Si scaglia contro le lobby? Ecco la lista dei suoi protetti
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Si scaglia contro le lobby? Ecco la lista dei suoi protetti
CON IL PDL ANNO LXI N.260 Galli smaschera Renzi: «Si scaglia contro le lobby? Ecco la lista dei suoi protetti» Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Grillo ci sta facendo ammalare di stupidità. Lʼultima scemenza? Il reddito di cittadinanza Aldo Di Lello Lo “Tsunami” di Grillo deve avere sicuramente prodotto la diffusione, in dosi massicce, del virus della stupidità nellʼaria che respirano gli italiani. Non si spiegherebbe altrimenti perché ogni scemenza partorita dal comico genovese detti immediatamente lʼagenda del dibattito politico, con tutti ad inseguire le fantasmagorie del leader pentastellato, fecendone lʼesegesi attenta e attribuendo il rango di statisti ai personaggi del suo inner circle: gente che fino a un anno fa era confinata nel mondo dei carneadi senza qualità; e che ora si vede incredibilmente assediata dai cronisti parlamentari, neanche fossero oracoli del nuovo pensiero politico italiano. E che dire di tal Paolo Becchi, riverito da tutti i media come lʼideologo a 5 stelle, ma che ricorda da vicino lʼarboriano professor Bellavista, con la differenza che Bellavista era la caricatura degli ideologi, mentre Becchi è lʼideologo della caricatura? d’Italia WWW.SECOLODITALIA.IT SEVERINI PAG.2 Il pulviscolo di chiacchiere che sʼè levato a seguito della proposta del M5S del reddito di cittadinanza ha davvero dellʼincredibile. Come idea, pare scaturita dalla sceneggiatura di un film comico, perché vi si propone il reddito minimo garantito di 600 euro ciascuno, con un onere complessivo per lo Stato di oltre 30 miliardi, da sostenere – a giudizio di Grillo – con lʼImu per gli immobili della Chiesa cattolica, con il taglio delle pensioni dʼoro, con la riduzioni delle spese militari. Ammnesso e non concesso che il reddito di cittadinanza sia una misura giusta e utile, con la “copertura” indicata dai pentastellati la massa degli sabato 9/11/2013 eventuali beneficiari del reddito minimo si potrà al massimo permettere solo un cornetto e un cappuccino alla mattina e , se ci scappa, anche qualche sigaretta tratta da un proletario pacchetto in condominio. E poi, figuriamoci, il governo non riesce a trovare le risorse per ridurre in modo serio il cuneo fiscale (occorrerebbero almeno 20-30 miliardi per ottenere apprezzabili benefici sulla crescita economica) e dovrebbe invece scovar quattrini per accontentare Grillo e la sua platea di fanaticiinvasati? Invece, per quanto possa sembrare incredibile, cʼè un viceministro, Stefano Fassina, che si scomoda a rispondere alla provocazione del comico: «Il livello di demagogia nella discussione pubblica di proposte economiche è sempre più alto. Grillo supera tutti. Le balle di Grillo sono sempre più grosse. Il nuovo che avanza». Ben detto, ma con il leader del M5S è fatica sprecata. Non cʼè infatti da sperare che in futuro dica cose più serie. Anzi, è lecito ritenere che le sparerà sempre più grosse. Tutti gli esperti di media dicono che la democrazia sul web è così: vince chi si fa inseguire. Sarà anche vero. Però, a furia di inseguire stupidaggini, rischiamo di trasformare il nostro sistema nella democrazia degli stupidi. Aeronautica militare: 90 anni fa la consegna della bandiera di guerra Fulvio Carro «LʼAeronautica Militare vuole condividere un giorno speciale e vuole farlo proprio qui, allʼaeroporto romano di Centocelle, dove 90 anni fa, il 4 novembre 1923, riceveva ufficialmente la bandiera di guerra, che veniva consegnata nelle mani del suo primo Comandante, il generale di divisione aerea Pier Ruggero Piccio». Lo ha detto il capo di Stato maggiore dellʼAeronautica, Pasquale Preziosa, nel suo intervento durante la cerimonia di commemorazione della consegna della Bandiera di Guerra. «Da 90 anni – ha proseguito il generale Preziosa – mettiamo ogni giorno le nostre capacità al servizio del paese, contribuendo ad esempio con il servizio meteorologico, con il trasporto sanitario dʼurgenza e con la presenza nelle missioni internazionali. Sfide che nei suoi primi 90 anni lʼAeronautica Militare ha dimostrato di saper fronteggiare, e così sarà per il futuro che ci attende». «Continueremo così, con valore verso le stelle. Il domani non fa paura a nessun adolescente, figurarsi ad un adole- scente di novantʼanni», ha concluso il generale, rivolgendosi in particolare agli studenti (quelli dellʼIstituto tecnico aeronautico “De Pinedo” e della scuola elementare “Fausto Cecconi” di Roma) presenti alla cerimonia. Da 90 anni, ha quindi ricordato il comandante della Squadra aerea, Maurizio Lodovisi, «diverse generazioni di aviatori hanno operato sotto lʼinsegna di questa gloriosa bandiera, testimone di imprese straordinarie, in alcuni momenti anche tragici, che hanno sempre destato ammirazione e stupore, per il coraggio, la generosità e la capacità che contraddistingue gli uomini e le donne dellʼAeronautica». Il capo di Stato maggiore dellʼAeronautica ha deposto una corona dʼalloro presso la stele in onore ai caduti del raid Roma-Tokio. Lʼimpresa aerea fu compiuta nel 1920 da Arturo Ferrarin insieme a Guido Masiero a bordo di due velivoli SVA. Il 14 febbraio i due decollarono da Centocelle e dopo tre mesi e mezzo, percorrendo circa 18.000 chilometri, in complessive 112 ore di volo, giunsero il 31 maggio a Tokio. Galli smaschera Renzi: «Si scaglia contro le lobby, ma lui fa peggio. Ecco la lista dei suoi protetti» Secolo 2 Redazione «È inaccettabile per ogni persona dotata di cervello sentire Matteo Renzi che si scaglia contro le lobbies nella politica e contro la logica degli “interessi delle famiglie e degli amici degli amici”…». Lo dice, in una nota, il capogruppo in Consiglio comunale a Firenze di Lista Galli per Firenze, Giovanni Galli. «Cosʼaltro ha fatto, Renzi, nei dieci anni dacché è stato eletto prima presidente della Provincia e poi sindaco di Firenze, se non privilegiare nei ruoli di comando delle sue amministrazioni gli amici e gli amici degli amici? Facciamo nomi e cognomi: Marco Carrai, che potremmo definire il migliore amico, sicuramente a livello politico il più fedele, prima in Firenze Parcheggi poi presidente di Adf, e Andrea Bacci, amico rignanese, nominato presidente di Silfi, oltre a svariati dirigenti inseriti in ruoli chiave nellʼamministrazione comunale». «E che dire – prosegue lʼex portiere di Fiorentina, Milan e d’Italia Nazionale – dei suoi fedelissimi nominati per entrare in Parlamento? Dallʼultrafedele capogruppo Pd Francesco Bonifazi a Luca Lotti, uomomacchina dellʼamministrazione comunale e capo di gabinetto diventato non solo deputato ma anche membro della segreteria del Pd». Lʼultimo attacco del sindaco per la vicenda Cancellieri, continua il comunicato, «contro le lobby delle famiglie potenti e degli amici degli amici, dimostra unicamente e una volta di più che il suo unico scopo è quello di ricercare il consenso per diventare segretario del suo partito e contemporaneamente logorare il presidente del consi- Sondaggio Tecnè: il centrodestra aumenta il vantaggio, annaspano il Pd e i suoi alleati Franco Bianchini Nonostante il momento difficile, le frizioni interne, lʼombra della scissione, il Pdl cresce elettoralmente e il centrodestra si impone come coalizione di maggioranza, grazie allʼaumento delle sue componenti. È il risultato del sondaggio di Tecnè per Sky Tg24. Ma vediamo nei dettagli: il Partito democratico resta primo per un soffio: ha il 26,1 per cento e registra quindi una flessione dello 0,7 rispetto alla precedente rilevazione. Il Pdl, invece, raggiunge il 25,3% portandosi quindi a un passo dal partito di Epifani & Renzi, con un aumento dell 0,4%. Il Movimento Cinque Stelle è in crescita (24,8%) ma non riesce più a imprimere il passo veloce che lʼaveva visto protagonista a ridosso della campagna elettorale. I vendoliani sono al 4,2 per cento mentre la Lega Nord è al 3,5 per cento. Cresce Fratelli dʼItalia che si porta al 3,4 (+0,2 per cento) distanziando lʼUdc che è al 3,1 per cento. Ancora in discesa Scelta civica: il partito (o ex partito) di Monti scivola inesorabilmente al 2,8. Complessivamente, dunque, il centrodestra è in netto vantaggio, potendo contare sul 33,4 per cento, mentre il centrosinistra è in affanno, riuscendo ad avere il 30.8 per cento. Lʼinseguimento è quindi difficile, anche perché a giorni dovrebbe delinearsi in modo definitivo il quadro con le scelte del Pdl e dei suoi alleati. SABATO 9 NOVEMBRE 2013 glio per candidarsi il prima possibile a succedergli». Insomma, «Renzi sembra davvero lʼunico moderato a non riconoscere come un valore la stabilità dellʼesecutivo. Ma la verità è che Renzi non è affatto un moderato, ma un estremista del consenso a vantaggio di se stesso. E dei suoi amici». Vaticano, nell'epoca di Twitter una rivista rilancia il latino SABATO 9 NOVEMBRE 2013 Secolo d’Italia 3 Legge di stabilità, il Pdl accelera: rivedere le politiche per la casa Redazione In latino sono un'ampia parte dei contenuti, i titoli delle sezioni e egli indici, e anche la dedica iniziale a Papa Francesco, “Urbis episcopo Ecclesiaeque pastori”, vescovo di Roma e pastore della Chiesa, in perfetta sintonia con l'appellativo preferito da Bergoglio e con lo stile “pastorale” del suo pontificato. Con l'uscita del primo numero della nuova serie della rivista semestrale “Latinitas”, a cura della Pontificia Academia Latinitatis istituita da Benedetto XVI nel novembre 2012, il Vaticano si lancia sempre più nella promozione dello studio e della conoscenza della lingua di Cicerone. E non poteva essere altrimenti, essendo il latino tuttora la lingua ufficiale della Chiesa, riproposta nella modernità anche attraverso i social media come Twitter (sul suo account in latino Papa Francesco vanta qualcosa come 182.455 followers), nonché in situazioni storiche, come l'annuncio-shock dell'11 febbraio scorso con cui Benedetto XVI ha comunicato al mondo le sue dimissioni. Uno strumento di grande prestigio con cui l'Accademia di latinità svolgerà ora il suo lavoro di studio e cura del patrimonio classico sarà ora la rivista seme- strale, presentata alla stampa dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, dal professor Ivano Dionigi, presidente della stessa Pontificia Accademia e rettore dell'Università di Bologna, e dallo scrittore e archeologo Valerio Massimo Manfredi. La nuova serie prosegue la storica testata fondata nel 1953, presentandosi però con una veste tipografica rinnovata, edita da Palombi e diretta da Dionigi, ospitando articoli in latino, in italiano e nelle principali lingue moderne. Proprio Dionigi, rispondendo nel suo articolo alle domande “Latino per chi? Latino perché?”, lancia la sfida della Pontificia Accademia di Lati- nità, espressione della Chiesa ma destinata a costruire «ponti con il sapere delle Università e del mondo laico, nella consapevolezza che è in gioco un comune destino culturale». Seguono le tre sezioni in cui è articolata la rivista: quella propriamente scientifica (tra i contributi quelli di Massimo Cacciari, Luciano Canfora, Carlo Carena, lo stesso Ravasi, Manlio Simonetti e Manlio Sodi), intitolata “Historica ed philologica”; quella di letteratura contemporanea in lingua latina, “Umaniora”. Redatti in latino sono poi l'appendice con il resoconto dell'attività dell'Accademia e gli “abstracts” (Argumenta), e l'indice (Index universus). Redazione "Le questioni omofobia e famiglia omosessuale siano affrontate in apposite trasmissioni, imparziali, alle quali partecipino soggetti competenti e di tutte le posizioni in campo": è quanto si chiede in un'interrogazione trasversale presentata in commissione di Vigilanza Rai, alla luce di quanto accaduto domenica 3 novembre alla trasmissione Domenica in. Il caso era stato sollevato dall'avvocato cattolico Giancarlo Cerrelli, invitato ad intervenire in studio sul tema dell'omosessualità. Due giorni prima della trasmissione l'invito però era stato revocato: una censura evidente, secondo Cer- relli, che lo scorso agosto intervenendo alla trasmissione Unomattina Estate aveva parlato dell'omosessualità come di un disagio da curare. Secondo i richiedenti (primo firmatario il senatore Maurizio Gasparri, cui seguono le firme di altri esponenti del Pdl, di Scelta Civica e del Pd quali Alessandro Pagano, Eugenia Roccella, Paola Binetti, Gian Luigi Gigli, Mario Sberna, Edoardo Patriarca, Ernesto Preziosi) "la Rai si è resa protagonista di un episodio discriminatorio nei confronti dell'avvocato Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell'Unione giuristi cattolici italiani. L'invito in trasmissione per Cerrelli - spiega una nota - sa- rebbe stato revocato nonostante il tema e gli ospiti del programma fossero rimasti invariati. Censura preventiva? Posizioni unilaterali a favore delle tesi che si rifanno all'ideologia del gender?". Fatto sta, si legge nell'interrogazione, che "la posizione della concessionaria pubblica sul tema dell'omofobia e più in generale sui temi della famiglia omosessuale si è dimostrata fino ad oggi del tutto unilaterale". Di qui la richiesta di chiarimenti, del rispetto del pluralismo e dell'imparzialità imposti dal contratto di servizio, e la sollecitazione "affinché la Rai affidi i dibattiti su temi sensibili a soggetti di maggior competenza rispetto ai meri intrattenitori". Interrogazione bipartisan sulla Rai: sul tema dell'omosessualità salvaguardare il pluralismo delle opinioni Redazione «L'unità del nostro partito si gioca anche sui fatti. Penso alla politica della casa che deve essere al centro di una rivisitazione della legge di stabilità. Occorre prima di tutto un'attenuazione degli effetti delle rendite Monti. Se fossero mante- nute, come rilevato dalla Confedilizia, l'anno prossimo Imu e Tasi potrebbero gravare sui contribuenti da un minimo di 23 a un massimo di 29 miliardi a seconda delle scelte dei Comuni». Lo afferma Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato. «La manovra va poi corretta in un nodo essenziale – prosegue Gasparri – rivisitando l'imposta sui servizi così come prevista nel disegno di legge governativo, per evitare che essa sembri un'appendice dell'Imu anziché una tassa correlata ai servizi forniti dai Comuni alla proprietà e agli abitanti di ogni immobile. Nell'ambito di questa rivisitazione è inaccettabile, anche sul piano morale, la tassazione delle unità immobiliari che non sono locate perché i proprietari non trovano inquilini ai quali affittare, così com'è inaccettabile che, non volendosi ammettere la deduzione delle spese effettivamente sostenute dai locatori, le si quantifichino nel 5 per cento quando catastalmente e, per esempio, in Francia, sono quantificate nel 30 per cento: questo significa che i proprietari pagano le tasse sulle spese. Per l'emergenza abitativa è poi indispensabile adottare misure urgenti – conclude Gasparri – che facilitino in tempi brevissimi l'accesso all'affitto». Sulla riforma sanitaria Obama chiede scusa agli americani 4 Redazione Barack Obama chiede scusa agli americani. Scusa per l'avvio disastroso della riforma che doveva rappresentare il fiore all'occhiello della sua presidenza: quella sanitaria, odiata dai rivali repubblicani che finora hanno fatto di tutto per affossarla. Ma il presidente americano non si limita a fare il “mea culpa" per i disservizi online, col sito governativo dell'Obamacare andato in tilt fin dal primo giorno dell'entrata in vigore della nuova legge, lo scorso primo ottobre. In una intervista alla Nbc Obama va oltre. Si dice dispiaciuto per i milioni di americani che hanno visto recapitarsi a casa una lettera di disdetta dalla propria assicurazione, restando così improvvisamente senza copertura sanitaria. E con i problemi tecnici che hanno loro impedito di dotarsi subito di un nuovo piano. Una situazione che sta mettendo in serio imbarazzo la Casa Bianca e per la quale il ministro della Sanità, Kathleen Sebelius, è da settimane a rischio dimissioni. L'imbarazzo è poi accentuato dalle rivelazioni della stampa, secondo cui l'amministrazione sa- Secolo d’Italia Pechino, dalla riunione del Partito Comunista i cinesi si aspettano la riforma del welfare peva fin dal 2010 (anno in cui Obama ha firmato l'Affordable Care Act) che all'entrata in vigore della legge molti americani avrebbero pouto perdere la propria assicurazione. «Mi dispiace che molti americani si trovino oggi in questa situazione, dopo essersi fidati delle rassicurazioni che io stesso avevo dato loro – afferma il presidente – Stiamo lavorando duramente per risolvere tutto ciò», aggiunge Obama, abbandonando definitivamente la linea difensiva fin qui adottata. «Dobbiamo lavorare duro - insiste - e assicurare tutti che stiamo facendo di tutto per risolvere i gravi problemi in cui si trovano in seguito alla riforma». Circa 15,4 milioni di cittadini (il 5% della popolazione americana) sono coperti da piani assicurativi individuali, e molti esperti hanno già lanciato l'allarme: se non si interverrà, tutti sono a rischio di perdere la propria copertura sanitaria entro la fine dell'anno. Per Obama sarebbe una debacle senza precedenti. Pretoria spinge per un esercito africano di pronto intervento Redazione L'Africa non ci sta più ad essere comprimaria o soltanto testimone delle crisi regionali che, spesso, vengono risolte con l'arrivo di soldati dall'Europa o da altri Paesi, e pensa ad una struttura militare permanente di pronto intervento. Non ci sta essenzialmente per due ordini di motivi: perché si sente ormai emancipata da colonialismi o protettorati più o meno mascherati; ma anche perché è convinta di avere uomini e mezzi capaci di fronteggiare tali emergenze. È in quest'ottica che sta prendendo sempre più consistenza l'ipotesi che l'Africa crei una sua forza di intervento rapido che, all'insorgere delle prime avvisaglie di crisi regionali, arrivi e risolva i problemi, restando solo il tempo indispensabile. A spingere verso questa solu- SABATO 9 NOVEMBRE 2013 zione - che innegabilmente sarebbe cosa gradita anche per la vecchia Europa, troppo spesso chiamata in causa nelle tumultuose "contrade" del Continente - è soprattutto il blocco dei Paesi forti dell'Africa, da un punto di vista politico, ma anche militare. Come il Sudafrica (il presidente Jacob Zuma è il principale sostenitore della forza di intervento rapido), come l'Algeria (con il suo potentissimo, attrezzatissimo e scalpitante esercito), come il Ciad e il Senegal (astri nascenti del militarismo di pelle nera) o l'Etiopia (che vuole garantirsi ulteriormente il ruolo di potenza regionale nel Corno d'Africa). A dare una decisa spinta all'iniziativa è stata certamente la vicenda maliana che, sul terreno, ha avuto il suo epilogo militare con l'operazione franco-africana Ser- val, che però è scattata con troppo ritardo, tra consultazioni, contatti, decisioni e preparazione. Mesi passati a parlarsi ed a valutare impatto e ricadute, mentre gli jihadisti consolidavano nel nord maliano le loro posizioni, rendendo più difficile la riconquista e, peraltro, allungando a dismisura la sofferenza delle popolazioni, schiacciate sotto il tallone della sharia. Redazione Circa l'80 per cento dei cittadini cinesi interpellati in un sondaggio si aspettano dal Comitato centrale del Partito Comunista Cinese (Pcc), che si riunisce a Pechino, un miglioramento del sistema di assistenza sociale. Circa la metà, inoltre, «vede con favore» riforme che riducano le differenze sociali e che limitino la corruzione. Lo afferma il quotidiano “Global Times", che ha condotto il sondaggio telefonicamente, su un campione di 1,252 residenti di sette grandi città, tra cui Pechino, Shanghai e Guangzhou. Il 63% degli interpellati ha affermato che seguirà «con attenzione» i lavori del Comitato centrale, un fatto che il giornale definisce «senza precedenti». Il “Global Times", che come tutti i media cinesi è controllato dal Partito, sottolinea che «solo» il 33% degli interpellati desidera una riforma del sistema politico, cioè la fine del monopolio del Pcc sulla vita politica del Paese. L'80% dei partecipanti al sondaggio si sono dichiarati “ottimisti" sul fatto che nei prossimi anni il loro livello di vita migliorerà. Parigi: belli da una parte e brutti dall'altra. I tavoli più in vista al ristorante solo per le persone più “fiche” SABATO 9 NOVEMBRE 2013 Secolo d’Italia Gabriele Farro I belli da una parte, i brutti dall'altra: polemiche a Parigi contro "Costes", il gruppo francese proprietario di ristoranti di lusso che – secondo le indiscrezioni dell'informatissimo giornale satirico "Le Canard Enchainè" – avrebbe impartito regole severissime rispetto alla sistemazione dei suoi clienti. Parigi ci aveva già abituato agli spietati "physio", i fisionomisti che hanno il potere di rovinarti una serata, decidendo se farti entrare o meno in discoteca a seconda del tuo aspetto fisico. Ma che ci fosse una simile selezione anche per l'assegnazione dei posti al ristorante, questo era difficilmente immaginabile. Eppure, secondo quanto testimoniato al Canard da due ex dipendenti di Georges – ristorante superchic all'ultimo piano del Centre Pompidou, con vista mozzafiato su Parigi – la direzione avrebbe indicato ai manager di dividere i clienti in due categorie: i belli, che vanno piazzati nei tavoli più in vista, e i non belli – ovvero i brutti – che vanno spediti nelle retrovie, in posti più defilati, in modo che li si veda il meno possibile. Spesso, prosegue il giornale, è lo stesso proprietario del gruppo, Gilbert Costes, a sbarcare personalmente nei ristoranti per insegnare l'arte di gestire la clientela. Beninteso, questa distinzione non vale per vip e celebrità, che – belli o brutti che siano – vanno sempre sistemati in prima fila. In questo contesto, le prenotazioni al telefono diventano un vero rompicapo per i manager dei ristoranti Costes, visto che in questo caso non è possibile distinguere la chiamata di un bello da quella di un non bello. Così, a chi telefona per chiedere un buon tavolo, la risposta standard che viene data è la seguente: «Faremo il possibile, ma non possiamo garantire nulla...». Starà poi al cameriere, una volta che l'ignaro commensale sarà arrivato in loco, valutare se merita o meno di sedersi al tavolo dei sogni. Fonti del gruppo Costes smentiscono la notizia: si tratta certamente di una «vendetta di due ex dipendenti, cariche di odio e di rabbia nei nostri confronti». Antonio La Caria Negli anni d'oro erano il "divertimentificio", mecca del popolo della notte, studiate perfino dai colleghi di Spagna e Grecia. In 30 anni le discoteche di Rimini si sono ridotte a un terzo, da 150 a 50, "messe a dieta" da burocrazia, concorrenza sleale e tasse. Troppe tasse per il Silb, il sindacato dei locali da ballo, che ora per voce del suo presidente regionale, vedendo all'orizzonte la Tari, la nuova tassa sui rifiuti, che per uno studio nazionale di Confcommercio potrebbe portare aumenti fino al 680%, sbotta: «Restituiamo le licenze e andiamo a fare gli abusivi». Sia chiaro, Gianni Indino, presidente Silb Emilia-Romagna, non ce l'ha solo con la nuova tassa. Ce l'ha soprattutto con la burocrazia invasiva, con l'incertezza normativa e, «diciamolo, con l'illegalità in cui dobbiamo lavorare». Anche se le proiezioni fatte sono inquietanti: c'è un collega che pagava 12.000 euro per i rifiuti, spiega, e forse ne pagherà 120.000. L'amministrazione Comunale «ci è sempre stata vicina e ha sempre difeso il valore che le discoteche portavano al turismo». Come dire, col Comune si parla. Non a caso l'assessore al bilancio di Rimini Gian Luca Brasini li rassicura: «Se la Tari ricalcherà l'impianto della Tares, qui non ci saranno gli aumenti temuti». Ma è il "se" che agita il Silb riminese: «Con la service tax c'è grande in- certezza. Non si sa cosa succederà. Quando addirittura sentiamo che potrebbe anche tornare la seconda rata Imu, ci cadono le braccia». Ora bisognerà dirlo alle oltre 1.000 persone – tra cubiste, dj, camerieri, impiegati, bodyguard – che lavorano nei locali che i titolari non investono più: «In passato ogni 2-3 anni facevamo restyling, adesso stiamo fermi». Anche perché le discoteche non si sentono difese dalla concorrenza sleale di bar, ristoranti, circoli privati «che mettono su la musica e fanno ballare». «Siamo i migliori –conclude – per intuito e capacità imprenditoriali. Ma ci devono dare la possibilità di farlo». Discoteche: barricate contro la Tari. L'offensiva parte da Rimini:«Restituiremo le licenze» 5 Cassazione: rischia il posto il dipendente che al lavoro gioca sempre al computer Redazione Una decisione che potrebbe cambiare le cattive abitudini che stanno emergendo negli uffici. Rischia il licenziamento un impiegato che durante l'orario di lavoro usa «in continuazione» il computer dell'ufficio per giocare. Emerso il comportamento scorretto, l'azienda non ha nemmeno l'obbligo di contestare al lavoratore le singole partite giocate. Lo ha sottolineato la Cassazione valutando il caso di un impiegato di un'azienda farmaceutica cui veniva contestato di aver giocato al pc per 260-300 ore in un anno. La Corte d'Appello di Roma nel 2010 aveva dichiarato nullo il licenziamento ritenendo «generica la contestazione che fa riferimento ad un solo episodio» tanto da non consentire al lavoratore «una puntuale difesa». Non è di questo avviso la Sezione lavoro della Suprema Corte che nella sentenza 25069 evidenzia come «l'addebito mosso al lavoratore non può essere ritenuto generico per la sola circostanza della mancata indicazione delle singole partite giocate abusivamente dal lavoratore». Quindi «appare illogica la motivazione della sentenza impugnata che lamenta indicazione specifica delle singole partite giocate, essendo il lavoratore posto in grado di approntare le proprie difese anche con la generica contestazione di utilizzare in continuazione, e non in episodi specifici isolati, il computer aziendale». Gli ermellini hanno pertanto rinviato alla Corte d'Appello di Roma per un nuovo giudizio. Milano, beffa per l'assessore Rozza: tutti i soldi dei suoi cantieri al carrozzone-Lirico 6 Redazione «Mentre l'assessore Rozza presenta il Piano Strade, la maggioranza le sfila i fondi per i cantieri. Riassunto: Carmela Rozza presenta il Piano Riasfaltatura Strade: 70 milioni di euro da qui ad Expo (poco più della manutenzione ordinaria, che da decenni è di circa 20 milioni di euro l'anno): la normale asfaltatura presentata come un evento. Nel frattempo, con gli emendamentiblitz al bilancio, la maggioranza di centrosinistra Secolo d’Italia gliene sfila 126 proprio sui lavori pubblici! Il risultato è semplice: meno 56 milioni di euro per i cantieri cittadini. Il tutto per pagare il Lirico 100% in mano pubblica, e creare un carrozzone arancione in cui sistemare amici e trombati a spese di Milano». Lo sostiene Giulio Gallera, coordinatore cittadino e consigliere comunale di Fi-Pdl, in merito al bilancio 2013. «Forza Italia ha costretto la maggioranza a fare marcia indietro sulla cancellazione del Passante Ferroviario al Forla- nini che avevano già deciso (magrado le maldestre smentite). Ma la lista di opere che la maggioranza si prepara a cancellare – continua Gallera – è lunga e dolorosa. Vediamo qualche caso: cancellati gli interventi urgenti sulla galleria Vittorio Emanuele (4 milioni), stop alla manutenzione dell'illuminazione pubblica (10 milioni), cancellati sottopassi, scavalchi e corsie per pedoni e biciclette (8 milioni: Milano non puntava alla "mobilità dolce"?), cancellato il Parco Sieroterapico (5 milioni: non era la Giunta del verde per tutti?), stralciata la manutenzione alberi, tagliati i lavori per la sicurezza nelle scuole (9 milioni), ridotti gli interventi per disabili (3,5 milioni), taglio alle residenze anziani (4,5 milioni) e alla stessa manutenzione strade (5,5 milioni). In totale 126 milioni tolti ai cantieri pur di avere il Lirico comunale. Una città ferma, che perde attrattività, smalto e bellezza in cambio di un Teatro-carrozzone per gli amici della Giunta. Che spettacolo!», conclude amaramente il consigliere di Forza Italia. «Chi è abbonato al parcheggio si trova spesso, tra grandi disagi, nellʼimpossibilità di fruire di un diritto per cui ha già pagato il canone. La circostanza venutasi a creare comporta anche significativi problemi di viabilità, causa le lunghe file delle auto in attesa per lʼingresso al parcheggio che si formano soprattutto tra le 8 e le 9 del mattino. Una possibile soluzione a questa difficile situazione è che Sipa renda disponibili per amministrativi e docenti universitari alcuni posti auto nelle strisce blu che gestisce nelle zone limitrofe a via Pascoli, fino alla scadenza degli abbonamenti ad oggi in eccesso. Per cercare di risolvere questo problema è opportuno, come ho sostenuto con un apposito ordine del giorno, che intervenga anche il Comune di Perugia. Lʼintervento dellʼamministrazione comunale di centrosinistra - che potrebbe, ad esempio, adoperarsi nei confronti di Sipa, alla quale concede lʼoccupazione del suolo pubblico - è necessario e urgente». Perugia, disagi per la riduzione dei posti auto nel parcheggio universitario: intervenga la Giunta Redazione «Il parcheggio universitario di via Pascoli a Perugia, di proprietà dellʼuniversità degli studi di Perugia ma gestito dalla società Sipa, costituisce il luogo di sosta più agevole per il personale amministrativo dellʼateneo e per i docenti delle facoltà di Scienze Politiche, Economia, Scienze e Giurisprudenza, oltre che, in determinati orari, per gli studenti. Da quando Sipa, ridisegnando i posti auto, ha sensibilmente ridotto la capacità di quel parcheggio, rendendola inferiore al numero degli abbonamenti già in possesso di amministrativi e docenti, sono sorti inevitabili problemi». È quanto sostiene Leonardo Varasano, consigliere comunale del Pdl, che spiega: SABATO 9 NOVEMBRE 2013 Ritardi macroscopici sui compensi destinati ai tecnici per la ricostruzione del dopo terremoto in Emilia Redazione Lʼordinanza n.119, firmata meno di un mese fa dal commissario delegato alla ricostruzione, il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani – ordinanza dal titolo “Disposizioni relative agli interventi da effettuare su edifici di proprietari diversi, residenziali, produttivi e pubblico-privati – prevede la concessione di contributi (non superiori allʼ80%), erogati ai tecnici che hanno partecipato alla fase della progettazione, relativamente agli immobili colpiti dal terremoto del 2012. Lʼanticipo, da parte della Regione Emilia-Romagna – dichiara Fabio Filippi, consigliere regionale del Pdl – è previsto solo per le prestazioni professionali erogate successivamente allʼapprovazione dellʼordinanza, quindi dopo lʼ11 ottobre 2013. Ma, come è normale che sia, la maggior parte dei servizi prestati dai tecnici sono antecedenti a tale data e numerosi studi denunciano esborsi per diverse decine di migliaia di euro da oltre un anno. Ammanchi che vanno a pesare notevolmente sul bilancio degli stessi esercizi. «È unʼevidente anomalia che le domande inoltrate precedentemente alla data dellʼ11/10/2013, pur seguendo un corretto iter, non prevedano questo tipo di anticipo rivolto ai progettisti. Attraverso unʼinterrogazione alla Giunta – conclude Filippi – ho chiesto di superare questa discrasia, prevedendo la concessione di contributi ai tecnici che hanno partecipato alla fase della progettazione, anche per le domande presentate antecedentemente allʼapprovazione dellʼordinanza n. 119/2013». Sui palcoscenici d'Italia tornano “Il mercante di Venezia” e “La Locandiera”... e c'è chi scomoda Dio e Freud Secolo SABATO 9 NOVEMBRE 2013 Priscilla Del Ninno Repertorio classico affidato a professionisti affermati: queste le coordinate di riferimento seguite nella programmazione del weekend teatrale dal nord al sud del Paese. E se Gabriele Lavia si cimenta con I pilastri della società di Ibsen a Firenze, Nancy Brilli porta da Padova a Roma La locandiera, proprio mentre a Milano arrivano Il mercante di Venezia Silvio Orlando e Alessandro Haber e Alessio Boni vestono gli ambiziosi panni di Dio e di Freud ne Il visitatore: questi sono solo alcuni degli appuntamenti drammaturgici dei prossimi sette giorni spettacolari, equamente divisi tra rivisitazione e denuncia, intrattenimento e omaggi. Così, Gabriele Lavia inaugura la stagione del Teatro La Pergola, affrontando, in prima nazionale, l'opera di cui è interprete e regista, con cui Henrik Ibsen nel 1877 entrò per la prima volta a gamba tesa nella vita politica e sociale norvegese, riproponendo i tormenti della società borghese, la denuncia della corruzione e dell'ipocrisia del potere, per far emergere la verità e la libertà individuale. E proprio in contemporanea all'operazione di restyling artistico affidato a Nancy Brilli con La locandiera, riletta per l'occasione alla luce di una di una spie- Roberto Mariotti Il palco che diventa un abisso marino. Un telo rosso che si trasforma nelle fiamme crepitanti di un incendio. Una ballerina-principessa che volteggia leggera ed eterea a mezz'aria, in apparente assenza di gravità. La forza e la concretezza del terreno. Acqua, fuoco, aria, terra: i quattro elementi si fondono e si confondono senza soluzione di continuità. Tutto si mescola, tutto si trasforma, tutto cambia, fra acrobazie, musiche, luci e colori. “Alchemy”, l'ultimo spettacolo dei Momix – la compagnia diretta dal funambolico Moses Pendleton – è tra gli spettacoli più originali dell'anno. La musica, elemento fondamentale dello show che costituisce il trait d'union quasi fosse una colonna sonora, collega i vari quadri che si alternano: un collage di brani tra l'etnico, il rock e l'elettronica, nel quale spiccano anche le composizioni di Ennio Morricone. A sipario ancora chiuso, il fuoco è il primo protagonista, evocato attraverso un gioco di luci. Il rosso vira rapida- mente al blu proiettando lo spettatore in un immaginario mondo sottomarino in 3D. Ancora un cambio di luci, e poi ancora un altro, e un altro ancora. I ballerini sembrano dervisci in estasi, poi statuine dei vecchi carillon, assumono le fattezze di ragni, ostriche, uomini scimmia fluorescenti. Alchemy, inserito nella stagione dell'Accademica Filarmonica Romana, andrà in scena al Teatro Olimpico fino al 1 dicembre. Previste poi date a Madrid, Parigi e in Brasile. Sempre più successo, quindi, per i Momix: il nome del gruppo deriva da quello di un mangime per bovini. Nota nel mondo per le opere di eccezionale bellezza ed inventiva, fin dalla nascita la compagnia ha acquisito grande fama per la sua capacità di evocare un mondo di immagini surreali usando corpo, costumi, attrezzi, luci e giochi d'ombra. Oltre alle annuali apparizioni al Joyce Theatre di New York, la compagnia si esibisce regolarmente in tournée internazionali di grande successo. Tornano i Momix e portano in scena luci, giochi d'ombra e l'abisso marino Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi 7 d’Italia d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Mario Landolfi Ugo Lisi tata, moderna lotta tra i sessi, in scena al Verdi di Padova e, dalla prossima settimana, sul palco del Quirino Gassman di Roma, nella versione diretta e interpretata da Giuseppe Marini. Una Mirandolina senza vezzi né mossette, seduttiva per tornaconto personale, che crudelmente non considera il dolore altrui, ma che è anche fortemente indipendente. E mentre Silvio Orlando presenta il suo Shylock, usuraio spietato da Il mercante di Venezia, che Valerio Binasco dirige da Shakespeare al Piccolo Teatro Strehler, in nome di una messa in scena che indaga nelle categorie di bene e male fino a rimescolarle, è ancora Binasco a dirigere la coppia Alessandro Haber e Alessio Boni, nuovamente insieme dopo la tournée di Art, sul palco del Franco Parenti con Il visitatore: pièce di Éric-Emmanuel Schmitt tradotta e rappresentata in 15 lingue e 25 paesi. Protagonisti, nella Vienna del 1938, sono niente di meno che Freud e Dio, scomodati per necessità teatrali. Direttore Politico Marcello De Angelis Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250