV saranno ancora per molto un punto di appoggio per moltissime persone, specie anziane o gruppi di ragazzi che vogliono godersi la vacanza senza troppi pensieri e preoccupazioni anche in merito alla sola organizzazione del viaggio..dici poco! Quando hai chi fa tutto per te sei anche disposto a pagare un sovrapprezzo ragionevole: è però vero che l'e-commerce non riguarda solo quello, ma tutti già lo sappiamo! :). La mia idea resta comunque pro sviluppo tecnologico e sviluppo della vendita online dei servizi turistici, anche se considero entrambe le cose complementari all'attività di tour operator e ADV. talvolta anzi le completano ed arricchiscono grazie alle molteplici funzionalità di internet! 7) http://smart.thinktag.it/it/resources/e-commerce-2011-anno-boom collegato a http://smart.thinktag.it/it/resources/la-diffusione-delle-agenzie-turistiche-o Ciao Silvia! E' proprio vero! Le vendita online sta avendo un grande successo e nel caso volessi approfondire l'argomento,ho creato una connessione con un piccolo articolo che ho trovato la scorsa settimana sul Metro. Puoi vedere le percentuali del successo che l'e-commerce sta avendo nei diversi settori ;). Tra l'altro, ai fattori che già tu hai elencato che giustificano il successo della rete persino nel mercato turistico, io aggiungerei anche la questione dell'interattività che il web e i nuovi dispositivi offrono: finalmente il cliente non è più soltanto consumatore di un servizio o pacchetto ma può diventare egli stesso il creatore e l'organizzatore della propria esperienza, senza il bisogno di rivolgersi ad operatori specializzati..Ovviamente loro non sono mai di troppo, anzi! Però è bello pensare che per andare in vacanza possiamo sentirci meno dipendenti dalle ADV tradizionali e più autonomi e avventurieri nelle nostre scelte..io viaggio molto più volentieri e provo una soddisfazione sicuramente maggiore! :) 8) http://smart.thinktag.it/it/resources/stampa-vs-advertising-on-line collegato a http://smart.thinktag.it/it/resources/pubblicita-online-il-caso-delitalia Ciao a tutte!!Molto interessante il tema della pubblicità online e il collegamento critico alla cartellonistica tradizionale. E' l'argomento che ho trattato nella tesina del Massarenti e credo che sarà anche oggetto della mia tesi di laurea :), perché ridendo e scherzando ci stiamo avvicinando sempre di più O.O. Comunque tornando alla risorsa, trovo che effettivamente l'Italia sia molto indietro nell'utilizzo di tutte le potenzialità che il web offre a tutto il mondo. E il settore pubblicitario è solo uno dei tanti a non approfittarne. Se solo pensiamo alla cartellonistica tradizionale sparsa per tutta Milano e ai costi necessari alla loro manutenzione, ricambio dei manifesti, materiali per garantirne una durevolezza sufficiente, ci rendiamo conto che il sistema deve essere superato e rivoluzionato a partire dalla base: i cartelloni devono essere tolti e al loro posto devono essere installati dei pannelli appositi elettronici, schermi LCD ad esempio facilmente aggiornabili da computer remoti su cui sono caricati tutti i contenuti necessari: in questo modo le pubblicità possono essere interattive, vivaci, intercambiabili con un semplice comando proveniente dalla fonte. Ma non solo! Anche il sistema di investimenti economici che ruota attorno al mondo pubblicitario potrebbe mutare radicalmente: ciò che i promotori e le aziende andrebbero ad acquistare non sarebbero più spazi materiali sui cartelloni delle metropoli o delle metropolitane o dei treni e così via, ma consisterebbero in brevi lassi di tempo in cui la pubblicità viene trasmessa sui pannelli. Già abbiamo un esempio pratico di applicazione del cosiddetto Digital Signage nella stazione di Garibaldi, da cui partono tutti i treni: io ci passo tutte le mattine per venire in Uni e direi che il sistema è sicuramente più efficace e attrattivo dei mega cartelloni sparsi per le vie o delle riviste che ci ritroviamo scomodamente nella casella di posta ogni giorno. ;) B.9 LINK AGLI SCAFFALI PERSONALI CREATI E NUMERO DI RISORSE IN ESSI CONTENUTE 1) http://smart.thinktag.it/it/shelves/e-commerce--7 11 risorse contenute. 2) http://smart.thinktag.it/it/shelves/documenti-vari 5 risorse contenute. 3) http://smart.thinktag.it/it/shelves/fiducia-nellecommerce 3 risorse contenute. 2) RIFLESSIONI PERSONALI DELLO STUDENTE L’E-COMMERCE SU CUI SCOMMETTERE Tag sviluppata: E-COMMERCE INTRODUZIONE Negli ultimi decenni si è assistito ad un fenomeno di grande importanza, che ha cambiato, sta cambiando tutt’ora e continuerà a farlo, la società mondiale: la rivoluzione digitale. Questo grande processo di trasformazione ha avuto inizio non molto tempo fa, nella seconda metà del secolo scorso: con il termine rivoluzione si fa riferimento al modo in cui le tecnologie sono entrate a far parte della nostra vita, provocando una serie di mutamenti da un punto di vista principalmente sociale, ma anche politico ed economico. L’innovazione vera e propria risiede nel meccanismo della cosiddetta digitalizzazione, ovvero il passaggio di un determinato elemento dal formato tradizionale analogico a quello digitale. In questo modo le comunicazioni sono mutate radicalmente e in particolar modo sono mutate le possibilità di accesso alle informazioni: oggi sono disponibili così tanti strumenti interattivi e multimediali che la stampa, i libri, la tv ci sembrano apparentemente lontani da noi. Ma la novità del digitale è strettamente collegata al ruolo che hanno giocato le stesse telecomunicazioni: queste hanno dato la possibilità alle persone di comunicare da punti geograficamente lontani e non solo: la continua evoluzione delle ICT (Information and Communication Technologies) oggi vede la convergenza delle reti e la libera fruizione di contenuti. LA CONVERGENZA DIGITALE Di fronte ad un simile scenario, è inevitabile dover parlare anche della convergenza di tutte quelle tecnologie che fino a un decennio fa caratterizzavano e caratterizzano ancora oggi in minima parte, le nostre vite. Con questo termine si fa riferimento all’unione di tanti strumenti della comunicazione che è stata resa possibile con la nascita delle tecnologie digitali. Se pensiamo ad un computer, ci vengono in mente una serie di azioni che possiamo svolgere col suo utilizzo: possiamo ascoltare musica, guardare un film, leggere addirittura un libro, fare ricerche, scrivere una relazione come questa, vedere la televisione su apposite piattaforme, leggere il giornale, ma soprattutto possiamo interagire con altre persone! In tutte queste pratiche ci accorgiamo che con un unico strumento noi siamo in grado di sostituire un lettore mp3/stereo, un DVD player, un libro o giornale cartaceo, una tv, un telefono/cellulare. È questa la vera rivoluzione: la convergenza di decine di apparecchi elettronici in un unico strumento di facile fruizione, economicamente accessibile, funzionale e pratico. Come già anticipato, le tecnologie non fanno di certo aspettare: al computer vero e proprio si è andato ad affiancare il PC, l’iPhone, l’iPad e via dicendo. Ogni anno e mezzo la legge di Moore non si smentisce mai: “Le prestazioni dei processori, e il numero di transistor ad esso relativo, raddoppiano ogni 18 mesi.” Per questo motivo i devices di accesso all’informazione risultano col passare del tempo, essere sempre più piccoli, ma con tutte le funzionalità del caso. L’E COMMERCE Fino ad ora abbiamo parlato di rivoluzione, convergenza, ICT e telecomunicazioni, ponendo al centro dell’attenzione la fruizione di contenuti interattivi e multimediali che le nuove tecnologie rendono possibile. Ciò che però non abbiamo detto è che le telecomunicazioni non sono soltanto utili per la trasmissione di informazioni nel World Wide Web, ma hanno favorito la nascita e il proliferare di nuove attività svolte in questo grande mondo virtuale: attività di promozione, commercializzazione e vendita finale online. Parliamo quindi di commercio elettronico, meglio conosciuto con la terminologia inglese e-commerce riferito proprio all’insieme di quelle transazioni utili allo scambio di beni e servizi tra un consumatore e un produttore. L’elemento rivoluzionario qui risiede nel fatto che l’intera fase di marketing, selezione delle idee, progettazione, promozione, vendita e pagamento finale avvengono interamente online, fatta eccezione per la consegna, nel caso si tratti di prodotti reali e non di servizi o beni virtuali. L’EVOLUZIONE È però utile capire come questo fenomeno abbia avuto la possibilità di svilupparsi in maniera molto veloce e di come stia riuscendo lentamente a proporsi come canale distributivo fortemente concorrenziale rispetto ai canali tradizionali. È certamente indubbio che le tecnologie digitali hanno giocato un ruolo fondamentale: il loro grado di interattività, multimedialità, ipertestualità già dagli anni 80’ ha iniziato a fare gola a quei grandi businessman che riconobbero subito le potenzialità di questo nuovo mondo virtuale: è stato poi negli anni 90’ con la creazione del primo web browser World Wide Web, che sorsero le prime idee di commercio elettronico allora ancora impraticabile, per la mancanza di connessioni continue alla Rete e per la mancanza di leggi di tutela e protocolli adeguati. Bisogna pertanto aspettare gli anni 2000 per vedere le prime “business companies” americane interessarsi a questa nuova e ricca prospettiva: quella di poter vendere i propri servigi, creando un’economia del tutto nuova e rivoluzionaria basata sul “virtual marketing” dei prodotti e servizi offerti online. L’APPLICAZIONE E I SUOI VANTAGGI Restano da capire ancora molte cose: ad esempio quali siano i presupposti su cui il commercio elettronico si fonda. Come già detto, uno di questi è rappresentato dalle potenzialità che le tecnologie digitali offrono, ma non solo: difatti il livello informativo che un utente può raggiungere in Rete è oggi a dir poco imparagonabile a quello raggiungibile nel mercato reale. Muta la percezione dei prodotti, che ora è più completa e ricca che mai; i costi di transazione e di informazione sono bassi, la velocità delle transazioni o del reperimento dati è assolutamente elevata: inoltre a queste condizioni, c’è la possibilità di avviare un processo di fidelizzazione della clientela mai visto prima, attraverso sistemi di e mail marketing (permission-based), rispettando privacy e volontà degli utenti. La Rete offre anche l’occasione di innalzare il grado di personalizzazione dell’offerta e quindi di soddisfare anche quelle nicchie di mercato che talvolta sono molto più produttive dei macro-segmenti di domanda, concetto questo, che sta alla base della teoria della lunga coda di Chris Anderson e largamente applicato da Amazon.com, compagnia americana di commercio elettronico per l’appunto. Ciò che però garantisce il successo dell’ e-commerce, è la possibilità che i siti offrono agli utenti di interagire tra loro, attraverso particolari strumenti quali possono essere: una piccola sezione Forum, un sistema di instant messaging, social network personalizzati. C’è da precisare però che questi mezzi, non sono solo utili ai consumatori per scambiarsi opinioni e leggere feedback dei propri colleghi, ma sono un’occasione per le stesse compagnie di commercio elettronico per conoscere esigenze particolari della domanda di mercato e soddisfarle attraverso un’offerta personalizzata e mirata. Tutto ciò è utile all’espansione dell’impresa virtuale, ma può essere interessante anche per quelle aziende operanti nel mercato tradizionale che desiderano promuoversi, allargarsi, affiancando ai canali fisici quelli online: in questo modo è possibile organizzare un’offerta combinata, raggiungendo fasce di consumatori diversi, oppure farsi conoscere attraverso vie parallele mantenendo però le attività di commercio strettamente legate al mondo reale. L’E-COMMERCE CHE TRASMETTE FIDUCIA Naturalmente per un sistema di e-commerce efficiente, ma soprattutto efficace, occorre un’attenta elaborazione della piattaforma che andrà a promuovere i nostri prodotti e servizi al pubblico. Prima di tutto occorre un sito graficamente impattante al livello giusto: non troppo “pacchiano” come diremmo noi giovani gergalmente parlando, ovvero non troppo esoso e ricco di motions o contenuti Flash, perché causerebbero un calo della serietà delle nostre intenzioni. Sarebbe quindi meglio puntare su qualcosa di semplice come presentazione, con una navigabilità il più funzionale e comprensibile possibile, perché sono davvero molto varie le fasce di utenti con cui possiamo interfacciarci. In secondo luogo, ma non per importanza, dovremmo pensare a come presentare i contenuti del nostro sito: è sempre bene arrivare al punto nelle prime due righe di presentazione, o ancora meglio, per un sito di e-commerce sarebbe l’ideale presentare già in vetrina i nostri prodotti in modo tale che l’attenzione degli utenti possa essere attirata fin da subito. Questo è un momento fondamentale e decisivo che segna la continuazione della navigazione dell’utente o la sua interruzione. Se non gli interessa quello che abbiamo da offrire o lo stiamo proponendo male e quindi egli ha difficoltà a capire la funzione del sito, andrà verso la concorrenza che è ad un solo click da lui. Per continuare, nella presentazione dei prodotti, prezzi, clausole, eccezioni, descrizioni devono essere ben evidenti e comprensibili: evitiamo giri di parole o mistificazioni inutili che possono solo intaccare la fiducia che l’utente ripone in noi. È bene inoltre evitare la richiesta di registrazioni ancor prima di avere la possibilità di navigare il sito: il potenziale consumatore non ci prenderà neanche in considerazione perché sentirà violata la propria privacy. Per quanto riguarda le fasi più avanzate, in particolare quella della transazione finale al momento dell’acquisto vero e proprio, dobbiamo cercare di essere il più trasparenti e chiari possibile: dobbiamo essere in grado di fornire un sistema di sicurezza efficiente per i pagamenti online e se possibile fornire ulteriori mezzi per concludere il rapporto: ad esempio il servizio “Pick&Pay” mi permette di selezionare i prodotti che desidero per poi acquistarli direttamente nel punto vendita più vicino a me. Questo è un sistema che ci permette di soddisfare quei clienti ancora non molto fiduciosi e disposti a rischiare, se di rischio si può parlare. Un ulteriore modo per accrescere la nostra serietà e disponibilità nei confronti degli utenti della rete, nonché potenziali nostri clienti, è fornire una serie di dati che ci riguardano: nome dell’azienda, sede principale, eventuali filiali, contatti telefonici, servizi di Call-center, numeri verdi di assistenza e consulenza per il clienti e così via. Questi sono solo alcuni degli accorgimenti necessari affinché un sito di e-commerce venga preso in considerazione e successivamente consultato. I PROBLEMI DELL’E-COMMERCE Tanti sono i vantaggi del commercio elettronico, ma tante sono anche le problematiche che limitano le sue potenzialità effettive. Prima tra tutte emerge la questione della fiducia: difatti quando si tratta di prodotti veri e propri che vogliamo acquistare online, come possiamo fidarci? Non possiamo toccarlo il prodotto, non possiamo verificare le dimensioni di un vestito o se la taglia è giusta o se il colore presentato corrisponde a realtà. Non abbiamo un commesso virtuale che ci guida nella scelta, che ci illustra le proprietà dell’accessorio o che ci consiglia sulla qualità dei materiali. È proprio questa mancanza di informazioni, che dobbiamo reperire noi stessi, ad abbassare drasticamente i prezzi: quello che affrontano i consumatori online può essere considerato un rischio, che però non tutti sono disposti a correre. Come è anche un rischio il pagamento online: la possibilità di frode, truffa è sempre dietro l’angolo e questo spinge gli utenti a concludere spesso le transazioni di persona. Sempre dalla parte dei consumatori, grava un ulteriore limite: la disponibilità di un enorme quantitativo di informazioni, spesso può indurre gli utenti in confusione, creare dubbi e incertezze fino a portarli ad abbandonare il sito scelto: questo fenomeno prende il nome di overload informativo, letteralmente sovraccarico di informazioni. È un po’ come la situazione che vive il “Blasè” di Simmel: l’uomo metropolitano, sottoposto a un numero eccessivo di stimoli, è indotto all’apatia più totale, proprio per evitare quel carico di stress che non è disposto a sopportare. Ma questa è solo la punta dell’iceberg: da parte degli operatori, è difficile cercare di prevedere l’andamento della domanda, perché difficile è definire il comportamento di acquisto di così tanti utenti: alcuni occasionali o sporadici, altri fidelizzati. Definire diversi programmi di offerta personalizzati non sempre risulta semplice. Inoltre spesso non viene presa in considerazione una componente fondamentale del mercato, la concorrenza, e non vengono fatte previsioni in merito ai cambiamenti dell’ambiente economico, perché troppo variabile e instabile: le barriere all’entrata nel web sono minime, tutti possono avviare un’attività online, ma il trucco sta nel mantenerla nel lungo periodo. Talvolta nascono anche problemi di coordinazione tra i dipendenti dell’impresa virtuale stessa, oppure con i vari attori del settore. O ancora c’è l’impossibilità o incapacità di adottare un modello di business flessibile e adattabile alle condizioni di mercato che mutano. Per poter avviare un attività di e-commerce che abbia successo, non si devono pertanto valutare solo gli aspetti positivi che questa comporta, ma si devono considerare soprattutto quelli negativi col fine di sviluppare una strategia competitiva efficace e modificabile nel breve periodo, se il mercato lo rendesse necessario.