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FTA Morning View
martedì 5 gennaio 2016
Dalla Redazione di FTAOnline News
MERCATO USA
Wall Street: male la prima seduta del 2016
Parte male il 2016 per il mercato azionario americano. Il Dow Jones ha lasciato sul terreno l'1,58%, l'S&P 500 l'1,53%
e il Nasdaq Composite il 2,08%. A pesare è stato il deludente dato macroeconomico cinese sulla manifattura che ha
riacceso i timori su un possibile rallentamento dell'economia mondiale.
Deludenti anche i dati macroeconomici americani pubblicati in giornata. Markit ha reso noto che nel mese di dicembre
l'Indice PMI Manifatturiero e' sceso a 51,2 punti da 52,8 punti del mese precedente. La rilevazione di dicembre
evidenzia un tasso di crescita inferiore al livello medio post-crisi pari a 54,2 punti indicando il minor incremento delle
attività da ottobre 2012. L'Indice ISM Manifatturiero, nel mese di dicembre, si è attestato a 48,2 punti dai 48,6 punti
del mese precedente. Il dato e' risultato inferiore alle attese degli analisti che avevano stimato un valore dell'indice
pari a 49,0 punti. La spesa per le costruzioni e' diminuita dello 0,4% nel mese di novembre, dal +0,3% della rilevazione
precedente (rivista dal +1%) e risultando nettamente inferiore alle attese degli economisti fissate su un incremento
dello 0,6%. Sul fronte societario Netflix -3,86%. Baird Equity Research ha tagliato il rating sul titolo dello specialista
dei video in streaming a neutral da outperform. Brink's -0,73%. La società specializzata nella sicurezza ha raggiunto un
accordo con l'azionista Starboard Value per la nomina di 3 consiglieri scelti dal fondo di investimento. Brink's ha fatto
sapere inoltre che l'attuale Ceo e presidente Thomas Schievelbein lascerà gli incarichi. Baxalta +5,56%. Secondo
indiscrezioni il gruppo britannico Shire potrebbe lanciare una offerta pubblica di acquisto da 32 miliardi di dollari sul
gruppo farmaceutico. Tesla -6,92%. Il produttore di auto elettriche ha annunciato dati sulle vendite nel quarto
trimestre nella parte bassa delle stime della società. Micron Technology +1,2%. Il presidente del gruppo dei chip, Mark
Adams, si è dimesso per motivi di salute. Amazon -5,76%. Monness Crespi Hardt ha tagliato il rating sul titolo del
colosso dell'e-commerce a neutral da buy. Acadia Healthcare +2,83%. Il gruppo sanitario ha annunciato l'acquisto di
Priory Group, gruppo britannico specializzato nell'assistenza per le malattie mentali, per 1,275 miliardi di sterline in
contanti.
MERCATI ASIATICI
Pechino interviene dopo il sell-off ma le Borse asiatiche continuano a perdere
Non riesce il recupero ai mercati dell’Asia, dopo le pesanti perdite innescate dal crollo di Shanghai nella prima seduta
del 2016 e le Borse della regione segnano un’altra giornata in territorio negativo con la sola eccezione di Seoul (il Kospi
chiude infatti con un progresso dello 0,61%). Lunedì Shanghai e Shenzhen avevano terminato le contrattazioni con
largo anticipo, dopo che lo Shanghai Shenzhen Csi 300 aveva brevemente toccato una perdita superiore al 7% (livello
che porta all’automatica interruzione degli scambi per il resto della giornata). Lo Shanghai Composite aveva chiuso
quando era in declino del 6,85% mentre era arrivato a perdere oltre l’8% lo Shenzhen Composite. Di riflesso nel
Vecchio Continente le Borse avevano registrato perdite del 2-4% e anche Wall Street aveva perso significativamente
terreno (il Nasdaq è stato il peggiore dei tre principali indici Usa, con un declino del 2,08%). Prima della riapertura
degli scambi, le autorità di mercato di Pechino avevano annunciato l’imminente presentazione di nuove linee guida
per regolare la vendita di titoli da parte dei maggiori azionisti, inibiti nel farlo dalla scorsa estate. Il blocco scade però il
prossimo 8 gennaio e diversi osservatori si aspettano che dopo tale data passeranno di mano qualcosa come 1.000
miliardi di yuan (140 miliardi di euro) di azioni. Ipotesi definita “irrealistica” dalla Securities Regulatory Commission
cinese. Intanto la People’s Bank of China ha comunicato di avere iniettato 130 miliardi di yuan (18,4 miliardi di euro) in
fondi a breve termine nel sistema finanziario del Paese, per contribuire a calmare gli investitori. Mosse che, pur
spingendo al recupero i listini, faticano non poco a riportarli in territorio positivo. Avviandosi alla chiusura, infatti, il
solo Shanghai Shenzhen Csi 300 segna un modesto guadagno, mentre lo Shanghai Composite resta in flessione di
circa mezzo punto percentuale (ma aveva aperto con un nuovo crollo del 3%) ed è di quasi del 2% il deprezzamento
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dello Shenzhen Composite. In negativo anche la piazza di Hong Kong: l’Hang Seng avvicinandosi alla chiusura è in
declino di circa lo 0,70% (mentre l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento per la Corporate China
sulla piazza dell’ex colonia britannica, perde intorno all’1%).
A Tokyo, il Nikkei 225, che aveva perso il 3,06% lunedì, limita allo 0,42% il suo deprezzamento ancora con perdite
generalizzate a settori che vanno dal chimico, alla grande distribuzione, ai beni di largo consumo. Sul fronte
macroeconomico, la vendita di automobili nel Sol Levante, ha comunicato la Japan Automobile Dealers Association, ha
segnato in dicembre un incremento del 3,1% a 239.084 veicoli contro lo 0,3% di crescita registrato in novembre (0,2%
in ottobre), nel terzo mese consecutivo di progresso. Nell’intero 2015, però, il dato segna un declino del 4,2% rispetto
al 2014. Per quanto riguarda le materie prime, il petrolio continua a essere sostenuto dalle crescenti tensioni tra Iran e
Arabia Saudita mentre l’oro è sostanzialmente invariato. Performance che non hanno aiutato i settori minerario (Rio
Tinto ha perso quasi il 4%) e petrolifero (in correzione dopo il deciso progresso della seduta di lunedì) a Sydney.
L’S&P/ASX 200, che aveva limitato i danni a un calo dello 0,48% lunedì, chiude con una flessione dell’1,63% trascinato
al ribasso da tutti i settori, a partire da quello finanziario.
PREAPERTURA ITALIA/EUROPA
Future sugli indici azionari europei in recupero rispetto alle quotazioni delle 17:30 della seduta precedente: Eurostoxx
50 +1,2%, DAX +1,1%, CAC 40 +1,3%, FTSE 100 +1,1%. Le chiusure dei principali indici europei della seduta
precedente: Eurostoxx 50 -3,28%, Francoforte (DAX) -4,28%, Parigi (CAC 40) -2,47%, Londra (FTSE 100) -2,39%, Milano
(FTSE Mib) -3,20%.
Future sugli indici azionari americani in rialzo dello 0,1-0,2 per cento. Le chiusure della seduta precedente a Wall
Street: S&P 500 -1,53%, Nasdaq Composite -2,08%, Dow Jones Industrial -1,58%.
Lieve flessione a Tokyo con il Nikkei 225 a -0,42%. Poco mosse le borse cinesi dopo il tonfo di ieri: a Shanghai l'indice
CSI 300 termina a +0,28%, a Hong Kong l'Hang Seng al momento segna -0,6% circa.
Euro sopra i minimi di ieri pomeriggio a 1,0781 contro dollaro. EUR/USD al momento oscilla in area 1,0830.
Apertura debole per i future obbligazionari eurozona. Il Bund future segna -0,07% a 158,51 punti. Il BTP future cede lo
0,09% a 138,26 punti.
Petrolio in flessione rispetto ai massimi plurisettimanali toccati ieri pomeriggio. Attualmente il future sul Brent segna
37,30 $/barile circa (da 38,97), il WTI oscilla in area 36,90 $/barile (da 38,37).
Oro poco sotto i massimi di ieri pomeriggio a 1083 $/oncia. Le quotazioni al momento oscillano in area 1078 $/oncia.
DATI MACRO ATTESI
Martedì 5 gennaio 2016
08:00 GER Vendite al dettaglio nov;
09:00 SPA Variazione n° disoccupati dic;
09:55 GER Variazione n° disoccupati dic;
09:55 GER Tasso di disoccupazione dic;
10:30 GB Indice PMI costruzioni dic;
11:00 ITA Inflazione (prelim.) dic;
11:00 EUR Inflazione (flash) dic.
HEADLINES
Il Brasile si avvia verso la peggiore recessione dal 1901
L'economia del Brasile si contrarrà più di quanto stimato in precedenza e si avvia verso la recessione più profonda
almeno dal 1901. Secondo il sondaggio condotto settimanalmente dal Banco Central do Brasil tra un centinaio di
economisti, nel 2016 il declino del Pil del gigante latinamericano è stimato nel 2,95% contro il 2,81% previsto in
precedenza. L’outlook è stato rivisto al ribasso per 13 settimane consecutive. Nel 2015 il calo del Pil è stimato nel
3,71% e l’ultima volta che il Brasile ha segnato due anni consecutivi di frenata risale al 1930-1931 ma per
raggiungere un declino tanto netto come quello attuale, secondo i dati dell’Instituto de Pesquisa Econômica Aplicada,
bisogna andare indietro addirittura fino al 1901.
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Rimbalzano i future europei in avvio di seduta
Rimbalzano i future sull’Eurostoxx50 e quello sul Dax, rispettivamente dell'1,21% a 3189 punti e dell'1,12% a 10376.
Sotto la parità il future sul Bund, a 158,51 punti (-0,18%). Attesa un’apertura in verde per il future su Ftse mib, che ieri
ha terminato la seduta a 20720 punti.
Williams della Fed prevede fino a cinque rialzi dei tassi nel 2016
Dopo il ritorno a una politica di rialzo dei tassi d’interesse Usa per la prima volta dal 2006 in dicembre, la Federal
Reserve (Fed) potrebbe aumentarli fino a cinque volte nel corso dell’anno appena iniziato. Ne è convinto John Williams,
presidente della Fed di San Francisco (pur non essendo un membro votante del Federal Open Market Committee le sue
opinioni sono tenute in gran peso visto che Williams è considerato uno dei più fedeli alleati della chairwoman Janet
Yellen sin dai tempi in cui era lei a guidare la Fed di San Francisco). "Credo che abbia senso un qualcosa compreso in
una fascia di rialzo dei tassi da tre a cinque volte, almeno in questa fase“, ha detto Williams in un'intervista alla Cnbc,
aggiungendo che l'economia americana resta “in ottima forma” e più solida rispetto alle altre principali economie
mondiali.
Cina: Banca centrale inietta 18,4 mld per riportare la calma sui mercati
La People's Bank of China ha comunicato di avere iniettato 130 miliardi di yuan (18,4 miliardi di euro) in fondi a breve
termine nel sistema finanziario del Paese, per contribuire a calmare gli investitori dopo forte il sell-off di lunedi.
Shanghai e Shenzhen avevano infatti terminato le contrattazioni con largo anticipo, dopo che lo Shanghai Shenzhen
Csi 300 aveva brevemente toccato una perdita superiore al 7% (livello che porta all’automatica interruzione degli
scambi per il resto della giornata). Lo Shanghai Composite aveva chiuso lunedì quando era in declino del 6,85%
mentre era arrivato a perdere oltre l’8% lo Shenzhen Composite. L’istituto centrale di Pechino ha offerto i fondi sotto
forma di pronti contro termine della durata di sette giorni a un tasso di interesse del 2,25% ma la mossa potrebbe
indicare un restringimento della politica monetaria, all’interno dei piani di riforme di lungo periodo con l’obiettivo di
rendere la crescita economica del Paese più sostenibile.
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