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Tecnica ottobre 2011 la termotecnica Energie da Biomasse di F. Miccio, G. Ruoppolo, M. Fraganza 31 Studio di un processo termochimico per la valorizzazione energetica di alghe marine L’articolo presenta alcune considerazioni qualitative e quantitative sull’u- L’alga poseidonia è una biomassa marina la cui deposizione ed accumulo lungo le coste dell’Italia rappresenta un problema di natura ambientale di crescente rilevanza. In passato la poseidonia era utilizzata come materiale da imballaggio, costruzione, riempimento di manufatti e per usi terapeutici. Tutti questi utilizzi sono stati abbandonati e ad oggi la destinazione dell’alga depositata sulla spiagge è la discarica. Destinazioni alternative sono allo studio con diverse finalità, tra cui la valorizzazione come possibile fonte naturale di materia ed energia. Infatti, se idoneamente trasformata in processi biochimici o termochimici può produrre direttamente calore da combustione o da processi aerobici, oppure generare sostanze chimiche di interesse per l’industria di processo tramite pirolisi, gassificazione o digestione anaerobica. Sicuramente l’elevato contenuto di acqua e di sale marino pone problemi non trascurabili allo sviluppo di un idoneo processo di valorizzazione delle alghe. La deposizione annua della poseidonia è pari a circa 125 t di materiale secco per chilometro di litorale [1], mettendo in gioco numeri di rilievo. Come riportato da Mckendry [2] le piante acquatiche sono più adatte a processi di conversione di tipo biologico per la loro elevata umidità rispetto alle biomasse secche che possono invece essere impiegate in processi di tipo termico come pirolisi, gassificazione e combustione. L’essiccazione del materiale tal quale va pertanto considerata all’interno dell’economia generale del processo. Cocozza et al. [1] hanno condotto uno studio in cui analizzano e confrontano la possibilità di utilizzare la poseidonia ai fini della produzione di biocarburante o per compostaggio. Gli autori evidenziando che la parte fibrosa (rizoma) può essere utilizzata per produrre energia avendo un potere calorifico (LHV compreso tra 13.6 e 15.7MJkg-1) paragonabile a quello di paglia e torba, mentre le sole foglie e i residui (LHV intorno a 10MJkg-1) potrebbero essere destinate con e senza fibre alla produzione di compost. Gli autori inoltre rilevano che la vicinanza alla riva, il tempo di permanenza in spiaggia, l’esposizione alle piogge e al sole inducono variazioni significative alle caratteristiche dei materiali accumulati. Ncibi et al. [3] hanno proposto di utilizzare tilizzo dell’alga poseidonia in processi termochimici per la produzione di energia. Uno dei principali problemi è costituito dall’elevato contenuto di acqua e sale nel materiale tal quale. I calcoli termodinamici dimostrano che il processo è ipotizzabile se il contenuto di umidità sia ridotto a 65% in massa, utilizzando preferenzialmente la tecnologia a letto fluido. Tale valore di umidità è ottenibile in modo naturale per prolungata esposizione al sole o per pressatura/centrifugazione sul luogo di raccolta. La combustione sembra essere preferibile rispetto alla gassificazione indirizzando verso l’uso di macchine a combustione esterna per lo stadio di generazione di energia. Study on ThermO-chemical Processes for Power Generation from Poseidonia ALGA The paper presents some qualitative and quantitative reflections on the utilization of Poseidonia alga in thermo-chemical processes for power generation. The major problem arises from the high water and salt content in the raw material. Thermodynamic calculations prove that the process would be feasible, provided that the moisture is lower than 65% by mass. In this case, the fluidized bed technology is preferable. Reducing the water content of the alga can be obtained by natural evaporation in presence of sun or by on-site mechanical pressing/centrifugation. The combustion option appears preferable with respect to gasification, addressing toward the adoption of external combustion devices for power generation. le fibre di poseidonia piuttosto che per fini energetici diretti per produrre char e carboni attivi. Infatti, il char ottenuto risulta avere a parità di condizioni di trattamento una struttura mesoporosa con maggiore area superficiale rispetto a quella ottenibile con altre biorisorse come per esempio la iuta o le fibre di noce di cocco. Di contro i successi nell’applicazione della tecnologia a letto fluido ai processi termo-chimici con combustibili umidi [4, 5] aprono nuove prospettive per l’utilizzo della poseidonia a fini energetici, soprattutto su piccola scala di impianto (<1 MWt). Il presente articolo fornisce alcune preliminari considerazioni sullo sviluppo di processi termo-chimici per la valorizzazione energetica delle alghe con una tecnologia che oltre ad essere affidabile e flessibile, possa anche essere Prof. ing. Francesco Miccio, ing. Giovanna Ruoppolo, dott. Michela Fraganza Istituto di Ricerche sulla Combustione - Consiglio Nazionale delle Ricerche, Napoli Tecnica 32 Energie da Biomasse trasportabile per soddisfare le esigenze di lavorazione in siti distribuiti sul territorio. Caratterizzazione chimica e pre-trattamento La fotografia (Figura 1) mostra un campione di alga umida ottenuto dal litorale limitrofo a Gallipoli (LE). Il campione di poseidonia è stato sottoposto a caratterizzazione chimica con le tecniche standard impiegate per i combustibili ed i risultati sono riportati nel seguito. figura 1 - Fotografia di un campione di alga Poseidonia (tal quale) Analisi immediata ed elementare e potere calorifico Il contenuto di carbonio, idrogeno ed azoto è stata determinato con un analizzatore elementare CHN 2000 LECO. Per questi test si introducono nell’apparecchio circa 20 mg tabella 1 - Analisi immediata ed elementare del campione di poseidonia ottobre 2011 la termotecnica di campione. Il contenuto di C, H, N è ottenuto ossidando il campione in O2 a 950 °C e misurando la concentrazione dei gas prodotti mediante un detector a termo-conducibilità per la determinazione dell’N2 (precedentemente ottenuto dalla riduzione catalitica degli NOx prodotti durante la combustione) e due celle NDIR per la determinazione del C e dell’H. I composti che potrebbero dar luogo a interferenza vengono rimossi prima dell’analisi. Il contenuto di umidità, volatili, carbonio e ceneri è stato determinato utilizzando misure termo-gravimentriche mediante una termobilancia TGA 701 LECO. La misura del potere calorifico è stata eseguita utilizzando un calorimetro Parr 6200 con circa un grammo di materiale macinato preventivamente essiccato in stufa a 120 °C e successivamente inserito nella bomba calorimetrica. Dopo il riempimento della bomba con ossigeno puro si ha l’ignizione con un filamento di tungsteno. Lo strumento misura l’incremento di temperatura di un bagno (2 L) di acqua distillata contenuta in una camicia di raffreddamento. I risultati ottenuti sono riportati sinteticamente nella Tabella 1. I valori delle proprietà della poseidonia sono tipici di biomasse per quanto riguarda il contenuto di volatili, di carbonio, idrogeno ed ossigeno. Di contro, il contenuto di ceneri è marcatamente superiore rispetto ad una biomassa legnosa, rappresentando il 26% su base secca. Il potere calorifico su base secca è leggermente inferiore a quello di un legno che solitamente è di circa 18.000 MJ/kg. Analisi delle ceneri Sul campione essiccato di poseidonia è stata eseguita l’analisi elementare delle ceneri utilizzando un analizzatore a ICP-MS (Inductively coupled plasma) Agilent 7500CE. Per queste analisi circa 200 mg di campione vengono dissolte in 9 ml di soluzione H2O2/HNO3 (2:7) e tenuti a 180 °C, secondo il metodo US-EPA 3051. I risultati ottenuti sono riportati nella Tabella 2. In accordo con i dati di letteratura gli elementi presenti in concentrazioni più elevate sono Na, Ca, Mg, e K probabilmente presenti sotto forma di cloruri. Per verificare se la presenza di taluni elementi fosse dovuta alla salinità superficiale, quindi eliminabile con un preventivo lavaggio, un campione di alghe è stato lavato con acqua distillata ed essiccato per poi eseguire l’analisi ICP-MS. Come è possibile vedere dai dati riportati in Tabella 2 le quantità di Na, K, Mg e Ca, risultano fortemente ridotte. La differenza di concentrazione dei vari elementi è ovviamente attribuibile al sale marino presente sulla superficie del materiale che è stato eliminato con il lavaggio. In particolare Na e K risultano ridotti circa del 96% mentre Ca e Mg hanno una riduzione del 12 e 23% circa. Il risultato suggerisce quindi che il sodio e il potassio siano prevalentemente presenti sulla superficie esterna mentre Ca e Mg più internamente alla struttura. Ricordiamo che le temperature di fusione sono pari a 804 °C (NaCl), 773 °C (KCl), 714 °C (MgCl2), 772 °C (CaCl2). Eliminare tali sali tramite lavaggio potrebbe essere importante ai fini di prevenire durante i processi termo-chimici Tecnica ottobre 2011 la termotecnica fenomeni di fusione, agglomerazione e deposizione in componenti a più bassa temperatura. Energie da Biomasse 33 quale prima di destinarlo ad un processo termo-chimico. Stima delle condizioni teoriche di operazione per processi termochimici tabella 2 - Analisi elementare ICP degli elementi presenti nel campione tal quale e in un campione sottoposto a lavaggio con acqua distillata Considerazioni circa il pre-trattamento per pressatura o centrifugazione Quale stadio preliminare al trattamento termico, è stata ipotizzata la pressatura delle alghe per la rimozione sul luogo di raccolta dell’acqua salmastra che impregna le alghe. Il refluo prodotto potrebbe essere inviato in mare, non essendo contaminato da sostanze estranee alle stesse alghe. Si stima che la pressatura (o centrifugazione) potrebbe ridurre il contenuto di umidità delle alghe fino al 50%, ottenendo un materiale di più agevole trasporto, stoccaggio e utilizzo negli impianti termici. A tale scopo, un semplice test di pressatura è stato eseguito in un torchio meccanico ad una pressione di circa 20 bar, dando luogo ad una significativa riduzione della massa di campione (30.5% della massa iniziale), a seguito della separazione dell’acqua. Inoltre un campione di poseidonia lavato con acqua distillata (circa 5 g) è stato trattato in forno a muffola a 550 °C, per la riduzione in ceneri. Il risultante contenuto di ceneri sul secco è stato pari a 12,8% contro il valore di 26,1% dell’alga tal quale. Pertanto entrambi i trattamenti di lavaggio e pressatura possono significativamente contribuire alla rimozione di acqua e sali dal materiale tal La Figura 2 mostra i possibili schemi di processo proposti per la conversione termochimica su piccola scala (100-500 kWt). Si prevede uno stadio di pretrattamento del materiale per ridurne il contenuto di umidità (pressatura o centrifugazione) e renderlo idoneo ai dispositivi di alimentazione alla camera di reazione. Esso potrebbe anche essere costituito da uno stadio di pellettizzazione che svolge in parte entrambe le funzioni, producendo granuli di agevole movimentazione e dosaggio. Per la termo-conversione si ipotizzano le tre opzioni della pirolisi, gassificazione e combustione. Di conseguenza la macchina per la generazione elettrica deve diversificarsi, potendo essere un motore a combustione interna per i primi due casi ed uno stadio ORC o un motore Stirling nel caso di combustione. Le soluzioni proposte consentirebbero di ottenere potenza elettrica in un intervallo 50-200 kWe con efficienze comprese tra 20 e 25% [6]. Di contro, nel bilancio di energia complessivo dell’intero processo è necessario considerare l’energia primaria richiesta per lo stadio 1. Lo stadio 2 è certamente allo-termico nel caso della pirolisi mentre combustione e gassificazione possono essere invece condotte in regimo di auto-termicità. Si sottolinea infine che i flussi materiali in uscita sono dati da ceneri per la combustione e da ceneri e char (carboncino) nel caso di gassificazione e pirolisi. È stato applicato al caso della poseidonia il modello termodinamico predittivo sviluppato da Miccio et al. [7] e basato sull’utilizzo del pacchetto software CEAExec [8] per il calcolo delle condizioni di equilibrio termodinamico. Tale modello consente di calcolare la composizione e la temperatura di stadi di combustione e gassificazione, anche multipli, per figura 2 - Schema di processo per la conversione delle alghe Tecnica 34 Energie da Biomasse figura 3 - Temperatura di combustione in funzione della temperatura di pre-riscaldamento dell’aria figura 4 - Temperatura e concentrazione di CO e CO2 in funzione del fattore di eccesso d’aria in processo di combustione (U=50%, Ta=25 °C) figura 5 - Temperatura e concentrazione di CO, CO2 e H2 in funzione del fattore di equivalenza per un processo di gassificazione (U=50%, Ta=700 °C) ottobre 2011 la termotecnica assegnati valori dei flussi di materia ed energia in ingresso al sistema. I risultati per i due casi di combustione e gassificazione in aria sono discussi a seguire. La temperatura adiabatica per il processo di combustione è riportata in Figura 3 in funzione della temperatura di preriscaldamento dell’aria (Ta), per due assegnati valori del contenuto di acqua nel combustibile (U = 65 e 70% in massa). I calcoli sono stati condotti con riferimento alle proprietà chimiche e fisiche della poseidonia e per fissato fattore di eccesso d’aria (e=1,12). Ovviamente la temperatura adiabatica cresce con l’aumentare della temperatura di preriscaldamento. Tenendo conto delle perdite parassite di calore, valori ottimali di temperatura di processo (800-850 °C) possono essere ottenuti nell’intervallo Ta=350-450 °C nel caso di alga a minor contenuto di acqua. Il preriscaldamento dell’aria può essere ottenuto per scambio termico con i fumi della combustione. La temperatura di combustione e la concentrazione di CO e CO2 sono riportate nel diagramma di Figura 4 in funzione del fattore di eccesso d’aria per un contenuto di acqua pari a 50% ed in assenza di pre-riscaldamento dell’aria. In tali condizioni si può osservare che la temperatura di combustione eccede 950 °C in tutto l’intervallo esplorato, ovviamente decrescendo con e. La concentrazione di CO è predetta da puri calcoli termodinamici ed è pertanto sottostimata rispetto a casi reali di combustione di biomasse, per ovvi limiti di natura cinetica. CO diventa stabile a più alta temperatura come riportato nella parte sinistra del diagramma. I risultati della simulazione dimostrano che in condizioni realistiche di combustione una parte del calore generato può essere disponibile per scambio termico con altri dispositivi (es. caldaia o motore Stirling) evitando l’eccessivo riscaldamento dei fumi. Per il caso della gassificazione, la Figura 5 mostra l’andamento della temperatura e della concentrazione su base secca di CO, CO2 e H2 nel gas prodotto in funzione del fattore di equivalenza (f). Il contenuto di acqua nel combustibile è pari al 50% e l’aria è preriscaldata a 700 °C. Nell’intervallo di f esplorato la temperatura di gassificazione raggiunge valori accettabili (>800 °C) per f maggiore di 0,52. Il gas generato ha un buon contenuto di idrogeno ma è povero in CO ed idrocarburi per cui ha potere calorifico modesto (<5,0 MJ/ m3), a causa dell’eccessiva diluizione con l’azoto immesso con l’aria di gassificazione. Con idonee scelte progettuali il processo può essere auto-termico se il pre-riscaldamento dell’aria avviene per scambio termico e parziale combustione del gas generato. Il basso valore del potere calorifico comunque penalizza le prestazioni di un motore a combustione interna eventualmente accoppiato al gassificatore. Conclusioni Ai fini dello smaltimento per termodistruzione, il processo è proponibile in impianti di potenza inferiore a 1 MWth Tecnica ottobre 2011 la termotecnica atteso che l’alga alimentata abbia un contenuto di umidità inferiore a 65%. Tale valore può essere raggiunto per la poseidonia con idoneo trattamento prima del processo (es. essiccazione naturale o pressatura) o per aggiunta di combustibile secondario (cippato di legno, sansa ecc.). La tecnologia a letto fluido è sicuramente più idonea al trattamento di materiali ad alto contenuto di umidità grazie all’elevata capacità termica, al buon grado di miscelazione e al rapido riscaldamento dei materiali introdotti nel letto. Tra le due opzioni esaminate, la combustione sembra essere preferibile alla gassificazione a causa del limitato valore del potere calorifico del gas ottenibile nel secondo caso. In tale ipotesi, lo stadio per la generazione di energia deve obbligatoriamente basarsi su macchine a combustione esterna (es. ORC o motori Stirling) che, sebbene meno consolidate rispetto ai motori a c.i., sono in progressiva diffusione per applicazioni tecnologiche. L’elevato contenuto di ceneri e soprattutto di sale marino pone problemi e sfide nella realizzazione di un processo in grado di rispettare i limiti di emissioni in atmosfera, adottando opportune contromisure tecniche per l’abbattimento del particolato e di specie gassose indesiderate. Bibliografia [1] Cocozza C., A. Parente, C. Zaccone, C. Mininni, P. Santamaria, T. Miano. Comparative management of offshore posidonia residues: Composting vs. energy recovery. Waste Management 31, 78–84 (2011). [2] Mackendry P.. Energy production from biomass (part 1): overview of biomass. Bioresource Technology 83, 37–46 (2002). [3] Ncibi M.C., V. Jeanne-Rose, B. Mahjoub, C. Jean-Marius, J. Lambert, J.J. Ehrhardt, Y. Bercion, M. Seffen, S. Gaspard. Preparation and Characterization of raw chars in physically activated carbons derived from marine Posidonia oceanica (L.) Fibres. Journal of Hazardous Materials 165, 240-249 (2009). [4] Miccio F., Miccio M., Dispersion and co-combustion studies for disposal of agro-industrial effluents in bubbling fluidized bed, Proceedings of 14th Int. Conf. on Fluidized-Bed Combustion, ASME, Vancouver (Canada), p. 1255-1266 (1997). [5] De Riccardis A., Miccio F., Miccio M., Stefanizzi P., Combustion of olive husks in a small scale bfb facility for heat and steam generation, Proceedings of ECSBT2 Conference, Stuttgart (D), 16-17 March, 429-437 (2000). [6] Rossi F., Nicolini A., Filipponi M., Amantini M., Confronto tecnico tra soluzioni per la conversion diretta dell’energia termica in energia elettrica, Atti 63° Congresso Nazionale ATI, Palermo 23-26 settembre (2008). [7] Miccio F., Svoboda K., Schosger J.P., Baxter D., Biomass gasification in internal circulating fluidized beds: a thermodynamic predictive tool, Kor. J. Chem. Eng., 25, 721-726 (2008). [8] Gordon S. and McBride B. J., NASA report, ref. pub. 1311 (1994). Energie da Biomasse 35