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BUONENOTIZIE
P E R I O D I C O T R I M E S T R A L E D E L L’ A S S O C I A Z I O N E V O L O N TA R I P E R I L S E R V I Z I O I N T E R N A Z I O N A L E
Direttore responsabile: Roberto Fontolan. Periodico registrato ai sensi della L. 47/48 al Tribunale di Forlì n. 15 del 5 luglio 1995. Stampa: IPF Industrie Poligrafiche S.p.A., Maniago (PN). Grafica Accent on Design, Milano
Una indomabile
passione per l’uomo
1
Poste Italiane Spa – Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46) art.1, comma 2, DCB Cesena - Editore: AVSI, Associazione Volontari per il Servizio Internazionale, viale G. Carducci, 85 - 47023 Cesena (FC)
Febbraio 2005
anno VI
n.
Dall’emozione alla
commozione
L
a tragedia dello Tsunami nel
Sud Est asiatico ha coinvolto
tutti. I fondi raccolti sono sufficienti a far fronte all’emergenza e ad avviare interventi di ricostruzione e di promozione dello sviluppo. È necessario, e doveroso, impiegare nel modo migliore e più efficace le
donazioni. Quindi è molto importante
coinvolgere tutti i soggetti della società civile che possono dare un contributo importante nella realizzazione di
programmi che siano realmente al servizio della popolazione più povera che
ha perso tutto. Occorre passare dalla
emozione alla commozione. L’emozione è suscitata dal coinvolgimento dei
sentimenti ma ha una breve durata,
termina quando i mass-media cambiano argomento.
La carità, tema conduttore delle Tende
di Natale, è “un dono di sé commosso”,
come ci ha detto un grande educatore
alla fede; nel dono di sé la persona
gioca tutto quello che è e quello che ha,
a partire dalla propria professionalità e
dalla propria capacità; commozione
vuol dire “muoversi con”, non trala-
Arturo Alberti
Presidente AVSI
sciare nessuna possibilità di coinvolgimento positivo, in Italia e nei Paesi in
cui realizziamo la nostra opera di solidarietà.
Per passare dall’emozione di pochi
istanti alla commozione che dura tutta
la vita occorre una ragione più grande
della generosità o dell’impeto iniziale;
occorre fare quotidianamente l’esperienza di un incontro che ti salva, che ti
arricchisce, che ti compie.
Da questa sovrabbondanza deriva la
gratuità: chi ha ricevuto tanto può donare agli altri, gratuitamente ha ricevuto, gratuitamente dà.
La drammatica situazione del Sud Est
asiatico è una provocazione alla nostra
responsabilità e alla nostra libertà. Stiamo valutando attentamente come rispondere al bisogno della popolazione,
collegandoci e coordinandoci con tutti coloro che sono disponibili ad un
cammino insieme (vedi aggiornamento
a pag. 2). In particolare siamo molto attenti alle indicazioni che ci provengono
dalle Chiese locali: i missionari cattoli-
ci erano silenziosamente e attivamente
presenti prima della tragedia, hanno
assistito le persone in quei momenti
terribili e continueranno una presenza
nel tempo. La Chiesa è la testimonianza vivente che la carità dura per sempre,
non si stanca e sa mettere in atto azioni che hanno sempre al centro la persona, gli uomini, sapendo far nascere
iniziative da quello che il Papa ha chiamato “una nuova fantasia della carità”.
AVSI non era presente nel Sud Est asiatico: il post-tsunami potrebbe essere
l’inizio di una presenza (abbiamo sempre iniziato rispondendo ad una provocazione della realtà e mai per una strategia elaborata a tavolino). La sofferenza degli uomini, dei nostri fratelli, ci
interpella: quello che è accaduto in
Oriente ci aiuta anche a capire come
rapportarci con la drammaticità della vita di tanti uomini che incontriamo in
Africa, America Latina, Medio Oriente
ed Europa Orientale. Con questi uomini vogliamo continuare un cammino
sostenuti dall’amicizia di tutti voi che
siete coinvolti con questa avventura
umana chiamata AVSI.
Una indomabile passione
per l’uomo. A questo ci ha
educato Don Giussani attraverso tutta la Sua vita
spesa senza misura a educare migliaia di giovani.
Il 22 febbraio scorso Don
Giuss è tornato alla casa
del Padre. Molti di noi sono
cresciuti avendo lui e il
Movimento di Comunione
e Liberazione da lui fondato
come riferimento fondamentale per la propria vita.
È questo che continua a
sostenere noi e i nostri amici
in tutto il mondo. Una educazione alla gratuità iniziata con la grande caritativa
della “bassa milanese”
e che si è via via dilatata in
tutta Italia e nel mondo.
La carità come dono commosso di sé. Il valore assoluto della dignità della persona, dell’essere umano,
di ogni “io” come anelito alla
ricerca del significato del
vivere e quindi libero.
Ci ha insegnato il gusto del
bello, del vero e del giusto.
Per questo vogliamo continuare a condividere i bisogni delle persone di ogni
razza, colore e religione che
incontriamo per condividerne il senso della vita.
Grazie Don Giussani
AV S I a d e r i s c e a l l a
Il protocollo di Kyoto
e i “buoni verde”
Come contribuire
alla Campagna Tende
C/C postale 522474,
intestato ad
“AVSI solidarietà”, viale Carducci 85.
47023 Cesena (FC), causale
“Campagna Tende
2004/2005”
Claudio Palchetti, rappresentante AVSI in Argentina,
alla conferenza ONU sull’ambiente
Emergenza
maremoto
Dall’8 al 17 febbraio si è
svolta la prima missione AVSI
nel Sud Est asiatico. AVSI
non era presente nel Sud Est
asiatico, ecco perché non sta
realizzando progetti di prima
emergenza, possibili solo con
una base operativa già
avviata nel tempo.
Per andare incontro ai
bisogni delle popolazioni
colpite dallo tsunami, AVSI si
appresta a promuovere una
serie di interventi di postemergenza in partnership
con le Nunziature
Apostoliche locali di
Thailandia e Sri Lanka. Grazie
alla solidarietà di tanti amici,
sono già stati raccolti
790.006,73 Euro (al 3 marzo).
Il denaro verrà
utilizzato per interventi (in
fase di stesura proprio
mentre stiamo andando in
stampa con BUONE NOTIZIE)
che permetteranno la ripresa
della vita quotidiana. Si
sosterranno scuole, affinché
i numerosi bambini e ragazzi
potranno continuare i loro
studi; verranno ricostruite
nuove abitazioni per chi le ha
perse e verrà sostenuta
l’economia locale
(soprattutto la pesca con
nuove imbarcazioni).
Sarà cura di AVSI informare i
generosi amici donatori
sull’uso dei fondi da loro
versati attraverso il nostro
sito internet (www.avsi.org) e
la nostra newsletter.
Il conto corrente:
Credito Artigiano
Sede Milano Stelline
Conto corrente 5000
ABI 03512 - CAB 01614 - Cin Z
Causale “EMERGENZA
MAREMOTO”
Per bonifici dall'estero
IBAN IT 68 Z0351201614
000000005000
BIC (Swift code) ARTIITM2
Thailandia
Il 16 febbraio è entrato in vigore il protocollo di
Kyoto sottoscritto da 140 paesi. Tra il 2008 e il
2012 i paesi industrializzati firmatari si
impegnano a ridurre le emissioni di gas effettoserra del 5,2% rispetto ai livelli del 1990.
Bisogna però anche dire che, essendo oggi
trascorsi già molti anni a causa del ritardo della
ratifica del protocollo, le emissioni incontrollate
dei gas inquinanti nel frattempo sono aumentate
tanto che, per rispettare quegli stessi parametri
del ’90, non è più necessaria una riduzione del
5,2% in Italia per esempio, bensì del 25% circa.
Tre i meccanismi stabiliti dal protocollo ora
operativi. I primi 2, project based, sono il Clean
Devolopment Mechanism (CDM), con cui i paesi
industrializzati possono finanziare progetti di
mitigazione nei paesi in via di sviluppo
KYOTO ANNO ZERO
ARGENTINA
L’uomo che sostiene l’ambiente
ENTRATA IN VIGORE DEL PROTOCOLLO DI KYOTO trasformerà davvero il mondo in una casa
L’
più vivibile per l'uomo? È la sfida lanciata da AVSI in Argentina, con il CIOMTA, un centro
di ricerca e osservazione ambientale che fornisce informazioni per una pianificazione territoriale
sostenibile. Di Bettina Lavezzari
utto iniziò con un incontro. AVSI
lavora dal 1986 in Argentina principalmente con progetti di sostegno alle piccole e medie imprese, formazione professionale e imprenditoriale.
Dicembre 2001: esplode la crisi argentina. Si amplia l’impegno di AVSI: il patrimonio imprenditoriale argentino, soprattutto nel settore agroalimentare, ha
bisogno di innovazione e competitività
per affrontare i mercati internazionali e
uscire dalla crisi. In poche parole: c’è bisogno di una classe dirigente preparata
per far fare alle imprese argentine un
salto di qualità.
Rimini, agosto 2001: “Il progetto del
CIOMTA è nato da una iniziale preoccupazione (e desiderio) di fare qualcosa
con l'Università Cattolica di Santa Fe, in
Argentina, - ricorda Claudio Palchetti,
T
rappresentante AVSI in Argentina - il cui
vicerettore e decano della facoltà di ingegneria ambientale era venuto con noi
al Meeting dell’Amicizia tra i popoli ed
era rimasto particolarmente affascinato
dal nostro (AVSI) agire.”
“Da lì a poco uscì un bando dell’Unione
Europea sulle foreste tropicali, che poi
avremmo vinto con il progetto CIOMTA
– continua Palchetti - e fu l'occasione
propizia per iniziare un lavoro con l’Università.”
“In quel tempo (come oggi) stavamo lavorando sullo sviluppo del lavoro e delle PMI e quindi fu fatto il seguente ragionamento: in Argentina manca il lavoro. La maggior parte del territorio argentino è ancora un ambiente vergine e
incontaminato. Potrà l'ambiente, anche
dal punto di vista ecologico, trasformar-
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si in una opportunità di lavoro e di creazione di reddito?” Una intuizione perfetta, anche perché quell'anno sembrava
stesse per essere ratificato il protocollo di
Kyoto che attraverso i "buoni verde" (allora chiamati "carbon tax" sembrava potesse dare reddito ad alcune popolazioni locali per conservare e utilizzare in
modo sostenibile l’ambiente. Il progetto
con l’Università poteva quindi essere
l’opportunità per creare nuovo lavoro,
tramite i meccanismi di Kyoto. “Ma ben
presto ci accorgemmo che tutto questo
sarebbe stato impossibile, a causa della
mancanza in Argentina di dati basici sulla cattura della Co2 (base dell'unità di
misura del valore dei buoni verde). C’era
quindi bisogno di un osservatorio, un
centro che studiasse e misurasse questi
fenomeni”.
T
T
contribuendo al loro stesso sviluppo sostenibile,
e i Joint Implementation (JI), attraverso i quali i
paesi industrializzati acquistano “crediti” di
emissioni per il supporto finanziario a progetti
in altri paesi industrializzati. Il terzo è il
commercio di crediti di emissione (Emissions
Trading) con cui un paese industrializzato potrà
aumentare i propri limiti di inquinamento grazie
all’acquisto di “buoni” da paesi non inquinanti.
Tutto questo ha creato un nuovo mercato di un
Chiara Crotti di AVSI alla Conferenza ONU di Buenos Aires
“nuovo prodotto” che sono appunto i “buoni
verde”, facendo nascere dei veri e propri mercati
finanziari, con borse regolamentate e banche
specializzate. La borsa più importante è il
Chicago Climate Exchange, con filiale europea a
Londra. Nel corso del 2004 sono stati scambiati
nel mondo titoli per 350 milioni di euro, più del
triplo del 2003. Per il momento le quotazioni dei
crediti sono più basse del previsto: 7 euro per
tonnellata di Co2.
L’effetto serra
Da questo nuovo bisogno, è nato,
in collaborazione con l’Unione Europea, il progetto CIOMTA (www.ciomta.com.ar). Un Centro di ricerca, osservazione e monitoraggio ambientale
e territoriale, con l’obiettivo di fornire
informazioni per permettere una pianificazione territoriale sostenibile, attraverso lo studio degli effetti del cambiamento climatico sul territorio e la
capacità di alcuni ecosistemi di mitigare
questo effetto, studiandone la capacità
di assorbire anidride carbonica (Co2).
“Per studiare la capacità di un ambiente di ridurre il Co2 – spiega Guillermo Contini, consulente tecnico - sono necessari particolari strumenti, come
le Torri di flusso, ovvero intelaiature di
ferro, alte anche 30 metri, sulle quali
vengono fissate, a varie altezze, sofisticati
sensori che misurano le fluttuazioni dell’anidride carbonica nell’atmosfera. Le
Torri del CIOMTA, uniche due in tutta
l’Argentina, sono anche le Torri di Flusso più australi del mondo e appartengono alla Rete Mondiale delle Torri di Flusso (FluxNet).
In poche parole: il CIOMTA è un osservatorio per lo sviluppo, che ampliando le
conoscenze del territorio migliora le possibilità del suo utilizzo nel pieno rispetto dell’ambiente. Un progetto che lo
scorso 6 dicembre ha portato AVSI a partecipare a Buenos Aires alla 10° Riunione della Conferenza delle Parti, organo
supremo della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP10), con un seminario presentando proprio i primi risultati del
CIOMTA, all’interno dello stand dell’Unione Europea.
“Se conosci gli ecosistemi – affermano
dal CIOMTA - puoi coltivare la terra, migliorare i pascoli, aumentare la produzione alimentare. Senza dimenticare poi
la possibilità di metter in moto l’economia e di generare nuovi posti di lavoro.”
Melina Perez, tecnico CIOMTA,
durante il controllo dei dati ricevuti in tempo reale
tre università. A questi vanno aggiunti 2
professori-collaboratori dell’Università Cattolica di Santa Fe più altri 3 con funzioni direttivo-amministrative. Diversi anche i consulenti che si sono alternati per lavorare su
problemi specifici, mentre stabile la collaborazione con tutte le istituzioni locali (dal
Servizio meteorologico nazionale all’Istituto Geografico Militare,…)”. Da Firenze
collabora poi una équipe di 7 ricercatori che
a turno sono andati a Santa Fe. Lo stesso
Claudio Palchetti e Chiara Crotti di AVSI, oggi in Argentina, si sono laureati proprio lì, a
Firenze. Insomma, un anello in più di collaborazione utilizzando al meglio sinergie e
conoscenze.
16 febbraio 2005: con l’applicazione del
“Quello che può fare AVSI con il
CIOMTA - afferma Palchetti - è collaborare con tutte le realtà già presenti sul territorio per trovare, insieme, la strada dello sviluppo sostenibile”. E il progetto dell’osservatorio è già un esempio concreto di “fare
con...”, uno dei punti metodologici fondamentali di AVSI. Oltre a coinvolgere direttamente la facoltà di Ingegneria ambientale dell’Università di Santa Fe, collaborando
con il Master in valutazione dell’impatto
ambientale, con la partecipazione di docenti
internazionali, il CIOMTA vede infatti anche
la collaborazione di ACDI (Asociacion Cultural para el Desarrollo Integral), partner locale dell’ong italiana; il ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio della Provincia di Santa Fe; la Divisione Ambiente
della Commissione Europea e il tutoraggio
dell’Università di Firenze, uno dei maggiori centri di ricerca ambientale.
“Oggi al CIOMTA lavorano 10 persone –
sottolinea dall’Argentina Chiara Crotti di
AVSI, direttore del progetto - tra cui 5 giovani laureati che si sono formati viaggiando dall’Argentina all’Italia, presso l’Università di Firenze; 2 tecnici incaricati dell’installazione e del mantenimento delle stazioni e 4 ricercatori senior provenienti da al-
protocollo di Kyoto, che prevede, entro il
2012, di ridurre le emissioni da parte dei
Paesi evoluti del 5,2% rispetto ai livelli del
1990, il lavoro del CIOMTA assume una
grande importanza. “Con i meccanismi del
protocollo – spiegano dal CIOMTA - un singolo Stato può anche acquistare “il diritto
di inquinare” da paesi più puliti; ma così pure finanziare tecnologie per la riduzione
dell’inquinamento; oppure finanziare progetti di sviluppo sostenibile che aiutano la
riduzione di tutti i gas a effetto serra nei
Paesi in via di sviluppo (CDM: clean development mechanism). Tutto questo ha di
fatto creato un nuovo mercato di un “nuovo prodotto” che sono appunto i “buoni
verde”. Il CIOMTA, oggi, può avere un ruolo attivo proprio nei meccanismi di Kyoto
per funzionare come una specie di certificatore delle quote che, essendo stabilite in
grammi di Co2 assorbita o emessa, ha bisogno di un ente riconosciuto che misuri e
certifichi le quantità dichiarate”.
Magari Kyoto non è proprio la panacea,
però è sempre un inizio. Una nuova strada.
Lungo la quale l’uomo non deve però essere
visto come elemento di intralcio alla risoluzione del problema, bensì come protagonista per il miglioramento del mondo.
Le torri di flusso del CIOMTA,
le più australi del mondo
L'effetto serra è un
fenomeno naturale che
permette il riscaldamento
dell'atmosfera terrestre fino
a una temperatura adatta
alla vita. Senza l'effetto serra
naturale, sarebbe impossibile
vivere sulla Terra, poiché la
temperatura media sarebbe
di circa -18 gradi Celsius.
L'effetto serra è possibile per
la presenza in atmosfera di
alcuni gas detti gas serra.
Sono sostanze inquinanti
presenti nell’atmosfera che
tendono a bloccare
l’emissione di calore dalla
superficie terrestre. La loro
concentrazione crescente
nell’atmosfera produce un
effetto di riscaldamento della
superficie terrestre e della
parte più bassa
dell’atmosfera. Qualora
l’accumulazione progressiva
e accelerante di questi gas
continui incontrollata è
probabile che si determini
una tendenza al
surriscaldamento della
superficie terrestre e alla
modificazione del clima.
Tuttavia, permangono
incertezze sull’entità di tali
effetti e sulla loro
configurazione geografica e
stagionale. L’elenco dei gas
serra è molto ampio. Il
Protocollo di Kyoto prende in
considerazione un paniere di
6 gas serra: l’anidride
carbonica (CO2), il metano
(CH4), il protossido di azoto
(N2O), i clorofuorocarburi
(CFC), i perfluorocarburi (PFC)
e l’esafloruro di zolfo (SF6).
Come contribuire
alla Campagna Tende
Banca Pop. di Milano C/c 000000019000
Ag. n° 026 Milano - P.zza Duca d’Aosta 8/2
ABI 05584 - CAB 01626 - CIN C
Per bonifici dall’estero:
IBAN: IT 61 C0558401626000000019000
BIC: BPMIITM1026
Guillermo Contini, consolente tecnico delle stazioni meteo
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FEBBRAIO2005
Come contribuire
alla Campagna Tende
C/C postale 522474,
intestato ad
“AVSI solidarietà”, viale Carducci 85.
47023 Cesena (FC), causale
“Campagna Tende
2004/2005”
AIDS nel mondo
SUL CAMPO Personale di AVSI visitano
i malati di villaggio in villaggio.
900 mila Asia dell’Est e Pacifico
580 mila in Europa
480 mila nel Nord Africa
e Medio Oriente
430 mila nei Carabi
32 mila in Oceania
Nel mondo circa 40 milioni di persone
hanno contratto il virus dell’Aids.
25 milioni nella sola Africa subsahariana;
6,5 milioni nel Sud Est asiatico;
1,6 milioni nell’America Latina;
1,3 milioni Europa dell’Est e Asia Centrale
1 milione in Nord America
UGANDA: un caso
di successo
L’Aids colpisce in 3 ondate: la
prima sono i contagiati, la
seconda i morti, la terza gli
orfani. Oggi in Uganda ci
sono quasi 2 milioni di
bambini orfani dell’Aids.
Nonostante i numeri quasi
catastrofici, l’Uganda, a
confronto con gli altri paesi
dell’Africa subsahariana, è
definito come “success story”
per l’Aids: se nel 1992 l’Aids
colpiva nel paese il 30% della
popolazione, nel 2000 la
percentuale si attestava
attorno al 10% (su un totale
di 24 milioni).
Nel 1982 è stato identificato
il primo caso. A ruota, nel
1986, è stato avviato il primo
Programma di controllo
nazionale dell’Aids da parte
del ministero della Sanità. In
seguito nel 1992,è stata
fondata la Commissione
ugandese per l’Aids con lo
scopo di monitorare e
controllare il fenomeno.
L’anno successivo, è stato
quindi possibile tracciare le
Linee Guida ufficiali per una
politica nazionale, basata su
un programma capillare di
informazione a tutti livelli,
ma soprattutto scolastico e
sanitario. Un programma
educativo e di prevenzione
articolato su tre punti
fondamentali: astinenza,
fedeltà al proprio partner,
utilizzo del preservativo.
Secondo diversi studi, la
riduzione della prevalenza
del virus Hiv è da attribuirsi
proprio al graduale
cambiamento delle abitudini
sessuali, in particolare tra i
più giovani, i quali sembrano
affrontare con maggiore
responsabilità e rispetto la
sessualità.
Anno 2001: in Uganda viene
lanciato il progetto di
Controllo di Hiv/Aids con il
coinvolgimento di 12
ministeri, 28 ong locali e
internazionali e 30 partners.
La maternità
dell'ospedale di Hoima
(Fonte: UNAIDS, rapporto luglio 2004)
AIDS
UGANDA
Senza vergogna oltre la malattia
N
ON SOLO FARMACI PER VINCERE LA BATTAGLIA contro il virus che ha già infettato, nel mondo,
40 milioni di persone. Lo affermano i volontari di AVSI dall’Uganda impegnati in prima linea su un importante progetto per salvare i bambini che nascono da madri sieropositive. Di Elisabetta Ponzone
Hiv non è solo un virus che debilita fisicamente e psicologicamente una madre e il suo bambino. È uno stigma che toglie dignità, che
isola socialmente, che umilia. Se avessimo
più farmaci potremmo salvare la vita di
molte altre persone. Ma non è solo questo
il problema. L’Aids va combattuta a monte,
nella mente delle persone, con un’educazione attenta alla persona.” In Uganda la
trasmissione materno-fetale è la seconda
modalità di diffusione del virus Hiv, dopo il
contagio per via eterosessuale. La probabilità, per un bimbo nato da madre sieropositiva, di contrarre l’infezione da Hiv si aggira attorno al 30%. Se Winston Churchill
amava definirla “la perla d’Africa”, in realtà
oggi l’Uganda è più famosa per la sua battaglia contro l’Aids. Sono circa un
“L’
1.300.000 le persone morte per Aids dall’inizio dell’epidemia e altrettante le persone
sieropositive tuttora viventi. Secondo le più
recenti stime, in assenza di trattamento
antiretrovirale, circa 130.000 pazienti colpiti dall’infezione da Hiv, moriranno entro
quest’anno. “Oggi in Uganda vivono circa
2 milioni di orfani, bambini, i cui genitori
sono deceduti a causa dell’Aids”.
Chi ci parla è Gaetano Azzimonti,
medico, italiano, quarantenne, in Uganda
da oltre 20 anni da 5 al lavoro nell’ospedale governativo di Hoima, nel nord ovest
dell’Uganda, per AVSI. Dopo anni di lavoro in un reparto di terapia intensiva dell’Ospedale San Raffaele di Milano, Azzimonti
è partito per l’Africa. Ha scelto di stare vicino ai malati di Aids in Uganda. “L’Hiv si
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può combattere solo dalla radice: è necessaria un’educazione profonda e consapevole, partendo dal rispetto della persona,
quindi rispetto del partner, fino ad arrivare
a una educazione matura del malato e della comunità che lo circonda. In modo che
tutti possano contribuire, crescendo, alla soluzione del problema. E’ per questo motivo che siamo qui. Per far sì che i malati e i
loro figli non siano più costretti a nascondersi”. Parole semplici, ma che aprono un
capitolo drammatico contro il quale Azzimonti e la sua équipe ogni giorno combattono e non si danno per vinti.
Si chiama “trasmissione materno-fetale del
virus Hiv”. Ogni anno colpisce 800 mila
bambini nel mondo, il 90% dei quali nella
sola Africa subsahariana. Oggi in Uganda
sono quasi 40 mila i neonati che nascono
Da sinistra
Stefano Antonetti di AVSI a Hoima con
la sua famiglia. Antonetti è responsabile
del progetto nutrizionale
Gaetano Azzimonti di AVSI nella maternità
dell'ospedale di Hoima in Uganda
Il controllo del peso dei bambini
con il virus dell’Aids. In altre parole: la
mamma sieropositiva, se non curata con i
farmaci antiretrovirali, da’ alla luce un bambino sieropositivo. “Sono quasi 4 anni che
qui a Hoima e in altri 3 distretti del Paese
AVSI sta portando avanti questo programma di prevenzione con il ministero della Sanità ugandese, che riduce la possibilità di
trasmissione del virus dalla madre al bambino del 50%. Somministriamo un farmaco antiretrovirale, alla mamma e al neonato. E grazie a una costante assistenza sociosanitaria e controlli periodici, in molti casi la
terapia salva la vita dei piccoli.” Un programma che ha portato il dottor Azzimonti l’estate scorsa anche al tavolo degli oratori a Bangkok, in Thailandia, per la Conferenza mondiale dell’Aids, con il collega Filippo Ciantia, rappresentante AVSI per l’intera Regione dei Grandi Laghi.
“La cosa più difficile in Africa è fare
accettare il concetto della malattia. A volte ci vogliono mesi per convincere queste
donne a fare il test dell’Hiv” - Afferma Azzimonti - “Senza dimenticare poi che se risultano positive, una volta che lo comunicano in famiglia, al marito, quasi sempre vengono abbandonate, cacciate di
casa.” Se in Occidente un malato di Aids
vive male, in Africa molto peggio. Ed è
per questo che il lavoro di Azzimonti mira soprattutto a una rigorosa campagna di
prevenzione e controllo attraverso incontri nei villaggi, nelle scuole. “Oltre ai farmaci, è fondamentale informare la gente. Andiamo nei villaggi e organizziamo
incontri. Ci sediamo con le donne in gravidanza e parliamo. Percorriamo chilometri e chilometri. Cerchiamo di ottenere la loro fiducia, cerchiamo di far loro capire l’importanza della prevenzione. Se
poi si fidano, le incontriamo nuovamente per il test. Ma non è così facile... La
donna africana è terrorizzata dall’Aids e
soprattutto non vuole far sapere alla comunità che ha contratto il virus. Si nasconde. Quindi diventa difficile controllare la trasmissione del virus”.
ARRUOLATE NEL PROGRAMMA Uno dei tanti incontri
informativi sull'Aids nell'ospedale di Hoima
informali” non sarebbe possibile eliminare
soprattutto la diffidenza, la grande discriminazione che trascina molti pazienti ai
margini della società. Il programma nazionale di prevenzione della trasmissione materno-fetale del virus Hiv che AVSI sta sostenenndo non si limita quindi a curare il
malato solo con il farmaco. Le madri sieropositive “arruolate” nel programma sono anche sostenute con aiuti nutrizionali, necessari visto la povertà in cui vivono,
finanziati dall’agenzia ONU World Food
Programme. “Ma questo significa che la
donna deve “uscire allo scoperto”, - sottolinea Stefano Antonetti, responsabile
per AVSI del progetto nutrizionale - andare oltre il tabù che la circonda, non
aver paura di affermare la sua malattia”.
Nel progetto sono anche previste attività
di autofinanziamento a beneficio delle
famiglie e comunità che spesso non sono
in grado di mantenere i propri malati.
Da settembre 2001 a oggi, sono già 35
Per il nostro Occidente sembra semplice,
ma per un paese africano come l’Uganda,
dove non esiste la figura del medico di famiglia, dove alcun dottore non è mai andato a visitare un paziente in casa, o meglio nella capanna del villaggio, la cosa è
un po’ diversa. Dove abita oggi Azzimonti è il malato che deve andare dal dottore, magari camminando per ore. Se è troppo debole non ce la farà mai a raggiungere l’ospedale o l’ambulatorio più vicino.
“Ma oltre alla cura sanitaria è sempre più necessaria una collaborazione di
tutte le realtà già presenti sul territorio,
come i volontari dell’associazione locale
Meeting Point, che assistono i malati e gli
orfani dell’Aids, senza i quali non sarebbe
possibile raggiungere capillarmente tante
persone e neppure attuare interventi efficaci
di prevenzione dell’epidemia.” Ci tiene molto a sottolineare questo punto il dottore,
anche perché senza questi “collaboratori
mila le donne che hanno accettato di
partecipare al progetto nei distretti in cui
opera AVSI in Uganda. A quasi 1.600 di
loro è stato diagnosticato il virus dell’Hiv
e molte si sono sottoposte al trattamento anti-retrovirale. “Il governo ugandese si
è fatto carico delle spese dei farmaci, il
trattamento è quindi gratuito e ha un
costo relativamente basso, tra 1 e 2 dollari. Non dimentichiamoci però – sottolinea Azzimonti - che da queste parti sono
ancora troppe le persone che vivono con
meno di 1 dollaro al giorno”. Quando il
Ministero della Sanità ugandese non è in
grado di fornire un supporto adeguato
AVSI interviene direttamente nel programma, acquistando i test Hiv e il farmaco antiretrovirale, grazie a finanziamenti istituzionali, donazioni di privati e
a chi decide dall’Italia di adottare semplicemente a distanza un bambino. “Ognuno può avere il suo ruolo nella battaglia
contro l’Aids – conclude Gaetano - Solo
con la collaborazione di tutti si può sperare di vincerla”.
Mandela contro
l’omertà
Giovedì 6 gennaio 2005:
Nelson Mandela dice al
mondo che suo figlio
Makgatho, 54 anni, avvocato,
è morto di Aids.
Un appello forte, che suona
come l’ultima battaglia del
patriarca della lotta
all’apartheid: “Dobbiamo
uscire allo scoperto per
combattere l’Aids, così le
persone smetteranno di
considerarla una cosa
straordinaria”. Parole
pronunciate durante una
conferenza stampa, indetta
nel giardino della sua casa a
Johannesburg, in Sud Africa,
accanto a lui la terza moglie,
la figlia e alcuni nipoti “Vi ho
chiamato per annunciare che
mio figlio è morto di Aids”.
Nessuna confessione privata
poteva avere un’eco pubblica
più forte. “Parliamo dell’HivAids, non nascondiamolo”.
Mandela parla di Hiv-Aids,
unisce in una sola parola il
virus e la malattia. Lo fa di
proposito. E insiste sulla
necessità di far cambiare la
mentalità, l’approccio alla
malattia degli africani. Un
colpo all’omertà, insomma.
Anche perché nel suo paese
l’Aids non guarda in faccia
nessuno, uccidendo ogni
giorno 600 persone,
dimezzano, entro il 2010,
l’aspettativa di vita da 68 a
36 anni. Un’omertà però
molto difficile da combattere
a casa di Mandela, dove fino
all’anno scorso il suo delfino,
l’attuale presidente Thabo
Mbeki, metteva in dubbio il
legame tra l’Hiv e l’Aids,
mentre la sua ministra della
Sanità per molto tempo ha
consigliato di curare il
malanno con erbe della
savana.
Come contribuire
alla Campagna Tende
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L'entrata dell'ospedale di Hoima, in Uganda
BUONENOTIZIE
5
FEBBRAIO2005
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Il paese
Superficie: 582.800 Km2
Abitanti: ca. 40.000.000
Forma di governo: Repubblica presidenziale
Capitale: Nairobi, con 3 milioni di abitanti.
Dove il 60% dei quali vive su appena il 6%
del territorio, principalmente in slum.
C/C postale 522474,
intestato ad
“AVSI solidarietà”, viale Carducci 85.
47023 Cesena (FC), causale
“Campagna Tende
2004/2005”
Gruppi etnici: Kikuyu, Luhya, Luo, Kamba, Kelenjin, altri.
Paesi confinanti: Etiopia, Sudan,
Uganda, Tanzania, Somalia.
Clima: equatoriale
Lingua: Swahili e Inglese
(entrambe ufficiali), dialetti etnici
Religione: (circa) Protestante 38%,
Cattolica 26%, Musulmana 6%.
KENYA: EDUCAZIONE AL LAVORO
ST. KIZITO
Protagonisti del proprio futuro
AVSI in Kenya
per un seminario
Una settimana di grandi
lavori, la prima di novembre
2004, nella sede di AVSI a
Nairobi in concomitanza con i
festeggiamenti per i 10 anni
dell’Istituto St. Kizito. Un
seminario organizzato da
AVSI che ha visto la
partecipazione di una
sessantina di persone. Un
work shop in Kenya rivolto a
tutti i cooperanti AVSI che
vivono e lavorano in Africa, a
quelli italiani e a tutti i
collaboratori locali, per fare il
punto sul lavoro svolto fino
ad oggi nel continente
africano e per capire,
soprattutto, come è stato
svolto. Un importante
momento di riflessione e di
lavoro per conoscere i nuovi
bisogni e le relative risposte.
Ma anche un incontro
formativo per illustrare i vari
progetti in corso in Kenya,
Uganda, Sud Sudan,
RdCongo, Rwanda, Burundi,
Mozambico, Sierra Leone e
Nigeria. Durante la settimana
sono state visitate anche le
opere di AVSI a Nairobi: alcuni
centri educativi con i quali
AVSI collabora tramite il
sostegno a distanza e la Little
Prince, una scuolina
localizzata nello slum della
capitale abitato da circa 1
milione di persone. La Little
Prince è un’oasi di pace che
permette di frequentare
gratuitamente la scuola a 100
bambini dello slum grazie al
sostegno a distanza e di
partecipare a molte attività
ricreative. Entro breve, poi,
con fondi privati svizzeri,
verrà costruita un’importante
nuova struttura in muratura,
per oltre 250 studenti.
Giovani studenti del St. Kizito a Nairobi
G
ITHURAI KIMBO È UNA DELLE AREE PIÙ DEPRESSE DI NAIROBI. Dieci anni fa veniva posata la prima pietra per la costruzione della St. Kizito, una scuola professionale per 62 studenti. Oggi se ne diplomano 350
all’anno. Una fantastica realtà nata come risposta ai bisogni dei giovani per entrare con dignità nel mer-
cato del lavoro e diventare protagonisti del proprio futuro. Di Paolo Sanna, cooperante AVSI in Kenya dal 1999.
aggio 1899: i lavori della East
African Railway raggiungono un
altopiano in cui confluiscono le
acque turbinose, soprattutto nella stagione delle piogge, di differenti fiumi e torrenti. I Masai chiamano questa località
Nyrobi, “il posto delle acque fredde”. Allora era il punto estremo della lunga linea
ferroviaria, la “lunatic line” che dal porto
di Mombasa sull’Oceano Indiano doveva
raggiungere l’interno del paese. I dirigenti della East African Railway decisero di costruire lì una stazione: era il primo nucleo
della città di Nairobi.
Oggi la città, capitale del Kenya, raggiunge oltre 3 milioni di abitanti, il 60% dei
M
quali vive su appena il 6% del territorio,
principalmente in slum: disordinate distese di precarie costruzioni di mattoni di
fango e lamiera, prive di energia elettrica,
acqua corrente, servizi igienici. Tutta la
città infatti è un continuo alternarsi di
zone residenziali e di quartieri molto poveri, dal centro, con i suoi moderni grattacieli, fino alle zone periferiche. In questa
situazione, particolarmente drammatica è
la condizione dei bambini e dei giovani che
rappresentano il 62% della popolazione.
Su di loro influisce in modo grave la mancanza di un’adeguata formazione scolastica, che impedisce loro di trovare, dopo
gli studi, dignitose opportunità di lavoro.
Nairobi Scuolina Little Prince
BUONENOTIZIE
6
FEBBRAIO2005
“Alla fine delle scuole superiori ero
molto deluso: avrei voluto continuare gli
studi all’università, ma la mia famiglia
non aveva i mezzi per sostenere le spese.
Alla fine ho accettato, quasi come un ripiego, l’iscrizione in un istituto professionale che offriva corsi di elettronica”. Queste parole di Peter Kamau descrivono una
situazione di generale malessere vissuta da
moltissimi giovani a conclusione di un ciclo di studi durato 12 anni: 8 anni di
scuola primaria e 4 di secondaria. E chi termina la scuola secondaria deve considerarsi
fortunato, dal momento che dei circa
600.000 studenti che terminano ogni anno la primaria, meno del 50% ha l’oppor-
CELEBRAZIONI
Il 5 novembre sono stati festeggiati i 10
anni del St. Kizito. Alla cerimonia erano
presenti oltre 300 studenti, responsabili
didattici, autorità politiche locali, come
il ministro dell’Educazione del Kenya,
l’Ambasciatore italiano e l’on.le Luca
Volontè, come segno visibile della
partecipazione del Parlamento italiano.
A sinistra e a destra Celebrazioni 10 anni St. kizito
tunità di iscriversi a una scuola secondaria
sia per il numero limitato di posti, sia per
la mancanza di risorse finanziarie da parte delle famiglie. Tra coloro poi che concludono la scuola secondaria, solo un 10%
riesce a iscriversi all’università. Per la stragrande maggioranza non resta, come nel
caso di Peter, che mettersi alla ricerca di
corsi professionali offerti da numerosi istituti, alcuni importanti politecnici statali,
ma soprattutto oltre 800 scuole gestite da
enti privati, organizzazioni non governative, ordini religiosi.
La scuola professionale St. Kizito
La risposta ai bisogni L’Istituto Professionale St. Kizito nasce proprio dall’esigenza di rispondere a questa domanda
urgente di formazione nel settore professionale. Agli inizi degli anni Novanta Mons.
Maurice Otunga, allora Cardinale di Nairobi, propone ad alcuni volontari AVSI di
dar vita a una scuola professionale. Lui si
impegna a trovare il terreno, ma chiede che
qualcuno trovi i mezzi finanziari e soprattutto le persone che possano impegnarsi
nella costruzione e poi nella gestione dell’Istituto. AVSI accetta la sfida e l’Arcivescovo mette a disposizione un vasto terreno in una delle aeree periferiche di Nairobi più depresse: l’area di Githurai Kimbo.
Allo stesso tempo il Card. Otunga richiama
il valore di questa opera. Come ricorda
don Valerio Valeri, fin dagli inizi preside
dell’Istituto, “Il Cardinale ci scrisse una
lettera in cui riaffermava: “Sono contento
che AVSI possa offrire assistenza per costruire una scuola tecnica a Nairobi, che
raccolga quei giovani che vivono nella periferia della città. Sono sicuro che in questa iniziativa saranno presi in considerazione non solo gli aspetti tecnici, ma anche quelli umani”. In questi anni AVSI ha
lavorato secondo questa preoccupazione,
“creando un luogo dove si possa imparare una professione e incontrare un’amicizia che sia di aiuto a riscoprire la dignità e
la responsabilità della vita e del lavoro
stesso”.
I lavori iniziano nel 1991: grazie all’opera di alcuni volontari italiani di AVSI
in un’area di oltre 2.000 metri quadrati
vengono realizzati capannoni, aule e uffici per circa 8.000 metri quadrati. Nei nuovi edifici, nel gennaio del 1994, la scuola
apre i battenti per 62 studenti che frequentano i corsi di meccanica, elettrotecnica e falegnameria.
Contemporaneamente all'inizio della scuola, nasce accanto al St. Kizito anche una
falegnameria, una vera azienda, l'Italian
Design Forniture, che produce mobili in legno di altissima qualità e li vende in tutta
l’Est Africa, con lo scopo di finanziare la
scuola, ma così pure far comprendere il vero significato del lavoro ai giovani.
Nel corso del 2004, decimo anniversario
dell’Istituto, oltre 350 studenti hanno frequentato i 12 corsi professionali per mec-
“L’esperienza
del St. Kizito ha lasciato
una traccia. Il nostro
scopo principale:
rendere la persona
protagonista, consapevole
delle proprie risorse
e del proprio sviluppo”
Xxxxxx
La scuola professionale St. Kizito
accoglie ogni anno oltre 400 studenti
BUONENOTIZIE
7
FEBBRAIO2005
canico ed elettromeccanico; elettricista;
falegname; fabbro e idraulico; sarta; segretaria d’azienda; tecnico elettronico e
tecnico per macchine d’ufficio; operatore
informatico; tecnico di reti informatiche. E
diversi hanno poi anche trovato lavoro
nella falegnameria accanto. Nel 1994 gli
istruttori erano otto, nel 2005 venticinque.
Tra di loro ci sono anche ex-studenti. Come Frederick Hongo: 10 anni fa uno dei
primi studenti, oggi insegna nel corso per
elettricisti. In questi 10 anni ha sostenuto
esami di qualifica e frequentato corsi di
specializzazione. “Quello che ho imparato
negli anni dei miei studi è soprattutto un
certo modo di guardare al lavoro e alla vita. Tutto questo mi è stato di grande aiuto nel mio lavoro professionale, ma anche
di fronte alla mia famiglia. Adesso è il mio
turno. Desidero comunicare ai miei studenti quello che ho ricevuto”.
Come la scuola si sostiene Nunzia Capriglione, volontaria AVSI, da due anni
segue l’amministrazione della scuola: “Ai
ragazzi e alle loro famiglie viene chiesta
una quota di iscrizione pari a circa 10 euro mensili. Un importo che è di sufficiente stimolo a una motivata e responsabile
partecipazione alle attività di formazione
professionale, ma inadeguato a sostenere
i costi. Infatti occorrono notevoli mezzi finanziari per le attrezzature e apparecchiature necessarie per poter offrire una preparazione tecnica adeguata alle esigenze
del mercato”. Da alcuni anni grazie a un
progetto di sostegno a distanza, l’Istituto
può far fronte a molte spese. Inoltre, può
contare sull’importante sostegno economico della Cooperazione italiana del ministero degli Affari Esteri e di alcune nazioni (Nuova Zelanda e Svizzera), ma anche di privati come il Rotary Club di Pesaro, l’azienda Alluflon che hanno scelto, con
diverse modalità, di collaborare all’opera.
Il direttore “Molti studenti dopo aver
terminato i corsi vengono a trovarci con il
desiderio di raccontare le loro prime esperienze nel mondo del lavoro ed esprimere
così la loro riconoscenza” ci racconta
Henry Kamande, da oltre 5 anni alla direzione dell’Istituto. Henry conosce tutti gli
studenti: “Ogni storia è particolare: c’è
chi dopo gli studi di meccanica è ritornato al proprio paese d’origine e ha avviato
un piccolo garage; chi ha trovato un impiego in grosse compagnie; chi ha iniziato una attività in proprio. L’esperienza del
St. Kizito ha lasciato una traccia. Questo è
sempre stato il nostro scopo principale:
rendere la persona protagonista, consapevole delle proprie risorse. O meglio - conclude con una certa emozione il direttore
- consapevole che la loro persona è la prima risorsa per ogni sviluppo umano e per
ogni contributo reale allo sviluppo della
società”. È possibile: in Kenya e nel resto
del mondo.
Leo Capobianco, rappresentante
AVS in Kenya
ST KIZITO Da sinistra, Paolo Sanna
di AVSI; Henry Kamande direttore
dell'Istituto; Valerio Valeri, preside
KENYA Giovani alla scuola professionale
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Le donne di Sant’Agata
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2004/2005”
Bambini in Romania a Cojasca
Il 5 febbraio è il giorno di Sant’Agata, martire
catanese che, in Brianza, viene festeggiata da tutte
le donne. La tradizione di ritrovarsi tra le signore e
signorine si sta rinnovando da alcuni anni per opera
di alcune donne che si inventano di volta in volta
nuove forme di festeggiamento e che destinano il
ricavato di una raccolta fondi in sostegno di AVSI.
Così, da Giussano a Seveso, da Cantù a Concorezzo
La storia dell’arte di Milano
Visite guidate
per AVSI
Da diversi anni l’Associazione
Culturale Opera d’Arte aiuta
AVSI organizzando visite
guidate a Milano ad alcuni dei
monumenti più significativi
della storia della città e
devolvendo poi la somma
raccolta per i progetti di AVSI.
Opera d’Arte è una società
cooperativa con sede a Milano,
sorta nel 1998 per iniziativa di
storici dell'arte, archeologi,
architetti al fine di offrire
servizi culturali nel campo delle
arti figurative, architettoniche
e in quello archeologico. La
società cooperativa nasce
dall’esperienza dell’Associazione
Opera d’Arte, nata a Firenze e
attiva a Milano dal 1989. Offre
i suoi servizi a gruppi sociali,
enti pubblici e privati, scuole di
ogni ordine e grado e a
qualsiasi realtà interessata a
riscoprire il patrimonio
culturale nazionale ed europeo.
Gli appuntamenti
Sabato 9 aprile, h. 16.00
Visita guidata al Castello
Sforzesco
Sabato 7 maggio, h. 16.00
Visita guidata alla Basilica
di San Lorenzo
Per partecipare all’iniziativa
tel. 02.454.873.95
[email protected]
Il costo della visita guidata
è di 8 euro
Per ulteriori informazioni
www.operadartemilano.it
Bambini nel centro educativo
Padre Pantaleo a Buenos Aires
in Argentina sostenuto da AVSI
La bellezza
in un gesto
Annalisa Castagna, visagistastilista di Diego Dalla Palma,
si è resa disponibile
gratuitamente a fare un
corso di visage, una
introduzione al mondo del
make up attraverso due
incontri, che rende
interessante l'idea del makeup come valorizzatore del
bello.
Il corso si terrà domenica 6
e 13 marzo a San Giovanni
in Persiceto, a Bologna.
Per informazioni
tel. 051.827.068.
più di 500 donne si ritrovano per stare in compagnia
e per ascoltare il racconto di una volontaria di AVSI.
Quest’anno alla cena organizzata a Concorezzo, ha
partecipato Alina Boanca, insegnante impegnata in
progetti educativi di AVSI in Romania, che ha parlato
dei bambini di Cojasca, nella periferia di Bucarest.
Profondo l’interesse dell’incontro e prezioso il
contributo, che verrà donato proprio a favore
di quei bambini descritti da Alina.
P R I VAT I
FABI
DONNE
U
8 marzo, un gesto concreto
n convegno e una raccolta fondi per sostenere un importante progetto di AVSI a favore
della microimprenditorialità artigianale delle donne in Albania. È così che il Coordinamento
Nazionale Femminile della Federazione Autonoma Bancari Italiani vuole festeggiare l’8 marzo.
La festa della donna. Intervista con Laura Chiodega. Di Consuelo Canavese.
iò che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno.” Lo ha affermato Madre Teresa di Calcutta. Una donna. Albanese.
Su questa convinzione si muove, ogni anno, il Coordinamento Nazionale Femminile FABI, che l’8 marzo festeggia la Giornata nazionale della Donna con un gesto
concreto. Un incontro, in tutte le principali sedi italiane, e una raccolta fondi, per sottolineare l’importanza della figura femminile nel mondo del lavoro e per versare una
nuova goccia di solidarietà nell’oceano della vita. Quest’anno i fondi raccolti verranno
devoluti a favore di un progetto di AVSI in
sostegno e per lo sviluppo della microimprenditorialità artigianale femminile in Albania. Buone Notizie ha incontrato Laura
Chiodega, responsabile dell’Esecutivo Nazionale Femminile.
Un passo indietro. Chi è FABI e il Coordinamento Nazionale Femminile?
FABI, Federazione Autonoma Bancari Italiani, è nata il 19 dicembre 1948. In poche
parole è un’organizzazione sindacale apartitica e aconfessionale per la difesa degli interessi economici, morali e assistenziali dei
bancari italiani; promuove la formazione dei
quadri sindacali e lavora per il miglioramento ed elevazione dello stato morale e
sociale degli associati, realizzandone le legittime aspirazioni e affermandone i diritti. Oggi conta oltre 90.000 iscritti, appartenenti a Istituti, Aziende ed Enti Pubblici e
Privati e inquadrati nelle diverse qualifiche
della categoria (dirigenti, quadri direttivi,
impiegati, commessi, personale ausiliario,
personale subalterno e operai). Mentre il
Coordinamento Nazionale Femminile è l’organismo fortemente voluto e sostenuto da
tutte le donne della FABI, che consente di
svolgere con impegno un’attività volta al
cambiamento della condizione della donna
lavoratrice, alla sua crescita culturale nel
mondo del lavoro e alla difesa dei suoi diritti nella consapevolezza del doppio ruolo.
Il Coordinamento ha come obiettivo la pro-
C
farlo attraverso gesti e collaborazioni concrete ci sembra importante.
Sono infatti numerose le realtà femminili
dei paesi in via di sviluppo alle quali abbiamo già dato il nostro contributo. Non
sarà molto, ma come diceva Madre Teresa:
è sempre una goccia.
8 marzo 2005, un incontro nazionale. Di
cosa si tratta?
Abbiamo intenzione di organizzare un
convegno nazionale che avrà luogo a Milano, durante il quale renderemo noto il ri“Ciò che noi facciamo è solo sultato “concreto” dell’iniziativa. Della raccolta fondi a favore delle donne in Albania
una goccia nell’oceano,
e quindi del nostro impegno in sostegno a
loro.
ma se non lo facessimo
All’incontro interverranno autorità delle
l’oceano avrebbbe
istituzioni locali e nazionali. Naturalmente parteciperà anche una rappresentante di
una goccia in meno.”
AVSI, che illustrerà a tutti il progetto in corMadre Teresa di Calcutta
so nel paese. Al convegno, poi, non mancherà certo la nostra Segreteria Nazionale.
Insomma, sarà un incontro importante,
mozione delle politiche di pari opportunità
che coinvolgerà tutte le parti sociali intetra donne e uomini nel settore del credito e
ressate.
ha da sempre collaborato e collabora alle
Come è stato scelto, e perché, il progetstesure dei contratti nazionali e integrativi
to di AVSI?
aziendali.
Quest’anno abbiamo deciso di legare la noOgni anno, per voi, l’8 marzo ha un valore
stra iniziativa ad AVSI poichè meglio rapimportante. Ma che preferite ricordarlo
presentava, anzi rappresenta, il nostro spicon un gesto concreto. Un po’ come dire
rito di solidarietà e concretezza.
“preferiamo i fatti alle parole”… Perché
Il progetto che AVSI ci ha proposto, ovvequesta scelta?
ro quello del sostegno allo sviPiù volte, durante questi anni
luppo della microimprenditoabbiamo dibattuto se ha anrialità femminile in Albania nel
cora senso l’8 marzo.
settore tessile artigianale, ci ha
Il Coordinamento Femminile lo
permesso di conoscere una
ritiene ancora un appuntamenrealtà che, nonostante sia così
to importante, che richiama alvicina al nostro paese, non cola memoria il suo senso originoscevamo. Di solito quando si
Laura Chiodega,
nario che non deve andare perpensa all’Albania si pensa semresponsabile dell’Esecutivo
duto, coniugandosi con la propre a un paese colmo di proNazionale Femminile.
spettiva che la cultura della
blemi. Pensare invece al paese
donna diventi patrimonio della persona coin chiave positiva, nel senso che anche se
me soggetto sociale. Riteniamo che allargare
con fatica ci sono persone che, sostenute
i nostri orizzonti rivolgendoci anche a paeadeguatamente, possono crescere e gesi dove la situazione femminile è sicuranerare quindi sviluppo, ci è sembrato realmente più difficoltosa sia nostro dovere. E
mente interessante.
BUONENOTIZIE
8
FEBBRAIO2005
o
Mostre
La rinascita delle favelas
Continua a girare per l’Italia la mostra che
documenta le opere di AVSI in Brasile.
Una mostra curata dal Centro Culturale di Milano e
AVSI con le foto di Paolo Pellegrin e Jefferson Vieira.
Per noleggiarla: Meeting per l’Amicizia fra i Popoli,
tel. 0541.728565.
Dal 16 dicembre al 3 gennaio è stata esposta a
Prato, in collaborazione con la CdO e con il
patrocinio della Provincia e Comune di Prato, degli
ordini degli Architetti, Ingegneri e del collegio dei
Geometri. Testimonianze di Alberto Piatti di AVSI,
dell’architetto urbanista R. Viviani e di Fabrizio
Pellicelli, rappresentante AVSI a Salvador de Bahia.
Presenti il presidente della Provincia Massimo Logli
e S. Ciuffo, assessore all’Urbanistica del Comune.
Moderatore F. Bettarini.
Dal 15 al 26 gennaio a Catania, presso
l’Assessorato alla Promozione Sociale del Comune,
che ha promosso l’iniziativa. Molte le visite delle
scuole, appassionate dall’esposizione.
Testimonianza di Paola Cigarini, volontaria AVSI in
Brasile.
Dal 3 al 20 febbraio è stata poi ospitata a
Firenze a Palazzo Medici Riccardi. Stesse date
anche per l’esposizione a Legnano, presso la
Famiglia Legnanese.
LE TENDE
Le iniziative dei volontari
tari AVSI, e le aste di beneficenza, come quella organizzata a Brescia.
Appassionanti poi gli incontri sportivi, con partite di calcio, corse podistiche e partite di basket. Non sono mancate neppure le mostre fotografiche, itineranti per
tutta l’Italia, nelle piazze,
nelle scuole o nei centri
culturali. Quest’anno poi
anche Brera, l’Università
di Brera di Milano, ha
messo in campo i migliori ragazzi per organizzare
la tradizionale Tenda;
mentre gli studenti della
facoltà di Ingegneria del
Politecnico di Milano
hanno creato una fantastica pista
di go-kart! Insomma, sempre più
lungo il calendario degli appuntamenti delle Tende organizzati
dai volontari amici di AVSI, visionabile nel sito www.avsi.org, cliccando sulla sezione “sotto le Tende”. Quante più informazioni invierete a [email protected]
tanto meglio riusciremo a inseriIl popolo delle Tende
re il vostro evento nella sezione.
Immagini dei volontari in Italia
nche quest’anno centinaia di iniziative promosse in varie città
da oltre 3500 volontari per far conoscere di persona i cooperanti che lavorano in Africa, America Latina, Medio Oriente ed
Est Europa, e per presentare le opere sostenute o fatte nascere da AVSI. Lo slogan di quest’anno, lo conoscete già, era “condizione per lo sviluppo è educare alla carità”. Tanti gli spettacoli teatrali come “La leggenda
del Santo bevitore” con Carlo Pastori e la regia di Carlo Rossi, a Muggiò, dove lo spettacolo è stato
unito a un golosissimo taglio di
torta con tanto di logo AVSI
zuccherato, a Magenta (MI) e
Rovereto (TN). Oppure come lo
spettacolo de “Il cavaliere nel
sacco” con Marco Finco, a Matelica (MC), Porto Viro (RO), Pescara e Giussano (MI).
Grande pubblico anche per i
concerti che hanno visto sul palco le voci vibranti della John Stanson
Band e del gruppo Napolincanto esibitisi a Roma, Ceglie (BR), Siena, Bergamo e Brescia, ma così pure l’amico
cantautore Caludio Chieffo e i numerosi cori alpini. Una novità di quest’anno sono state l’Happy Hour, un
aperitivo con testimonianze di volon-
A
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Parure matrimoniale
in puro lino con sfilature e
ricami vari (tipo A,B,C,D,E)
realizzati a mano
su lenzuola e federe
Dimensioni lenzuolo cm 280 x 300
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ontribuirete a dare
gratificante a mol
permettendo lor
un sog
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Dimensioni federa cm 50 x 80
Aiuto alla micro
imprenditorialità
L'anno passato è stato un anno
importante per il progetto di
microimprenditorialità
femminile avviato da AVSI,
circa quattro anni fa in
Albania. Attraverso la vendita
di prodotti finemente ricamati
a mano – che hanno dato vita
alla cosiddetta "Collezione
Casa" - è stato possibile
sostenere il lavoro di un anno
di due degli undici laboratori di
donne albanesi coinvolti nel
progetto. Il progetto infatti ha
permesso loro di formarsi e di
imparare un lavoro ed una
professionalità tale da
realizzare prodotti di qualità
elevata, apprezzati da tutte le
persone che in Italia li hanno
acquistati. "Caspita, non avrei
immaginato che fossero così
brave; è uguale a quelle delle
migliori boutiques e costa la
metà" – raccontava una
sostenitrice dopo aver ricevuto
a casa la tovaglia che aveva
ordinato. Ora, la "Collezione
Casa" si arricchisce di nuove
proposte, preziosi lavori a filet,
set di asciugamani ed eleganti
tovagliette all’americana,
sempre ricamati a mano dalle
donne albanesi. L’obiettivo
rimane quello di mettere le
donne albanesi nelle condizioni
di dar vita ad una vera e
propria azienda artigianale
gestita autonomamente e
l'aiuto alla
commercializzazione dei
prodotti in Italia vuole andare
in questa direzione. Acquistare
i prodotti di biancheria per la
casa e sostenere l’iniziativa
significa quindi contribuire alla
buona riuscita di questo
progetto, facendo sì che il
risultato dell’impegno di
educazione al lavoro dei
volontari di AVSI abbia
continuità nel tempo.
Maria Floriani
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Illva Saronno sostiene le Tende
C/C postale 522474,
Quest’anno fra i sostenitori della scuola elementare
di Karambo nella Repubblica Democratica del Congo ci sarà
anche la Illva Saronno. La storica azienda, produttrice del
famoso liquore Amaretto di Saronno, ha infatti aderito alla
nuova campagna Tende di AVSI sostituendo ai tradizionali
regali aziendali per i propri clienti il sostegno al progetto.
intestato ad
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2004/2005”
Una classe di bambini in Congo
Zurigo
Associazioni
premia AVSI
ETICA & IMPRESA
SOCIETÀ
L
Anche quest’anno Zurigo
Assicurazioni ha promosso
l’iniziativa AIUTA CHI AIUTA,
un’operazione di sostegno a
progetti di solidarietà
realizzati da enti e
associazioni no profit che
vede coinvolti in prima
persona i dipendenti
dell’azienda. Ogni
dipendente, infatti, può
proporre un progetto di
sviluppo legato a una
associazione. I progetti
vengono votati, e i primi 3
scelti finanziati dall’azienda.
Anche quest’anno AVSI ha
riscosso un grande interesse:
il progetto proposto, infatti,
è stato il più votato,
ottenendo il primo premio
dell’iniziativa che in questo
modo finanzierà il sostegno
ai bambini sieropositivi della
casa di accoglienza Casa
Emilia, di Bucarest in
Romania. Nella scorsa
edizione AVSI era giunta al
secondo posto con il
progetto di sostegno a una
rete di asili di Baghdad in
Iraq. Rinnoviamo quindi con
ancor più calore un grazie di
cuore a tutti coloro che
hanno contribuito alla
buona realizzazione
dell’iniziativa; in primo
luogo alla Zurigo
Assicurazioni per averla resa
possibile ancora una volta,
ma anche a tutti i
dipendenti che hanno
sostenuto con simpatia il
progetto, e a tutti gli amici
che per settimane non
hanno perso occasione per
far conoscere AVSI e il
progetto in Romania a
colleghi e amici.
Il dire, dopo il fare
O SCOPO DI UN’AZIENDA non può essere solo il perseguimento di un utile economico. L’impresa
è chiamata al mantenimento e miglioramento del tessuto sociale. Lo afferma la SIA, il principale provider di servizi e soluzioni tecnologiche innovative per il sistema bancario e finanziario.
a Corporate Social Responsibility è
certamente uno dei temi più interessanti e “nuovi” nel mondo delle imprese. Si sta diffondendo infatti l’idea che lo
scopo di un’azienda non può essere solo il
perseguimento di un utile economico ma,
in quanto soggetto che opera in una comunità, l’impresa è chiamata al mantenimento e miglioramento del tessuto sociale.
Questo risveglio d’interesse scaturisce non
solo dalla constatazione degli eccessi prodotti dal liberismo e dalla deregulation, ma
anche dalla convinzione che l’economia, nel
senso moderno del termine, non può progredire senza una dimensione morale
profonda. Il “fare bene impresa” comporta
impegno e valori forti, come solidarietà,
attenzione alle persone, trasparenza, onestà.
Ne sono convinte oggi le imprese che credono in un modello di sviluppo economico basato su un dosaggio ottimale di competitività e rispetto dei diritti della società.
L
Con questa convinzione, SIA si è dota-
Foto di Marco Dandrea
Bambini in Romaina
di Sofia Masiello,
direttore comunicazione SIA
ta di un Codice Etico che costituisce la dichiarazione pubblica degli impegni e delle
responsabilità etiche cui l’azienda, a tutti i livelli gerarchici, intende ispirarsi e in cui sancisce il principio della “responsabilità verso la
collettività”. Questo principio dice che SIA
“intende contribuire al benessere economico e alla crescita della comunità in cui opera attraverso la realizzazione della propria
missione”. È l’impegno che SIA prende con
tutti i suoi interlocutori: instaurare un modo nuovo di mettersi in relazione con gli
stakeholder, compreso il mondo dell’associazionismo e del non profit a cui da anni
SIA è particolarmente vicina. L’adozione del
Codice Etico si è concretizzata in un programma articolato in varie attività, tra le
quali il ciclo d’incontri “Eticamente - Conversazioni sull’Etica”: una serie d’appuntamenti con i più autorevoli esponenti del
mondo della business ethics, della responsabilità sociale d’impresa, della cultura e
dell’imprenditoria sociale per discutere d’etica nei suoi molteplici aspetti, dagli affari all’arte, dalla solidarietà alla comunicazione,
dalla ricerca scientifica alla tecnologia.
ETICA E SOLIDARIETÀ
Un momento dell’incontro tenutosi in SIA per riflettere sulle
possibilità di crescita e sviluppo tra “profit” e “non profit”.
emerso che le aziende che accettano la sfida della Corporate Social Responsibility
possono trovare nel Terzo Settore - organizzato nelle sue diverse forme - il partner
ideale per agire come soggetto attivo nella
costruzione di una forte coesione sociale e
che d’altro lato il non profit, aspirando ad
una gestione della solidarietà che non sia
più compassionevole o riparativa, ma economicamente e organizzativamente efficiente, trova nell’impresa stimoli e strumenti per uno sviluppo stabile e sostenibile. Come ha sottolineato Alberto Piatti (segretario generale di AVSI, uno degli oratori dell’incontro) “la conoscenza reciproca
con aziende profit consente un travaso di
competenze proficuo per entrambi i soggetti”.
L’esperienza di collaborazione fra SIA
L’incontro intitolato “Etica e solidarietà”,
tenuto in SIA il 24 gennaio 2005, ha promosso una riflessione sul senso dell’incontro e della partnership fra il mondo del
“profit”, rappresentato da SIA, e quello del
non profit”, rappresentato da AVSI. Ne è
BUONENOTIZIE
SIA (Società Interbancaria
per l’Automazione) è il principale provider
di servizi e soluzioni tecnologiche innovative
per il sistema bancario e finanziario nelle aree
del networking, dei mercati finanziari, dei
sistemi di pagamento, delle grandi basi dati
e dei servizi Internet. Creata nel 1977
da Banca d’Italia, ABI, CIPA e dalle principali
banche, in 28 anni SIA ha realizzato alcuni
dei sistemi e soluzioni chiave nel processo
di automatizzazione e integrazione dei sistemi
finanziari italiani, europei e internazionali
tra cui la Rete Nazionale Interbancaria,
il sistema dei pagamenti e le architetture
dei mercati telematici per Borsa Italiana,
per il Mercato dei Depositi Interbancari
(e-MID) e per il Mercato dei Titoli di Stato.
Per informazioni: www.sia.it
10
FEBBRAIO2005
e AVSI in questo senso è indicativa, come
dimostrano i due progetti sviluppati insieme in Uganda e in Romania.
In Uganda è stato realizzato, grazie alla
fornitura del supporto tecnologico-informatico da parte di SIA, il sistema informativo e la gestione della banca dati nei servizi sanitari di 46 ospedali missionari.
In Romania invece è stato creato un Virtual
Private Network, una rete virtuale che collega le sedi italiane di AVSI (Milano e Cesena) con la sede rumena. Grazie allo Share
Point Portal Server, installato e gestito da
SIA su uno dei server donati, è possibile
mettere in comune i documenti di AVSI, il
materiale per la formazione degli operatori socio-sanitari e la documentazione dei
progetti. È evidente dunque i vantaggi che
porta con sé questo tipo di collaborazione:
da un lato l’associazione beneficia del supporto tecnico (e tecnologico, nel caso di SIA)
e dell’organizzazione propria dell’azienda;
dall’altro l’impresa acquista valore in alcuni asset intangibili. Come ha sottolineato
Renzo Vanetti, AD di SIA, nel suo intervento “etica significa infatti reputazione, trasparenza, competitività e immagine. Tutti
elementi che contribuiscono ad attrarre talenti, quindi persone, ossia l’asset intangibile più importante per un’azienda”.
Fondazione Cariplo: emergenza Sud Sudan
Il sostegno della Fondazione Cariplo È stato recentemente ufficializzata
la decisione da parte della Fondazione Cariplo di finanziare un progetto
educativo di AVSI nel Sud Sudan. Il progetto “Educazione e
alfabetizzazione nel Sud Sudan” è stato presentato lo scorso giugno al
Bando 2004 e prevede in particolare il sostegno a una rete di scuole
primarie e secondarie nella Contea di Torit, nel sud del paese, che dopo
20 anni di guerra e 2 milioni di morti, sta affrontando il difficile e lento
processo di pace con i suoi 4 milioni di sfollati.
Per AVSI non si tratta comunque del primo contributo da parte della
Fondazione lombarda. Già nel corso degli anni passati la Cariplo aveva
finanziato alcuni progetti di sviluppo di AVSI: uno in particolare
riguardante l’Uganda (un progetto per la sicurezza alimentare presso la
Contea di Busiro), uno in Brasile (per la realizzazione del centro per
l’infanzia Nova Semente a Salvador de Bahia), uno in Argentina (di
sostegno ad alcune PMI di Santa Fè per la certificazione delle carni di
qualità), uno in Kenya per la promozione dell’impiego giovanile
e infine il progetto “Questa è la mia casa”, in Italia, per la
sensibilizzazione nelle scuole del tema dell’accoglienza.
Una scuola in Sud Sudan
LE LETTERE
SERVIZIO
U
Un bilancio da Oscar
NA NUOVA RUBRICA. Una pagina che vogliamo definire di servizio. Uno spazio informativo
sulla vita di AVSI, sul suo evolversi e, soprattutto, di particolare attenzione alle segnalazioni
e alle lettere dei lettori, gli amici di AVSI. Rimanendo in attesa di ricevere le vostre
prime lettere ci permettiamo di scriverne una noi di presentazione.
LE VOSTRE LETTERE
Volete scrivere
al nostro direttore?
Avete delle domande?
Dei quesiti da porre?
Scrivete alla Redazione
VSI è una organizzazione non governativa senza scopo di lucro nata nel 1972 e impegnata con circa
100 progetti di cooperazione allo sviluppo
in 35 paesi poveri del mondo. Oggi AVSI è
presente in Africa, America Latina, Est Europa, Medio Oriente e, dal 2005, anche in
Sud Est Asiatico. Opera nei settori della sanità, igiene, cura dell’infanzia in condizioni
di disagio, educazione, formazione professionale, recupero delle aree marginali
urbane, agricoltura, microimprenditorialità,
sicurezza ambientale, ICT ed emergenza
umanitaria. Nei progetti in corso sono impegnati, per una permanenza media di 2
anni, oltre 100 cooperanti espatriati italiani, tutti professionisti (medici, ingegneri, agronomi, educatori…) e oltre 800 persone locali, anche loro qualificate nelle
varie discipline.
A
Accrediti e sinergie AVSI è riconosciuta dal 1973 dal Ministero degli Affari Esteri come Organizzazione non governativa di
cooperazione internazionale; è accreditata
dal 1996 presso il Consiglio Economico e
Sociale delle Nazioni Unite di New York
(Ecosoc); è accreditata con Status consultivo presso l’Organizzazione delle Nazioni
Unite per lo Sviluppo dell’Industria di Vienna (Unido); è inserita nella Special List delle organizzazioni non governative dell’Organizzazione Internazionale delle Nazioni
Unite per il Lavoro di Ginevra (ILO). AVSI
aderisce alla Federazione dell’Impresa Sociale della Compagnia delle Opere, alla Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario (Focsiv), all’Associazione delle ONG italiane e al Forum Nazionale per il Sostegno a Distanza. AVSI è
anche un Ente Autorizzato dalla Commissione per le Adozioni Internazionali a curare le procedure di adozione internazionale. Ad AVSI aderiscono, a costruire un
network informale, 28 ONG e associazioni:
15 delle quali si trovano nel sud del mondo e nei paesi in transizione. Dal dicembre
2004 AVSI è diventata Fondazione.
Fondi e bilancio Il 59% dei fondi di
AVSI proviene da donatori privati. In questa quota sono comprese le oltre 24.000
adozioni a distanza (sostegno a distanza)
a favore di bambini e ragazzi nel mondo.
Negli ultimi anni, infatti, AVSI ha molto
differenziato l’origine delle risorse finanziarie per i progetti per cui i finanziamenti del Ministero Affari Esteri, che rappresentavano il 70% del bilancio nel 1991, sono passati al 20% nel 2003, e, in particolare, AVSI ha ampliato notevolmente le entrate da donazioni private che oggi rappresentano il 59% delle risorse. Questa differenziazione degli interlocutori di AVSI ha
inevitabilmente stimolato la stessa ONG a
documentare, in forme sempre più trasparenti e chiare, il lavoro che sta svolgendo e
a rendere conto di come vengono spesi i
contributi ricevuti dai donatori istituzionali e da quelli privati. Da cinque anni, infatti, il bilancio è certificato e da 2 anni AVSI
si è impegnata a realizzare il Bilancio Sociale
(consultabile e scaricabile dal sito: www.avsi.org), come strumento molto importante
di comunicazione con tutti i cosiddetti
stake holders, vincendo, nel 2004, alla Borsa di Milano, l’Oscar di Bilancio, per il settore non profit, promosso dalla Ferpi con
11
BUONENOTIZIE
FEBBRAIO2005
una bella motivazione: “La documentazione a supporto della candidatura testimonia
l’elevata consapevolezza e maturità con cui
AVSI ha affrontato il processo di rendicontazione. Ne risulta un bilancio chiaro ed
esaustivo dal punto di vista sia sociale sia
economico. Le informazioni offerte – esposte in modo molto efficace dal punto di vista della comunicazione – consentono al
lettore di cogliere con immediatezza l’identità e la mission dell’associazione e di
avere una percezione attendibile dell’impatto prodotto sugli stakeholder.” Un indicatore importate dell’efficienza è la percentuale del budget destinata al sostegno
della struttura che per AVSI non supera il
12% del bilancio. AVSI è anche dotata di un
Sistema di Gestione della Qualità (SGQ) secondo le norme ISO 9001: 2000 relativamente alla fase "progettuale".
Comunicare l’operato Molti sono gli
strumenti della comunicazione di AVSI: il
sito internet (www.avsi.org); il giornale
Buone Notizie, pubblicato e inviato trimestralmente per abbonamento postale
gratuito a oltre 65.000 persone in modo da
informare e aggiornare donatori e sostenitori sull’operato di AVSI; la Newsletter,
pubblicata on-line ogni mese e inviata a
tutte le persone che si abbonano tramite il
sito Internet; i Tascabili, una collana di libri tematici sulle varie esperienze nel mondo (come educazione, Aids, Africa – le
guerre dimenticate, sostegno a distanza, lavoro, …), tutti disponibili anche sul sito, nella sezione “stampa e pubblicazioni”.
Con questi strumenti e altri ancora, proprio
come il Bilancio Sociale, AVSI intende comunicare a tutti i valori guida che la muovono e diffondere il proprio metodo di lavoro che pone al centro la persona nella sua
globalità, con tutti i suoi bisogni materiali
e spirituali, i quali diventano per tutte le
persone che lavorano in AVSI una provocazione all’azione. AVSI è appassionata al
destino di felicità degli uomini, e quindi
vuole lavorare nel modo migliore possibile.
di BUONE NOTIZIE
AVSI, Via Melchiorre Gioia 181
20125 Milano
Le lettere non potranno
superare i 900 caratteri e,
in più, dovranno contenere
nome e cognome del
mittente, indirizzo postale,
recapito telefonico e indirizzo
mail se esistente.
Naturalmente, per problemi
di spazio, forse non tutte
le lettere potranno essere
pubblicate. Sarà comunque
premura della Redazione
di BUONE NOTIZIE fare
il possibile per rispondere
a tutti. Per saperne di più
sull’attività di AVSI:
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Come contribuire
alla Campagna Tende
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BIC: BPMIITM1026
Forum Sad a Milano
Il 21 gennaio si è svolto a Milano, presso il
PIME, la 6° edizione del Forum per il
Sostegno a distanza, dal titolo "Le ragioni di
un impegno". Sono intervenute oltre 140
associazioni attive nel settore, tra le quali
anche AVSI. Nella sessione del mattino sul
tema "Qualità e trasparenza per un mondo
solidale" il prof. Ornaghi, rettore
Cos’è È una forma di
solidarietà, un contributo
economico stabile e continuativo
destinato ad un bambino ben
preciso, alla sua famiglia, alla sua
comunità.
L’impegno La quota
annuale è di 312 Euro.
L’impegno minimo è di un anno, il
versamento può essere trimestrale,
semestrale o annuale. Si rinnova
tacitamente salvo disdetta.
Cosa si riceve
All’adesione una scheda
anagrafica del bambino, una
fotografia, la presentazione del
progetto. Ulteriori notizie due
volte l’anno.
Il principio-base
Insieme agli aiuti materiali,
la presenza di adulti che
accompagnano il bambino
nel suo percorso educativo.
Come aderire
Da internet, compilando
il formulario dal sito www.avsi.org
(cliccando sulla sezione “sostegno
a distanza”); via mail scrivendo
all’indirizzo: [email protected]
via telefono o fax:
AVSI Sostegno a distanza,
tel. 0547 360.811, fax 0547 611.290
Documentazione
fiscale
Le disposizioni in materia
di deducibilità fiscale prevedono
la validità ai fini fiscali dei seguenti
documenti: ricevuta ccp, ricevuta
MAV, contabile bancaria, estratto
conto bancario (per pagamenti per
RID e con bonifico on-line), estratto
conto Servizi Interbancari (per
pagamenti con carta di credito).
È necessario quindi conservare
la ricevuta.
Pagamento con carta
di credito È possibile effettuare il versamento relativo ad un
sostegno a distanza già in corso tramite carta di credito, direttamente
dal nostro sito www.avsi.org, entrando nella sezione Donazioni on line e selezionando l'opzione: vuoi
versare la quota del tuo sostegno
a distanza già in corso?
indicando il nominativo
dell'intestatario del sostegno.
PRIVACY BUONE NOTIZIE è il trimestrale di
AVSI, inviato gratuitamente per abbonamento
postale a tutti coloro che effettuano delle
donazioni e partecipano alle attività di AVSI.
I dati personali vengono trattati nel pieno
rispetto del D.L. 196/03 (Codice privacy).
Chi non desiderasse più ricevere BUONE
NOTIZIE può darne comunicazione scrivendo a:
AVSI - Milano, Via M. Gioia 181, 20125 Milano
E-mail: [email protected]
Fax +39.02.67.49.00.56
dell'Università Cattolica di Milano e
presidente dell'Agenzia per le ONLUS, ha
sottolineato la necessità della trasparenza
indispensabile per rinsaldare il rapporto di
fiducia delle organizzazioni con i cittadini e
ha ribadito che il ruolo delle istituzioni è
quello di dare garanzie alla società e non di
imbrigliarne la libertà, l'autonomia, la
responsabilità. Nella sessione pomeridiana,
sul tema "Sostegno a distanza: strumento di
pace per lo sviluppo dei popoli", per AVSI, è
intervenuta Dania Tondini, responsabile del
settore Sostegno a distanza, presentando
l'esperienza e il lavoro di ricerca svolto da
Valentina Frigerio, giovane milanese ora
impegnata in un progetto in Nord Uganda,
con una tesi di laurea dal titolo: "Gli Obiettivi
di Sviluppo del Millennio: il ruolo di AVSI nel
raggiungimento dell'Education
for All in Uganda".
SOSTEGNO A DISTANZA
SOSTENITORI
Un desiderio di bene
o vissuto 4 anni in Brasile coordinando un progetto AVSI che ha
messo in rete oltre 15 centri educativi per 4.000 bambini e ragazzi da pochi mesi di età ai 16 anni nelle aree più povere delle grandi città. La maggior parte di
loro è nel progetto “sostegno a distanza”.
Questo permette, integrando i pochi fondi che le convenzioni con gli organismi
municipali e statali apportano, la qualità
dell’educazione che in questi luoghi è offerta. Ciò di cui molte volte sono stata testimone, nel rapporto quotidiano con bambini, insegnanti e genitori è il valore umano che il gesto del sostegno a distanza è
per le loro vite.
Per chi vive la propria esistenza in una situazione così drammatica, sapere che c’è
qualcuno dall’altra parte del mondo che
contribuisce alla tua crescita, è una sicurezza affettiva che fa sentire importanti,
amati e voluti. Così come per le mamme e
i “rari” papà sentirsi accompagnati nella responsabilità educativa, tante volte sentita
così pesante, fa cambiare anche il modo di
di Luisa Cogo
H
occuparsi dei figli. Il sostegno a distanza è
un gesto che allarga i confini del mondo e
fa sperimentare una gratuità sconosciuta.
Ma oggi che vivo in Italia e porto la mia
testimonianza durante gli incontri organizzati dai volontari di AVSI, la sorpresa
più grande è stata l’approfondire la consapevolezza dell’impatto che questo gesto
di condivisione ha sui sostenitori. Quando ero in Brasile, e ricevevo le “letterine”
dall’Italia, avevo già intuito lo strano legame di familiarità che si instaura a volte
tra bambini e sostenitori.
Mentre parlo oggi ai sostenitori qui in Italia, mi accorgo di un’attenzione e di uno
stupore che diventa commozione visibile.
“Non avrei mai pensato che dietro la quota annuale ci fosse tutto questo” mi dicono sempre. Il loro interessamento, vero,
spontaneo, gratuito mi continua a stupire.
Hanno un desiderio di bene per la vita del
bambino o ragazzo che hanno deciso di sostenere che è tangibile e commovente.
È come se si accorgessero che quello che
potrebbe essere solo una forma di sostegno
economico diventa un sistema di appartenenza. E questo è vero. È quello che creano proprio gli attori locali, educatori, coordinatori, maestri, che ogni giorno coltivano e fanno crescere il rapporto con il bambino e anche con il sostenitore informandolo e rendendolo partecipe dei cambiamenti avvenuti. Senza questi adulti AVSI
fornirebbe solo qualche bene materiale e
non parteciperebbe, come invece accade, al
cambiamento della loro vita. Costruendo
una vera amicizia dell’altro mondo.
SOSTEGNO A DISTANZA: MODULO DI ADESIONE
AFRICA
AMERICA LATINA
1/2005
MEDIO ORIENTE
EST EUROPA
SONO DISPONIBILE A SOSTENERE UN RAGAZZO/A IN SCUOLA SECONDARIA, PROFESSIONALE O UNIVERSITÀ
Indirizzo: (presso)
Via
Tel.
NO
Nome
Cognome (del singolo sostenitore o del sostenitore di riferimento per i gruppi)
(Nome gruppo)
SI
n°
Località
CAP
fax
Provincia
e-mail
Desidero sostenere il bambino/ragazzo che voi mi indicherete. Effettuerò i relativi pagamenti secondo la modalità e la frequenza da me indicata.
Modalità di pagamento prescelta:
Frequenza di pagamento prescelta:
BOLLETTINO MAV
ANNUALE
BONIFICO BANCARIO CONTINUATIVO
SEMESTRALE
RID
TRIMESTRALE
1 quota di euro 312,00
2 quote di euro 156,00
4 quote di euro 78,00
data
firma
Il presente modulo, debitamente compilato e sottoscritto, dovrà essere inviato a:
AVSI Viale Carducci, 85 - 47023 Cesena (FC) - fax 0547 611290 - email: [email protected]
N.B. L’importo versato è fiscalmente deducibile. Per la dichiarazione dei redditi è necessario conservare la ricevuta del versamento o la contabile bancaria.
NOTA INFORMATIVA AI SENSI DELLA LEGGE 675/1996 «Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali» Ai sensi dell’articolo 10 della legge 675/1996 recante norme per la "tutela
delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento di dati personali", Le forniamo le seguenti informazioni circa il trattamento dei dati personali che La riguardano: 1) I dati personali sono raccolti direttamente, presso di Lei
mediante la compilazione del modulo di adesione per l'«adozione a distanza» o nel corso del rapporto; 2) I dati verranno trattati su supporto informatico in modo da garantirne la sicurezza e la riservatezza e per le finalità relative
allo svolgimento del rapporto connesso all'«adozione a distanza» di un bambino/ragazzo attraverso la nostra Associazione. Il trattamento dei dati è inoltre finalizzato all'invio del notiziario di informazione AVSI "Buone Notizie" e alla
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tali dati vengano messi a Sua disposizione; per chiedere di conoscere la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, nonché l’aggiornamento, la rettifica o, se vi è interesse,
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675/1996, il sottoscritto acconsente al trattamento e alla comunicazione
dei dati personali per le finalità di cui ai punti 2) e 3) dell’informativa.
Data
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BUONENOTIZIE
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