Oltre il calzare

Transcript

Oltre il calzare
Il Rosso e il Nero
Settimanale di strategia
OLTRE IL CALZARE
22 luglio 2010
Le borse tra tuttologia e utili
Ne ultra crepidam. Non oltre il
sandalo, dice il pittore Apelle al
ciabattino che si permette di dare
giudizi non solo su come sono stati
dipinti i calzari, ma anche su altri
dettagli del quadro. Le borse non hanno
un Apelle che freni la loro tendenza alla
tuttologia e per dieci mesi all’anno si
occupano di aste greche, di elezioni in
Westfalia, di disoccupati americani e di
come il dodicesimo piano quinquennale Giorgio Vasari. Apelle e il calzolaio.
cinese tratterà il tema dell’edilizia 1570. Casa Vasari. Firenze
residenziale. Quattro volte l’anno, nelle
prime due settimane di pubblicazione dei bilanci trimestrali, tornano per
fortuna al mestiere per cui sono state concepite e per il quale si suppone
abbiano un’utilità sociale, ovvero la valutazione della redditività presente e
futura delle imprese quotate.
Per l’ennesima volta le grandi società quotate confermano la loro grande
capacità di difendere i loro alti margini. Lo hanno fatto nei mesi più cupi
della crisi e lo fanno a maggior ragione in una fase di crescita, sia pure
moderata. Tutto fa pensare che siano pronte ad affrontare bene la
prospettiva di una crescita anche più bassa dell’attuale.
La tecnologia va benissimo per tre fattori. Il primo è la ricostituzione
delle scorte, praticamente azzerate durante la crisi. Il secondo è la domanda
delle imprese, debole se si pensa a nuovi capannoni ma fortissima per il
software, i computer e la robotica. Il terzo è la forte richiesta del pubblico,
che compra meno case e meno auto di una volta e proprio per questo ha i
soldi per regalarsi l’ultimo modello di cellulare o di notebook. Il primo fattore
sta venendo meno, ma gli altri due continueranno a dare un sostegno potente
al settore.
Alcuni comparti su cui erano diffusi timori, come minerari e petroliferi,
stanno andando in realtà molto bene. Le banche, sulle quali circolavano le
ipotesi più nere, offrono risultati
contrastanti. Alcune cominciano a
rimpicciolire, altre inciampano in un
trimestre negativo per il trading
perché, come può capitare a qualsiasi
trader, non hanno capito il mercato.
Quello che però conta non è che
alcune abbiano deluso, ma che altre
abbiano
invece
sorpreso
positivamente pur concentrandosi
nella loro attività caratteristica. Il
Vincent Van Gogh. Scarpe. 1888
messaggio è che anche nel nuovo
mondo delle regole strette e della leva più bassa è possibile avere utili record
(tra l’altro non con il carry di curva, ma erogando molto classicamente
prestiti).
Poche società di largo consumo hanno riportato finora e può darsi che
qualcuna sia stata penalizzata dalla forza del dollaro (un problema che andrà
certamente attenuandosi nei prossimi mesi). Nel complesso uscirà comunque
confermata, in tutti i settori, la forza finanziaria delle imprese. L’accumulo
trimestre dopo trimestre di utili e l’estrema oculatezza sulle spese hanno
come risultato una cassa sempre più gonfia. Gli acquisti di azioni proprie si
sono fatti una brutta fama negli anni del boom (le azioni venivano comprate
care, tipicamente ai massimi) e nella prima fase della crisi (gli acquisti furono
effettuati troppo presto). Da qui in avanti tuttavia, in una prospettiva di
crescita bassa e con livelli depressi dei corsi azionari, i buyback potranno
finalmente avere senso e contribuiranno a stabilizzare i mercati nei momenti
di avversione al rischio.
Si diceva che queste sono le due settimane al trimestre in cui le borse si
concentrano finalmente su se stesse. Anche in questi giorni però non si riesce
a non guardare al mondo esterno. Ai mercati arrivano spinte da tutte le
direzioni e queste spinte, per il momento, si bilanciano tra loro.
2
Dal quadro macro americano arrivano i messaggi più deludenti. I segnali
di rallentamento (qua e là perfino di azzeramento) della crescita sono ormai
diffusi su tutto lo spettro degli indicatori (occupazione, consumi, case,
sentiment e adesso anche produzione). Fa pensare che gli stimoli fiscali
concepiti nel 2009 avranno effetti decrescenti nei prossimi trimestri. Le stime
ufficiali della Fed che Bernanke ha presentato al Congresso (3.5 di crescita
per quest’anno e 4 per il prossimo) appaiono drammaticamente invecchiate e
nessuno ci crede più, come si è visto dal dibattito che ha seguito la relazione.
Qui l’aspetto consolante è che le borse e i Treasuries hanno già interiorizzato
in larga misura (e probabilmente perfino troppo) lo scenario del
rallentamento.
Spinte positive arrivano invece dall’Europa. In parte si tratta
semplicemente del risveglio progressivo dagli incubi apocalittici di maggio e
giugno, ma ci sono anche dati macro e
societari
positivi
in
assoluto.
L’immagine dell’Europa è molto
migliorata, forse fin troppo, ed è
significativo che negli ultimi giorni, tra
aste greche e spagnole coronate da
successo, l’unica emissione che non è
andata interamente sottoscritta sia
stata di trentennali tedeschi. Le
numerose anticipazioni di risultati
positivi degli stress test sulle banche
hanno poi tolto parecchio pathos alla
scadenza di venerdì, che ormai non fa
più paura a nessuno.
Spinte contradittorie arrivano infine
dalla
Cina.
Il
rallentamento
dell’economia è ora evidente e non è
trascurabile. I prezzi delle case di
Pechino e Shanghai hanno iniziato a Mathieu Missiaen. Shoe Art. Origami.
2009
scendere, ma l’obiettivo del governo di
una riduzione complessiva del 20-30 per
cento richiederà ancora qualche mese. Detto questo, l’immobiliare nelle
grandi metropoli della costa non è l’unica variabile che stia a cuore al
governo. L’impressione è che nel resto dell’economia stia terminando la fase
di frenata, anche se non è ancora iniziata la fase di riaccelerazione.
La Cina gode oggi sui mercati di un immenso prestigio e di un’enorme
capacità di influenza. Un suo simbolico acquisto di titoli di stato spagnoli è
bastato a dare il via a un’ondata di ricoperture (come d’altra parte l’interesse
3
del ricco e avveduto Qatar per gli asset greci sta avendo un effetto
altrettanto positivo sulla borsa di Atene). Tre giorni di seguito di rialzo di
Shanghai hanno già acceso le speranze di tutto il mondo. Da questo
momento in avanti sarà sufficiente anche un semplice miglioramento della
retorica cinese per calmare le ansie dei mercati per il rallentamento
americano. E’ possibile dunque che le parole e le borse cinesi migliorino
prima dei tassi e dei dati macro.
E’ sempre più chiaro che i prossimi mesi, oltre che dalle decisioni cinesi,
saranno definiti dalla debolezza dell’economia americana. Questa debolezza
ha fatto e farà parlare molto di double dip e di deflazione, ma né l’uno né
l’altra sono all’orizzonte. Va detto però che quello che preoccupa i mercati,
ancora più del double dip, è la percezione di una strana apatia da parte della
Fed, del Congresso e dell’Amministrazione. In certi momenti sembra davvero
che non abbiano più nulla da dire e che siano lontani e distaccati.
In realtà c’è tensione e nervosismo. Il Congresso ha varato il suo ultimo
compitino fiscale con un minipacchetto che prolunga i sussidi per i
disoccupati. Non farà altro fino a dicembre. Ci sono le elezioni di mezzo e
l’elettorato non apprezza le misure che allargano il disavanzo.
Amministrazione e Fed aspettano anch’esse di vedere che Congresso
emergerà dal voto di novembre per capire quanti e quali aumenti di tasse
potranno essere fatti passare in dicembre. Nel frattempo mantengono la
finzione di una crescita regolare. La Fed, in particolare, finge di occuparsi a
tempo pieno di exit strategy, ma in realtà pensa esattamente al contrario e
cioè al come, al quando e al quanto
rendere la politica monetaria ancora
più espansiva.
Jeff Yojeff Mercer. Red Glass Shoes
Agosto, settembre e ottobre
trascorreranno senza infamia e senza
lode. La crescita sarà bassa, ma non
così bassa da richiedere interventi
urgenti. I mercati si muoveranno in
un range ed esiteranno a prendere una
direzione decisa proprio perché a fine
anno molte cose potrebbero cambiare.
Dal voto di novembre, visto da molti osservatori come uno dei più
importanti voti di metà mandato degli ultimi decenni, potrà uscire un
Congresso ancora democratico che aumenterà le tasse oppure un Congresso
che obblighi Obama alla coabitazione con i repubblicani, una situazione in
cui Clinton dette il meglio di sé e che secondo alcuni non sarebbe del tutto
sgradita allo stesso Obama, che nel 2012 potrebbe così ripresentarsi
4
candidato condividendo con l’opposizione tutti i problemi e le mancate
soluzioni, in particolare sulla disoccupazione.
Il fatto che molte cose appaiano bloccate o congelate non deve fare
pensare che non ci siano più armi (o la volontà di usarle) per combattere
un’eventuale scenario giapponese di bassa crescita e deflazione strisciante. Le
armi ci sono e si tratta di decidere se usarle un poco alla volta (come fa la
Bank of England con una certa spregiudicatezza) o se concentrarle in un
attacco ad alta visibilità e di forte impatto.
Alessandro Fugnoli +39 02-777181
Disclaimer
Kairos Partners SGR SpA Via Bigli 21, Milano.
La presente pubblicazione è distribuita da Kairos Partners SGR. Pur ponendo la massima cura nella predisposizione della presente pubblicazione e considerando
affidabili i suoi contenuti, Kairos Partners SGR non si assume tuttavia alcuna responsabilità in merito all’esattezza, completezza e attualità dei dati e delle
informazioni nella stessa contenuti ovvero presenti sulle pubblicazioni utilizzate ai fini della sua predisposizione. Di conseguenza Kairos Partners SGR declina
ogni responsabilità per errori od omissioni.
La presente pubblicazione viene a Voi fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, non costituendo in nessun caso offerta al pubblico di prodotti
finanziari ovvero promozione di servizi e/o attività di investimento nè nei confronti di persone residenti in Italia nè di persone residenti in altre giurisdizioni, a
maggior ragione quando tale offerta e/o promozione non sia autorizzata in tali guirisdizioni e/o sia contra legem se rivolta alle suddette persone.
Né Kairos Partners SGR né alcuna società appartenente al Gruppo Kairos potrà essere ritenuta responsabile, in tutto o in parte, per i danni (inclusi, a titolo
meramente esemplificativo, il danno per perdita o mancato guadagno, interruzione dell’attività, perdita di informazioni o altre perdite economiche di qualunque
natura) derivanti dall’uso, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalità, dei dati e delle informazioni presenti nella presente pubblicazione.
La presente pubblicazione può essere riprodotta unicamente nella sua interezza ed esclusivamente citando il nome di Kairos Partners SGR, restandone in ogni
caso vietato ogni utilizzo commerciale. La presente pubblicazione è destinata all’utilizzo ed alla consultazione da parte della clientela professionale e commerciale
di Kairos Partners SGR cui viene indirizzata, e, in ogni caso, non si propone di sostituire il giudizio personale dei soggetti a cui si rivolge. Kairos Partners SGR ha
la facoltà di agire in base a/ovvero di servirsi di qualsiasi elemento sopra esposto e/o di qualsiasi informazione a cui tale materiale si ispira ovvero è tratto anche
prima che lo stesso venga pubblicato e messo a disposizione della sua clientela. Kairos Partners SGR può occasionalmente, a proprio insindacabile giudizio,
assumere posizioni lunghe o corte con riferimento ai prodotti finanziari eventualmente menzionati nella presente pubblicazione. In nessun caso e per nessuna
5
ragione Kairos Partners SGR sarà tenuta, nell’ambito dello svolgimento della propria attività di gestione, sia essa individuale o collettiva, ad agire
conformemente, in tutto o in parte, alle opinioni riportate nella presente pubblicazione.