lettera aperta agli on. monti, catricalà, passera, napolitano, bersani

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lettera aperta agli on. monti, catricalà, passera, napolitano, bersani
LETTERA APERTA AGLI ON. MONTI, CATRICALÀ, PASSERA, NAPOLITANO, BERSANI,
CASINI, BONINO ... E A TUTTI GLI AMANTI DELLE LIBERALIZZAZIONI …
Egregi onorevoli,
ciclicamente vi ostinate a volerci liberalizzare, ma noi siamo già liberi, perché abbiamo scelto di
fare questo mestiere (l’ingegnere), ce lo siamo sudato e conquistato senza nessun tipo di rendita
nel luogo dove la nostra piccola storia ci ha consegnato. Nessuno ce lo ha impedito, ma nessuno
(e ci riferiamo allo Stato) ci ha favorito in questo. Paghiamo le tasse, paghiamo la nostra
formazione continua (perché senza formazione non si rimane aggiornati e non si possono dare
risposte adeguate ai cittadini), tutti i giorni siamo al servizio dei clienti “senza orario e senza
bandiera”, sopportiamo tutti i passaggi della burocrazia. Infine da volontario qualcuno fa anche il
presidente o il consigliere dell’Ordine. Non ci potete perciò imbrogliare, non potete farci
vergognare del nostro lavoro, non ci potete rendere schiavi del potere finanziario … perché sono
ben altri i valori in cui crediamo. In concorrenza ci siamo da sempre, perché i nostri clienti non ci
sono stati garantiti da nessuno e possono andare dove vogliono, se non sono contenti di noi. E
dei loro risparmi ce ne siamo sempre fatti carico per primi. O forse i risparmi che volete
conseguire con questa “fase 2” sono per qualcun altro?
Non avete il coraggio di dirlo: siete schiavi dei poteri forti, del mercato senza regole, della finanza,
delle banche, che scaricano i loro errori sui cittadini. E’ troppo facile prendersela con i più deboli,
con le strutture già libere, e quindi più esposte, che tengono in piedi un territorio, lo conoscono, lo
amano e lo servono, nel loro piccolo con passione e con sudore.
Che storia è quella delle tariffe? Già si potevano tranquillamente trattare dopo Bersani, ma almeno
costituivano un punto di riferimento oggettivo. Faccio un esempio. Un cliente mi chiede quanto
costa un determinato lavoro: secondo il tariffario, mettiamo 100. Posso chiedergliene 100, 120
oppure 80. E lui mi domanderà di motivare il + o il – e potrà scegliere tra me ed un altro perché ha
un parametro di riferimento. Ma se gli levo il parametro, che fa? E’ ancora in grado di giudicare e
di scegliere? E’ questo, cari Monti & Co. che volete? Del resto anche un giudice, in caso di
contenzioso, dovrà ancora fare riferimento ad un prezzario … nuovo, perché quello vecchio è stato
cancellato! E via così, con perdite di tempo e risorse per la collettività. Si badi bene che in
Germania (ohibò ma non c’è la Merkel qui, quella che va sempre a trovare Monti?) le tariffe le
hanno appena approvate e da anni i professionisti italiani (in questo caso ingegneri ed architetti)
chiedono che siano rimodulate in base alla qualità di un’opera e non al suo mero valore economico
… Abbiamo visto tutti, dopo Bersani, con quale arbitrio si pongono in gara i servizi tecnici e che
ribassi si raggiungono. Vogliamo lavorare gratis? Vogliamo che progetti tutto Aarup & Partners,
tanto per fare un esempio, anche il garage della sig.ra Maria?
Pensate che un nuovissimo sondaggio di ISPO, l’Istituto di ricerca di Mannheimer, ha potuto
affermare che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani chiede ai professionisti … non il
ribasso sulle tariffe, no! ma aver superato l’Esame di Stato. Proprio così: i cittadini non sono scemi
e sono stanchi di ciarlatani, che possono fare tutto perché stolte liberalizzazioni glielo consentono.
Le scuole devono recuperare il criterio meritocratico ed alle professioni intellettuali (sempre più
ambite, visto che sono cresciute del 70% negli ultimi dieci anni – altro che PIL!) devono approdare
persone sempre più competenti, non solo i figli di …
A proposito di figli di … Quando muore un industriale od anche un semplice artigiano, forse che la
loro azienda o bottega vengono liberalizzate? Oppure vengono, se possibile tramandate anche di
padre in figlio? E’ un bene oppure un male respirare per anni il clima di un mestiere in famiglia ed
apprezzarlo al punto di volerlo proseguire, magari migliorandolo? Solo i professionisti devono
vergognarsi di questo?
E dove pensate che potranno andare le nuove imprese di giovani con 1€ di capitale sociale? Vi
devo rammentare che non potranno avere nessun credito con questo capitale? Eppure sul Sole
24 Ore di sabato 21 gennaio l’unico argomento della manovra che riscuoteva 3 semafori verdi
(fattibilità immediata, nessuna difficoltà operativa, risparmi garantiti) era quello delle professioni.
Che faccia tosta! Del resto cosa possiamo aspettarci dall’organo di stampa di Confindustria?
Forse gioverebbe rammentare che gli studi del Governo appena uscito di scena avevano
dimostrato che da questo tipo di liberalizzazioni ai cittadini non sarebbe derivato nessun sensibile
beneficio, per lo meno paragonabile con quello dei minori costi delle bollette energetiche, dei
carburanti, dei conti correnti, delle assicurazioni, ecc. … i poteri forti di cui prima si diceva …
E Trefiletti dell’Unione Consumatori, perché se la prende tanto con gli Ordini? Lo sa o no che sono
strutture che non costano nulla allo Stato ed ai cittadini, ma surrogano tutte le funzioni che il primo
non riesce a fare a beneficio dei secondi? Il suo odio è di pancia? Gli si potrebbe replicare: e lui di
cosa campa? Dei soldi dei consumatori?
Etica e competenza sono i paradigmi di ogni libera professione intellettuale, e sono da sempre
valorizzati e riconosciuti. Che succederà con l’ingresso dei soci di puro capitale nelle società
professionali? Il vero lavoro lo farà sempre un professionista competente, con tutti i pro e i contro,
e i profitti e le scelte “politiche” le determineranno gli azionisti di maggioranza? Dovremo allora
scegliere tra il meglio per il cliente ed il massimo profitto per la società? I veri professionisti non
hanno mai fatto questi ragionamenti. E’ il mercato, il modello anglosassone a proporli, direte voi?
No grazie! Siamo latini e ce ne vantiamo …
Non abbiamo ricette demagogiche o populiste per risolvere una crisi che stiamo subendo come
tutti, pur non avendo fatto nulla per determinarla. Chiediamo solo di essere rispettati, di poter dare
la nostra opinione tutte le volte che qualcuno ci tira in ballo, magari a sproposito. Piacerebbe
anche a noi andare nei palazzi della politica a togliere tutte le scale mobili di aggancio dei mega
stipendi dei funzionari, andare nel supermercato e trattare un qualsiasi prezzo con un contratto
scritto, idem al ristorante al momento di pagare la pizza …
C’è solo bisogno di dignità e di equità per tutti. In democrazia nessuno si deve sentire l’”unto del
signore” e gli altri muti …
Per adesso siamo in trincea, disposti a combattere sino all’ultimo.
Adriano Faciocchi - Presidente dell’Ordine Ingegneri della Provincia di Cremona e del CUP
Cremona
P.S. Non vorremmo essere confusi con chi vuol mantenere tutto come prima, ma modernizzare,
riformare, migliorare non è davvero quello che voi chiamate con ostinazione e tracotanza
“liberalizzazioni” o “lenzuolate”. Quelle sono solo i favori per qualcuno …