Alla ricerca di Antigone - Liceo Scientifico Fermi (CS)

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Alla ricerca di Antigone - Liceo Scientifico Fermi (CS)
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Marcello D’Alessandro
Alla ricerca di Antigone
Lezione-spettacolo da Sofocle ed Anouilh
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Personaggi
Il coro
Antigone
Ismene
Professoressa
Emone
Creonte
Guardia
Tiresia
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Scena I
Aula delle prove.
I sei alunni che formano il coro entrano alla spicciolata. Si salutano e si dispongono
in linea davanti al proscenio. Uno si stacca ed avanza rivolgendosi al pubblico.
Alunno A -Stiamo per raccontarvi la storia di Antigone e di suo zio Creonte.
E’ una storia triste e luminosa, limpida e oscura.
In classe abbiamo letto alcuni testi, Sofocle ed Anouilh con maggiore attenzione, ed
ognuno di noi ha scelto la sua Antigone ed il suo Creonte. Non c’è stato verso di
metterci d’accordo.
Alunno B- La colpa è dell’Ambrosoli.
Alunno C- La nostra prof.d’italiano. Dolce come il miele, ma un’azzeccagarbugli.
Alunno D- Sempre a spaccare il capello in quattro.
Alunno E- La storia di Antigone allora è diventata un’altra cosa. La storia delle nostre
discussioni , fomentate dall’Ambrosoli, su questa dannata ragazzetta che ci ha tolto
il sonno.
Alunno F- L’ostinata, la tenera, la coraggiosa, la ribelle figlia di Edipo.
A- Edipo era figlio di Laio, re di Tebe, e di sua moglie Giocasta. Un Dio predisse a Laio
che suo figlio l’avrebbe ucciso e avrebbe sposato sua moglie.
B – Laio per paura si allontanò da Giocasta, ma l’amava tanto e non resistette.
Nacque un bambino.
C- Laio ne fu terrorizzato. Sottraendolo a Giocasta lo affidò ad un pastore perché lo
esponesse.
D- Ma prima gli forò le caviglie.
E – Il pastore abbandonò il bambino sul monte Citerone, ma un mandriano che
passava da lì udì gli strilli e lo raccolse.
F- Lo portò al suo padrone, il re di Corinto.
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A- La moglie del re, che era sterile, lo accolse facendolo passare per figlio suo e lo
chiamò Edipo, che vuol dire piedi gonfi.
B- Edipo cresceva robusto; nella lotta buttava giù tutti i suoi coetanei che, invidiosi,
lo chiamavano bastardo. Edipo ne chiedeva la ragione ma non otteneva risposta.
Allora si recò a Delfi e chiese all’oracolo.
C- L’oracolo gli ripetè la profezia fatta a Laio: avrebbe ucciso suo padre e sposato sua
madre.
D- Convinto di esser il figlio del re di Corinto e di sua moglie, Edipo abbandonò il suo
palazzo e si diresse verso Tebe.
E – Mentre attraversava uno stretto sentiero si imbattè in un carro sul quale
viaggiava Laio. I servi di Laio, in modo sgarbato, gli ordinarono di spostarsi per far
passare il re. Edipo non cedette ed uno dei servi gli uccise il cavallo. Edipo, infuriato,
fece strage della scorta ed uccise anche Laio.
F- La prima parte della profezia si compiva: Edipo arrivò dunque a Tebe.
A- La città era terrorizzata dalla Sfinge, un mostro che aveva il corpo di un leone
alato e la testa di donna.
B- La Sfinge uccideva tutti quelli che non riuscivano a rispondere al suo enigma.
C- Nessuno fino ad allora c’era riuscito.
D- Qual è quell’animale che al mattino cammina a quattro zampe, a mezzogiorno
con due e la sera con tre?
E – I tebani avevano promesso che avrebbero affidato il comando della città a chi li
avesse liberati dalla Sfinge.
F- Edipo sciolse l’enigma e la Sfinge, disperata, si uccise.
A - Edipo divenne così re di Tebe e sposò sua madre Giocasta.
B- Si compiva la seconda parte della profezia.
C- Passarono anni felici. Edipo e Giocasta ebbero quattro figli: Eteocle, Polinice,
Ismene ed Antigone.
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D- Ma improvvisamente Tebe fu sconvolta da una terribile pestilenza. L’oracolo
dichiarò che il pericolo sarebbe cessato quando l’uccisore di Laio fosse stato bandito
dalla città.
E- Fu Tiresia, l’indovino, a svelare la verità. Giocasta, sconvolta, si uccise. Edipo si
accecò. I suoi figli maschi lo scacciarono da Tebe.
F- Edipo li maledisse ed accompagnato da Antigone vagò per la Grecia agognando la
morte.
A - Che giunse, ristoratrice,a Colono.
B- Intanto a Tebe Eteocle e Polinice decisero di governare la città un anno ciascuno,
ma Eteocle, alla scadenza del suo mandato, rifiutò di cedere il potere al fratello.
C- Polinice, bandito dalla sua patria, andò ad Argo e sposò la figlia del re.
Scelse i sette cavalieri più valorosi della sua nuova città e mosse contro Tebe.
D- Tebe resistette all’assalto. Eteocle e Polinice, in un aspro duello, si uccisero a
vicenda.
E- Salì allora al potere Creonte, fratello di Giocasta.
F- E da qui inizia la sua storia e quella di Antigone.
I ragazzi del coro si separano. A C E si dispongono in linea verticale sul lato destro
del palcoscenico, B D F sul lato sinistro lasciando il centro della scena ad Ismene ed
Antigone.
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Scena II
Antigone ed Ismene, siedono su due sgabelli, una di fronte all’altra.
Antigone- Ismene, sorella mia, sangue del mio sangue. Nella mia sorte infelice e
nella tua non vedo che dolore e sciagura, vergogna e disonore. Poco fa Creonte ha
fatto bandire per tutta la città un editto. L’hai udito? Sai di che parla?
Ismene- Io non so nulla, Antigone. Nessuna notizia lieta o triste mi è giunta da
quando i nostri due fratelli sono morti uno per mano dell’altro.
Antigone- Sai cos’ha deciso Creonte? Dei nostri due fratelli Eteocle, che ha difeso
eroicamente Tebe, avrà l’onore della tomba, Polinice che invece ha cospirato contro
la patria, avrà la vergogna di rimanere insepolto. Questi sono gli ordini che ha dato,
per te, per me soprattutto. Chi non obbedisce sarà condannato alla lapidazione. Così
stanno le cose. Ora tu potrai mostrare se il tuo animo è nobile oppure indegno della
tua stirpe.
Ismene-. Ma se le cose stanno così, mia infelice sorella, io cosa posso fare?
Antigone- Puoi dividere con me il peso dell’azione.
Ismene- Quale azione? A che pensi?
Antigone- Ad aiutarmi a sollevare il corpo di Polinice.
Ismene- Vuoi seppellirlo? Anche se è proibito?
Antigone- E’ mio fratello. E’ anche tuo fratello. Non sarò io a tradirlo.
Ismene- Ma Creonte lo vieta, disgraziata.
Antigone- Lui non può separarmi dalle persone che amo.
Ismene- Ahimè, sorella, siamo rimaste sole. Pensa di che morte orrenda moriremo
se, contro la legge, violeremo il decreto ed il potere di chi comanda. Siamo donne,
ricordalo, chi ci governa è più forte e noi dobbiamo piegarci a quest’ordine. Ai morti
chiedo perdono. Obbedirò a chi ha il potere, sono costretta a farlo. Agire oltre i
propri limiti è follia.
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Antigone- Non te lo chiederò più. Anche se poi muterai parere il tuo aiuto non mi
sarà gradito. Fai quello che vuoi, io gli darò una tomba. E se per farlo dovrò morire
sarà bello, la mia colpa sarà santa.
I ragazzi del coro si riallineano in orizzontale davanti al proscenio, coprendo
Antigone ed Ismene che escono. Entra la Professoressa.
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Scena III
Professoressa ( rivolgendosi al pubblico) – Avete ascoltato alcune battute del
prologo dell’Antigone di Sofocle.
La prof. siede su uno sgabello in modo da poter osservare la scena.
A- Antigone è Cecilia. Cecilia è molto brava a scuola, diligente, compita, ma non dà
molta confidenza. Se ne sta sulle sue. Ma ora è costretta a recitare la sua parte fino
in fondo.
B- Ismene è Paola.Carina, allegra, spensierata, cordiale.
Un ragazzo entra da destra attraversando il fondo della scena.
C- Il ragazzo che sta passando è Carlo che interpreta Emone, il figlio di Creonte. E’ il
fidanzato di Antigone.
Tutto lo portava verso Ismene, la sua inclinazione per la felicità ed il successo, la sua
vivacità, la sua bellezza, perché Ismene è più bella di Antigone.
D- Ma una sera, una sera di ballo in cui non aveva danzato che con Ismene, una sera
in cui Ismene era stata splendida nel suo vestito nuovo, lui si è avvicinato ad
Antigone che sognava in un angolo, le braccia intorno alle ginocchia, e le ha
domandato se voleva diventare sua moglie. Nessuno ha mai capito il perché.
Antigone ha alzato senza stupore i suoi occhi gravi su di lui e gli ha detto si, con un
piccolo sorriso triste.
I ragazzi del coro si separano come nella scena precedente. A C E si dispongono in
linea verticale sul lato destro del palcoscenico, B D F sul lato sinistro. Dal fondo
avanza Creonte.
E- E quello è Creonte, il re.
F - Sofocle lo fa entrare a piedi uniti. Creonte mette subito le carte in tavola.
A - Si rivolge al suo popolo, fa il discorso della corona.
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Scena IV
I ragazzi del coro restano allineati come in precedenza. Creonte arriva fino al
proscenio.
Creonte – Ora la città è di nuovo salda,tebani. Voi avete sempre reso onore al trono
di Laio e poi ad Edipo.Dopo la sua morte avete mantenuto salda la fedeltà verso i
suoi figli. Ma ora che i figli sono caduti, colpiti uno dall’altro, ora sono io che ho il
potere ed il trono.
Chi governa una città e non prende decisioni è un vile e non ho alcuna stima di colui
che ama un amico o un fratello più della sua patria. La patria è la nave che ci porta in
salvo. Per questo oggi ho proclamato un editto riguardo ai figli di Edipo. A Eteocle
che è morto da prode combattente per la patria sia data sepoltura coi riti che
accompagnano gli eroi. Ma suo fratello Polinice che tornò dall’esilio per dare alle
fiamme la terra dei suoi padri si ordina di lasciarlo insepolto.
C – Bel discorso
D- Non per la piccola Antigone
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Scena V
Entra trafelata una guardia strattonando Antigone, per spingerla verso Creonte.
Guardia – E’ stata lei , l’abbiamo presa mentre lo seppelliva.
Creonte- Come l’hai presa? Dove?
Guardia – Stava seppellendo il cadavere.
Creonte – (rivolgendosi alla guardia) Va via. (la guardia esce)
( rivolgendosi ad Antigone) Tu che guardi a terra, hai fatto questo?
Antigone- Si, sono stata io.
Creonte – Sapevi che era proibito fare quello che hai fatto?
Antigone – L’editto era pubblico. Lo conoscevo, certo.
Creonte – Ed hai osato trasgredire questa legge?
Antigone – Non è stato Zeus a proclamarla. Ho pensato che un mortale non potesse
trasgredire le leggi non scritte degli Dei, leggi immutabili che non sono di ieri né di
oggi, ma esistono da sempre.
Professoressa ( alzandosi)- Stop….. Va bene…….La questione è proprio questa.
Ne dobbiamo discutere.
I ragazzi (abbandonano la posizione allineata ed in coro)
No…..per favore…….continuiamo le prove.
Prof.- Mi pare di essere stata chiara. Non stiamo preparando la recita di fine anno.
Stiamo lavorando sull’Antigone. Che dice Antigone? Dice che trasgredirà l’ordine di
Creonte perché esiste una legge superiore che glielo impone.
A – Ma ne abbiamo già parlato( con tono cantilenante, come ripetesse a memoria)
In Antigone è espressa la contrapposizione tra diritto naturale e diritto positivo.
Prof.- Esattamente, ma ne ho parlato io. Oggi ne parlate voi. Verifica con voto.
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Scena VI
I ragazzi si riallineano come nella scena precedente. Creonte si aggiunge al gruppo A
C E, Antigone al gruppo B D F.
A - ( prendendo posto con tono affaticato) Il diritto positivo è quello posto dalla
volontà del sovrano, il diritto naturale discende da Dio o dalla ragione.
B ( consultando degli appunti)- Per i seguaci di Antigone : a) il diritto naturale è
immutabile ed eterno; b) prevale sul diritto dello Stato e quindi c) se il diritto dello
Stato è contrario al diritto naturale ad esso non si deve obbedienza.
C ( anch’egli consultando appunti) All’opposto quelli che difendono il diritto positivo
affermano: a) che il diritto cambia nel tempo e nello spazio; per esempio la schiavitù
prima era lecita ed ora è condannata; b) che il solo diritto valido è quello imposto
dalla volontà del sovrano e che il sovrano che può ordinare quello che gli pare e c
che si deve obbedienza anche ad una legge che si considera ingiusta.
Prof.- Bravissimi. A leggere siete bravissimi. E pure a ripetere a pappagallo. Io invece
pretendo che prendiate posizione, chiaro? Chi ha ragione, chi ha torto secondo voi?
( sorridendo) il famoso spirito critico…..
Creonte ( allineato in fila con gli altri, con voce roboante) Colui che trasgredisce e fa
violenza alle leggi e pensa di comandare a chi comanda non avrà mai la mia
approvazione Non c’è male peggiore dell’anarchia. Bisogna difendere l’ordine
stabilito.
I ragazzi restano allineati come prima, quasi a formare due squadre che a distanza
lottano tra loro.
B – Ma quale ordine, scusa? E’ ordine quello che impone con la forza leggi
ignominiose?
Creonte – All’uomo che la città ha eletto al suo governo bisogna obbedire nelle
piccole come nelle grandi cose, in quelle giuste come in quelle ingiuste.
D – In quelle ingiuste sicuramente no. Te lo scordi.
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A – Ma chi lo decide se la legge è ingiusta o no? Se un pinco pallino qualsiasi , in
nome della giustizia, può violare la legge, sai che casino. Ognuno si fa la legge che
più gli conviene. Non ci sarebbe certezza su come comportarsi.
Vedete, per esempio, Antigone.Si ritiene autorizzata a violare la legge perché non le
piace.
Antigone- Perché non rispetta i principi comuni al genere umano.
C- Comuni? Ma se gli spartani buttano i bambini malati da un masso. Ogni regno ha
i suoi principi e a quelli bisogna obbedire.
Antigone – Ci sono principi universali, ci sono. La pietà per i morti, ad esempio.
B – La libertà, la dignità, il rispetto della vita.
F – E’ in nome di questi principi che i criminali nazisti sono stati condannati a
Norimberga, anche se si erano difesi dicendo che avevano solo fatto il loro dovere,
che avevano ubbidito agli ordini di un Creonte qualsiasi.
Prof- Possiamo dire che il potere fa le scatole, ma non può metterci a suo
piacimento fiori o proiettili. I proiettili non ci vanno.
B – Sicuro, non ci vanno.
A – I proiettili il potere li usa per ammazzare Antigone, la ribelle solitaria. L’esempio
che non trova imitatori.
Antigone – Non è vero , non sono sola. Ho solo più coraggio degli altri, ma il popolo
di Tebe apprezza il mio gesto.
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Scena VII
Entra Emone. Creonte si stacca dalla fila e gli va incontro.
Emone – Padre, i cittadini temono il tuo sguardo e non dicono ciò che potrebbe
dispiacerti. Ma io posso udire. So come piange la città per la sorte di questa
fanciulla, la più innocente tra le donne, condannata a morire in modo indegno per il
più nobile dei gesti: perché non ha voluto che il fratello caduto nella lotta
sanguinosa rimanesse insepolto. Essa è degna dell’onore più alto. Queste sono le
voci che corrono, in segreto.
Padre, non esiste per me bene più grande della tua buona fortuna, ma tu ritieni che
la tua parola sia l’unica giusta. Ritieni di essere il solo di avere sempre ragione.
Un uomo non deve vergognarsi di essere duttile: tu sai, lungo i torrenti in piena gli
alberi che si piegano salvano i rami, quelli che resistono sono travolti: Se le vele sono
troppo tese al forte vento la nave si capovolge. Cedi dunque , ascolta le ragioni del
tuo popolo.
Entra barcollando Tiresia
Tiresia- ( a Creonte) La città è malata ed è per colpa tua. Ascoltalo: E’ bene che
impari da lui. Tutti gli uomini possono sbagliare ma saggio e fortunato è colui che
non persevera nell’errore.
Creonte- Io alla mia età dovrei imparare da una donnetta, da un ragazzo e da un
vecchio? Siete folli. Dovrei dar ragione a una ribelle?
Emone – Tutta Tebe nega che Antigone lo sia.
Creonte- E’ la città che deve dirmi cosa devo fare?
Tiresia – Ora sei tu che parli come uno sciocco.
Creonte - Dovrei governare il mio paese per conto di altri e non per me?
Emone - Nessuna città appartiene ad un uomo solo.
Creonte - Appartiene a chi ha il potere, così dicono.
Tiresia- Ma se calpesti i sentimenti del popolo il tuo potere non vale.
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Scena VIII
Professoressa (alzandosi dal suo sgabello da dove controlla la scena)Stop….domanda.
I ragazzi rumoreggiando abbandonano la posizione allineata e si sparpagliano
A – Per favore prof. Facci finire.
Prof.- Ma questo è un passaggio decisivo.
B- ( rivolto a tutti, ironico) Ragazzi se non avete capito questo passaggio andate a
mettere le cravatte a righe alle zebre.
Prof- ( sorridendo) –Ma io non dico così……
C- Non dite proprio così, ma lo spirito è quello.
D- Dai, rispondiamo alla domanda decisiva, che stasera ho calcetto.
E – La domanda decisiva, prof.
Creonte – Si tratta della democrazia
Prof. - Non esattamente.
F- Del consenso.
Prof.- Anche. Fino a che punto chi è stato legittimamente investito del potere come
Creonte può continuare a governare senza il consenso dei suoi cittadini?
Antigone – Contro un potere tirannico c’è il diritto di resistenza. Il dovere di dire no,
di dare l’esempio.
Creonte – E’ facile dire di no. Rifiutare sempre, solo rifiutare.
Antigone- Chi rifiuta, si rivolta e dice no, dice anche si.
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Prof - In che senso, Cecì?
Antigone- Rifiuta perché sente che chi governa ha troppo approfittato del suo
potere, ha superato il limite oltre il quale non si può più sopportare.
Ma rifiutando dice si, dice che esistono dei valori in nome dei quali si ribella, dei
valori che vuole difendere.
Prof.- Dice insomma che c’è una sfera di diritti intangibili.
Antigone- Più o meno questo, prof.
Emone- Ma fin quando si ribella solo Antigone, il potere ha gioco facile, per vincere
ci vogliono molte, ma molte Antigoni.
Antigone- Antigone funziona da bandiera, da avanguardia.
Emone – Poi insorge il popolo e per i dittatori sono cazzi amari.
Prof- ( rimproverandolo) Michele…..
Emone – Scusate, prof.
Antigone- Insomma quando un popolo si ribella il vecchio Creonte viene spazzato
via come una roba vecchia, come un’inutile tiranno.
.
A -(ad Antigone) Poveraccio, ti è proprio antipatico. ( agli altri) ma voi siete proprio
sicuri che Creonte sia veramente come lo dipinge lei.
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Scena IX
Professoressa - Andiamo avanti, forza con l’ultima scena. Di questa faccenda del
consenso, della rivoluzione ne riparleremo in classe. Rispondiamo alla domanda :
Creonte è veramente un tiranno? Per Anouilh pare di no.
I ragazzi si riallineano come nelle scene precedenti tranne Creonte ed Antigone che
restano al centro della scena
Creonte - Perché hai tentato di seppellire tuo fratello?
Antigone – Dovevo.
Creonte- L’avevo vietato.
Antigone – Dovevo comunque. Quelli che non si seppelliscono errano eternamente
senza trovare riposo.
Creonte– Era un ribelle, un traditore, lo sapevi?
Antigone - Era mio fratello.
Creonte – Avevi sentito proclamare l’editto ?
Antigone - Si.
Creonte – Sapevi la sorte che era promessa a chi osasse rendergli l’onore funebre,
chiunque fosse?
Antigone - Si, lo sapevo.
Creonte – Forse hai creduto che essere la figlia di Edipo ti poneva al di sopra della
legge?
Antigone - No, non ho creduto questo.
Creonte - La legge è anzitutto fatta per te Antigone. La legge è soprattutto fatta per
le figlie dei re.
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Antigone - Se fossi stata una serva sarei uscita col mio grembiule per andare a
seppellire mio fratello.
Creonte- L’orgoglio di Edipo. Tu sei l’orgoglio di Edipo. Si, è vero, ti credo. Hai
pensato che ti avrei fatto uccidere. La normalità fa sentire a disagio la casata di
Edipo. Bisogna uccidere il padre, andare a letto con la madre, ammazzarsi come cani
a vicenda. Ebbene no. Questi tempi sono finiti per Tebe. Tebe ha bisogno di un re
senza storia. Io mi chiamo soltanto Creonte. Ho i piedi per terra e la testa attaccata
al collo. Sono un individuo normalissimo e dal momento che sono re, con meno
ambizioni di tuo padre, ho deciso semplicemente di rendere l’ordine di questo
mondo un po’ meno assurdo. Fare il re non è un’avventura esaltante, è un mestiere
ordinario e poco divertente , come tutti i mestieri, ma dal momento che devo farlo,
lo farò.
A – Vedete . E’ Sofocle che ha fatto passare Creonte per un tiranno. In realtà è solo
un buon diavolo costretto a fare il mestiere di re.
Creonte – Ascoltami bene. Tu sei Antigone, sei la figlia di Edipo, ma sei una ragazzina
e pochi anni fa sarebbero bastate due sberle. Farti morire? Ma ti sei guardata? Sei
troppo magra. Ingrassa, piuttosto, per fare un bel bambinone ad Emone. E non
fulminarmi con questi occhioni. Non dimenticarti che sono stato io a regalarti la tua
prima bambola.
C- E’ proprio uno zione, povero Creonte.
B – Ma Antigone, testarda, non molla.
Antigone - Bisogna che vada a seppellire mio fratello, lo capite?
C – Creonte con santa pazienza cerca di distoglierla, di farla ragionare.
Creonte – Ci credi veramente allora a questo seppellimento in regola? A qust’ombra
di tuo fratello condannata ad errare per sempre se non si getta sul cadavere un po’
di terra con la formula del prete? E’ assurdo.
Antigone - Sì, è assurdo.
Creonte- Non ci credi nemmeno tu. Allora perché lo fai? Per chi lo fai?
Antigone- Per nessuno, per me.
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C- Vuole passare per martire.
E – Il suo è un gesto di autoaffermazione, ma Creonte non abbocca, insiste, cerca di
smontarla.
Creonte –Ascoltami bene. Io ho il ruolo del cattivo , d’accordo,tu sei la buona, ma
non approfittarne. Ho tante cose da fare , ma perderò comunque il tempo che ci
vuole per convincerti,piccola peste.
Lo capisci o no che è necessario che ci sia qualcuno che guidi la barca? Tebe fa acqua
da tutte le parti , è piena di criminali, avidi, stupidi, corrotti, infedeli. Bisogna tenerli
a freno anche con le minacce.
Il cadavere di Polinice rimasto insepolto è un esempio per i nemici di Tebe. Se non
rigano diritto potrebbero anche loro finire così. Insomma lo capisci o no che è una
questione politica? Ed io non ti voglio ammazzare per una questione politica. E poi,
benedetta ragazza, i tuoi fratelli erano due delinquenti.
Antigone - (sgomenta, grida) Non è vero, non è vero.
Creonte – Povera piccola Antigone, Lo sai chi era tuo fratello Polinice? Un festaiolo
imbecille duro e senz’anima, un piccolo bruto capace solo di andare più veloce degli
altri con le sue automobili di lusso, a spendere più soldi a poker e donne. Una volta,
ero lì, tuo padre gli rifiutò una grossa somma che aveva perduto in una bisca.
Polinice gli si è avventato contro e l’ha colpito con un pugno al volto.
Antigone - Non è vero.
Creonte- Avevi dodici anni, mi pare. Edipo non lo punì. Lui di rimando è scappato ad
Argo ed è cominciata la caccia contro tuo padre, contro quel vecchio che non si
decideva a morire, a mollare il trono e il patrimonio. Gli attentati si succedevano e
gli assassini che prendevamo finivano sempre per confessare che avevano ricevuto
denaro da lui. Poi ha armato un esercito contro Tebe.
Ho fatto fare dei grandiosi funerali ad Eteocle. ( ironico) Eteocle è un santo, un eroe
per Tebe. Capirai, non mi potevo offrire il lusso di una canaglia in entrambi i campi.
Ma Eteocle non valeva più del fratello, aveva anche lui tentato di assassinare suo
padre. Insomma abbiamo a che fare con due ladroni che si sono sgozzati come due
teppisti.
Antigone- Perché mi avete raccontato tutto questo?
Creonte – Per non farti morire per una sporca storia.
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Antigone- Forse. Io la credevo grande. Ma voi avete vinto. Non morirò state
tranquillo. Non vi metterò in brutte acque.
A – Finalmente! S’è convinta. Cosa vi dicevo? Creonte dopo tutto è un’onesto
funzionario.
C – Un mestierante della politica che cerca di evitare le rogne.
E ( uscendo dalla fila)– Io direi di chiuderla qui. Tutto è bene quel che finisce bene.
(ad Antigone) Ti sposi col tuo Emone, auguri e figli maschi.
Prof.- Va bene la libera interpretazione, ma qui mi pare che stiamo esagerando.
Le fila si sciolgono.
B.- Prof, noi siamo stanchi
Tutti protestano: si, sono le dieci, clemenza prof, e simili
Prof. – Va bene, va bene. Ci rivediamo domani alle tre.
Escono tutti alla spicciolata. La prof. resta e riordina le carte. Buio.
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Scena X
Stessa scena. Giorno seguente. La prof. È già in scena. I ragazzi entrano alla
spicciolata: Entrando generiche espressioni di saluto. La prof., bofonchiando,
ricambia. I ragazzi siedono sugli sgabelli.
Professoressa- Creonte è riuscito a convincere Antigone. Polinice non meritava il suo
sacrificio.Mii pare che ieri siamo arrivati a questo punto.
I ragazzi – Giusto , si ( e simili)
Prof.- Ma Creonte fa un madornale errore. Vuole dare ad Antigone una lezione di
vita. Mettiamoci a posto per favore. (ad Antigone e Creonte) Voi al centro. ( agli
altri) Voi di lato, come ieri.
Tutti si sistemano ai loro posti.
Creonte- Brava, la mia piccola Antigone. Hai capito come stanno le cose. Hai tutta la
vita davanti a te. Sposati in fretta, sii felice. La vita non è quella che credi. E’
un’acqua che i giovani lasciano colare senza saperlo, tra le loro dita aperte. Chiudi le
tue mani, Antigone. Trattieni la felicità.
La vita è un libro che si ama, un bambino che gioca ai tuoi piedi, una panchina per
riposarsi la sera davanti casa.
Antigone- (mormorando, con lo sguardo perduto) La felicità.
Creonte- Una parola misera, eh?
Antigone- Quale sarà la mia felicità? Che donna felice diventerà la piccola Antigone?
Quali miserie bisogna che compia anche lei , giorno per giorno, per strappare coi
denti il suo piccolo brandello di felicità? Ditemi, a chi dovrà mentire, a chi sorridere,
a chi vendersi?
Creonte- Sei proprio svitata , ragazza mia.
Antigone- Voglio solo sapere come dovrò fare per essere felice.
Creonte- Ami Emone?
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Antigone- Si, lo amo. Amo un Emone esigente e fedele come me.Ma se la vostra
felicità dovrà corromperlo, se Emone non diventerà pallido quando io lo diventerò,
se non mi crederà morta quando ritarderò di soli cinque minuti, se dovrà diventare
accanto ame il signor Emone, se dovrà dire sempre sì, se dovrà piegarsi, ebbene io
non lo amo più.
Creonte- Non sai più cosa dici, taci.
Antigone- Si, so quel che dico, ma voi non sentite, non capite. Vi parlo da molto
lontano, da un regno in cui non potete entrare con la vostra saggezzaq, la vostra
politica, le vostre rughe, la vostra pancia.
Creonte- Ma per favore, stai zitta.
Antigone- Perché vuoi farmi stare zitta? Perche sai che ho ragione? La tua felicità mi
disgusta. Mi disgustate tutti con la vostra felicità fatta di cose misere, meschine,
ordinarie. Io voglio tutto, subito, non voglio essere modesta ,io, non mi accontento
d’un pezzetto, d’un cantuccio, di un posticino in cucina.
Creonte- Ti ordino di stare zitta.
Antigone - Tu mi ordini, cuciniere? Credi di potermi ordinare qualcosa?
Creonte- Sei tu che hai scelto la morte e morirai.
Buio
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Scena XI
Creonte ed Antigone sono riallineati coi loro compagni. Entra la guardia.
Guardia – Ero presente e dirò tutto. Una notizia terribile. Avevamo appena gettato
Antigone nella caverna quando si sentono dei lamenti che escono dal fondo. Non è
la voce della ragazza. Creonte allora grida come un pazzo: levate le pietre, levate le
pietre. Gli schiavi si gettano sui blocchi ammassati, le pietre vengono tolte. Antigone
è appesa ai fili della sua cintura, fili rossi,fili blu, fili verdi che le cingono il collo come
una collana ed Emone, in ginocchio, la tiene tra le sua braccia e geme.
Creonte creca di trascinarlo via. Emone si alza, rigido, guarda suo padre senza dir
niente , gli sputa in faccia, estrae la spada e se la immerge nel fianco.
A fatica retrocede, cade accanto ad Antigone, uno sbocco di sangue bagna la
guancia pallida della sua adorata e così celebra le sue nozze.
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Scena XII
I ragazzi sono sparsi sul palcoscenico.
E- La tragedia è compiuta
B- Muore la piccola Antigone, muore lo sventurato Emone.
F- Bella ,no?
B- Bella.
F – Prof, come siamo andati?
Prof.- C’è ancora da lavorare. Molto da lavorare.
A – Ti pareva.
Creonte- Intanto io sono passato da tiranno a cretino.
B- Quell’ultimo pistolotto te lo potevi risparmiare.
A - Polinice, la legge immutabile degli dei, la pietà familiare…..Tutti pretesti.
C – La verità è che Antigone rifiuta di capire la realtà della vita.
B- Ha ragione la prof. C’è molto da lavorare. Non ci avete capito proprio niente.
Quando Creonte la mette sulla politica Antigone si convince, molla. Quand’è che si
irrigidisce e non arretra più? Quando Creonte fa il padre padrone.
D- E quando Creonte diventa inflessibile? Fino a che la sepoltura di Polinice era un
gesto che intaccava la sua autorità politica si intenerisce e fa di tutto per convincere
Antigone, ma quando questa rifiuta la sua concezione della vita, zac, la fa
ammazzare.
F – Il fatto è che Antigone, secondo me, rappresenta per Creonte, non tanto una
minaccia politica ma una minaccia all’organizzazione del mondo su cui si fonda ogni
potere: l’autorità del maschio sulla donna, dell’adulto sul giovane.
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Antigone - La piccola Antigone, la piccola Antigone, sempre piccola…piccina, picciò.
E’ chiaro che una…….. (guarda la prof) come dire…..s’infervora..
C- Secondo me invece Antigone è una ragazzina che rifiuta di crescere. Ed anche
Emone……che bisogno c’era d’ammazzarsi…….
E- E’ una tragedia. Se fosse stato un cartone animato……
Antigone - Immaturi…..Antigone dice no ad una politica volgare, fatta d’intrallazzi e
di spettacoli, una politica di nani e ballerine. Dice no ad una vita
fatta di
compromessi, di vigliaccherie, di sentimenti falsi, sfilacciati, spenti. E poi la politica
non è solo quella che si scrive sui giornali, i ministri , i presidenti, e tutte quelle così
li, la politica è la vita di tutti i giorni. Creonte è un mediocre, un poveraccio ed è pure
un tiranno perché i tiranni sono sempre, inevitabilmente, mediocri e sono i
mediocre a diventare tiranni.
Fine