La ricompensa del gatto

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La ricompensa del gatto
Recensioni cinema e film | Persinsala.it
Lorenzo
Bianchi
8 febbraio 2016
Grazie a Lucky Red prosegue il (tardivo) arrivo nelle sale
nostrane dei film d’animazione giapponese, in particolare i
capolavori dello Studio Ghibli, ultimi dei quali erano stati La
tomba delle lucciole di Isao Takahata e Il mio vicono Totoro
del maestro Hayao Miyazaki. La ricompensa del gatto non è
paragonabile a gran parte della produzione Ghibli, sicuramente si tratta di
un prodotto minore, ma dalla qualità indiscutibile.
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la
Haru, ragazzina adolescente, una mattina di ritorno da scuola salva un
gattino che stava per essere investito da un camion, rischiando la vita.
Non sa, tuttavia, che il gatto è l’erede al trono, ossia il principe dei gatti. Il
re decide quindi di ricompensarla, concedendola in sposa a suo figlio, ma
Haru non vuole saperne: saranno il gatto Baron e il gatto Muta a darle un
aiuto decisivo.
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Lo si potrebbe definire come una sorta di spin off di I sospiri del mio
cuore (Yoshifumi Kondo, 1995) – quello sì, un gran film – o anche una
favola per bambini che riprende tutte (o quasi) le tematiche dello Studio
Ghibli, tanto care ad Hayao Miyazaki, qui presente solo in veste di
produttore. Come spesso succede la protagonista è una ragazzina che
parte, involontariamente, per un viaggio che la porterà alla ricerca di sé
stessa, un viaggio vissuto proprio nel periodo più delicato, quello
adolescenziale, che sarà per lei momento di passaggio efficace dall’età
infantile a quelli che saranno i momenti decisivi per diventare una donna.
Un prodotto breve, che con soli 75 minuti di durata assume ancor di più
una dimensione perfetta per un pubblico di bambini, cui è chiaramente
rivolto, anche se la dimensione adulta della pellicola è presente e ben
delineata, benché, e questo è un grande pregio, non sia mai didascalica.
Come spesso accade con gli anime Ghibli, lo spettatore viene infatti
trascinato in un mondo altro, in una realtà parallela dalle atmosfere
pacate, poetiche e sognanti, che in questo caso non possiedono l’efficacia
e l’epicità dei grandi capolavori, ma si tratta di un film in cui la semplicità
è la chiave per arrivare al successo. A livello visivo, inoltre, non si può
obiettare nulla, anzi, se è vero che per lunghi tratti si assiste ad un film
d’animazione nella media, nel finale si concentra la magia, con picchi visivi
e sequenze che non potranno lasciare indifferenti, come del resto il mondo
dei gatti, ben caratterizzato e capace di passare dal fascino
all’inquietudine. Un film che parla di crescita, lealtà, amicizia ed
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emancipazione, con il gatto Baron ad erigersi a personaggio chiave,
affascinante, e che resterà nei cuori di chi ama un’animazione arrivata
tardivamente in Italia ma che pian piano si sta ritagliando lo spazio che
merita.
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Titolo originale: The Cat Returns
Regista: Hiroyuki Morita
Genere: Animazione
Durata: 75′
Anno: 2002
Produttore esecutivo: Hironori Aihara, Rick Dempsey, Koji Hoshino, Takeyoshi Matsushita, Hayao,
Miyazaki, Hideyuki Takai, Seiichiro Ujiie
Casa di produzione: Studio Ghibli
Distribuzione: Lucky Red
Musiche: Yuji Nomi
Montaggio: Megumi Uchida
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