Fondi Uea rischio taglio: 3 miliardi verso il Nord

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Fondi Uea rischio taglio: 3 miliardi verso il Nord
MEZZOGIORNOECONOMIA
III
LUNEDÌ 7 OTTOBRE 2013
Sviluppo
& territorio
La pagella dell’Europa
Primo piano
Il convegno Esperti a confronto nell’inconto organizzato da Euractiv
Fondi Ue a rischio taglio:
3 miliardi verso il Nord
È l’allarme del vice presidente del Parlamento europeo Pittella:
«Sottratti al Sud perché la crisi morde anche il resto del Paese»
DI ROSANNA LAMPUGNANI
R
aramente un convegno è di
reale interesse, luogo per
approfondire tematiche
più o meno importanti.
Quello organizzato venerdì 4 ottobre da Euractiv, nella splendida sede
messa a disposizione dall’Abi a Roma è uno di questi, nonostante il poco accattivante titolo: «Fondi Ue
2014-2020. I programmi per crescere e contare in Europa». Invece un
flusso significativo di informazioni è
arrivato a un pubblico non solo di addetti ai lavori, dimostrando come
l’Europa non necessariamente è nemica dell’Italia, ma possa esserle
amica. Tutto sta a far bene il proprio
mestiere, a utilizzare al meglio le
grandi risorse che vengono messe a
disposizione dei 28 Stati della Ue (ultima entrata, la Croazia): al Nord come al Sud d’Italia, perché non solo la
gran parte delle Regioni del gruppo
Convergenza sono in ritardo con i
target di spesa: a un Trentino Alto
Adige, che a due anni dal completamento reale della programmazione
2007-2013, è all’80% della spesa si
contrappone un Friuli Venezia Giulia fermo al di sotto del 40% (e sono
entrambe Regioni a statuto speciale). Ma c’è un altro dato preliminare
da sottolineare — rivendicato da Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo e da Vincenzo Lenucci di
Confagricoltura — i soldi della Pac,
la Politica agricola comunitaria del
2007-2013 saranno tutti spesi, anche
se il 2013 si chiude al 60% dell’utilizzo delle risorse. Dunque sul banco
degli «accusati» sono il capitolo delle risorse per lo sviluppo regionale e
il capitolo per il fondo sociale europeo, poco e male utilizzati; ma proprio perché le colpe sono da distribuire a macchia di leopardo, non solo
da attribuire al Sud, non può accadere — come ha denunciato il vicepresidente del Parlamento Ue, Gianni
Pittella — che il governo si appresti
a destinare al Nord 2-3 miliardi «del
Mezzogiorno solo perché la crisi
morde tutti i territori». Insomma, i
29 miliardi dell’Europa e i 29 miliardi del cofinanziamento nazionale devono essere gestiti con intelligenza e
serietà, con spirito di collaborazione
tra i vari soggetti istituzionali, e tra i
settori pubblico e privato. Ciascuno
La stanza dei bottoni
degli intervenuti, partendo da queste premesse, ha offerto dati e informazioni, di cui rendiconteremo in
sintesi cominciando dalla coda, dall’europarlamentare Niccolò Rinaldi,
toscano e dal suo decalogo proposto
per affrontare al meglio il nuovo ciclo settennale: moralità («nella sostanza che differenza c’è tra il reato
di peculato e la sottrazione di risorse ai cittadini non utilizzando i fondi Ue?»); informazione ai cittadini
attraverso i mass media; strumenti
per l’uso delle risorse attraverso la
formazione di personale qualificato; aggregazione dei soggetti piccoli
e omogenei per non disperdere le risorse; chiarezza nella finalità di spesa; interdisciplinarità dei compartimenti; valutazione ex-post dei progetti; utilizzo della Banca europea
Fabrizio Barca, ex ministro Coesione territoriale
Per evitare
la dispersione
delle risorse
i programmi
vanno modificati:
è necessario
un controllo
dell’attuazione
dei programmi,
cioè l’Agenzia
di investimenti; rapporto armonico
tra i vari soggetti attuatori delle politiche europee; superamento del fatalismo. Condivisibile? Assolutamente sì.
Per Antonello Pezzini, di Confindustria, occorre concentrare le risorse su alcuni specifici obiettivi: il settore energetico, soprattutto, perché
significa anche adeguamento dei
pubblici edifici, il 7% dei 27 milioni
di edifici italiani. Per Fiorenzo Bellelli, Warrent group, è necessario l’aumento della spesa per l’innovazione:
oggi l’Italia è penultima, prima della
Grecia. Per Silvia Costa, europarlamentare, la cultura è il settore fondamentale per lo sviluppo: in Europa
rappresenta il 7% del Pil, con 6 milioni di addetti e un milione di imprese,
Per la joint Alenia-Eads intese con Garuda e Nac. Campania, al via lo sportello per gli investimenti
D
spersione delle risorse i programmi
operativi vanno modificati: è necessario un presidio di controllo dell’attuazione dei programmi stessi, cioè
l’Agenzia, che le Regioni non devono
temere; si deve restituire una dimensione sociale ad ogni misura, come
suggeriva Jacques Delors.
Ma la vera partita 2014-2020 si gioca sulle città. Per Antonio Tajani, vice presidente Commissione Ue, 31 miliardi non sono stati ancora spesi dall’Italia perché la classe dirigente è
scarsamente qualificata, così come lo
sono i progetti presentati. Secondo
Alberto Marchiori, di Rete imprese,
l’innovazione deve essere a tutto campo, non solo per il settore manufatturiero.
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a cura di Paolo Grassi
Doppio colpo (da 1,84 miliardi di dollari) per Atr
oppio colpo per Atr,
joint venture paritetica
tra Alenia Aermacchi
(Finmeccanica) ed Eads: nella
scorsa settimana sono state infatti annunciate due importanti
operazioni. La prima: un contratto con la compagnia indonesiana Garuda e con la società di leasing Nordic Aviation Capital
per 25 Atr 72-600. L’intesa, che
include anche 10 opzioni ha un
valore di oltre 840 milioni di dollari. Buone notizie, quindi, per
Alenia Aermacchi che, per tutti
gli Atr, realizza l’intera fusoliera
completamente equipaggiata
presso lo stabilimento di Pomi-
ma ciò nonostante non è stato facile
destinare molte risorse del budget a
disposizione. Secono Pittella, invece,
le banche devono svolgere un ruolo
sociale; per spendere bene le risorse
europee bisogna formare una nuova
classe dirigente. «Vergognoso che
in tutto il Sud, con esclusione di Napoli e Salerno, non ci sia l’Alta velocità ferroviaria».
Secondo Gianni Chiodi, governatore dell’Abruzzo — intervenuto anche
a nome dei colleghi — c’è preoccupazione per lo sbilanciamento a favore
del governo centrale della governance delle risorse europee (sostanzialmente le Regioni continuano a non fidarsi dell’Agenzia ad hoc, appena varata). Dal suo canto Fabrizio Barca,
ex ministro della Coesione territoriale, sottolinea come per evitare la di-
gliano, mentre gli impennaggi
di coda verticale ed orizzontale
del velivolo sono interamente
prodotti in materiale composito
nello stabilimento di Foggia.
Giovedì 3, poi — e veniamo al
secondo accordo — Atr ha reso
nota la firma di un nuovo contratto con la società di leasing
Nordic Aviation Capital (Nac)
per 40 velivoli di cui 25 ordini
fermi e 15 opzioni, per un valore
di circa 1 miliardo di dollari.
L’annuncio, in questo caso, è arrivato in occasione della manifestazione Era (European Regional Association) che quest’anno
si è tenuta a Salisburgo, in Au-
stria, dove si sono riuniti i rappresentanti dell’industria e delle
compagnie aeree che operano
nel settore dei velivoli regionali.
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L’amministrazione campana,
guidata da Stefano Caldoro ,
ha approvato il piano d’azione
per l’avvio dello sportello regionale degli investimenti, affidandone l’implementazione a Campania Innovazione. Lo sportello
unico per l’attrazione di investimenti esteri, previsto nell’ambito del «decreto sviluppo» è il riferimento dei soggetti imprenditoriali che hanno intenzione di
realizzare investimenti di tipo
In crescita
A sinistra
l’interno
dello
stabilimento Alenia
di Foggia.
Sopra l’Atr
produttivo e industriale sul territorio italiano. Lo sportello opera
in raccordo con il desk Italia-Sportello unico attrazione investimenti esteri.
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«Occorre raggiungere rapidamente un’intesa tra Stato e Regioni e predisporre l’accordo di
partenariato Europa-Italia, necessario per garantire un corretto avvio della programmazione
2014-2020 dei fondi strutturali
europei e nazionali». La sollecitazione arriva dall’Ance, attraverso il vicepreseidente Luigi
Schiavo, a conclusione del seminario del Consiglio delle Regioni della stessa associazione tenutosi nei giorni scorsi a Bruxelles
proprio per discutere dell’argomento. «Non possiamo più permetterci di perdere nemmeno
un euro dei fondi europei a nostra disposizione», commenta il
timoniere nazionale dell’associazione, Paolo Buzzetti , plaudendo all’iniziativa coordinata dallo
stesso Schiavo, «che ha avuto il
merito di accendere un faro sulla programmazione dei fondi e
fornire tutto il supporto al Governo, Regioni ed Enti locali affinchè si possano realizzare gli
interventi necessari». Nell’attuale momento di crisi, i 106 miliardi di euro della nuova programmazione — «56 dei fondi Ue e
50 del Fondo per lo Sviluppo e
Coesione» — «sono indispensabili per assicurare il rilancio dell’economia nazionale e delle costruzioni», ha proseguito il vicepresidente degli imprenditori
edili, che ha chiosato: «Queste
risorse rappresentano il 40%
dei fondi destinati annualmente
dallo Stato per infrastrutture e
costruzioni».
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