09-02-18_documento alla nardiello

Transcript

09-02-18_documento alla nardiello
SNAIPO
Sede Legale e Amministrativa:
Via Copernico, 22
40055 Castenaso – BOLOGNA
Recapiti Segreteria Nazionale:
Cell. 335/6471423
Seg./Telefax 051/787591
E.mail [email protected]
Consulenza Sindacale e legale Iscritti:
Prof. Vincenzo Di Marco
E.mail [email protected]
Cell. 339/1816548 (dal Lunedì al
Venerdì h. 17 – 19,30)
Sito internet:
www.snaipo.it
Sindacato Nazionale
Insegnanti di Pratica
Operativa
Convenzionato in
esclusiva con
ARFA Scuola
e altro Personale della Scuola e della Pubblica
Amministrazione
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Il più rappresentativo degli Insegnanti Tecnico
Pratici Alberghieri e del Personale degli
IPSSAR
(Istituti Professionali di Stato per i Servizi Alberghieri e
della Ristorazione)
Riconosciuta dal
Ministero della
Pubblica Istruzione
per l’Aggiornamento
Professionale
Prot. 99898/09 Riordino IPSSAR
Aderente al
Parlamentino del
Turismo Italiano FIST Federazione
Italiana Settore
Turismo
Qualità nel Turismo
www.fisturismo.it
Bologna, 18/02/09
Alla c.a. del Direttore Generale
Dott.ssa Maria Grazia NARDIELLO
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Via Ippolito Nievo, 35
00153 ROMA
Oggetto: Documento di supporto alla convocazione del 19/2/09.
A supporto dei contenuti del confronto previsto in data 19/2/09 e a quanto già trasmessoLe con raccomandata del
7/2/09, Le formalizziamo qui di seguito le nostre considerazioni in merito allo stato dei lavori sul riordino IPSSAR
pubblicato recentemente su alcuni accreditati siti di informazione sulla Scuola:
1. CONSIDERAZIONI SULLE INCONGRUENZE DEL DOCUMENTO (profilo + quadro orario Istituti per
l’enogastronomia)
• Il profilo è unico, ma al tempo stesso si palesano ambiguità. Nei primi due anni sono previsti 2 tipi di laboratorio,
poi nel triennio successivo il laboratorio diviene unico. Una impostazione atipica, curiosa e anacronistica che
non ha precendenti nel lo storico della nostra Scuola. Tale struttura infatti contraddice un dogma imprescindibile
dell’apprendimento che prevede prima i corsi generali e di orientamento, poi le specializzazioni in un ambito
specifico. Nel Documento si prevede l’esatto opposto.
• Quando nel profilo si specificano le differenze, nella filiera dell’ospitalità alberghiera troviamo competenze di
alto livello che sono tipiche degli ultimi anni di corso (per esempio“svolge attività gestionali e funzionali
all’amministrazione…”), ma a questo punto la materia di laboratorio è unita!
• Nel profilo rimangono elementi di geografia turistica e storia dell’arte (“… patrimonio delle risorse ambientali,
artistiche…”), ma poi non sono previste le materie corrispondenti (erano presenti nelle precedenti bozze del
“turistico-ospitalità” ma qui non ci sono più).
• È contro ogni logica riproporre il vecchio modello del terzo anno come momento maggiormente
professionalizzante: semmai devono essere il 3° e il 4° (lo schema indicato dal Ministro Gelmini doveva essere
2+2+1).
• È contro ogni logica mettere 8 ore la settimana di laboratorio quando le cattedre dei docenti devono essere di 18
ore: al più viene 17 (8+6+3), ma non 18. Sarebbe stato molto più semplice mettere 9+9 in 3° e in 4°. La stessa
cosa capita in matematica: perché mettere nel biennio 4 ore quando poi nei successivi tre anni ce ne sono 3?
Anche qui si può arrivare a 17, non a 18. La Corte dei Conti potrebbe esprimere rilievi in proposito.
Il dichiarato “rafforzamento dei laboratori” (presente nei programmi del Governo) viene palesemente disatteso: da
un punto di vista del numero di ore dei docenti di laboratorio, allo stato attuale in un corso (dalla 1° alla 5°) ci sono
54 ore, con questa bozza le ore per gli ITP scendono a 32!!! Inoltre la positiva esperienza della divisione in squadre
nel biennio iniziale viene cancellata. Con una utenza scolastica composta per un 25-30% da alunni certificati e/o
stranieri ciò aggraverà le problematiche linguistiche, cognitive e fisiche e renderà impossibile svolgere le lezioni in
laboratorio, dato che la maggior parte è inidonea ad accogliere 28-30 alunni (in palese violazione del D.lgs. n.
81/2008 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ove all’art. 2 comma a) si specifica proprio che per “lavoratore” si
intende anche “l'allievo degli istituti di istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale
nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere…”). Infatti in questi anni le scuole, avendo a che
fare con un continuo aumento delle iscrizioni e budget ristretti, hanno predisposto pochissimi laboratori di capienza
accettabile per un’intera classe (destinati alle classi 3°, 4° e 5°) e tanti laboratori più piccoli per le mezze classi
(destinati al biennio iniziale). Inoltre, si deve considerare la pericolosità delle attrezzature necessarie per lo
svolgimento della lezione (coltelli, tritacarne, affettatrice, fiamme, olio bollente, ecc.): ben difficilmente gli
insegnanti si arrischieranno a portare 28-30 alunni di 1° in laboratorio; al più farà una lezione dimostrativa, ma è
noto che tale metodo didattico è assai più utile per chi ha già buone conoscenze pregresse, mentre poco rimane a
chi è alle prime armi. In ogni caso è una abnorme falsità concepire il sostanziale dimezzamento del tempo e
dell’efficacia della didattica come “rafforzamento dei laboratori” e come “rafforzamento della qualità della
formazione”.
•
Si comprende immediatamente che il documento è realizzato (sarebbe meglio dire “raffazzonato”) in fretta e
furia da qualche funzionario, certamente non esperto della nostra Scuola. Lo si evince dalle incoerenze e
illogicità sia nel profilo in sé (i taglia-incolla non sono riusciti al meglio…), sia nel confronto tra profilo e quadro
orario, sia nel confronto tra quadro orario e i criteri generali che avevano ispirato il lavoro della Commissione De
Toni.
• CONSIDERAZIONI SULL’ ISTRUZIONE ALBERGHIERA E GLI IPSSAR
Per gli Istituti alberghieri, allo stato attuale, la proiezione di tale documento in nuovo ordinamento si tradurrebbe in
un regresso abissale, un vero e proprio disastro in termini di consenso di utenza e di preparazione degli alunni. Si può
certamente affermare che il problema non riguarda solo i singoli istituti o i tanti docenti che perderanno il posto. Il
danno maggiore sarà proprio per quelle professioni a cui noi cerchiamo di preparare i nostri alunni (ciò avverrebbe
paradossalmente proprio nel momento in cui la preparazione degli addetti viene dichiarato quale punto
irrinunciabile del rilancio del Turismo Italiano).
Con un profilo così omnicomprensivo, come si configurerà il laboratorio di enogastronomia e di ospitalità? Che cosa
si farà in laboratorio? Quali competenze si svilupperanno, dal momento che preparazione-servizio e vendita
presuppongono laboratori diversi e diversamente attrezzati? È per caso prevista l’ubiquità degli alunni e degli
insegnanti? Oppure una settimana la classe va in cucina a preparare i piatti e la settimana dopo va in sala a servirli?
Il DPR 354/98 aveva sciaguratamente accorpato in un unico ambito disciplinare (AD 20) tre discipline totalmente
diverse tra loro. L’Amministrazione ha più volte riconosciuto l’errore e manifestato l’intenzione di porvi rimedio nei
successivi passaggi di riforma. Ora invece pare che tale errore sia considerato il vero pilastro del riordino in
definizione.
Va quindi urgentemente sostenuta e riconsiderata la necessità che gli indirizzi del nostro istituto rimangano 3 ben
distinti (sala-bar, cucina e ricevimento), oppure nel caso peggiore 2: enogastronomia e ospitalità alberghiera, ma
prevedendo già la possibilità per l’enogastronomia di due curvature riconducibili a maggiori competenze di cucina e
di sala. I numeri per giustificare questa operazione ci sono e sono documentabili . Valga a tal proposito una semplice
considerazione: i tecnici hanno circa 190.000 iscritti al 1° anno, per 11 profili e 21 articolazioni (rispettivamente la
media è 17.200 e 9.000); gli alberghieri hanno 45.000 iscritti al 1° anno… quindi 3 articolazioni sono del tutto
compatibili con il lavoro svolto per i tecnici.
Non può inoltre essere ignorato un fatto: gli alberghieri sono l’unica scuola in forte crescita. 20 anni fa avevano
meno di 50.000 iscritti, oggi ne hanno più di 150.000 e attualmente è l’istituto professionale con il numero più
elevato di alunni iscritti alla 1° (è questo il dato più importante, rispetto a quello totale, perché è quello che
fotografa meglio la realtà e la tendenza). Allora toccare-modificare-cancellare indirizzi e/o articolazioni in un istituto
in costante crescita e così apprezzato dagli Studenti e dalle Famiglie appare davvero anacronistico e inspiegabile,
almeno con le ragioni e con i valori di cui la Scuola dovrebbe essere portatrice.
La proposta formativa degli IPSSAR ha già una sua forte organicità. Si tratta infatti di un segmento scolastico ove la
sperimentazione selvaggia non ha mai attecchito (quella delle 900 prove per l’esame di Stato). Inoltre i profili
formativi nel tempo hanno subito piccolissime modifiche, si sono adeguati alla nuova realtà, ma mai stravolti. Esse
hanno riguardato dal 1959, qualifiche come:
• addetto ai servizi alberghieri di cucina;
• addetto ai servizi alberghieri di sala-bar;
• addetto alla segreteria e amministrazione d’albergo;
• addetto alla portineria d’albergo.
Le differenze sono minime rispetto all’ordinamento attuale (praticamente solo l’accorpamento delle ultime due
qualifiche nel settore ricevimento).
Negli ultimi 50 anni le Scuole che hanno mantenuto la loro fisionomia originale sono solamente il liceo classico, il
liceo scientifico e l’alberghiero: tutte le altre nel tempo hanno profondamente modificato i loro profili o sono
addirittura scomparse. Se non si è sentita l’esigenza di avviare continue sperimentazioni, SIGNIFICA CHE LA SCUOLA
HA GIÀ UNA PROPOSTA CONVINCENTE.
L’IPSSAR è l’unico professionale che non ha un istituto tecnico similare: l’input ministeriale che non possano esistere
doppioni svilisce la missione stessa della Scuola, quella di cercare di trarre il meglio da ogni studente.
Due o Tre proposte analoghe, pur se differenziate, una nel tecnico, una nel professionale e, perché no, una nel la
Formazione Professionale, avrebbero dato la possibilità a chi ha 5 talenti di poterli mettere a frutto tutti e 5 e a chi
ne ha solo uno di poter far fruttare quello che ha.
In Francia ci sono 8 modi per diventare cuochi (CAP, BAC PRO, BAC TECH, BEP, BP, BTS, MC, apprendistato):
possibile che in Italia l’unico canale debba essere quello della Formazione professionale? A chi giova tutto ciò?
RITENIAMO URGENTE CHE IL MIUR VERIFICHI E RECEPISCA QUANTO SOPRA AL FINE DI APPORTARE I NECESSARI
CORRETTIVI AL LAVORO FIN QUI SVOLTO
QUANTO AI LABORATORI TECNICO PRATICI, RICONOSCIUTI UNIVERSALMENTE ANELLO PORTANTE DELLA
DIDATTICA DI SETTORE, DEVONO ESSERE PREVISTI NELL’AREA DI INDIRIZZO DEI QUADRI ORARIO NAZIONALI PER
UN NUMERO DI ORE MINIMALE NON INFERIORE AL SEGUENTE
Quadro Orario Annuale
Classe di
Concorso
C/500
C/510
C/520
Materia
(verosimile nuova
denominazione)
Laboratorio di cucina ed
enogastronomia
Laboratorio di Sala-Bar ed
enogastronomia
Laboratorio di Ricevimento
e Ospitalità
1° anno
2° anno
3° anno
4° anno
5° anno
99*
99*
297**
297**
198**
99*
99*
297**
297**
198**
99
99
297**
297**
198**
* = La classe è divisa in due squadre (come già avviene nell’ordinamento attuale)
** = L’alunno sceglie l’articolazione o la curvatura di specializzazione tra:
- Enogastronomia ad indirizzo gastronomico
- Enogastronomia ad indirizzo enologico
- Ricevimento e Ospitalità
Qualsiasi soluzione riduttiva e/o che rimandi a determinazioni dei singoli Istituti l’area formativa caratterizzante e
identitaria di tale ordine di Studi è, per quel che ci riguarda inaccettabile.
Tanto per trasparenza di posizione e per le opportune deduzioni da parte del MIUR. Cordialità.
Il Segretario Generale Nazionale
Prof. Vincenzo Di Marco