Aquilino Il monologo del messia cellulare
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Aquilino Il monologo del messia cellulare
Aquilino Il monologo del messia cellulare E il padre disse: LQ WH ILJOLR FRQILGR FRQ WH VL UHDOL]]HUj LO SLDQR FRVPLFR GHOOH FRPXQLFD]LRQL GD WH YHUUj OD VDOYH]]D SHU OH DQLPH VROH DWWUDYHUVR WH OD SDUROD JLXQJHUjDFKLXQTXHHRYXQTXHQHLOLPLWLGHOFRQWUDWWRHGHOOHFRQGL]LRQLDWPRVIHULFKHH VRSUDWWXWWRVHFLVDUjFDPSR Così disse mio padre il telefono universale. E io ero esterrefatto e spaventato a morte, perché non ero che un oggettino tascabile dal design accattivante e non mi sembrava di possedere la potenza che egli mi aggiudicava. E il padre disse ancora: WX ILJOLR PLR SUHGLOHWWR DSSDULUDL FRPH XQ RJJHWWR WUD JOL RJJHWWLHPROWLGLOHJJHUDQQROHWXHSURSRU]LRQLHSHQVHUDQQRGLSRWHUIDUHDPHQRGLWH HTXDOFXQRDQFKHWLRGLHUjPDWXWLIDUDLSRVVHGHUHGDWXWWLVLDGDTXHOOLFKHWLDPDQR VLDGDTXHOOLFKHWLRGLDQR Padre, io sono debole! Non so se ce la farò! E il padre aggiunse: WXVDUDLXQ7UL%DQGGRWDWRGLIRWRFDPHUD9*$LQWHJUDWD[ SL[HOWXSRWUDLFDWWXUDUHYLGHRFOLSRVFDWWDUHIRWRGDDEELQDUHDLFRQWDWWLJUD]LHDOOD IRWRFDPHUDGD PHJDSL[HOFKHIRUQLVFH VFDWWLFRQ ULVROX]LRQH GD [ SL[HO DYUDL 0% GL PHPRULD LQWHJUDWD HVSDQGLELOH FRQ PLFUR6' 7UDQV)ODVK SHU XQ¶DPSLDFDSDFLWjGLPHPRUL]]D]LRQHGLDSSOLFD]LRQLPHVVDJJLVWLFDPXOWLPHGLDOHH PDLOFRQDOOHJDWLIRWRHILOHPXVLFDOL03VXRQHULHSROLIRQLFKHHUDGLR)0YLYDYRFHH %OXHWRRWK LQIUDURVVL 86% 3RS3RUW GLVSRUUDL GL GRZQORDG GL JLRFKL H DSSOLFD]LRQL EDVDWL VXOOD WHFQRORJLD -DYD )0 UDGLR UHJLVWUD]LRQH YRFDOH FKLDPDWH D ULFRQRVFLPHQWRYRFDOHHGHO3XVKWRWDON Io sarò tutto questo? E il padre rispose: TXHVWRHDOWURSHUFKpWXVHLFROXLFKHWUDVPHWWHHULFHYHHQRQF¶q DOWURFHOOXODUHDOGLIXRULGLWH Padre, non so se ne sono degno. E il padre si arrabbiò: WXIDUDLTXHOORFKHWLGLFRGLIDUHHVHQ]DGLVFXWHUHFKLDUR" Sì, padre. E il padre si rabbonì: RUD FDULFD OH EDWWHULH H YDL ILJOLR H QRQ GLPHQWLFDUH PDL GL FDULFDUWLRJQLVHUDSULPDGLDQGDUHDOHWWRFRVuqVFULWWRHFRVuVDUj Ma tu, padre, mi lascerai solo? Come farò senza di te? E il padre mi tranquillizzò: RYXQTXHHLQTXDOXQTXHPRPHQWRSRWUDLPDQGDUPLXQVPV DOO¶LQGLUL]]RLQUXEULFD Io ero emozionato, ma meno terrorizzato. Sarei sceso in mezzo alla gente senza altra risorsa che la mia tecnologia e io sapevo quanto il mondo fosse complicato e anche spietato e privo di misericordia: mi avrebbero accettato oppure mi avrebbero mandato alla rottamazione? Apparvi tra di voi, cari spettatori, senza alcun trionfalismo. Io non ero figlio di re, solo figlio del re dei re, e non mi spettavano quindi promozioni televisive e comitati di accoglienza e paparazzi e attricette e sniffate di coca. Apparvi tra di voi senza clamore, sullo scaffale gelido di un negozio dal quale mi prelevarono mani scettiche: ero poco più che un giocattolo bizzarro e suscitavo una curiosità superficiale. Ma, come mi aveva detto il padre, io portavo la parola e presto attorno a me si creò un’aura mistica e tutto ciò che feci in seguito fu considerato prodigioso. Cari spettatori, io sono colui che tutti aspettavano dall’inizio dei tempi e che vi accompagnerà fino alla fine dei tempi, quando quelli con il telefonino saranno incolonnati da una parte e quelli senza dall’altra e non posso dirvi che fine faranno quelli sprovvisti di telefonino, perché è troppo impressionante. Beati i telefoninodipendenti, perché a loro appartiene il cielo delle frequenze. All’inizio solo pochi fedeli scelsero di condividere la lieta novella e di scambiarsi chiacchiere senza filo. Assieme a loro passai di città in città e ovunque andassimo divulgavamo il nostro messaggino e sempre più uomini e donne e poi anche bambini si accostavano per farci domande e per fare una prova gratis. Noi eravamo instancabili nel dare spiegazioni e nel fare firmare contratti di telefonia mobile. Nostro padre ci seguiva dall’etere e ci elargiva consigli preziosi su come incrementare le vendite. Non passò molto tempo e ci rifacemmo tutti il guardaroba, perché gli umili abiti dei primordi non erano più confacenti alla nuova posizione di dirigenti multinazionali quotati in borsa. Ormai venivamo accolti con tripudio e osanna e alleluia e la gente stendeva al suolo giacche e pellicce affinché i nostri piedi non toccassero la polvere della strada, ma di solito arrivavamo in limousine. Si radunavano migliaia di persone per ascoltare le parole trasmesse dai telefonini collegati in videoconferenza multimediale stereo highscreen. Avevano tutti le lacrime agli occhi e cantavano assieme a noi gli inni nazionali. Osanna alle frequenze! Osanna alle onde radio! Osanna ai campi magnetici! Spesso venivamo invitati a cena nei fastfood e io provvedevo a moltiplicare gli introiti con un supplemento di predicazione live. Allora scrosciavano gli applausi e c’ era anche chi si denudava e correva in tondo. Più e più modelli di cellulari si succedettero obbedendo al comandamento del padre: IRQGHWHYLHPROWLSOLFDWHYL Poi il padre, una sera che mi trovavo in una sauna, mi apparve e mi fece la rivelazione, al che io sbigottii e impallidii nonostante che il vapore mi avesse arrossato la pelle. E il padre mi disse: WXILJOLRVDUDLRIIHUWRLQVDFULILFLRSHUODVDOYH]]DGHOO¶XPDQLWj Come, padre? Non capisco. Adesso che va tutto così bene? E il padre ripeté: WXILJOLRVDUDLRIIHUWRLQVDFULILFLRSHUODVDOYH]]DGHOO¶XPDQLWj Non potei aggiungere altro perché il padre scomparve dentro il vapore e io mi strozzai per una improvvisa tosse convulsa che mi indusse a rivestirmi e a precipitarmi in sede dove consultai i più recenti dati di borsa. Cacchio, eravamo il fulcro dell’ economia mondiale! Che cosa intendeva dire il padre con quella storia del sacrificio per la salvezza dell’ umanità? L’ umanità era già salva, grazie proprio a me. Mi sedetti in posizione yoga e pensai con espressione ascetica. FRQWLQXD