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TAZ&BAO
Senza nome
«Ci hanno chiesto di
tingere i nostri vestiti:
addio camicie chiare, addio sarong
a fiori colorati. Tutto è diventato marrone scuro,
grigio o blu notte. Si usava un frutto dalla polpa
grassa da cui sgorgava del succo nero. Avevamo le mani
avvizzite. Il pigiama un po’ largo è diventato l’uniforme per tutti. I Khmer
rossi hanno proibito gli occhiali e i matrimoni d’amore. Hanno proibito le
parole: “moglie” per esempio, o “marito”, perché avevano una connotazione sessuale
e borghese. (…) Tutti i nomi furono cambiati. Cosa c’è di più individualista di un nome? Cosa c’è
di più pericoloso di un’identità? Una sola sillaba può bastare, visto che l’individuo non esiste».
Rithy Panh L’eliminazione (Feltrinelli)
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| 12 marzo 2014 |
| Foto: Cobis