Né vinti né vincitori - Liceo Classico Ugo Foscolo di Albano

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Né vinti né vincitori - Liceo Classico Ugo Foscolo di Albano
INTERVENTO CONFERENZA SU GIOVANNI VERGA
di Cristina Corbò classe VF
<< Si discuteva se vi fossero in Verga effettivamente dei personaggi che potessero dirsi “vinti”.
Personalmente mi sono posta anche io la questione ma più leggevo e rileggevo le novelle, più questo
termine “ vinti” non riuscivo ad associarlo a nessuno. Il passo decisivo che mi ha aperto gli occhi sulla
grande umanità dei personaggi verghiani e sulla loro vera natura è stato l’addio finale in “Di là del mare” in
cui i due protagonisti innamorati sono costretti a lasciarsi e a ritornare alla loro realtà che li chiama da di là
del mare . Il loro non è un semplice addio, nei loro occhi si legge una promessa di eterna fedeltà al
sentimento che li unisce che supera i confini del tempo e dello spazio, della sorte e del destino, una
promessa che in quel “per sempre” diventa antidoto alla loro finitezza. C’è chi li ritiene dei vinti (come tutti)
perché alla fine sono condannati a non rivedersi più, a tornare nelle proprie corrispettive realtà sociali, ma
io personalmente mi trovo in disaccordo. Pensate… l’amore è tanto grande che fa loro dire addirittura “per
sempre” come se potessero dire di conoscere l’infinito, come se noi, mortali e limitati su tutto, potessimo
conoscere il piacere dell’eterno. Ebbene, se fossero tutti dei vinti non ci sarebbe senso nel continuare a
leggere Verga perché,come è scritto nell’analisi dei personaggi nei libri di testo di scuola, tutti sono
destinati a fallire, la vita stessa è destinata a fallire in quanto si nasce per non potersi realizzare mai.
Ma non è questo quello che io ho letto in Verga; non è questo quello che pensano ‘Ntoni, che alla
fine parte per lasciare Aci Trezza per sempre, o Peppa, nell’” l’amante di Gramigna”, che sogna un futuro
migliore, diverso. Né quello che io ragazzina, che ho ancora solo 18 anni , penso. Non posso sentirmi dire
che tutti i miei sforzi nella vita sono vani, che è inutile porsi degli obiettivi perché non li raggiungerò
mai,che non conoscerò mai il piacere di dire “per sempre” perché sono una vinta anche io. Io voglio
sentirmi dire che la vita è una crisi e che come ogni crisi comporta una possibilità, un’occasione per potermi
realizzare. E’ per questo che è importante capire che non esistono vinti o vincitori..ma solo uomini capaci di
essere leali con il proprio desiderio di essere “fatti umani”: se io sono leale, prendo sul serio questo mio
desiderio, divento libera, libera da ogni schema e costrizione sociale, come i due innamorati della novella, e
sarò in grado di amare veramente perché solo chi sa dirsi non addio, ma “arrivederci” pur sapendo di non
potersi rivedere mai più e che comunque rimane legato in cuor suo alla persona desiderata anche da
lontano, è un uomo libero , leale e vero. >>