lati e l`ambiente: nuovo impianto di trattamento emissioni gassose

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lati e l`ambiente: nuovo impianto di trattamento emissioni gassose
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Copyright © LATI S.p.A. 2007
5 Luglio 2005
LATI E L’AMBIENTE: NUOVO IMPIANTO DI
TRATTAMENTO EMISSIONI GASSOSE
LATI S.p.A., nell’ambito di un programma di
riqualificazione
dei
propri
impianti
di
trattamento delle emissioni gassose condotto
a partire dal 2002 in collaborazione con
il DIIAR (Dipartimento di Ingegneria
Idraulica,
Ambientale,
Infrastrutture
viarie e Rilevamento) Sezione Ambientale
del Politecnico di Milano, aveva individuato
nel punto di emissione E 6 del proprio
stabilimento sito in Gornate Olona (VA),
località Torba, una possibile fonte di disturbo
olfattivo per gli abitanti delle abitazioni più
prossime al sito produttivo, come dimostrato
con uno specifico studio (vd. M. Gadda, S.
Cernuschi, G. Lonati, 2003 - “Valutazione
delle molestie olfattive associate alle
emissioni del nuovo impianto di trattamento
del flusso gassoso proveniente dalle vasche
di decantazione delle acque di degasaggio
dello stabilimento di Gornate Olona”) a suo
tempo consegnato a Sindaco ed agenzia
A.R.P.A. di competenza.
In particolare, si era osservato che in
concomitanza di particolari regimi produttivi
caratterizzati dalla lavorazione di materiali
termoplastici additivati con fosforo,
l’emissione proveniente dalle vasche di
accumulo e ricircolo delle acque di
degasaggio (E 6), nonostante il passaggio
attraverso due torri ossidative di lavaggio in
serie, poteva contenere tracce di fosfina, una
sostanza piuttosto critica dal punto di vista
ambientale poiché caratterizzata da una
soglia di percettibilità olfattiva estremamente
bassa (0,02 ppm) ancorché inferiore al
proprio TLV (Threshold Limit Value 0,3 ppm –
TWA; 1 ppm –STEL) ovvero al valore oltre il
quale sono necessarie valutazioni di tipo
sanitario.
In seguito ad una serie piuttosto estesa di
prove condotte durante il 2003 alla scala
pilota mediante un impianto di conversione
termica, si è individuato nella tecnologia
termossidativa il sistema di trattamento più
idoneo per il flusso gassoso in questione. Nel
corso dell’anno appena concluso, pertanto, la
LATI ha adottato tale soluzione tecnica
installando un’unità di trattamento composta
da una colonna di pre-abbattimento delle
polveri ad umido (scrubber), seguita da un
impianto di combustione termica di tipo
rigenerativo.
In particolare, i gas da depurare provenienti
dalla produzione entrano nello scrubber dove
vengono raffreddati e saturati e dove in
controcorrente viene fatta ricircolare la
portata d’acqua necessaria per ottenere
l’abbattimento di polveri; una parte del
volume
d’acqua
viene
scaricata
per
mantenere costante il livello nello scrubber
ed evitare un eccessivo decadimento delle
caratteristiche qualitative dell’acqua che
viene costantemente reintegrata dalla testa
della colonna. L’impianto di combustione
termica di tipo rigenerativo è a tre camere.
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Ciascuna delle camere rigenerative contiene
un letto con corpi di riempimento in
ceramica, aventi la funzione di accumulatori
di calore, in quanto vengono scaldati o
raffreddati in base alla direzione del flusso del
gas che li attraversa. L’aria che deve essere
depurata raggiunge infatti la prima camera
ed attraversa verticalmente, dal basso verso
l’alto, il letto con i corpi di riempimento in
ceramica,
riscaldati
durante
la
fase
precedente.
Durante tale passaggio l’aria inquinata viene
riscaldata fino alla temperatura più prossima
possibile a quella di ossidazione (intorno ad
850°C), facendo di conseguenza diminuire
gradatamente la temperatura di questo letto
ceramico. Qualora la suddetta temperatura di
ossidazione non fosse raggiunta grazie
all’autoaccensione delle sostanze organiche
presenti nell’aria di scarico, si utilizza un
bruciatore
ausiliario
alimentato
con
combustibile (metano) ed installato nella
camera di combustione.
Il tempo di permanenza medio dei gas alla
temperatura di combustione è superiore ad
un secondo. Dopo aver lasciato la camera di
combustione, i gas purificati passano
verticalmente, dall’alto verso il basso, nella
seconda camera trasferendo il calore e sono
quindi inviati al camino di emissione. Il
secondo letto viene così riscaldato ed è
pronto per la prossima sequenza, ovvero per
riscaldare il gas in arrivo all’impianto.
Il particolare tipo di riempimento
ceramico
utilizzato
permette
di
ottimizzare
sia
i
consumi
di
combustibile,
grazie
alla
elevata
superficie specifica, sia i consumi di
energia elettrica, grazie alla ridotta
perdita di carico.
La soluzione con le tre camere evita che,
durante l’inversione dei flussi, sia inviato al
camino un certo volume di gas non trattato,
garantendo quindi sempre la massima
efficienza del sistema che può raggiungere
anche valori superiori al 99 %. Grazie alla
5 Luglio 2005
terza camera è inoltre possibile bonificare le
torri ad ogni inversione.
Benché siano commercialmente disponibili
impianti di combustione termica rigenerativi
a due camere, meno onerosi e tecnicamente
complicati di quello adottato, che in caso di
installazione avrebbero comunque garantito il
rispetto dei vincoli imposti dalla Regione per
l’emissione in oggetto, la LATI ha optato per
una tecnologia a tre camere proprio per i
motivi
sopracitati,
concordemente
alla
propria linea politica in materia di ambiente
che le ha permesso di essere tra le
primissime aziende interamente italiane ad
ottenere,
nel
1995,
la
certificazione
ambientale secondo la norma UNI EN ISO
14001.
Le
informazioni
ottenute
dalle
prime
campagne interne di analisi condotte sul
nuovo impianto (vd. rapporti di analisi
consegnati a Sindaci interessati ed A.R.P.A.
di competenza in data 20.12.2004) hanno
confermato il pieno raggiungimento degli
obiettivi prefissati, avendo evidenziato valori
caratteristici del flusso gassoso in uscita dal
combustore praticamente confrontabili a
quelli dell’aria atmosferica ma non mancherà
a breve una verifica dei risultati così ottenuti
da
parte
dell’organismo
regionale
competente.