relazione relativa al lavoro svolto

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relazione relativa al lavoro svolto
RELAZIONE RELATIVA AL LAVORO SVOLTO
Nome e Cognome
Matricola
Anno di immatricolazione
Tag sviluppata
Favini Irene
728356
2009/2010
E-COMMERCE
1) PRESENTAZIONE DEL LAVORO SVOLTO SU SMART.THINKTAG.IT
B.1 COMMENTI ALLE LEZIONI DEL CORSO
Lezione n. 1 del 17/05/2011
@ Laura: Ciao!! Riguardo al shoppygroup.it, (a cui ho acceduto ora ma non ci sono offerte disponibili :( ) da
come l'hai descritto sembra molto simile a siti come groupon.it o groupalia.it. Effettivamente è un nuovo
modo di vendere online e un tipo di marketing del tutto innovativo che sta iniziando a diffondersi a macchia
d'olio proprio perché sembra aver riscosso moltissimo successo: non a caso i due siti che ti ho menzionato
sopra sono praticamente identici e se già li conosci te ne sarai resa conto da sola :). I servizi che vengono
offerti su queste piattaforme, come hai detto tu, sono sempre i soliti: week end corti, giornate alla spa,
sedute dal parrucchiere, sedute di depilazione, di scrub...addirittura ho trovato un giorno un apparecchio
antialiasing (mi sembra che si scriva così) a circa 999€ anziché 3.000 e passa euro. Difatti è proprio su
questo che giocano molto tali siti: gli sconti! Come hai detto tu sono quasi paradossali ed è improbabile
trovarli presso altri fornitori di servizi e il cliente ne è inevitabilmente attratto, me compresa! Spesso poi
queste organizzazioni servono a molte strutture come trampolino di lancio se sono agli inizi: la maggior
parte delle volte ti ritrovi alloggi in hotel mai sentiti, spa di recente costruzione, come quella in cui mi è
capitato di andare poche settimane fa proprio tramite Groupon.
Il punto di domanda che però resta, ricade sulla qualità del servizio offerto: questa rimane incerta fino a
quando non andiamo ad usufruire del servizio in loco...di fronte a tanta bontà a uno sorgono giusto un paio
di dubbi :), ma credo che comunque il gioco valga la candela! Se fossero state tutte bufale fin dall'avvio di
questi portali, non credo che a quest'ora sarebbero ancora in piedi e soprattutto non credo che avrebbero
perso tempo a moltiplicare un sistema sconveniente e tarocco.
Lezione n.2 del 18/05/2011
Ciao a tutti! Per chi oggi non fosse venuto a lezione, vorrei fare un riassunto dei temi trattati di modo da
poter avere un piccolo approfondimento ad alcune delle tag inserite da tutti noi!
Cerco di soffermarmi più che altro sull'argomento dell'e-commerce, che oggi è stato ripreso dal Professor
Paini, per risolvere alcuni dubbi che erano stati esposti qui sulla piattaforma. Come già in moltissimi avete
chiarito, l'e-commerce si riferisce in generale all'acquisto di beni e servizi online attraverso appositi server
su cui poggiano le piattaforme specializzate in questo tipo di vendita. Da qui però siamo partiti con un
ragionamento che ci ha fatto vedere l'e-commerce, non tanto dal punto di vista tecnico della vendita
elettronica, quanto piuttosto dal punto di vista del cliente e della sua esperienza d'acquisto, tema che
spesso e volentieri risulta trascurato dai più. Esso è invece di enorme importanza per uscire vittoriosi dalla
vendita del prodotto/servizio e sperare in una qualche fidelizzazione del cliente, non tanto nei confronti di
un particolare hotel o centro benessere o agenzia viaggi che sia, ma verso quel nuovo mondo di vendita e
marketing che l'e-commerce rappresenta. Per poterlo fare, come in aula è stato detto, bisogna trasmettere
ai consumatori fiducia, sicurezza e soprattutto supporto nella fase di acquisto. Ma come garantire tutto ciò?
Nell'esperienza diretta di acquisto (quando ci rechiamo in negozio o al bar per intenderci), noi abbiamo un
riscontro pressoché immediato con quello che ci viene offerto o che intendiamo acquistare: un giubbotto
possiamo toccarlo in negozio, una pizza possiamo mangiarla e se avrà ingredienti avariati potremo rifiutarci
di pagarla. Nel World Wide Web questo non è possibile: non possiamo conoscere il prodotto o servizio fino
a quando non lo abbiamo tra le mani o ne usufruiamo. Una risposta a questo ostacolo, come è stato
suggerito in aula da alcuni, potrebbe essere la pubblicità, ma ancora più efficaci sono i feedback e le
recensioni su siti specializzati (come trip-advisor) di utenti che già hanno fatto esperienza del prodotto o
servizio che viene offerto online. Quindi andrò a vedere quelli che sono i giudizi positivi, il loro n°
confrontato con quelli negativi e laddove sorgessero spontanei dubbi circa la loro veridicità, non farò altro
che andare più a fondo nella ricerca e verificare se gli utenti che li hanno rilasciati hanno gli stessi nostri
gusti e aspettative o sono dei reali viaggiatori e non i gestori della struttura. Ad esempio possiamo entrare
su trip-advisor e ricercare le opinioni sugli alberghi di Granada e notare che per quelli da 3 4 stelle un
utente non ha per nulla parole carine, mentre tutti gli altri esprimono soddisfazione e ammirazione per le
prestazioni e le attenzioni offerte ai clienti: a quel punto sarebbe piuttosto semplice intuire che l'autore dei
commenti poco lusinghieri sia ben lontano dai nostri standard vacanzieri e che sia abituato a soggiornare
presso hotel di maggiore categoria e qualità.
Purtroppo l'e-commerce è un mondo ricco di insidie che sta ancora cercando strade per assestarsi: la truffa
e l'inganno possono essere sempre dietro l'angolo se il consumatore non è almeno sufficientemente
attento nel fare le proprie scelte e ricerche. Però dobbiamo vederlo anche come un sistema in cui il cliente
ha un alto grado di partecipazione ed interattività che facilitano il ribasso dei costi dei prodotti offerti in
rete, proprio perché il reperimento delle informazioni,così come molte altre prestazioni, è autonomo e non
affidato ad un personale specializzato,
Quindi per sintetizzare il tutto: e-commerce come commercio elettronico, ma anche come esperienza di
acquisto a distanza!
Lezione n.3 del 24/05/2011
Per la prima volta dopo due anni di lezioni, abbiamo parlato dell'Expo 2015 e di come la questione sia
ancora piuttosto incerta e precaria oserei dire; abbiamo accennato al fatto che la città in cui molti di noi
vivono ancora non è pronta;
La parola chiave attorno a cui voglio far ruotare questo commento è pianificazione partecipata. Per capire
di cosa si tratta basta analizzare le due semplici parole: pianificazione, intesa magari come l'atto di
progettazione o almeno ideazione di un piano avente come scopo il raggiungimento di un risultato
specifico; il termine partecipata in seconda battuta implica che la pianificazione debba, in un qualche modo,
essere, più che condivisa, basata sui saperi di un gruppo di individui, ancor meglio se dell'intera comunità
che viene interessata dalla pianificazione stessa.
E come abbiamo detto in aula, non a caso parliamo di saperi anziché di pareri: ciò che occorre nella
realizzazione di grandi progetti, grandi cambiamenti,grandi "rivoluzioni culturali", è l'informazione:
informare, altra parola chiave della lezione. Ma una comunità è fatta di tanti individui, tante personalità. E il
nostro paese è composto da tante comunità, centinaia, forse migliaia. Dunque come superare il problema
della moltitudine, della varietà e della multiculturalità, (perché anche di questo si tratta)?
I mediatori sono quegli ambasciatori portatori di novelle, aventi il compito di illustrare in maniera veritiera
ciò che deve essere realizzato, con quali strumenti, a quale scopo, con quali vantaggi e quali rischi: perché
come è giusto che sia, per evitare inganni e mistificazioni bisogna presentare la buona e la cattiva faccia di
ogni medaglia. Altrimenti non avrebbe senso neanche cominciare una tale impresa.
Ed ecco che arrivo al punto centrale, che più ha colto la mia attenzione: tutto ciò in Italia esiste? Si può
parlare di pianificazione partecipata?Si può parlare di informazione soprattutto?Si può parlare di
intermediatori nel nostro paese? Beh la triste risposta come tutti possono aver appreso, specie nel corso
degli ultimi mesi, è no. E' però questo, un no carico di punti di domanda, di perché. La bella Italia, quella
che tutti conoscono come un pozzo senza fondo di bellezze naturali, non può permettersi un no come
risposta. Non ci possiamo permettere una cattiva e sbagliata informazione, perché è quella che oggi entra
nelle nostre case: informazione spazzatura io la definisco. E se manca l'informazione ovviamente si può ben
capire come la figura del mediatore non possa nemmeno essere concepita. E senza il mediatore come
facciamo a partecipare attivamente allo sviluppo del nostro territorio, delle nostre bellezze naturali?E come
facciamo soprattutto a ribellarci a ciò che è sbagliato e ingiusto?
Come la professoressa in aula ha annunciato, mentre il mondo va avanti, noi torniamo sempre indietro.
Abbiamo definito il nostro sistema governativo, sistema feudale in maniera molto provocatoria, ma
assolutamente realistica: nel 1000 non esistevano ampie scale gerarchiche: il tutto poteva essere riassunto
in pochi step: Re e popolo. Se ci guardiamo intorno la situazione è più critica di quello che sembra o non
sembra. Ora non voglio entrare in merito di chi sia la colpa e quant'altro, non voglio scatenare un dibattito
politico :). Vorrei però che fosse chiaro, che ci sono grossi problemi e il primo tra tutti riguarda la nostra
città.
Provo a lanciare un sasso: andando anche contro il mio interesse, quanti di voi credono che Milano sia
pronta o sarà mai pronta ad accogliere un evento di portata mondiale come l'Expo è?
Lezione n.4 del 31/05/2011
Concludo in bellezza ore e ore di studio riportando reminiscenze di quello che è stato trattato oggi in aula
:). In realtà questa è stata una lezione densa di contenuti, forse la più ricca oserei dire: siamo saltati da un
tema all'altro velocemente ricostruendo un po' quello che è il mondo interattivo ed interconnesso in cui
oggi noi viviamo.
Come già si può notare dalle tag inserite da tutti voi, gli elementi di analisi sono davvero tantissimi..si è
parlato del concetto di car sharing, di gamefication, di e-learning, e-commerce, d-shopping come
esperienze sociali dove la community da qualche anno ha cominciato ad acquistare sempre più importanza
e centralità in questi "mondi virtuali".
Ma l'elemento che più mi ha interessato è il passaggio a cui abbiamo assistito e a cui stiamo assistendo
ancora oggi, dall'utente consumatore di informazioni, all'utente produttore di contenuti! E' stato coniato
appositamente il termine PROSUMER! Accidenti, questa ancora non l'avevo sentita :D.
E' fondamentale esaminare questo concetto e cercare di capire quanto sia importante anche per spiegare
come il mondo delle comunicazioni, del commercio e dell'apprendimento stiano cambiando con estrema
velocità. Con gli sviluppi tecnologici più recenti, ma che possiamo fare risalire fino alla creazione del web
2.0 negli anni 90', noi utenti del World Wide Web abbiamo la possibilità di entrare in contatto con persone
geograficamente lontanissime da noi, ma soprattutto abbiamo modo di interagire con quel mondo
parallelo che internet rappresenta, grazie agli strumenti che abbiamo a disposizione e che vengono sempre
nuovamente creati! Inoltre gli apparecchi che sfruttiamo sono caratteristici proprio per la multimedialità:
possiamo fare con uno strumento ciò che prima si poteva fare con 5 o 6 apparati tecnologici o addirittura
ciò che prima non si poteva affatto fare! E da qui mi ricollego al concetto di Prosumer, l'utente che è
consumatore e produttore di informazioni e contenuti allo stesso tempo! In effetti con tutte le applicazioni
del caso a cui oggi ricorriamo, sarebbe davvero impensabile il contrario: prima consultavamo siti
professionali, di specialisti e professoroni: a oggi noi diveniamo autori di blog, minisiti, profili nei social
network più conosciuti...
Insomma da spettatori, siamo divenuti noi stessi i protagonisti del palcoscenico!
Lezione n.5 del 01/06/2011
In merito alla lezione di oggi, vorrei soffermarmi sul concetto di overload informativo dato il vasto e vario
mondo che internet ora apre ai nostri occhi, rendendo accessibili tutta una serie di contenuti che prima
potevamo reperire solo attraverso fonti diverse per tipologie e per funzionalità.
Purtroppo come spesso accade un sovraccarico di informazioni può comportare confusione nell'utente, può
creare disagi, incomprensioni e così via. Facciamo l'esempio già citato in aula delle precedenti lezioni:
Facebook si articola principalmente attorno ad una bacheca più o meno vasta, a seconda delle amicizie che
abbiamo in attivo, sulla quale scorrono ogni giorno migliaia di informazioni che ricreano in qualche modo la
vita frenetica di un centinaio di persone almeno: il problema che da qui sorge qual è? I contenuti, i post, i
link pubblicati scorrono troppo velocemente, hanno "vita" breve e per questo vengono condivisi solo con le
persone che in quell'esatto momento della pubblicazione stanno controllando la propria bacheca: per tutte
le altre quelle informazioni sono ormai perse, salvo nel caso di persone molto pazienti e curiose che
avranno poi cura di verificare tutto l'excursus giornaliero andando a ritroso nella dashboard :).
Questa è quindi la tipica situazione di overload informativo, che ahimè Fb non è ancora riuscito a gestire in
maniera efficientissima. Ed il problema reale nonché fonte di contraddizione che si viene a creare, è che
una piattaforma di quel genere, di condivisione, di social entertainment, di "gioco" che dovrebbe includere
gli utenti, in questo modo non fa altro che escluderli!
Potrei citare un esempio un po' diverso, ma credo comunque calzante, che oggi è molto ricorso per
approfondire il tema del mash up, la creazione di itinerari condivisibili su più piattaforme etc., ed è Google:
il motore di ricerca, primo al mondo aggiungerei, presenta una serie di contenuti diversi tra loro ma che
sono stati organizzati in una maniera che dire efficiente ai miei occhi è riduttivo. Io vedo un po' Google
come l'organizzatore dei contenuti di tutto il mondo, una fonte da cui è possibile conoscere e avere ogni
tipo di informazione possibile: ritroviamo un' area dedicata completamente alla ricerca di siti internet,
ordinati per la popolarità, serietà e completezza di informazioni che Google stesso assegna; poi però
abbiamo anche una sezione dedicata alle immagini, una per i video, una per la creazione degli itinerari, una
per verificare tutte le novità dell'ultima ora e via scorrendo, una per gestire il proprio indirizzo g mail e ora
c'è anche la voce per la ricerca di prodotti online. Ma non è tutto: in ogni sezione è possibile restringere in
maniera impressionante il campo di interesse e ora non sto qui ad elencarli tutti ma sono veramente
moltissimi!
Tutto questo potrebbe essere in un qualche modo un esempio da seguire per superare l'overload
informativo e l'ostacolo all'inclusione sociale che quest'ultimo spesso comporta.
Lezione n.6 del 07/06/2011
Buona sera a tutti! Come alcuni miei colleghi oggi mi sono persa l'ultima lezione!! Quindi ho dato una
lettura a tutti i commenti che finora sono stati pubblicati e come Gabriele ha già notato, il principale tema
che oggi è emerso a quanto pare è quello della partecipazione sociale.
Già nelle precedenti lezioni ci eravamo soffermati sul tema affrontando temi diversi e molto ricchi di
informazioni: il car pooling, il car sharing che sono strumenti di condivisione di un'esperienza comune a più
individui. Ma quello che dei commenti mi ha più colpito è il social network EPart. Giuro non l'avevo mai
sentito ed è un'idea grandiosa e mi sto ancora chiedendo per quale motivo Milano non abbia
un'applicazione simile: cavolo dobbiamo ospitare l'Expo e il punto di partenza devono essere i cittadini che
con le loro esperienze e la loro partecipazione possono dare importanti contributi all'evento. EPart
rappresenta proprio questo! L'occasione di vivere la città in maniera più attiva che passiva :). Ma ci pensate
a quanto sarebbe bello se tutti noi in una metropoli così grande ci impegnassimo attraverso questa
piattaforma a dare un po' del nostro contributo per migliorarla e per renderla il più agibile possibile?
Si sa che nei grandi agglomerati urbani i problemi legati specialmente alla viabilità sono all'ordine del giorno
e le imprese stradali non sono sempre in giro ad ispezionare ogni angolo di città: il cittadino con una
semplice applicazione, come ha detto Gabriele, può monitorare quello che accade intorno a lui e tentare
con una semplice comunicazione di incentivare il controllo e la risoluzione! Il tutto evitando lunghe code
agli sportelli di denuncia, evitando lunghe e compilate pratiche da compilare.
Il sistema che abbiamo noi oggi tende quasi a disincentivare il cittadino dalle comunicazioni di questo tipo,
perché sono troppo lunghe e poche volte vengono tenute in considerazione e ciò è assurdo!
Quindi sosteniamo la partecipazione sociale e cittadina in questo caso :).
http://www.epart.it/
Nel sito c'è anche un apposito riquadro che richiama le città più segnalate dagli abitanti!! Fantastico :).
Udine è quella messa peggio..o forse quella messa meglio perché c'è un'alta partecipazione se le
segnalazioni sono così numerose. Poi sta a anche alla pignoleria di ciascuno :D
B.2 TAG INSERITE NELLE LEZIONI DEL CORSO
Lezione 1: e-commerce, e-learning, e bay, gas, pick and pay,flickr, potere d’acquisto,
Lezione 2: e-commerce, esperienza d’acquisto, recensioni, tripadvisor, offerta turistica, visit trentino,
esperienza d’acquisto a distanza, blended learning.
Lezione 3: internazionalizzazione, localizzazione, lunga coda, tempo libero, informazione, patrimonio
culturale,flessione dei visitatori italiani,carenza dei servizi,valorizzazione del patrimonio,sviluppo
sostenibile, cultura, società multiculturale, civic pride, cittadinanza attiva,pianificazione partecipata, saperi
vs pareri = saperi, rete, convenzione di Faro, Amazon.
Lezione 4: e-commerce+web 2.0,d-shopping+web 2.0,e-learning+web
2.0,consumer,producer,prosumer,social commerce,social shopping,livemocha,social learning,social
enterprise,groupon,road sharing,gamefication,reputazione in rete,mash up
Lezione 5: cloud computing,gamefication,mash up,google map,foursquare,overload informativo,marketing
non convenzionale,flash mob,guerrilla marketing,qr code,tag cloud
Lezione 6: applicazioni,responsabilità civile,partecipazione sociale, partecipazione cittadina,
ePart,condivisione, geolocalizzazione,foursquare, meccanismi partecipativi, senso civico, social connection
B.3 DENOMINAZIONE DELLA TAG SCELTA
E-COMMERCE
B.4 DESCRIZIONE DELLA TAG SCELTA
Che cos'è, come funziona, a chi è rivolto, ma soprattutto come fare a fidarsi e come superare i numerosi
ostacoli che spesso separano il cliente dal venditore on line: questi sono i temi che ho voluto approfondire
in merito al commercio elettronico. Penso che sia un argomento degno di nota perché stiamo vivendo
un’epoca di profondi cambiamenti: la nostra economica sta cambiando, le comunicazioni stanno mutando,
il rapporto cittadino-stato sta cambiando, la lontananza, i confini spaziali che eravamo soliti conoscere
iniziano a diventare sempre più sottili e trasparenti. Stiamo entrando in un’era di continua evoluzione e
cambiamenti, dove la società è il perno attorno a cui tutto ruota: chi non sarà capace di adeguarsi sarà fuori
dai giochi.
B.5 LINK ALLE RISORSE DEDICATE AL TEMA DELLA TAG SCELTA
1)
2)
3)
4)
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http://smart.thinktag.it/it/resources/e-commerce-2011-anno-boom
http://smart.thinktag.it/it/resources/i-siti-e-commerce-come-imparare-a-fidars
http://smart.thinktag.it/en/resources/la-teoria-della-lunga-coda
http://smart.thinktag.it/it/resources/le-commerce-che-trasmette-fiducia
http://smart.thinktag.it/it/resources/overload-informativo
B.6 LINK ALLE 10 RISORSE DI ALTRI UTENTI CHE HO COMMENTATO
1)
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3)
4)
5)
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http://smart.thinktag.it/it/resources/limportanza-della-credibilita-di-siti-tu
http://smart.thinktag.it/it/resources/creare-il-proprio-viaggio-sul-web
http://smart.thinktag.it/it/resources/i-motori-di-ricerca-restano-sempre-la-mi
http://smart.thinktag.it/it/resources/web-marketing-turistico-impatto-sulla-co
http://smart.thinktag.it/it/resources/la-guida-turistica-multimedialedal-carta
http://smart.thinktag.it/it/resources/pagamenti-on-line
7)
8)
9)
10)
http://smart.thinktag.it/it/resources/cofanetti-regalo-smartbox-ottime-idee-da
http://smart.thinktag.it/en/resources/i-feedback-obiettivi-risultati-interazio
http://smart.thinktag.it/it/resources/agenzie-di-viaggio-e-mappe-le-nuove-gene
http://smart.thinktag.it/it/resources/gli-alberghi-diffusi-il-centro-storico-d
B.7 COMMENTI AI LIBRI PER L ’ESAME DI BOARON E GOETZ
1) “Introduzione a internet e alle applicazioni sul web” Boaron.
Il libro di testo proposto dal professore per sostenere la prima parte dell’esame di Turismatica, ho notato
essere molto ricco di contenuti, così ricco che quasi a prima vista non si crede date le dimensioni ridotte del
volume! Eppure in un centinaio di pagine ho potuto apprendere temi nuovi e in alcuni casi approfondirne di
già noti.
Ho trovato il testo interessante e non particolarmente difficile, grazie a studi precedentemente affrontati
nel corso di “Cinema e Arte”, dove diversi erano i temi comuni a questo corso. Così ho colto l’occasione per
riprendere alcuni argomenti molto interessanti come: la logica della sintesi additiva dei colori visualizzati su
schermi di tv e pc, oppure il linguaggio html e l’importanza dei CSS e dei fogli di stile nella realizzazione di
una pagina web, o ancora la logica di trasferimento dati via web che rende le comunicazioni e gli invii di
documenti di ogni tipo, veloce e a basso costo!
Sono tutti temi molto importanti che cercano di farci capire, da un punto di vista anche fin troppo tecnico a
volte, le funzionalità della Rete e ciò che la rende impareggiabile sotto molti punti di vista: nel
trasferimento dati, nella comunicazione, nella promozione, nella commercializzazione etc.
Mi ha particolarmente interessato poi tutto il discorso relativo agli accorgimenti che, chiunque voglia
editare un sito internet, deve avere: l’accostamento dei colori giusti, i contenuti non troppo ridondanti, la
facile navigabilità, la connessione tra le pagine interne, connessioni con siti esterni attraverso appositi link,
l’importanza delle Keywords per favorire l’indicizzazione della nostra piattaforma da parte dei motori di
ricerca. Tutte accortezze che se non tenute in considerazione possono fare del nostro sito web solo una
perdita di tempo e denaro.
Infine uno dei temi che forse ho più apprezzato è quello relativo ai diversi strumenti offerti dalla rete per
accrescere il livello di interattività durante la navigazione: forum, blog, chat, instant messaging system, e
mail… tutti spiegati ancora in maniera piuttosto tecnica.
2)“VANTAGGIO COMPETITIVO IN RETE – dal web 2.0 al cloud computing” Goetz.
Per ricollegarmi al commento del libro del professore Boaron, ancora una volta in questo volume, ho
trovato interessante l’approfondimento in merito agli strumenti interattivi sfruttati in rete sopracitati. In
questo caso più che entrare in una descrizione tecnica, questi argomenti sono stati affrontati in funzione
dell’utilità che hanno per gli operatori in rete, ma anche per gli stessi utenti del World Wide Web.
In particolare è stato spiegato come blog, forum, community, social network siano la fonte principale dei
dati comportamenti degli utenti, reperiti da parte degli operatori virtuali. Ma non solo: questi strumenti
sono utili anche ai visitatori stessi, perché rappresentano un’occasione per comunicare, confrontarsi,
scambiarsi idee e opinioni in merito a qualunque argomento: meglio ancora se riguardanti particolari
prodotti o servizi, in modo tale che i professionisti del caso possano reperire le informazioni necessarie e
adeguare in questo modo l’offerta rivolta alla domanda di mercato.
È stato spiegato inoltre, come spesso l’integrazione nei siti di e-commerce con pagine dedicate
all’interazione tra utenti, favorisca una fidelizzazione degli stessi, piuttosto che la nascita di una vera e
propria virtual community, analizzabile ancora una volta in base ai comportamenti di acquisto.
Da questi temi ho potuto ben comprendere come la sfera relazionale sul web conti più di quanto si possa
immaginare: ma ancora più interessante è il fatto che essa sia centrale non solo da un punto di vista sociale,
ma anche economico, politico e commerciale.
B.8 COPPIE DI LINK A CUI È STATA ASSEGNATA UNA CONNESSIONE
1) http://smart.thinktag.it/it/resources/i-siti-e-commerce-come-imparare-a-fidars collegato a
http://smart.thinktag.it/it/resources/limportanza-della-credibilita-di-siti-tu
Ciao! Anche io mi sono permessa di creare un collegamento tra la tua risorsa e una che ho
pubblicato questo pomeriggio attinente in parte al tema che hai trattato qui :). Io ho fatto più un
discorso generale sul "come cercare di fidarsi dei siti e-commerce" e non sono entrata nel merito di
tripadvisor dato che l'ho usato poche volte. :)
Colgo l'occasione comunque per dare la mia preferenza a booking.com!! Senza non potrei più
viaggiare all'estero..uso probabilmente solo questo come sito di ricerca per le migliori offerte sugli
hotel. Oltre ad essercene moltissimi l'organizzazione del sito a mio parere è molto semplice ed
intuitiva..il massimo, per le persone come me che non hanno molta voglia di perdere tempo su
mille siti confusionari. Inoltre confrontandolo con tripadvisor mi rendo conto di trovarmi meglio
anche per la quantità di foto della struttura e delle camere che sono offerte: non c'è stata una volta
che le foto non fossero uguali alla realtà: alcune erano anche meglio :D, purtroppo dato che si
tratta di vacanze cerco di scegliere la miglior qualità del prodotto assolutamente economico in
commercio. Infine lo preferisco come sito anche per i commenti degli utenti. A volte sono
clamorosamente fasulli, come del resto in qualunque piattaforma di vendita accade, ma per il resto
il vacanziero che scrive di ritorno da un viaggio è piuttosto riconoscibile.
Buona serata!! Irene
2) http://smart.thinktag.it/it/resources/i-siti-e-commerce-come-imparare-a-fidarsi collegato a
http://smart.thinktag.it/it/resources/l’e-commerce-e-bay-and-eprice
Ciao ragazze! In questo caso condivido la diffidenza di Luana sugli acquisti online: in particolare i
miei dubbi sorgono proprio in merito ai prodotti più che ai servizi. Con quest'ultimi mi sento molto
più sicura, magari perché ho avuto più esperienze facendo molte prenotazioni di voli aerei piuttosto
che biglietti ferroviari o pacchetti da Groupon: mentre sull'acquisto di prodotti veri e propri sono
ancora un po' restia per la paura di un loro danneggiamento, mal funzionamento, magari a causa di
uno sbagliato trasporto o conservazione o maggiore deperibilità (tutte situazioni superabili laddove,
come dicevate, esista il servizio Pick&Pay  poi per gli apparecchi elettronici, dati gli elevati costi
nelle maggior parte dei casi, sono ancora più diffidente e preferisco recarmi di persona nel punto
vendita più vicino a casa: poi magari i risultati sono gli stessi e gli strumenti non funzionano
comunque per problemi tecnici :), però so di poter trovare la disponibilità del venditore che mi ha
consigliato il prodotto. Questo non sempre è possibile se si acquista on line.
Però ripeto, sarà questione di esperienza e magari tra qualche anno sarò diventata un'accanita
consumatrice di prodotti elettronici su e bay o e price :)!
3) http://smart.thinktag.it/it/resources/i-siti-e-commerce-come-imparare-a-fidars collegato a
http://smart.thinktag.it/it/resources/winnegocom
In effetti condivido anch'io le vostre perplessità! Più che per questioni di fiducia, che penso voi
riferiate ai metodi di pagamento, io non riesco ad acquistare merce online: ho sempre paura che
qualcosa nel prodotto non vada e che da lì poi cominci tutta una sfilza di procedure tra reclami,
restituzioni e cose varie. Magari intendevate anche questo :). Io preferisco affidarmi agli acquisti
online per servizi, voli, pacchetti turistici perché mi fa proprio incavolare dover pagare procedure di
prenotazione e acquisto all'agenzia quando sono capacissima anche io.
Qualche mese fa, per capodanno avevo richiesto un preventivo per un pacchetto all inclusive in
Tunisia: in agenzia mi costava esattamente 250€ in più e vi assicuro che i servizi offerti erano uguali.
L'ho fatto proprio perché ero curiosa di vedere la differenza di prezzo: da quel momento odio
ancora con più forza le ADV e tifo per il fai da te :). Ho molta fiducia nei mezzi di sicurezza disponibili
online l momento: è ovvio che poi la truffa o la frode sono sempre dietro l'angolo, però affidandosi a
reti fidate di tour operator online o a piattaforme conosciute dai più, questi limiti derivanti
dall'incertezza possono essere superati. Trust me! ;)
4) http://smart.thinktag.it/it/resources/i-siti-e-commerce-come-imparare-a-fidars collegato a
http://smart.thinktag.it/it/resources/la-ue-vuole-un-mercato-unico-delle-comme
Finalmente qualcuno che sfoltisca un po' tutta la burocrazia e il caos della normativa comunitaria!
Almeno per quei settori in crescita e di tale importanza quale è l'e-commerce. Inoltre è necessaria
come scrivi tu Alessia, una regolamentazione giusta e attenta perché uno stato non può permettersi
di investire in qualcosa che poi non varcherà mai i confini nazionali: sarebbe controproducente!
Le persone e i professionisti devono sentirsi sicuri nell' effettuare transazioni online e nella
pianificazione di tutta una serie di procedure via web, veloce ed efficiente!
Speriamo sia la volta buona e che grazie ad un buon controllo e alle autorità garanti necessarie si
possa arrivare ad una vera e propria nascita del commercio elettronico che non sia solo accennata ,
ma decisa e promettente!
5) http://smart.thinktag.it/it/resources/la-ue-vuole-un-mercato-unico-delle-comme collegato a
http://smart.thinktag.it/it/resources/pagamenti-on-line
Non ho mai usato Opodo: o forse una volta quando Skyscanner mi ha mandato sulla piattaforma per
l'acquisto di un biglietto low cost.
Però vorrei riportarvi una notizia abbastanza recente, di un paio di mesi fa, sulla multa che eDreams,
Expedia e Opodo hanno preso per aver usato slogan offensivi verso le adv tradizionali e per aver
fornito informazioni ingannevoli nelle loro campagne pubblicitarie. Alla faccia dell'obbligo di
informazione che (anche) loro hanno nei confronti dei clienti! :)
http://www.bookingblog.com/antitrust-ota-expedia-edreams-opodo/
Ho creato anche una connessione con una risorsa in cui si parla della previsione di emanare una
regolamentazione del commercio elettronico molto più snella, ma non per questo meno incisiva: per
chi ancora non si fidasse dei sistemi di pagamento on line, questo potrebbe un po' sollevare gli
animi.
6) http://smart.thinktag.it/it/resources/le-commerce-che-trasmette-fiducia collegato a
http://smart.thinktag.it/it/resources/prenotazioni-on-line-troppo-difficili-cr
Per i più timorosi consiglio di dare un'occhiata a questa risorsa: L'e-commerce che trasmette fiducia.
In pochi passi ho scritto quelli che sono i punti essenziali, anche stilistici e grafici e contenutistici, che
un sito web specializzato nella compra-vendita online dovrebbe avere per ottenere la fiducia dei
clienti avendo così successo :).
D'accordo anche io comunque con l'articolo e con Sara: le ADV saranno ancora per molto un punto
di appoggio per moltissime persone, specie anziane o gruppi di ragazzi che vogliono godersi la
vacanza senza troppi pensieri e preoccupazioni anche in merito alla sola organizzazione del
viaggio..dici poco! Quando hai chi fa tutto per te sei anche disposto a pagare un sovrapprezzo
ragionevole: è però vero che l'e-commerce non riguarda solo quello, ma tutti già lo sappiamo! :). La
mia idea resta comunque pro sviluppo tecnologico e sviluppo della vendita online dei servizi turistici,
anche se considero entrambe le cose complementari all'attività di tour operator e ADV. talvolta anzi
le completano ed arricchiscono grazie alle molteplici funzionalità di internet!
7) http://smart.thinktag.it/it/resources/e-commerce-2011-anno-boom collegato a
http://smart.thinktag.it/it/resources/la-diffusione-delle-agenzie-turistiche-o
Ciao Silvia! E' proprio vero! Le vendita online sta avendo un grande successo e nel caso volessi
approfondire l'argomento,ho creato una connessione con un piccolo articolo che ho trovato la
scorsa settimana sul Metro. Puoi vedere le percentuali del successo che l'e-commerce sta avendo
nei diversi settori ;).
Tra l'altro, ai fattori che già tu hai elencato che giustificano il successo della rete persino nel mercato
turistico, io aggiungerei anche la questione dell'interattività che il web e i nuovi dispositivi offrono:
finalmente il cliente non è più soltanto consumatore di un servizio o pacchetto ma può diventare
egli stesso il creatore e l'organizzatore della propria esperienza, senza il bisogno di rivolgersi ad
operatori specializzati..Ovviamente loro non sono mai di troppo, anzi! Però è bello pensare che per
andare in vacanza possiamo sentirci meno dipendenti dalle ADV tradizionali e più autonomi e
avventurieri nelle nostre scelte..io viaggio molto più volentieri e provo una soddisfazione
sicuramente maggiore! :)
8) http://smart.thinktag.it/it/resources/stampa-vs-advertising-on-line collegato a
http://smart.thinktag.it/it/resources/pubblicita-online-il-caso-delitalia
Ciao a tutte!!Molto interessante il tema della pubblicità online e il collegamento critico alla
cartellonistica tradizionale. E' l'argomento che ho trattato nella tesina del Massarenti e credo che
sarà anche oggetto della mia tesi di laurea :), perché ridendo e scherzando ci stiamo avvicinando
sempre di più O.O.
Comunque tornando alla risorsa, trovo che effettivamente l'Italia sia molto indietro nell'utilizzo di
tutte le potenzialità che il web offre a tutto il mondo. E il settore pubblicitario è solo uno dei tanti a
non approfittarne.
Se solo pensiamo alla cartellonistica tradizionale sparsa per tutta Milano e ai costi necessari alla loro
manutenzione, ricambio dei manifesti, materiali per garantirne una durevolezza sufficiente, ci
rendiamo conto che il sistema deve essere superato e rivoluzionato a partire dalla base: i cartelloni
devono essere tolti e al loro posto devono essere installati dei pannelli appositi elettronici, schermi
LCD ad esempio facilmente aggiornabili da computer remoti su cui sono caricati tutti i contenuti
necessari: in questo modo le pubblicità possono essere interattive, vivaci, intercambiabili con un
semplice comando proveniente dalla fonte.
Ma non solo! Anche il sistema di investimenti economici che ruota attorno al mondo pubblicitario
potrebbe mutare radicalmente: ciò che i promotori e le aziende andrebbero ad acquistare non
sarebbero più spazi materiali sui cartelloni delle metropoli o delle metropolitane o dei treni e così
via, ma consisterebbero in brevi lassi di tempo in cui la pubblicità viene trasmessa sui pannelli. Già
abbiamo un esempio pratico di applicazione del cosiddetto Digital Signage nella stazione di
Garibaldi, da cui partono tutti i treni: io ci passo tutte le mattine per venire in Uni e direi che il
sistema è sicuramente più efficace e attrattivo dei mega cartelloni sparsi per le vie o delle riviste che
ci ritroviamo scomodamente nella casella di posta ogni giorno. ;)
B.9 LINK AGLI SCAFFALI PERSONALI CREATI E NUMERO DI RISORSE IN ESSI CONTENUTE
1) http://smart.thinktag.it/it/shelves/e-commerce--7 11 risorse contenute.
2) http://smart.thinktag.it/it/shelves/documenti-vari 5 risorse contenute.
3) http://smart.thinktag.it/it/shelves/fiducia-nellecommerce 3 risorse contenute.
2) RIFLESSIONI PERSONALI DELLO STUDENTE
L’E-COMMERCE SU CUI SCOMMETTERE
Tag sviluppata: E-COMMERCE
INTRODUZIONE
Negli ultimi decenni si è assistito ad un fenomeno di grande importanza, che ha cambiato, sta cambiando
tutt’ora e continuerà a farlo, la società mondiale: la rivoluzione digitale.
Questo grande processo di trasformazione ha avuto inizio non molto tempo fa, nella seconda metà del
secolo scorso: con il termine rivoluzione si fa riferimento al modo in cui le tecnologie sono entrate a far
parte della nostra vita, provocando una serie di mutamenti da un punto di vista principalmente sociale, ma
anche politico ed economico.
L’innovazione vera e propria risiede nel meccanismo della cosiddetta digitalizzazione, ovvero il passaggio di
un determinato elemento dal formato tradizionale analogico a quello digitale.
In questo modo le comunicazioni sono mutate radicalmente e in particolar modo sono mutate le possibilità
di accesso alle informazioni: oggi sono disponibili così tanti strumenti interattivi e multimediali che la
stampa, i libri, la tv ci sembrano apparentemente lontani da noi.
Ma la novità del digitale è strettamente collegata al ruolo che hanno giocato le stesse telecomunicazioni:
queste hanno dato la possibilità alle persone di comunicare da punti geograficamente lontani e non solo: la
continua evoluzione delle ICT (Information and Communication Technologies) oggi vede la convergenza
delle reti e la libera fruizione di contenuti.
LA CONVERGENZA DIGITALE
Di fronte ad un simile scenario, è inevitabile dover parlare anche della convergenza di tutte quelle
tecnologie che fino a un decennio fa caratterizzavano e caratterizzano ancora oggi in minima parte, le
nostre vite. Con questo termine si fa riferimento all’unione di tanti strumenti della comunicazione che è
stata resa possibile con la nascita delle tecnologie digitali.
Se pensiamo ad un computer, ci vengono in mente una serie di azioni che possiamo svolgere col suo
utilizzo: possiamo ascoltare musica, guardare un film, leggere addirittura un libro, fare ricerche, scrivere
una relazione come questa, vedere la televisione su apposite piattaforme, leggere il giornale, ma
soprattutto possiamo interagire con altre persone! In tutte queste pratiche ci accorgiamo che con un unico
strumento noi siamo in grado di sostituire un lettore mp3/stereo, un DVD player, un libro o giornale
cartaceo, una tv, un telefono/cellulare. È questa la vera rivoluzione: la convergenza di decine di apparecchi
elettronici in un unico strumento di facile fruizione, economicamente accessibile, funzionale e pratico.
Come già anticipato, le tecnologie non fanno di certo aspettare: al computer vero e proprio si è andato ad
affiancare il PC, l’iPhone, l’iPad e via dicendo.
Ogni anno e mezzo la legge di Moore non si smentisce mai: “Le prestazioni dei processori, e il numero di
transistor ad esso relativo, raddoppiano ogni 18 mesi.” Per questo motivo i devices di accesso
all’informazione risultano col passare del tempo, essere sempre più piccoli, ma con tutte le funzionalità del
caso.
L’E COMMERCE
Fino ad ora abbiamo parlato di rivoluzione, convergenza, ICT e telecomunicazioni, ponendo al centro
dell’attenzione la fruizione di contenuti interattivi e multimediali che le nuove tecnologie rendono
possibile.
Ciò che però non abbiamo detto è che le telecomunicazioni non sono soltanto utili per la trasmissione di
informazioni nel World Wide Web, ma hanno favorito la nascita e il proliferare di nuove attività svolte in
questo grande mondo virtuale: attività di promozione, commercializzazione e vendita finale online.
Parliamo quindi di commercio elettronico, meglio conosciuto con la terminologia inglese e-commerce
riferito proprio all’insieme di quelle transazioni utili allo scambio di beni e servizi tra un consumatore e un
produttore.
L’elemento rivoluzionario qui risiede nel fatto che l’intera fase di marketing, selezione delle idee,
progettazione, promozione, vendita e pagamento finale avvengono interamente online, fatta eccezione per
la consegna, nel caso si tratti di prodotti reali e non di servizi o beni virtuali.
L’EVOLUZIONE
È però utile capire come questo fenomeno abbia avuto la possibilità di svilupparsi in maniera molto veloce
e di come stia riuscendo lentamente a proporsi come canale distributivo fortemente concorrenziale
rispetto ai canali tradizionali.
È certamente indubbio che le tecnologie digitali hanno giocato un ruolo fondamentale: il loro grado di
interattività, multimedialità, ipertestualità già dagli anni 80’ ha iniziato a fare gola a quei grandi businessman che riconobbero subito le potenzialità di questo nuovo mondo virtuale: è stato poi negli anni 90’ con la
creazione del primo web browser World Wide Web, che sorsero le prime idee di commercio elettronico
allora ancora impraticabile, per la mancanza di connessioni continue alla Rete e per la mancanza di leggi di
tutela e protocolli adeguati.
Bisogna pertanto aspettare gli anni 2000 per vedere le prime “business companies” americane interessarsi
a questa nuova e ricca prospettiva: quella di poter vendere i propri servigi, creando un’economia del tutto
nuova e rivoluzionaria basata sul “virtual marketing” dei prodotti e servizi offerti online.
L’APPLICAZIONE E I SUOI VANTAGGI
Restano da capire ancora molte cose: ad esempio quali siano i presupposti su cui il commercio elettronico
si fonda. Come già detto, uno di questi è rappresentato dalle potenzialità che le tecnologie digitali offrono,
ma non solo: difatti il livello informativo che un utente può raggiungere in Rete è oggi a dir poco
imparagonabile a quello raggiungibile nel mercato reale.
Muta la percezione dei prodotti, che ora è più completa e ricca che mai; i costi di transazione e di
informazione sono bassi, la velocità delle transazioni o del reperimento dati è assolutamente elevata:
inoltre a queste condizioni, c’è la possibilità di avviare un processo di fidelizzazione della clientela mai visto
prima, attraverso sistemi di e mail marketing (permission-based), rispettando privacy e volontà degli
utenti.
La Rete offre anche l’occasione di innalzare il grado di personalizzazione dell’offerta e quindi di soddisfare
anche quelle nicchie di mercato che talvolta sono molto più produttive dei macro-segmenti di domanda,
concetto questo, che sta alla base della teoria della lunga coda di Chris Anderson e largamente applicato da
Amazon.com, compagnia americana di commercio elettronico per l’appunto.
Ciò che però garantisce il successo dell’ e-commerce, è la possibilità che i siti offrono agli utenti di interagire
tra loro, attraverso particolari strumenti quali possono essere: una piccola sezione Forum, un sistema di
instant messaging, social network personalizzati. C’è da precisare però che questi mezzi, non sono solo utili
ai consumatori per scambiarsi opinioni e leggere feedback dei propri colleghi, ma sono un’occasione per le
stesse compagnie di commercio elettronico per conoscere esigenze particolari della domanda di mercato e
soddisfarle attraverso un’offerta personalizzata e mirata.
Tutto ciò è utile all’espansione dell’impresa virtuale, ma può essere interessante anche per quelle aziende
operanti nel mercato tradizionale che desiderano promuoversi, allargarsi, affiancando ai canali fisici quelli
online: in questo modo è possibile organizzare un’offerta combinata, raggiungendo fasce di consumatori
diversi, oppure farsi conoscere attraverso vie parallele mantenendo però le attività di commercio
strettamente legate al mondo reale.
L’E-COMMERCE CHE TRASMETTE FIDUCIA
Naturalmente per un sistema di e-commerce efficiente, ma soprattutto efficace, occorre un’attenta
elaborazione della piattaforma che andrà a promuovere i nostri prodotti e servizi al pubblico.
Prima di tutto occorre un sito graficamente impattante al livello giusto: non troppo “pacchiano” come
diremmo noi giovani gergalmente parlando, ovvero non troppo esoso e ricco di motions o contenuti Flash,
perché causerebbero un calo della serietà delle nostre intenzioni. Sarebbe quindi meglio puntare su
qualcosa di semplice come presentazione, con una navigabilità il più funzionale e comprensibile possibile,
perché sono davvero molto varie le fasce di utenti con cui possiamo interfacciarci.
In secondo luogo, ma non per importanza, dovremmo pensare a come presentare i contenuti del nostro
sito: è sempre bene arrivare al punto nelle prime due righe di presentazione, o ancora meglio, per un sito di
e-commerce sarebbe l’ideale presentare già in vetrina i nostri prodotti in modo tale che l’attenzione degli
utenti possa essere attirata fin da subito. Questo è un momento fondamentale e decisivo che segna la
continuazione della navigazione dell’utente o la sua interruzione. Se non gli interessa quello che abbiamo
da offrire o lo stiamo proponendo male e quindi egli ha difficoltà a capire la funzione del sito, andrà verso la
concorrenza che è ad un solo click da lui.
Per continuare, nella presentazione dei prodotti, prezzi, clausole, eccezioni, descrizioni devono essere ben
evidenti e comprensibili: evitiamo giri di parole o mistificazioni inutili che possono solo intaccare la fiducia
che l’utente ripone in noi.
È bene inoltre evitare la richiesta di registrazioni ancor prima di avere la possibilità di navigare il sito: il
potenziale consumatore non ci prenderà neanche in considerazione perché sentirà violata la propria
privacy.
Per quanto riguarda le fasi più avanzate, in particolare quella della transazione finale al momento
dell’acquisto vero e proprio, dobbiamo cercare di essere il più trasparenti e chiari possibile: dobbiamo
essere in grado di fornire un sistema di sicurezza efficiente per i pagamenti online e se possibile fornire
ulteriori mezzi per concludere il rapporto: ad esempio il servizio “Pick&Pay” mi permette di selezionare i
prodotti che desidero per poi acquistarli direttamente nel punto vendita più vicino a me. Questo è un
sistema che ci permette di soddisfare quei clienti ancora non molto fiduciosi e disposti a rischiare, se di
rischio si può parlare.
Un ulteriore modo per accrescere la nostra serietà e disponibilità nei confronti degli utenti della rete,
nonché potenziali nostri clienti, è fornire una serie di dati che ci riguardano: nome dell’azienda, sede
principale, eventuali filiali, contatti telefonici, servizi di Call-center, numeri verdi di assistenza e consulenza
per il clienti e così via.
Questi sono solo alcuni degli accorgimenti necessari affinché un sito di e-commerce venga preso in
considerazione e successivamente consultato.
I PROBLEMI DELL’E-COMMERCE
Tanti sono i vantaggi del commercio elettronico, ma tante sono anche le problematiche che limitano le sue
potenzialità effettive.
Prima tra tutte emerge la questione della fiducia: difatti quando si tratta di prodotti veri e propri che
vogliamo acquistare online, come possiamo fidarci? Non possiamo toccarlo il prodotto, non possiamo
verificare le dimensioni di un vestito o se la taglia è giusta o se il colore presentato corrisponde a realtà.
Non abbiamo un commesso virtuale che ci guida nella scelta, che ci illustra le proprietà dell’accessorio o
che ci consiglia sulla qualità dei materiali.
È proprio questa mancanza di informazioni, che dobbiamo reperire noi stessi, ad abbassare drasticamente i
prezzi: quello che affrontano i consumatori online può essere considerato un rischio, che però non tutti
sono disposti a correre.
Come è anche un rischio il pagamento online: la possibilità di frode, truffa è sempre dietro l’angolo e
questo spinge gli utenti a concludere spesso le transazioni di persona.
Sempre dalla parte dei consumatori, grava un ulteriore limite: la disponibilità di un enorme quantitativo di
informazioni, spesso può indurre gli utenti in confusione, creare dubbi e incertezze fino a portarli ad
abbandonare il sito scelto: questo fenomeno prende il nome di overload informativo, letteralmente
sovraccarico di informazioni. È un po’ come la situazione che vive il “Blasè” di Simmel:
l’uomo
metropolitano, sottoposto a un numero eccessivo di stimoli, è indotto all’apatia più totale, proprio per
evitare quel carico di stress che non è disposto a sopportare.
Ma questa è solo la punta dell’iceberg: da parte degli operatori, è difficile cercare di prevedere l’andamento
della domanda, perché difficile è definire il comportamento di acquisto di così tanti utenti: alcuni
occasionali o sporadici, altri fidelizzati. Definire diversi programmi di offerta personalizzati non sempre
risulta semplice.
Inoltre spesso non viene presa in considerazione una componente fondamentale del mercato, la
concorrenza, e non vengono fatte previsioni in merito ai cambiamenti dell’ambiente economico, perché
troppo variabile e instabile: le barriere all’entrata nel web sono minime, tutti possono avviare un’attività
online, ma il trucco sta nel mantenerla nel lungo periodo.
Talvolta nascono anche problemi di coordinazione tra i dipendenti dell’impresa virtuale stessa, oppure con i
vari attori del settore. O ancora c’è l’impossibilità o incapacità di adottare un modello di business flessibile
e adattabile alle condizioni di mercato che mutano.
Per poter avviare un attività di e-commerce che abbia successo, non si devono pertanto valutare solo gli
aspetti positivi che questa comporta, ma si devono considerare soprattutto quelli negativi col fine di
sviluppare una strategia competitiva efficace e modificabile nel breve periodo, se il mercato lo rendesse
necessario.