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Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L.27.02.2004, n°46) art.1, comma 2, DCB Milano - Editore: Fondazione AVSI, Padre Vicinio da Sarsina 216 - 47521 Cesena (FC) - AVSI è una FONDAZIONE - ONLUS - ONG idonea DM n. 0347 del 5 luglio 1973 - cod. fisc.: 81017180407
P E R I O D I C O
T R I M E S T R A L E
D E L L A
F O N D A Z I O N E
A V S I
D i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e : R o b e r t o F o n t o l a n . P e r i o d i c o r e g i s t r a t o a i s e n s i d e l l a L . 47/4 8 a l Tr i b u n a l e d i F o r l ì n . 15 d e l 5 l u g l i o 19 9 5 . S t a m p a : T i b e r, B r e s c i a ( B S ). G r a f i c a A c c e n t o n D e s i g n , M i l a n o
AGOSTO 2010
anno X n.2
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L
di Roberto Fontolan
a storia del Meeting è una storia bellissima. Una sera, un gruppo di amici riminesi, e cioè di una città di mare, il posto
di vacanza più celebre di tutta l’Italia, si trovano a mangiare una pizza e parlano, parlano
a lungo. Idee, desideri, sogni, interessi. Una
conversazione fitta e piena di slanci, amorosa
e vitale. Sono cristiani, vivono la fede secondo
la proposta di vita che loro ha fatto don Luigi Giussani, una proposta che si radica in una
comunità cristiana chiamata Comunione e Liberazione. È lì, in questa vita comunitaria che
hanno imparato una fede che è passione per
l’uomo, per la sua libertà e la sua ricerca.
Spunta l’idea di un incontro, di un’occasione
di amicizia da proporre in giro per il mondo.
Cultura, arte, scienza, economia, politica, fede.
Uomini che nel mondo vivete cercando e cercate vivendo, uomini che avete delle proposte,
delle esperienze, delle scoperte, che siete interessati al bene comune, che desiderate costruire, che volete aiutare, che amate l’altro, ecco
una casa per voi, una casa sulla riva del mare.
L’uomo, il cuore
e il desiderio
di cose grandi
AVSI
TI ASPETTA AL
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22-28 AGOSTO / Rimini Fiera
E così in una sera del secolo scorso nasce
il Meeting per l’amicizia tra i popoli. Il mondo
allora era molto diverso. C’era il comunismo
ma non il telefono cellulare. Il computer aveva
appena cominciato la sua avventura di massa e in molti paesi non c’era la tv a colori.
C’era la guerra in Afghanistan e c’è ancora.
Trenta anni dopo il Meeting è diventato grande,
quasi gigantesco, ma davanti alle tante innumerevoli sfide che segnano questo tempo: la
povertà materiale come il nichilismo disperato,
la crisi economica come le guerre, la devastazione dell’ambiente come i conflitti suscitati dal
fondamentalismo religioso, si offre così come
è nato. Una proposta di amicizia capace di abbracciare l’uomo, ogni uomo. Una grande casa
in riva al mare in festa per l’arrivo di Rose, le
sue donne di Kampala, le loro collane di carta riciclata, l’Uganda che abbiamo nel cuore.
Photo Courtesy Luca Rossetti
Uganda, Meeting Point International
Photo Courtesy Luca Rossetti - Uganda, Meeting Point International
UGANDA
LE COLLANE DI ROSE
Tre gradini di Kireka
di Mariaregina Valdameri
INCONTRI
DA NON PERDERE
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22-28 AGOSTO / Rimini Fiera
Per il programma aggiornato del
Meeting vai sul sito, le date che
stiamo riportando qui sul Buone
Notizie è possibile che cambino:
www.meetingrimini.org
Come sempre AVSI ti aspetta al Meeting
dell’Amicizia fra i popoli con testimonianze ed esperienze.
Ma quest’anno, lo stand, posizionato nel cuore del
padiglione C1, è veramente speciale perché si gemella
con il Meeting Point International di Kireka,
a Kampala, diretto dall’amica Rose. Vieni
a trovarci per conoscere e condividere
Quando Rose arrivò per la prima volta
a Kireka, lo slum di Kampala, vi trovò decine di madri intente a spaccare
pietre per farne ghiaia da rivendere per
qualche dollaro al giorno. Era l’unica
occupazione per sfamare i figli e quanti la guerra e l’Aids hanno reso orfani.
il cuore vince sul pregiudizio
e la malattia. Siamo
al Meeting Point International
di Kampala diretto dall’amica
Rose e animato dalle donne
che fanno le belle collane
di carta riciclata
che tutti conoscono.
Un’opera straordinaria
partner di AVSI in Uganda
ùche sostiene oltre
4mila persone
e che sta collaborando,
con gli amici italiani,
alla costruzione di una
scuola secondaria.
Iscriviti alla nostra newsletter: www.avsi.org
Il 21 maggio a Kampala viene benedetta
e posata la prima pietra della nuova
scuola secondaria per i ragazzi di Kireka.
Nella foto Rose con l’on. Mario Mauro
e padre Tiboni durante la benedizione.
L’incontro con Rose è stato decisivo:
“Ho iniziato insegnando a queste donne le basi per la corretta nutrizione dei
bambini e soprattutto ad amarli. Curando i loro figli hanno sentito l’esigenza di migliorare loro stesse. Oggi,
fanno queste bellissime collane. E non
si spezzano la schiena con le pietre”.
La creazione di questi gioielli si rivela essere un atto d’amore di queste donne nei confronti di se stesse
e delle generazioni future; la loro
vendita, un gesto di carità da parte dei tanti sostenitori che in tutta
Italia hanno dato il loro contributo affinché, attraverso queste perle
di carta, le donne potessero riscoprire il valore della loro persona e
la dignità dell’essere umano. Non
solo, ora le collane stanno rappresentando per le donne la possibilità di costruirsi un futuro, di dare
avvio a un’attività che porti benefici a lungo termine, di pensare
alla vita futura.
Il vostro aiuto mi e servito
per comprare altro materiale
per fare nuove collane. Ho anche
aperto un piccolo negozio.
Alice Acomo
Le donne arrivano insieme. Scendono
i tre gradini che ricordano quelli del
famoso liceo di Milano dove Giussani iniziava a far scoprire ai giovani il
mistero della fede. Si siedono, arrotolano la carta, cantano, insieme. “Tutto
il Meeting Point International ringrazia gli amici di AVSI per questo grande
aiuto. È incredibile vedere come attraverso la realizzazione delle collane
– spiega Rose - molte donne siano riuscite ad acquistare la divisa scolastica o i libri di testo per i propri figli”,
proprio come testimoniano le loro lettere arrivate in Italia da poco. Leggendo le parole di questi brevi racconti, di
come grazie alla vendita dei loro monili
abbiano avuto la possibilità di riacquistare non solo una dignità economica
ma anche umana, ci si lascia trasportare dall’entusiasmo e dalla gratitudine
che avvolge ora le loro vite.
Il vostro
sostegno mi ha
aiutato durante
il Natale in
quanto non
abbiamo mai
avuto alcuna
speranza di
comprare cibo
per quel giorno.
Betty Oroma
2
AGOSTO2010
al Meeting
La prima pietra della scuola
Sono grata in quanto dare
ai miei figli la possibilita di ritornare a
scuola non e stato un problema come
un tempo lo era stato.
BUONENOTIZIE
Seguici
A
Kampala, capitale dell’Uganda,
il 21 maggio 2010 viene posata la prima pietra della nuova scuola secondaria per i ragazzi di
Kireka, la cui realizzazione è possibile grazie al sostegno della Campagna
Tende e alla grandiosa vendita delle
collane di carta riciclata realizzate dalle donne del Meeting Point International di Kampala (MPI), da parte dei
volontari degli AVSI Point di tutta
Italia. I risultati sono straordinari:
quasi 20.000 collane vendute.
“Le donne del Meeting Point International sono commosse dal fatto che grazie
alla incredibile vendita delle loro collane
si stia costruendo la nuova scuola per
i loro figli. Sentono che questa opera
nasce dalle loro mani e dall’aiuto degli
amici italiani. Solo con le nostre forze
non si sarebbe mai potuta realizzare” racconta Rose Busingye, direttrice del
MPI, realtà nata nei primi anni Novanta
in seguito all’incontro di operatori locali
con espatriati italiani di AVSI, con particolare riferimento all’assistenza ai malati di Aids e alle loro famiglie. Oggi il
MPI è una realtà matura che, nonostante la malattia, le persone la animano con gioia e amore.
Una realtà che fa a pezzi
i soliti luoghi comuni
dell’Aids e nella quale
con noi l’esperienza che ami e sostieni. Ci saranno
le donne ugandesi che fanno le collane, le amiche
di Vicky, che ti faranno anche ballare a ritmo
di tamburi. Ti aspettiamo, porta i tuoi amici;
organizzeremo anche incontri e testimonianze.
Lo stand di AVSI è realizzato grazie
alla generosità di Mistral Tour.
Herriet Oyella
BUONENOTIZIE
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AGOSTO2010
Sostegno A DISTANZA
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KAMPALA
Una parte molto importante del lavoro del
Meeting Point International riguarda
l’aiuto agli orfani di genitori morti
per Aids che, senza un intervento esterno,
non potrebbero frequentare la scuola.
Attraverso il sostegno a distanza di AVSI,
il Meeting Point provvede al pagamento
delle tasse e delle spese scolastiche per oltre
600 bambini, propone corsi di educazione
sanitaria anche alle mamme e di orientamento
professionale ai ragazzi più grandi.
In totale sostiene oltre 4mila persone.
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Volti di speranza
di Dania Tondini, responsabile sostegno a distanza
Domenica 22 agosto ore 15.00
INCONTRI
DA NON PERDERE
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Al cuore dell’esperienza: rinati in un incontro Per il ciclo
di incontri testimonianze: uomini e donne da ogni parte del mondo,
che testimoniano come il desiderio di felicità sia irriducibile, in qualsiasi
circostanza. Il primo appuntamento sarà con Rose Busingye, direttrice del
Meeting Point International in Uganda, partner di AVSI, e alcuni ragazzi che
racconteranno come anche in Africa sia possibile la rinascita di uomini nuovi.
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22-28 AGOSTO / Rimini Fiera
aggiornamenti programma
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(Nella foto: Rose con John Makoha, rappresentante AVSI in Uganda)
M
artedì 25 maggio Nairobi
(Kenya), giovedì 27 maggio
Kigali (Rwanda), venerdì
28 maggio Kampala (Uganda): con
questo impegnativo “tour” si chiude il progetto OVC (Orphans and
Vulnerable Children, bambini orfani
e vulnerabili a causa dell’AIDS) subito
ribattezzato da AVSI in Our Valuable
Children, I nostri bambini di valore,
realizzato dal 2005 a fine giugno 2010
nei tre paesi (e dal 2008 anche in Costa
d’Avorio) con una inedita integrazione
Nel contesto del
progetto i partner hanno
riconosciuto il bisogno
urgente di rafforzare
la famiglia come risorsa
primaria per gli orfani
e i bambini vulnerabili.
Kenya, Nairobi,
scuola Little Prince
tra fondi dei donatori italiani del sostegno a distanza e l’agenzia americana
USAID a favore di oltre 15.000 bambini seguiti direttamente in modo
puntuale con sostegno scolastico, nutrizionale e sanitario e appoggio alle
famiglie e oltre 200.000 persone che
hanno ricevuto aiuto in forma cosiddetta ‘indiretta’ (formazione di insegnanti e sostegno alle scuole, attività
ricreative e di sensibilizzazione, etc.)
Nel corso della settimana in ogni
paese è stata presentata dai professori
Giancarlo Rovati dell’Università Cattolica di Milano e Carlo Lauro dell’Università di Napoli la ricerca finale sul
progetto, svolta in collaborazione con
la Fondazione per la Sussidiarietà.
Rappresentanti dell’agenzia americana, dei ministeri interessati, autorità locali, ong internazionali e locali hanno
seguito l’illustrazione dei risultati raggiunti, secondo i due diversi focus corrispondenti agli obiettivi del progetto:
i bambini e i partner locali.
Il sostegno all’educazione
è il filo conduttore di questo progetto
con un effetto moltiplicatore: si sostiene
un bambino che poi diventa a sua volta
sostenitore di una comunità di migliaia
di persone. “È molto più di un programma afferma Gideon Murimi, classe 1990
di Nairobi - è una vita vera che si sostiene!”
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Cosa emerge dunque dalla ricerca? Dagli indici complessi creati ad
hoc (indice di salute, nutrizione, ‘well
BUONENOTIZIE
4
AGOSTO2010
being’ cioè benessere, situazione economica, rischio sociale, risultati scolastici) si può riscontrare che la condizione del bambino è migliore laddove
c’è un impegno e un coinvolgimento
della famiglia, non solo per la condizione economica ma anche nell’aspetto relazionale. Ciò significa che investire sulla famiglia, aiutare gli adulti
a essere più consapevoli della propria
responsabilità e dare loro i mezzi per
poter iniziare attività che portino nel
tempo ad una autonomia, è la chiave
per migliorare veramente e in modo
sostenibile la condizione di vita dei
bambini. Rispetto alle organizzazioni
partner, si è cercato di individuare con
una indagine incrociata quali sono i
bambini che hanno avuto maggiori
miglioramenti, per avere indicazioni
preziose per le collaborazioni future.
All’esposizione dei professori si sono
affiancate le testimonianze dei protagonisti. In Kenya Cyprian, direttore
di scuola nella zona rurale di Mutuati, Evans, assistente sociale, Ignacius e
Frederick, che frequentano la Scuola
Secondaria Cardinal Otunga; in Rwanda
l’assistente sociale Aline e i ragazzi Eric e
Marcel; in Uganda Francesca Romana,
responsabile di una scuola professionale per ragazze. In ogni paese da gruppi
di bambini sostenuti sono stati proposte
anche danze tradizionali svolte all’interno del progetto come attività ricreative
o come attività generatrici di reddito
- visto che un gruppo ha ricevuto dei
fondi per cominciare l’attività con una
mamma che segue i bambini che ora
danzano per professione - o semplicemente come modo per ringraziare chi
in questi anni li ha aiutati.
“Non stiamo parlando di numeri ma
di volti, tutti conosciuti” – ha più volte
ricordato la responsabile del progetto,
Lucia Castelli. E proprio di volti si parla
nella nuova pubblicazione editata per
l’occasione, “Faces of Hope. The fruits and flowers of AVSI OVC Project”
(Volti di speranza. I frutti e i fiori del
progetto AVSI OVC), disponibile anche
in italiano. Uno dei momenti più toccanti è stata la recita di una poesia
da parte dei bambini della scuola per
non udenti di Ntinda, in Uganda: con
il linguaggio dei segni hanno mostrato il loro cuore, ci hanno raccontato i
loro sogni disegnando il mestiere che
vorrebbero fare da grande.
Una conoscenza, dunque, che nasce
dalla condivisione della vita, come ha
sottolineato Maria Teresa Gatti, responsabile del Comitato Tecnico Operativo di AVSI, evidenziando l’aspetto
innovativo di questa ricerca, volta a
“trasformare l’esperienza in conoscenza per imparare dall’esperienza stessa”,
cosa che AVSI sta cercando di fare in
tutti i suoi progetti nel mondo.
E adesso che il progetto è finito?
In alcuni paesi, Kenya e Costa d’Avorio, la collaborazione con USAID sta già
continuando, ci auguriamo che possa
accadere anche negli altri paesi. Molti
dei ragazzi sostenuti nel corso di questi
5 anni hanno concluso il loro percorso,
per tutti gli altri continua il sostegno a
distanza con le famiglie italiane. Alcuni di loro però hanno bisogno ancora
di aiuto per concludere gli studi superiori e universitari. Non è l’immagine
consueta del sostegno a distanza, che di
solito si associa ad un bambino piccolo da accompagnare nella sua crescita,
ma si tratta di una opportunità decisiva per questi ragazzi e per lo sviluppo
del loro paese: occorre investire su una
generazione, aiutarli a fare fino in fondo una esperienza positiva e a esserne
consapevoli, perché possano essere veramente protagonisti della loro vita e
promotori di novità e di umanità con le
persone che hanno intorno.
BUONENOTIZIE
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AGOSTO2010
Lunedì 23 agosto ore 19.00
Volti di speranza.
Dalla fede allo sviluppo
Sono stati invitati: Joshua DuBois,
Direttore White House Office
of Faith-Based and Neighborhood
Seguici
Partnership; Alberto Piatti,
Segretario Generale Fondazione AVSI. al Meeting
Faces
of
Hope
Fruits and
Flowers
of the AVSI
OVC Project
Leggi la
pubblicazione.
www.avsi.org, nella sezione
“stampa e pubblicazioni”.
Sostegno A DISTANZA
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COSTA D’AVORIO
“Il mio incontro con gli operatori sociali
di AVSI è stato un miracolo – afferma Djakaridja, quindicenne rimasto orfano, che vive nel quartiere di Abobo, in Costa d’Avorio – mi ascoltano
e mi danno consigli per le mie scelte. È con loro
che ho cominciato a comprendere che anch’io ero
importante, che avevo un valore.” Riconoscendo
la qualità del metodo educativo di AVSI, maturato
attraverso il sostegno a distanza, USAID ha ampliato
nel 2008 il progetto OVC alla Costa d’Avorio.
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Photo Courtesy Luca Rossetti
Rwanda
Photo Brett Morton - Uganda
AFRICA
DALLA FEDE ALLO SVILUPPO - UGANDA, RWANDA, KENYA, COSTA D’AVORIO
Potrei dare a un bambino una
penna e poi andarmene via, ma non posso
perché non credo che questo significhi sostenerlo”.
Ha affermato un assistente sociale sottolineando
l’importanza di un intervento di qualita.
Un proverbio in Kinyarwanda dice
“Ntaweutanga icyo adafite” che significa
“Non puoi dare qualcosa che non hai dentro.”
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DA NON PERDERE
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22-28 AGOSTO / Rimini Fiera
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C’è un domani da ricostruire
insieme
di Elisabetta Ponzone
Domenica 22 agosto ore 17.00
Martedì 24 agosto ore 15.00
del Meeting. Partecipano: Mary McAleese,
Presidente di Irlanda; Emilia Guarnieri,
Presidente Fondazione Meeting. Introduce
John Waters, del The Irish Times.
in zone disastrate sarà il fulcro della testimonianza
Cappellini, rappresentante di
di Fiammetta Cappellini
AVSI in Haiti; insieme a lei anche Mireille Yoga,
Educatrice al Centro Sociale Edimar a Yaoundé
in Camerun per ragazzi di strada.
Le forze che cambiano la storia sono
le stesse che cambiano il cuore
dell’uomo È l’incontro che presenta il titolo
S
crive Fiammetta Cappellini di
AVSI nella prefazione del libro Haiti il silenzio infranto
di Lucia Capuzzi (edizioni Marietti).
“Il 12 gennaio 2010 Haiti è diventata
la catastrofe. È stato prima il boato assordante, poi la terra che trema
e scompare sotto i nostri piedi… la
nostra vita cambiata in una manciata di secondi e la certezza che niente sarà più come prima.
Ho visto colleghi coraggiosi affrontare il dolore della nostra gente, guardare negli occhi le mamme
che avevano perso i propri figli e
trovare un sorriso per i bambini rimasti soli. Ricordo poi l’attenzione
della gente, un’attesa senza una
vera speranza. Il lavoro vero forse
è questo: non montare le tende,
trovare l’acqua, radunare i bambini soli… ma costruire la speranza, ripartire dal niente attorno a
noi per mettere a fuoco un domani possibile, partendo da ogni singola persona, senza voler necessariamente applicare dei paradigmi
umanitari senza distinzione. Nella
certezza che c’è un domani da costruire insieme e che c’è un futuro
anche dopo la peggiore delle catastrofi, se si sa guardare all’uomo.”
AVSI in Haiti, presente dal 1999,
sta sostenendo 30mila persone
con attività svolte in partnership
con le Nazioni Unite e con un’esperienza e un’équipe per la
protezione dei bambini preparata da esperti
dell’associazione Resilience con esperienza dal
genocidio in Rwanda.
“Attualmente AVSI è la più attiva sul
campo. – Si legge sul sito della Minustah, il contingente ONU di stanza nel Paese, durante la missione del
rappresentante speciale del Segretario Generale della Nazioni Unite
– AVSI accompagna la popolazione
offrendo assistenza medica e medicine, acqua potabile, e tanto altro.” In
Tutte le attività di AVSI
in HAITI sono svolte in
coordinamento con le Nazioni Unite,
per i cluster “protection, shelter,
logistic e nutrition”. In particolare,
le attività di “protezione dei bambini”
sono realizzate in partnership
con UNICEF e quelle relative
alla distribuzione del cibo
con il PAM. Partecipazione
del CAI per la cura e l’assistenza
dei bambini vulnerabili e collaborazione
con la Protezione Civile Italiana,
la CEI e Regione Lombardia per
l’accoglienza delle famiglie sfollate.
Fondamentale a tutte le attività
il sostegno dei tanti donatori privati.
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BUONENOTIZIE
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AGOSTO2010
Al cuore dell’esperienza: la speranza
ricostruisce La speranza che ricostruisce
e nell’educazione con Unicef e CAI
e manda a scuola 3.000 bambini
nelle tende.
Fiammetta Cappellini, rappresentante AVSI in Haiti
collaborazione con i medici volontari
dell’associazione Medicina e Persona
sono stati allestite cliniche mobili
nelle quali vengono curati bambini
e mamme incinte o in allattamento e avviati programmi di lotta alla
denutrizione con cibo energetico
fornito da Unicef e il Programma
alimentare mondiale (PAM).
“La voce che AVSI tiene le chiavi
della più tumultuosa bidonville della capitale – scrive Rodolfo Casadei su Tempi – deve essersi sparsa
dopo che la Protezione civile italiana, la Regione Lombardia, l’Unicef e il PAM si sono appoggiati su
di essa per fare affluire tende, medicine, generi alimentari e materiale
didattico che sono andati a chi più
aveva bisogno. Pam e Unicef l’hanno scelta come partner per la lotta
contro la malnutrizione infantile,
distribuendo più di 400 quintali di
alimenti. AVSI si è costruita la sua
credibilità e libertà di movimento a
Cité Soleil in dieci anni di presenza con progetti rivolti ai giovani,
dalla formazione professionale alla
mediazione dei conflitti fra le bande.” Parallelamente a queste attività AVSI è impegnata nella protezione dell’infanzia,
in attività psicosociali
di sostegno per l’elaborazione del trauma
Chiara Mezzalira, medico volontario
con i bambini di Haiti
Nella zona agricola di Les Cayes,
al sud, dove sono sfollate decine
di migliaia di persone, AVSI era
presente da 10 anni con personale,
uffici e attività di sviluppo agricolo. I suoi interventi sono focalizzati
sul recupero post-trauma e protezione infanzia con CAI e Unicef;
accoglienza e distribuzione beni
nei campi sfollati; sostegno scolastico per bambini; sanità; distribuzione di cibo a 10.000 persone
con il PAM a Torbeck; assessment
a Petit Goave e a Cabaret.
Prospettive. Parlare di ricostruzione in muratura è presto. Il governo sta mettendo a punto un
piano regolatore, senza il quale non si può costruire. “Per migliorare le condizioni umanitarie
- spiega Alberto Piatti, Segretario Generale di AVSI - stiamo costruendo strutture temporanee in
legno che sostituiscono le tende:
10 scuole per 3.000 bambini e 7
ambulatori per 10mila bambini
e 2mila mamme. Inoltre abbiamo
acquistato un terreno a Cité Soleil
per costruire, appena l’emergenza
lo consentirà, un centro educativo per bambini. Collaborando poi
con il Governo per decongestionare l’emergenza in città, stiamo
creando opportunità di sviluppo
nelle aree rurali di Les Cayes.” Si
aiutano le produzioni agricole, si
fa formazione agli agricoltori, allevamenti domestici, ripristino di
acquedotti con il partner MLFM e
si combatte la malnutrizione infantile con 5 centri nutrizionali.
Attività nate nel 1997 dall’esperienza di AVSI maturata con la
Facoltà di Agraria dell’Università
degli Studi di Milano e dell’Università Notre-Dame di Haiti con
l’avvio di una fattoria sperimentale per la ricerca applicata.
BUONENOTIZIE
7
AGOSTO2010
STORIE DAL MONDO.
Rassegna di reportage
internazionali tutti
i giorni, da lunedì 23 agosto,
alle ore 19.00, a cura di Roberto
Fontolan, giornalista e direttore
di Buone Notizie, e Gian Micalessin.
Seguici
al Meeting
Photo Ilaria Di Biasio
Foto Chiara Mezzalira - Haiti, Port-au-Prince
HAITI
SUBITO SCUOLE, AMBULATORI IN STRUTTURE DI LEGNO E SVILUPPO
RURALE AL SUD. POI UN CENTRO EDUCATIVO PER I BAMBINI
Sostegno A DISTANZA
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Oltre a sostenere puntualmente da molti anni
circa 1.000 bambini in tutta Haiti, AVSI
ha avviato un programma speciale
di “sostegno a distanza in emergenza”
grazie al quale si possono svolgere attività
scolastiche e ricreative per oltre 500 bambini
e affrontare i bisogni causati dal terremoto
attraverso la consegna di beni di prima
necessità alle famiglie.
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AVSI è impegnata - tel. 0547.360.811
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“Viaggiare
nell’isola è una
vertigine continua.
Chi vi arriva, sprofonda
nella povertà atavica,
dove le persone sono tanto abbruttite da aver
perduto ogni brandello di umanità. Per poi
risalire, di colpo, - scrive Lucia Capuzzi
nel suo libro – in una solidarietà istintiva
capace di travolgere qualunque tipo di
resistenza. Haiti ha una chance di cambiare
il suo destino… può diventare strumento
edificante di una nuova fase storica.”
HAITI IL SILENZIO INFRANTO
di Lucia Capuzzi
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di Rosetta Brambilla, direttrice Opere Educative Don Giussani
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22-28 AGOSTO / Rimini Fiera
aggiornamenti programma
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D
on Pigi in un suo articolo li ha definiti “i valori e
la cultura del mondo favelado”. Il mondo della favela,
nel suo immenso dolore fatto
di emarginazione, di disprezzo sociale, di sfruttamento, è
un mondo intimamente lavorato
dalla croce di Cristo.
Nell’esperienza del dolore nasce
un’intensità umana, difficilmente
spiegabile a parole, ma che si vive
e si respira. La favela è un enigma,
che tuttavia è una evidenza affascinante e indimenticabile per chi
la incontra e ne viene avvolto.
C’è ben altro dentro a questo
mondo, “che gli occhi non riescono a percepire e le mani non
osano toccare e i piedi si rifiu-
tano di calpestare... In favela, la
poesia, in un saliscendi costante,
cammina scalza insegnandoci un
modo nuovo di vivere, di pensare, di sognare e di soffrire”.
La musica del samba esprime
la vita di questo popolo, un’esistenza che si articola attorno
alla sofferenza e al dolore; il
samba è la forma musicale che
descrive il mistero della vita. E i
bambini e i giovani che frequentano le nostre opere educative
sono figli di questo mondo.
Vivere la favela nella sua forma
più vera, iniziando dal samba
perché ne è l’espressione più bella.
Un viaggio nella tradizione, guidati
da Rosa e Pigi, interpreti e testimoni
da oltre 30 anni in Brasile.
La favela è un mondo, un mondo
“altro”, la cui essenza propria
e universale è la sofferenza. È
un mondo differente, le cui co-
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BUONENOTIZIE
8
AGOSTO2010
Mostra Um Céu no chão.
Un cielo in terra. Il samba del morro.
Una mostra a cura Don Pigi, missionario
in Brasile da oltre 30 anni, e di Rosetta Brambilla,
direttrice delle Opere educative Giussani
a Belo Horizonte e partner di AVSI. Un’esposizione
particolare sull’origine delle favelas brasiliane,
il samba, con immagini, testi, racconti e suoni…
ordinate psicologiche e culturali
sono “altre” per natura. Un mondo tipico, misterioso, insondabile, ineffabile. Ha la sua propria
vita, una sua specifica consistenza. Il suo cuore segreto: qualcosa che è solo suo, che nessuno
può capire, descrivere, studiare;
qualcosa dove nessuno può mettervi mano, se non distruggendo,
falsificando, aumentando così il
dolore e – pertanto – l’incomprensibilità e il mistero.
Questo senso di valore, questa
strana attrazione o fascino, cattura quanti entrano in contatto
rav vicinato con il mondo delle
favelas; questa impressione di
ricchezza, senza sapere perché,
riempie i nostri occhi e la nostra sensibilità quando ci av viciniamo a questo mondo.
La lotta accanita per quel minimo di vita che può essere a
mala pena ricavato dall’ambiente
ostile, ha fatto di ciascuno degli abitanti un docente nell’arte
raffinata e pericolosa della sopravvivenza. E nessuno nasconde questa scienza acquisita, ma
la esprime e la dona con generosità a tutti, facendola passare attraverso lo sguardo: nella favela impressionano soprattutto gli
occhi delle persone. Uno sguardo
profondo, intenso e silenzioso.
Per descrivere la favela il cantautore Paolinho da Viola ha
scritto: “Vista così dall’alto sem-
Gli amici del samba, Rosetta con don Pigi
e i collaboratori del progetto sul samba
”L’uomo, trovatosi in una condizione di
povertà, ha reagito trasformando le difficoltà
in una possibilità di sopravvivenza e allegria.
Cantato, ballato, il samba comunica la realtà
di un quotidiano di bellezza, di povertà, di
dolore e di allegria. Il samba ancora oggi
si mantiene vivo per comunicare questa
esperienza di vita.”
Foto di Fabrizio Arigossi
Figli del samba
INCONTRI
DA NON PERDERE
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Foto Fabrizio Arigossi
Le Opere Educative Don Giussani a Belo Horizonte, Brasile. Foto di Fabrizio Arigossi
BRAA
BRASILE
BELO HORIZONTE
IBrasile - ibelo horizone
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bra piuttosto un cielo nel suolo…
Per capirla bisogna convincersi
che la vita non è solo ciò che si
vede. È un poco di più,… Chi lo sa,
non so, chi lo sa, non lo so no… La
Mangueira è così grande che non
c’è posto per una spiegazione”.
Tramite il percorso della mostra
esposta al Meeting di Rimini,
quest’anno in agosto, accompagniamo il visitatore dentro
la vita vera della favela facendo incontrare una realtà che
supera ciò che gli occhi vedono, e il samba è la sua forma di
espressione più bella. Un ritmo
battente che, se si presta attenzione, ricorda quello del cuore
e che lo lega al suo significato
più profondo. La sofferenza e la
gioia. Il cuore come centro della vita, che la esalta, la sostiene,
ma che solo l’uomo attento al
reale si accorge del suo battito. E così è anche il samba per
il suo popolo: nato nella favela,
esprime tutta la ricchezza umana che vi è racchiusa.
Un battito alimentato dagli amici
che dall’Italia, anche attraverso
AVSI, continuano a sostenere.
Con donazioni e partecipazioni di affetto a volte inimmaginabili. Di vitale importanza.
Un battito che tratteggia quella
natura che ci spinge a desiderare cose grandi.
BUONENOTIZIE
9
AGOSTO2010
germogli
di ibellezza
Le opere educative Don Giussania Belo Horizonte
sostenute da AVSI includono 5 centri
educativi per l’infanzia, la casa
di accoglienza Casa Novella e 5 centri
socio educativi accogliendo in tutto 553
bambini da 0 a 5 anni e 684 giovani
tra 6 e 18 anni. Le attività svolte includono
doposcuola, laboratori e brevi tirocini.
Sono state piantate delle
sementi nei cuori dei nostri
figli mostrando un’altra realta,
che non e quella della droga,
delle armi, e della violenza
che domina nei nostri
quartieri ”dice Marcia Aparecida,
una mamma dell’asilo Dora Ribera.
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LIBANO
NUTRITION
di Marco Perini da Beirut
di Elisabetta Ponzone
CON LA COOPERAZIONE ITALIANA A BAALBECK PATRIMONIO UNESCO
EXPO 2015 PARTE DAL MESSICO
O
Un network per alimentare
la speranza
Antiche sorgenti
La tavola rotonda in Messico
B
Sostegno A DISTANZA
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A SCUOLA IN LiIBANO
A Marjayoun, nel sud del Libano al confine
con Israele, centinaia di bambini sostenuti
a distanza sono coinvolti a scuola nella redazione
di un giornalino, La Petite Plume,
che permette lo scambio libero di pensieri
su varie tematiche, come la diversità culturale.
“Lo scopo di questo giornalino è quello di mettere
insieme bambini appartenenti a comunità
differenti. - Afferma Maya Aoun di AVSI È importante favorire l’incontro e il dialogo per
superare paure e pregiudizi e costruire la pace”.
260 i piccoli giornalisti e 11 le scuole coinvolte.
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PARTECIPA ANCHE TU AL SAD
tel. 0547.360.811 - [email protected]
BUONENOTIZIE
è il periodico della Fondazione AVSI, ONG-Onlus,
inviato in abbonamento postale gratuito ai donatori.
Direttore: Roberto Fontolan
Redazione: Elisabetta Ponzone ([email protected])
Grafica: Accent on Design, Milano
Redazione: Fondazione AVSI, via Legnone, 4
20158 Milano - Tel. 02.6749.881
ARRETRATI L’archivio completo è scaricabile dal sito
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al Responsabile Dati Fondazione AVSI, Via Legnone 4 - 20158 Milano.
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aalbeck - L’acqua sgorga
da una sorgente, corre incanalata per 20 chilometri per poi irrigare 1.200 ettari di campi: succede così da più
di 2.000 anni nell’antica città di
Baalbeck: costruita in epoca fenicia, conquistata poi da Alessandro il Grande e quindi dai Romani, oggi è luogo simbolo degli
Hezbollah del Libano moderno.
La cittadella romana di Baalbeck è uno dei più grandi e meglio conservati siti archeologici
al mondo: i templi di Giove, Bacco e Venere sono di una bellezza e maestosità mozzafiato. È in
questo quadro che la il progetto probabilmente più particolare
della sua storia libanese: ripristinare gli antichi canali romani,
cioè mettere le mani e la tecnica
moderna esattamente dove ogni
pietra rappresenta ed è patrimonio dell’Umanità.
Un’ opera che sfida i secoli
e non teme di confrontarsi,
anche sul piano estetico,
con la grandiosita delle
tracce dell’impero romano
che ha segnato cosi
profondamente il carattere
di questi luoghi!”
La sfida è di quelle impegnative:
non basta calcolare una sezione e una pendenza per far correre l’acqua (lo hanno già fatto
e bene molti secoli fa), bisogna
capire come l’ONG del terzo millennio può interagire con l’opera
realizzata dagli antichi romani
con quella delicatezza che solo
la consapevolezza del valore del
bello può dare. Facile a dirsi,
10
BUONENOTIZIE
AGOSTO2010
molto meno nei fatti: la Direzione Generale libanese delle Antichità inizia a mettere una serie
di paletti importanti, la Municipalità e i contadini di Baalbeck
vogliono dal canto loro i canali
belli pieni per la stagione irrigua ormai alle porte. La soluzione è un inter vento soft e insieme profondo: niente camion,
né ruspe, nessuno strumento
meccanico, solo materiali reperibili all’interno del sito e un
po’ di cemento, ma ben nascosto dall’opera paziente di decine
di manovali-artigiani che con le
spatole lo nascondono tra gli interstizi delle pietre.
Nei primi giorni di aprile Alberto
Mazzucchelli, supervisore dei
lavori è stato tra le colonne di
Baalbeck e a fine visita non ha
avuto dubbi: “È uno degli inter venti più belli – oltre che
tecnicamente adeguati – che
mi sia capitato di vedere in giro
per il Mediterraneo. Un’opera
che sf ida i secoli e non teme
di confrontarsi, anche sul piano estetico, con la grandiosità
delle tracce dell’impero romano che ha segnato così profondamente il carattere di questi
luoghi!”. Il lavoro sta per f inire
e Cooperazione Italiana e AVSI
pensano già di realizzare una
mostra sul progetto.
U
na tavola rotonda sull’alimentazione, il 23 aprile, a Oaxaca,
in Messico, riprendendo il
tema portante dell’Expo di Milano
che ha patrocinato l’evento. Un incontro realizzato da AVSI nell’ambito di un progetto per l’educazione
e la riduzione della povertà in partnership con il ministero degli Esteri italiano e con DIJO, partner che
opera nella zona dal 1993 e con il
quale sta costruendo, con la partecipata campagna delle Tende e l’ong
spagnola Cesal, una mensa per 300
bambini e un centro per mamme e
figli per attività educative e nutrizionali, asilo e doposcuola.
All’incontro i vari rappresentanti
della società civile hanno cercato
di dare risposte a quesiti come: è
possibile un’educazione alimentare per tutta la popolazione? Come
conciliare un’alimentazione sana
con la tradizione? Quali sinergie
possono promuovere pratiche virtuose? “Il tema della tavola rotonda tenutasi a Oaxaca si inserisce
nell’interesse della società Expo
nel promuovere nel mondo il
tema dell’evento milanese. – Afferma Lucio Stanca ad Expo 2015
Spa – Oltre all’interesse dell’Ambasciata d’Italia e alla presenza
di una importante ONG lombarda
come AVSI, il coinvolgimento del
settore privato è particolarmente
importante per Expo.”
Ma cosa può imparare l’esposizione universale da un ONG? “Lo
scopo principale di un’Esibizione
Universale è l’educazione del pubblico: - risponde Stanca citando lo
statuto - s’intende esibire quanto
è a disposizione dell’umanità per
rispondere ai bisogni di civilizzazione, quanto di più innovativo è
sviluppato per lo sviluppo del pianeta, nelle varie aree dell’umana
intrapresa, con uno sguardo alle
future generazioni.”
L’obesità è una patologia che si
sta manifestando anche nelle zone
di grande povertà, soprattutto in
America latina. In Messico il problema è talmente grave che il presidente Felipe Calderón Hinojosa ha
lanciato un programma per combatterla. 4.5 milioni di bambini tra
i 5 e i 7 anni ne soffre, ovvero il
26% di tutti i bambini in Messico.
Negli ultimi anni il consumo nazionale di frutta e verdura è diminuito
del 40%, mentre è aumentato del
500% quello di “soft drink”.
“Un miliardo e 300 milioni di persone nel mondo sono denutrite.
Un miliardo e 700 milioni di per-
sone soffrono di obesità” – lo dice
Ana Lydia Sawaya, brasiliana, docente di fisiologia dell’Università federale di San Paolo, collaboratrice di
AVSI e di una task force che studia e
combatte la denutrizione nel mondo.
- La malnutrizione dalla nascita porta malattie per tutta la vita. Il bambino che nasce con grave carenze alimentari avrà problemi cardiopatici,
di diabete e obesità. Non è un problema di soldi, ma di conoscenza. È
necessario trasmettere nozioni e valori. E non solo distribuire denari nelle zone più povere”.
“È evidente – afferma Alberto Piatti, Segretario
Generale AVSI – la necessità di una cooperazione tra
i Paesi per sistematizzare le
conoscenze e incrementare l’educazione nutrizionale
riducendo anche gli alti costi umani e sociali delle malattie dovute alla malnutrizione. Bisogna unire saperi
e favorire la cooperazione
tra i popoli dando vita a un
network che sottolinei l’inscindibile legame tra produzione alimentare e nutrizione.”
11
BUONENOTIZIE
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“Il superamento del miliardo
di persone che soffrono la fame
proprio quando la comunità internazionale si era posta come obiettivo quello di
ridurre il numero di poveri al mondo, è un
dato che impone una riflessione, specialmente quando viene affiancato a quello
che dimostra che il pianeta è in grado
di nutrire abbondantemente l’umanità
– Sono le prime righe del tascabile di
AVSI dal titolo “Nutrire la persona,
alimentare la speranza”, patrocinato
da Expo 2015. - Scrivono Maria Teresa
Gatti e Benedetta Fontana - Il punto di
partenza può essere
quello di un’azione educativa per le
mamme dei bambini
denutriti, piuttosto
che quello di un centro medico con cure
specifiche contro la
denutrizione, o quello
di una mensa comunitaria o di un’azione
a sostegno della
produzione agricola,
a seconda della realtà
incontrata e del rapporto che si è creato
con le persone che,
insieme ad AVSI, si sono messe in gioco
in un cammino di sviluppo”.
LEGGI IL TASCABILE è scaricabile
dal sito www.avsi.org, sezione
“stampa e pubblicazioni”.
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Rwanda. Photo courtesy Luca Rossetti
Nell’antica Baalbeck,
la squadra di AVSI riabilita
i canali costruiti dai romani,
patrimonio dell’Umanità
SAD
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