Si scaglia contro le lobby? Ecco la lista dei suoi protetti

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Si scaglia contro le lobby? Ecco la lista dei suoi protetti
CON IL PDL
ANNO LXI N.260
Galli smaschera Renzi:
«Si scaglia contro le lobby?
Ecco la lista dei suoi protetti»
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Grillo ci sta facendo
ammalare di stupidità.
Lʼultima scemenza?
Il reddito di cittadinanza
Aldo Di Lello
Lo “Tsunami” di Grillo deve
avere sicuramente prodotto la
diffusione, in dosi massicce,
del virus della stupidità nellʼaria
che respirano gli italiani. Non si
spiegherebbe altrimenti perché
ogni scemenza partorita dal comico genovese detti immediatamente lʼagenda del dibattito
politico, con tutti ad inseguire le
fantasmagorie del leader pentastellato, fecendone lʼesegesi
attenta e attribuendo il rango di
statisti ai personaggi del suo
inner circle: gente che fino a un
anno fa era confinata nel
mondo dei carneadi senza
qualità; e che ora si vede incredibilmente assediata dai cronisti parlamentari, neanche
fossero oracoli del nuovo pensiero politico italiano. E che
dire di tal Paolo Becchi, riverito
da tutti i media come lʼideologo a 5 stelle, ma che ricorda
da vicino lʼarboriano professor
Bellavista, con la differenza
che Bellavista era la caricatura
degli ideologi, mentre Becchi è
lʼideologo della caricatura?
d’Italia
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SEVERINI PAG.2
Il pulviscolo di chiacchiere che
sʼè levato a seguito della proposta del M5S del reddito di cittadinanza ha davvero
dellʼincredibile. Come idea, pare
scaturita dalla sceneggiatura di
un film comico, perché vi si propone il reddito minimo garantito
di 600 euro ciascuno, con un
onere complessivo per lo Stato
di oltre 30 miliardi, da sostenere
– a giudizio di Grillo – con lʼImu
per gli immobili della Chiesa cattolica, con il taglio delle pensioni
dʼoro, con la riduzioni delle
spese militari. Ammnesso e non
concesso che il reddito di cittadinanza sia una misura giusta e
utile, con la “copertura” indicata
dai pentastellati la massa degli
sabato 9/11/2013
eventuali beneficiari del reddito
minimo si potrà al massimo permettere solo un cornetto e un
cappuccino alla mattina e , se ci
scappa, anche qualche sigaretta
tratta da un proletario pacchetto
in condominio. E poi, figuriamoci, il governo non riesce a trovare le risorse per ridurre in
modo serio il cuneo fiscale (occorrerebbero almeno 20-30 miliardi per ottenere apprezzabili
benefici sulla crescita economica) e dovrebbe invece scovar quattrini per accontentare
Grillo e la sua platea di fanaticiinvasati? Invece, per quanto
possa sembrare incredibile, cʼè
un viceministro, Stefano Fassina, che si scomoda a rispondere alla provocazione del
comico: «Il livello di demagogia
nella discussione pubblica di
proposte economiche è sempre
più alto. Grillo supera tutti. Le
balle di Grillo sono sempre più
grosse. Il nuovo che avanza».
Ben detto, ma con il leader del
M5S è fatica sprecata. Non cʼè
infatti da sperare che in futuro
dica cose più serie. Anzi, è lecito
ritenere che le sparerà sempre
più grosse. Tutti gli esperti di
media dicono che la democrazia
sul web è così: vince chi si fa inseguire. Sarà anche vero. Però,
a furia di inseguire stupidaggini,
rischiamo di trasformare il nostro
sistema nella democrazia degli
stupidi.
Aeronautica militare: 90 anni fa la consegna della bandiera di guerra
Fulvio Carro
«LʼAeronautica Militare vuole
condividere un giorno speciale e vuole farlo proprio qui,
allʼaeroporto romano di Centocelle, dove 90 anni fa, il 4
novembre 1923, riceveva ufficialmente la bandiera di
guerra, che veniva consegnata nelle mani del suo
primo Comandante, il generale di divisione aerea Pier
Ruggero Piccio». Lo ha detto
il capo di Stato maggiore dellʼAeronautica, Pasquale Preziosa, nel suo intervento
durante la cerimonia di commemorazione della consegna
della Bandiera di Guerra.
«Da 90 anni – ha proseguito
il generale Preziosa – mettiamo ogni giorno le nostre
capacità al servizio del
paese, contribuendo ad
esempio con il servizio meteorologico, con il trasporto
sanitario dʼurgenza e con la
presenza nelle missioni internazionali. Sfide che nei suoi
primi 90 anni lʼAeronautica
Militare ha dimostrato di
saper fronteggiare, e così
sarà per il futuro che ci attende».
«Continueremo così, con valore verso le stelle. Il domani
non fa paura a nessun adolescente, figurarsi ad un adole-
scente di novantʼanni», ha
concluso il generale, rivolgendosi in particolare agli
studenti (quelli dellʼIstituto
tecnico aeronautico “De Pinedo” e della scuola elementare “Fausto Cecconi” di
Roma) presenti alla cerimonia. Da 90 anni, ha quindi ricordato il comandante della
Squadra aerea, Maurizio Lodovisi, «diverse generazioni
di aviatori hanno operato
sotto lʼinsegna di questa gloriosa bandiera, testimone di
imprese straordinarie, in alcuni momenti anche tragici,
che hanno sempre destato
ammirazione e stupore, per il
coraggio, la generosità e la
capacità che contraddistingue gli uomini e le donne dellʼAeronautica». Il capo di
Stato maggiore dellʼAeronautica ha deposto una corona
dʼalloro presso la stele in
onore ai caduti del raid
Roma-Tokio. Lʼimpresa aerea
fu compiuta nel 1920 da Arturo Ferrarin insieme a Guido
Masiero a bordo di due velivoli SVA. Il 14 febbraio i due
decollarono da Centocelle e
dopo tre mesi e mezzo, percorrendo circa 18.000 chilometri, in complessive 112 ore
di volo, giunsero il 31 maggio
a Tokio.
Galli smaschera Renzi: «Si scaglia contro le lobby,
ma lui fa peggio. Ecco la lista dei suoi protetti»
Secolo
2
Redazione
«È inaccettabile per ogni
persona dotata di cervello
sentire Matteo Renzi che si
scaglia contro le lobbies
nella politica e contro la logica degli “interessi delle famiglie e degli amici degli
amici”…». Lo dice, in una
nota, il capogruppo in Consiglio comunale a Firenze di
Lista Galli per Firenze, Giovanni Galli. «Cosʼaltro ha
fatto, Renzi, nei dieci anni
dacché è stato eletto prima
presidente della Provincia e
poi sindaco di Firenze, se
non privilegiare nei ruoli di
comando delle sue amministrazioni gli amici e gli amici
degli amici? Facciamo nomi
e cognomi: Marco Carrai,
che potremmo definire il migliore amico, sicuramente a
livello politico il più fedele,
prima in Firenze Parcheggi
poi presidente di Adf, e Andrea Bacci, amico rignanese,
nominato presidente di Silfi,
oltre a svariati dirigenti inseriti in ruoli chiave nellʼamministrazione comunale». «E
che dire – prosegue lʼex portiere di Fiorentina, Milan e
d’Italia
Nazionale – dei suoi fedelissimi nominati per entrare in
Parlamento? Dallʼultrafedele
capogruppo Pd Francesco
Bonifazi a Luca Lotti, uomomacchina dellʼamministrazione comunale e capo di
gabinetto diventato non solo
deputato ma anche membro
della segreteria del Pd». Lʼultimo attacco del sindaco per
la vicenda Cancellieri, continua il comunicato, «contro le
lobby delle famiglie potenti e
degli amici degli amici, dimostra unicamente e una volta
di più che il suo unico scopo
è quello di ricercare il consenso per diventare segretario del suo partito e
contemporaneamente logorare il presidente del consi-
Sondaggio Tecnè: il centrodestra
aumenta il vantaggio,
annaspano il Pd e i suoi alleati
Franco Bianchini
Nonostante il momento difficile, le frizioni
interne, lʼombra della scissione, il Pdl cresce elettoralmente e il centrodestra si impone come coalizione di maggioranza,
grazie allʼaumento delle sue componenti.
È il risultato del sondaggio di Tecnè per
Sky Tg24. Ma vediamo nei dettagli: il Partito democratico resta primo per un soffio:
ha il 26,1 per cento e registra quindi una
flessione dello 0,7 rispetto alla precedente rilevazione. Il Pdl, invece, raggiunge il 25,3% portandosi quindi a un
passo dal partito di Epifani & Renzi, con
un aumento dell 0,4%. Il Movimento Cinque Stelle è in crescita (24,8%) ma non
riesce più a imprimere il passo veloce che
lʼaveva visto protagonista a ridosso della
campagna elettorale. I vendoliani sono al
4,2 per cento mentre la Lega Nord è al
3,5 per cento. Cresce Fratelli dʼItalia che
si porta al 3,4 (+0,2 per cento) distanziando lʼUdc che è al 3,1 per cento. Ancora in discesa Scelta civica: il partito (o
ex partito) di Monti scivola inesorabilmente al 2,8. Complessivamente, dunque, il centrodestra è in netto vantaggio,
potendo contare sul 33,4 per cento, mentre il centrosinistra è in affanno, riuscendo
ad avere il 30.8 per cento. Lʼinseguimento
è quindi difficile, anche perché a giorni
dovrebbe delinearsi in modo definitivo il
quadro con le scelte del Pdl e dei suoi alleati.
SABATO 9 NOVEMBRE 2013
glio per candidarsi il prima
possibile a succedergli». Insomma, «Renzi sembra davvero lʼunico moderato a non
riconoscere come un valore
la stabilità dellʼesecutivo. Ma
la verità è che Renzi non è affatto un moderato, ma un
estremista del consenso a
vantaggio di se stesso. E dei
suoi amici».
Vaticano, nell'epoca di Twitter
una rivista rilancia il latino
SABATO 9 NOVEMBRE 2013
Secolo
d’Italia
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Legge di stabilità, il Pdl
accelera: rivedere
le politiche per la casa
Redazione
In latino sono un'ampia parte dei
contenuti, i titoli delle sezioni e egli
indici, e anche la dedica iniziale a
Papa Francesco, “Urbis episcopo
Ecclesiaeque pastori”, vescovo di
Roma e pastore della Chiesa, in
perfetta sintonia con l'appellativo
preferito da Bergoglio e con lo stile
“pastorale” del suo pontificato. Con
l'uscita del primo numero della
nuova serie della rivista semestrale
“Latinitas”, a cura della Pontificia
Academia Latinitatis istituita da Benedetto XVI nel novembre 2012, il
Vaticano si lancia sempre più nella
promozione dello studio e della conoscenza della lingua di Cicerone.
E non poteva essere altrimenti, essendo il latino tuttora la lingua ufficiale della Chiesa, riproposta nella
modernità anche attraverso i social
media come Twitter (sul suo account in latino Papa Francesco
vanta qualcosa come 182.455 followers), nonché in situazioni storiche, come l'annuncio-shock dell'11
febbraio scorso con cui Benedetto
XVI ha comunicato al mondo le sue
dimissioni. Uno strumento di
grande prestigio con cui l'Accademia di latinità svolgerà ora il suo lavoro di studio e cura del patrimonio
classico sarà ora la rivista seme-
strale, presentata alla stampa dal
cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della
Cultura, dal professor Ivano Dionigi,
presidente della stessa Pontificia
Accademia e rettore dell'Università
di Bologna, e dallo scrittore e archeologo Valerio Massimo Manfredi. La nuova serie prosegue la
storica testata fondata nel 1953,
presentandosi però con una veste
tipografica rinnovata, edita da Palombi e diretta da Dionigi, ospitando
articoli in latino, in italiano e nelle
principali lingue moderne. Proprio
Dionigi, rispondendo nel suo articolo alle domande “Latino per chi?
Latino perché?”, lancia la sfida
della Pontificia Accademia di Lati-
nità, espressione della Chiesa ma
destinata a costruire «ponti con il
sapere delle Università e del
mondo laico, nella consapevolezza
che è in gioco un comune destino
culturale». Seguono le tre sezioni in
cui è articolata la rivista: quella propriamente scientifica (tra i contributi
quelli di Massimo Cacciari, Luciano
Canfora, Carlo Carena, lo stesso
Ravasi, Manlio Simonetti e Manlio
Sodi), intitolata “Historica ed philologica”; quella di letteratura contemporanea in lingua latina,
“Umaniora”. Redatti in latino sono
poi l'appendice con il resoconto dell'attività dell'Accademia e gli “abstracts” (Argumenta), e l'indice
(Index universus).
Redazione
"Le questioni omofobia e famiglia omosessuale siano affrontate in apposite trasmissioni,
imparziali, alle quali partecipino
soggetti competenti e di tutte le
posizioni in campo": è quanto si
chiede in un'interrogazione trasversale presentata in commissione di Vigilanza Rai, alla luce
di quanto accaduto domenica 3
novembre alla trasmissione Domenica in. Il caso era stato sollevato dall'avvocato cattolico
Giancarlo Cerrelli, invitato ad intervenire in studio sul tema dell'omosessualità. Due giorni
prima della trasmissione l'invito
però era stato revocato: una
censura evidente, secondo Cer-
relli, che lo scorso agosto intervenendo alla trasmissione Unomattina Estate aveva parlato
dell'omosessualità come di un
disagio da curare. Secondo i richiedenti (primo firmatario il senatore Maurizio Gasparri, cui
seguono le firme di altri esponenti del Pdl, di Scelta Civica e
del Pd quali Alessandro Pagano,
Eugenia Roccella, Paola Binetti,
Gian Luigi Gigli, Mario Sberna,
Edoardo Patriarca, Ernesto Preziosi) "la Rai si è resa protagonista di un episodio discriminatorio
nei confronti dell'avvocato Giancarlo Cerrelli, vicepresidente
dell'Unione giuristi cattolici italiani. L'invito in trasmissione per
Cerrelli - spiega una nota - sa-
rebbe stato revocato nonostante
il tema e gli ospiti del programma
fossero rimasti invariati. Censura
preventiva? Posizioni unilaterali
a favore delle tesi che si rifanno
all'ideologia del gender?". Fatto
sta, si legge nell'interrogazione,
che "la posizione della concessionaria pubblica sul tema dell'omofobia e più in generale sui
temi della famiglia omosessuale
si è dimostrata fino ad oggi del
tutto unilaterale". Di qui la richiesta di chiarimenti, del rispetto del
pluralismo e dell'imparzialità imposti dal contratto di servizio, e
la sollecitazione "affinché la Rai
affidi i dibattiti su temi sensibili a
soggetti di maggior competenza
rispetto ai meri intrattenitori".
Interrogazione bipartisan sulla Rai:
sul tema dell'omosessualità salvaguardare
il pluralismo delle opinioni
Redazione
«L'unità del nostro partito si gioca
anche sui fatti. Penso alla politica
della casa che deve essere al centro di una rivisitazione della legge
di stabilità. Occorre prima di tutto
un'attenuazione degli effetti delle
rendite Monti. Se fossero mante-
nute, come rilevato dalla Confedilizia, l'anno prossimo Imu e Tasi
potrebbero gravare sui contribuenti da un minimo di 23 a un
massimo di 29 miliardi a seconda
delle scelte dei Comuni». Lo afferma Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato. «La manovra
va poi corretta in un nodo essenziale – prosegue Gasparri – rivisitando l'imposta sui servizi così
come prevista nel disegno di legge
governativo, per evitare che essa
sembri un'appendice dell'Imu anziché una tassa correlata ai servizi
forniti dai Comuni alla proprietà e
agli abitanti di ogni immobile. Nell'ambito di questa rivisitazione è
inaccettabile, anche sul piano morale, la tassazione delle unità immobiliari che non sono locate
perché i proprietari non trovano inquilini ai quali affittare, così com'è
inaccettabile che, non volendosi
ammettere la deduzione delle
spese effettivamente sostenute
dai locatori, le si quantifichino nel 5
per cento quando catastalmente
e, per esempio, in Francia, sono
quantificate nel 30 per cento: questo significa che i proprietari pagano le tasse sulle spese. Per
l'emergenza abitativa è poi indispensabile adottare misure urgenti
– conclude Gasparri – che facilitino in tempi brevissimi l'accesso
all'affitto».
Sulla riforma sanitaria Obama
chiede scusa agli americani
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Redazione
Barack Obama chiede scusa agli
americani. Scusa per l'avvio disastroso della riforma che doveva rappresentare il fiore
all'occhiello della sua presidenza: quella sanitaria, odiata
dai rivali repubblicani che finora
hanno fatto di tutto per affossarla. Ma il presidente americano
non si limita a fare il “mea culpa"
per i disservizi online, col sito governativo dell'Obamacare andato
in tilt fin dal primo giorno dell'entrata in vigore della nuova legge,
lo scorso primo ottobre. In una
intervista alla Nbc Obama va
oltre. Si dice dispiaciuto per i milioni di americani che hanno visto
recapitarsi a casa una lettera di
disdetta dalla propria assicurazione, restando così improvvisamente senza copertura sanitaria.
E con i problemi tecnici che
hanno loro impedito di dotarsi subito di un nuovo piano. Una situazione che sta mettendo in
serio imbarazzo la Casa Bianca
e per la quale il ministro della Sanità, Kathleen Sebelius, è da settimane a rischio dimissioni.
L'imbarazzo è poi accentuato
dalle rivelazioni della stampa, secondo cui l'amministrazione sa-
Secolo
d’Italia
Pechino, dalla riunione
del Partito Comunista
i cinesi si aspettano
la riforma del welfare
peva fin dal 2010 (anno in cui
Obama ha firmato l'Affordable
Care Act) che all'entrata in vigore
della legge molti americani
avrebbero pouto perdere la propria assicurazione. «Mi dispiace
che molti americani si trovino
oggi in questa situazione, dopo
essersi fidati delle rassicurazioni
che io stesso avevo dato loro –
afferma il presidente – Stiamo lavorando duramente per risolvere
tutto ciò», aggiunge Obama, abbandonando definitivamente la
linea difensiva fin qui adottata.
«Dobbiamo lavorare duro - insiste - e assicurare tutti che stiamo
facendo di tutto per risolvere i
gravi problemi in cui si trovano in
seguito alla riforma». Circa 15,4
milioni di cittadini (il 5% della popolazione americana) sono coperti da piani assicurativi
individuali, e molti esperti hanno
già lanciato l'allarme: se non si
interverrà, tutti sono a rischio di
perdere la propria copertura sanitaria entro la fine dell'anno. Per
Obama sarebbe una debacle
senza precedenti.
Pretoria spinge per un esercito africano
di pronto intervento
Redazione
L'Africa non ci sta più ad essere
comprimaria o soltanto testimone
delle crisi regionali che, spesso,
vengono risolte con l'arrivo di soldati dall'Europa o da altri Paesi, e
pensa ad una struttura militare permanente di pronto intervento. Non
ci sta essenzialmente per due ordini di motivi: perché si sente ormai
emancipata da colonialismi o protettorati più o meno mascherati;
ma anche perché è convinta di
avere uomini e mezzi capaci di
fronteggiare tali emergenze. È in
quest'ottica che sta prendendo
sempre più consistenza l'ipotesi
che l'Africa crei una sua forza di intervento rapido che, all'insorgere
delle prime avvisaglie di crisi regionali, arrivi e risolva i problemi,
restando solo il tempo indispensabile. A spingere verso questa solu-
SABATO 9 NOVEMBRE 2013
zione - che innegabilmente sarebbe cosa gradita anche per la
vecchia Europa, troppo spesso
chiamata in causa nelle tumultuose
"contrade" del Continente - è soprattutto il blocco dei Paesi forti
dell'Africa, da un punto di vista politico, ma anche militare. Come il
Sudafrica (il presidente Jacob
Zuma è il principale sostenitore
della forza di intervento rapido),
come l'Algeria (con il suo potentissimo, attrezzatissimo e scalpitante
esercito), come il Ciad e il Senegal
(astri nascenti del militarismo di
pelle nera) o l'Etiopia (che vuole
garantirsi ulteriormente il ruolo di
potenza regionale nel Corno
d'Africa). A dare una decisa spinta
all'iniziativa è stata certamente la
vicenda maliana che, sul terreno,
ha avuto il suo epilogo militare con
l'operazione franco-africana Ser-
val, che però è scattata con troppo
ritardo, tra consultazioni, contatti,
decisioni e preparazione. Mesi passati a parlarsi ed a valutare impatto
e ricadute, mentre gli jihadisti consolidavano nel nord maliano le loro
posizioni, rendendo più difficile la riconquista e, peraltro, allungando a
dismisura la sofferenza delle popolazioni, schiacciate sotto il tallone
della sharia.
Redazione
Circa l'80 per cento dei cittadini cinesi interpellati in un
sondaggio si aspettano dal
Comitato centrale del Partito
Comunista Cinese (Pcc), che
si riunisce a Pechino, un miglioramento del sistema di assistenza sociale. Circa la
metà, inoltre, «vede con favore» riforme che riducano le
differenze sociali e che limitino
la corruzione. Lo afferma il
quotidiano “Global Times", che
ha condotto il sondaggio telefonicamente, su un campione
di 1,252 residenti di sette
grandi città, tra cui Pechino,
Shanghai e Guangzhou. Il
63% degli interpellati ha affermato che seguirà «con attenzione» i lavori del Comitato
centrale, un fatto che il giornale definisce «senza precedenti». Il “Global Times", che
come tutti i media cinesi è controllato dal Partito, sottolinea
che «solo» il 33% degli interpellati desidera una riforma del
sistema politico, cioè la fine
del monopolio del Pcc sulla
vita politica del Paese. L'80%
dei partecipanti al sondaggio
si sono dichiarati “ottimisti" sul
fatto che nei prossimi anni il
loro livello di vita migliorerà.
Parigi: belli da una parte e brutti dall'altra. I tavoli
più in vista al ristorante solo per le persone più “fiche”
SABATO 9 NOVEMBRE 2013
Secolo
d’Italia
Gabriele Farro
I belli da una parte, i brutti dall'altra: polemiche a Parigi contro "Costes", il gruppo
francese proprietario di ristoranti di lusso che – secondo le
indiscrezioni dell'informatissimo giornale satirico "Le Canard Enchainè" – avrebbe
impartito regole severissime rispetto alla sistemazione dei
suoi clienti. Parigi ci aveva già
abituato agli spietati "physio", i
fisionomisti che hanno il potere di rovinarti una serata, decidendo se farti entrare o
meno in discoteca a seconda
del tuo aspetto fisico. Ma che
ci fosse una simile selezione
anche per l'assegnazione dei
posti al ristorante, questo era
difficilmente immaginabile. Eppure, secondo quanto testimoniato al Canard da due ex
dipendenti di Georges – ristorante superchic all'ultimo
piano del Centre Pompidou,
con vista mozzafiato su Parigi
– la direzione avrebbe indicato
ai manager di dividere i clienti
in due categorie: i belli, che
vanno piazzati nei tavoli più in
vista, e i non belli – ovvero i
brutti – che vanno spediti nelle
retrovie, in posti più defilati, in
modo che li si veda il meno
possibile.
Spesso, prosegue il giornale,
è lo stesso proprietario del
gruppo, Gilbert Costes, a sbarcare personalmente nei ristoranti per insegnare l'arte di
gestire la clientela. Beninteso,
questa distinzione non vale
per vip e celebrità, che – belli o
brutti che siano – vanno sempre sistemati in prima fila. In
questo contesto, le prenotazioni al telefono diventano un
vero rompicapo per i manager
dei ristoranti Costes, visto che
in questo caso non è possibile
distinguere la chiamata di un
bello da quella di un non bello.
Così, a chi telefona per chiedere un buon tavolo, la risposta standard che viene data è
la seguente: «Faremo il possibile, ma non possiamo garantire nulla...».
Starà poi al cameriere, una
volta che l'ignaro commensale
sarà arrivato in loco, valutare
se merita o meno di sedersi al
tavolo dei sogni. Fonti del
gruppo Costes smentiscono la
notizia: si tratta certamente di
una «vendetta di due ex dipendenti, cariche di odio e di
rabbia nei nostri confronti».
Antonio La Caria
Negli anni d'oro erano il "divertimentificio", mecca del popolo
della notte, studiate perfino dai
colleghi di Spagna e Grecia. In
30 anni le discoteche di Rimini si
sono ridotte a un terzo, da 150 a
50, "messe a dieta" da burocrazia, concorrenza sleale e tasse.
Troppe tasse per il Silb, il sindacato dei locali da ballo, che ora
per voce del suo presidente regionale, vedendo all'orizzonte la
Tari, la nuova tassa sui rifiuti, che
per uno studio nazionale di Confcommercio potrebbe portare aumenti fino al 680%, sbotta:
«Restituiamo le licenze e andiamo a fare gli abusivi». Sia
chiaro, Gianni Indino, presidente
Silb Emilia-Romagna, non ce l'ha
solo con la nuova tassa. Ce l'ha
soprattutto con la burocrazia invasiva, con l'incertezza normativa e, «diciamolo, con l'illegalità
in cui dobbiamo lavorare». Anche
se le proiezioni fatte sono inquietanti: c'è un collega che pagava
12.000 euro per i rifiuti, spiega, e
forse ne pagherà 120.000. L'amministrazione Comunale «ci è
sempre stata vicina e ha sempre
difeso il valore che le discoteche
portavano al turismo». Come
dire, col Comune si parla. Non a
caso l'assessore al bilancio di Rimini Gian Luca Brasini li rassicura: «Se la Tari ricalcherà
l'impianto della Tares, qui non ci
saranno gli aumenti temuti». Ma
è il "se" che agita il Silb riminese:
«Con la service tax c'è grande in-
certezza. Non si sa cosa succederà. Quando addirittura sentiamo che potrebbe anche
tornare la seconda rata Imu, ci
cadono le braccia». Ora bisognerà dirlo alle oltre 1.000 persone – tra cubiste, dj, camerieri,
impiegati, bodyguard – che lavorano nei locali che i titolari non
investono più: «In passato ogni
2-3 anni facevamo restyling,
adesso stiamo fermi». Anche
perché le discoteche non si sentono difese dalla concorrenza
sleale di bar, ristoranti, circoli privati «che mettono su la musica
e fanno ballare». «Siamo i migliori –conclude – per intuito e
capacità imprenditoriali. Ma ci
devono dare la possibilità di
farlo».
Discoteche: barricate contro la Tari. L'offensiva
parte da Rimini:«Restituiremo le licenze»
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Cassazione: rischia il posto
il dipendente che al lavoro
gioca sempre al computer
Redazione
Una decisione che potrebbe cambiare le cattive abitudini che
stanno emergendo negli uffici. Rischia il licenziamento un impiegato che durante l'orario di lavoro
usa «in continuazione» il computer dell'ufficio per giocare.
Emerso il comportamento scorretto, l'azienda non ha nemmeno
l'obbligo di contestare al lavoratore le singole partite giocate. Lo
ha sottolineato la Cassazione valutando il caso di un impiegato di
un'azienda farmaceutica cui veniva contestato di aver giocato al
pc per 260-300 ore in un anno. La
Corte d'Appello di Roma nel 2010
aveva dichiarato nullo il licenziamento ritenendo «generica la
contestazione che fa riferimento
ad un solo episodio» tanto da non
consentire al lavoratore «una
puntuale difesa». Non è di questo
avviso la Sezione lavoro della Suprema Corte che nella sentenza
25069 evidenzia come «l'addebito mosso al lavoratore non può
essere ritenuto generico per la
sola circostanza della mancata
indicazione delle singole partite
giocate abusivamente dal lavoratore». Quindi «appare illogica la
motivazione della sentenza impugnata che lamenta indicazione
specifica delle singole partite giocate, essendo il lavoratore posto
in grado di approntare le proprie
difese anche con la generica contestazione di utilizzare in continuazione, e non in episodi
specifici isolati, il computer aziendale». Gli ermellini hanno pertanto rinviato alla Corte d'Appello
di Roma per un nuovo giudizio.
Milano, beffa per l'assessore Rozza: tutti i soldi
dei suoi cantieri al carrozzone-Lirico
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Redazione
«Mentre l'assessore Rozza
presenta il Piano Strade, la
maggioranza le sfila i fondi per
i cantieri. Riassunto: Carmela
Rozza presenta il Piano Riasfaltatura Strade: 70 milioni di
euro da qui ad Expo (poco più
della manutenzione ordinaria,
che da decenni è di circa 20
milioni di euro l'anno): la normale asfaltatura presentata
come un evento. Nel frattempo, con gli emendamentiblitz
al
bilancio,
la
maggioranza di centrosinistra
Secolo
d’Italia
gliene sfila 126 proprio sui lavori pubblici! Il risultato è semplice: meno 56 milioni di euro
per i cantieri cittadini. Il tutto
per pagare il Lirico 100% in
mano pubblica, e creare un
carrozzone arancione in cui sistemare amici e trombati a
spese di Milano». Lo sostiene
Giulio Gallera, coordinatore cittadino e consigliere comunale
di Fi-Pdl, in merito al bilancio
2013. «Forza Italia ha costretto
la maggioranza a fare marcia
indietro sulla cancellazione del
Passante Ferroviario al Forla-
nini che avevano già deciso
(magrado le maldestre smentite). Ma la lista di opere che la
maggioranza si prepara a cancellare – continua Gallera – è
lunga e dolorosa. Vediamo
qualche caso: cancellati gli interventi urgenti sulla galleria
Vittorio Emanuele (4 milioni),
stop alla manutenzione dell'illuminazione pubblica (10 milioni), cancellati sottopassi,
scavalchi e corsie per pedoni e
biciclette (8 milioni: Milano non
puntava alla "mobilità dolce"?),
cancellato il Parco Sieroterapico (5 milioni: non era la
Giunta del verde per tutti?),
stralciata la manutenzione alberi, tagliati i lavori per la sicurezza nelle scuole (9 milioni),
ridotti gli interventi per disabili
(3,5 milioni), taglio alle residenze anziani (4,5 milioni) e
alla stessa manutenzione
strade (5,5 milioni). In totale
126 milioni tolti ai cantieri pur
di avere il Lirico comunale.
Una città ferma, che perde attrattività, smalto e bellezza in
cambio di un Teatro-carrozzone per gli amici della Giunta.
Che spettacolo!», conclude
amaramente il consigliere di
Forza Italia.
«Chi è abbonato al parcheggio si
trova spesso, tra grandi disagi,
nellʼimpossibilità di fruire di un diritto per cui ha già pagato il canone. La circostanza venutasi a
creare comporta anche significativi problemi di viabilità, causa
le lunghe file delle auto in attesa
per lʼingresso al parcheggio che
si formano soprattutto tra le 8 e
le 9 del mattino. Una possibile
soluzione a questa difficile situazione è che Sipa renda disponibili per amministrativi e
docenti universitari alcuni posti
auto nelle strisce blu che gestisce nelle zone limitrofe a via Pascoli, fino alla scadenza degli
abbonamenti ad oggi in eccesso. Per cercare di risolvere
questo problema è opportuno,
come ho sostenuto con un apposito ordine del giorno, che intervenga anche il Comune di
Perugia. Lʼintervento dellʼamministrazione comunale di centrosinistra - che potrebbe, ad
esempio, adoperarsi nei confronti di Sipa, alla quale concede lʼoccupazione del suolo
pubblico - è necessario e urgente».
Perugia, disagi per la riduzione dei posti auto
nel parcheggio universitario: intervenga la Giunta
Redazione
«Il parcheggio universitario di via
Pascoli a Perugia, di proprietà
dellʼuniversità degli studi di Perugia ma gestito dalla società
Sipa, costituisce il luogo di sosta
più agevole per il personale amministrativo dellʼateneo e per i
docenti delle facoltà di Scienze
Politiche, Economia, Scienze e
Giurisprudenza, oltre che, in determinati orari, per gli studenti.
Da quando Sipa, ridisegnando i
posti auto, ha sensibilmente ridotto la capacità di quel parcheggio, rendendola inferiore al
numero degli abbonamenti già in
possesso di amministrativi e docenti, sono sorti inevitabili problemi». È quanto sostiene
Leonardo Varasano, consigliere
comunale del Pdl, che spiega:
SABATO 9 NOVEMBRE 2013
Ritardi macroscopici
sui compensi destinati
ai tecnici per la ricostruzione
del dopo terremoto in Emilia
Redazione
Lʼordinanza n.119, firmata meno
di un mese fa dal commissario
delegato alla ricostruzione, il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani – ordinanza
dal titolo “Disposizioni relative agli
interventi da effettuare su edifici di
proprietari diversi, residenziali,
produttivi e pubblico-privati – prevede la concessione di contributi
(non superiori allʼ80%), erogati ai
tecnici che hanno partecipato alla
fase della progettazione, relativamente agli immobili colpiti dal terremoto del 2012. Lʼanticipo, da
parte della Regione Emilia-Romagna – dichiara Fabio Filippi, consigliere regionale del Pdl – è
previsto solo per le prestazioni
professionali erogate successivamente allʼapprovazione dellʼordinanza, quindi dopo lʼ11 ottobre
2013. Ma, come è normale che
sia, la maggior parte dei servizi
prestati dai tecnici sono antecedenti a tale data e numerosi studi
denunciano esborsi per diverse
decine di migliaia di euro da oltre
un anno. Ammanchi che vanno a
pesare notevolmente sul bilancio
degli stessi esercizi. «È unʼevidente anomalia che le domande
inoltrate precedentemente alla
data dellʼ11/10/2013, pur seguendo un corretto iter, non prevedano questo tipo di anticipo
rivolto ai progettisti. Attraverso
unʼinterrogazione alla Giunta –
conclude Filippi – ho chiesto di
superare questa discrasia, prevedendo la concessione di contributi
ai tecnici che hanno partecipato
alla fase della progettazione,
anche per le domande presentate
antecedentemente allʼapprovazione
dellʼordinanza
n.
119/2013».
Sui palcoscenici d'Italia tornano “Il mercante di Venezia”
e “La Locandiera”... e c'è chi scomoda Dio e Freud
Secolo
SABATO 9 NOVEMBRE 2013
Priscilla Del Ninno
Repertorio classico affidato a professionisti affermati: queste le coordinate di riferimento seguite nella programmazione del weekend
teatrale dal nord al sud del Paese. E se Gabriele Lavia si cimenta con I pilastri della società di Ibsen a Firenze, Nancy Brilli porta da
Padova a Roma La locandiera, proprio mentre a Milano arrivano Il mercante di Venezia
Silvio Orlando e Alessandro Haber e Alessio
Boni vestono gli ambiziosi panni di Dio e di
Freud ne Il visitatore: questi sono solo alcuni
degli appuntamenti drammaturgici dei prossimi sette giorni spettacolari, equamente divisi
tra
rivisitazione
e
denuncia,
intrattenimento e omaggi. Così, Gabriele
Lavia inaugura la stagione del Teatro La Pergola, affrontando, in prima nazionale, l'opera
di cui è interprete e regista, con cui Henrik
Ibsen nel 1877 entrò per la prima volta a
gamba tesa nella vita politica e sociale norvegese, riproponendo i tormenti della società
borghese, la denuncia della corruzione e dell'ipocrisia del potere, per far emergere la verità
e la libertà individuale. E proprio in contemporanea all'operazione di restyling artistico affidato a Nancy Brilli con La locandiera, riletta
per l'occasione alla luce di una di una spie-
Roberto Mariotti
Il palco che diventa un abisso marino. Un telo
rosso che si trasforma nelle fiamme crepitanti
di un incendio. Una ballerina-principessa che
volteggia leggera ed eterea a mezz'aria, in apparente assenza di gravità. La forza e la concretezza del terreno. Acqua, fuoco, aria, terra:
i quattro elementi si fondono e si confondono
senza soluzione di continuità. Tutto si mescola,
tutto si trasforma, tutto cambia, fra acrobazie,
musiche, luci e colori. “Alchemy”, l'ultimo spettacolo dei Momix – la compagnia diretta dal funambolico Moses Pendleton – è tra gli
spettacoli più originali dell'anno. La musica,
elemento fondamentale dello show che costituisce il trait d'union quasi fosse una colonna
sonora, collega i vari quadri che si alternano:
un collage di brani tra l'etnico, il rock e l'elettronica, nel quale spiccano anche le composizioni di Ennio Morricone. A sipario ancora
chiuso, il fuoco è il primo protagonista, evocato
attraverso un gioco di luci. Il rosso vira rapida-
mente al blu proiettando lo spettatore in un immaginario mondo sottomarino in 3D. Ancora
un cambio di luci, e poi ancora un altro, e un
altro ancora. I ballerini sembrano dervisci in
estasi, poi statuine dei vecchi carillon, assumono le fattezze di ragni, ostriche, uomini
scimmia fluorescenti. Alchemy, inserito nella
stagione dell'Accademica Filarmonica Romana, andrà in scena al Teatro Olimpico fino
al 1 dicembre. Previste poi date a Madrid, Parigi e in Brasile. Sempre più successo, quindi,
per i Momix: il nome del gruppo deriva da
quello di un mangime per bovini. Nota nel
mondo per le opere di eccezionale bellezza ed
inventiva, fin dalla nascita la compagnia ha acquisito grande fama per la sua capacità di evocare un mondo di immagini surreali usando
corpo, costumi, attrezzi, luci e giochi d'ombra.
Oltre alle annuali apparizioni al Joyce Theatre
di New York, la compagnia si esibisce regolarmente in tournée internazionali di grande successo.
Tornano i Momix e portano in scena
luci, giochi d'ombra e l'abisso marino
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
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7
d’Italia
d’Italia
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Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato)
Alessio Butti
Antonio Giordano
Mario Landolfi
Ugo Lisi
tata, moderna lotta tra i sessi, in scena al
Verdi di Padova e, dalla prossima settimana,
sul palco del Quirino Gassman di Roma, nella
versione diretta e interpretata da Giuseppe
Marini. Una Mirandolina senza vezzi né mossette, seduttiva per tornaconto personale, che
crudelmente non considera il dolore altrui, ma
che è anche fortemente indipendente. E mentre Silvio Orlando presenta il suo Shylock,
usuraio spietato da Il mercante di Venezia,
che Valerio Binasco dirige da Shakespeare al
Piccolo Teatro Strehler, in nome di una messa
in scena che indaga nelle categorie di bene e
male fino a rimescolarle, è ancora Binasco a
dirigere la coppia Alessandro Haber e Alessio
Boni, nuovamente insieme dopo la tournée di
Art, sul palco del Franco Parenti con Il visitatore: pièce di Éric-Emmanuel Schmitt tradotta
e rappresentata in 15 lingue e 25 paesi. Protagonisti, nella Vienna del 1938, sono niente
di meno che Freud e Dio, scomodati per necessità teatrali.
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7 agosto 1990 n. 250