Pressbook - Lucky Red

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Pressbook - Lucky Red
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Tokuma Shoten, Studio Ghibli, Nippon Television
Networks, Dentsu, Buena Vista Home
Entertainment, Mitsubishi e Toho
presentano
Una produzione Studio Ghibli
61° Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia
Osella per il Miglior Contributo Tecnico
37° Festival di Sitges
Premio del pubblico
Premio della Giuria (Hayao Miyazaki)
Premio alla Carriera (Hayao Miyazaki)
62° Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia
Leone d’Oro alla Carriera (Hayao Miyazaki)
Sceneggiatura scritta e diretta da
Hayao Miyazaki
Dal romanzo di Diana Wynne Jones
Musica di Joe Hisaishi
Prodotto da Toshio Suzuki
Ufficio Stampa
LUCKY RED
Via Chinotto,16 - 00195 Roma
Tel. +39 0637352296 - Fax +39 0637352310
Georgette Ranucci: +39 335.5943393
e-mail: [email protected]
Alessandra Tieri: +39 335.8480787
e-mail: [email protected]
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“Credo che apparteniamo entrambi alla
stessa scuola; condividiamo lo stesso
rigore e lo stesso gusto per le storie
umane su grande scala. Tuttavia provo un
certo fastidio quando i critici accomunano
i nostri lavori. Non si può sminuire l’importanza dell’opera di Miyazaki paragonandola alla mia”
Akira Kurosawa
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CAST TECNICO
Montaggio.............................TAKESHI
SEYAMA
Produzione..................................STUDIO
Dal romanzo di............DIANA
WYNNE JONES
Sceneggiatura..........................HAYAO
MIYAZAKI
Musica.............................................JOE
Canzone............LA
HISAISHI
Presentato da Tokuma Shoten, Studio Ghibli,
Nippon Television Networks, Dentsu, Buena Vista
Home Entertainment, Mitsubishi shoji et Toho
© 2004 Nibariki-GNDDDT
PROMESSA DEL MONDO
Cantata da.................................CHIEDO
BAISHO
Produttore.................................TOSHIO
SUZUKI
Produttori associati.........................SEIJI
OKUDA
..........................................RYOICHI
FUKUYAMA
Regia..........................................HAYAO
Controllo animazione.....AKIHIKO
MIYAZAKI
YAMASHITA
................................................TAKESHI
INAMURA
.....................................................KITARO
Direttori artistici.......................YOJI
KOSAKA
TAKESHIGE
.............................................NOBORU
YOSHIDA
Color Design.........................MICHIYO
Digital Animation........MITSUNORI
YASUDA
KATAAMA
Digital Imaging............................ATSUSHI
Direttore del Suono.........KAZUHIRO
HAYASHI
Registrazione e missaggio.............SHUJI
Effetti Sonori.............................TORU
OKUI
INOUE
NOGUCHI
GHIBLI
Durata: 119 min.
Uscita: 9 settembre 2005
DISTRIBUZIONE ITALIANA
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EDIZIONE ITALIANA
LA STORIA
Adattamento dialoghi italiani
e direzione doppiaggio
GUALTIERO CANNARSI
La giovane Sophie, 18 anni, lavora senza
posa nella boutique di cappelli che, prima
di morire, apparteneva a suo padre.
Durante una delle sue rare uscite in città,
conosce Howl il Mago. Howl è molto affascinante, ma non ha molto carattere…
Fraintendendo la loro relazione, una strega lancia un maleficio terribile su Sophie e
la trasforma in una vecchia di 90 anni.
Prostrata, Sophie fugge e vaga nelle terre
desolate. Per puro caso, entra nel Castello
Errante di Howl e, nascondendo la sua
vera identità, si fa assumere come donna
delle pulizie. Questa “vecchia signora”,
tanto misteriosa quanto dinamica, riuscirà
in breve tempo a dare nuova vita alla vecchia dimora abitata solo da un giovane
apprendista, Markl, e da colui che manda
avanti il Castello, Calcifer, il demone del
fuoco. Più energica che mai, Sophie compie dei miracoli. Quale favoloso destino la
attende? Cosa succederà tra lei e Howl?
Traduzione dialoghi originali
ELISA NARDONI
Le voci:
Sophie....................................ROBERTA
PELLINI
Howl...........................FRANCESCO
BULCKAEN
La strega delle Lande....LUDOVICA
MODUGNO
Calcifer........................................LUIGI
Markl....................................FURIO
FERRARO
PERGOLANI
Madam Suliman..................MARIA
PIA DI MEO
Il libro “Il castello errante di Howl” di Diana
WYNNE JONES è pubblicato in Italia da Kappa
Edizioni
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IL CASTELLO ERRANTE
DI HOWL
LA STREGA DELLE LANDE
La strega che perseguita
Howl. Una volta era la
maga addetta al Palazzo
Reale di Kingsbury, ma
ne è stata cacciata ed è
andata a nascondersi
nelle lande.
I PERSONAGGI
SOPHIE
È la figlia maggiore del
cappellaio Hatter. Vive la
sua giovinezza come un
incanto di cui non sa che
fare. Vittima di un sortilegio lanciatole dalla
Strega
delle
Lande,
diventa una vecchia di 90 anni e precipita
nel castello errante del mago Howl.
HOWL
Il padrone del castello
errante. È un mago che
esercita
sotto
nomi
diversi: Howl, Jenkins o
Pendragon. Dotato di un
potere magico incommensurabile, è un bel
ragazzo che rifiuta di accettare l’invito del
re e vive giornate oziose, senza scopo.
Sembra che abbia, in precedenza, lavorato per la Casa Reale di Kingsbury.
CALCIFER
È il demone del fuoco che
vive in un caminetto del
castello errante. È lui a far
muovere il castello. Legato
a Howl da un patto, sembra essere incollato al
caminetto. Renderà a
Sophie il suo aspetto originario se in cambio rompe il patto che lo lega a Howl.
MARKL
Il discepolo di Howl.
Senza famiglia, accoglie
i visitatori che vengono
al castello per vedere
Howl o gli inviati del re
che portano delle lettere
d’invito.
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DAL ROMANZO AL FILM*
SULIMAN
Maga addetta alla Casa
Reale. Ex insegnante di
Howl, possiede un potere
magico incommensurabile: è lei a detenere il
potere reale.
HEEN
Il cane enigmatico che,
non si sa perché, accompagna Sophie dappertutto…
RAPA
Lo spaventapasseri (la
cui testa è una rapa) che
Sophie ha soccorso nella
landa. È per sdebitarsi?
fatto sta che cammina
sempre dietro a Sophie
ed è un mistero…
Nel 1992 “Archer’s goon” , uno dei
romanzi di Diana Wynne Jones, veniva
adattato dalla BBC in sei episodi da 25
minuti. All’epoca la scrittrice dichiarò:
«Penso che, con il suo scenario unico
che si apre su molteplici paesaggi, Il
Castello Errante potrebbe benissimo funzionare al cinema. I tecnici degli effetti
speciali oggi fanno dei prodigi tali!».
Non poteva sognare migliore adattatore
di Hayao Miyazaki. I lettori del libro infatti verranno colpiti dalle somiglianze tra
gli universi di questi due artisti, nonostante la distanza che separa i loro paesi
d’origine. Miyazaki ha dovuto sfrondare
il libro, troppo fitto, pur rimanendo fedele alla sua struttura.
Eppure, Il Castello Errante sembra un
“proseguimento” di tutti i suoi altri film.
Sin dall’inizio, il regno da operetta
descritto da Wynne Jones permette a
Miyazaki di ritrovare le ambientazioni
barocche di Kiki la piccola strega.
Il cineasta aggiunge solo un’artiglieria di
macchine volanti (come in Castle in the
Sky ) o galleggianti (come in Porco
Rosso), onde poter insistere sulle minacce di guerra (nel libro, si parla vagamente di un conflitto tra i regni vicini).
Per Miyazaki, la realtà è mobile e gli spi* testo di Bernard Génin
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riti sono dappertutto. Niente è fisso. Si è
dunque trovato a casa sua in questo
mondo magico, in cui ci si batte a colpi
di sortilegi (come in Principessa
Mononoke e ne La Città Incantata), e in
cui nessuno è in realtà ciò che sembra
essere.
Sotto la sua parvenza di vecchietta,
Sophie resta una giovane ragazza. Lo
spaventapasseri (con il sorriso di Totoro)
in realtà è un principe stregato. E Howl
può trasformarsi in uccello o assumere
le sembianze del re!
Il mondo di Miyazaki è quello della metamorfosi permanente. Adora dare dei
doppi ai suoi personaggi, o cambiarne
l’identità: Chihiro era stata ribattezzata
Sen da Yubaba. Qui, è Howl che viene
chiamato sia Signor Jenkins che Signor
Pendragon (nel libro ha una terza identità, Hubert Berlu!).
Tutta questa fantasia si estende alla narrazione, arrivando a mettere a soqquadro la continuità narrativa, grazie a questa porta magica che consente di passare in un secondo da un ambiente ad un
altro. Le intersezioni sono alle volte
inquietanti: Howl depresso si ricopre di
una colla verde che evoca il mostro
putrido a cui Chihiro deve fare il bagno.
La scena si trova nel libro, sebbene sia
stato scritto nel 1986.
Nel romanzo, il castello viene descritto di
sfuggita. Miyazaki ne fa una scultura,
pieno di ferraglie che soffiano e penano,
passerelle, torrette e scale segrete.
Bella anche l’idea di fare del fuoco un
personaggio a tutto tondo. Quando scopriamo Calcifer spolmonarsi per far
avanzare il castello, pensiamo a Kamaji,
il vecchio con sei braccia che alimentava
la caldaia del bagno di Chihiro. E quando, armata di un secchio e di una scopa,
Sophie intraprende un lavoro gigantesco
nel castello, vediamo al lavoro sia Kiki
che Chihiro.
Altro tema eterno: la lotta del bene e del
male, che per Miyazaki non posseggono
contorni ben precisi.
Così, nel suo sontuoso palazzo, la maga
Suliman troneggia come un monarca
pacifico. Sembra piena di saggezza e di
bontà. In realtà non è altro che una sadica
che obbliga i suoi visitatori a salire una
scala gigantesca e che alimenta la guerra.
Ma non c’è spirito di vendetta in Miyazaki:
Sophie raccoglie e nutre la maga immonda delle Lande, ridivenuta una vecchietta
poco socievole e inoffensiva.
In effetti, gli ultimi film di Miyazaki sono
delle storie molto semplici. Grazie al suo
amore per Haku, Chihiro libera il giovane
da un maleficio (e ritrova la sua identità),
quanto a Sophie, questa libera Howl e
Calcifer (e ritrova la sua età). Nelle mani
del demiurgo Miyazaki, queste storie
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diventano pura fantasmagoria. La sua
immaginazione è così fertile che sembra
scrivere la sua sceneggiatura mano a
mano che gira. La cornice imposta della
fiaba inglese non ha paralizzato
Miyazaki. Al contrario, non è mai sembrato più libero e così a suo agio.
DIETRO LA CINEPRESA
HAYAO MIYAZAKI
Autore-Regista
Hayao Miyazaki è nato a Tokyo, nel 1941.
Dopo
essersi
laureato
nel
1963
all’Università di Gakushuin in Scienze
Politiche ed Economiche, è entrato a far
parte della Toei Animation Company.
Come nel caso del suo mentore Isao
Takahata, questa scelta è apparsa agli
occhi di molti decisamente strana, vista la
sua formazione universitaria. Fin da quando era studente, tuttavia, l’interesse di
Miyazaki per la letteratura per ragazzi era
apparso molto acceso: divorava decine e
decine di libri per ragazzi scritti in tutto il
mondo ed era un superbo disegnatore.
Come animatore, Miyazaki ha lavorato a
molte serie televisive e lungometraggi,
spesso in collaborazione con Isao
Takahata. Tra le serie tv più note, Miyazaki
ha diretto The Future Boy Conan (Conan, il
Ragazzo del Futuro) nel 1978 e, tra i lungometraggi, The Castle of Cagliostro (Lupin
III: Il Castello di Cagliostro) nel 1979. Agli
inizi degli anni ’80 Miyazaki ha vissuto a
Los Angeles per studiare animazione. Uno
dei suoi migliori studenti, nonché amico,
di questo periodo è stato John Lasseter, la
mente creativa della Pixar Animation,
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nonché regista di Toy Story, A Bug’s Life e
Toy Story 2. In questo periodo Miyazaki ha
anche scritto e illustrato la serie grafica di
Nausicaa of the Valley of the Wind
(Nausicaa della Valle del Vento), molto
apprezzata dalla critica.
Miyazaki ha fondato lo Studio Ghibli nel
1985 insieme a Takahata e da allora ha
diretto otto lungometraggi. Spirited Away
(La Città Incantata) ha battuto ogni record
al box-office giapponese e ha vinto numerosissimi premi, tra cui l’Orso d’Oro al
Festival di Berlino nel 2002 e l’Oscar per il
Miglior Film di Animazione nel 2003. Il suo
ultimo film, Howl’s Moving Castle (Il
Castello Errante di Howl), tratto dal
romanzo di Diana Wynne Jones, è stato
presentato alla Mostra del Cinema di
Venezia in anteprima mondiale e ha ottenuto l’Osella per il Miglior Contributo
Tecnico. Sempre la Mostra del Cinema di
Venezia gli consegnerà a settembre 2005 il
Leone d’Oro alla Carriera, il primo in assoluto destinato a un regista di film di animazione.
Miyazaki ha pubblicato anche numerosi
libri con poesie e disegni, ha disegnato
palazzi, tra cui il Ghibli Museum, nel parco
di Mitaka di Tokio.
FILMOGRAFIA
Regista di serie televisive
1978 Mirai Shonen Konan
(Conan, il ragazzo del futuro)
1980 Shin Lupin III
(Lupin III - episodi 145 e 155)
1982 Meitantei Homes
(Sherlock Holmes, detective privato
episodi 3,4,5,9,10,11)
Regista di lungometraggi
cinematografici
1979 Rupan Sansei Kariosutoro no Shiro
(Lupin III: Il Castello di Cagliostro)
1984 Kaze no Tani no Naushika
(Nausicaä della Valle del Vento)
1986 Tenku no Shiro Rapyuta
(Laputa: Castle in the Sky)
1988 Tonari no Totoro
(My Neighbor Totoro)
1989 Majo no Takkyubin
(Kiki – Consegne a Domicilio)
1992 Kunerai no Buta (Porco Rosso)
1997 Mononoke Hime
(Principessa Mononoke)
2001 Sen to Chihiro no Kamikakushi
(La Città Incantata)
2004 Hauru no Ugoku Shiro
(Il Castello Errante di Howl)
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Regista di cortometraggi
1995 On Your Mark
2001 Koro no Ohsanpo
(Koro’s Big Day Out)
Kujiratori (The Whale Hunt)
2002 Mei to Koneko Basu
(Mei & the Baby Cat Bus)
DIANA WYNNE JONES
Sul romanzo Il Castello Errante di Howl*
«Credo di aver scelto di scrivere un certo
genere di libri perché il mondo è impazzito improvvisamente quando avevo cinque
anni» scrive Diana Wynne Jones nella sua
autobiografia. Nata nel 1934, gli anni della
sua infanzia sono in effetti segnati dalla
seconda guerra mondiale. Per tutta la vita,
esorcizzerà questo brutto ricordo rivolgendosi alla fantasia e all’immaginazione. A
Oxford, viene fortemente influenzata dai
corsi su C.S. Lewis e J.R.R. Tolkien. La lettura de Il Signore degli Anelli sarà per lei
una rivelazione.
Ciononostante, aspetterà di avere quarant’anni per prendere in mano la penna, con
lo scopo di distrarre i suoi figli offrendo
loro “libri che le sarebbe piaciuto leggere
alla loro età”.
A partire dal 1973 ha dato vita ad una trentina di romanzi, nei quali inventa un
mondo di fiabe e universi paralleli, fuori
dal tempo, in cui la magia è tanto comune
quanto la matematica.
Nel 1977 riceve il Guardian Award del
Libro per bambini.
In Inghilterra la sua opera ha sedotto i lettori di tutte le età.
Il Castello Errante di Howl è del 1986.
Quattro anni dopo, Diana Wynne Jones
* Il romanzo Il Castello Errante di Howl è edito in Italia da
Kappa Edizioni.
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tornerà sullo stesso tema in una variante
orientale (Castle in The Air. 1990, di prossima pubblicazione sempre per Kappa
Edizioni, con il titolo Il Castello in Aria), in
cui l’eroe, Abdullah, incontra un castello
volante pieno di principesse.
Oggi vive a Bristol.
Libri tradotti in italiano:
Il Castello in Aria (2006, Kappa Edizioni)
Il Castello Errante di Howl (2005, nuova
edizione Kappa Edizioni)
La Congiura di Merlino (2004, Salani)
Il Castello Magico di Howl (2003, Kappa
Edizioni)
Strega di Classe (2003, Salani)
I Maghi di Caprona (2002, Salani)
Le Vite Perdute di Christopher Chant
(2001, Salani)
Vita Stregata (1992, Salani)
JOE HISAISHI
Compositore della musica
originale
Nato il 6 dicembre 1950, Joe Hisaishi inizia
la sua carriera nella sezione musicale dell’università di Kunitachi. Registra il suo
primo album nel 1981, una partitura che si
immerge nell’inebriante valzer metallico
delle sonorità contemporanee, Mkwaju.
Poi, con la Wonder City Orchestra, si dedica ad una composizione a base di percussioni e tamburi, Information. Ma è nel
1984, grazie a Hayao Miyazaki e alla grandezza del suo talento, che Joe Hisaishi
decolla veramente.
Dopo Nausicaä della Valle del Vento è il
compositore ufficiale del regista. In diciassette anni di collaborazione, i due hanno
esplorato una gamma estremamente
vasta di registri: epici, armonici, naif. Nel
1988, Hisaishi crea un marchio suo
(Wonder Land Inc) e, un anno dopo, produce il suo primo album a New York,
Pretender. Passando da album pop elettronici a opere sinfoniche, Hisaishi usa
una scrittura fluida e seducente che mette
in pratica nella sua esplorazione di tutti i
generi cinematografici, dall’avventura al
dramma, passando per la commedia, il
fantastico o il poliziesco.
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Nel 1991, con A Scene at the Sea (Il
Silenzio sul Mare), incontra l’altro emblematico cineasta giapponese dell’ultimo
decennio, Takeshi Kitano. È l’inizio di una
collaborazione lunga e fruttuosa che dura
ancora oggi. Ancora una volta, il seducente musicista assetato di sangue riesce a
sposare lo stile del cineasta per dare alle
sue immagini il gusto dell’immortalità. In
Francia, ha scritto la musica del film Le
Petit Poucet (Pollicino) di Olivier Dahan
(2001).
Con alle spalle un’opera immensa (una
cinquantina di album suddivisi tra composizioni personali, cinematografiche, televisive o sperimentali), coronato nel suo
paese da una grandissima e meritata
popolarità, Joe Hisaishi, nel mese di maggio, ha accettato una nuova sfida: comporre per MK2 una musica originale per il
restauro del capolavoro di Buster Keaton,
The General – Come vinsi la Guerra.
LA CANZONE DEL FILM
LA PROMESSA DEL MONDO
Interpretata da CHIEKO BAISHO
Poesia di SHUNTARO TANIKAWA
Composta da YOUMI KIMURA`
Arrangiamenti JOE HISAISHI
Trema il sorriso in fondo alle lacrime
Dall’inizio dei tempi
La promessa del mondo
Anche se adesso sono sola
Ricordo il nostro ieri
L’oggi nasce scintillante
Come il giorno del nostro primo incontro
Nella dimora delle memorie
Tu non ci sei
Come brezza leggera
Mi sfiori le guance
Anche dopo esserci divisi
Nell’ora in cui il sole svanisce
tra gli alberi
Non potrà mai avere fine
La promessa del Mondo
Anche se adesso sono sola
I domani sono infiniti
Sei stato tu a insegnarmi
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La gentilezza celata nella notte
Nella dimora delle memorie
Tu non ci sei
Ma nel canto dei mormorii scroscianti
Nel colore di questo cielo
Nel profumo dei fiori
Vivrai per l’eternità
LO STUDIO GHIBLI
E LA COMPUTER GRAFICA
Lo Studio Ghibli fa ormai ampio uso del
formato digitale. Questo non significa
che i disegni animati o altri elementi grafici siano stati creati dal computer. Per
“La Città Incantata” e “Il Castello Errante
di Howl” i creativi dello Studio hanno
realizzato tutti i disegni e gli sfondi a
mano, come nelle precedenti produzioni
animate.
Tuttavia, una volta tradotto il lavoro fatto
a mano in formato digitale, processi
come pittura, colorazione e “fotografia”
vengono portati avanti al computer.
Questo riflette la linea guida data da
Miyazaki, secondo cui “il disegno manuale costituisce lo standard di produzione,
anche se alcuni processi vengono sviluppati digitalmente”.
Il sistema produttivo di Miyazaki è più
unico che raro. Dopo aver finalizzato
l’aspetto del film su alcune tavole nella
fase di pre-produzione, si passa a semplicissimi storyboard che costruiscono un
canovaccio della storia. Il lavoro sull’animazione vera e propria inizia quando lo
storyboard è in una fase avanzata, ma
non troppo.
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Durante il processo di produzione, nessuno sa con esattezza come procederà la
storia, né come finirà.
giunta di musica ed effetti, al montaggio
del suono e al mix. A questo punto la produzione di un film animato è completata.
Una volta iniziata la fase di storyboard, il
colorista sceglie i colori da dare ai personaggi, coordinandoli con i colori degli
sfondi e facendo in modo che l’insieme di
colori e luci sia equilibrato in ogni scena.
Sebbene il processo produttivo sia completato digitalmente, l’intero film sarà poi
proiettato in pellicola, per cui alla fine è
necessario il processo di riversamento su
pellicola.
Il lavoro di animazione viene completato
con la creazione del layout, anch’esso
basato sullo storyboard. Tutto il lavoro
finito è trasferito al computer attraverso
scansioni o fotografie digitali. Ogni disegno viene dipinto e colorato digitalmente
in linea con il colore assegnato in precedenza alla scena nella quale esso deve
apparire.
Per produrre il movimento finale, le animazioni colorate e gli sfondi sono poi
montati al computer fotogramma per fotogramma. Lo storyboard contiene anche
indicazioni del regista relative ai movimenti di camera e agli effetti speciali.
L’animazione finale viene quindi riprodotta
in bassa risoluzione sullo schermo per
verificare che non ci siano problemi (questa operazione è chiamata “rush check”).
Se non vengono riscontrati problemi, si
passa alla registrazione dei dialoghi, all’ag-
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Lo Studio Ghibli è stato fondato nel 1985
da un gruppo di artisti e animatori allo
scopo di realizzare film di altissima qualità,
destinati innanzitutto alla distribuzione
cinematografica.
Fondamentalmente, lo Studio Ghibli è
nato non come impresa a scopo commerciale, ma piuttosto come organizzazione
creativa in cui la massima priorità era
data “all’arte dell’animazione”. Malgrado
questo, il successo economico dello
Studio Ghibli è clamoroso.
Fino ad oggi lo Studio Ghibli ha prodotto
quattordici lungometraggi di animazione.
Otto sono stati scritti e diretti da Hayao
Miyazaki, uno dei registi più amati e
famosi del Giappone. Quattro sono stati
scritti e diretti da Isao Takahata, il mentore di Miyazaki e co-fondatore dello
Studio. Gli altri film sono stati diretti dal
collega e amico Yoshifumi Kondo, scomparso nel 1998, e Hiroyuki Morita, key
animator dello Studio.
La maggior parte dei film dello Studio
Ghibli ha ottenuto la prima posizione
della classifica annuale del box office
giapponese. Tre film dello Studio Ghibli
si sono classificati tra le prime cinque
postazioni nella classifica totale dei mag-
giori incassi giapponesi: La Città
Incantata, uscito nel 2001, è stato il più
grande incasso di tutti i tempi in
Giappone; Principessa Mononoke e Il
Castello Errante di Howl sono, rispettivamente, al quarto e al quinto posto.
I film dello Studio Ghibli hanno ottenuto
moltissimi riconoscimenti e sono stati
acclamati dalla critica e dagli specialisti di
animazione di tutto il mondo. La Città
Incantata ha vinto l’Orso d’Oro per il
Miglior Film al festival di Berlino nel 2002
(il primo film di animazione ammesso a
competere a Berlino, il primo film giapponese a vincere l’Orso d’Oro) e successivamente il premio Oscar per il Miglior Film
di Animazione. Il Castello Errante di Howl
ha ottenuto l’Osella per il Miglior
Contributo Tecnico alla Mostra di Venezia
nel 2005. Principessa Mononoke è stato il
primo film di animazione a vincere il
Japan Academy Award per i Migliori disegni, Porco Rosso e PomPoko hanno vinto
il premio come Miglior Film al Festival di
Annecy nel 1992 e nel 1994; Grave of the
Fireflies ha vinto il premio per il Miglior
Film a Chicago International Children’s
Film Festival nel 1988. Nel 1999 il Museum
of Modern Art di New York ha proiettato
una retrospettiva dei film dello Studio e
ha acquistato My Neighbors the Yamadas
per la sua collezione permanente.
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La critica internazionale ha osannato i film
dello Studio Ghibli. Il critico americano
Roger Herbert ha classificato My Neighbor
Totoro e Kiki – Consegne a Domicilio tra i
più bei film per bambini mai realizzati;
Janet Maslin del New York Times ha definito Principessa Mononoke la pietra miliare del cinema d’animazione.
Nell’ottobre del 2001, lo Studio Ghibli e la
Tokuma Memorial Cultural Foundation for
Animation hanno fondato il Museo Ghibli, a
Mitaka. Il Museo Ghibli, il cui edificio è stato
disegnato da Hayao Miyazaki, è una delle
destinazioni favorite a Tokyo, sia per i giapponesi che per gli stranieri. Tra le altre cose,
scopo del Museo è di introdurre i bambini
di tutte le età nel mondo dell’animazione.
Lo Studio Ghibli ha prodotto quattro cortometraggi esclusivamente per il Museo.
Che cosa significa “Ghibli”?
Ghibli significa “vento caldo che soffia sul
deserto del Sahara”. Il nome era stato
usato durante la Seconda Guerra
Mondiale per gli aerei italiani da ricognizione. Miyazaki, che ama gli aeroplani (e
l’Italia) ha deciso di dare lo stesso nome
allo Studio.
Come si pronuncia “Ghibli”?
Anche se “Ghibli” è una parola italiana, la
giusta pronuncia è jee-blee (ji-bu-ri in
giapponese).
LA STORIA
DELLO STUDIO GHIBLI1
Ghibli – Le sue origini
Nausicaä of the Valley of Wind (Nausicaä
della Valle del Vento) è stato un film di
successo sia in termini di botteghino che
in termini di critica. Questo exploit ha dato
avvio alla creazione dello Studio Ghibli nel
1985. Tokuma Shoten (Tokuma Shoten
Publishing Co., Ltd, la società che ha prodotto “Nausicaä”), ha fondato lo Studio
insieme ai registi Hayao Miyazaki e Isao
Takahata. In quello stesso anno, lo Studio
ha prodotto un film intitolato Laputa
Castle in the Sky.
“Ghibli” è il nome che, durante la
Seconda Guerra Mondiale, i piloti italiani
in Nord Africa diedero ad un vento caldo
del deserto proveniente dal Deserto del
Sahara, ed è anche il nome usato per indicare i loro aeroplani da ricognizione.
Hayao Miyazaki, che ha da sempre una
passione per i vecchi velivoli, ne era a
conoscenza, e ha deciso di usare questa
parola come nome per il nuovo studio:
“Facciamo soffiare un vento caldo nel
mondo dell’animazione giapponese!”.
1 di Toshio Suzuki - Presidente dello Studio Ghibli.
Tratto dal suo discorso all’Annecy International Animation Film
Festival nel 1995, aggiornato nel 2001.
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Lo Studio, credo, è unico nel suo genere,
non solo nell’ambito dell’industria di animazione giapponese, ma anche a livello
internazionale, perché produce solo lungometraggi di animazione per il cinema.
Poiché la produzione di film per il cinema
rappresenta un rischio relativamente alto,
nel senso che non ci sono garanzie di successo al botteghino, è uso comune ai
diversi studi di animazione lavorare principalmente sulle serie televisive. In
Giappone, quindi, gli studi di animazione
esistenti si occupano principalmente di
animazione per la televisione, producendo
film per il cinema solo di quando in quando, e molti di questi sono versioni cinematografiche di serie animate televisive già
popolari.
La storia dello Studio Ghibli è iniziata
probabilmente più di 30 anni fa, quando
Isao Takahata e Hayao Miyazaki si sono
incontrati per la prima volta. Entrambi
lavoravano alla Toei Animation, uno studio di produzione che a quell’epoca si
occupava solo di film di animazione per
il cinema. Per varie ragioni, però, a un
certo punto lo studio aveva iniziato a
produrre solo cartoni animati per la televisione (una delle serie televisive che
hanno prodotto è “Heidi”, andata in
onda nel 1974. Animata da Miyazaki e
diretta da Takahata, “Heidi” ha ottenuto
un posto di riguardo nel mondo dell’animazione televisiva).
Miyazaki e Takahata, però, non erano soddisfatti delle limitazioni inerenti al mezzo
televisivo. Desideravano fare qualcosa di
più. Volevano creare un’animazione di
altissima qualità, qualcosa che esplorasse
la profondità della mente umana, e che
illustrasse le gioie e i dolori della vita e
delle emozioni umane. Poiché la struttura
degli studi esistenti non permetteva di
realizzare questo tipo di film, si sono resi
conto che non avevano altra scelta che
avviare uno studio proprio.
L’idea iniziale di uno studio non era necessariamente quella di una struttura di lunga
durata. Quando hanno iniziato a lavorare
al loro primo film, “Nausicaä of the Valley
of the Wind”, il loro scopo era quello di
concentrare tutti i loro sforzi e le loro energie su questo lavoro, assicurandosi che il
budget e il tempo fossero sufficienti, in
modo da non dover compromettere la
qualità o il contenuto del film. Miyazaki e
Takahata volevano essere i responsabili
del progetto, non finanziatori dello studio
e dirigenti aziendali. La storia dello Studio
Ghibli sino ad oggi dimostra come le difficoltà progettuali siano state superate, riuscendo nello stesso tempo a raggiungere
un discreto successo commerciale.
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All’inizio, forse, nessuno dei fondatori
creativi e dello staff dello Studio pensava veramente che esso sarebbe sopravvissuto a lungo. “Facciamo un film. Se
viene bene, ne facciamo un altro. Se è un
flop, allora finisce lì...”, era questa la filosofia. Così, per mantenere i rischi al
minimo, non è stato assunto personale a
tempo indeterminato. Sono state assunte circa 70 persone a tempo determinato
per portare a compimento il progetto. Al
termine del film, la squadra è stata sciolta. La sede dello studio era un piano in
affitto in uno stabile a Kichijoji, nella
periferia di Tokyo.
Takahata ha ideato e messo in atto tutte
le politiche del nuovo Studio. È stato lui
che ha prodotto “Nausicaä of the Valley
of the Wind” ed è stata la sua abilità di
dirigente aziendale a dare un forte contributo all’avvio del nuovo Studio. Ha
prodotto anche il film successivo
“Laputa Castle in the Sky”, diretto da
Miyazaki. “Nausicaä” è uscito nel 1984 e
ha portato al cinema quasi un milione di
persone. “Laputa” è uscito nel 1986 ed
ha venduto 775.000 biglietti. Entrambi i
film sono stati bene accolti dalla critica e
dal pubblico.
Ghibli attira l’attenzione dell’industria
cinematografica giapponese
I due film successivi prodotti dallo Studio
Ghibli sono “My Neighbor Totoro” diretto
da Miyazaki, e “Grave of the Fireflies”
diretto da Takahata. L’uscita simultanea
dei due film diretti dai due registi giapponesi di maggior talento è stata una sorta di
evento. E’ stata la prima ed ultima volta!
La produzione simultanea di questi due
film in un unico studio ha generato il caos
allo stato puro. La filosofia dello Studio
Ghili, secondo cui per nessun motivo si
doveva sacrificare la qualità, doveva essere mantenuta a tutti i costi, per cui il lavoro da affrontare sembrava quasi impossibile. Allo stesso tempo, però, nessuno
voleva perdere l’occasione di fare entrambi i film. Chi avrebbe potuto dire quando,
o addirittura se una simile occasione si
sarebbe mai ripresentata? Una volta presa
la decisione di produrli entrambi, nessuno
si è mai guardato indietro, e nessuno ha
mai pensato ad altro che a completarli con
successo.
La ragione principale della nascita dello
Studio era quella di produrre film di altissima qualità. L’amministrazione e la crescita dello Studio come società, come attività commerciale, avevano sempre avuto
un’importanza secondaria. Questa politica
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è probabilmente ciò che ha contraddistinto lo Studio Ghibli e senza di essa, la produzione di questi due film non sarebbe
mai stata possibile.
Una delle persone che ha avuto un ruolo
preminente nella storia dello Studio Ghibli
è Tokuma Yasuyoshi, ex presidente della
Tokuma Shoten. Oltre ad occuparsi della
parte editoriale della Tokuma Shoten,
Tokuma ha sempre partecipato attivamente allo sviluppo di altre attività. E’ stato
anche proprietario dello studio cinematografico Daiei, noto per la produzione di
film diretti da Kenji Mizoguchi, Akira
Kurosawa e la serie “Zatoichi” di Katsu
Shintaro.
Tokuma visitava raramente lo Studio, non
per mancanza di interesse, ma perché credeva fermamente che le decisioni produttive e creative dovevano essere lasciate ai
registi, nei quali riponeva una fiducia
cieca. Li ha aiutati quando il suo aiuto è
stato necessario: è stato lui a prendere la
decisione che ha permesso alla serie
manga originale di Miyazaki, “Nausicaä”,
di diventare un lungometraggio cinematografico, ed è stato lui a fornire il sostegno
economico necessario alla creazione dello
Studio Ghibli.
Organizzare l’uscita di “Totoro” e “Grave
of the Fireflies” non è stato così semplice
come potrebbe sembrare. Entrambi i film
sembravano troppo sobri rispetto ai due
precedenti e i distributori inizialmente non
si sono dimostratati proprio entusiasti
all’idea di puntare su di essi. Tokuma in
persona è andato a trovare i distributori e
ha intrapreso una campagna per fare uscire i due film. Grazie alla combinazione tra
la sua forte personalità e i suoi contatti
personali, è stato in grado di assicurare un
contratto di distribuzione ad entrambi i
film. Se non ci fosse riuscito, probabilmente lo Studio Ghibli ora non ci sarebbe.
I risultati al botteghino di “Totoro” e
“Grave of the Fireflies” non sono stati così
buoni come ci si aspettava. Nonostante
ciò, la critica è stata entusiasta e “Totoro”
in Giappone ha vinto la maggior parte dei
premi cinematografici di quell’anno, ivi
incluso il premio come miglior film.
“Grave of the Fireflies” è stato molto
apprezzato e considerato una vera opera
d’arte. Lo Studio Ghibli ha iniziato ad
essere noto nell’ambito dell’industria
cinematografica giapponese, anche se
non ancora al pubblico giapponese.
“Totoro” ha alla fine ottenuto un profitto
inaspettato. La versione in peluche dell’omonimo animaletto, Totoro, è diventato
un grosso successo nei negozi di giocattoli giapponesi. I pupazzi di peluche sono
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stati immessi sul mercato quasi due anni
dopo l’uscita del film, e non erano stati
creati appositamente per promuovere il
film. E’ stato un fabbricante di peluche ad
intestardirsi sul fatto che Totoro era un personaggio che doveva diventare un gioco; è
stato così insistente nel chiedere l’autorizzazione presso lo Studio Ghibli, che lo studio alla fine gli ha dato il permesso di portare a termine il suo progetto.
Per ironia della sorte, grazie alle vendite di
Totoro, lo Studio Ghibli è stato in grado di
coprire il deficit nei costi di produzione dei
suoi altri film. Totoro è diventato anche il
logo dello studio.
Sebbene oggi Studio Ghibli possegga un
settore interno che si occupa di gadget, la
politica secondo cui la produzione del film
viene prima e il merchandising dei suoi
personaggi viene dopo, non è cambiata.
Ghibli non ha mai preso, e non prenderà
mai, decisioni riguardo ai suoi film basate
su un presunto valore commerciale.
Studio Ghibli – L’inizio della seconda fase
Nel 1989 è uscito “Kiki’s Delivery Service”
(Kiki – Consegne a domicilio), diretto da
Miyazaki, film dello Studio Ghibli che ha
ottenuto un grande successo di botteghino: circa 750.000 persone sono andate al
cinema a vedere il film, che si è piazzato al
primo posto nella hit parade cinematografica giapponese dell’anno. In effetti, la performance di questo film al botteghino
aveva superato quelle di tutti i film dello
Studio Ghibli messi insieme.
Il successo di “Kiki’s”, però, è stato alla
base di una decisione problematica: cosa
fare con lo Studio in quanto società e
come mandarlo avanti. Era ormai chiaro
che lo Studio Ghibli sarebbe andato
avanti per un bel po’, per cui bisognava
affrontare la questione del reclutamento,
l’assunzione e lo sviluppo di uno staff
permanente.
Nell’industria di animazione giapponese,
era uso comune retribuire in base al
numero di opere disegnate o dipinte. Ed
era così che Ghibli aveva pagato i suoi collaboratori. Questo significa che lo staff
che aveva lavorato su “Kiki’s”, aveva ricevuto all’incirca la metà di una paga media
giapponese.
Miyazaki ha fatto due proposte:
1. Introdurre impiegati a tempo pieno con
uno stipendio fisso (che ammontava al
doppio del salario dello staff).
2. Reclutare ciclicamente uno staff e sottoporlo ad un programma di addestramento.
Mentre le condizioni dello Studio miglioravano, le condizioni di tutto il resto del-
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l’industria giapponese erano in declino.
Miyazaki ha deciso che per realizzare film
di qualità in un ambiente simile, era
importante mantenere una base operativa
fissa, stabilire un’organizzazione ben
salda, assumere impiegati a tempo pieno
e perfezionare un programma di addestramento e produzione. E’ l’inizio della
seconda fase dello Studio Ghibli. Questa
posizione è stata appoggiata anche dal
sostenitore finanziario dello studio,
Tokuma.
Nel novembre del 1989, durante la produzione di “Only Yesterday”, diretto da
Takahata, sono stati assunti impiegati a
tempo pieno, è stato perfezionato un programma di addestramento sull’animazione e istituito un regolare reclutamento
annuale. “Only Yesterday” è uscito nel
1991, é stato un altro successo di botteghino e di nuovo il film numero uno dell’anno. E questa è stata una fortuna, perché i
propositi di Miyazaki di raddoppiare i salari, reclutare e addestrare nuovi staff avevano creato un nuovo problema per lo
Studio. Normalmente, l’80% dei costi di
produzione di un film di animazione è
determinato dal costo del lavoro. In questo modo il costo per produrre un film era
improvvisamente raddoppiato.
Per la prima volta, lo Studio Ghibli è stato
obbligato a concentrarsi in modo più forte
sulla pubblicità e sulla promozione dei
suoi film, con un occhio puntato ai crescenti ritorni di botteghino. Se gli enormi
aumenti dei costi di produzione erano inevitabili, allora l’unica soluzione era pianificare strategicamente un aumento degli
incassi al botteghino. Questo non vuol
dire, però, che la politica di non permettere che le decisioni commerciali influenzassero il processo del film fosse messa da
parte.
Hara Toru, il direttore generale dello
Studio Ghibli del periodo, ha descritto
spesso lo Studio Ghibli “con tre A”: Alto
Costo, Alto Rischio, Alto Rendimento.
Produrre un lavoro di alta qualità richiedeva alti costi di produzione e, possiamo
esserne certi, impegnare tutti i proventi
nella produzione di un film la cui buona
accoglienza al botteghino non poteva mai
essere garantita, era un rischio enorme.
Ma mentre questo è vero anche oggi, sebbene i proventi di un film siano alti, questi saranno sempre necessari per la produzione successiva, e potrebbero sempre
non essere sufficienti. Ci sarà sempre l’ultima invenzione in fatto di camera computerizzata, una nuova tecnologia per
registrare il sonoro o, per finire, i computer e i software potenziati necessari agli
animatori per portare la loro arte ad un
livello precedentemente impossibile.
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Tuttavia in questo preciso momento della
storia dello Studio, è stata la difficoltà di
impiegare uno staff a tempo pieno e dover
pagare delle retribuzioni mensili a creare
la situazione per cui Ghibli si è trovato ad
aver bisogno di un moto di produzione
perpetua, iniziando così a mettere in produzione il suo film successivo, “Porco
Rosso”, prima ancora di terminare “Only
Yesterday”.
Poiché “Only Yesterday” era arrivato alla
fase finale e più convulsa della produzione,
ossia poco prima del completamento e
dell’uscita del film, era necessario tutto
l’aiuto possibile da parte del personale
dello Studio e nessuno dello staff poteva
iniziare a lavorare su un nuovo film. Il risultato è stato che all’inizio Miyazaki ha dovuto lavorare da solo su “Porco Rosso”.
Costruendo il nuovo Studio
Per qualche verso potrebbe essere stato lo
stress di essere l’unico componente dell’unità produttiva di animazione, ma un
giorno, improvvisamente, Miyazaki ha
proposto di costruire un nuovo Studio.
Quando si trova ad affrontare un problema apparentemente irrisolvibile, Miyazaki
cerca spesso di trovare una via d’uscita
che va a creare un problema ancora più
grande. Le ragioni che ha dato, tuttavia,
erano convincenti: quando si cerca di
lavorare con le persone migliori, uno
spazio in affitto non fa una grande
impressione. Senza uno spazio adatto, le
persone non possono riunirsi per condividere le idee, e senza l’ambiente adatto
la gente non cresce. Lo spazio che stava
usando lo Studio Ghibli era già pieno: in
300 metri quadri lavoravano circa 90 persone. Il problema era che non c’erano
soldi per costruire un nuovo studio.
Hara, l’amministratore dello studio, un
uomo di buon senso, si è opposto all’idea,
ma la maggior parte dello staff vedeva il
progetto di buon occhio e Tokuma era
totalmente d’accordo. “Diamogli una
chance. Ci sono momenti in cui un uomo
deve portare sulle spalle dei fardelli
pesanti” - ha detto. “Suzuki, le banche
hanno tantissimi soldi!” Alla fine, quando
si è deciso di portare avanti il progetto,
Hara ha lasciato lo Studio.
In questo periodo Miyazaki ha dimostrato
di essere un genio dalle mille sfaccettature. Mentre lavorava a “Porco Rosso”, ha
disegnato i progetti per il nuovo studio,
incontrato i costruttori per fare in modo
che l’edificio si avvicinasse il più possibile
all’immagine che aveva in testa, disegnato gli interni dello studio, riunito, control-
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lato e scelto i materiali e prese tutte le
decisioni finali sulla costruzione. Un anno
dopo, sia il film “Porco Rosso” che il
nuovo studio erano stati terminati. Subito
dopo l’uscita del film, Ghibli si è trasferito
nel nuovo studio a Koganei nella periferia
di Tokyo.
L’area in cui è stato costruito lo studio,
ora detto Studio 1, occupa circa 1.100
metri quadrati e il piano terra della
costruzione
occupa
l’intera
area.
L’edificio ha un piano interrato e tre piani
rialzati. Il terzo piano è occupato dal
reparto amministrativo, il secondo dal
reparto animazione e produzione, mentre
il primo dai reparti di disegno e computer
grafica e dal team delle immagini in digitale. Il piano interrato ospita ciò che era il
reparto fotografia. Al primo piano c’è uno
spazio chiamato “Bar”, una stanza comune per tutto lo staff che serve da sala riunioni, mensa, o sala per occasioni o
eventi speciali. La sala ricreativa per le
donne al primo piano è grande il doppio
rispetto a quella degli uomini anche se il
numero di uomini e donne impiegati è
circa lo stesso. Lo studio possiede un
giardino pensile molto ben curato con
molte piante con panchine e tavoli che
danno su un vivaio. Era un’idea di
Miyazaki avere un roof garden nello
Studio, dove le persone potessero uscire
e prendersi una pausa dal lavoro. L’area
di parcheggio dello stabile è stata appositamente lasciata molto piccola.
Nella primavera del 1999 è stato costruito
un altro stabile, lo Studio 2, di fronte allo
Studio 1. Nel marzo del 2001 è stato
aggiunto lo Studio 3. Tutti gli edifici sono
stati disegnati da Miyazaki. Le costruzioni
in legno, sebbene non particolarmente
ampie, creano un’atmosfera calda e confortevole. Il secondo piano dello Studio 2
è occupato dal reparto scenografie, mentre al primo piano c’è il reparto commerciale. Le sale di montaggio e quelle di proiezione, che ospitano 49 persone, si trovano nel piano interrato. Lo Studio 3 è occupato dal reparto pubblicitario e un gruppo
variabile di persone che lavorano a progetti speciali, oltre ad alcuni componenti
dello staff del Museo Ghibli.
“Porco Rosso”, uscito nelle sale nel 1992,
ha superato al box office tutti i film usciti
nell’anno, tra cui “Hook” di Spielberg e
“La Bella e la Bestia” della Disney.
L’unicità dello Studio Ghibli
Nel 1993 lo Studio Ghibli si è attrezzato di
due grandi telecamere computerizzate ed è
stato allestito un nuovo reparto fotografia.
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Con questa aggiunta, lo Studio possiede
tutti i mezzi necessari a realizzare un film
d’animazione. In quel periodo il resto dell’industria cinematografica in Giappone si
stava muovendo in una direzione diametralmente opposta, scegliendo di specializzarsi e subappaltare il resto dei vari
momenti del processo dell’animazione.
Alla base della ragione per cui lo Studio
Ghibli ha preso la direzione che ha preso,
era la convinzione che lavorare sotto lo
stesso tetto con un obiettivo ed una filosofia dominante comuni fosse importante
per conseguire un lavoro di alta qualità.
Nel 1993 lo Studio Ghibli ha prodotto il
suo primo film d’animazione per la televisione, “The Ocean Waves”. La regia è di
Mochizuki Tomomitsu, che all’epoca
aveva 34 anni. È la prima volta che non
sono Miyazaki o Takahata a dirigere un
film dello Studio. Lo staff produttivo era
giovane e consisteva per la maggior parte
di artisti tra i 20 e i 30 anni. Il loro motto
era “produrre velocemente, a buon prezzo
e con qualità”. Lo special televisivo di 70
minuti è riuscito a conseguire solo uno dei
propositi del motto. Non ha raggiunto
l’obiettivo in termini di tempo e di budget.
Il film del 1994 diretto da Takahata,
“PomPoco”, è diventato anch’esso il
numero uno nella hit parade di incassi dell’anno. Per questo film, la maggior parte
dell’animazione era stata realizzata dallo
staff interno, reclutato e addestrato dopo
il completamento di “Only Yesterday”. In
“PomPoco” lo Studio Ghibli ha fatto uso
dell’animazione al computer per la prima
volta nella sua storia. C’erano solo tre
scene in cui veniva utilizzata l’animazione
al computer, ma era l’inizio di una tendenza che avrebbe preso piede nell’animazione di tutto il mondo.
“Whisper of the Heart” è uscito nell’estate
1995. È diretto da Yoshifumi Kondo,
responsabile dell’animazione di “Grave of
the Fireflies”, “Kiki’s Delivery Service” e
“Only Yesterday”. Miyazaki era il produttore, aveva scritto la sceneggiatura e creato lo storyboard del film. Inoltre, è stato
ampliato l’uso delle tecniche di animazione digitale nella produzione di questo film.
“Whisper of the Heart” è ancora una volta
il numero uno nella classifica degli incassi
giapponesi dell’anno.
Nel novembre 2001, nello studio lavorano
circa 160 persone a tempo pieno, ivi inclusi gli impiegati e lo staff di freelance. Ci
sono 66 animatori, 13 specialisti di tratteggio e pittura, 29 artisti di scenografie, 5
specialisti di immagini digitali, 9 specialisti in computer grafica, 29 impiegati di
produzione, 8 impiegati nella pubblicità e
merchandising e 12 impiegati tra amministrativi e impiegati di altri reparti dell’uffi-
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cio. La maggior parte dello staff è legato
alla produzione. L’età media si aggira
intorno ai 32 anni. Sembra che la caratteristica che rende unico lo Studio Ghibli
risieda nel fatto che la maggior parte del
costo del personale è legato in maniera
diretta al processo produttivo del film. Altre
società sembrano avere costi maggiori in
aree che non sono legate direttamente alla
produzione di un film particolare.
Le strategie di marketing
Ciò che rende unico lo Studio Ghibli è il fatto
di aver ottenuto un riconoscimento per l’alta
qualità dei suoi prodotti, ma al tempo stesso
un enorme successo commerciale. In un
paese come il Giappone, dove la realizzazione di grandi film non viene incoraggiata o
coltivata in maniera particolare, di norma,
sebbene un regista abbia lavorato duramente e abbia prodotto un grande film, il suo
destino economico ha vita breve.
L’industria cinematografica giapponese
sicuramente non se la passa bene.
Ciononostante, è innegabile che i film
dello Studio Ghibli sono andati benissimo.
Vi sono tre ragioni principali.
La prima, ovviamente, è l’alta qualità, l’atteggiamento perfezionistico dei registi.
Oltre a questo, i temi scelti per ogni film
sono sempre attinenti al periodo attuale.
Per esempio, in “PomPoko” i personaggi
sono degli orsetti lavatori, ma allo stesso
tempo rappresentano il popolo giapponese: il film fa riflettere sugli sviluppi in
Giappone negli ultimi 50 anni post bellici.
In “Princess Mononoke” uno dei temi del
film è che il mondo non può essere semplicemente diviso in “buoni” e “cattivi”. I
temi sono rafforzati da bellissime scenografie che ancorano le immagini nella
memoria del pubblico, e l’azione dei film
viene disegnata abilmente e meticolosamente dagli animatori diretti da Miyazaki
e Takahata. Senza questa enfasi sulla
qualità dell’abilità tecnica, a dispetto di
quanto sia grande il piano di marketing,
non si può ottenere nessun vero successo.
La seconda ragione risiede nella continuità dei lavori dello Studio, che ha permesso al pubblico di familiarizzare con un
certo stile di animazione. Non tutti i film
sono stati dei grandi successi di botteghino. Come ho detto prima, è stato solo a
partire da “Kiki’s Delivery Service” che lo
sono diventati, ma l’esistenza dei due film
precedenti, “My Neighbor Totoro” e
“Grave of Fireflies” è fondamentale per
questo successo. I primi due film, usciti
nello stesso momento, non hanno incassato molto, ma la loro qualità è stata esal-
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tata dalla critica e il numero degli estimatori è cresciuto quando sono usciti in
videocassetta e quando sono stati trasmessi in televisione. Sono queste le basi
che hanno permesso a “Kiki’s” di ottenere
un successo di botteghino. Ogni nuovo
film che esce si nutre del successo di quello precedente, dando vita ad una sorta di
catena della fortuna.
La terza ragione è il marketing. In Giappone
i film non sono più il centro d’interesse dell’industria dello spettacolo. Di norma, un
giapponese va al cinema a vedere un film
forse una volta l’anno. Oggi un film non
attira un vasto pubblico solo perché è un
bel film. Deve diventare una sorta di evento, e questo è possibile con un piano di
marketing mirato. Il film deve uscire nel
momento giusto e deve essere creata
un’atmosfera che investa tutta la nazione e
che renda il film “ciò di cui si parla”, il fenomeno “da vedere assolutamente”.
Il marketing di un film comprende molto
più di una semplice pubblicità. Nel caso
dello Studio Ghibli, in cui il budget è in
qualche modo limitato, non possiamo
permetterci di spendere così tanto in
pubblicità. Così siamo obbligati ad usare
dei metodi che non costano troppo,
come ad esempio le campagne pubblicitarie abbinate.
Esiste anche una campagna promozionale
che viene fatta in tutto il paese poco prima
dell’uscita cinematografica. Il regista in persona passa un mese girando le principali
città giapponesi nello stesso periodo in cui il
film esce. Ogni giorno si sposta in una città
e il suo programma della giornata viene
redatto sul momento riempiendolo di interviste e partecipazioni ad eventi promozionali. Un lavoro molto frenetico e stancante. Nel
caso di “Spirited Away” (“La Città incanata”), la campagna promozionale non è stata
fatta perché Miyazaki era completamente
esausto e non era in grado di far fronte ad
un tale impegno. Così, con l’aiuto di Lawson,
sono stati creati vari eventi promozionali che
si sono svolti nei suoi 7.600 negozi.
In questa società orientata sull’informazione e in un periodo in cui c’è una grande
varietà di spettacoli e altri divertimenti, non
possiamo far altro che inserire la promozione e il marketing dei film dello Studio
Ghibli nel processo produttivo del film.
Fintanto che continuiamo a fare film, è una
cosa che dobbiamo fare assolutamente.
Ghibli segna un record
Nel 1995 lo Studio Ghibli ha inizato la produzione del suo undicesimo lungometraggio animato, “Princess Mononoke”
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(Principessa Mononoke). Tratto da una
storia originale di Miyazaki, “Princess
Mononoke” è il primo film diretto da
Miyazaki in oltre cinque anni. Lo Studio
Ghibli costituisce un nuovo staff di computer grafica per realizzare il film e inizia a
sviluppare delle tecniche proprie di animazione al computer.
Al tempo della sua ideazione, “Princess
Mononoke” era un progetto molto difficile. Il genere dei drammi storici giapponesi in costume non era più di moda e il
budget produttivo per realizzare questo
film era di oltre due miliardi di yen, il
doppio rispetto a tutti i progetti precedenti dello Studio. Si sapeva già che
l’avversario di questo film in un’eventuale uscita estiva sarebbe stato “Jurassic
Park 2: The Lost World”. Il buon senso
comune suggeriva che sarebbe stato un
disastro totale.
Miyazaki, però, aveva sognato di fare un
dramma storico giapponese in costume
per anni e questa sembrava essere l’ultima possibilità. Sebbene ogni partner di
coproduzione coinvolto nel progetto
fosse molto dubbioso sull’opportunità di
portare avanti questo progetto, è stato
Tokuma Yasuyoshi, presidente della
Tokuma Shoten, che ha deciso di dare il
via alle danze.
La produzione è durata quasi tre anni e il
film è uscito finalmente nell’estate 1997.
Subito dopo l’uscita di “Princess
Mononoke”, è stato subito chiaro che gli
incassi del film avrebbero superato di
molto qualunque stima immaginata. Il
film ha superato addirittura “E.T.”, che
deteneva il primo posto assoluto negli
incassi giapponesi dal 1983. Alla fine
“Princess Mononoke” è stato superato al
botteghino da “Titanic” ma l’incasso di
19.3 miliardi di yen rappresenta ancora
oggi uno dei maggiori incassi per un film
nazionale in Giappone, seguito da
“Nankyoku Monogatari” (“Antarctica”),
anch’esso del 1983, con un incasso di 10
miliardi di yen.
“Princess Mononoke” è diventato una
sorta di fenomeno in Giappone, e non
solo tra la gente di cinema. I media ne
hanno parlato moltissimo. Il film è diventato un argomento di conversazione, cosa
che ha reso il nome dello Studio Ghibli
ancora più noto.
In questo periodo di grande successo, c’è
stata una tragedia. Kondo Yoshifumi, il
regista di “Whisper of the Heart”, è
morto nel gennaio del 1998. Aveva solo
quarantasette anni. Kondo era un animatore fuoriclasse che collaborava da anni
con Takahata e Miyazaki. E’ stata una
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grande perdita per lo Studio Ghibli, per
l’industria dell’animazione e per chiunque lo avesse conosciuto e avesse lavorato con lui…e con il passare degli anni
l’importanza di tale perdita si fa sentire
sempre di più.
cerca anche allo stesso tempo di introdurre
qualcosa di nuovo. In un certo senso, era
quasi naturale per lo Studio Ghibli far uscire “Yamadas” subito dopo il successo
fenomenale di “Princess Mononoke”.
Dopo “Princess Mononoke”, lo Studio
Ghibli ha prodotto “My Neighbors the
Yamadas”. Tratto dalle strisce a fumetti
originali di Ishii Hisaichi, per la sceneggiatura e la regia di Isao Takahata. Il film
è uscito nelle sale l’estate del 1999. “My
Neighbors the Yamadas” è stato il primo
film dello Studio Ghibli ad essere realizzato completamente con i disegni digitali. Lo Studio non aveva sposato la causa
del digitale ma era ormai chiaro che le
persone in grado di realizzare animali
dipinti a mano erano diventate poche. In
conseguenza di ciò, dopo “Princess
Mononoke”, lo Studio si è concentrato
sulla creazione e la fotografia digitale.
L’animazione principale e gli sfondi
erano, e sono tutt’ora, dipinti a mano,
ma la maggior parte degli altri processi
di lavorazione da quel momento in poi
sono stati soppiantati dai computer.
Sfortunatamente, “Yamadas” non è stato
un gran successo commerciale come lo era
stato “Mononoke”, anche se la critica l’ha
apprezzato moltissimo. Mentre si spera
sempre in un successo commerciale, si
Le attività internazionali
Circa dieci anni fa, l’uscita commerciale
all’estero dei film dello Studio Ghibli era
limitata principalmente a Hong Kong e
Taiwan. Le cose sono cambiate verso la
metà degli anni ‘90. “My Neighbor
Totoro” è uscito in alcune sale cinematografiche degli Stati Uniti e, poco dopo, la
20th Century Fox Home Entertainment lo
ha fatto uscire in video vendendo quasi
mezzo milione di videocassette. E’ stato,
allora, un risultato notevole per un film
giapponese. Nello stesso periodo
“PomPoco” è stato scelto per rappresentare il Giappone agli Oscar nella categoria
Miglior Film Straniero.
Poi, nel 1996, è avvenuta una conversazione tra Ghibli e Disney. Disney propone
una partnership con Ghibli che include la
distribuzione di tutti i film dello Studio
Ghibli nel mondo, ivi incluso “Princess
Mononoke”, che a quei tempi era ancora
in fase di produzione. Lo Studio Ghibli
voleva trovare una società internazionale
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per creare una partnership, una società
che comprendesse veramente l’animazione e che avrebbe trattato seriamente i propri film. In veste di produttore, è sempre
un gran piacere vedere che il pubblico di
tutte le nazionalità o razze apprezzano
veramente il film che sono stati fatti dal
nostro Studio. La Disney sembrava trovarsi perfettamente d’accordo con la nostra
filosofia. Così lo Studio Ghibli ha deciso di
avviare una partnership.
La prima uscita Disney di un film dello
Studio Ghibli è l’uscita nord americana
in video di “Kiki’s Delivery Service” nel
settembre 1998, ottenendo un ottimo
risultato, tanto da essere segnalato
“video dell’anno” da una rivista di
Hollywood.
Nell’ottobre del 1999 “Princess Mononoke”
è uscito al cinema nel Nord America e sebbene l’incasso sia stato alquanto deludente, la critica si è dimostrata ancora una
volta entusiasta. “Princess Mononoke” è
uscito anche in Francia nel gennaio 2000
ed è stato un successo commerciale e di
critica. Il film, in seguito, è uscito anche in
Italia, Spagna, Germania e altri paesi
europei.
Oltre a lavorare con Disney nella distribuzione theatrical internazionale, lo Studio
Ghibli ha lavorato con Disney anche per il
mercato video. Per quanto riguarda i film
prodotti dopo “Princess Mononoke”,
Studio Ghibli e Disney hanno optato per la
distribuzione di ogni singolo film paese
per paese.
Sebbene lo Studio Ghibli ora lavori con
Disney per la distribuzione dei suoi film, il
suo lo stile non è cambiato. I registi realizzano i loro film pensando fondamentalmente al Giappone. Se nel tempo si
dovesse scoprire che i nostri film sono
apprezzati allo stesso modo anche
all’estero, sarebbe fantastico.
Il presente e il futuro dello Studio Ghibli
Nel luglio 2001 è uscito “Spirited Away”
(La Città Incantata), il capolavoro di
Miyazaki. Nel momento in cui sto scrivendo
(ottobre 2001), il film è ancora nelle sale, e
il suo record di 18 milioni di spettatori ha
superato anche “Titanic”. Non vi sono
dubbi che “Spirited Away” diventerà anche
il film con il maggior incasso nella storia
del Giappone2. Sebbene l’attenzione si sia
concentrata molto sui risultati di botteghino, il successo del film non sarebbe mai
stato possibile senza la calda accoglienza
della critica, che ha fatto sì che persone di
tutte le età e di tutto il Giappone abbiano
sentito il desiderio di vedere il film.
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Mentre “Spirited Away” era in produzione, Miyazaki ha portato a termine anche
un altro progetto, Il Museo Ghibli, a
Mitaka. Il museo non nasce solo per poter
guardare i disegni e altre cose. Per un
certo verso, l’edificio del museo è esso
stesso un’opera d’arte. È anche uno spazio che offre alla gente l’opportunità di
fare una ricca varietà di esperienze. Il
Museo Ghibli ha aperto il 1° ottobre 2001.
nel suo sviluppo. Il Museo Ghibli può
essere una parte di questo perché è un
luogo fisico, è qualcosa di diverso dalla
produzione di film. E nei film che realizza,
lo Studio Ghibli fornirà sempre un nuovo
tipo di spettacolo, mantenendo sempre
intatta la sua identità unica.
Toshio Suzuki
(Presidente Studio Ghibli)
È un vero peccato che Tokuma Yasuyoshi,
che ha reso possibile la realizzazione di
entrambi i progetti, sia passato a miglior
vita nel settembre 2000 senza poter vedere terminati nessuno dei due progetti.
Aveva 78 anni.
A partire da “Princess Mononoke”, lo
Studio Ghibli sembra essere cambiato. Il
nome dello Studio è noto quasi a tutti e ha
molte più responsabilità nei confronti
della società in generale. Le aspettative
sono sempre più alte.
Per non deludere queste aspettative,
penso che lo Studio non dovrebbe limitarsi a cercare di compiacere la gente e
dovrebbe continuare sulla stessa strada,
cercando sempre di esplorare qualcosa di
nuovo. Il che significa che lo Studio Ghibli
ora si trova ad affrontare un terzo stadio
Il film ha fatto registrare 23 milioni di spettatori soltanto in
Giappone ed è ancora oggi il più grande incasso giapponese di
tutti i tempi.
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FILMOGRAFIA COMPLETA
2004 IL CASTELLO ERRANTE DI HOWL
Dal romanzo di Diana Wynne Jones
Sceneggiatura di Hayao Miyazaki
Musiche di Joe Hisaishi
Canzone interpretata da
Chiedo Baisho
Prodotto da Toshio Suzuki
Regia di Hayao Miyazaki
2001 LA CITTA’ INCANTATA
Storia originale e sceneggiatura di
Hayao Miyazaki
Musiche di Joe Hisaishi
Canzone interpretata da
Youmi Kimura
Prodotto da Toshio Suzuki
Regia di Hayao Miyazaki
1995 WHISPER OF THE HEART
Manga originale di Aoi Hiiragi
Sceneggiatura di Hayao Miyazaki
Musiche di Yuji Nomi
Prodotto da Toshio Suzuki
Regia di Yoshifumi Kondo
1994 POM POKO
Storia originale e sceneggiatura di
Isao Takahata
Musiche di Shang Shang Typhoon
Prodotto da Toshio Suzuki
Regia di Isao Takahata
1993 THE OCEAN WAWES
(realizzato per la televisione)
Storia originale di Saeko Himuro
Musiche di Shigeru Nagata
Regia di Tomonori Mochizuki
1999 MY NEIGHBORS THE YAMADAS
Manga originale di Hisaichi Ishii
Sceneggiatura di Isao Takahata
Musiche di Akiko Yano
Prodotto da Toshio Suzuki
Regia di Isao Takahata
1992 PORCO ROSSO
Storia originale e sceneggiatura di
Hayao Miyazaki
Musiche di Joe Hisaishi
Canzone eseguita da Tokiko Kato
Regia di Hayao Miyazaki
1997 PRINCIPESSA MONONOKE
Storia originale e sceneggiatura di
Hayao Miyazaki
Musiche di Joe Hisaishi
Prodotto da Toshio Suzuki
Regia di Hayao Miyazaki
1991 ONLY YESTERDAY
Manga originale di Hotaru Okamoto
e Yuko Tone
Sceneggiatura di Isao Takahata
Musiche di Masaru Hoshi
Prodotto da Toshio Suzuki
Regia di Isao Takahata
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1989 KIKI’S DELIVERY SERVICE
Storia originale di Eiko Kadono
Sceneggiatura di Hayao Miyazaki
Musiche di Joe Hisaishi
Canzoni di Yumi Arai
Prodotto e diretto da Hayao Miyazaki
1988 GRAVE OF THE FIREFLIES
Storia originale di Akihiko Nosaka
Musiche di Michio Mamiya
Regia di Isao Takahata
1988 MY NEIGHBOR TOTORO
Storia originale e sceneggiatura di
Hayao Miyazaki
Musiche di Joe Hisaishi
Regia di Hayao Miyazaki
1986 LAPUTA: CASTLE IN THE SKY
Storia originale e Sceneggiatura di
Hayao Miyazaki
Musiche di Joe Hisaishi
Prodotto da Isao Takahata
Regia di Hayao Miyazaki
1984 NAUSICAA DELLA VALLE
DEL VENTO
Storia originale e Sceneggiatura di
Hayao Miyazaki
Musiche di Joe Hisaishi
Prodotto da Isao Takahata
Regia di Hayao Miyazaki
MUSEO GHIBLI
Il Museo Ghibli, a Mitaka, è un museo
dedicato all’animazione, inaugurato il 1°
ottobre 2001 nel parco di Inokashira
Onshi. Hayao Miyazaki è il Direttore
Esecutivo del Museo.
Scopo del Museo non è quello di mostrare i lavori del passato, bensì quello di creare cose nuove. Vuole essere un luogo in
cui i visitatori possono sperimentare per
se stessi, scoprire cose e trovare da soli la
chiave del processo creativo.
L’aspetto del museo è davvero unico. Il
palazzo è colorato e le linee colorate si
intrecciano in modo inaspettato. L’interno
è formato da tre piani, uno sotterraneo e
due in superficie, oltre al roof garden. La
hall centrale è comune a tutti i piani ed è
coperta da un coloratissimo lucernario. Ci
sono un ascensore in vecchio stile, una
grande scala a chiocciola e piccoli ponti a
vista che collegano un settore all’altro
attraversando l’open space. Il tetto è
coperto di erba e piante e campeggia
un’enorme riproduzione del robot soldato
del film Laputa Castle in the Sky.
La stanza dell’esposizione permanente al
piano più basso introduce i visitatori ai
principi, allo sviluppo e alle varie forme di
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espressione che l’animazione ha attraversato negli anni. C’è un piccolo cinema, il
Saturn Theater, dove vengono proiettati i
cortometraggi originali realizzati in esclusiva e che quindi sono visionabili solo al
Museo.
Il piano terra è dedicato alla “nascita del
film”: i visitatori sono introdotti nel laboratorio di animazione immaginario chiamato “Studio Piccolo” (in italiano!). Qui
viene mostrato il processo attraverso cui
l’immaginazione e le idee dei vari creativi
si fondono per la creazione di un film. La
stanza dell’Esposizione Speciale è invece
dedicata ai nuovi progetti.
Nella stanza chiamata “Cat Bus Room”, i
bambini vengono incoraggiati e toccare
gli oggetti e a giocare con un enorme
“gattobus”, dal film My Neighbor Totoro.
Nella libreria (“Three Hawk Bookstore”) è
possibile consultare e/o acquistare i libri
consigliati da Miyazaki e dal suo staff.
“Mamma Aiuto” è il nome del negozio
dove sono in vendita gli oggetti realizzati
in esclusiva per il Museo, mentre nella caffetteria “Straw Hat” vengono serviti snack
e pietanze “fatte in casa”.
Sito internet: www.ghibli-museum.jp
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Impaginazione e realizzazione grafica
Finito di stampare nel mese di agosto 2005
presso Selegrafica 80