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FTA Morning View
martedì 16 febbraio 2016
Dalla Redazione di FTAOnline News
MERCATO USA
Wall Street è rimasta chiusa per festività
MERCATI ASIATICI
Shanghai spinge al rialzo i mercati dell’Asia
I mercati dell’Asia hanno messo a segno il più elevato progresso in due sedute dal 2009 grazie alle speranze su nuovi
interventi pubblici a sostegno di un’economia globale traballante e a maggiore ottimismo sul recupero dei corsi del
greggio (deprezzatosi del 43% lo scorso anno), dopo che l’Arabia Saudita ha annunciato un incontro a Doha con la
Russia. Notizia, quest’ultima, che ha spinto in rally del 4% i future del petrolio a Londra. Nel fine settimana Zhou
Xiaochuan, governatore della People’s Bank of China (PboC, l’istituto centrale di Pechino), aveva espresso ottimismo
sottolineando che Pechino ha ampia liquidità per i pagamenti e per difendere la stabilità. E i dati macroeconomici
hanno confermato il suo ottimismo. In gennaio le banche cinesi hanno infatti erogato prestiti per la cifra record di
2.510 miliardi di yuan contro 597,8 miliardi di dicembre e a fronte dei 1.800 miliardi del consensus. I mercati hanno
anche prestato attenzione alle parole di Mario Draghi, che lunedì ha dichiarato davanti alla commissione per gli Affari
economici e monetari del parlamento europeo che la Bce è pronta a rivedere ed eventualmente riconsiderare la
politica monetaria già all’inizio di marzo. Il primo risultato è stato un guadagno di circa l’1,5% per l’indice Msci AsiaPacific, Giappone escluso, il cui progresso sale a oltre il 5% nelle due ultime sedute, migliore performance in quasi due
anni.
Lunedì Wall Street è rimasta chiusa per la celebrazione del President’s Day e dopo gli apprezzamenti intorno al 3% per
gran parte dei listini europei, alla riapertura dei mercati Tokyo ha guadagnato ancora, anche se il progresso si è
limitato allo 0,20% per il Nikkei 225 dopo il rally del 7,16% registrato nella precedente sessione. A Seoul, invece, il
Kospi ha chiuso con un progresso dell’1,40% dopo che la Bank of Korea ha per l’ottavo mese consecutivo lasciato
invariati i tassi d’interesse ai minimi dell’1,50% raggiunti in giugno. La decisione non è stata presa all’unanimità: il
membro del consiglio Ha Sung Keun aveva infatti chiesto un’ulteriore riduzione. L’istituto centrale ha
contemporaneamente espanso un programma di prestiti speciali alle piccole imprese per reagire al declino dell’export,
alla volatilità dei mercati finanziari e a segnali di debolezza per la domanda interna.
Dopo un’apertura di ottava in negativo per le piazze cinesi, Shanghai e Shenzhen vanno in rally. La seduta è invece
negativa per le piazze della Cina continentale, anche se lo Shenzhen Composite limita allo 0,05% il suo declino,
mentre Shanghai Composite ha chiuso infatti con un guadagno del 3,29% e lo Shanghai Shenzhen Csi 300 si è
apprezzato del 3,07% mentre ancora migliore è stata la performance dello Shenzhen Composite, in crescita del 3,77%
al termine delle contrattazioni. Avvicinandosi alla chiusura a Hong Kong l’Hang Seng guadagna oltre l’1% (mentre
l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, sfiora
un progresso del 2,5%). Seduta positiva anche per Sydney: 1,37% è infatti l’apprezzamento dell’S&P/ASX 200.
PREAPERTURA ITALIA/EUROPA
Future sugli indici azionari europei in leggero rialzo rispetto alle quotazioni delle 17:30 della seduta precedente:
Eurostoxx 50 +0,3%, DAX +0,3%, CAC 40 +0,4%, FTSE 100 +0,1%. Le chiusure dei principali indici europei della seduta
precedente: Eurostoxx 50 +2,89%, Francoforte (DAX) +2,67%, Parigi (CAC 40) +3,01%, Londra (FTSE 100) +2,04%,
Milano (FTSE Mib) +3,19%.
Future sugli indici azionari americani in rialzo dello 1,6-2,1 per cento. Ieri Wall Street è rimasta chiusa per festività. Le
chiusure della seduta precedente: S&P 500 +1,95%, Nasdaq Composite +1,66%, Dow Jones Industrial +2,00%.
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Lieve progresso per Tokyo con il Nikkei 225 a +0,20% dopo il +7,16% della seduta precedente. Borse cinesi positive:
l'indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a +3,07%, mentre a Hong Kong l'indice Hang Seng al momento segna
+1,1% circa.
Euro poco sopra il minimo dall'8 febbraio a 1,1128 contro dollaro toccato ieri pomeriggio. EUR/USD al momento oscilla
in area 1,1160.
Future obbligazionari eurozona incerti in avvio. Il Bund future segna 164,58 punti, -0,07% rispetto alla chiusura delle
22:00 della seduta precedente e sotto i 164,68 delle 17:30. Il BTP Future cede lo 0,01% a 138,02 punti (137,85 alle
17:30).
Prosegue il recupero del petrolio. Il future sul Brent oscilla sui 34,85 $/barile circa (massimi dal 5 febbraio), il WTI sui
30,75 $/barile (massimi dall'8 febbraio).
Prosegue la correzione dell'oro dal massimo da oltre un anno a 1263,40 $/oncia toccato la scorsa settimana. Le
quotazioni al momento oscillano in area 1200 $/oncia.
DATI MACRO ATTESI
Martedì 16 febbraio 2016
10:00 ITA Bilancia commerciale (totale) dic;
10:00 ITA Bilancia commerciale (EU) dic;
10:30 GB Indice prezzi alla produzione gen;
10:30 GB Inflazione gen;
11:00 GER Indice ZEW (fiducia investitori istituzionali) feb;
14:30 USA Indice Empire State Manufacturing feb;
16:00 USA Indice NAHB (mercato immobiliare) feb;
22:00 USA Acquisti netti att. finanziarie (l/term.) dic.
HEADLINES
L’India minaccia Vodafone di confisca se non pagherà 1,86 mld di imposte arretrate
Secondo quanto riporta Bloomberg, l’India avrebbe minacciato la confisca degli asset di Vodafone nel Paese se il
colosso britannico della telefonia mobile non pagherà i contestati 142 miliardi di rupie (1,86 miliardi di euro) in
imposte relativi al contenzioso risalente addirittura al 2007 sull’acquisizione delle attività indiane nel comparto di Li
Ka-shing (Hutchison Whampoa, dallo scorso anno parte di Ck Hutchison Holdings). Sulla questione è in corso dal 2014
un arbitrato internazionale. Vodafone aveva chiuso la seduta di lunedì a Londra con un progresso dell’1,95% in linea
con il guadagno del 2,04% del Ftse 100.
Toshiba esclude di abbandonare la produzione di pc
Un portavoce di Toshiba ha dichiarato che la conglomerata nipponica non sta considerando l’abbandono della
produzione di personal computer (pc) né la vendita della fabbrica di Hangzhou in Cina. In precedenza il quotidiano
Sankei aveva riportato che Toshiba, Fujitsu e Vaio (il brand il cui controllo era stato ceduto da Sony nel 2014 a una
società d’investimento) stavano trattando la fusione dei rispettivi business nei pc. Toshiba, secondo il quotidiano
finanziario, lascerebbe la produzione dei suoi pc agli impianti di Fujitsu e Vaio, focalizzando le sue attività su
progettazione e sviluppo. Mossa che permetterebbe di tagliare i costi, in una fase in cui Toshiba deve ancora
riprendersi dallo scandalo contabile che aveva portato nel maggio dello scorso anno al rinvio della presentazione del
bilancio 2015 (esercizio chiusosi il 31 marzo 2015) e in luglio alle dimissioni del chief executive Hisao Tanaka e di altri
sette dei 16 membri del board. In dicembre il gruppo aveva annunciato una significativa ristrutturazione che
comporterà 6.800 esuberi (di questi 3.700, pari all’80% del totale, nella divisione da tempo in perdita che si occupa di
produzione di televisori). Toshiba a inizio febbraio aveva comunicato di attendersi nell’esercizio in corso (in chiusura a
fine marzo) un rosso record di 710 miliardi di yen (5,55 miliardi di euro), il peggiore nella sua storia di 140 anni e assai
superiore ai 550 miliardi di yen (4,30 miliardi di euro) stimati soltanto in dicembre. Toshiba ha chiuso la seduta a
Tokyo in rally dell’8,17% (da inizio anno il titolo si è comunque deprezzato di oltre il 30%), contro il progresso dello
0,20% del Nikkei 225.
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Cina: record storico di nuovi prestiti bancari in gennaio
Secondo i dati comunicati dalla People's Bank of China nel mese di gennaio le banche cinesi hanno erogato prestiti per
la cifra record di 2.510 miliardi di yuan contro 597,8 miliardi di dicembre (e 708,9 miliardi in novembre) e a fronte dei
1.800 miliardi del consensus di Thomson Reuters (1.900 miliardi quello di Bloomberg). I prestiti in yuan in essere sono
invece cresciuti lo scorso mese del 15,3% contro il 14,3% di incremento registrato in dicembre (14,9% in novembre) e
a fronte del progresso del 14,4% atteso dagli economisti.
Cina: investimenti diretti esteri in crescita del 3,2% in gennaio
In gennaio, secondo quanto comunicato dal ministero del Commercio cinese, gli investimenti diretti esteri non
finanziari in Cina sono cresciuti del 3,2% su base annua a 88,25 miliardi di yuan (12,15 miliardi di euro) dopo il calo
del 5,8% a 77 miliardi di yuan (10,60 miliardi di euro) registrato in dicembre.
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