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ANAAO TOSCANA
Domenica, 22 marzo 2015
ANAAO TOSCANA
Domenica, 22 marzo 2015
Anaao Toscana
22/03/2015 Corriere Fiorentino Pagina 13
Cinzia Colosimo
La denuncia: «Se non sei di Pisa niente medicine»
22/03/2015 Corriere Fiorentino Pagina 13
Viola Centi
Muore a 17 anni per meningite, terapia per cento
22/03/2015 Il Tirreno Pagina 45
22/03/2015 Il Tirreno (ed. Piombino­Elba) Pagina 22
5
In tante alla giornata della prevenzione
22/03/2015 Il Tirreno (ed. Piombino­Elba) Pagina 42
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Interrogazione sulla mancata adesione all'Home care
22/03/2015 Il Tirreno (ed. Pisa) Pagina 15
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Benzina a spese dell' Asl medico sotto processo
22/03/2015 Il Tirreno (ed. Pistoia­Montecatini) Pagina 15
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Nel mirino gli scarichi del nuovo ospedale
22/03/2015 Il Tirreno (ed. Pistoia­Montecatini) Pagina 16
9
Pegaso atterrerà al «Severmino»
22/03/2015 Il Tirreno (ed. Pistoia­Montecatini) Pagina 16
10
Il presidio ha funzioni di pronto soccorso
22/03/2015 Il Tirreno (ed. Pistoia­Montecatini) Pagina 35
11
Nasce il primo ambulatorio medico mobile
22/03/2015 Il Tirreno (ed. Pistoia­Montecatini) Pagina 37
13
«Il sistema sanitario a Prato è al collasso»
22/03/2015 Il Tirreno (ed. Pistoia­Montecatini) Pagina 37
15
I soldi non bastano per pagare la retta alla suocera ricoverata
22/03/2015 Il Tirreno (ed. Pistoia­Montecatini) Pagina 37
17
«Coi soldi promessi qualcosa migliorerà»
22/03/2015 Il Tirreno (ed. Pontedera) Pagina 15
18
Pieni di benzina a spese dell' Asl: medico a giudizio
22/03/2015 Il Tirreno (ed. Pontedera) Pagina 20
19
«Non siamo di fronte a un' epidemia»
22/03/2015 Il Tirreno (ed. Pontedera) Pagina 20
20
Le macchie sulla pelle e la febbre, i sintomi della malattia
22/03/2015 Il Tirreno (ed. Pontedera) Pagina 20
21
Muore per la meningite uno studente di 17 anni
22/03/2015 Il Tirreno (ed. Viareggio) Pagina 11
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Meningite, muore a 17 anni
ROSSI SERGIO
Riforma Asl, non si placa la rabbia Ma dalla Regione solo il silenzio
22/03/2015 La Nazione (ed. Arezzo) Pagina 22
22/03/2015 La Nazione (ed. Empoli) Pagina 3
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Ucciso dalla meningite a 17 anni
22/03/2015 La Nazione (ed. Empoli) Pagina 4
27
Scatta la profilassi per cento persone «La situazione è sotto...
22/03/2015 La Nazione (ed. Grosseto) Pagina 1
29
La Banca della Maremma aderisce a «Cento città contro il...
22/03/2015 La Nazione (ed. Grosseto) Pagina 5
30
Un settore da 15 milioni di presenze La mappa delle strutture in provincia
22/03/2015 La Nazione (ed. Livorno) Pagina 13
32
«Sanità, serveun impegno serio»
22/03/2015 La Nazione (ed. Lucca) Pagina 11
33
«Macché 410 posti letto, non è vero» Anche i...
FRUZZETTI ANGELA MARIA
La Croce Verde organizza un corso per usare il defibrillatore
22/03/2015 La Nazione (ed. Pistoia­Montecatini) Pagina 9
Dalle poesie di Martina un ambulatorio mobile
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«Tanti aspetti da chiarire La fretta non ci convince»
22/03/2015 La Nazione (ed. Prato) Pagina 12
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Tremila ricoveri e accessi al pronto soccorso in aumento rispetto al 2013
22/03/2015 La Nazione (ed. Massa Carrara) Pagina 10
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Neurochirurgia al top per umanità e cure
22/03/2015 La Nazione (ed. Arezzo) Pagina 10
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BESSI SARA
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Corriere Fiorentino
Anaao Toscana
La denuncia: «Se non sei di Pisa niente medicine»
Direttiva dell' Asl: farmaci solo ai residenti. L' ira di alcuni pazienti sieropositivi.
PISA Dal primo marzo scorso i farmaci devono
essere ritirati esclusivamente presso la Asl di
residenza: lo stabilisce una direttiva della Asl5
Pisa. La scelta, però, ha fatto infuriare molti
pazienti, che hanno indirizzato lettere seccate
all' amministrazione sanitaria, chiedendo un
ritorno alle vecchie regole. Per il direttore
sanitario Rocco Damone si tratta di una scelta
dettata da «ragioni organizzative», ma la
decisione ha fatto discutere indispettire diversi
pazienti: in particolare quelli sieropositivi, che
per motivi di privacy vogliono fornirsi qui degli
antiretrovirali cui hanno bisogno. E che sono
venuti a conoscenza della cosa, dicono, «in
modo lapidario e senza spiegazione». Un
paziente ha scritto una lettera aperta facendo
venire a galla la vicenda.
Nella missiva si parla di «una scelta davvero
penalizzante, che può avere gravi
ripercussioni sulla possibilità di seguire il
percorso post diagnosi».
Tra questi, segnala il paziente sieropositivo
che ha protestato, «ci sono coloro che per
lavoro, per privacy o altre ragioni non vogliono
o non possono ritirare i farmaci presso l'
ospedale della propria Asl di residenza».
Sono circa 1.200 i pazienti sieropositivi in
carico al reparto «Malattie Infettive» di Pisa, da
16 anni diretto da Francesco Menichetti.
Quello pisano è rinomato per essere un centro all' avanguardia. Di questi pazienti ­ secondo i dati forniti
ieri dalla Asl ­ il 55% circa non è residente. Numeri che impegnano la sanità toscana anche
economicamente: le cure per ogni paziente sieropositivo costano mediamente 6 mila euro l' anno; le Asl
anticipano i soldi per i farmaci ed è poi la Regione Toscana a saldare i conti.
Quello della consegna diretta è un punto cardine delle politiche sanitarie: permette ai pazienti di avere
continuità assistenziale e fino ad oggi funzionava perfettamente. Finita la visita o il ricovero, i pazienti,
potevano infatti ritirare subito i medicinali presso la farmacia ospedaliera. Viceversa, vincolare la
distribuzione alla residenza per le persone sieropositive (così come la direttiva dell' Asl imporrebbe dal
primo marzo) è un disagio. Damone dice che «è stata prevista la possibilità, per chi ne facesse richiesta
per motivi di riservatezza, di avere la consegna dei farmaci direttamente in reparto». Come a dire:
basterà segnalare il proprio caso e verranno concesse delle deroghe, aprendo così la strada ad una
forma di discrezionalità. Ma Menichetti, al contrario, chiede regole chiare e condivise: «Non considero la
decisione dell' Asl come definitiva. Auspico che ci sia un margine di riflessione e una soluzione che in
nessun modo comprometta né la qualità dell' assistenza né il sacrosanto diritto alla privacy. Questo sarà
il mio impegno personale come responsabile del servizio». Menichetti si dice quindi ottimista: «I miei
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Corriere Fiorentino
Anaao Toscana
interlocutori sono sensibili e conoscono la materia. Ma la priorità è e resta il diritto alla privacy: ognuno
ha diritto di ricevere la dispensazione dei farmaci in modo congruo. E che si adottino regole limpide e
comuni, non deroghe, ma metodi validi per tutti». Il caso sollevato dal paziente sieropositivo è stato l'
apripista per altre segnalazioni che sarebbero avvenute negli ultimi giorni: l' azienda sanitaria, infatti,
sarebbe stata raggiunta da una decina di lettere che sollevano la questione come «discriminatoria».
Cinzia Colosimo.
Cinzia Colosimo
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Corriere Fiorentino
Anaao Toscana
Muore a 17 anni per meningite, terapia per cento
Un altro caso, a Montelupo. Non era vaccinato.
MONTELUPO Mattia non ce l' ha fatta. Il
diciassettenne ricoverato venerdì sera per una
sospetta meningite non è riuscito nemmeno ad
arrivare in reparto. È morto venerdì intorno alle
21, mentre era ancora al pronto soccorso. Il
giovane si era sentito male nella mattinata: nel
primo pomeriggio la comparsa delle placche
livide, la febbre altissima. Una telefonata al
medico di famiglia: «Portatelo subito in
ospedale». Ma non è bastato. Mattia
Brendaglia è morto per una meningite
fulminante. Le Asl 10 e 11 hanno attivato
immediatamente la profilassi per almeno 100
persone, tra Montelupo ­ dove il ragazzo
viveva nella frazione di Fibbiana ­ ed Empoli
nella classe dell' istituto Leonardo Da Vinci che
frequentava. Profilassi anche per i compagni
di calcio di Mattia, che giocava nello
Scandicci. I risultati delle analisi stabiliranno
quale ceppo di meningite ha causato la morte.
«Il ragazzo non era stato vaccinato ­ sottolinea
il dottor Paolo Filidei, responsabile dell' Unità
operativa prevenzione malattie trasmissibili di
Empoli ­ ma questo può giustificare fino a
certo punto la violenza della sepsi che lo ha
colpito». Già a febbraio l' Empolese­Valdelsa
era stato scosso da un altro decesso, sempre
per meningite: Giovanni Locci, che avrebbe
compiuto 13 anni proprio ieri, era morto a
causa di un' infezione menigococcica di ceppo C, per la quale era stato regolarmente vaccinato. «Non c'
è nessuna epidemia in corso ­ rassicura Filidei ­ ma è bene che i ragazzi siano vaccinati. Dopo il
decesso di febbraio, c' è stato un boom di richieste, sia per i regolari richiami che per quelli a
pagamento, per il ceppo B: non abbiamo più posto fino a giugno. Il servizio sanitario regionale sta
discutendo se sia il caso di richiamare tutti gli adolescenti toscani a un ulteriore richiamo non a
pagamento».
Sono infatti numerosi i casi registrati in questa regione, considerando che solo nell' empolese si sono
registrati 21 casi in 15 anni. «Una sepsi fulminante come quella che ha colpito Mattia ­ spiega il medico
­ può portare alla morte anche in pochissimi minuti». Intanto Montelupo oggi alle 15 saluterà il
«Brenda», come lo chiamavano gli amici, mentre la famiglia cerca di superare l' ennesimo lutto. Fu
Luca, zio di Mattia, a morire 22 anni fa, in un incidente in moto. Anche lui aveva 17 anni.
Viola Centi.
Viola Centi
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Il Tirreno
Anaao Toscana
la sanità che funziona
Neurochirurgia al top per umanità e cure
Mi ha favorevolmente colpito l' articolo della lettrice che
voleva condividere la sua esperienza positiva della
sanità livornese.
Anche io a nome di mia Mamma volevo portare la nostra
esperienza che anche nel nostro caso riguarda di
Neurochirurgia coordinata dal dottor Orazio Santonocito.
Mia mamma è stata sottoposta ad intervento chirurgico
per la risoluzione di 2 aneurismi che aveva nella testa,
dobbiamo ammettere che di fronte alla necessità di
questo intervento ci siamo posti il quesito se rivolgerci
ad un' altra struttura con più credenziali, ma questo
dubbio è stato subito fugato dalla serenità e dalla
gentilezza che ci ha da subito trasmesso il direttore a
conferma che il bravo medico non è solo colui che
consegue eccellenti risultati in sala operatoria ma è
anche colui che inizia a curare il malato fin da prima dell'
intervento permettendo di affrontare con tranquillità una
prova dura nella vita della persona, una tranquillità che
ritengo possa facilitare poi il lavoro non solo del chirurgo
ma anche di tutto lo staff con cui collabora. Si lo staff
con i medici dell' equipe ed il personale infermieristico,
che dire se non un grazie per la cura con cui hanno
assistito mia mamma, per la gentilezza che hanno dimostrato quando avevamo bisogno di avere notizie
anche per il prolungarsi dell' intervento chirurgico. Ringraziando Dio il decorso post­operatorio è andato
bene, ed oggi mia mamma è ritornata a casa. In un periodo dove le critiche e le polemiche sono all'
ordine del giorno ritengo che sia assolutamente da enfatizzare quella che possiamo definire un'
eccellenza della nostra sanità livornese, non perché decantata a caratteri cubitali su riviste
specializzate, ma perché frutto dell' esperienza personale di persone che hanno sperimentato sulla
propria pelle che poi non tutto quello che si dice sulla sanità della nostra città corrisponde al vero. Mi ha
fatto piacere inoltre vedere che nella stanza dove era in degenza mia mamma, l' unica livornese era lei,
a conferma che spesso non sappiamo neanche noi quello che abbiamo in "casa". A conclusione di
questa mia condivisione vorremo ringraziare il dottor Santonocito con la sua equipe di medici e d i
infermieri perché con la loro professionalità danno pregio alla nostra città spesso bistrattata e che si
merita figure professionali quali quelle che abbiamo incontrato noi. Vi lascio con un ultimo pensiero, si è
tanto parlato di nuovo ospedale di una nuova struttura, la nostra esperienza conferma che se si investe
sulla professionalità delle persone sicuramente possiamo sentire parlare di eccellenza anche nei
confronti della sanità della nostra città.
Massimo De Santi.
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Il Tirreno (ed. Piombino­
Elba)
Anaao Toscana
In tante alla giornata della prevenzione
Asl, iniziativa per le donne elbane.
Donne in campo per la prevenzione. È stata un
successo la giornata di informazione
organizzata dall' Asl alla sala della Gran
Guardia. Circa una settantina le donne che si
sono servite del punto informativo dell' Asl e si
sono sottoposte allo screening.
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Il Tirreno (ed. Piombino­
Elba)
Anaao Toscana
5 stelle
Interrogazione sulla mancata adesione all'Home
care
CECINA È destinato ad approdare in consiglio
comunale il caso dell' Home care premium, ovvero l'
impossibilità per i dipendenti e pensionati pubblici
residenti nei comuni della Bassa Val di Cecina di
accedere ai contributi Inps per l' assistenza domiciliare,
anche del coniuge e dei loro familiari di primo grado non
autosufficienti. A chiedere lumi sull' inerzia della Società
della salute, l' unica che non ha aderito al bando
nazionale nel territorio di competenza dell' Asl 6 d i
Livorno, è la capogruppo del Movimento 5 Stelle
Rosanna Farinetti con un' interrogazione.
Il programma garantisce un assegno mensile in parte in
base all' Isee, che va dai 200 ai 1.200 euro. «Il bando è
uscito la prima volta nel 2011 e nuovamente riproposto
ogni anno e risulta essere a costo zero per l' ente
comunale ­ dice Farinetti ­. Vi è stata un' inerzia della
Società della salute della Bassa Val di Cecina. E si è
costituito un comitato spontaneo di dipendenti pubblici
con lo scopo di promuovere una class action, nei
confronti della Società della salute e non solo, se
saranno accertate responsabilità precise per aver creato
un danno economico ai cittadini, potenziali fruitori dei
contributi Inps ex Inpdap». Da qui l' interrogazione al sindaco Samuele Lippi. «Era a conoscenza, in
qualità anche di presidente della Società della salute, dell' esistenza di tale bando? Che cosa ha fatto in
merito?». E ancora: «Per quali motivi di tutta l' Asl 6 solo la zona Bassa Val di Cecina risulta essere
esclusa da questo bando, chi ha deciso di non convenzionarsi con l' Inps e per quale motivo?». E
conclude Farinetti: «Nel caso venisse intrapresa una class action contro la Società della salute e gli enti
che ne fanno parte, con quali fondi intenderebbe pagare i danni, se venisse riconosciuta legittima la
richiesta risarcitoria dei cittadini?».
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22 marzo 2015
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Il Tirreno (ed. Pisa)
Anaao Toscana
Benzina a spese dell' Asl medico sotto processo
Dottoressa accusata di peculato e uso fraudolento di carte di credito Decine di
rifornimenti per la sua auto addebitati sul conto dell' azienda sanitaria
PISA Pieno di carburante garantito per l' auto
d e l medico di famiglia. Macinava chilometri
per sé e per le visite a casa, ma a saldare il
conto ci pensava, senza saperlo, l' azienda
sanitaria. Solo che alla lunga e dopo svariati
serbatoi riempiti a scrocco, l' Asl si è accorta
del prelievo irregolare e ha denunciato la
dottoressa Alessandra Collosi, 48 anni, nata a
Neuchatel (Svizzera), residente a Vicopisano
dopo la laurea a Pisa con specializzazione in
nefrologia.
L' azione disciplinare si è conclusa con il
licenziamento. In parallelo è andato avanti
anche il procedimento penale che ha portato il
medico davanti al primo collegio del Tribunale
penale (presidente Murano, a latere Mirani e
Poggi) con le accuse di peculato e uso
fraudolento di carte di credito sostenute dal
pm, Giovanni Porpora.
Per il primo reato rischia d a 3 a 1 0 a n n i ,
mentre per il secondo si va da uno a 5.
Quell' uso privato di soldi pubblici risale al
periodo 2012­2013. La dottoressa, dopo una
serie di sostituzioni di medici a n c h e t r a
Serrazzano e Lustignano, nel comune di
Pomarance, e in altri comuni della provincia,
era incappata nei controlli dell' Asl.
A far insospettire gli uffici erano stati gli addebiti sulla carta di credito aziendale provenienti da varie
distributori. Migliaia di litri passati dalle stazioni di servizio al serbatoio dell' auto dell' imputata. Le
verifiche avviate sul conto della dottoressa erano arrivate alle conclusione che il medico aveva fatto il
pieno di carburante per un totale di 1.400 euro a spese dell' Asl. Migliaia di chilometri percorsi in auto
gratis dalla dottoressa, ma pagati dall' azienda sanitaria che dopo la conferma dell' utilizzo indebito
della carta di credito avviò l' azione disciplinare denunciando alla Procura il comportamento del medico.
Messa alla porta dall' allora datore di lavoro, per Collosi è arrivata l' ora del processo. Ma nel giudizio,
come già all' epoca dell' udienza preliminare, ora entrano in gioco le perizie. L' avvocato Riccardo
Martini ha chiesto e ottenuto dal presidente del Tribunale, Pietro Murano, la nomina di un consulente per
valutare le capacità di intendere e di volere dell' imputata al momento del fatto.
L' incarico sarà assegnato al dottor Maurizio Pieri, psichiatra dell' Asl 5. Non solo. La consulenza dovrà
anche fornire un' indicazione al Tribunale sulla capacità del medico di stare in giudizio. Appuntamento a
maggio per l' affidamento dell' incarico e a dicembre per l' eventuale discussione con sentenza.
Pietro Barghigiani ©RIPRODUZIONE RISERVATA.
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22 marzo 2015
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Il Tirreno (ed. Pistoia­
Montecatini)
Anaao Toscana
consiglio comunale.
Nel mirino gli scarichi del nuovo ospedale
PISTOIA Le criticità riscontrate sugli scarichi
delle acque reflue all' ospedale San Jacopo
saranno al centro, nel consiglio comunale di
domani pomeriggio, dell' interpellanza
presentata dal consigliere Alessandro Tomasi,
del gruppo Pistoia Domani.
La prima interpellanza sarà però quella del
Movimento 5 stelle, sulla chiusura degli
ospedali psichiatrici giudiziari. Poi sarà la volta
di quella presentata da Andrea Betti di
Progetto Toscana sul regolamento Cosap e la
normativa che regola i passi carrabili a raso.
Dopodiché il Movimento 5 stelle introdurrà
quella sugli orti urbani nell' area di
Montesecco. Ancora dei 5 stelle le
interpellanze sulle multe per soste a
pagamento con ticket scaduto, e sulla pista
ciclabile in viale Arcadia.
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Il Tirreno (ed. Pistoia­
Montecatini)
Anaao Toscana
Pegaso atterrerà al «Severmino»
L' assessore regionale alla Sanità, Marroni ha risposto in tv al sindaco e ai cittadini di
San Marcello Pistoiese
di Elisa Valentini SAN MARCELLO Il campo
sportivo Severmino di San Marcello servirà
anche come pista di atterraggio per l'
elisoccorso, in diurna e in notturna. A dare
conferma ai cittadini montani di questa notizia
è stato l' assessore regionale alla Salute, Luigi
Marroni, durante un collegamento in diretta
con RTV38. Una troupe dell' emittente
toscana, infatti, è salita venerdì sera in
montagna per realizzare, nell' ambito della
trasmissione "La Pancia", un collegamento in
diretta tra lo studio, dove si dibatteva di sanità
toscana con vari ospiti, fra cui l' assessore
Marroni, e il Piot Pacini di San Marcello. Per l'
occasione, la giornalista Nuria Biuzzi, ha
invitato davanti al Piot il sindaco di San
Marcello, Silvia Cormio; Valerio Bobini,
presidente del Crest (Comitato regionale
emergenza sanità toscana), la dirigenza Asl 3
di Pistoia ed il medico d i medicina generale
Sandro Andreotti; il segretario generale di
Nursind Giampaolo Giannoni e il segretario
aziendale Anaoo ­ Assomed Usl 11 di Empoli,
Franco Nassi. Per l' occasione, si sono
radunati sul posto anche una trentina di
cittadini, aderenti al Crest, alle pettorine e all'
associazione Zeno Colò, per esprimere con
qualche fischio e sommessa contestazione, l' insoddisfazione per la riorganizzazione dell' ospedale,
specie in merito all' emergenza­urgenza. «Come potremmo essere soddisfatti ­ ha detto Bobini ­ di un
ospedale che dal 2012 non ha più una chirurgia, da cui si sono ha portati via camion interi di
attrezzature in silenzio, e solo dopo si è provveduto alla sanatoria con la sigla dei patti territoriali? Una
chirurgia, seppur programmata, era una garanzia di copertura del territorio in caso di urgenze come
traumi e addomi acuti che richiedono il rispetto della golden hour. Per arrivare a Pistoia in ambulanza
dall' Abetone serve un' ora e mezzo. Che cosa accade ad un paziente se l' elisoccorso non può volare
per nebbia?» E proprio sull' elisoccorso sono arrivate le principali garanzie. «La Regione ­ ha detto
Cormio ­ si è impegnata nella ricerca di fondi per dare un fondo sintetico al campo Pirandello. Inoltre il
direttore generale di Asl 3, Roberto Abati, ci ha dato garanzia sull' ampliamento dei locali del pronto
soccorso».
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22 marzo 2015
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Il Tirreno (ed. Pistoia­
Montecatini)
Anaao Toscana
Il presidio ha funzioni di pronto soccorso
Pronto soccorso o punto di primo soccorso?
Abbiamo chiesto chiarimenti sull' identità del
presidio di San Marcello. «È sempre stato
molto di più di un Pps ­ spiega Roberto
Biagini, direttore del presidio ospedaliero ­
pertanto rientra nella definizione di funzione di
pronto soccorso, prevista dal piano regionale,
che non è un pronto soccorso vero e proprio
perché mancano alcune caratteristiche come
la rianimazione e la cardiologia intensiva. Non
ha mai subito un depotenziamento, ha avuto
anzi un incremento di personale e la copertura
notturna da ottobre con la reperibilità e l'
ambulanza infermieristica». Resta quindi un
punto di riferimento molto importante.
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Il Tirreno (ed. Pistoia­
Montecatini)
Anaao Toscana
Nasce il primo ambulatorio medico mobile
Iniziativa della Croce Rossa nata da un' idea della giovanissima volontaria­scrittrice
Martina Marotta.
PRATO Un ambulatorio medico mobile che
possa essere utilizzato in tutta la provincia per
raggiungere pazienti con difficoltà motorie, ma
anche popolazioni colpite da calamità naturali.
L' idea è di una diciassettenne, Martina
Marotta, volontaria della Croce Rossa Italiana
sezione di Prato, la realizzazione è affidata in
parte alla generosità dei pratesi. «Da anni
faccio volontariato ­ spiega Marotta ­ ma
soprattutto mi piace scrivere poesie. Ho
ricevuto diversi premi e ho pubblicato anche
un libro a mie spese, dal titolo "Io spero che...",
presentato in occasione della consegna, dalle
mani del viceprefetto Carlo Colmone, di un
riconoscimento conferito dal presidente del
senato Grasso». Fino al giorno della
premiazione, lo scorso maggio, il ricavato del
libro, per volontà di Martina, è stato devoluto
alla Cri di Prato per finanziare il trasporto di
persone in difficoltà. «Durante la premiazione ­
racconta Colmone ­ sono rimasto folgorato
dalla personalità di Marina, così ci siamo rivisti
e lei mi ha confessato che aveva due desideri:
incontrare il Papa e realizzare il progetto di un
ambulatorio medico. Per il primo mi sto ancora
attrezzando, per il secondo siamo già partiti».
Per comprare il mezzo occorrono 40mila euro,
80 mila per attrezzarlo con la strumentazione base. «Stiamo procedendo per piccoli passi ­ spiega la
presidente di Cri ­Maria Paolo Bini­ Martina ha deciso di devolvere gli incassi del suo libero a questo
progetto. Stiamo anche raddoppiando le iniziative per raccogliere fondi destinati al progetto, ma la
strada è lunga». Intanto i medici odontoiatrici, i geriatri, i cardiologi i pediatri e ginecologi hanno dato la
loro disponibilità a prestare gratuitamente la propria professionalità. «Il nostro sogno ­ spiega Maria
Laura Nergri, responsabile Cri area sociale ­ è di attrezzare il mezzo con strumenti di radiodiagnostica
per effettuare screening ed esami. Lavoreremo in collaborazione con Asl». La parte logistica del
progetto, seguito da un comitato presieduto dallo stesso Colamone, è curata da Francesco Bessi che
seguirà personalmente ogni fase dell' allestimento. «L' ambulatorio medico si comporrà di due parti:
una che funge da sala di accettazione e l' altra da stanza medica». La Cri di Prato oggi inaugura anche
il mercatino permanente, in via dei Ciliani 49 dove si possono acquistare oggettistica per la casa,
abbigliamento nuovo e tantissimo materiale per il cucito, dai bottoni, al filo alle cerniere. Il mercatino
sarà aperto il lunedì e il mercoledì dalle 15,30 alle 19 il sabato mattina dalle 10 alle 12,30 e il
pomeriggio dalle 15,30 alle 19. Alla sezione pratese sono iscritti 400 soci, la sezione sociale segue 300
famiglie l' anno per un totale di 9000 persone a cui vengono consegnati vestiti e cibo.
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Il Tirreno (ed. Pistoia­
Montecatini)
Anaao Toscana
«Entro l' estate ­ annuncia la presidente ­ inaugureremo anche un servizio di avvocati di strada per
fornire assistenza legale ai senza fissa dimora».
Alessandra Agrati.
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Il Tirreno (ed. Pistoia­
Montecatini)
Anaao Toscana
«Il sistema sanitario a Prato è al collasso»
L' allarme della Cgil. Regione e Asl inadempienti per quanto riguarda i "contributi" per le
Rsa.
PRATO «Il sistema sanitario p r a t e s e s t a
rischiando d i c o l l a s s a r e e a p a g a r n e l e
conseguenze sono i cittadini». E' un grido di
allarme chiaro, netto e senza sfumature quello
lanciato dal segretario della sanità della Cgil
Lorenzo Pancini al termine di un' analisi sulla
situazione che mette in evidenza come ci
siano già dei settori in cui non viene garantito il
diritto, riconosciuto anche dalla Costituzione,
all' assistenza.
Spiega Pancini: «A fronte di un nuovo
ospedale ad alta densità di cura, che ha ridotto
i posti letto, e a una mancata concreta
riorganizzazione dell' assistenza territoriale si
sta creando una situazione generale di stress:
dal pronto soccorso, dove si riversano tutti i
tipi di esigenze che non trovano risposte, all'
assistenza domiciliare non pronta ad affrontare
il crescente aumento della domanda passando
per tutti i servizi legati all' assistenza degli
anziani gravemente ammalati».
Le Residenze sociali assistite convenzionate,
quelle che un tempo erano le Case di riposo,
hanno una lista di attesa di oltre 100 persone
solo considerando gli anziani che hanno
necessità di una fondamentale assistenza
sanitaria (non autosufficienti) mentre nei
servizi di assistenza diurna ci sono oltre 50 pazienti in attesa di un posto. «Richieste di aiuto senza
risposta ­ aggiunge il segretario della sanità della Cgil con la collega del sindacato dei pensionati
Manuela Parigi ­ a cui vanno sommate le esigenze di tutti coloro a cui neppure viene accettata la
domanda. Situazioni quest' ultime a cui le famiglie fanno fronte con le badanti (e quindi con condizioni di
lavoro non sempre regolari) e con i posti in Rsa ma non convenzionati o con sacrifici personali enormi
dei parenti. Spesso costretti a pagare costi altissimi a cui Asl e Regione non contribuiscono nonostante
la legge lo preveda».
In sintesi. Le famiglie che hanno anziani gravemente ammalati avrebbero infatti diritto,
indipendentemente dal reddito, a contributi (rimborsi di quote sanitarie che corrispondono a circa il 50%
dei costi) per sostenere il mensile della Casa di riposo privata. Contributi che non vengono erogati
perché mancano le risorse.
«A Prato ci sono circa 580 posti letto per non autosufficienti ­ spiega Pancini ­ a fronte di un' esigenza di
circa 750­800 posti.
Numeri, tra l' altro che tengono conto, solo dei casi più gravi.
Una situazione assai più grave delle altre province toscane dal momento che a fronte di una carenza
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Montecatini)
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strutturale, nel 2007, furono chieste per Prato solo 30 quote sanitarie aggiuntive. Oggi l' unica cosa
possibile, a fronte della pesante razionalizzazione delle spese in atto nel settore sanitario, è la richiesta
di un riequilibrio dei posti convenzionati». «Tutti gli attori del sistema sanitario provinciale ­ conclude
Pancini con una sorta di appello ­ sono quindi chiamati a fare squadra nel tentativo di ottenere il
cambiamento della situazione dalla Regione».
(ile.r.
)
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I soldi non bastano per pagare la retta alla suocera
ricoverata
La famiglia versa pensione e accompagnamento ma la cifra non è sufficiente «L' Asl
dovrebbe rimborsare la metà della somma ma non ci sono le risorse»
di Ilenia Reali wPRATO Ha pagato 50.000
euro per la Casa di riposo. Tutti i risparmi.
Una volta finiti non ha potuto fare altro che non
saldare il debito nei confronti della Residenza
sociale assistita dove la madre della moglie, la
novantaquattrenne Crocifissa Di Santo, è
ricoverata. L' anziana è malata di Alzheimer
dal 2012 ed ha dovuto lasciare l' appartamento
dove viveva. Ugo Ciccarella ogni mese versa
alla Rsa la pensione della suocera e l'
accompagnamento. Sono 1.330 euro al mese
più la tredicesima ma, nonostante questo,
mancano per saldare la retta circa 900 euro al
mese.
Crocifissa è una degli oltre 100 anziani in lista
d' attesa a Prato e l' Asl dovrebbe rimborsare
a Ugo e alla moglie circa la metà della retta.
Sarebbe previsto per legge ma la Regione e l'
Asl non hanno i fondi e quindi questo non
accade.
«Mia suocera già ammalata ­ racconta
Ciccarella ­ nel settembre del 2012 cadde.
Dimessa dall' ospedale non era più
autosufficiente e quindi ci appoggiammo alla
Rsa della Misericordia a San Quirico di Vernio.
La struttura meno costosa della provincia dove
tra l' altro ci siamo trovati sempre bene.
Pagavamo la retta per intero facendo nel frattempo tutta la documentazione per avere un posto
convenzionato. Siamo entrati in lista d' attesa ma non abbiamo ancora il posto in convenzione
nonostante mia suocera fosse già in Rsa. E non abbiamo mai avuto alcun rimborso su quanto abbiamo
sempre pagato".
«Abbiamo saldato tutto quello che c' era da pagare ­ aggiunge Ciccarella ­ finché abbiamo avuto la
possibilità di farlo. Poi, finiti i risparmi, siamo stati costretti a non saldare il conto sperando che la
situazione si potesse sbloccare. Mia suocera è al settantaseiesimo posto. Fortunatamente la
Misericordia, che gestisce la struttura, non ci ha nemmeno mai chiesto il pagamento completo della
rata. Non sapremmo come fare e non saremmo neppure in grado, per motivi di salute, di assistere mia
suocera a casa». «Ci siamo informati ­ conclude ­ e ne caso di malattie completamente invalidanti la
struttura deve essere pagata con il reddito che la persona ha. Abbiamo scritto all' Asl affinché la nostra
situazione, che è uguale a quella di molti altri, possa essere chiarita. Ci sono sentenze che dimostrano
che Asl e Regione dovrebbero pagare le quote sanitarie o garantire un posto per l' assistenza. Si tratta
di diritti che altre Regioni, come per esempio la Puglia, sta già garantendo».
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il direttore della società della salute
«Coi soldi promessi qualcosa migliorerà»
PRATO «Contiamo di riuscire a dare una bella smossa
con il contributo promesso a Prato dall' assessore
regionale alla sanità con il progetto speciale per Prato.
Una parte della cifra servirà a sbloccare le graduatorie e
saranno messe a finanziamento delle quote». Il direttore
della Società della salute Michele Mezzacappa è
consapevole del caso quote sanitarie e delle lunghe liste
d' attesa per l' accesso nelle Rsa e nei Diurni. «Abbiamo
intenzione di spostare un po' di risorse dalle Case della
salute alle quote sanitarie», spiega. «Con questo
contiamo di arrivare un po' più vicini alla media toscana.
Ovviamente si tratterà di piccoli numeri e siamo
consapevoli che serve un intervento più sostanzioso ma
più di così non credo sia possibile fare. Intanto per
quanto riguarda le liste d' attesa le abbiamo ridotte di 10
posti per le Rsa e contiamo di ridurle di 4­5 posti per i
Diurni». Poca cosa per un territorio dove l' ospedale vive
gravi difficoltà e servirebbe un intervento sostanziale sui
servizi territoriali. La Cgil parla solo per questo settore di
risorse mancanti per oltre 5 milioni di euro. «Anche nelle
altre Asl non va bene ­ è il parere di Mezzacappa ­ e
dobbiamo essere consapevoli che non riusciremo a
eliminare le liste d' attesa. E' importante però lavorare tutti nella stessa direzione: l' assessore Luigi
Marroni ha parlato di un finanziamento per Prato di due, tre milioni di euro. Si tratterebbe già di una
spinta molto forte che consentirebbe interventi eccezionali per dare risposte al territorio insieme ad
eventuali finanziamenti che potremmo trovare con progetti innovativi una volta che usciranno i bandi per
il Fondo sociale Europeo». (i.r.
)
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Pieni di benzina a spese dell' Asl: medico a giudizio
Accuse di peculato e uso fraudolento di carte di credito per una dottoressa Decine di
rifornimenti addebitati all' insaputa dell' Azienda sanitaria.
di Pietro Barghigiani wVICOPISANO Pieno di
carburante garantito per l' auto del medico di
famiglia. Macinava chilometri per sé e per le
visite a casa, ma a saldare il conto ci pensava,
senza saperlo, l' Asl. Solo che alla lunga e
dopo svariati serbatoi riempiti a scrocco, l' Asl
si è accorta del prelievo irregolare e ha
denunciato la dottoressa Alessandra Collosi,
48 anni, nata a Neuchatel (Svizzera), residente
a Vicopisano dopo la laurea a Pisa con
specializzazione in nefrologia.
L' azione disciplinare si è conclusa con il
licenziamento.
In parallelo è andato avanti anche il
procedimento penale che ha portato il medico
davanti al primo collegio del Tribunale penale
(presidente Murano, a latere Mirani e Poggi)
con le accuse di peculato e uso fraudolento di
carte di credito sostenute dal pm, Giovanni
Porpora. Per il primo reato rischia da 3 a 10
anni, mentre per il secondo si va da uno a 5.
Quell' uso privato di soldi pubblici risale al
periodo 2012­2013. La dottoressa, dopo una
serie di sostituzioni di medici a n c h e t r a
Serrazzano e Lustignano, nel comune di
Pomarance, e in altri comuni della provincia,
era incappata nei controlli dell' Asl.
A far insospettire gli uffici erano stati gli addebiti sulla carta di credito aziendale provenienti da varie
distributori.
Migliaia di litri passati dalle stazioni di servizio al serbatoio dell' auto dell' imputata. Le verifiche avviate
sul conto della dottoressa erano arrivate alle conclusione che il medico aveva fatto il pieno di carburante
per un totale di 1.400 euro a spese dell' Asl. Migliaia di chilometri percorsi in auto gratis dalla
dottoressa, ma pagati dall' Azienda sanitaria che dopo la conferma dell' utilizzo indebito della carta di
credito avviò l' azione disciplinare denunciando alla Procura il comportamento del medico. Messa alla
porta dall' allora datore di lavoro, per Collosi è arrivata l' ora del processo. Ma nel giudizio, come già all'
epoca dell' udienza preliminare, ora entrano in gioco le perizie. L' avvocato Riccardo Martini ha chiesto
e ottenuto dal presidente del Tribunale, Pietro Murano, la nomina di un consulente per valutare le
capacità di intendere e di volere dell' imputata al momento del fatto. L' incarico sarà assegnato al dottor
Maurizio Pieri, psichiatra dell' Asl 5. Non solo. La consulenza dovrà anche fornire un' indicazione al
Tribunale sulla capacità del medico di stare in giudizio. Appuntamento a maggio per l' affidamento dell'
incarico e a dicembre per l' eventuale discussione con sentenza.
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«Non siamo di fronte a un' epidemia»
Il responsabile dell' Asl 11 Filidei respinge gli allarmismi e dice: «L' importante è
vaccinarsi»
EMPOLI Il dottor Paolo Filidei, responsabile
dell' unità operativa malattie trasmissibile dell'
Asl 11, è chiaro e coinciso: non siamo di fronte
a un' epidemia anche se ci sono stati due casi
mortali in due mesi. E per questo allontana
qualsiasi forma di allarmismo.
«Ancora è presto per fare le valutazioni esatte
­ spiega nell' ambulatorio di via dei Cappuccini
dove è in corso la profilassi per oltre 150
persone ­ i due casi precedenti che abbiamo
avuto nel territorio erano di tipo C, quello per
cui è vaccinato il 90% della popolazione entro i
18 anni. Se anche questo fosse dello stesso
tipo, sarà necessario fare una valutazione con
uno studio epidemiologico rispetto alla
circolazione di questi ceppi . E magari
ragionare sull' importanza di fare un richiamo
in età dell' adolescenza».
«Ma comunque ­ sottolinea Filidei ­ non siamo
assolutamente di fronte a un' epidemia.
Probabilmente siamo di fronte a una tragica
fatalità. In più questa è la stagione dove si
verificano maggiormente queste patologie
perché si vive di più in luoghi chiusi e le
malattie si trasmettono meglio».
Filidei spiega poi che molte di queste
patologie sono affrontabili con i vaccini e che i
tipi più frequenti, quelli che più circolano in Europa, sono il tipo B e il C: «La vaccinazione è importante ­
dice ­ per il C è gratuita, anche per chi non l' ha fatta da bambino non si spende niente fino a 18 anni
(perché la meningite aggredisce soprattutto i bambini e i giovani adulti). Gli studi epidemiologici ci
dicono che gli adulti sono a rischio solo in certi casi, se per esempio non hanno la milza oppure hanno
malattie del sistema immunitario».
Per il B è stata introdotta da poco ed è gratuita per i nati da primo gennaio 2014. E dopo questi casi
abbiamo avuto tante richieste da parte dei genitori dei bambini più grandi». Così come dopo la vicenda
del bambino vaccinato e poi deceduto sono state molte le domande di avere un richiamo da parte delle
famiglie.
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Le macchie sulla pelle e la febbre, i sintomi della
malattia
i numeri.
Dal 2000 ad oggi in questo territorio sono stati
complessivamente registrati 21 i casi di
meningite, comprendendo tutti i ceppi uindi
meno di due casi all' anno. Numeri con un'
incidenza non preoccupante per l' Asl 11.
Ed era dal 2005, con la morte di Alessandro
Palatresi, che non si verificavano casi mortali.
Ci sono stati però alcuni picchi: a gennaio
2014 l' Asl 11 aveva scoperto quattro casi di
meningite, di cui tre di tipo B e uno di tipo Y.
Per il tipo C è vaccinata il 90% della
popolazione di età compresa tra 1 e 18 anni.
I decessi nel 2015 sono stati due: Giovanni
Locci e poi ieri Mattia Brendaglia. Nel primo
caso il tipo è stato C, un ceppo per cui il
ragazzino era stato vaccinato.
Anche nell' ultimo caso dovrebbe essere di
tipo C ma il diciassettenne non era vaccinato.
C era anche il tipo del la studentessa
empolese che ha contratto la malattia nello
stesso periodo di Giovanni Locci e che è
riuscita a guarire in breve tempo.
Contro la malattia c' è anche chi ha costituito
un comitato: si chiama "Liberi dalla meningite"
e nasce proprio con l' intento di informare la
popolazione sui segnali che possono portare
all' insorgenza della patologia. I sintomi sono i
più disparati: per neonati e bambini si va dal pallore alla sonnolenza, fino alla temperatura alta alle
chiazze sulla pelle e i rigonfiamenti sulla testa. Negli adolescenti e adulti, invece, compaiono il vomito,
la diarrea, i crampi allo stomaco e gli spasmi incontrollati, oltre ovviamente alla febbre alta.
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Muore per la meningite uno studente di 17 anni
Mattia Brendaglia era stato ricoverato poche ore prima all' ospedale Profilassi per 150
tra ragazzi del Professionale e compagni di squadra.
di Marco Sabia wEMPOLI La meningite ha fatto una nuova
vittima di soli 17 anni: Mattia Brendaglia, che viveva a
Fibbiana di Montelupo, è morto venerdì sera dopo alcune ore
di ricovero al San Giuseppe di Empoli. È il secondo decesso
dovuto a questa malattia nel giro di meno di due mesi. Il 7
febbraio scorso era venuto a mancare il tredicenne di Cerreto
Guidi Giovanni Locci. Due tragedie che non trovano
spiegazione, se non nei freddi bollettini medici. Dai primi
accertamenti già fatti dall' Asl 11, a causare la morte sarebbe
stato lo stesso ceppo di meningite, il C. Ma a differenza di
Giovanni, Mattia non era stato vaccinato.
Il ragazzo di Fibbiana, che frequentava la seconda all' istituto
professionale Leonardo da Vinci di Empoli, in settimana aveva
accusato i sintomi di un raffreddore. Venerdì invece ha avuto
vomito e diarrea, poi gli sono comparse delle macchie sul
corpo. A quel punto è stato trasportato al pronto soccorso dell'
ospedale San Giuseppe dove poi è morto qualche ora più
tardi. E' stata attivata subito la macchina della Asl 11 che ha
disposto la profilassi per oltre 100 persone, quelle più vicine a
Mattia.
Compresi due ragazzi che erano in gita diretti a Budapest. E
che sono stati fatti scendere a Trieste per effettuare la
profilassi. Contemporaneamente l' Asl 1 0 d i F i r e n z e h a
sottoposto allo stesso trattamento altre cinquanta persone,
perché il giovane giocava a calcio nello Scandicci.
Nel frattempo sono state anche decine e decine le chiamate ai
dottori d i f a m i g l i a e a l l ' Asl stessa da parte di persone
impaurite da un eventuale contagio. Anche perché due
decessi per la stessa patologia nel giro di nemmeno due mesi
nell' Empolese Valdelsa non si erano mai verificati. Tanti
genitori i cui figli nei giorni erano venuti a contatto (ma non
stretto) con Mattia si sono recati in ospedale,
comprensibilmente impauriti. Come per esempio alcuni di
quelli che erano a uno spettacolo teatrale al Momento. Ma
anche in questo caso solo una parte di ragazzi che erano nel
teatro sono stati chiamati all' ambulatorio di via dei
Cappuccini.
L' Asl 11 su questo precisa che «affinché il contagio avvenga
ci deve essere uno stretto contatto, nel giro di un metro,
tramite le goccioline di saliva. E nemmeno chi fosse venuto a contatto con amici e parenti deve
sottoporsi a profilassi, perché tramite terze persone il contagio non scatta. Non è come l' influenza». La
maggior parte dei casi di meningite, sia virale sia batterica, deriva da infezioni che si diffondono
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attraverso le minuscole gocce di liquidi provenienti dalla gola e dal naso. Le goccioline possono essere
trasportate dall' aria quando la persona tossisce, ride, parla o starnutisce. Nella maggior parte dei casi l'
infezione si diffonde tra persone che vivono a stretto contatto, ad esempio tra coloro che vivono nella
stessa casa oppure si espongono all' agente infettivo baciando la persona infetta o condividendo
bicchieri e stoviglie. Il contatto casuale a scuola o sul posto di lavoro con una persona infetta di solito
non trasmetterà l' agente infettivo. La meningite batterica è rara, ma nella maggior parte dei casi è molto
grave e può mettere in pericolo la vita del paziente se non viene curata immediatamente. La meningite
virale, anche nota come meningite asettica, è abbastanza comune e molto meno grave. Spesso non
viene diagnosticata perché i suoi sintomi possono essere simili a quelli di una normale influenza.
Giovanni Locci e Mattia Brendaglia sono deceduti per lo stesso motivo, anche se Locci era vaccinato, a
differenza di Brendaglia. Vaccino che tuttavia non servì per strapparlo alla morte. Oltretutto ci fu anche
un altro caso ­ stavolta non mortale ­ a pochi giorni dalla scomparsa di Locci: ad essere colpita questa
volta fu una studentessa ventenne che risiede nell' Empolese e che proprio ad Empoli frequentava le
scuole serali. In quel caso gli esami decretarono la presenza di meningococco di tipo C mentre ad ora ­
come anticipato ­ non è chiaro quale sia il ceppo batterico che ha ucciso Mattia.
La notizia della morte di mattia si è diffusa nel giro di pochi minuti e ha creato grande sgomento. Il
padre di Mattia, Maurizio, è titolare di una macelleria storica di Fibbiana.
La famiglia è molto conosciuta nel comune guidato dal sindaco Paolo Masetti, il quale ha espresso il
proprio cordoglio: « La nostra azienda sanitaria ha protocolli definiti di comportamento da tenere in
questi casi che sono stati immediatamente attivati. Certo è che quanto accaduto è tragico. Voglio
esprimere la mia vicinanza alla famiglia, non di forma, ma realmente sentita: come padre non posso
neppure immaginare il loro sconforto, come sindaco mi sento di dire che l' intera comunità condivide il
loro dolore». E anche il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli ha invitato a non abbassare la guardia
sulla questione dei vaccini, poiché la diminuzione di questi ultimi è un fatto da non sottovalutare.Sulla
pagina Facebook del ragazzo si sono susseguiti i messaggi di affetto, come per esempio Mirco: «Ti
voglio ricordare come la persona più simpatica di tutti, un carattere fantastico,sempre sorridente,pronto
a mettere allegria. Sei nei nostri cuori». Oppure da Niccolò: «I fiori che strappi sono sempre quelli più
belli. Con la tua semplicità e la tua simpatia hai conquistato i cuori di tutti facendoci sempre fare due
risate». Mattia, oltre al padre Maurizio lascia la madre Annalisa e un fratello. Il suo funerale è previsto
per oggi alle 15,30 nella chiesa di Fibbiana.
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Il Tirreno (ed. Viareggio)
Anaao Toscana
MONTELUPO.
Meningite, muore a 17 anni
MONTELUPO FIORENTINO La meningite ha
fatto una nuova vittima di soli 17 anni: Mattia
Brendaglia, di Montelupo Fiorentino, è morto
venerdì sera dopo alcune ore di ricovero al
San Giuseppe di Empoli. È il secondo
decesso nell' Empolese dovuto a questa
malattia nel giro di meno di due mesi. Il 7
febbraio scorso era venuto a mancare il
tredicenne di Cerreto Guidi Giovanni Locci..
Dai primi accertamenti già fatti dall' Asl 11, a
causare la morte sarebbe stato lo stesso
ceppo di meningite, il C. Ma a differenza di
Giovanni, Mattia non era stato vaccinato.
Il diciassettenne in settimana aveva accusato i
sintomi di un raffreddore. Venerdì invece ha
avuto vomito e diarrea, poi gli sono comparse
delle macchie sul corpo. A quel punto è stato
trasportato al pronto soccorso dell' ospedale
San Giuseppe dove poi è morto qualche ora
più tardi. L' Asl 11 ha disposto la profilassi per
oltre 100 persone, quelle più vicine a Mattia.
Contemporaneamente l' Asl 10 di Firenze ha
sottoposto allo stesso trattamento altre
cinquanta persone, perché il giovane giocava
a calcio nello Scandicci.
Mattia Brendaglia era tifosissimo dell' Empoli e
della Juventus. Per questo ­ in occasione del
match allo Juventus Stadium del 4 aprile fra le due squadre ­ i suoi amici stanno cercando di ottenere
un minuto di raccoglimento per ricordare il ragazzo.
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La Nazione (ed. Arezzo)
Anaao Toscana
Riforma Asl, non si placa la rabbia Ma dalla Regione
solo il silenzio
Quali servizi al S.Donato? Dove la sede? Alle urne senza risposte.
di SERGIO ROSSI C' E' LA LEGA che sbraita, c' è
Mugnai che continua la protesta, c' è la Cgil che
contesta, c' è un assessore (Caremani) che non si
nasconde, c' è il sindacato dei medici che spara a zero
sui contenuti della riforma sanitaria varata in queste
settimane dalla Regione. E ci sono i candidati a sindaco
che hanno lanciato la sfida al Pd (Alessandro Ghinelli,
Cristina Nardone, Gianni Mori, Roberto Barone) a
criticare senza mezze misure quella che considerano
una sorta di resa della sanità pubblica.
PER IL RESTO, regna il silenzio. Sembra sia calata una
cappa dopo il via libera del consiglio regionale al piano
del governatore Enrico Rossi e del suo fido assessore
Luigi Marroni. Ma il tema non può essere dimenticato,
tanto più che siamo in piena campagna elettorale e che
ancora nessuno sa di preciso cosa aspettarsi da questa
riforma. Insomma, l' aretino come ogni elettore toscano
andrà a votare per il nuovo presidente della Regione
ignorando quale futuro sanitario l o a t t e n d a . N o n
sappiamo ad esempio dove saranno individuate le sedi
delle tre aziende sanitarie partorite dalla riforma: schiacciate sulle aziende ospedaliere e le città
universitarie, oppure attribuite con criteri diversi?
NON TIRA in ogni caso una buona aria e Arezzo, tanto per cambiare, rischia di essere spogliata dell'
ennesimo centro direzionale, uno degli ultimi sopravvissuti dopo il recentissimo addio ufficiale alla
Soprintendenza già insediata a Siena.
Vogliamo dunque arrivare al voto (anche per eleggere il nuovo sindaco del capoluogo) nell' ignoranza
più completa? Vogliamo rimandare la sacrosanta sfida lanciata alla Regione dal candidato Pd Bracciali
a quando i giochi saranno fatti? Bracciali ha detto in sostanza: io me la gioco la partita dell' area vasta.
Prendo parte al dibattito, difendo le ragioni di Arezzo sui fatti concreti, non mi interessa una polemica
sterile e fine a se stessa.
Condivisibile.
MA ADESSO dalle dichiarazioni di principio bisogna passare ai fatti, bisogna mettere in piedi quel
tavolo da tempo vagheggiato ma che mai si è insediato e nel quale andrà discusso tutto, ma proprio
tutto, senza sconti e senza infingimenti. Prima di andare al voto altrimenti sarà tutto inutile perché già
avranno deciso sopra le nostre teste.
ROSSI SERGIO
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22 marzo 2015
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La Nazione (ed. Arezzo)
Anaao Toscana
BIBBIENA DATI SIGNIFICATIVI PER L' OSPEDALE DI VALLATA. PER IL SECONDO CASO
PERCENTUALE SUPERIORE AL 13 PER CENTO.
Tremila ricoveri e accessi al pronto soccorso in
aumento rispetto al 2013
di ALFREDO BARTOLINI I DATI con i quali si
presenta l' ospedale di zona del Casentino,
sono significativi, in termini di ricoveri,
prestazioni, servizi, altro ancora, in un
momento particolarmente caldo, per il timore,
dice qualcuno, o la certezza, affermano altri
(comitato a difesa della salute casentinese), di
un suo depotenziamento sino alla sua morte
assistita. Affermazione cara a Valerio Bobini,
presidente del Crest (comitato regionale
emergenza sanità toscana). Sono stati infatti
circa 3mila i ricoveri alla fine del 2014
(superiori a quelli dell' anno precedente),
32.109 (in calo rispetto al 2012 e '13) le
prestazioni fornite, che vanno dagli interventi
di chirurgia (1.038, superiori al 2013), alla
ginecologia (446) ai parti 289 (meno del 2012­
13) passando per gli esami effettuati (dai
20.796 raggi x ai circa 10mila tra eco e tac).
Da sottolineare che gli accessi al Pronto
soccorso (14.291) sono aumentati di oltre il
13%.
NUMERI MOLTO importanti, pur con una
diminuzione notevole dei numerosi stranieri
residenti nella valle, rientrati nei loro paesi o trasferitisi in altre nazioni europee e non solo, dove la crisi
globale morde meno. Il personale, 153 unità, al 28 gennaio scorso (36 medici, 84 infermieri, 27 oss.ota,
6 coordinatori infermieri) è diminuito rispetto al 2012 (164) e 2013 (156). I sindaci della valle si sono
ovviamente allarmati in ordine a qualsiasi ipotesi o voci di declassamento o riduzione di attività,
consapevoli del ruolo fondamentale del presidio ospedaliero nel territorio. Capace di dare risposte di
qualità ai loro amministratati, come è sempre avvenuto, anche se dal 2013, c' è stato un sicuro
ridimensionamento delle attività chirurgiche e ostetriche urgenti (parti cesarei), ed altre, si dice
contingenti, per la radiologia e gli anestesisti. Il direttore generale ha detto che «l' ospedale non si
tocca», rassicurando così sindaci e operatori, ma il Comitato non desiste, affermando che in un periodo
pre­elettorale il d.g. non si sogna certamente di ammettere che la regione toscana ha già decretato la
morte assistita dell' ospedale e chiedono il Piano attuativo di zona e risorse certe.
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La Nazione (ed. Empoli)
Anaao Toscana
AFFETTO.
Ucciso dalla meningite a 17 anni
Mattia non ce l' ha fatta: è la seconda vittima nel giro di un mese.
di YLENIA CECCHETTI ANDARSENE quando
si è giovani, belli, sani e forti è inaccettabile.
La morte di un ragazzo è sempre senza senso
e 17 anni sono davvero troppi pochi per volare
via. Un venerdì sera come tanti in sole due ore
si trasforma in tragedia. E' tremendo e
angosciante il lutto che ha colpito la comunità
montelupina. Mattia Brendaglia, residente
nella frazione di Fibbiana, è deceduto per una
sepsi da meningococco. Una scomparsa
improvvisa, ingiusta, difficile da accettare. E' la
seconda morte per meningite dall' inizio dell'
anno.
Fu proprio una meningite fulminante a portarsi
via a neanche 13 anni Giovanni Locci di Bassa
di Cerreto Guidi.
Mattia frequentava la IIA dell' istituto
professionale Leonardo Da Vinci' di Empoli.
Nei giorni scorsi aveva accusato un banale
raffreddore, poi la situazione è precipitata.
Arriva la febbre, che sale vertiginosamente.
Nel pomeriggio i sintomi di vomito e diarrea e
poi quelle placche inequivocabili sulla pelle.
E' meningite, che non dà scampo al giovane
portato in pronto soccorso dai genitori intorno alle 17 di venerdì. Nonostante i tentativi disperati dei
medici, si consuma la tragedia. Fulminea, in grado di distruggere in sole due ore una famiglia. Quella di
Mattia è molto conosciuta a Montelupo. Il padre Maurizio è titolare della macelleria Brendaglia di via del
Piano a Fibbiana dove lavora anche il figlio maggiore, Gionata.
Amici, studio, sport. Una vita normale, spezzata in un soffio. «Brendaglino», o «il Mago Brenda» come
lo chiamavano affettuosamente i compagni giocava nella formazione allievi dello Scandicci calcio da un
anno. Oggi le 12 squadre delle giovanili non scenderanno in campo. Giocheranno invece col lutto al
braccio la prima squadra, la rappresentativa juniores e la squadra femminile. Decine di messaggi di
cordoglio e parole d' affetto per la famiglia Brendaglia. Tra le manifestazioni di solidarietà quella del
sindaco montelupino Paolo Masetti. «Voglio esprimere la mia vicinanza alla famiglia, non di forma, ma
realmente sentita: come padre non posso neppure immaginare il loro sconforto, come sindaco mi sento
di dire che l' intera comunità condivide il loro dolore». «Proteggici da lassù scrivono gli amici Un giorno
ci rivedremo, magari tutti insieme per fare una partita a calcetto». «I fiori che strappi sono sempre quelli
più belli».
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22 marzo 2015
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La Nazione (ed. Empoli)
Anaao Toscana
Scatta la profilassi per cento persone «La situazione
è sotto controllo»
Mattia non era vaccinato: è stata fatale una sepsi da meningococco.
di YLENIA CECCHETTI APPENA avuta notizia
della morte di Mattia l' amministrazione
comunale montelupina si è attivata assieme
alla Asl 11 per capire come intervenire. «La
situazione è sotto controllo ha fatto sapere il
Comune, per rassicurare la cittadinanza ed
evitare inutili psicosi L' azienda sanitaria h a
immediatamente attivato la profilassi nei
confronti di tutte le persone potenzialmente a
rischio che hanno avuto contatti stretti e
ravvicinati con il ragazzo». Nelle prime ore
della mattinata di ieri, come previsto dai
protocolli, un centinaio di persone sono state
sottoposte alla profilassi: amici di Mattia,
familiari, compagni di scuola e della squadra
di calcio dello Scandicci (in questo caso è
intervenuta la Asl 10). Il sindaco Paolo Masetti
e l' assessore alle politiche sociali Marinella
Chiti hanno seguito la vicenda assieme all'
unità operativa di igiene e sanità pubblica del
dipartimento di prevenzione della Asl.
Una vicenda drammatica che colpisce e
spaventa, ma l' invito per tutti è quello di
mantenere la calma. In attesa di avere il
responso delle analisi di laboratorio specializzato dell' ospedale pediatrico Meyer (che con ogni
probabilità si faranno attendere fino a martedì) c' è una sola certezza: Mattia è morto per una sepsi da
meningococco.
SPIEGA Paolo Filidei, direttore dell' unità operativa prevenzione malattie trasmissibili della Asl 11: «La
sepsi è una malattia ancora più grave di una meningite. Se nella meningite i germi colpiscono il sistema
nervoso centrale, nella sepsi è tutto l' organismo ad essere attaccato: la probabilità di morte è
maggiore». Un caso raro, una morte fulminante come quella che ha colpito Giovanni Locci, deceduto
per una meningite di tipo «C», la stessa per cui era vaccinato. A differenza del piccolo Giovanni, il
diciassettenne non era vaccinato contro la meningite.
«Non sappiamo ancora che tipo di meningoccoco abbia portato via il ragazzo spiega Filidei ma la
profilassi non cambia. E' opportuno che chi ha avuto contatti stretti col giovane nell' ultima settimana
prenda l' antibiotico e per 10 giorni controlli il proprio stato di salute». Una pasticca per scacciare la
paura. Ma piovono domande su vaccini e prevenzione: si sono presentati in tanti ieri alla Asl di via
Cappuccini.
Come sottolinea il medico «il germe del meningococco è riconducibile a vari ceppi. In Italia i più
frequenti sono il B' e il C'. Il tipo Y' è invece più raro. Esistono vaccini per tutti i ceppi: per il C' è
disponibile da tempo. In Toscana viene offerto ai bambini piccoli e ai ragazzi già dal 2005, nei ragazzi
fino a 18 anni la copertura arriva intorno al 90 per cento. Per il B' è uscito recentemente: attualmente lo
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La Nazione (ed. Empoli)
Anaao Toscana
stiamo offrendo gratuitamente ai bambini nati nel 2014 e 2015.
Negli ulimi tempi specialmente dopo i recenti casi sul nostro territorio, c' è una fortissima richiesta di
vaccinazioni anche a pagamento per categorie che non rientrano nell' offerta gratuita».
Ma come si contrae il batterio?
«Si tratta di germi che circolano nella popolazione ­ conclude Filidei Il 10 per cento delle persone che
effettuano un esame alla faringe, presenta il batterio alla gola.
Tolti i soggetti immunodepressi, per i quali è particolarmente raccomandata la vaccinazione, il germe
attacca la persona più sensibile e ricettiva in un momento di abbassamento di difese immunitarie». Che,
nel caso di Mattia è stato fatale.
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La Nazione (ed.
Grosseto)
Anaao Toscana
La Banca della Maremma aderisce a «Cento città
contro il dolore»
PER IL QUARTO anno consecutivo la Banca della
Maremma ha aderito alla giornata «Cento città contro il
dolore», l' iniziata promossa dalla Fondazione Isal che
ha come tema principale la terapia del dolore. Nella sala
Mirto Marraccini dell' ente creditizio maremmano si è
svolto un convegno interessante, a cui ha partecipato
William Raffaelli, presidente della Fondazione Isal,
assieme a Daniele Testi, direttore generale dell' Asl 9 e
Roberto Madonna, presidente provinciale dell' ordine
dei Medici. Il 15 marzo 2010 è stata approvata la Legge
38 per la tutela del diritto del cittadino ad accedere alle
cure palliative e alla terapia del dolore. Un testo
fondamentale, tra i primi in Europa sul diritto dei pazienti
a non soffrire inutilmente, purtroppo non
sufficientemente conosciuto e non sempre applicato a
dovere. Il professor Raffaeli ha riferito sui risultati
raggiunti e sui prossimi obiettivi nello sviluppo e nell'
applicazione della normativa 38/2010, sulle recenti
innovazioni in materia e sulle risposte concrete dai
territori.
«Dobbiamo rendere uniformi in tutto il territorio nazionale i percorsi di cura e di assistenza per chi soffre
di dolore cronico ha spiegato Raffaelli ­, non disperdendo i frutti, della legge 38/2010. In secondo luogo
dobbiamo ottenere una certificazione in merito allo stato di dolore come stato di malattia con
identificazione dei criteri di esenzione ticket previsti per ogni altro stato di disabilità cronica. Inoltre
dobbiamo investire nella ricerca sul dolore per dare speranza a chi oggi è affetto da malattie dolorose
incurabili; e semplificare l' erogazione di tutti i farmaci e dispositivi in grado di aiutare ad alleviare la
sofferenza».
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La Nazione (ed.
Grosseto)
Anaao Toscana
Un settore da 15 milioni di presenze La mappa delle
strutture in provincia
Cosa funziona e cosa no tra danni delle alluvioni e ritardi burocratici
IL TURISMO termale in Italia è un giro d' affari
da circa 15 milioni di presenze l' anno, che si
concentrano soprattutto nei periodi di mezza
stagione. Con le risorse naturali offerte da un
vulcano come l' Amiata, verrebbe naturale
pensare a questa prospettiva per lo sviluppo
di una zona come la Maremma, eppure,
sebbene si trovi proprio qui un' eccellenza
assoluta come lo stabilimento di Saturnia,
uscito dalle difficoltà seguite ai
danneggiamenti delle alluvioni, l' offerta della
provincia di Grosseto in questo settore è
decisamente debole. Non mancano le
opportunità di sviluppo, ma in molti casi si
tratta di un percorso a ostacoli tra difficoltà
economiche, lungaggini burocratiche, ritardi e
contenziosi che prevedono tempi biblici per
trovare una soluzione. Tra gli scenari che si
aprono ci sono sicuramente le Terme di
Roselle, che dopo aver attraversato un
percorso di ripensamento, lasciandosi alle
spalle per sempre i progetti faraonici da
settanta milioni di euro, sono oggi indirizzate
verso un orizzonte più realistico. «Per lo
sviluppo di Roselle ci spiega il sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi abbiamo pensato a un piccolo
calidario da affiancare al centro di documentazione sugli etruschi che abbiamo proposto alla Regione.
Si tratta di un investimento da un milione di euro, non di più, che abbiamo previsto nel regolamento
urbanistico».
LA FORMULA, quindi, è partire per gradi, un' apertura modulare che consenta poi di sviluppare
gradualmente i successivi interventi e ampliamenti, proprio come avvenuto per il centro di Venturina.
Nel frattempo le cose si muovono a Marina di Grosseto, dove l' albergo Villa Gaia, una struttura da 170
camere, ha un progetto per la realizzazione di piscine termali all' interno del complesso dove è stata
trovata un' acqua adatta allo scopo. E sempre restando su Grosseto, si apre poi il discorso dei Poggetti
Vecchi, alla Rugginosa, dove gli ultimi rilievi, che hanno bisogno di ulteriori approfondimenti, avrebbero
indicato la presenza di fanghi utili per le cure della pelle. Di fatto, però, è tutto ancora parcheggiato nel
limbo delle buone intenzioni. Come a Monte Argentario, del resto, dove anni fa in un terreno privato è
stata scoperta una fonte di acqua termale salata vicino alla spiaggia di Feniglia, con proprietà
confermate dal Ministero della Salute, il cui sviluppo è però ancora fermo in attesa della necessaria
revisione del regolamento urbanistico, dal momento che quello attualmente in vigore in quella zona non
prevede niente. Anche in questo caso si tratta di impianti da realizzare ex novo, mentre per quanto
riguarda il caso forse più clamoroso, quello delle Terme dell' Osa di Orbetello, l' impianto già c' era e
funzionava, ma l' ultimo periodo di attività risale ormai agli anni Novanta, prima che la Asl riscontrasse
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La Nazione (ed.
Grosseto)
Anaao Toscana
problemi di sicurezza e igiene. Il progetto di ristrutturazione partì nel 2003, ma si arenò in un
contenzioso con l' amministrazione comunale che non si è ancora concluso e alla base del quale ci
sarebbe una serie di spese sostenute dalla società che si era aggiudicata il bando, nel quale non erano
comunque previste strutture ricettive, per alcuni lavori imprevisti. Una situazione che si è poi complicata
per questioni relativi a terreni privati sui quali si sono aperti ulteriori contenziosi.
R.B.
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22 marzo 2015
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La Nazione (ed. Livorno)
Anaao Toscana
ROSIGNANO AGOSTINI.
«Sanità, serveun impegno serio»
ROSIGNANO «CON L' AVVICINARSI delle
elezioni regionali credo ormai necessario un
impegno chiaro sul progetto della sanità per i
prossimi cinque anni, in modo che i cittadini
possano essere consapevoli delle future
scelte. In questa ottica andrebbero comprese
e condivise le motivazioni per le quali la sanità
toscana, considerata tra le più in salute a
livello nazionale, possa subire cambiamenti
sostanziali quando in altre regioni come ad
esempio il Lazio, realmente in difficoltà, si
pensa a rendere necessaria un' operazione di
sostanziale modificazione degli assetti.
Credere che la riforma di un settore delicato
possa e debba essere trattato come una
semplice voce di bilancio, rischia di scollegarsi
da quelle che sono le realtà e le necessità
locali e territoriali. Dico questo non solo per la
questione dell' ospedale di Cecina, che più di
ogni altro ci sta a cuore, ma per tutta una serie
di strutture che rischiano il ridimensionamento
se non la chiusura». Così Marco Agostini,
capogruppo Noi Riformisti per Rosignano
nonché presidente della commissione
consiliare sociale all' indomani dell' approvazione della riforma sanitaria regionale che vede l'
accorpamento delle attuali dodici aziende sanitarie in tre aziende di area vasta. Una riforma che per
Marco Agostini «può essere un elemento innovativo e migliorativo solo se attraverso il concetto di
ottimizzazione dei livelli di assistenza socio­sanitaria macro e micro territoriali. Per noi riformisti rimane
un punto cardine la necessità di non decidere in base esclusivamente ai numeri, ma in base alle
esigenze e alle caratteristiche di un territorio e della sua popolazione. La nostra reale preoccupazione
nasce dai territori periferici, per poter garantire ottimi livelli per i sistemi socio­sanitari territoriali».
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22 marzo 2015
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La Nazione (ed. Lucca)
Anaao Toscana
«Macché 410 posti letto, non è vero» Anche i medici
vanno all'attacco
Dopo lo scoop della Nazione, la Uil fa la conta: ne mancano 75.
LA DENUNCIA era scattata su La Nazione sabato 14
marzo. Ospedale tutto esaurito? No. Alcune camere non
sono utilizzate, altre chiuse fin da quando è stato
inaugurato il San Luca. Non solo, nel nuovo ospedale in
realtà non ci sono 410 posti letto come sempre detto
dall' Asl 2, ma molti meno. A denunciarlo è il sindacato
d e i medici Uil, con Alessandro Di Vito. «In queste
settimane c' è stato un susseguirsi di articoli riguardo il
numero dei posti letto del San Luca. La Uil Fpl medici
dice Di Vito prima di intervenire nel dibattito ha preferito
documentarsi e andare a vedere come stanno
effettivamente le cose. Innanzitutto ci preme sottolineare
come i 2,58 posti letto per 1.000 abitanti stabiliti dalla
Regione Toscana sia un indice troppo ridotto rispetto a
parametro nazionale fissato con il decreto Balduzzi in 3
posti letto per 1.000 abitanti. Comunque, da questo pur
basso indice 2.58 per mille abitanti ne deriva che nel
San Luca ci dovrebbero essere 410 posti letto. Si
abbiamo usato il condizionale perché dai nostri conti
non ci sono nemmeno questi».
«ABBIAMO confrontato i dati della Regione Progetto nuovo ospedale 2002 con i dati presenti nel San
Luca al 15 marzo 2015 ed abbiamo visto che non ci sono i 410 posti letto programmati dalla Regione ce
ne sono 335, ovvero 75 posti letto in meno. Questo riprende Alessandro Di Vito è il vero motivo per cui il
cittadino lucchese talvolta ha difficoltà ad accedere ad un ricovero. Ecco perchè ci sono le lunghe attese
in barella al pronto soccorso prima di un ricovero, ecco perchè si continua a negare ricoveri al cittadino
con la scusante che la patologia può essere meglio curata a casa, ecco perchè il personale del San
Luca (medici, infermieri, oss) è stressato, sfiduciato e demotivato nella sua attività lavorativa, ecco
perchè il sistema non è produttivo di buona salute. La Uil­Fpl medici chiede la convocazione di un
tavolo sindacale unitario in modo da regolarizzare una volta per tutte insieme alle altre sigle sindacali la
problematica dei posti letto». Entrando nello specifico la Uil ha fornito i numeri che sono chiari.
Vediamoli uno per uno. Per quanto riguarda le degenze a più alta intensità il progetto prevedeva 14
posti letto in terapia intensiva e 16 in subintensiva. La Uil medici ne ha contati 12 in terapia intensiva (7
in rianimazione e 5 in pneumologia) e 16 in subintensiva (utic, stroke, post operatorio). Per le degenze a
livello di intensità 2 a fronte di un totale del progetto iniziale che indicava 278 posti letto la Uil ne ha
contati soltanto 274. In dettaglio a fronte dei 116 del dipartimento medico ce ne sono 142, a fronte dei 94
del dipartimento chirurgico ce ne sono 84 compresi quelli della week surgery. NEL dipartimento
materno infantile a fronte di 26 posti letto previsti ce ne sono 21, in pediatria a fronte di 22 ce ne sono
15, in psichiatria ci sono i 12 posti letto previsti mentre mancano all' appello gli otto posti letto della
riabilitazione. Per le degenze a livello di intensità 3 (post aucuto) la Uil denuncia la mancanza dei 48
posti letto previsti. Infine per le degenze a ciclo diurno a fronte dei 20 letti del dipartimento medico ce ne
sono 15 e a fronte dei 34 posti letto del dipartimento chirurgico ce ne sono 18. Così si arriva a un totale
di 335 posti letto, 75 in meno rispetto ai 410 previsti. R.L.
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22 marzo 2015
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La Nazione (ed. Lucca)
Anaao Toscana
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22 marzo 2015
Pagina 10
La Nazione (ed. Massa
Carrara)
Anaao Toscana
MARINA DI MASSA DA OTTOBRE SARA' OBBLIGATORIO AVERE PERSONALE
QUALIFICATO.
La Croce Verde organizza un corso per usare il
defibrillatore
MASSA AL VIA i nuovi corsi per l' uso del
defibrillatore alla Croce Verde Marina di
Massa. «Per usare un defibrillatore non
occorre essere medici o infermieri, basta
avere frequentato un corso di 5 ore spiega il
responsabile Marco Pedroni ­ dove si
apprende come eseguire le manovre di
rianimazione». La Croce Verde ha fatto di
questo principio un cavallo di battaglia per
formare più persone possibili alle manovre e
all' uso di un Dae. «Non dobbiamo più
pensare che sia sufficiente aspettare l'
ambulanza ­ afferma Pedroni ­. Nella
rianimazione la rapidità dei tempi è
fondamentale e un cittadino preparato può
usare un Dae e salvare una vita, cominciando
subito le manovre corrette. Non è il caso di
avere paure perché la diagnosi è fatta dalla
macchina. Purtroppo oggi molte palestre,
campi di calcetto e altre realtà frequentate da
numerosi cittadini, non hanno personale
formato per l' uso del Dae». Pedroni ricorda
che dal 10 ottobre 2015 sarà obbligatorio, per
tutti gli impianti sportivi, avere un defibrillatore
e personale qualificato all' uso. La Svs Massa Pubblica Assistenza sezione Croce Verde Marina di
Massa in via Montegrappa 72 a Marina di Massa, organizza corsi di Blsd rivolti a tutti coloro che
vogliono apprendere come eseguire la rianimazione cardiopolmonare con uso del defibrillatore. Per info
800 073 330 Angela Maria Fruzzetti.
FRUZZETTI ANGELA MARIA
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22 marzo 2015
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La Nazione (ed. Pistoia­
Montecatini)
Anaao Toscana
ACCORDO EX CEPPO POLEMICHE E APPREZZAMENTI
«Tanti aspetti da chiarire La fretta non ci convince»
I grillini spiegano la loro astensione in consiglio.
« INIZIALMENTE eravamo favorevoli all' accordo
pensando ad un iter in commissione più lungo, in grado
di lasciarci del tempo per fare le nostre proposte ma poi
la brusca accellerata dell' amministrazione ci ha fatto
tirare indietro. Così abbiamo deciso di uscire dall' aula».
Giacomo Del Bino spiega per conto del Movimento 5
stelle la scelta compiuta in consiglio comunale sull'
accordo per l' ex Ceppo. Il gruppo non si nasconde
dietro appigli squisitamente politici e spiega che i «pro»
al progetto, nonostante il non voto, sono diversi. «
Potrebbe cambiare il volto di parte della città, creando
un' area di elevata qualità urbanistica, ecosostenibile e
priva di automobili. Nel complesso, l' operazione implica
una presa di responsabilità da parte del Comune ed un'
attenzione a ciò che è, appunto, il bene comune. Tutto
ciò è, a grandi linee, coerente con il nostro programma».
Dall' altra parte secondo i grillini però ci sarebbero stati
degli aspetti, non di poco conto, da migliorare, ma i
lavori in commissione sono stati praticamente
inesistenti.
« Il Comune spenderà una decina di milioni per opere di urbanizzazione, ristrutturazioni e contributo da
versare alla Regione, ci sono incertezze circa le funzioni che la Usl insedierà nel comparto e circa l'
effettiva consistenza finanziaria del patrimonio in acquisizione. Vanno aggiunte le difficoltà per reperire
finanziamenti e l' indeterminatezza sul futuro dell' operazione». La fretta per chiudere l'«operazione» ha
giocato un ruolo determinante sulla scelta di non votare del gruppo consiliare. «L' iter di presentazione
dell' accordo al Consiglio comunale ha subito un' improvvisa accelerazione dice Del Bino .
UNA NOTA a firma del direttore generale della presidenza della giunta regionale Barretta aveva
indicato la probabile data del 10 maggio per le votazioni regionali ed invitato il Sindaco a procedere
speditamente, per permettere le determinazioni del Consiglio regionale, già fissato per il 23 marzo al
fine di non intaccare il periodo dei 45 giorni precedenti le elezioni . Trattandosi di un' urgenza aggiunge
Del Bino ed attento all' interesse comune, in quanto presidente della prima commissione consiliare ho
convocato immediatamente una seduta, per affrontare i fondamentali aspetti patrimoniali e finanziari:
una sola seduta, poi di corsa in Consiglio Comunale, con dubbi solo parzialmente risolti e domande
solo parzialmente evase. La nostra intenzione era quella di continuare l' istruttoria per chiarire
definitivamente alcuni aspetti e proporre modifiche migliorative all' accordo. C' è stato risposto picche.
Abbiamo accettato di stringere i tempi quando ritenuto necessario, ma la maggioranza non ha restituito
la cortesia una volta chiaro che ci sarebbe stata la possibilità per farlo. Scelta legittima, naturalmente,
ma che implica delle conseguenze: al momento del voto, non ci siamo voluti esprimere contro un
accordo tutto sommato positivo per la città, ma non abbiamo ritenuto opportuno appoggiare un'
amministrazione che si è mostrata sorda a richieste ragionevoli e motivate. Perciò siamo usciti dall'
aula».
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22 marzo 2015
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La Nazione (ed. Prato)
Anaao Toscana
L' INIZIATIVA LA CROCE ROSSA VUOLE ACQUISTARE UN MEZZO. PARTE LA
RACCOLTA FONDI
Dalle poesie di Martina un ambulatorio mobile
HA SCRITTO diciotto poesie ma i suoi sogni
sono mille. E Martina Marotta, 18 anni a
dicembre, è una ragazza «tosta» di quelle che
usa le parole come motore per attivare progetti
a favore degli altri. E lo fa, coinvolgendo il
mondo degli adulti e del volontariato, quello
della Croce Rossa di Prato dove lei è
volontaria, presieduta da Maria Paola Pini.
«Io spero che...» è il titolo della sua raccolata
di poesie edito da Attucci, ma anche il titolo
del progetto ambizioso di realizzare il primo
ambulatorio mobile a disposizione della città e
usabile anche per situazioni di emergenza e di
protezione civile.
Per dare gambe al progetto è stato costituito
un comitato presieduto dal viceprefetto Carlo
Colmone, che ha conosciuto Martina e i suoi
sogni di aiuto per gli altri, quando le ha
consegnato un anno fa le medaglie del
presidente del Senato e della Camera per il
suo libro (è vincitrice di centinaia di concorsi e
ambasciatrice Unicef in Sizzera oltre che
laureata honoris causa in letteratura della
emarginazione). «I nostri obiettivi sono
comprare il mezzo, un Iveco Daily, dal costo di 40­45mila euro ed attrezzarlo ad ambulatorio medico, il
che comporterà una spesa intorno ai 140­160mila euro. Con la Banca di Credito Cooperativo area
pratese abbiamo aperto un conto corrente intestato a Croce Rossa Italiana per raccogliere fondi. Una
volta che abbiamo realizzato il nostro ambulatorio mobile, potrebbe essere un modello esportabile in
altre parti». Chi fosse interessato può telefonare anche in Croce Rossa 0574693815. L' idea è di «creare
all' interno del furgone una piccola sala di accettazione e un ambulatorio per le visite. Sopra ci saranno
medico, infermiere e autista», spiega Francesco Bessi, coordinatore provinciale della protezione civile
della Croce Rossa insieme a Maria Laura Negri, infermiera volontaria. «Si pensa di attrezzare l'
ambulatorio con elettromedicali per visite specialistiche in pediatrica, ginecologia e cardiologia oltre per
screening di vario genere», chiosa la presidente Pini. Su appuntamento poi l' albulatorio medico potrà
andarein giro e gratuitamente offrire il servizio sanitario in accordo con l' Asl. Martina coltiva un altro
sogno: donare una bottiglia coi semi di grano in foto sulla copertina del suo libro a Papa Francesco. E
chissà che questo sogno non si avveri proprio nella sua amata Prato.
Sara Bessi.
BESSI SARA
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